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RELAZIONE A distanza di 15 anni dalla costruzione del Cento Oli di Viggiano tanti sono i nodi ancora irrisolti e ripetutamente evidenziati dai cittadini, dalle associazioni ambientaliste, dagli esperti etc... ai quali non sono mai state date le dovute risposte. Per contro la Regione imperterrita ha continuato a concedere la coltivazione di nuovi pozzi ed ultimamante si parla diell'ampliamento della capacità estrattiva nel giacimento della Val d’Agri . Tutto ciò denota un'evidente superficialità nella gestione del nostro territorio soprattutto in considerazione del mancato adempimento degli impegni assunti con l'Accordo ENI Regione del 18 novembre 1998 e delle prescrizioni dell'Autorizzazione Ministeriale del 05.02.1999 che di seguito vengono ricordati. Partiamo dall'Autorizzazione Ministeriale del 05.02.1999 in cui si legge che: 8. con nota del 22.2.1997 la Regione Basilicata rappresenta l’impossibilità di esprimere il parere definitivo sulla compatibilità ambientale dell’opera proposta per difetto dei dati necessari, 9. ci sono carenze in merito alla caratterizzazione della qualità dell’aria intorno al sito del Centro Olio; 10. il regime anemologico insieme alla complessità orografica della zona può essere all’origine di fenomeni di alte concentrazioni di inquinanti; 11. verosimilmente l’area circostante il Centro olio è sede di episodi significativi di inquinamento da biossido di zolfo, ossidi di azoto e ossidanti fotochimici tra cui ozono, di livello tale da comportare rischi significativi, acuti e cronici, agli ecosistemi vegetali; 12. per quanto riguarda gli aspetti relativi alla salute pubblica: ai fini della valutazione dello stato di salute della popolazione è stato definito il territorio aggregando 9 comuni disposti lungo il corso del fiume Agri, il cui capoluogo risulta compreso entro un raggio di circa 15 km dal sito. La popolazione complessiva ammonta (Censimento ISTAT 1991) a circa 24.000 individui. Per l'analisi della mortalità sono state considerate la mortalità generale (tutte le cause) e 23 cause di morte. I risultati di tale analisi, secondo quanto riportato nel SIA, mostrano valori di mortalità per causa inferiori a quelli della media nazionale; 13. in conclusione la Commissione ha ritenuto che “il progetto di ampliamento produce impatti significativi limitati alla sola componente atmosfera e che tali impatti possono essere mitigati adottando adeguate misure tecnologiche. Di conseguenza i rischi connessi possono essere ritenuti accettabili a condizione che vengano adottate ulteriori misure contenitive” e pertanto ha espresso un parere di compatibilità ambientale positivo condizionato al rispetto di alcune condizioni e prescrizioni; 14. con nota del 5 gennaio 1998 il WWF Italia ha fatto pervenire, ai sensi del comma 9, dell’art. 6 della legge 10.7.1986, n.349, osservazioni che in sintesi riguardano l’insostenibilità del numero di Dott.ssa Rita D'Ottavio Referente Energia WWF Basilicata 1

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RELAZIONE

A distanza di 15 anni dalla costruzione del Cento Oli di Viggiano tanti sono i nodi ancora irrisolti e

ripetutamente evidenziati dai cittadini, dalle associazioni ambientaliste, dagli esperti etc... ai quali non

sono mai state date le dovute risposte. Per contro la Regione imperterrita ha continuato a concedere la

coltivazione di nuovi pozzi ed ultimamante si parla diell'ampliamento della capacità estrattiva nel

giacimento della Val d’Agri . Tutto ciò denota un'evidente superficialità nella gestione del nostro

territorio soprattutto in considerazione del mancato adempimento degli impegni assunti con l'Accordo

ENI Regione del 18 novembre 1998 e delle prescrizioni dell'Autorizzazione Ministeriale del 05.02.1999

che di seguito vengono ricordati.

Partiamo dall'Autorizzazione Ministeriale del 05.02.1999 in cui si legge che:

8. con nota del 22.2.1997 la Regione Basilicata rappresenta l’impossibilità di esprimere il parere

definitivo sulla compatibilità ambientale dell’opera proposta per difetto dei dati necessari,

9. ci sono carenze in merito alla caratterizzazione della qualità dell’aria intorno al sito del Centro

Olio;

10. il regime anemologico insieme alla complessità orografica della zona può essere all’origine di

fenomeni di alte concentrazioni di inquinanti;

11.verosimilmente l’area circostante il Centro olio è sede di episodi significativi di inquinamento da

biossido di zolfo, ossidi di azoto e ossidanti fotochimici tra cui ozono, di livello tale da

comportare rischi significativi, acuti e cronici, agli ecosistemi vegetali;

12. per quanto riguarda gli aspetti relativi alla salute pubblica: ai fini della valutazione dello stato di

salute della popolazione è stato definito il territorio aggregando 9 comuni disposti lungo il corso del

fiume Agri, il cui capoluogo risulta compreso entro un raggio di circa 15 km dal sito. La popolazione

complessiva ammonta (Censimento ISTAT 1991) a circa 24.000 individui. Per l'analisi della mortalità

sono state considerate la mortalità generale (tutte le cause) e 23 cause di morte. I risultati di tale

analisi, secondo quanto riportato nel SIA, mostrano valori di mortalità per causa inferiori a

quelli della media nazionale;

13. in conclusione la Commissione ha ritenuto che “il progetto di ampliamento produce impatti

significativi limitati alla sola componente atmosfera e che tali impatti possono essere mitigati

adottando adeguate misure tecnologiche. Di conseguenza i rischi connessi possono essere ritenuti

accettabili a condizione che vengano adottate ulteriori misure contenitive” e pertanto ha espresso

un parere di compatibilità ambientale positivo condizionato al rispetto di alcune condizioni e

prescrizioni;

14. con nota del 5 gennaio 1998 il WWF Italia ha fatto pervenire, ai sensi del comma 9, dell’art. 6 della

legge 10.7.1986, n.349, osservazioni che in sintesi riguardano l’insostenibilità del numero di

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viaggi/giorno (220- 400) delle autobotti nell’ipotesi di mancata autorizzazione alla reiniezione o

indisponibilità degli impianti consortili per le acque di processo e le acque semioleose; la possibilità di

eventuali danni causati dalle piogge acide, non presi in considerazione nello Studio, che si

registreranno per la presenza in atmosfera di SO2 e NOx; la possibile messa in crisi dell’impianto

di potabilizzazione dovuta agli idrocarburi in uscita dall’impianto consortile, seppure nei limiti

della tab. A della legge 319/76; l'accumulo di sostanze inquinanti nell'acqua, nel terreno e negli

alimenti, nel corso dell'esercizio dell'impianto, che potrebbe minacciare la salute della

popolazione della valle e il reddito derivante da agricoltura e zootecnia;

15. il Ministero ha espresso giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto relativo

all’ampliamento del “Centro Olio Val d’Agri”, subordinato all’osservanza di alcune condizioni e

prescrizioni quali :

la realizzazione di una rete di rilevamento della qualità dell'aria da definirsi con le

autorità di controllo competenti per territorio, che prenda in considerazione oltre agli

inquinanti tradizionali (CO, SO2, NOx, O3, Polveri), H2S, benzene, IPA e COV.

entro tre anni dall'entrata in funzione del Centro Olio, la predisposizione da parte del

proponente di uno studio mirato alla verifica della disponibilità sul mercato di bruciatori per

turbine a gas in grado di assicurare livelli emissivi per NOx e CO più bassi di quelli di cui al

punto precedente.

L' Accordo ENI Regione del 18 novembre 1998 all'articolo 3 punto III riporta:

a realizzare a spese dell’Eni, per un importo stimato di lire 10 miliardi, un sistema di monitoraggio

ambientale, il cui progetto sarà definito di concerto tra Eni e Regione Basilicata entro il 31

dicembre 1999 e la cui realizzazione sarà effettuata nei successivi 12 mesi, articolato in rete di

misura delle emissioni, rete chimico-fisica in automatica con prelievi di campioni ed analisi in

laboratorio, rete di biomonitoraggio, rete remote sensing, rete sismica riguardante il territorio,

interessato dalle attività petrolifere e denominato “Tend 1”, con perfetta integrazione con le reti

previste dal progetto per il centro polifunzionale di Monitoraggio e prevenzione dei Rischi naturali e

di inquinamento della Regione Basilicata.

TUTTO CIÒ PREMESSO QUAL'È LO STATO DELL'ARTE AL 31.03.2011?

LA RETE DI MONITORAGGIO : Non è stata ancora realizzata la famosa rete di monitoraggio

ambientale ma il monitoraggio continua ad essere effettuato da 3 centraline fisse rispettivamente di

Agrobios ( dal 2007 ), Arpab ( dal 2006 ) ed Eni, indipendenti tra di loro e posizionate rispetto al Centro

Oli in modo da non poter garantire il controllo dell'aria a 360°, e da 5 centraline all'interno dello stesso

per il controllo del funzionamento dei camini.

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I DATI PUBBLICATI : Vengono pubblicati solo i dati di alcuni degli inquinanti monitorati e con

modalità totalmente differenti:

AGROBIOS fornisce correttamente i valori orari del Monossido di Carbonio, del Biossido di

Zolfo, del Biossido di Azoto e dell'Ozono ma non degli altri inquinanti previsti dall'Autorizzazione

Ministeriale.

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- ARPAB : fornisce, a seconda degli inquinanti monitorati, il valore medio e/o il valore massimo

registrato. Interessante notare come il monitoraggio eseguito presso il Centro Oli sia lo stesso di quello

eseguito genericamente nei centri urbani e industriali della regione.

ENI : semestralmente pubblica i valori medi del periodo relativi solo al Biossido di Zolfo, Biossido di

Azoto e Ossido di Carbonio....

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… e solo da qualche mese i dati giornalieri sul sito della Regione, disponibili però solo per un giorno.

Com'è facile comprendere i dati, così come pubblicati, non sono immediatamente confrontabili tra

loro e, soprattutto, i valori medi giornalieri ed ancora più i valori medi semestrali non sono in grado di

rappresentare le reali emissioni degli inquinanti nell'atmosfera. Purtroppo non è possibile reperire alcuna

informazione utile neanche da quella che, pomposamente, viene definita relazione annuale dell'ARPAB.

LA RELAZIONE ANNUALE DELL'ARPAB : Una sintesi che non può essere in alcun modo definita una

relazione sulla qualità dell'aria. Sono infatti riportati i valori medi annui unitamente al valore orario

minimo e massimo orario di solo 6 inquinanti e gli eventuali superamenti dei limiti di legge . Il 50% delle

relazione è in pratica rappresentato da un quadro sinottico sui limiti previsti dalla normativa vigente.

Volendo avere un quadro conoscitivo della qualità dell'aria in prossimità del Centro Oli dalla

relazione (?) 2009 si evince solo che ci sono stati superamenti dei limiti solo per l'ozono ( 24 volte ) ed

una volta per il biossido di zolfo ed il PM 10.

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La prima domanda che ci si pone è: Ma sono tutte così le relazioni delle altre Arpa regionali?

LA RELAZIONE DELL'ARPA SICILIA : Navigando su Internet è possibile accedere al sito dell'ARPA

Sicilia e leggere, ad esempio, l'esauriente relazione sul monitoraggio eseguito nella zona industriale di

Milazzo nel 2009: 75 pagine di cui le prime 14 illustrano in sintesi i risultati e le successive riportano i

grafici relativi all'andamento degli inquinanti nel periodo di misura per una lettura immediata a corredo

della relazione. Nella relazione testualmente si legge:

In generale, nel presente report l’evoluzione temporale dei diversi inquinanti monitorati è stata

rappresentata con l’utilizzo di grafici relativi a:

concentrazioni medie orarie: evoluzione oraria dell’inquinante nell’ora di misura;

concentrazioni medie giornaliere: evoluzione giornaliera dell’inquinante ottenuta mediando i valori delle

concentrazioni dalle ore 1:00 alle ore 24:00 dello stesso giorno;

giorno tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie orarie nell’arco delle 24 ore.

In sintesi sono stati predisposti e riportati in allegato 1 i seguenti grafici:

concentrazione media oraria, media giornaliera e giorno tipo per il biossido di zolfo (SO2);

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concentrazione media oraria e giorno tipo per il monossido di carbonio (CO);

concentrazione media oraria per il monossido di azoto (NO);

concentrazione media oraria e giorno tipo per il biossido di azoto (NO2);

concentrazione media oraria e giorno tipo gli ossidi di azoto (NOX);

concentrazione media oraria e giorno tipo per l’ozono (O3);

concentrazione media oraria per Benzene, Toluene e orto-Xilene (BTX).

concentrazione media oraria per gli idrocarburi non metanici (NMHC);

concentrazione media giornaliera per il PM10 e PM2.5.

Nella sintesi per ogni inquinante viene riportata la data e l'ora in cui è stato rilevato il valore

massimo indicando anche se tale valore è da attenzionare o meno e perché.

Da notare che nella relazione si citano inquinanti quali il Benzene, il Toluene, l'orto-Xilene e gli

Idrocarburi non Metanici dei quali non vi è traccia nei dati pubblicati, perché? Preoccupante è l'assenza

nei dati dell'NMHC che l'ARPA Sicilia indica come inquinante che, sebbene non più soggetto ai limiti del

DPCM del 28/03/83, è da attenzionare perchè indice di un inquinamento .

In assenza di valide risposte abbiamo provveduto a richiedere direttamente all'ARPAB i dati

completi del monitoraggio ed alla Regione i dati del monitoraggio dell'ENI. L'ARPAB ha provveduto nei

termini di legge ( circa 30 gg ) non altrettanto la Regione che è stata bypassata inoltrando la richiesta

alla provincia di Potenza. E' appena opportuno ricordare che il Decreto Legislativo 195/2005 assicura a

qualsiasi persona fisica o giuridica, senza necessità di dimostrare alcun interesse specifico, il diritto di

accesso all’informazione ambientale, stabilendo che il termine entro il quale i dati richiesti debbono

essere resi disponibili sia pari a trenta giorni dalla data di avvenuta ricezione dell’istanza, ovvero, a

sessanta giorni, se trattasi di una richiesta complessa (Art. 3).

Tutte le osservazioni e considerazioni di seguito riportate si riferiscono al 2009 essendo ancora

in attesa di ricevere dall'ARPAB i dati del monitoraggio relativi al 2010, richiesti a gennaio di quest'anno.

DATI DEL MONITORAGGIO 2009

GLI INQUINANTI MONITORATI : Gli inquinanti monitorati sono :

biossido di zolfo (SO2);

monossido di azoto (NO);

biossido di azoto (NO2);

ossidi di azoto (NOX);

monossido di carbonio (CO);

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metano ( CH4);

idrocarburi non metanici (NMHC);

l’ozono (O3);

Benzene, Toluene e orto-Xilene (BTX);

PM10

Rispetto all'ARPA Sicilia mancano il PM2.5 e la maggior parte dei VOC ( Composti Organici Volatili ).

Gli stessi inquinanti sono monitorati anche dall'ENI che in aggiunta monitora gli Idrocarburi Policiclici

Aromatici ( IPA ).

Per avere un quadro più esaustivo ( compatibilmente con l'inadeguatezza della cosiddetta rete di

monitoraggio ) i dati orari sono stati assemblati per un confronto diretto tra i valori rilevati dalle tre

centraline.

OSSERVAZIONI E DOMANDE:

1. I dati degli inquinanti monitorati dalle tre centraline non sempre concordano, basti ricordare i

superamenti del valore limite di 200 ug/m3, come media giornaliera, dell'NO2 rilevato dalla

centralina Agrobios per ben 29 giorni da maggio a luglio 2009 ma non da quelle di ARPAB ed ENI. Nel

grafico che segue sono riportati in blu i valori del biossido di azoto registrati da Agrobios ed in rosso

e giallo i valori rispettivamente di ARPAB ed ENI. Le differenze sono evidenti. Differenze collegate

con il regime anemologico e la complessità orografica della zona di cui all'Autorizzazione Ministeriale

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in premessa?

In dettaglio sono riportati i valori numerici rilevati dalle tre centraline nonché i dati del vento

rilevati in località Bosco Galdo di Marsicovetere.

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Considerata la posizione delle tre centraline rispetto al Centro Oli, i dati della direzione del vento di cui

alla tabella precedente non sembrano avvalorare l'ipotesi dell'influenza della ventosità sui differenti

valori registrati.

2. Frequente superamento del valore limite dell'NMHC ( Idrocarburi non metano ) che, pur non

essendo più normato, è indice di inquinamento da attenzionare come riporta dettagliatamente

l'ARPAB Sicilia nella sua esauriente relazione sull'inquinamento industriale di Milazzo.

Il D.P.C.M. 28 marzo 1983 , non più in vigore, poneva dei limiti massimi di accettabilità delle

concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell'aria nell'ambiente esterno pari a 200 µg/mc

come concentrazione media di 3 ore consecutive in periodi del giorno da specificarsi secondo le zone a

cura delle autorità regionali competenti. In assenza di una norma nazionale la Regione Sicilia si è dotata

di una propria normativa con il DECRETO 5 settembre 2006 dell'ASSESSORATO DEL TERRITORIO

E DELL'AMBIENTE: Intervento di risanamento della qualità dell'aria nell'ambito del piano di

risanamento ambientale dell'area a rischio del comprensorio del Mela. E' importante leggere il decreto

per meglio comprendere le nostre preoccupazioni e di seguito se ne riporta un estratto:

- omissis -

- omissis -

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Questo il piano di azione:

- omissis -

E questi i limiti fissati:

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Tutto ciò premesso ecco qual'è stata la concentrazione dell'NMHC rilevata dalla centralina ARPAB nel

2009.

A parte la frequente assenza di dati, sembrerebbe tutto a posto e con valori estremamente bassi ma

l'unità di misura dell'NMHC non è il ppm ma il ug/m3 ed i valori da considerare devono essere quelli

orari e non le medie giornaliere. Provvedendo alla conversione dei valori da ppm a ug/m3 ed

utilizzando i dati orari, così come previsto dal decreto assessoriale di cui sopra, ecco quello che si legge:

DATI ARPAB 1^ semestre 2009

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DATI ARPAB 2^ semestre 2009

Da notare i frequenti superamenti orari non solo del limite fissato dal vecchio DPCM del 1983 ma

addirittura della soglia di emergenza del decreto della regione Sicilia

Da notare ancora la frequente assenza di dati che si verifica, tra l'altro, proprio nel periodo in cui

l'Agrobios rileva valori elevati del Biossido di Azoto ( media giornaliera > 200 ug/m3 ).

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Nel mese di luglio la situazione è analoga: pura casualità ?

3. I dati dell'anidride solforosa, sebbene nei limiti di legge, sono sensibilmente superiori sia nelle medie

giornaliere che nei valori massimi , valori sovente superiori a quelli rilevati in altre zone ad elevato

livello di quinamento come Taranto.

Interessante è ancora leggere cosa prescrive il CIPA : Consorzio industriale per la Protezione Ambientale

fondato nel 1975 dalle aziende operanti nell'area del siracusano come strumento di controllo della qualità

dell'Aria e più in generale come servizio di informazione per le comunità locali sulle problematiche

ambientali che interessano la zona industriale aretusea.

Limiti di Legge

Questa pagina descrive i limiti di legge secondo quanto specificato dal decreto regionale del 12 giugno 2006, decreto attualmente utilizzato da CIPA per le attività di monitoraggio atmosferico.La misurazione di determinate concentrazioni di inquinanti campione può attivare un livello di attenzione che viene quindi notificato alle aziende della zona affinché possano intervenire per la riduzione delle immissioni inquinanti. A seconda della gravità dell'evento si hanno tre tipi di intervento:

1° Livello di Intervento- SO2: se la concentrazione media SO2 è maggiore della C.M.R.- NO2: se la concentrazione media di NO2 è maggiore di 200 µg/m3- NMHC con O3: quando la concentrazione media oraria di O3 è maggiore o uguale a 100 Ugr/m3, se associata ad un contemporaneo superamento del limite triorario trascinato di 200 µg/m3 di NMHC. - NMHC con O3: Al perdurare per almeno un'ora di un episodio di inversione termica, con gradiente minimo di 1.3° rapportato a 100 m, rilevato fino ad una quota di 450 m.

2° Livello di Intervento- SO2: se la concentrazione media di SO2 supera la C.M.R. per tre ore consecutive- SO2: se la concentrazione media di SO2 è maggiore di 400 µg/m3- SO2: Al perdurare per almeno un'ora di un episodio di inversione termica, congradiente minimo di 1.3° rapportato a 100 m, rilevato fino ad una quota di 450 m.

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- NO2: se la concentrazione media di NO2 è maggiore di 200 µg/m3- NMHC con O3: quando la concentrazione media oraria di O3 è maggiore di 200 µg/m3, se associata ad un contemporaneo superamento del limite triorario trascinato di 200 µg/m3 di NMHC

3° Livello di Intervento- SO2: Mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di 2° livello della C.M.R.- SO2:se la concentrazione media di SO2 è maggiore 600 µg/m3- SO2 Al superamento di una delle sottoelencate condizioni:1) numero 24 concentrazioni medie orarie maggiori di 350 µg/m32) numero 3 concentrazioni medie giornaliere maggiori di 125 µg/m3- NO2: se la concentrazione media di NO2 è maggiore 400 µg/m3- NO2 Al superamento di una delle sotto elencate condizioni:1) numero 18 concentrazioni medie orarie maggiori di 200 µg/m3+margine di tolleranza secondo tabella A2) concentrazioni medie annuale maggiori di 40 µg/m3 + margine di tolleranza- NMHC con O3: quando la concentrazione media oraria di O3 è maggiore di 300 µg/m3, se associata ad un contemporaneo superamento del limite triorario trascinato si 200 µg/m3 di NMHC

Secondo i dati ARPAB queste sono le volte in cui in Sicilia sarebbe scattato il 1^ livello di intervento ad esempio nel mese di maggio 2009 :

Ricordiamo ancora una volta che proprio dal 22 al 27 maggio 2009 AGROBIOS ha rilevato

ripetutamente valori del Biossido di Azoto superiori a 200 µg/m3.

Per un'ulteriore conferma sono stati elaborati anche i dati dell'ENI, disponibili per il periodo

luglio – novembre 2009, arrivando alle stesse conclusioni , con valori elevati ancora una volta nel periodo

del superamento dei valori del Biossido di Azoto rilevati da Agrobios:

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3. I dati dell'anidride solforosa, sebbene nei limiti di legge, sono sensibilmente superiori sia nelle medie

giornaliere che nei valori massimi , valori sovente superiori a quelli rilevati in altre zone ad elevato

livello di inquinamento come Taranto.

4.

Ma vediamo ancora cosa ha rilevato l'ARPA Sicilia nella zona industriale di Milazzo e come ha

commentato i dati:

Dal confronto con i dati pubblicati dall'ARPA Sicilia appare evidente come le concentrazioni

rilevate per l'NMHC nella zona del Centro Oli di Viggiano siano sensibilmente più alte rispetto a quanto

rilevato nella zona di Milazzo . Di seguito le valutazioni conclusive dell'ARPA Sicilia:

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3. Il monitoraggio dei Composti Organici Volatili è insufficiente.

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Gli effetti sulla salute umana degli Idrocarburi Non Metano sono molto differenziati in funzione

del tipo di idrocarburo e vanno analizzati, non solamente per la caratteristica del momento cioè per la

qualità, ma anche e soprattutto in base alla quantità presente in atmosfera in quel dato momento.

Tutti i VOC sopra riportati vengono monitorati dall'ARPA Sicilia mentre per il Centro Oli di

Viggiano disponiamo solo dei dati relativi al Benzene, agli Xileni ed al Toluene, dei quali solo il primo è

soggetto ai limiti di legge.

Il DM n. 60 del 2002 ha stabilito il valore limite per la protezione della salute umana per il

benzene fissandolo a 6 µg/m3 dal 1° gennaio 2009 e a 5 µg/m3

dal 1° gennaio 2010 come media sull'anno

civile. Com'è facilmente intuibile anche se i valori orari superano tali limiti spalmandoli su 24 ore per 365

giorni la media annua rientra perfettamente nei limiti di legge ma i valori permangono.

Da notare sempre le sensibili differenze dei valori rilevati da ARPAB ed ENI ad ulteriore

conferma che una sola centralina non è in grado di monitorare in maniera significativa la concentrazione

delle sostanze in atmosfera.

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4. Le medie semestrali del Biossido di zolfo, anche in questo caso, non rappresentano in maniera

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significativa le emissioni giornaliere né tanto meno quelle giornaliere come si può facilmente

evincere dal grafico che segue.

Il valore massimo di SO2 pari a 404,99 ug/m 3 è stato registrato da ARPAB alle ore 13,00 del 19

novembre 2009 e nello stesso momento per lo stesso valore ( 405 ug/m 3 ) da ENI.

Alle ore 20,28 del 18 novembre 2009 con un fax al Comune di Viggiano l'Eni comunicava: Si informa che

oggi, 18 novembre 2009 alle ore 16:00 circa, in seguito ad una anomala segnalazione del sistema di

gestione dell'impianto, si sono attivate le logiche di protezione che hanno determinato l'arresto della

produzione della linea 3 del Centro Olio con conseguente messa in sicurezza e convogliamento del gas

verso il sistema di torce dell'impianto. Tutti i pozzi afferenti a tale linea sono stati messi in sicurezza. Il

normale esercizio della linea sarà ripristinato a conclusione delle opportune verifiche.

In data 24 novembre ha fatto seguito la comunicazione dell'ARPAB al Comune di Viggiano: Con la

presente si segnala che in data 19 novembre 2009, si è registrato un superamento del valore limite orario

per la protezione della salute umana relativa al biossido di zolfo, ex allegato I del DM 60/2002 ( 350

mcg/m3 da non superare più di 24 volte per anno civile ) nella stazione di misura della qualità dell'aria

afferente alla rete di monitoraggio dell'ARPAB ed ubicata nella zona industriale ddel Comune di Viggiano.

Il dato di concentrazione misurato in data odierna in detto sito è pari a 405 mcg/m3.Tanto si trasmette

precisando che è il primo superamento del valore limite orario nell'arco dell'anno in corso e che non si è

avuto alcun superamento della soglia di allarme, tale da allertare, ai sensi del citato decreto la

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popolazione.

E' alquanto strano che due centraline distanti tra loro, e che sempre hanno registrato valori

differenti, rilevino lo stesso identico valore alla stessa ora dello stesso giorno che, guarda caso, è il

giorno successivo all'evento del 18 novembre e dopo che erano state concluse le operazioni di messa in

sicurezza degli impianti.

Tra l'altro sia i valori medi che i valori massimi giornalieri sono sensibilmente superiori a quelli

registrati ad esempio presso l'ILVA di Taranto, sito spesso agli onori della cronaca per il livello di

inquinamento.

E la situazione non cambia se confrontiamo i valori rilevati un giorno qualsiasi ( 17/02/2011) al centro Oli,

all'Ilva di Taranto o presso il termovalorizzatore di Acerra.

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5. Mensilmente l'ENI invia alla Regione Basilicata, alla Provincia di Potenza e all'ARPAB i dati del

monitoraggio ambientale continuo degli inquinanti presso la stazione Centro Oli di Viggiano.

Quale sorpresa nel leggere sistematicamente nella lettera di accompagnamento la seguente frase:

Segnaliamo che i valori anomali di COT, CO, SO2, NOx riscontrata per i termodistruttori ( E-04 e

E-20 ), per la caldaia ausiliaria ( E-12C ) e per il riscaldamento olio ( E-03 ) sono da imputarsi

all'instabilità temporanea della portata effluenti gassosi e a problematiche di esercizio dell'impianto

su unità di raffreddamento con temporaneo disallineamento delle apparecchiature e problematiche

di esercizio dell'impianto Claus .

Ma qualcuno legge le relazioni? E come mai se si tratta di temporanei disallineamenti questi si

ripetono sistematicamente tutti i mesi?

Ricordiamo che l'impianto Claus serve per l'idro-desulfurizzazione del petrolio, un pre-

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trattamento necessario per eliminarne i composti solforati e che può essere causa di dispersione in

atmosfera di Idrogeno Solforato.

6. Questi sono i dati del Monitoraggio della qualità dell'aria realizzato con mezzo mobile da ARPAB

nel 2009 ed a proposito dell'idrogeno solforato si legge che a Viggiano dal 10/07/09 al 31/07/09 in

località Guerdemauro è stato rilevato il valore massimo della media giornaliera di H2S di 9,2 µg/m3 ( pari

a 6,62 ppb ) e dal 07/10/09 al 30/11/09 in località S. Giovanni è stato rilevato il valore massimo della

media giornaliera di H2S di 37,3 µg/m3 ( pari a 26,86 ppb )

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ma i dati orari forniti dalla centralina fissa di ENI sono sempre inferiori a 3 ppb ( valore rilevato solo una

volta ):

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7. Ma le foto inviateci da alcuni cittadini non sono per niente rassicuranti!!!!

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8. Chi valida i dati del monitoraggio ? Presumiamo esista un protocollo preciso per la valutazione, ma

qualcuno ha mai evidenziato le numerose assenze nei dati forniti da ARPAB, le formidabili coincidenze nei

valori rilevati ( si rimanda al valore orario dell'SO2 rilevato alle ore 13 del 19.11.2009 da ARPAB e da

ENI) o la stranezza dei dati rilevati da ENI il 31 settembre 2009 ?

9. Se i dati provengono dalle centraline, e presumibilmente elaborati con un foglio excel, da

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dove derivano i dati di un giorno inesistente per l'o-xilene? Nel dubbio di una banale trasposizione di

dati, i valori sono stati confrontati con quelli del giorno precedente ( 30 settembre ) e successivo ( 1°

ottobre ) e non coincidono. Ma allora di quali dati si tratta ?

10. A che punto è la realizzazione della famosa rete di monitoraggio ambientale di cui

all'accordo ENI Regione del 1998? Dopo tanti rinvii finalmente sembrava fossimo arrivati al traguardo.

L'assessore Santochirico il 26 marzo 2008 dichiarava:

La Basilicata, dunque, potrà finalmente dotarsi del Centro di monitoraggio ambientale regionale, che sarà costituito dal Centro di monitoraggio e prevenzione dei rischi naturali e di inquinamento e dal. L'importo complessivo del bando è di 5.249.800 euro (iva esclusa), e sarà in parte sostenuto dall'Eni, in virtù del Protocollo d'intesa sottoscritto con la Regione per le estrazioni petrolifere in Val d'Agri. L'appalto, che si basa sulla qualità tecnica delle forniture proposte, sull'offerta economica e sulla qualità della gestione del servizio per un periodo di avvio di 18 mesi, prevede la realizzazione di stazioni di monitoraggio, di un centro di controllo e coordinamento e la fornitura di laboratori mobili. e stazioni di monitoraggio dovranno essere dotate di sensori per la misura dei parametri ambientali di diversa natura, per consentire l'analisi e la caratterizzazione dell'aria e dell'acqua. Per quanto riguarda, in particolare, l'area della Val d'Agri, è previsto un sistema di controllo dello stato qualitativo e quantitativo delle acque del fiume Agri, dei suoi affluenti e dell'invaso del Pertusillo.Saranno monitorati anche i movimenti del suolo: per il controllo delle frane sono stati individuati i siti di Maratea e di Miglionico. I laboratori mobili, invece, dovranno eseguire il controllo degli inquinanti atmosferici e l'analisi delle acque. I dati provenienti dalle diverse fonti (stazioni di monitoraggio, laboratori fissi e mobili, fonti informative esterne) saranno raccolti e organizzati dal Centro di controllo, che si occuperà anche di metterli a disposizione anche di altri utenti; si tratta, in sostanza, di un terminale i cui dati potranno essere utilizzati da altri soggetti secondo modalità e procedure proprie dei loro compiti istituzionali.

Scusate nuovamente la domanda impertinente: ma qualcuno ha letto il bando, a parte le ditte

fornitrici interessate? Pubblicizzato come Sistema di monitoraggio ambientale della Val d'Agri, per la

nostra valle prevede ben poco. Infatti a pag. 12 punto 4.2 si parla genericamente di POTENZIAMENTO

DEL SISTEMA PER IL MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO e si conclude

dicendo:

La rete di qualità dell’aria dell’ARPAB e quella idro-meteorologica, attualmente gestita dal Servizio Idrografico e Mareografico afferente all’ARPAB, forniscono dati al suolo dei parametri meteorologici di interesse per la modellistica. L’implementazione di una rete di monitoraggio va intesa a facilitare il lavoro di descrizione e di modellizzazione dei processi atmosferici investigati nello spazio e nel tempo con un’elevata risoluzione.Nella scelta della strumentazione, quindi, si è inteso scegliere apparecchiature sia per avere accurati dati di vento al suolo che per ricostruire i profili di vento e temperatura nello strato limite. Pertanto, gli strumenti maggiormente indicati sono: anemometro sonico per i dati di vento e temperatura sonica; Sodar e RASS rispettivamente un sistema acustico per la telemisura del profilo di vento in quota ed

un sistema radio-acustico per la telemisura del profilo verticale di temperatura.Vista la morfologia della Basilicata, le necessità modellistiche e l’attuale dotazione strumentalesi ritiene di acquistare:� un sistema SODAR-RASS

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� due anemometri sonici triassiali.

La prima domanda che ci siamo posti è stata : ma come verrà realizzata la rete di monitoraggio?

Perchè di monitoraggio dell'aria si parla nel titolo del paragrafo. Non ve n'è traccia e la riprova l'abbiamo

avuta: nel mese di marzo 2010 la gara è stata vinta dalla società SMA srl per una cifra di circa 5 milioni

di euro che dovrà installare in prossimità del Centro Oli una costosissima stazione SODAR-RASS il cui

compito in sintesi è quello di monitorare la temperatura e la velocità del vento.

Quanto sopra sono solo alcune considerazioni relative all'inquinamento atmosferico perchè non vi

è stato il tempo ed il modo di affrontare le complesse problematiche connesse con il nostro delicato

sistema idrografico, con il rischio geologico, con lo smaltimento dei rifiuti prodotti dall'attività estrattiva

etc. etc.

Limitandoci sempre e solo all'inquinamento atmosferico, cosa succederà con il progetto di

Ammodernamento e miglioramento performance produttive del Centro Olio Val d’Agri proposto da

ENI S.p.A. Divisione E&P Distretto di Produzione Val d’Agri e con l'aumento della capacità estrattiva?

Con nota del 19 aprile 2011 prot. 0067946/75AB è stato comunicato all'ENI il parere favorevole

espresso dal Comitato Tecnico Regionale per il rilascio del Giudizio Favorevole di Compatibilità

Ambientale e per il rilascio dell'aggiornamento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale relativamente

al Progetto di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive del Centro Olio Val

d’Agri.

In merito alle prescrizioni previste è necessario fare alcune considerazioni. In data 04 aprile u.s.

presso il Comune di Viggiano si è riunita la Conferenza di Servizi per discutere sull'Autorizzazione

Integrata Ambientale di cui sopra ed in tale contesto è stata formulata dal prof. Gianluigi De Gennaro,

esperto di Inquinamento ambientale e Monitoraggio dell'aria, una proposta di prescrizioni del Comune di

Viggiano con riferimento al rapporto istruttorio della Regione Basilicata di seguito integralmente

riportata:

Emissioni in atmosfera

Tale progetto di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive del Centro Olio, a seguito dell’entrata in produzione dei pozzi di Cerro Falcone, comporterà un inevitabile aumento dei flussi di massa di inquinanti emessi in atmosfera (come è evidenziabile dal confronto delle tabelle 14 e 15 (pag.49-50)) e questo si inserisce in un contesto emissivo già complesso. Dal paragrafo 5.1 emerge come il quadro emissivo sta cambiando: aumentano i flussi di massa della maggior parte degli inquinanti ad esclusione di NOx e CO per i quali le emissioni si mantengono pressoché inalterate rispetto a quelle autorizzate. In particolare le emissioni di ossidi di zolfo passano da circa 100 t/a autorizzate a 156.65 t/a nell’assetto futuro, quelle di polveri da circa 10 t/a autorizzate a 18.15 t/a, quelle di COT da circa 26 t/a a 36.29 t/a e quelle di IPA da circa 5*10-4 t/a a 7.36*10-4 t/a (cfr tabella 13). A pag.48 sono riportate considerazioni sulla variazione del quadro emissivo solo in relazione agli inquinanti CO, NOx e SO2 mentre mancano le considerazioni sugli altri inquinanti. Inoltre le tabelle 14 e 15, in cui sono riportate rispettivamente le emissioni complessive in atmosfera per l’anno 2009 e

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per l’assetto futuro, risultano incomplete perché assenti i riferimenti a polveri e IPA.

A pag.55-56 vengono valutati i limiti alle emissioni di SO2: viene rideterminato tale limite al valore di 200 mg/Nm3 per i punti di emissione EXX, E04 ed E20, ma per i punti E04 bis ed E04 (quando questo lavora come riserva di E04 bis) l’Ufficio non attribuisce alcun valore limite, rinviando la decisione a valle della conclusione della Fase 1. In tabella 17 (Caratteristiche emissive – scenario Fase 1) e nell’appendice 2 si leggono per i punti di emissione E04 bis ed E04 (riserva di E04 bis) concentrazioni di SO2 nei fumi pari a 450 mg/Nm3, valore troppo elevato anche se limitato in archi temporali ristretti. Andrebbero implementati sistemi di desolforazione sui punti di emissioni allo scopo di riportare le emissioni di tale inquinante ad un valore limite di 150 mg/Nm3, considerando anche che in passato si sono verificati eventi preoccupanti legati ad emissioni in atmosfera di elevate concentrazioni di SO2

(vedi eventi di novembre 2009).

Monitoraggio delle emissioni in atmosfera

Nei piani di monitoraggio proposti da ENI sono presenti alcune rilevazioni in termini di inquinanti e di frequenza non considerate nelle prescrizioni. Per questi si chiede di individuare dei limiti per meglio interpretare i valori misurati. Inoltre si scrive che per il nuovo termodistruttore EXX sono previste misure discontinue a camino di polveri e IPA; sarebbe auspicabile che tali misure venissero effettuate in continuo analogamente a quelle dei SOV. In più, sarebbe opportuno anche monitorare diossine e metalli pesanti, non solo per il nuovo termodistruttore ma anche per gli altri punti di emissione, al fine di individuare quali sono le concentrazioni immesse in atmosfera di tali microinquinanti.

A pag. 79 paragrafo 8.1.7 viene esposto lo svolgimento di una campagna di monitoraggio delle emissioni fuggitive di VOC “secondo il metodo EPA21”, ma il Rapporto è carente nella descrizione delle modalità di realizzazione di tale campagna (dove sarà effettuata, in che tempi, quali inquinanti monitorati…).

Al punto 48 di pag. 93 risulta poco chiaro il periodo “deve essere assicurata l’operatività delle torce senza formazione di pennacchio, indice di elevato contenuto di particolato, mediante l’immissione di vapore entro sei mesi dalla data di notifica del provvedimento autorizzativo”. Per le torce non viene indicata alcuna prescrizione di monitoraggio di inquinanti. Sarebbe auspicabile l’installazione di una telecamera che possa inquadrare proprio tali sistemi.

Considerati gli incrementi dei flussi di massa del particolato e di SOV si richiede il monitoraggio in continuo su tutti i camini di questi ultimi.

Per i punti E03 ed E12, per i quali vengono monitorati polveri e SOV, sarebbe auspicabile aggiungere il monitoraggio di IPA. In generale sarebbe importante che l’azienda predisponga per i monitoraggi in continuo a camino un client in tempo reale che permetta ad ARPA e agli altri Enti di visualizzare, elaborare e conservare tutti i dati.

Monitoraggio della qualità dell’aria

Il monitoraggio della qualità dell’aria durante la fermata generale dello stabilimento risulta poco dettagliato; esso dovrebbe essere svolto in più punti contemporaneamente perché possa essere rappresentativo dell’esposizione nelle diverse porzioni di territorio circostanti il Centro Olio Val d’Agri.

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Manca un monitoraggio delle emissioni odorigene o campagne periodiche di misura dell’impatto olfattivo dell’impianto. Sono assenti attività di controllo di processo per tali emissioni; dovrebbero essere implementati sistemi di controllo di processo almeno al confine dell’impianto.

Le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, che l’azienda si propone di installare nel minor tempo possibile, considerata la rilevanza delle immissioni, dovrebbero rappresentare lo stato dell’arte. Sarebbe auspicabile effettuare il monitoraggio degli IPA sia mediante uno strumento in grado di monitorarli in continuo sia mediante analisi effettuata su filtri PM. Sarebbe auspicabile effettuare anche la caratterizzazione del particolato PM2,5 per la componente carbonio organico/carbonio elementare, la componente ionica, la componente metalli pesanti, secondo quanto indicato nel DLgs155/10.

A pag. 91 punto 33 si dice che “il gestore deve operare preventivamente per minimizzare gli eventuali eventi incidentali. A tal fine il gestore deve dotarsi di apposite procedure per la gestione degli eventi incidentali, anche sulla base della serie storica degli episodi già avvenuti“. L’azienda dovrebbe dettagliare come verranno procedurati tali eventi incidentali e quali saranno le modalità di trasferimento informativo alla popolazione.

Ulteriori considerazioni :

Qualità dell’aria

Sarebbe auspicabile, in un contesto come quello della Val d’Agri caratterizzato da una importante sorgente emissiva, individuare limiti di qualità dell’aria più stringenti, analogamente a quanto fatto dalla Regione Sicilia (nell’ambito di un Piano di Risanamento di un’area a rischio) che ha definito livelli di concentrazione di SO2, NO2 e NMHC in base ai quali sono state individuati stati di preallarme, allarme ed emergenza ed ha identificato gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle aziende per il contenimento delle immissioni. Quella della Val d’Agri rappresenta una situazione assolutamente straordinaria che imporrebbe un piano di intervento volto a definire non solo limiti alle emissioni in atmosfera ma anche limiti ai livelli di esposizione (qualità dell’aria), in quanto le concentrazioni di alcuni parametri in tale area non risultano in linea con quelle rilevate sul restante territorio nazionale.

Tecnologie alternative per l’abbattimento degli inquinanti

Alla luce di queste considerazioni e tenuto conto del progressivo miglioramento della tecnologia nel trattamento dell’olio, sarebbe stato opportuno che l’ENI avesse approfondito la possibilità di adottare da subito soluzioni alternative all’incremento dei punti e delle quantità di emissioni in atmosfera.

E' superfluo sottolineare che nella Conferenza di Servizi soltanto alcune delle prescrizioni sono

state accolte per il rifiuto opposto dal dott. Lambiase, in qualità di rappresentante della Regione

Basilicata . Ma c'è di più, in detto parere relativamente al monitoraggio ambientale si rileva l'assenza tra

gli inquinanti da monitorare del CH4 ( metano ), dell'NMHC ( Idrocarburi non Metano ) e dei THC

( Idrocarburi Totali ). Preoccupante è proprio l'assenza dell'NMHC che, sebbene non più soggetto ai

limiti del DPCM del 28/03/83, è da monitorare perchè indice di un inquinamento, come ampiamente

dimostrato in questa relazione. D'altra parte il CH4 , l'NMHC ed il THC sono attualmente monitorati

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dall'ARPAB e dall'ENI nonché, ovviamente, da tutte le ARPA regionali.

E’ la superficialità del monitoraggio effettuato negli anni precedenti, che ha portato alla

sottovalutazione degli effetti sulla salute umana che un impianto industriale di questo tipo può

provocare, sia per il rischio di “incidente rilevante”, sia per la “cronicità all’esposizione” a tali

inquinanti da parte delle popolazioni valligiane. Pertanto, inserire norme più restrittive sia sulle

emissioni che sul monitoraggio, non è solo auspicabile e doveroso ma un obbligo per tutti coloro che sono

stati chiamati a prendere delle decisioni che ricadano sulla salute dei cittadini.

Le possibilità future di quelle popolazioni di poter “convivere” con il petrolio dipendono

esclusivamente dalle decisioni che prenderete e che assumerete in conseguenza delle informazioni che

stiamo portando alla Vostra attenzione; Vi chiediamo di non sprecare questa occasione.

Noi ci siamo assunti l'onere di ricercare i dati, di assemblarli, di cercare delle risposte là dove

nessuno le fornisce, perché nessuno possa dire: NON LO SAPEVO.

A VOI IL DOVERE ISTITUZIONALE E MORALE DI TUTELARE L'AMBIENTE E LA

SALUTE DEI CITTADINI .

Grazie per l'attenzione!

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