WellBeing Specialist - Lo psicologo esperto di Benessere e Cambiamento
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WellBeing SpecialistLo psicologo esperto di Benessere e Cambiamento
Università CattolicaFacoltà di Psicologia
Laurea Magistrale in Psicologia del Benessere
http://www.tecnologiapositiva.eu
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Il metodo GROW 1.0Il metodo di coaching più diffuso
Il METODO GROW è un metodo dicoaching creato da sir John Whitmore(2002)
2002GoalIl soggetto deve definire ipropri obiettivi
RealityIl soggetto deve esplorarela situazione in cui si trova
OptionsIl soggetto deve analizzareopzioni e strategiealternative
WillIl soggetto deve definireciò che bisogna fare, chi, dove, come, quando
Si lavora sul potenziale del soggetto e se ne migliorano le prestazioni attraverso la generazione diconsapevolezza, la presa di responsabilità individuale e la costante pianificazione e messa in atto diazioni concrete verso gli obiettivi.
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Il metodo GROW 1.0Il metodo di coaching più diffuso
GoalIl soggetto deve definire ipropri obiettivi
RealityIl soggetto deve esplorarela situazione in cu i si trova
OptionsIl soggetto deve analizzareopzioni e strategiealternative
WillIl soggetto deve definireciò che bisogna fare, chi, dove, come, quando
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Il metodo GROW 1.0Come si applica IN PRATICA
• Di cosa vorresti discutere?• Che cosa vorresti ottenere?• Se potessi esprimere un desiderio
che cosa vorresti ottenere in questasessione?
• Che cosa vorresti fosse diverso altermine della sessione?
• Cosa vorresti che accadesse che nonsta accadendo, o che cosa vorrestinon accadesse che invece staaccadendo?
• Che cosa ti sta accadendo?• Come fai ad esserne certo?• Quando si verifica la cosa?• Ogni quanto accade?• Quali conseguenze comporta?• Hai appurato se quello che dici èvero?
• Che cosa hai fatto finora?
GOALS: per lavorare sugli obiettivi REALITY: per comprendere la visione
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Il metodo GROW 1.0Come si applica IN PRATICA
• Che cosa potresti fare per cambiarequesta situazione?
• Quali alternative hai?• Come pensi di poter agire?• Chi potrebbe aiutarti?• Quali opzioni preferisci?• Quali sono i pro e i contro di queste
opzioni?• Da 0 a 10 quanto ritieni interessanti
queste opzioni (e/o) ritieni che sianosoluzioni pratiche?
• Vorresti optare per una di questesoluzioni?
• Quali sono i passi successivi?• Quando con esattezza, hai intenzionedi passare alla fase successiva?
• Che cosa potrebbe ostacolarti?• Ritieni di dover annotare questiconsigli?
• Quale tipo di aiuto ritieni di ricevere?• Come e quando conti di ricevereaiuto?
• Se per qualche motivo l’aiuto nonarrivasse che cosa potresti fare?
OPTIONS: per definire le opzioni WILL: per definire i passi successivi
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Punti di ForzaChiaro ed Efficace• E’ immediatamente
comprensibile• Funziona bene in tutte
quelle situazioni in cui ilsoggetto ha già definito un obiettivo chiaro e vuoleessere aiutato a raggiungerlo
Punti di DebolezzaIl cambiamento riguarda
solo la dimensioneorganizzativa
• Non si pone il problema di obiettivi mancanti/poco chiari• Non discute gli obiettivi e I
motivi per cui il soggetto li vuole raggiungere
• Non tiene in considerazionel’esperienza soggettiva e I suoi correlati psicologici
Il metodo GROW 1.0Punti di Forza e di Debolezza
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Il metodo GROW 2.0L’evoluzione del modello in ambito psicologico
Il METODO GROW 2.0 è un adattamentodel metodo originale ad una serie di principipsicologici della psicologia positiva: quellodi Flow, e di Esperienza Ottimale (2011)
2011GoalIl soggetto deve definire ipropri obiettivi
Resources/SkillsIl soggetto deve identificarele proprie risorse interne edesterne
Opportunities/ChallengesIl soggetto deve comprendere le opportunitàe le sfide legate all’obiettivoda raggiungere
WorkIl soggetto deve definire ciòche bisogna fare, chi, dove, come, quando
Si lavora sul potenziale del soggetto e se ne migliorano le prestazioni attraverso l’ottimizzazionedella qualità dell’esperienza, ottenuta attraverso una costante pianificazione e messa in atto di azioniconcrete in modo da bilanciare il livello di challenge e skills.
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Il metodo GROW 2.0Le variabili psicologiche
02
Skills/ResourcesE’ la prima variabile ad impattare sulla qualitàdell’esperienzasoggettiva
04
FlowLo stato di esperienzaottimale fruttodell’equilibrio trachallenges e skills.
01
ObiettiviIl modello suppone che
la principalemotivazione dietro
l’obiettivo scelto sia ilmiglioramentodell’esperienza
soggettiva
03
Opportunites/ChallengesE’ la seconda variabilead impattare sullaqualità dell’esperienzasoggettiva
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Il metodo GROW 2.0L’evoluzione del modello in ambito psicologico
GoalIl soggetto deve definire ipropri obiettivi
Resources/SkillsIl soggetto deve identificarele proprie risorse interne edesterne
Opportunities/ChallengesIl soggetto deve comprendere le opportunitàe le sfide legate all’obiettivoda raggiungere
WorkIl soggetto deve definire ciòche bisogna fare, chi, dove, come, quando.
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Il metodo GROW 2.0Come si applica IN PRATICA
• Qual’è il tuo obiettivo?• Che tipo di esperienza ti aspetti nel
momento in cui hai raggiuntol’obiettivo/il primo/n passo verso diesso?
• Che cosa sarà diverso in te e nel mondoche ti circonda quando lo avrairaggiunto?
• Prova a visualizzare la scena e a descriverla in dettaglio, possibilmentedescrivendola in un testo/immagine chepuoi tenere con te.
• Come puoi raggiungere l’obiettivo?• Quanto dipende da te e quanto daaltri?
• Quali sono le competenze/risorse chehai e quelle che potresti avere?
• Quali sono quelle che non hai?• Dove puoi trovarle?• Se non le trovi che cosa succede altuo obiettivo?
GOALS: per legare obiettivi ed esperienza RESOURCES/SKILLS: come ci arrivo
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Il metodo GROW 2.0Come si applica IN PRATICA
• Raggiungere questo obiettivorappresenta una sfida per te? Se si,quale?
• In passato ti è già capitato diaffrontarne una simile? Se si come èandata?
• Qual’è il tuo atteggiamento davanti atale sfida? Perché?
• Pensi che affrontare questa/e sfidepossa distoglierti da altro?
• Affrontare questa sfida può essereun’opportunità per raggiungerequalcos’altro? Se si, come e perché?
• Quali sono i passi successivi?• Per ogni passo definisci le risorserichieste e i tempi necessari
• Che cosa potrebbe ostacolarti nelraggiungimento del primo/n passo?
• Che cosa succede se non riesci araggiungere il primo/n passo?
• Che cosa succede se dopo averraggiunto il primo/n passo ti accorgiche l’esperienza non è quella che tiaspettavi?
• Prova a definire un Piano B che utilizzipossibili risorse alternative
OPPORTUNITIES/CHALLENGES WORK: per definire i passi successivi
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Punti di ForzaChiaro ed Efficace• E’ immediatamente
comprensibile• Introduce la dimensione di
esperienza ed esperienzaottimale alla dimensioneorganizzativa del GROW 1.0
• Identifica nelle variabilichallenges/skill due elementida manipolare per migliorarel’esperienza
Punti di DebolezzaIl cambiamento riguarda
solo la dimensioneOrganizzativa/Esperienziale
• Non discute gli obiettivi e I motivi per cui il soggetto li
vuole raggiungere• Ancora
Il metodo GROW 2.0Punti di Forza e di Debolezza
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Il metodo POWERIl modello di coaching basato su una visione psicologica della soggettività
PROBLEMDobbiamo comprendere la posizione del soggetto nei confronti del problema
EXPERIENCEDobbiamo valutare insieme la qualitàdell’esperienza legata al problema e aitentativi di superarlo
ORIENTINGDobbiamo aiutarlo ad orientarsi rispettoalla descrizione (segni e significati), contesto (frame) e valori (identità) ad esso legati.
WORKDobbiamo definire insieme ciò chebisogna fare, chi, dove, come, quando.
RESOURCESDobbiamo monitorare, identificare edaumentare le risorse disponibili, interne ed esterne, e confrontarle con le sfideda affrontare.
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Accoglienza
Capacità empatica, un rapporto sereno e consapevole con il tempoe le richieste del soggetto
Alleanza
L’esplicita condivisione di obiettivi e di compiti reciproci da parte di soggetto e psicologoall’interno di un rapportocaratterizzato da fiducia e rispetto
Ascolto
Ascolto passivo, messaggidi accoglimento verbali e
non verbali, invitiall’approfondimento e
ascolto attivo
Autenticità
Sintonizzarsi con la prppria identità e comportarsi in maniera coerente con
il proprio Sé indipendentementedall’altro e dai suol problemi o
aspettative (empatia fredda).
Il metodo POWERL’approccio psicologico
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CambiamentoProcesso di tipo stadialeche può avvenire in maniera sequenziale o improvvisa
EmpowermentProcesso di crescita individualebasato su aumento di autostima, autoeffica<cia e consapevolezzavolto alla realizzazione personale
EsperienzaMisurata in termini diEmozioni Positive e diCoinvolgimento conl’obiettivo di arrivare al Flow
ProblemaLa distanza tra la realtàpercepita e la realtàdesiderata (mondo possibile)
FrameMisurato in termini dicontesto socio-‐culturale, ruoli e comunità dipratiche
SoggettivitàUnione di IdentitàPersonale (Io) e IdentitàSociale (Me)
Il metodo POWERLe variabili psicologiche
Il metodo POWERIl modello di coaching basato su una visione psicologica della soggettività
Comprendere le caratteristiche del problema e la posizione del soggetto nelprocesso di cambiamento
Capire il contesto(frame e ruoli) al cui interno il problemasi è creato e si è
sviluppato
Definire una seriedi attività per superare il
problema riducendola distanza tra realtàpercepita e realtà
desiderata
Valutare la qualitàdell’esperienza
durante il lavoro per comprendere il
legame tra problema, soggettività e
autorealizzazione
Attivare un processodi empowerment per aiutare il soggetto a
identificare e sviluppare nuove
risorse indipendentidal problema
Fase 1. Problem Fase 2. Orienting Fase 3. Work Fase 4. Experience Fase 5. Resources
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Il soggetto deve esserechiaramente consapevole di
quello che vuole: E’ un bisogno? A che livello si colloca nella piramide
di Maslow
Fase 2: Qual’è la realtà desiderata
Obiettivo: Definizione del ProblemaDobbiamo aiutare il soggetto a definire il
problema come distanza tra realtàpercepita e desiderata
In base alle informazioni raccoltelo psicologo deve identificare lafase di cambiamento del soggetto
Fase 4: Cambiamento
Il soggetto deve descrivere in dettaglio la propria visione della realtà e l’esperienza
soggettiva ad essa associata
Fase 1: Qual’è la realtà percepita
Dobbiamo comprendere che cosa há già fatto il soggetto nei confronti delproblema con attenzione a successi
parziali e fallimenti
Fase 3: Storia
Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
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Fase 1: ProblemCome si applica IN PRATICA
• Nella nostra visione, il problema è ladistanza esistente tra la situazioneattuale e quella che vorresti.
• Come descriveresti la tua situazioneattuale? Che emozioni ti genera?
• C’è accordo con le persone vicine ate su questa visione? Se no, perché?
• E’ sempre stata così? Se no, quandoè iniziata?
• Hai già provato a cambiarla? Se si,che cosa ti è successo?
• Pensi di poterla cambiare?• Chi potrebbe aiutarti?
• Come descriveresti la tua situazioneideale? L’hai già sperimentata? Quando hai incominciato a capire chequesto era quello che volevi?
• Qualcuno ti ha aiutato a identificarequesta nuova situazione?
• Conosci degli esempi di altri soggettiche si trovano nella stessa situazione?
• Hai già provato a raggiungerla? Se si,che cosa ti è successo?
• Pensi di poterla raggiungerla?• Chi potrebbe aiutarti?
REALTA’ PERCEPITA: come esplorarla REALTA’ DESIDERATA: come esplorarla
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Esempio 1: Quello che non c’èCanzone degli AfterHours
• Ho questa foto di pura gioiaE' di un bambino con la sua pistolaChe spara dritto davanti a seA quello che non c'è
• Ho perso il gusto, non ha saporeQuest'alito di angelo che mi lecca il cuoreMa credo di camminare dritto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Arriva l'alba o forse noA volte ciò che sembra albaNon èMa so che so camminare dritto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controlloRivoglio le mie ali nere, il mio mantelloLa chiave della felicità è la disobbedienza in seA quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono fattoIl mio modo di morire sano e salvo dove m'attaccoIl mio modo vigliacco di restare sperando che ci siaQuello che non c'è
• Curo le foglie, saranno fortiSe riesco ad ignorare che gli alberi son mortiMa questo è camminare alto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Ed ecco arriva l'alba so che è qui per meMeraviglioso come a volte ciò che sembra non èFottendosi da se, fottendomi da mePer quello che non c'è, per quello che non c'è, per quello che non c'è, per quello che non c'è
Dobbiamo distinguere tra descrizione della realtà percepita, esperienza della realtà percepita e descrizione della realtà desiderata (anche in negativo)
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Ho perso il gustoRivuoi la scelta, rivuoi il controllo
La chiave della felicità è la disobbedienza in seA quello che non c'è
Fase 2: Qual’è la realtà desiderata
Obiettivo: Definizione del ProblemaDobbiamo aiutare il soggetto a definire il
problema come distanza tra realtàpercepita e desiderata
Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è
Fottendosi da se, fottendomi da me per quello che non c’è
Fase 4: Cambiamento
so camminare dritto sull'acqual'alba so che è qui per me
maledico il modo in cui sono fatto
Fase 1: Qual’è la realtà percepita
Ho questa foto di pura gioiaE' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a seA quello che non c'è
Curo le foglie, saranno fortiSe riesco ad ignorare che gli alberi son morti
Fase 3: Storia
Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
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Esempio 1: Quello che non c’èCanzone degli AfterHours
• Ma credo di camminare dritto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Ma so che so camminare dritto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Curo le foglie, saranno fortiSe riesco ad ignorare che gli alberi son mortiMa questo è camminare alto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me
• Ho questa foto di pura gioiaE' di un bambino con la sua pistolaChe spara dritto davanti a seA quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono fattoIl mio modo di morire sano e salvo dove m'attaccoIl mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia Quello che non c'è
• Meraviglioso come a volte ciò che sembra non èFottendosi da se, fottendomi da me per quello che non c’è
All’interno della realtà percepita distinguiamo tra quella di sé e del mondo, dell’ esperienza le dimensioni positive e negative, della realtà desiderata quella relative
al passato e al futuro
• Ho perso il gusto, non ha saporeQuest'alito di angelo che mi lecca il cuore
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controlloRivoglio le mie ali nere, il mio mantelloLa chiave della felicità è la disobbedienza in seA quello che non c'è
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Esempio 1: Quello che non c’èCanzone degli AfterHours
• Curo le foglie, saranno fortiSe riesco ad ignorare che gli alberi son mortiMa questo è camminare alto sull'acqua eSu quello che non c'è
• Ho questa foto di pura gioiaE' di un bambino con la sua pistolaChe spara dritto davanti a seA quello che non c'è
• Perciò io maledico il modo in cui sono fattoIl mio modo di morire sano e salvo dove m'attaccoIl mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è
• Ho perso il gusto, non ha saporeQuest'alito di angelo che mi lecca il cuore
• Rivuoi la scelta, rivuoi il controlloRivoglio le mie ali nere, il mio mantelloLa chiave della felicità è la disobbedienza in seA quello che non c'è
• Autostima elevata => Lui cammina ALTO sull’acqua• Autoefficacia elevata => Le foglie saranno FORTI• Consapevolezza che però le sue azioni non hanno un
impatto sul resto del mondo => ignorando che gli alberi sono MORTI
• Rimpianto del passato => Nel passato SPARARE a quello che non c’è dava pura GIOIA
• Consapevolezza che l’esperienza attuale è differente => Non ha SAPORE l’alito di ANGELO
• Attribuzione della colpa a se stessi:=> MALEDICO il modo in cui sono fatto => muoio SANO e SALVO dive m’ATTACCO => RESTO SPERANDO che ci sia quello che
non c’è
• Chiara indicazione della realtà desiderata: => Rivoglio il GUSTO, la SCELTA, il
CONTROLLO => Voglio DISOBBEDIRE a quello che non c’è
• BISOGNO => AUTOREALIZZAZIONE• CAMBIAMENTO => CONTEMPLAZIONE
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La piramide dei bisogniLe variabili psicologiche
STIMAAutostima,
Autocontrollo, Realizzazione, Rispetto
Reciproco
APPARTENENZAAmicizia, AffettoFamiliare, Relazione diCoppia
SICUREZZASicurezza Fisica,
Lavorativa, Mentale, Familiare, Economica, di
Salute
FISOLOGIAAlimentazione, Sonno, Omeostasi
AUTOREALIZZAZIONEMoralità, Creatività. Spontaneità, ProblemSolving, Flourishing
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Le fasi del cambiamentoLe variabili psicologiche
ContemplazioneLa persona considera lapossibilità di cambiare, ma non sa come fare o non è sicura di riuscirci
AzioneIl soggetto si impegna in azioniconcrete volte al conseguimento diun cambiamento.
RicadutaIl soggetto abbandona ilprocesso di cambiamento. La ricaduta è possibile in tuttele fasi del processo dicambiamento
Pre-‐ContemplazioneLa persona non pensa didover cambiare
Determinazioneil soggetto apre, per unbreve periodo una finestra di opportunità in cui cerca di cambiare.
MantenimentoIl soggetto consolida illivello di cambiamentoraggiunto.
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Fase 1: ProblemLa strategia da seguire
Dobbiamo aiutarlo a comprendere possibil erroriusando il metodo Socraticoo passando alla FASE 2
La realtà non è percepitacorrettamente
Passiamo alla FASE 2 per concentrarci
sul presente
Il soggetto non vuole parlaredella sua storia
Dobbiamo aiutarlo a comprendere possibil erroriusando il metodo Socratico o
passando alla FASE 2
Gli obiettivi non sono realistici
La fase del cambiamentonon è chiara
Obiettivo: Definizione del ProblemaDobbiamo aiutare il soggetto a identificarepossibili errori nella sua descrizione del
problema
Passiamo alla FASE 2per cercare di acquisirenuove informazioni
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Esempio 2: StupidaCanzone di Alessandra Amoroso
• Che stupida che seiTu non impari maiIl tuo equilibrio è un postoChe tu passi e te ne vai
• E più stupida di teSappi non ne troveraiQuelle tue paure inutiliNon finiranno
• Ma che stupida che seiStupida un'altra voltaChe parli ad uno specchioE mai alla persona giusta
• E da stupida che seiTu non farai mai nienteSei una persona tra la gente maLa gente mente sempreImparare da sempreCamminare da sempreE non capirai nienteHai sbagliato da sempre
• Ed è inutile adessoChe ti guardi a uno specchioChe non sa chi seiA uno specchio che non sa chi sei
• Che stupida che seiChe non ti sprechi maiLe tue poesie sono coriandoliChe non seminerai
• Se poi per ironiaPrendessi quotaPartendo da un palazzo punteresti in alto
• Ma che stupida che seiStupida un'altra voltaNuda di fronte a uno specchioE mai alla persona giustaE da stupida che seiFai pure finta di nienteLui si riveste soddisfattoE intanto sai che mente
• Sempre imparare da sempreCamminare da sempreE non capirai nienteHai sbagliato da sempreEd è inutile adessoChe ti guardi a uno specchioChe non sa chi seiA uno specchio che non sa chi sei
• Stupida, stupidaHai sbagliato da sempreEd è inutile adessoChe ti guardi a uno specchioChe non sa chi seiA uno specchio che non sa chi seiUna stupida
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All’interno del contesto, il soggettoha uno o più ruoli sociali? Se si,
quali sono le dimensioni valoriali e le regole/comportamenti che lo
definiscono.
Fase 2: Qual’è il ruolo del soggetto?
Obiettivo: Comprendere il contesto in cui è nato il problema e potrebbe essere risolto
Dobbiamo aiutare il soggetto a comprendere il contesto in termini diframe, ruoli, comunità di pratiche
La realtà desiderata èdentro/fuori il frame? Se si, cisono dei ruoli/comportamenti
che ne impediscono/favorisconoil raggiungimento?
Fase 4: La realtà desiderata è dentro/fuori il frame?
Dove è nato il problema? Quali sono i confini delproblema in termini dicontesto e situazione?
Fase 1: Qual’è il frame?
Quali sono le comunità di pratiche? Il soggetto si comporta in accordo o in disaccordo con le
regole/pratiche del contesto/ruolo? Che tipo diesperienza genera la cosa? Ha ricevuto
sanzioni/premi per questo?
Fase 3: Quali sono i comportamenti del soggetto?
Fase 2: OrientingLa strategia da seguire
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ContestoLe istituzioni che
formano il contestosociale ed i
macrogruppi cheinteragiscono al loro
interno
SituazioneLa parte di contesto in
cui è situato ilproblema. A
caratterizzarla sonoruoli, norme/valori e comunità di pratiche
RuoliL’insieme di significatie norme associati ad una posizione sociale
sottoposti ad un controllo del grupposociale di riferimento
Norme/ValoriLe norme sono una regelela cui violazione viene
sanzionalta.
I valori sono mondipossibili caratterizzantil’identità che ci aiutano a
scegliere
Comunità di Pratiche
Gruppi spontandi di persone caratterizzati
da un obiettivocomune e
caratterizzati da un repertorio di risorse
Le caratteristiche del FRAMELe variabili psicologiche
Il FRAME è la cornice socialmente organizzata, istituzionalizzata e culturalmente connotata che rende “familiari” e dotate disenso le situazioni in cui il soggetto si trova all’interno della vita quotidiana.
Comprendere il FRAME è necessario per poter rispondere alla domanda: Che cosa sta succedendo qui?
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02Identità SocialeLa consapevolezza di appartenere ai diversi gruppisociali di riferimento resacoerente dalla dimensionevaloriale.
04ComportamentiPossono essere consapevolie controllati, consapevoli ma intuitivi e inconsapevoliintuitivi
01Identità Personale
L’’Insieme di caratteristicheche definiscono il soggetto:
da quelle fisiche come l’altezza e il colore degli
occhi, alle caratteristiche .
03Esperienza
Si distingue in “Soggettiva” (da dentro, EGOGENTRICA, sistema DORSALE, DOVE):
basata su azionei e “Personale” (da fuori,
ALLOCENTRICA, sistemaVENTRALE, COSA) basata
su osservazione e conoscenza
La nostra SoggettivitàLe variabili psicologiche
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La nostra SoggettivitàLe variabili psicologiche
La stessa informazione
viene elaborata in due modi diversi
(Goodale & Milner, 1995)
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La nostra SoggettivitàLe variabili psicologiche
(Kahneman, 2002):
Sistema 1 (Intuizione): genera impressioni non volontarieSistema 2 (Ragionamento): giudizi intenzionali.
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Fase 2: OrientingLa strategia da seguire
Il soggetto non ha chiaro il legametra comportamenti ed esperienza
Dobbiamo aiutarlo a comprenderlo, e superarlocon attività specifiche di
riflessione/empowerment da pianificare nella FASE 3
Esiste un conflitto trai diversi ruoli del soggetto
Il legame tra contesto e realtà desiderata non è chiaro
Obiettivo: Comprendere il contestoin cui è nato il problema e potrebbe
essere risoltoDobbiamo aiutare il soggetto a
comprendere il contesto in termini diframe, ruoli, comunità di pratiche
Dobbiamo aiutarlo a comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche diesplorazione/riflessione da pianificare nella FASE 3
Il frame non è chiaro al soggetto
Dobbiamo aiutarlo a comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche diesplorazione/riflessione da pianificare nella FASE 3
Dobbiamo aiutarlo a comprenderlo, eventualmente
con attività specifiche diesplorazione/riflessione da pianificare nella FASE 3