Wow gennaio 2012

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Anno II - Numero 1 Gennaio 2012 Direttore responsabile: Raffaele Vallefuoco Redattore (capo): Gennaro Ciaramella, Cristina Vellucci Rivista di cultura, (in)formazione e antimafia La ‘ndrangheta nel mondo C ome di consueto “Wow” organizza eventi ed incontri culturali con scrittori, giornalisti e personaggi di ri- lievo. Questo mese ha accolto il nostro invito Orfeo Notaristefano, noto giornalista e scrittore di vari testi tra i quali “Cocaina Connection” e “’Ndrangheta made in Ger- many”, il quale, è stato concepito in collaborazione con l’onorevole Giuseppe Lumia. La conferenza, incentrata su “droghe e ‘ndrangheta”, ha toccato vari aspetti e sfaccetta- ture del problema inerente alla mafia calabrese. Il tema co- mune tra il primo libro “Cocaina connection” e “’Ndrangheta made in Germay” è il traffico di droga a livello mondiale. Quali sono le differenze tra le due edizioni? Gennaro Ciaramella e Cristina Vellucci a pagina 4 Intervista allo scrittore Orfeo Notaristefano Roberto Saviano vieni via con me! D’Urso a pagina 2 Class Action, politica locale impreparata al contrasto alle mafie Vallefuoco a pagina 2 Quando la politica è contro le mafie Ciaramella a pagina 3 Eventi 4/01 alle 19.30 Proiezione del documentario ‘La quinta mafia’ promosso dalla parrocchia di Sant’Erasmo in Formia Wow vi augura un b 2012

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Vi proponiamo l'analisi della presenza della 'ndrangheta nelle reti dell'economia globalizzata. B lettura!

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Anno II - Numero 1 Gennaio 2012

Direttore responsabile: Raffaele Vallefuoco

Redattore (capo): Gennaro Ciaramella, Cristina Vellucci

Rivista di cultura,

(in)formazione

e antimafia

La ‘ndrangheta nel mondo

Come di consueto “Wow” organizza eventi ed incontriculturali con scrittori, giornalisti e personaggi di ri-lievo. Questo mese ha accolto il nostro invito Orfeo

Notaristefano, noto giornalista e scrittore di vari testi tra iquali “Cocaina Connection” e “’Ndrangheta made in Ger-many”, il quale, è stato concepito in collaborazione conl’onorevole Giuseppe Lumia. La conferenza, incentrata su“droghe e ‘ndrangheta”, ha toccato vari aspetti e sfaccetta-ture del problema inerente alla mafia calabrese. Il tema co-mune tra il primo libro “Cocaina connection” e“’Ndrangheta made in Germay” è il traffico di droga a livellomondiale. Quali sono le differenze tra le due edizioni?

Gennaro Ciaramella e Cristina Vellucci a pagina 4

Intervista allo scrittore Orfeo Notaristefano

Roberto Saviano vieni via con me!D’Urso a pagina 2

Class Action, politica locale impreparata al contrasto alle mafie

Vallefuoco a pagina 2

Quando la politica è contro le mafieCiaramella a pagina 3

Eventi 4/01 alle 19.30Proiezione del documentario‘La quinta mafia’ promossodalla parrocchia di Sant’Erasmo in Formia

Wow vi auguraun b 2012

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Il 15 marzo 2011in molti mihanno doman-

dato il motivo percui ero lì, fuori la li-breria, da ore.

"Scusi, cosa è successo?" Mi chiedevano. "Nulla signora,aspetto di incontrare Roberto Saviano." Il più delle voltela risposta è stata "Roberto chi?" E allora inizi a spiegarechi è questo scrittore, quest'uomo in primis, costretto daanni ormai ad una "non-vita", scortato ovunque vada equalunque cosa faccia. Io in fila quel giorno ci sono statadalle cinque del pomeriggio ed insieme ad altre tantis-sime persone abbiamo atteso Roberto, fino al suo arrivointorno alle nove e trenta. Finalmente poi lo abbiamovisto a pochi metri da noi, con la sua timidezza, il suo sor-riso e i suoi occhi da sognatore. I miei stati d'animo men-tre parlava erano molti. Sembrerà strano ma il piùprevalente era un senso di tristezza misto a sconforto. In-torno a Roberto c'erano questi cinque uomini, "i miei an-geli custodi" come li definisce ormai da tempo chescrutavano ogni minimo movimento della numerosa follapresente (800 persone circa all'interno della libreria ealtre 2000 fuori). E allora inizi a pensare alla sua vita, dalui stesso più volte raccontata: cambiare casa ogni duegiorni, costringere le persone care a nascondersi, a cam-biare città, il non poter svolgere anche le azioni più sem-plici. E tutto ciò per aver raccontato la verità. Questa èl'Italia, pensi, non possiamo farci nulla. E invece è propriolì che bisogna rialzarsi e rimboccarsi le maniche, altri-menti si viene sommersi dalla "macchina del fango", cheha uno scopo preciso: dire che siamo tutti uguali, tutti ab-biamo le mani sporche. Ma Saviano ci suggerisce unmodo per rispondere a tutto ciò,è dire: “Noi siamo di-versi”. Non bisogna tacere, “raccontare come stanno lecose vuol dire non subirle”. Allora inizi ad ascoltarlo in unaltro modo, sorridendo alle sue battute, donandogli lun-ghi applausi e qualche sorriso. Tra le tante interviste lette,forse quella che più è rimasta impressa nella mia mente,raccontava di quando un giorno Roberto desideravaprendere un gelato e passeggiare lungo il mare. Gli èstato proibito dalla scorta, per diversi motivi e principal-mente per la sua sicurezza. Mentre firmava la mia copiadel libro, gli ho spiegato la mia provenienza e quindi gliho augurato un giorno di poter gustare finalmente quelgelato, sul nostro lungomare. Mi ha guardato, ricordan-dosi di Formia, citata anche in Gomorra e dicendo duesemplici parole: "ci proverò". Cos'altro dirgli? Un sem-plice “grazie”, ricevendo in cambio un gran sorriso e unastretta di mano di quelle che non dimentichi.

La politica istitu-zionale tornaa parlare di

mafie. E lo fa, però,peccando di tem-pismo. Affronta laquestione soloquando la co-munità è scossada arresti e blitz antimafia. E’ evidente, quindi, in partenzail fallimento di qualsiasi discussione ex post. Compito dichi è chiamato a rappresentare un territorio, invece, è pre-disporre tutti gli interventi ad hoc per arginare lo sconfi-namento della criminalità organizzata. Purtroppo, comeemerge dal tono delle discussioni affrontate, la prepara-zione è piuttosto vaga, per non dire inidonea. Non c’è,nell’attuale classe dirigente locale, una consapevolezza delfenomeno, né tantomeno una valida preparazione relativaalle implicazioni amministrative, se è vero come è vero,che taluni consiglieri comunali si stupiscono della interre-lazione Comune – forze di polizia sul versante appalti. Nonc’è consapevolezza, in secondo luogo, se ci si meravigliadella presenza sul territorio solo quando scattano le ma-nette, come se il fenomeno mafioso dovesse essere di persé visibile per essere contrastato. E’ proprio la segretezzadelle pratiche mafiose, la loro invisibilità, come mette inevidenza l’analisi di Jean – François Gayraud, in ‘Divoratidalle mafie’, a distinguere le grandi criminalità organizzatedalla criminalità comune. E sul punto, tanto per stigmatiz-zare i detrattori delle associazioni e fondazioni antimafia,attente alla sensibilizzazione, è il caso di citare Paolo Bor-sellino, il quale ripeteva “Parlate della mafia. Parlatene allaradio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. E’ chiaro,quindi, l’errore di fondo commesso da chi, per le motiva-zioni più disparate, propone consigli comunali a portechiuse. Questo sarebbe un regalo ai “sacerdoti della mafia”,come definisce Alberto Spompinato di Ossigeno Informa-zione, quanti, a vario titolo, ‘derubricano’ la presenza dellemafie nel territorio, proprio confondendola con la crimina-lità comune. Questo atteggiamento, per vero, è stato quellodominante di gran parte del centrodestra pontino, che hapreferito sempre dissimulare e nicchiare quando le crona-che raccontavano di attentati e intimidazioni. E, anzi, si èfinito per definire ‘pezzi deviati dello Stato’ chi, invece,metteva in evidenza il rischio di contiguità mafiose – am-ministrative. Come ricorda Roberto Saviano: “raccontare èresistere” e in fondo di ‘partigiani della verità’ non ce nesono mai troppi. Per questo, noi continueremo a raccon-tare il nostro territorio, per proteggerlo, per difenderlo.

Gennaio 2012

Class Actiondi Raffaele Vallefuoco

Vieni via con me,

Roberto di Paola D’Urso2

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Città e popolihanno allespalle tradi-

zioni che le caratte-rizzano e le rendonoparticolari, sugge-stive, curiose. Tal-volta però questetradizioni passano insecondo piano, co-perte da ombre chepoco hanno a chefare con quei modiche caratterizzano

luoghi e società inquestione. E' il casodi Napoli e dei napo-letani, troppe voltedegradati, troppevolte strumentaliz-zati. Nasce così, per laprima volta nellaterza città d'Italia,l'Orange Camp, labo-ratorio di democra-zia partecipatacaratterizzato da unaforte impronta anti-

mafia che ha comefine primario quellodi "gettare le basi perun futuro lontanodalla corruzione" -come spiega il pa-drone di casa, LuigiDe Magistris. Fulcrodella tre giorni sonostati ragazzi e ra-gazze provenienti datutto il paese in sim-biosi con personalitàdi rilievo che hanno

contribuito a renderel'analisi più profondae ricca di sfumature.Da Ruotolo a Di Pie-tro, passando per Lo-renzo Diana, RaffaeleCantone sino a Ro-berto Saviano, pre-sente con un videomessaggio. Può esi-stere uno Stato senzamafia, non può esi-stere una mafia senzaStato: il cambia-

mento deve inse-diarsi prima di tuttonella mentalità dellepersone, quelle checercano di astenersi."Se c'è una politicache si fonda sui rap-porti con le mafie, c'èanche un'altra poli-tica che ripudia que-sti rapporti e si battecontro tutti i tipi dicriminalità", paroladi De Magistris.

Quando la politica è contro le mafiedi Gennaro Ciaramella

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La fase iniziale dell’OrangeCamp

Ripartiamo dal 2011

Arresto di Michele Zagaria:Il capo indiscusso della camorra finisce nelle magliedella giustizia.Dopo anni di latitanza, l’interfaccia imprenditoriale della camorra vienescovato e arrestato a Casapesenna.

Diverse le operazioni eseguite nell’ultimo anno nel territorio del sudpontino. Le più importanti: Verde bottiglia (svela le contiguità dei DeAngelis con la camorra di Schiavone); operazione ‘Golfo’ (cellula con-federata operante sul territorio per conto dei ‘casalesi’) ; operazione‘Tahiti’ (finiscono in manette tre imprenditori campani. Completal’operazione Arcobaleno che aveva sgominato il clan Mallardo).

Ricostruzione a cura di GedNews

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Mentre il primo la-voro consta di dueedizioni, che si dif-

ferenziano fondamental-mente per l’aggiornamentodei dati (consumi e mortiper l’assunzioni di stupefa-centi), “’Ndrangheta madein Germany”è il risultato diun ulteriore sforzo nell’ela-borazione dei materiali re-lativi alle operazionimalavitose per espandersidai territori d’origine intutta Italia, soprattutto aMilano e in Lombardia.Cosa ha accomunato Lei el’Onorevole Lumia e cosa viha spinto a collaborare al-l’edizione di “’Ndranghetamade in Germay”? La no-stra collaborazione è matu-rata dalla consapevolezzache le mafie vanno combat-tute da tutti, a prescinderedal colore politico. Non ci sipuò dividere tra destra e si-

nistra inquanto le organiz-

zazioni criminali nonhanno partito. Per quali ca-ratteristiche la ‘ndranghetacalabrese si differenziadalle altre mafie? Attra-verso quale azioni? La diffe-renza sostanziale è insitanel sentimento del penti-mento dato che la ‘ndran-gheta calabrese ècaratterizzata da ‘ndrine, fa-miglie ristrette o allargateche si muovono orizzontal-mente sul territorio. Taleorizzontalità comporta chese ad ogni famiglia corri-sponde una ‘ndrina è piùdifficile che ci siano i pentitie che accusino un altromembro all’ interno delproprio nucleo. Il crollo delmuro di Berlino è stato ungrande traguardo. È stato,però, anche il momento incui le mafie hanno comin-ciato ad investire in quellarealtà. Lei scrive che la Ger-mania è una succursale

delle ‘ndrine calabresi.Come sono riusciti ad arri-vare a questa sitazione? Igoverni tedeschi comehanno e stanno provve-dendo? Crollato il muro diBerlino si inizia ad investirenella Germania dell’est.Qualsiasi fonte di investi-mento significava un onereminore da dover soppor-tare a livello nazionale e diconseguenza maggiore oc-cupazione, produttività, svi-luppo ecc.. non eraimportante la provenienzadel flusso economico mal’effettiva esistenza di capi-tali. Il governo, quindi, nonera attento nell’individuarela fonte di queste risorse fi-nanziarie. Oggigiorno le‘ndrine calabresi dirigonoquelle tedesche; questovuol dire che quest’ultimenon prendono iniziative au-tonome senza consensodelle prime. Il 13 Luglio2010, con l’operazione “Cri-mine”, sono stati arrestati

300soggetti

apparte-nenti alla

‘ndrangheta eimprenditori che

hanno un legame conessa. È stata l’operazione

con la quale sin dagli anni’90 si è catturato il maggiornumero di criminali. Forsequalcosa sta cambiando?Noi siamo molto fiduciosi:nel mio ultimo lavoro,“’Ndrangheta made in Ger-many”, sono presenti tre ca-pitoli che rappresentano trediverse risposte con le qualisi riesce a creare una situa-zione sfavorevole alle mafie,a combatterle e ad isolarle.Bisogna togliere il mezzo dipersuasione delle mafieverso il popolo. Come farequindi a contrastare lemafie? Che valore ha in que-sta battaglia la nostra classedirigente? Secondo Lei staassolvendo ai suoi doveri inquesto contesto? C’è unamentalità caratterizzata dalmenefreghismo. Si pensache fino a quando gli eventinon ci toccano diretta-mente, “che facciano pure!”.Ad esempio in una regionecome la Calabria è difficilespiegare e far capire che la‘ndrangheta si arricchiscedove i territori sono poveri.

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Notaristefano:

vi spiego come la ‘ndrangheta si insinua

nell’economia

globalizzata

Di Gennaro Ciaramella e Cristina Vellucci

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