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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » DICEMBRE 2011 RAVENNA DAL 1975 AL VOSTRO SERVIZIO ORTOPEDIA SPADONI Ad ogni problema una risposta. RAVENNA - Viale Alberti, 106 - Tel. 0544.406969 - www.ortopediaspadoni.it SANITARIA RAVENNATE Influenza Cosa fare e come difendersi Influenza Cosa fare e come difendersi IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO Andar per funghi Le specie più comuni in Emilia Romagna Andar per funghi Le specie più comuni in Emilia Romagna I nuovi ticket sanitari Breve guida alle recenti disposizioni regionali I nuovi ticket sanitari Breve guida alle recenti disposizioni regionali SALUTE_10piu_cover_RA:CASA NOTIZIE cesena n1.2007 14-12-2011 10:38 Pagina 1

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I nuovi ticket sanitari Ad ogni problema una risposta. DAL 1975 AL VOSTRO SERVIZIO RAVENNA RAVENNA- Viale Alberti, 106 - Tel. 0544.406969 - www.ortopediaspadoni.it Le specie più comuni in Emilia Romagna Le specie più comuni in Emilia Romagna Cosa fare e come difendersi Cosa fare e come difendersi IN QUESTO NUMEROINQUESTONUMERO Breve guida alle recenti disposizioni regionali Breve guida alle recenti disposizioni regionali MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » DICEMBRE 2011

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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » DICEMBRE 2011

RAVENNA

DAL 1975 AL VOSTRO SERVIZIO

ORTOPEDIA SPADONI

Ad ogni problema una risposta.

RAVENNA - Viale Alberti, 106 - Tel. 0544.406969 - www.ortopediaspadoni.it

SANITARIA RAVENNATE

InfluenzaCosa fare e come difendersiInfluenzaCosa fare e come difendersi

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Andar per funghiLe specie più comuni in Emilia Romagna

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» SOMMARIO - Nr. 0 - Dicembre 2011

Proprietà, redazione e realizzazione

Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.501950 - [email protected]

Stampa: Galeati Industrie Grafiche spa - www.galeati.it

SALUTE 10+Supplemento a CASA Notizie n.23.2011 - Aut. Trib. Ravenna n. 875 del 27/06/1988.

Dott. Roberto Salgemini

MEDICO DI FAMIGLIA

3 INFLUENZA - Con l’arrivo dell’inverno non va sottovalutata.

Dott. Flaviano Jacopi

CARDIOLOGIA

6 SOFFIO AL CUORE - Se lo conosci non ti spaventa.

Dott.ssa Monica Negosanti

ALIMENTAZIONE

8 LA COLAZIONE - I vantaggi di iniziare bene la giornata.

di Tiziano Zaccaria

TEMPO LIBERO

I FUNGHI - Le specie e le regole per raccoglierli.11

Flaminia Buttazzi

BENESSERE

PILATES - Uno stile di vita salutare.14

Dott. Lauro Di Meo

BELLEZZA

LIPOSUZIONE - Eliminare il grasso in eccesso.16

Dott. Stefano Costa

AMBIENTE

ARIA DI CASA MIA - La qualità dell’aria in provincia.17

Dott. Giuseppe Visani

RICERCA SCIENTIFICA

CELLULE STAMINALI - Scoperta e applicazione pratica.20

Dott. Maurizio Santarini - Claudia Serena Monghini

I NOSTRI AMICI ANIMALI

I CUCCIOLI - Le regole da seguire per l’adozione.22

di Tiziano Zaccaria

SANITÀ

I NUOVI TICKET24

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MEDICO DI FAMIGLIA

Con l’arrivo dell’inverno non va sottovalutata questa malattia, soprattutto se conta-gia gli anziani, le persone portatrici di patologie importanti, quelle con difese immu-nitarie compromesse e i bambini molto piccoli.

INFLUENZA

Dott. Roberto SalgeminiMedico-Chirurgo convenzionato SSN.E-mail: [email protected]

Come si manifestaQuasi sempre febbre, generalmentesuperiore a 38° C di durata dai tre aicinque giorni, cefalea medio-severa,dolori osteo-muscolari tendenzialmen-te intensi localizzati al rachide dorso-lombo-sacrale ed al torace, brividi,nausea soprattutto quando cresce lafebbre, a volte vomito, debolezza, faci-le affaticabilità, tosse secca con scarsoespettorato, starnuti, mal di gola, pocoappetito e sostanzialmente intensomalessere generale.L’intensità della sintomatologia puòvariare molto da soggetto a soggettosia legata alle condizioni generali delpaziente come anche alla percezionedel sintomo da parte del paziente.La diagnosi di certezza si può fare solocon l’isolamento del virus da colturecellulari di tamponi naso-faringei, o datitolazione di anticorpi specifici oppurecon tecniche di biologia molecolare ingrado di distinguere il patrimoniogenetico dei vari virus.

Il paziente che presenta una combinazio-ne dei sintomi sopradescritti, durante unperiodo influenzale, non necessita diindagini diagnostiche particolari, essen-do sufficiente il criterio clinico per stabili-re se ha contratto la malattia.

Cosa fareIl periodo influenzale va da iniziodicembre a marzo. La prima regola,quando compaiono i sintomi, è rima-nere a casa, limitare i contatti con altrepersone, anche per evitare di diffonde-re la malattia. Se i contatti sono obbli-gati, indossare una mascherina igieni-ca. I pazienti che godono di buonasalute al comparire dei sintomidovrebbero mettersi a riposo, possibil-mente in un ambiente caldo ma nonsecco, assumere liquidi in quantitàgenerosa (soprattutto i bambini, glianziani e se c’è stato vomito o diarrea)e paracetamolo ogni 4-6 ore se la tem-peratura supera i 38-38.5 gradi centi-gradi.

Anatomiadel virusinfluenzale

Nucleoproteina (RNA)

Saccadeilipidi

Capside Emoagglutinina

Neuraminidasi

Come difenderci dal virus che la causa

stati e continenti diversi), a seconda delsuo grado. Il virus B ha una scarsamutazione antigenica e normalmentel’uomo possiede un certo grado diimmunità verso questa forma virale.

» SEGUE

Cos’è il virus influenzaleL’influenza è una malattia causata tretipi di virus influenzali: A, B e C. I virusA e C infettano specie diverse (uomo,specie aviarie, suini etc.), mentre ilvirus B quasi esclusivamente l’uomo.Questa precisazione diviene importantein quanto il rimescolamento antigenicoche può avvenire nel passaggio tra levarie specie, come nel caso dei virus Ae C, determina la virulenza del virusstesso e quindi può provocare un’epi-demia (quando sono colpite più perso-ne di un’area limitata) o una pandemia(quando sono colpite più persone di

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Va chiarito che la febbre è un mezzo didifesa del nostro organismo dal virus:la temperatura che si alza contrasta lareplicazione virale e quindi non ènecessario abbassarla subito, a menoche non vi siano altri problemi di salu-te, oppure vi sia ad esempio nei bam-bini la predispozione con febbre adepisodi convulsivi. Non è consigliatal’assunzione di aspirina da parte deibambini e degli adolescenti, onde evi-tare la Sindrome di Reye. Non assume-re alcool ed astenersi dal fumo. Sidevono assumere sintomatici perquanto riguarda la tosse, il mal di golaed i dolori osteo-muscolari, alimentar-si con cibi anche solidi se l’appetito èconservato, ma soprattutto avere lapazienza di aspettare che il nostroorganismo inizi a “contrastare” e”vince-re” l’infezione virale.Qualora i sintomi perdurino per piùgiorni è bene, il terzo o quarto giorno,consultare il proprio Medico di fiduciaper un’attenta valutazione su possibilicomplicanze. Non dobbiamo dimenti-care che l’influenza, patologia ad ezio-logia virale, può favorire sovra infezio-ni batteriche che possono dare polmo-niti, bronchiti, sinusiti ed otiti. Se il

paziente è un soggetto a rischio (bimbimolto piccoli, pazienti anziani e defe-dati, con patologie cardiache o polmo-nari, renali, ematiche, metaboliche,endocrine e/o condizioni morbose chedeterminino una diminuzione delpotere immunitario) oltre ai consiglisopra citati deve continuare le terapiegià in essere per le patologie croniche,consultare il Medico di fiducia se la sin-tomatologia dovuta a queste tende apeggiorare (ad esempio dispnea, sudo-razione profusa con astenia profonda,tosse produttiva con espettorato puru-lento, incapacità ad idratarsi e/o ali-mentarsi, dolori atipici etc.) e ricordareche le complicanze vanno valutate conattenzione da personale qualificato.Può essere necessaria una terapia anti-biotica, una terapia di supporto allefunzioni vitali ed in questo caso sirende necessaria la valutazione medica.Una citazione a parte merita l’uso deifarmaci specifici antivirali: affinchèsiano efficaci, bisogna assumerli allacomparsa dei sintomi. La risposta allaterapia è pari alla loro prontezza d’uso.Tendenzialmente alleviano i sintomi eriducono il periodo di inabilità. Il lorouso può essere da limitare, poiché èimpossibile prevedere quale grado diresistenza potranno presentare versoceppi pandemici futuri.

Cosa può succedereNella maggior parte dei casi dopo unasettimana il paziente sta meglio e rico-mincia una vita normale. E’ chiaro che èstato colpito da una forma virale quindici vorrà qualche giorno di convalescen-za per sentirsi di nuovo in forma. Ipazienti anziani tenderanno alla facileaffaticabilità quindi dovranno evitarel’allettamento prolungato concedendosisolo qualche ora di riposo durante lagiornata, dovranno idratarsi sempreadeguatamente, controllare i parametrivitali come ad esempio pressione arte-riosa, frequenza cardiaca, saturimetria epotrà essere necessaria un’integrazionecon polveri ad alto contenuto energeti-co di proteine e/o carboidrati nonchècomplessi di vitamina B12 e Sali mine-rali.

Come prevenireSi può diminuire il rischio di infezionicon alcune norme igieniche di base efondamentalmente con la vaccinazioneantinfluenzale. Le persone che contrag-gono l’influenza sono maggiormentecontagiose tra il secondo e terzo giornodopo l’infezione e l’infettività dura circa7-10 giorni. Il contagio in genere avvie-ne attraverso le goccioline di saliva ed ilcontatto delle nostre mani con le super-fici contaminate, mani che poi portia-mo alla bocca e/o alle nostre mucose(occhi, naso). La diffusa credenza chel’influenza sia collegata all’esposizionea temperature rigide è sbagliata, sebbe-ne gli stress di natura fisica possonocontribuire ad abbassare le difeseimmunitarie. Lavarsi sempre con acquae sapone, in particolare dopo aver tossi-to, starnutito, essersi soffiati il naso, eprima di andare a pranzo. Strofinarsi lemani per un buon periodo di tempo(insegnare ai bambini di contare fino aventi), sciacquarsi bene ed asciugarsicon cura. Tossire o starnutire in un faz-zoletto di carta e se possibile gettarlo inun contenitore subito dopo. Non utiliz-zare per mangiare piatti, bicchieri oposate usati da altri. Mantenere pulitele superfici come maniglie, interruttori,telefoni, tastiere, tavoli o altre superficicomuni: l’alcool è un agente disinfet-tante efficace, mentre l’uso di ammo-niaca quaternaria può essere combinatacon alcool per incrementare la duratadell’azione disinfettante. L’ipoclorito disodio è usato per la disinfezione dellestanze o degli arredi dove hanno sog-giornato pazienti con influenza.L’isolamento a casa è una misura di pre-venzione generale dalla diffusione dellemalattie infettive. Può essere utile l’usodi mascherine igieniche, sia se si assisteun paziente con sintomi di influenza, siase si è ammalati e si viene a contato conpersone “fragili”.

La vaccinazioneVaccinarsi rimane la maniera miglioreper prevenire e combattere l'influenza,sia perché si aumentano notevolmentele probabilità di non contrarre la malat-

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MEDICO DI FAMIGLIA

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MEDICO DI FAMIGLIAtia, sia perché, in caso di sviluppo disintomi influenzali, questi sono moltomeno gravi e, generalmente, non segui-ti da ulteriori complicanze.Il vaccino è raccomandato per tutte lepersone a rischio di complicazionisecondarie a causa dell'età o di patolo-gie, come disordini cronici di tipo respi-ratorio o polmonare, patologie cardia-che, malattie metaboliche croniche (dia-bete mellito, disfunzioni renali, immu-nodepressione dovuta o meno ai far-maci, patologie emopoietiche, sindro-me da malassorbimento intestinale,fibrosi cistica, malattie congenite oacquisite che comportino carente pro-duzione di anticorpi) o quando sonoprevisti interventi chirurgici di una certaentità. Inoltre, il vaccino è raccomanda-to per i bambini a partire dai sei mesid'età ed alle donne in gravidanza chesaranno al secondo e terzo trimestredurante l’epidemia influenzale. Infine lavaccinazione è raccomandata per tutticoloro che svolgono funzioni lavorativedi primario interesse collettivo o chepotrebbero trasmettere l'influenza apersone ad alto rischio di complicanze.Il periodo più indicato per la vaccina-zione è quello compreso tra ottobre e lafine di novembre. Per i ritardatari è pos-sibile vaccinarsi anche in dicembre,sapendo che per raggiungere l’immu-nizzazione occorrono almeno due setti-mane.Si sconsiglia generalmente di vaccinarsi

con molto anticipo, perché l'immunitàdata dal vaccino declina nell'arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare diessere solo parzialmente protetti nelperiodo più rischioso (ottobre-feb-braio). Le modalità di vaccinazionevariano a seconda dell'età: generalmen-te, per i bambini sotto i 12 anni, si con-sigliano due dosi di vaccino da praticar-si a distanza di almeno quattro settima-ne, mentre per i soggetti più grandi èsufficiente una sola dose. La sommini-strazione è per via intramuscolare e, intutti coloro con età superiore ai 12 anni,l'iniezione va effettuata nel muscolo del-toide (braccio), mentre, per i più piccoliè consigliato il muscolo antero-lateraledella coscia. Il vaccino può essere som-ministrato per via intradermica (con unago incredibilmente corto di pochi milli-metri) che sfrutta i particolari meccani-smi immunitari che si attivano appena aldi sotto dello strato di pelle. Se si acqui-sta personalmente il vaccino in farmacia,è importante ricordarsi di conservarlo infrigorifero, a temperature comprese tra i+2° e +8° C. Generalmente, la vacci-nazione conferisce una piena immunitànel 75% dei casi, il rimanente 25%, inve-ce, anche se contrae l'influenza sviluppasintomi lievi. Poiché la protezione duracirca 6-8 mesi ed i ceppi in circolazionevanno incontro a mutazione genica ènecessario ripetere la vaccinazione all'ini-zio di ogni stagione influenzale.L'inoculazione del vaccino influenzale

non provoca generalmente effetti colla-terali di rilievo; in alcuni casi si possonomanifestare, nella zona di inoculazione,lievi reazioni cutanee locali (arrossamen-to, gonfiore) di breve durata, per unmassimo di 48 ore. Il vaccino contienesolo virus inattivati (uccisi) o sue parti,quindi non può provocare sintomiinfluenzali. Tuttavia, a volte, soprattuttoquando il soggetto non ha avuto prece-dentemente alcun contatto con il virusinfluenzale, è possibile che, a distanza di6-12 ore dalla vaccinazione, compaianosintomi di tipo influenzale (febbre, dolo-ri muscolari, mal di testa, brividi) informa molto attenuata e transitoria, perun massimo di 48 ore. Reazioni allergi-che immediate (orticaria, angioedema,asma) sono generalmente dovute adipersensibilità alle proteine dell'uovo,contenute nel vaccino in quantità mini-ma. Come precauzione, è meglio evitaredi sottoporsi alla vaccinazione se sono incorso processi febbrili. Non è controindi-cata se sono presenti infezioni minoridelle vie respiratorie. E' fortemente scon-sigliata a chi è allergico alle proteine del-l'uovo, anche se presenti nel vaccino inquantità minima. Da anni nella nostraregione la vaccinazione antiinfluenzale ècompito dei Medici di MedicinaGenerale e dei Pediatri di libera scelta.Questi rimangono gli interlocutori piùadeguati per una risposta mirata edesaustiva alla richiesta da parte deipazienti per effettuarla. FINE

POLIAMBULATORIOPOLIAMBULATORIO

» Fisiochinesi terapia» Riabilitazione post-traumatica» Riabilitazione post-operatoria» Massofisioterapia» Rieducazione motoria» Idrochinesi terapia

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Dott. Flaviano JacopiSpecialista in cardiologiae medicina dello sportDirettore sanitario AstreaMedical Center - FaenzaE-mail: [email protected]

diastolico. Un soffio ha caratteristicheparticolari che riguardano l’intensità,graduata da 1/6 (soffio debolissimo,difficile da udire) a 6/6 (soffio fortissi-mo, udibile anche senza appoggiare ilfonendoscopi sul torace); la lunghezzae la spaziatura (protosistolico, mesosistolico e telesistolico, a seconda se èall’inizio, a metà e alla fine della sisto-le, ma può essere anche olosistolico,ovvero occupare tutta la sistole); il tim-bro (soffio rude, dolce, alitato, pigolan-te, a grido di gabbiano ecc.); l’irradia-zione (un soffio può avere l’epicentroin un punto e irradiarsi sul torace everso il collo o il dorso).

Come si generaIl soffio è prodotto da vortici di sangueche si creano nel cuore o nei grandi vasi(aorta o polmonare). Questi vortici pos-sono essere generati dal passaggiodel sangue attraverso un orifiziotroppo stretto (stenosi valvolari),o più semplicemente da aumen-tate velocità del sangue pertachicardia, o sforzo o peraumentata fluidità (anemia).Ma non tutti i soffi sonopatologici, anzi, comevedremo, la maggior partesono innocenti. A secondadel meccanismo che originail soffio, questo può essereorganico (provocato da unalesione valvolare che deter-mina un’ostruzione o unreflusso, o ancora un abnor-me passaggio da una cavità adun’altra) o funzionale (determina-to solo da un aumento di flusso o di

Dopo quarant’anni di professione,posso affermare che di tutte le proble-matiche cardiologiche, quella che anco-ra oggi incuriosisce e mette maggior-mente in apprensione i non addetti ailavori è il cosidetto “soffio al cuore”.Probabilmente questo termine evocatimori e preoccupazioni che sicuramen-te risalgono al secolo scorso, in un’epo-ca in cui il più raffinato mezzo diagno-stico era il fonendoscopio o addiritturalo stetoscopio, col quale il soffio vienepercepito dal medico. Il rilievo di unsoffio, in anni in cui la malattia cardia-ca reumatica era molto comune e diffu-sa, sicuramente era segno e sintomoprobabile di patologia in atto. Oggi ilsoffio è una entità ben studiabile, beninquadrabile e, generalmente, moltomeno drammatica di un tempo.

Cos’è un soffio al cuoreQuando si ascolta il cuore col vecchioe sempre indispensabile fonendosco-pio, si ascolta il primo tono, tum, edopo una breve pausa, la sistole, sisente il secondo tono, tam. Tra il tam eil tum successivo c’è una pausa piùlunga, che è la diastole. Un soffio è unrumore sbuffante, o meglio… soffian-te, che si pone tra il primo e il secon-do tono, soffio sistolico, o tra il secon-do tono e il primo successivo, soffio

CARDIOLOGIA

E’ prodotto da vortici di sangue che si creano nelcuore o nei grandi vasi (aorta o polmonare). Ma nel 90per cento dei casi è innocente.

Il soffio al cuoreSe lo conosci, non ti spaventa

velocità del sangue). Mentre tutti i soffiorganici sono patologici, la maggiorparte di quelli funzionali sono innocen-ti. Le patologie cardiache che si associa-no al soffio sono le valvulopatie (untempo reumatiche, oggi generalmentedegenerative), le cardiopatie congenite,le miocardiopatie dilatative e ipertrofi-che, molto frequentemente le cardiopa-tie organiche con scompenso. Invece ilsoffio innocente in genere è protosisto-lico, di lieve entità, non irradiato, spes-so attenuato o abolito mettendo ilpaziente in piedi, è “capriccioso”, nelsenso cha a volte si sente e a volte no.E’ il soffio più comune: oltre il 90 percento dei rilievi.

Arteria carotidesinistra

Arteria succlaviasinistra

Arteriaaorta

Valvolasemilunarepolmonare

Valvolamitrale

Settointerventricolare

Ventricolo destroMuscoli papillariCorde tendinee

Vena cavainferiore

Valvola tricuspide

Arteria polmonare

Vena cavasuperiore

Arteriabrachiocefalica

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re

FINE

Di solito è generato a livello della val-vola polmonare. Difficilmente un soffiodiastolico è innocente.

Cosa fare quandosi scopre di averloQueste le regole da seguire quando siscopre di avere un soffio. Primo: nonspaventarsi, perché come visto lamaggioranza dei soffi è innocente.Secondo: se il medico curante nonpuò confermare l’innocenza del reper-to, è raccomandabile una visita spe-cialistica cardiologia con elettrocar-diogramma. Il cardiologo, sulla basedegli elementi raccolti, deciderà seeseguire o meno un ecocardiogram-ma, che risulterà determinante per ladiagnosi finale. Raramente servirà unRx torace.In genere in queste situazioni non c’ènessuna urgenza, a parte le ansie indi-viduali incontrollabili. In linea di mas-sima, se il paziente sta bene, nonaccusa fatica a respirare, dolore toraci-co, batticuore o vertigini, i normalitempi di attesa sono sufficienti.Ribadisco che la cosa migliore è laconsulenza col cardiologo che, senecessario, accelererà i tempi per gliulteriori accertamenti.

In conclusioneIl soffio al cuore è una entità ben nota,studiabile e valutabile. Nel 90 percento dei casi è innocente, nei rari casipatologici, è generalmente legato apatologie ben note e curabili. Spessopoi, anche i soffi organici, sono legatia patologie valvolari di modestaentità. Credo che più del soffio sianoaltre le problematiche cardiologicheche devono preoccuparci, ma ne par-leremo nei prossimi incontri.

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Dott.ssa Monica NegosantiDietista Maria Cecilia Hospital Cotignola

nismo di bambini, adolescenti e adultila comparsa di sovrappeso o obesità. Ipiù recenti studi clinici suggerisconoinfatti una rilevante correlazione trasovrappeso e una colazione povera oassente. In Italia, per esempio, è statafatta una ricerca su un campione dimille persone, sia uomini che donne;nonostante che la maggior parte di essi(83%) abbia dichiarato di fare colazio-ne ogni mattina e di questi oltre lametà (52%) sia concorde nell’attribuir-le grande importanza, una fetta moltoconsistente del campione della ricerca(17 %), pari in proiezione a oltre 8milioni di italiani, la salta del tutto.Stupisce inoltre la velocità con cui la siconsuma: quasi la metà di coloro chefanno colazione (46%) vi dedicanodieci minuti, tra questi sono soprattut-to i giovani (54 %) tra i 15 e i 24 annii più sbrigativi. Tutto questo a discapi-to di una buona digestione.

Iniziare la giornatafacendo benzinaMa perché la prima colazione è cosìimportante e aiuta a difendere l’orga-nismo da un aumento ponderale?Durante la notte, il cervello si nutredegli zuccheri immagazzinati nell’or-ganismo, mentre i muscoli, gli organie le restanti funzioni vitali consumanograssi. Se quando ci svegliamo la mat-tina non ripristiniamo immediatamen-te queste riserve, ma prolunghiamo ildigiuno (ricordandoci che l’ultimopasto è stato consumato la sera prece-

La funzione principale del cibo è quel-la di fornire all’organismo tutti inutrienti e gli elementi necessari allacrescita, allo sviluppo e allo sopravvi-venza delle funzionalità vitali.Da tanto tempo i più svariati comitatiscientifici ed esperti di alimentazione sibattono affinché nella popolazionegenerale si diffonda il concetto che unasana, abbondante e ricca colazione sianecessaria per affrontare al meglio lagiornata, con più vigore e vitalità.La prima colazione, infatti, non soloaiuta a mantenere costante il peso, mafornisce anche energia all’organismo,miglior concentrazione e capacità dirisolvere problemi durante tutta lagiornata.

Quasi la metà dellapopolazione consumauna colazione sbrigativaPurtroppo, sia tra la popolazione piùgiovane che quella adulta, è semprepiù diffusa l’abitudine di saltare dinetto la colazione, favorendo nell’orga-

ALIMENTAZIONE

I vantaggi di iniziare la giornata conun’alimentazione adeguata.

LA COLAZIONEIl carburante per una buona partenza

dente con la cena) fino a metà matti-na o, peggio ancora, fino a pranzo,l’organismo entra in uno “stato diallerta” per cui il pasto che andremo aconsumare successivamente verràimmagazzinato tutto come grasso diriserva, per eventuali altri digiuni pro-lungati.Sarà inoltre più facile introdurreinconsapevolmente più calorie, inquanto dalla cena al pranzo del gior-no successivo passano 16-17 ore…un’infinità di tempo per il nostroorganismo assetato di energia. Infine,la carenza prolungata di zuccheri può

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renderci più irascibili e più affaticatidurante tutto l’arco della giornata.

Cosa mangiare a colazioneQuali sono quindi gli alimenti da con-sumare a colazione? La colazionedovrebbe apportare almeno il 20-25%delle calorie totali giornaliere e deveessere bilanciata nei suoi nutrienti: 60-65% di carboidrati, 10-15% di protei-ne, 20-25% di grassi. Possiamo quindipermetterci di scegliere tra una vastaquantità di alimenti e bevande per laprima colazione. Ma in pratica cosapossiamo mangiare? Uno yogurtmagro, del latte parzialmente screma-to o di soya, per quanto riguarda laquota proteica; una fettina di crostata,qualche biscotto, dei cereali, dellefette con marmellata, un succo di frut-ta o un frutto di stagione per quantoriguarda la quota di carboidrati e lipi-di. Per esempio una dieta fisiologicaper una donna adulta normopesopotrebbe prevedere: uno yogurtmagro alla frutta; due biscotti secchi;un bicchiere di succo di frutta. Mentreun uomo adulto normopeso potrebbe

consumare: una tazza di latte parzial-mente scremato (eventualmente mac-chiato con caffè); una porzione di cro-stata; un cucchiaino di zucchero.Ricapitolando, come ci dobbiamocomportare per iniziare bene la gior-nata? Far sempre la colazione: beresolamente un caffè, anche se zucchera-to, equivale a non fare colazione! Aquesto punto è meglio una colazione“sbagliata” rispetto al digiuno; cercaredi variare il più possibile il propriomenù mattutino; eccetto nei casi diintolleranze, la famiglia dei latticininon deve mai mancare, perché forni-scono al nostro organismo una buonafonte di calcio. Quindi via libera ayogurt e latte; sforzarsi di adattare leproprie esigenze personali e organizza-tive ad una sana abitudine come lacolazione; tenere ben presente chefare colazione ci assicura un senso tem-poraneo di sazietà, che quindi ci indu-ce a consumare meno nei pasti succes-sivi: alla mattina il nostro organismoassimila e costruisce, alla sera accumu-la energia.

“Avrei tanto voluto che la giornata fossetutta come la colazione, quando le perso-ne sono sintonizzate sui loro sogni e nonè previsto che debbano affrontare ilmondo esterno. Mi sono reso conto cheio sono sempre così, per me non arrivamai il momento in cui dopo una tazza dicaffè o una doccia, mi sento improvvisa-mente pieno di vita, sveglio e in sintoniacon il mondo. Se si fosse sempre a cola-zione, io sarei a posto”. Da “Un giornoquesto dolore ti sarà utile”, di PeterCameron. FINE

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breve, sono le seguenti: controllo dei funghi freschi spontaneidestinati al consumo diretto; certificazione di commestibilità deifunghi freschi e spontanei destinati alla vendita al dettaglio e allasomministrazione; vigilanza su raccolta, commercializzazione econdizionamento dei funghi spontanei; consulenza ai Comuni perla regolamentazione in campo micologico; supporto agli ospeda-li e alle medicine di base in caso di avvelenamento da funghi; pro-mozione di corsi didattici, convegni, iniziative culturali e scientifi-che, docenze a corsi organizzati da altri enti.

Le regole per la raccoltaPrima di tutto occorre sapere che i funghi costituiscono laparte riproduttiva (carpoforo) di un organismo più com-plesso non visibile (micelio), che vive nel terreno, in rap-porto intimo con le radici delle piante o con detriti vegeta-li. Una raccolta non corretta o indiscriminata può recaregravi danni alla vita e alla riproduzione di questi organismie, di conseguenza, all’equilibrio degli ecosistemi dei qualisono parte vitale. In Emilia Romagna per raccogliere funghioccorre essere in possesso di un tesserino di validità giorna-liera, settimanale, mensile o semestrale, utilizzabile solo nelterritorio in esso indicato. I tesserini si acquistano (a costivariabili, a seconda dei Comuni) presso i Municipi e indiversi esercizi pubblici (alcuni bar espongono sulla lorovetrina un logo con un fungo).

TEMPO LIBERO

Per cercarli occorre essere in possessodi un apposito tesserino. Breve elen-co delle più comuni specie micologi-che commestibili e velenose presentiin Emilia Romagna.

Fra le attività del tempo libero, l’andar per funghi ha assuntouna notevole importanza, in quanto è alla portata dei cittadini diogni età e condizioni sociale. Ciò ha amplificato il maggiorrischio che comporta questo gradevole passatempo: il consumoaccidentale di funghi tossici, con spiacevoli conseguenze per lasalute. Si osserva infatti che, malgrado la disponibilità di libri dimicologia e di informazioni in merito alle intossicazioni da funghiche i mass media riportano puntualmente, i casi di avvelenamen-to restano numerosi. Ogni anno nella sola provincia di Ravenna si registrano dai dieciai venti casi di intossicazione, più o meno acuta. Ecco perché, atutela dei consumatori di funghi, il Dipartimento di Prevenzionedell’Ausl di Ravenna ha messo a disposizione dei cittadini unIspettorato Micologico. Funzioni e compiti dell’Ispettorato, in

» SEGUE

RACCOLTAFUNGHI

Ispettorato Micologico in provincia di RAVENNA

AMBITO TERRITORIALE DI RAVENNARavenna: via Fiume Abbandonato, 134 - Orario d’accesso:dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 9.30 e per appunta-mento su richiesta. Tel. 0544.286854 - Fax 0544.286800.

AMBITO TERRITORIALE DI LUGOBagnacavallo: via Vittorio Veneto, 8 - Orario d’accesso: illunedì, dalle 8 alle 10 e per appuntamento su richiesta.Lugo: viale Masi, 20 - Tel. 0545.283069 - Fax 0545-283075 - Orario d’accesso: il lunedì dalle 11 alle 12.30 eper appuntamento su richiesta.

AMBITO TERRITORIALE DI FAENZAFaenza: via Zaccagnini, 22 - Orario d’accesso: il lunedì, dalle8 alle 9 e per appuntamento su richiesta. Tel. 0546.602513- Fax 0546.602510.

Striature dell’orlo

Verruche

Squame

Zonature

AculeiTubolicon pori

Venaturea reticolo

Squame

Base bulbosaVolva

Striature

Gambo

Anello

Lamelle

Areole

CARATTERIMORFOLOGICIDI UN FUNGO

di Tiziano Zaccaria

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MAZZA DI TAMBURO» Cappello dai 10 ai 25cm di diametro, marro-ne chiaro o grigiastro,con squame larghe edirregolari marrone

scuro. Gambo dai 20 ai 40 cm, alto,slanciato, biancastro con zebraturebrune. Anello ampio, bianco superior-mente e bruno inferiormente. Carnetenera nel cappello, fibrosa nelgambo; odore di farina fresca e sapo-re di nocciola. Cresce dalla primaveraall’autunno nei boschi, nei prati e neiterreni nudi, specialmente dopoabbondanti piogge. Ottimo commesti-bile: si consuma solo il cappello, per-chè il gambo è fibroso.

PRATAIOLOMAGGIORE» Cappello dai 5 ai 15cm di diametro, bian-

castro con tonalità nocciola al centro,carnoso. Gambo dai 3 ai 7 cm, tozzo,bianco o talora rosato; anello sottile,con orlo sfrangiato. Carne bianca,soda, di odore e sapore gradevoli.Cresce da maggio ad ottobre neiboschi, prati, giardini e luoghi conci-mati. Ottimo commestibile, anchecrudo.

CHIODINO» Cappello dai 3 ai 6 cmdi diametro, di colorevariabile a seconda delluogo in cui cresce: gial-

lo-cannella sui pioppi, giallo-miele suigelsi, giallo-bruno sulle querce, bruno-rossastro sulle conifere; olivastro sualtre piante. Gambo lungo, bulbosoalla base. Anello molto evidente e per-sistente, bianco. Carne soda, bianca-stra, fibrosa quella del gambo, dalsapore amarognolo. Cresce in autunnosu ceppaie o ai piedi di piante viventidi latifoglie e conifere, a cespi di molti

Il tesserino, accompagnato da undocu mento di identità, deve essere esi-bito su richiesta del personale di vigi-lanza. In Emilia Romagna la raccolta èconsentita nei giorni di martedì, gio-vedì, sabato e domenica nelle orediurne, da un’ora prima della levatadel sole a un’ora dopo il tramonto.L’attività può essere esercitata esclusi-vamente nei boschi e nei terreni noncoltivati, purché apposite tabelle nonne segnalino il divieto.Ogni persona può raccogliere fino a 3kg di funghi al giorno, di cui non piùdi 1 kg di Ovuli Buoni e 1 kg diPrugnoli. La raccolta va effettuatamanualmente o mediante l’uso di uncoltello, evitando di strappare i funghie, con essi, parte del micelio sotterra-neo. È vietato utilizzare rastrelli o altristrumenti che possano danneggiare lostrato umifero del terreno. I funghiraccolti vanno puliti sommariamentesul posto e conservati in appositi con-tenitori aerati (si consigliano i cestini invimini), in modo da evitare fenomenidi compressione e fermentazione, con-sentendo allo stesso modo la dissemi-nazione ulteriore delle spore. Va quin-di assolutamente evitato l’utilizzo disportine di plastica, carta e simili.

È vietato il danneggiamento intenzio-nale dei funghi di qualsiasi specie:anche i non commestibili svolgonoimportanti funzioni negli equilibridella natura. A carico dei trasgressorisono previste sanzioni pecuniarie e ilritiro del tesserino.

individui. Commestibile: scartare ilgambo perchè troppo fibroso. Cotto,assume una colorazione nerastra.

LATTARIO DELIZIOSO» Cappello dai 5 ai 15cm di diametro, rosso-arancio, arancio-fulvo,con zonature concentri-che più scure; maturan-

do diventa verdastro. Gambo corto,fibroso, arancio chiaro, salmone. Carnegranulosa, pallida internamente, macolorata di rosso-carota sotto la super-ficie. Odore di frutta, sapore piuttostoacre. Se lesionata, la carne lascia uscireun latice rosso-arancio vivo o rosso-carota, che all’aria diventa verde.Cresce nei boschi di pino e soprattuttovicino ai cespugli di ginepro, in fineestate ed autunno. Commestibile.

SPUGNOLA» Cappello fino a 20 cmdi diametro, quasi sferi-co, globulare. La superfi-cie esterna è provvista dinumerosi alveoli giallo-ocraceo, di forma irre-golare. Gambo cilindri-co, piuttosto corto etozzo, cotonoso nellaparte superiore. Carne

biancastra. Commestibile: è una dellepiù ricercate spugnole primaverili.Cresce ai margini dei boschi umidi, dilatifoglie, in primavera.

COLOMBINA DORATA» Cappello dai 4 ai 9 cmdi diametro, carnoso,sodo, rosso mattone,rosso arancio, spessocon macchie giallo limo-

ne o interamente giallo. Gambo carno-so, pieno, cilindrico, più o meno rugo-so, bianco, giallo limone chiaro. Carnebianca, odore lieve, sapore dolce.Cresce nei boschi di latifoglie, da fineprimavera a fine estate. Commestibile.OVULO BUONO

» Cappello dagli 8 ai 20cm di diametro, di colo-re rosso o aranciato conmargine striato in sensoradiale. Gli esemplarigiovani, di forma globo-

» Qui di seguito, proponiamoun breve elenco dei piùcomuni funghi commestibili,tossici e velenosi presenti inEmilia Romagna.

Funghi commestibili

TEMPO LIBERO

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TEMPO LIBEROsa, sono completamente avvolti dalvelo generale, bianco. Gambo dagli 8ai 15 cm, giallo dorato, carnoso,ingrossato alla base; anello ampio,giallo, striato. Carne soda, con odoretenue e sapore grato. Cresce in estate-autunno in boschi di latifoglie, soprat-tutto di castagni e querce, nelle radu-re, in terreno siliceo. Eccellente com-mestibile: sia cotto che crudo in insa-lata. La legge vieta la raccolta allostato di ovulo chiuso. Per esemplariadulti: raccolta giornaliera massima di1 kg.

PRUGNOLO» Cappello dai 5 ai 15cm di diametro, carno-so, di colore variabile

dal bianco-crema al camoscio pallido ogrigio-fulvo. Gambo dritto, pieno,compatto, bianco o biancastro. Carnebianca, sapore buono, odore di farinafresca. Compare in primavera nei prati,ai margini dei boschi, nelle radure eanche tra i cespugli di piante spinose.Commestibile: ottimo. La legge nevieta la raccolta per gli esemplari conun diametro del cappello inferiore a 2cm. La raccolta giornaliera è limitata a1 kg per persona.

PORCINO» Cappello dai 5 ai 25 cmdi diametro, color bruno,bruno chiaro, bruno-ros-sastro, bruno-ocraceo.

Gambo tozzo, robusto, ingrossato allabase, biancastro o nocciola chiaro,pieno, carnoso, con la parte superiorepercorsa da un sottile reticolo a piccolemacchie chiare sul fondo scuro. Lacarne è compatta, soda, bianca, immu-tabile al taglio. Odore e sapore grade-voli. Ottimo commestibile, si presta adessere consumato anche crudo. Cresceda luglio all'autunno in boschi di coni-fere e latifoglie. La legge vieta la rac-colta di esemplari aventi il diametro delcappello inferiore a 3 cm.

FINFERLI O GALLETTI» Cappello dai 3 ai 10 cm didiametro, di colore variabi-le, da giallo vivo a gialloarancio. Carne soda e com-

patta, color crema, odore e sapore gra-

devoli. Commestibile: ottimo, cresce agruppi numerosi da giugno a novem-bre in boschi di conifere e latifoglie, inluoghi umidi e terreni silicei. Esistonomolte varietà che differiscono tra loroper diverse tonalità di colore del cappel-lo, tutte comunque commestibili. Lalegge vieta la raccolta di esemplari coldiametro del cappello inferiore a 2 cm.

PORCINO MALEFICO» Cappello dai 6 ai 30cm di diametro, carnoso,biancastro, grigiastro,liscio con chiazze brune-

rossastre sparse. Carne biancastra,all'aria assume tonalità azzurre per tor-nare biancastra dopo un po’ di tempo.Gambo tozzo, pieno, ingrossato allabase, ricoperto da un fine reticolo gial-lo in alto e rosso nella parte sottostan-te. Cresce dalla tarda primavera finoalla tarda estate in boschi di latifoglie.È tossico.

OVULO MALEFICO» Cappello dagli 8 ai 20cm di diametro, carnoso,rosso vermiglio o aranciato,coperto da numerose ver-ruche bianche. Gambo da

12 a 25 cm, leggermente ingrossato allabase; anello ampio, bianco o leggermen-te giallino. Carne soda, fragile, bianca,priva di odore e sapore particolari.Velenoso: causa intossicazioni precoci.

TIGNOSA BRUNA» Cappello dai 6 ai 12 cm didiametro, di colore bruno obruno-olivastro, più scuro alcentro. E’ ricoperto da pic-

cole verruche bianche, che possonolasciare il cappello quasi nudo. Gambodai 6 ai 15 cm, bianco, liscio, bulbosoalla base, con anello membranoso. Carnebianca, poco consistente, priva di odore econ sapore leggermente dolciastro.Velenoso: provoca un’intossicazione ditipo neurotropico.

ENTOLOMA LIVIDO» Cappello dai 6 ai 20 cmdi diametro, carnoso, spes-so umbonato, di colore

cenerognolo o grigio-ocraceo; centro

più scuro, margine arrotondato, piùchiaro con chiazze bianche. Gambo dai6 ai 12 cm, robusto, ingrossato allabase. Carne bianca, soda, fragile;odore di farina fresca e sapore grade-vole. Cresce a gruppi dall’estate all’au-tunno in boschi di latifoglie, soprattut-to querce, più raramente di conifere.Velenoso.

COLOMBINA ROSSA» Cappello dai 3 agli 11 cmdi diametro, rosso carmi-nio. Gambo massiccio,

bianco. Carne bianca, acquosa, odorevariabile, ma in genere gradevole,sapore acre e pepato. Cresce su terre-no umido e sabbioso; nei boschi diconifere e di latifoglie, tra il muschio,dall’estate all'autunno. Tossico: causadisturbi gastro-enterici.

AGARICO TIGRATO» Cappello dai 6 ai 20 cmdi diametro, carnoso, dicolore grigio topo. Gambo

grosso, bianco o leggermente ocraceo.Carne soda, bianca, con sfumaturacinerognola quella del cappello; incar-nato giallastra in basso nel gambo.Odore leggero di farina, sapore dolce.Cresce a gruppi sotto abeti e faggi, inestate e autunno. Velenoso: dà luogo adisturbi gastrici abbastanza gravi.

TIGNOSA VERDOGNOLA» Cappello dai 5 ai 12 cmdi diametro, verdastro overde giallognolo. Gambo

dai 6 ai 12 cm, bianco, cosparso diflocculi, con zebrature grigiastre, slan-ciato; anello membranoso. Carne bian-ca piuttosto fibrosa; odore di farina,sapore dolciastro. Cresce nella stagio-ne estiva ed autunnale nei boschi dilatifoglie. E’ mortale, anche cotto oessiccato. A una persona di mediopeso bastano 40 grammi di fungo fre-sco per causare la morte. FINE

Funghi velenosi

Per ulteriori informazioni

Numero verde gratuito delServizio Sanitario Regionale800.033033, tutti i giorni feri-ali dalle 8.30 alle 17.30 e ilsabato dalle 8.30 alle 13.30.

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BENESSERE

PILATESIl metodo inventato un secolo fa da un insegnante tedesco, oggi praticatoda milioni di persone, è flessibilità, armonia, eleganza, fluidità nei movi-menti, postura corretta. In definitiva: uno stile di vita salutare.

Flaminia ButtazziIstruttrice Cosmos Fitness Club FaenzaTitolare brevetti FIF e FBI per insegnare pilates

canti soltanto negli ultimi anni, svilup-pato all’inizio del secolo scorso daltedesco Joseph Pilates. Figlio di unbuon ginnasta di origini greche e diuna naturopata tedesca, Pilates da gio-vane soffriva di asma, rachitismo efebbre reumatica. Convinto che il suostile di vita, la pessima postura e larespirazione inefficace fossero le causedella sua precaria salute, Joseph studiòculturismo, tuffo, sci e altre tecniche diginnastica. Emigrò a New York, dove

Il metodo Pilates è un sistema d’alle-namento esploso in un boom di prati-

fondò uno studio con sua moglieClara, insegnando esercizi a danzatorie atleti, traendo ispirazione anche daantiche discipline orientali quali loYoga. Pilates chiamò il suo metodoContrology, con riferimento al modoin cui incoraggia l’uso della mente percontrollare i muscoli.

Cos’è, come si praticaIl Pilates è un programma di esercizieseguiti sul tappetino, tesi a tonificare

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e rafforzare tutti i muscoli (addome,glutei, adduttori e zona lombare) cheaiutano a tenere il corpo bilanciato. Inparticolare, fa acquisire consapevolez-za del respiro e dell’allineamento dellacolonna vertebrale, rinforzando imuscoli del piano profondo del tron-co, molto importanti per alleviare eprevenire mal di schiena. Gli esercizidevono essere fluidi, perfettamenteeseguiti ed abbinati ad una correttarespirazione. Il metodo non ha mar-chio di registrazione, per cui ogni inse-gnante lo può avvicinare al suo stile ealla sua personalità, rifacendosi tutta-via ai sei principi basilari: la respirazio-ne, sempre ben controllata e guidatadall’insegnante (si inspira con il nasonel cominciare l’esercizio e si espiracon naso e bocca nel momento dellosforzo maggiore); il baricentro, vistocome centro di forza e controllo delcorpo; la precisione in ogni movimen-to; la massima concentrazione in ogniesercizio; il controllo su ogni parte delcorpo; la fluidità, quale sintesi di tuttigli altri concetti.

Il Pilates nel fitness…Il metodo aumenta la forza muscolaresenza gonfiare eccessivamente ilmuscolo, creando un corpo più longi-lineo e tonificato, con gambe snelle eaddominali piatti. Con gli esercizi diPilates si prende coscienza del propriocorpo, aumentando l’abilita nei movi-

menti e nel gesto atletico. Il metodoinfatti aumenta la flessibilità, allungala muscolatura e rinforza l’articolazio-ne. Un fisico potente, ma contempora-neamente agile, è meno soggetto atraumi. Mentre in un allenamento tra-dizionale si tende a lavorare solo sullefasce muscolari più grandi, trascuran-do le più piccole, dando vita a squilibricorporei, nel Pilates tutti i gruppimuscolari si sviluppano in manierauniforme. Inoltre negli sport fortemen-te unilaterali come il tennis o il golf, ilPilates presenta interessanti applicazio-ni per compensare le disarmonie pro-vocate da quell’attività sportiva, tantoche è utilizzato sempre più spessocome integrazione alla tradizionalepreparazione atletica.

…e nella riabilitazioneIl Pilates è efficace anche nel campodella riabilitazione posturale e nellesintomatologie dolorose della schienae delle articolazioni in genere. Il con-trollo di ogni movimento, il riequili-brio dell’azione di tutti i muscoli delcorpo e il lavoro sinergico dell'areaaddominale con quella lombare con-tribuiscono a ridurre il rischio di infor-tuni e di dolori dorsali in genere. Lacolonna vertebrale, spesso sovraccari-cata da posizioni scorrette, con ilPilates assume una posizione più diste-sa. Questo metodo è utilizzato anchecome ginnastica pre o post gravidanza.

Il Pilates pre gravidanza, che può esse-re effettuato dopo il terzo mese fino alparto, rimuove le tensioni muscolaridovute alla gestazione e prepara lamuscolatura al parto. Il Pilates postgravidanza aiuta a riacquistare laforma fisica lavorando in modo parti-colare sulla muscolatura addominale edel pavimento pelvico.

Cinquecento eserciziIl metodo si avvale di oltre cinquecen-to esercizi, in parte a corpo libero, inparte praticati con l’ausilio di attrezzi. Iprotocolli originali prevedono quattrolivelli di apprendimento: livello base,intermedio, avanzato, superavanzato.Ogni livello comprende uno specificoprogramma per ogni attrezzo.L’esecuzione degli esercizi non necessi-ta di una routine obbligatoria: dopoche l’insegnante ha scelto un pro-gramma personalizzato, il lavoro vienesvolto liberamente, seguendo la neces-sità del momento. L’originalità e lavarietà degli esercizi è tale da nonannoiare: molti esercizi, una voltaappresi correttamente, non superanole tre ripetizioni. FINE

ORTHOS si occupa della commercializzazione di prodotti fisioterapici,tutori, articoli per la riabilitazione, aerosol, prodotti per incontinenza estomia, cinti erniari e bastoni, misuratori di pressione. ORTHOS vende enoleggia carrozzine, stampelle, calze elastiche, sistemi antidecubito,ausili per il bagno, collari e cuscini cervicali, sollevatori, articoli permamme e bimbi, prodotti per la cura della persona e tutto ciò che riguar-da il vivere bene. ORTHOS vende direttamente a medici di base, specia-listici, poliambulatori, cliniche private e strutture pubbliche. ORTHOSeffettua consulenze e preventivi gratuiti anche a domicilio.

Via D. Baroncelli, 5/A (dietro il Bar Tribeca) - RAVENNA

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Dott. Lauro Di MeoChirurgia Plastica, ricostruttiva ed esteticaRavenna Medical CenterE-mail: [email protected]

da cui può trarre grandi benefici è ilsoggetto giovane o di mezza età, conun peso corporeo vicino a quelloideale di base all’altezza, in buonasalute e con buona elasticità cutanea.L’intervento si esegue in anestesiagenerale o loco-regionale con seda-zione in regime di day-surgery (chi-rurgia di giorno). Prima di iniziare adaspirare il grasso si inietta nelle areeda trattare una soluzione che facilital’asportazione delle cellule adipose ene limita il sanguinamento.Attraverso poche e piccolissime inci-sioni prossime alle aree da corregge-re viene introdotta una cannula cheraggiunge il grasso e che, con movi-menti di va e vieni, lo aspira, in quan-to collegata ad un apparecchio aspi-rante. Al termine dell’intervento lepiccole incisioni verranno chiusemediante l’applicazione di cerotti e/opiccoli punti riassorbibili, quindiverrà fatta indossare una guaina ela-stica. Essa dovrà essere portata gior-no e notte per circa un mese, per per-mettere un’omogenea cicatrizzazione.Nei giorni immediatamente successiviall’intervento saranno presenti uncerto grado di dolenza diffusa dellezone trattate, che si acuisce alla pres-sione, e varie ecchimosi, che si rias-sorbiranno nel giro di 20 – 30 giorni.Le eventuali complicanzeLe complicanze che si possono verifica-re, in verità rare e comuni ad altri inter-venti, sono il sanguinamento eccessivoe l’infezione. Inoltre si può avere tem-poraneamente un certo grado di gon-

La liposuzione è un metodo sicuro edefficace per rimuovere localmente idepositi di tessuto adiposo indesidera-ti. Molti individui soffrono della pre-senza di grasso in eccesso in aree con-siderate non attraenti sotto il profiloestetico. Le donne tendono ad accu-mulare gli eccessi adiposi secondo itipici modelli di distribuzione intornoalle anche, alle cosce ed alla parteinferiore dell’addome. Gli uominidistribuiscono i loro accumuli di tessu-to adiposo generalmente sui fianchi esull’addome. Come è noto, è moltodifficile eliminare con la dieta o l’e-sercizio fisico il grasso accumulato inqueste aree, in quanto essi esplicano iloro effetti sull’intero organismo, pro-ducendo risultati modesti su tali osti-nate adiposità localizzate. La liposuzio-ne permette di rimuovere le celluleadipose, causando una diminuzionedel numero di cellule in grado diimmagazzinare grasso. Tale effettopuò essere permanente se il pesoviene mantenuto costante nel tempo.Aumenti di peso successivi all’inter-vento comportano il deposito di tessu-to adiposo soprattutto nelle aree nonoperate e minimamente in quelle giàtrattate.

Com’è l’interventoIn base a queste considerazioni, il can-didato ideale per la lipoaspirazione

BELLEZZA

Eliminare il grasso in eccesso in alcune parti del corpo è un problema comunea tanti. Questa tecnica mini-invasiva consente di rimuovere le cellule adipose conun risultato permanente, se il peso viene mantenuto costante nel tempo.

LIPOSUZIONEfiore delle zone trattare per la compro-missione delle vie di drenaggio linfati-co, ma tutto ciò torma alla normalitànel giro di alcuni mesi spontaneamenteo mediante massaggi. Una normaleattività fisica quotidiana potrà essereripresa a distanza di 5/6 giorni dall’in-tervento. La guida dell’automobilepotrà essere ripresa non prima di unasettimana e gli sport dopo circa unmese. Dopo 30 giorni si possono effet-tuare massaggi delle aree trattate inmodo da aiutare l’eliminazione delgonfiore ancora presente e l’omoge-neizzazione della cicatrizzazione. FINE

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L’attività di ArpaIn provincia di Ravenna la qualità del-l’aria viene monitorata dalla rete dicontrollo di Arpa, con stazioni fissesuddivise in base all’ubicazione inagglomerati o aree esterne ad essi.Gli agglomerati della provincia sonoRavenna e Faenza - Castel Bolognese,ove sono ubicate dieci centraline dicontrollo, mentre due centraline postenei comuni di Alfonsine e Cervia con-trollano la qualità dell’aria al di fuoridegli agglomerati dove è più intensal’attività umana. Il territorio provincia-le è diviso in tre categorie: Zone A,Zone B e Agglomerati. Nelle Zone A,dove c’è il rischio di superamento delvalore limite e/o delle soglie di allar-me, occorre predisporre piani e pro-grammi a lungo termine (comuni diAlfonsine, Bagnacavallo, Bagnara,Castel Bolognese, Cervia, Conselice,Faenza, Fusignano, Lugo, MassaLombarda, Ravenna, Russi, Sant’Agata,Solarolo). Nelle Zone B, dove i valoridella qualità dell’aria sono inferiori al

AMBIENTE

ARIA DI CASA MIA

valore limite, è necessario adottarepiani di mantenimento (comuni diBrisighella, Riolo Terme e CasolaValsenio). Negli agglomerati (Ravennae Faenza - Castel Bolognese) è partico-larmente elevato il rischio di supera-mento del valore limite e/o dellesoglie di allarme, quindi occorre predi-sporre piani di azione a breve termine.Oltre alle centraline fisse, Arpa condu-ce campagne di monitoraggio dellaqualità dell’aria con mezzi mobili postiin luoghi strategici, sia nei comuni ovenon ci sono centraline fisse, che neicomuni ove sono presenti, al fine diintegrare i dati registrati dalle posta-zioni fisse o verificare situazioni pun-tuali.

Il clima nel ravennateLa qualità dell’aria è influenzata inmaniera molto significativa anchedalle condizioni atmosferiche, difatticondizioni di calme di vento e nebbiadiminuiscono il ricambio e riducono larimozione degli inquinanti.

La sua qualità, legata all’insorgenza di patologie dell’apparato respi-ratorio, risulta fondamentale per la salute dei cittadini. In provincia diRavenna si registra un lento miglioramento generale.

Dott. Stefano CostaEco Istituto Ecologia Scienza e societàVia Castellani, 7 - Faenza

L’aria è elemento essenziale per tutti gliesseri viventi e la sua qualità risulta impor-tantissima, perché legata all’insorgenza dipatologie dell’apparato respiratorio comeirritazioni e allergie, o fenomeni più gravicome infezioni polmonari o tumori. Lecause principali del suo deterioramentosono gli inquinanti causati dall’attività del-l’uomo, principalmente tutti i processi dicombustione (combustibili fossili, legna,rifiuti, motori a scoppio etc.), ma la qua-lità dell’aria può essere compromessa gra-vemente anche da cause naturali, come leeruzioni vulcaniche. » SEGUE

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che ed un incremento dell’amplitudinegiornaliera dell’umidità dell’aria.

Aria in miglioramentoLa qualità dell’aria in provincia diRavenna è in lento miglioramento,soprattutto perché stanno diminuen-do le tre principali cause di inquina-mento, che in ordine di importanzasono il traffico veicolare, le attivitàindustriali e il riscaldamento delleabitazioni. Il rinnovamento del parcoveicolare porta a sostituire vecchieauto inquinanti con altre molto menoinquinanti: basti pensare che un vei-colo Euro 5 emette il 90 per cento inmeno di un veicolo della stessa cilin-

drata. Le attività industriali, con l’ap-plicazione di normative europeemolto restrittive e la chiusura di alcu-ni stabilimenti, nel corso degli ultimicinque anni hanno ridotto notevol-mente le emissioni. Infine il riscalda-mento domestico ha ridotto le sueemissioni non in virtù di qualcheintervento diretto dell’uomo, ma gra-zie all’aumento delle temperaturemedie, dovuto ai cambiamenti clima-tici in corso.

Attenzione alle PM10Le condizioni dell’aria sono fotografa-te annualmente in un report realizza-to dall’Arpa per conto dell’ammini-strazione provinciale di Ravenna.Secondo l’ultimo report, riferito al2010, gli unici inquinanti che conti-nuano ad essere critici sul territorio,in particolare negli agglomerati, sonole polveri in frazione respirabile(PM10), gli ossidi di azoto (NOx) e

L’area della provincia di Ravenna puòessere inquadrata, nelle classificazioniclimatiche su base termica, come un’a-rea a clima temperato freddo, conestati calde, inverni piuttosto rigidi edelevata escursione termica estiva.Questa connotazione viene in partealterata dalla presenza del mare, chetende a mitigare i rigori dell’inverno,determinando un aumento della tem-peratura media rispetto alle zone dellaalta e media padana. Da queste consi-derazioni generali si può definire unquadro dell’aspetto meteo-climaticostagionale così schematizzato: la carat-teristica piovosità della stagione inver-nale è correlabile con la frequente pre-senza di aree depressionarie che siricostituiscono sul versante Adriatico,provenendo dal Golfo Ligure; la piovo-sità in primavera di poco superiore aquella invernale, è dovuta oltre chealle cause sopra citate anche alla for-mazione di depressioni sottovento cheinnescano correnti di bora e condizio-ni quindi favorevoli ad attività tempo-ralesca; la stagione estiva risulta carat-terizzata da deboli gradienti barici,temperature elevate, correnti a regimedi brezza e scarsa piovosità, legataessenzialmente ad attività temporale-sca; la piovosità del periodo autunnaleè da attribuire alle numerose depres-sioni che si succedono in questa zona.Questa stagione risulta caratterizzatada precipitazioni, la cui intensità vienemitigata dall’azione protettrice degliAppennini. I territori della provinciainteressano la zona interna della pia-nura, caratterizzata da un gradualepassaggio da condizioni climatiche ditipo costiero a condizioni di tipo pada-no. In tale area, dove le influenzemarine e collinari non sono più avver-tibili in modo apprezzabile, se non neiterritori comunali prossimi alla costa, ilclima si contraddistingue per unamaggiore escursione termica giorna-liera, un aumento del numero di gior-ni con gelo nei mesi invernali e dellafrequenza delle formazioni nebbioseche si manifestano più intense e persi-stenti, un’attenuazione della ventositàcon aumento delle calme anemologi-

AMBIENTEl’ozono, che se rappresenta una sal-vezza per gli esseri viventi in strato-sfera (circa 25 km dal suolo) diventairritante a livello troposferico. Da unadecina d’anni il monossido di carbo-nio (CO) e gli ossidi di zolfo (SOx) nonsono più inquinanti significativi per laqualità dell’aria: il primo grazie aicatalizzatori di cui sono dotati i veico-li a motore, il secondo grazie allariduzione del suo contenuto nei gaso-li per autotrazione e all’eliminazionedel gasolio stesso come combustibileper riscaldamento. Anche il benzene,pur essendo un composto organicomolto pericoloso per la salute, nonrisulta determinante nella qualità del-

l’aria, data la sua riduzione comecomponente antidetonante nelle ben-zine. Altri elementi che possono esse-re molto pericolosi per la qualità del-l’aria sono i metalli pesanti (principal-mente piombo, mercurio e cadmio) ei microinquinanti organici (idrocarbu-ri policiclici aromatici IPA e diossine). Vediamo ora l’andamento degliinquinanti critici rispetto ai limiti diqualità indicati dalle norme nazionalie comunitarie. Gli ossidi di azoto(NOx), pur rispettando i limiti giorna-lieri ed annuali negli ultimi due – treanni in tutte le stazioni di monitorag-gio, sia fisse che mobili, restano uninquinante critico in particolare negliagglomerati. Le polveri fini (PM10)rimangono l’inquinante più critico inprovincia di Ravenna: il suo limitegiornaliero, pari a 50 microgrammiper metro cubo, in base alla normati-va vigente, non può essere superatoper più di 35 giornate all’anno, ma

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AMBIENTEnel 2010 le centraline fisse in provin-cia hanno rilevato superamenti mag-giori.

Le azioni da fareIl Piano di Risanamento e Tuteladella Qualità dell’Aria della Provinciadi Ravenna, approvato nel 2006,prevede diverse azioni per il miglio-ramento della qualità dell’aria, comela riduzione delle emissioni indu-striali, la riduzione delle emissionida traffico, la realizzazione di pisteciclabili, il potenziamento del tra-sporto pubblico, l’informazione alpubblico per sensibilizzarlo sull’ar-gomento, ma molte di queste azioninon hanno ancora trovato neanche

l’inizio. Mentre per le sorgenti indu-striali sia la crisi che l’applicazione dinormative comunitarie hanno ridottole emissioni, per il traffico non èstato fatto nessuna azione diretta edi miglioramenti sono stati ottenutisemplicemente dal rinnovamento delparco circolante. Per ciò che concer-ne le emissioni civili, alcuni miglio-ramenti sono stati ottenuti grazieagli interventi detassati al 55 percento, come la sostituzione di infissi,l’installazione di caldaie a condensa-zione e di pannelli solari termici.Rimane ancora molto da realizzare,in particolare tutte le azioni volte aduna reale e consapevole sensibilizza-zione della popolazione in merito ai

danni che una cattiva qualità dell’a-ria può provocare sulla salute e allesemplici azioni quotidiane che pos-siamo mettere in atto senza costi, alpari delle azioni che le amministra-zioni locali, prime depositarie delladifesa della salute pubblica, dovreb-bero intraprendere. Un esempiosemplice per le amministrazioni loca-li, in particolare per gli agglomerati,sarebbe quello di aumentare le zonea traffico limitato, inserendo canonielevati per gli ingressi e potenziandoil trasporto pubblico da e per le stes-se zone a traffico limitato, incenti-vando quindi l’utilizzo dei mezzipubblici con un rientro dei costisostenuti per aumentarlo. FINE

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Conserverete le vostre abitudini senza preoccuparvi di pulire, cucinare e fare la spesa,soggiornando in un ambiente familiare dove poter accogliere anche parenti ed amici.

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Dott. Giuseppe VisaniDirettore Ematologia e Centro TrapiantiOspedale di Pesaro

Cosa sono le staminaliCosa sono, allora, queste cellule sta-minali? E perché ne parla qui unesperto di malattie del sangue?Perché la loro scoperta pratica è unaparte della storia dell’Ematologia, labranca della medicina che si occupadi malattie del sangue. Cominciamoda una grande tragedia: la bombaatomica di Hiroshima. Fra chi nonmorì subito, ci fu una spaventosaincidenza di aplasia, cioè di distruzio-ne del midollo osseo. Quando ilmidollo è distrutto, non si produconopiù globuli rossi, globuli bianchi epiastrine; le persone non recuperava-no e morivano di infezioni ed emor-

“Apriti, Sesamo...” disse Alì Babà. E lagrande roccia si aprì, lasciando intravede-re una grotta piena di ricchezze luccican-ti. Le favole hanno sempre un fondo diverità e questa sembra somigliare a un’al-tra fiaba moderna: quella delle cellulestaminali. C’è il giovane inesperto chescopre un tesoro, ci sono i quarantaladroni che vogliono usare il tesoro amodo loro... Gli ingredienti ci sono tutti per creare unafavola di successo. Infatti, dell’argomentosi parla parecchio e c’è una gran voglia dicapire meglio.

RICERCA SCIENTIFICA

Come sono state scoperte e quali applicazioni pratiche hannooggi. In futuro potrebbero evitare molti trapianti di organi.

CELLULE STAMINALI,conosciamole meglio

ragie. La situazione era molto similea quella che si ha in una leucemiaacuta, malattia tumorale del sangue.Cosa fare allora per chi si trovava conil midollo “rotto”? Si scoprì che c’era-no delle “cellule madri del sangue”capaci appunto di aggiustare i pezzirotti nel midollo.Di qui nacque il trapianto di midolloosseo, che si basa sull’uso delle sta-minali, cellule di riserva, pronte afare il loro dovere. Era già una bellacosa così, perché ci ha permesso disalvare tante persone con il midollomalato, grazie anche alla scopertache si può donare il midollo a un’al-tra persona, se risultiamo identici aseguito di alcuni esami specifici.

Ricercatore biomedico

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Ma una ventina di anni fa è stata fattaun’ulteriore scoperta: queste “cellulemadri del sangue” non se ne stavanoferme nel midollo osseo, ma si faceva-no delle “passeggiate” nel sangue, ingiro per il corpo.

Pezzi di ricambioSubito si è pensato ad una applica-zione pratica: raccogliere le “madridel sangue” che erano “andate a pas-seggio” e usarle per l’autotrapianto,cioè il trapianto da sé stessi, inpazienti che non avevano un donato-re e con il midollo guasto.La cosa ha funzionato e l’autotra-pianto da staminali periferiche hapreso piede con successo in malattiedove non si poteva usare il midollo.Anche stavolta ci si poteva acconten-tare... e invece, un po’ per caso, unpo’ per spirito di osservazione, qual-cuno si è accorto che le “madri delsangue” non si fermavano appuntonel sangue, ma andavano a fare colo-nie in altri organi: il fegato e il cuoreper esempio. In seguito altri ricerca-tori hanno scoperto che alcune diesse, tenute a mangiare in laborato-rio, buttavano fuori, a seconda dicosa si nutrivano, un'antenna tipicadi una cellula nervosa, oppure unapallina caratteristica di una celluladel cuore, o ancora un quadratinouguale a quello fatto da una celluladel fegato...

Chiedo scusa per il linguaggio pocoscientifico, ma uso termini sempliciperché vorrei essere capito.In una parola, nel nostro corpo abbia-mo dei “sistemi di sicurezza” che,quando i sistemi principali comincianoa fare cilecca, mandano in giro dei"pezzi di ricambio" a riparare il possi-bile. Mentre una volta pensavamo chesi riparassero solo parti come la pelle(per esempio, dopo che ci siamo presiuna bella scottatura al mare), adessosappiamo che una forma di riparazio-ne “minore” avviene tutti i giorni nelnostro corpo in tanti organi, anche in FINE

alcuni in cui prima non si pensavapotesse succedere.

Le applicazioni praticheLe “madri del sangue” prese dal midol-lo adesso vengono sfruttate soprattut-to per rigenerare e riparare il cuoredopo alcuni casi di infarto. Passi dagigante si sono fatti anche nel recupe-ro dei danni alla cornea dell’occhio, inmedicina estetica e perfino per i capel-li. La stessa cosa sarà forse possibileper il fegato: pensate alle prospettivein futuro per chi ha il fegato quasi nonpiù funzionante e potrebbe esserecurato senza il trapianto! La fantascien-za è adesso, o fra pochi anni, a porta-ta di mano? Forse sì: per esempio inAmerica si stanno facendo cresceredelle cellule staminali su un modelloartificiale di rene, sperando di poterlousare in futuro per ridurre la dipen-denza dalla dialisi. Non tutto, però, èoro ciò che luccica: bisogna stareattenti a non prendere per vere le pro-poste di certe cliniche estere (in Italia,opportunamente, questi aspetti sonoregolamentati con cura dalle leggi)che propongono di trattare a paga-mento gravi danni, tipo quelli neuro-logici. Un conto è lavorare intensa-mente per dare nuove possibilità nelrispetto delle regole studiate per pro-teggere la salute, un altro è alimentarefalse speranze, talora con rischi di ulte-riori danni permanenti.

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Adottare dopo l’impregnazioneIndipendentemente dalla modalitàcon la quale un cucciolo arriva nellavostra famiglia, quello a cui bisognaessere preparati è la strada che percor-rerete insieme dal momento in cui ilnuovo amico giunge in quella che saràla sua dimora per lunghi anni. Si ricor-da che è un grosso errore adottare uncucciolo prima della ottava o nona set-timana di vita, perché non gli si lasciala possibilità di interagire con la madree i fratelli, impedendo quello che è ilprimo dei processi di apprendimentodetto impregnazione; processo cheattraverso il gioco consente di gettarele fondamenta della comunicazioneintraspecifica e di adottare un giustocomportamento esplorativo nei con-fronti del mondo che lo circonda.Nelle prime settimane di vita si verifi-ca la cosiddetta esplorazione a stella,nella quale il punto di riferimentoresta sempre la madre, la cui presenzaattenta e affettuosa permette di calma-re e rassicurare i cuccioli, accompa-gnandoli alla scoperta del mondo cir-costante, fino a quando i diversi stimo-li presenti nell’ambiente diventinofamiliari e quindi non suscitino reazio-ni negative quali ansia o paura.

Questo rappresenta la base imprescin-dibile per avere successivamente uncorretto grado di socializzazione inter-specifica, che riguarda l’interazionecon ogni altro soggetto di speciediversa, uomo compreso. La carenzaparziale o totale di queste interazioni,così come l’eccessiva sovrastimolazio-ne del cucciolo in assenza della media-zione materna, può portare a disturbidel comportamento più o meno gravi,a volte difficilmente risolvibili, come lefobie nei confronti di stimoli verso iquali i cuccioli non siano stati adegua-tamente sensibilizzati (estranei, tempo-rali, botti, ecc.) o comportamenti di

L’adozione di un cucciolo rappresenta un evento da affrontare con attenzione eponderatezza. Si tratta di una scelta onerosa, sia in termini di tempo, sia in ter-mini economici, che richiede responsabilità e consapevolezza, poiché implica ilrispetto dei diritti del nostro amico a quattro zampe e l’assunzione di precisidoveri da parte nostra nei suoi confronti per un arco di tempo molto lungo. Ilcucciolo è un essere vivente e come tale prova emozioni, possiede sentimenti euna propria personalità che può essere influenzata, in positivo o in negativo, dadiverse variabili come l’ambiente e la famiglia in cui viene inserito.E’ bene considerare a priori che accudire un cucciolo costa fatica ed impegno, inquanto va seguito quotidianamente, alimentato, curato ed educato nella miglio-re maniera possibile, esattamente come faremmo con un “cucciolo d’uomo”. Solodopo aver valutato ed accettato questa responsabilità potremo aprirci ad un’e-sperienza fantastica, dalla quale avremo in cambio il bene prezioso di un amoree una fedeltà incondizionati. Di solito ci possono essere due modi in cui avvienel’incontro; il primo è la casualità: capita infatti di imbattersi in un trovatello o inun randagino nei confronti del quale scocca il “colpo di fulmine”. Il secondo èquello di una decisione premeditata, che implica tutta una serie di considerazio-ni sulla scelta della specie, razza e sesso.

Adottare un cucciolo?Ecco le regole da seguire

I NOSTRI AMICI ANIMALI

Dott. Maurizio SantariniMedico Veterinario, RavennaE-mail: [email protected]

Claudia Serena MonghiniEducatore cinofilo, RavennaE-mail: [email protected]

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paura, che possono sfociare in atteg-giamenti di minaccia o reazioni diaggressività.

I primi approci casalinghiUna volta arrivato a casa, il cucciolo valasciato libero di esplorare il territorioa sua disposizione, così da prendereconfidenza col nuovo ambiente. Lanostra presenza, sempre discreta e maiassillante, diventerà per il cucciolo ilriferimento sostitutivo di quello mater-no, gettando le basi per un rapportocostruito sulla fiducia; mettiamogli adisposizione una cuccia o una brandi-na, la ciotola dell’acqua e qualchegioco, facendo attenzione che non cisiano oggetti che il cucciolo possaingerire. E’ anche importante adottareun corretto comportamento, conside-rando che gli animali comunicanoessenzialmente col linguaggio delcorpo, quindi cerchiamo di evitarerumori forti, urla e movimenti esube-ranti, che avrebbero il solo risultato diintimidire o di recare fastidio al cuc-ciolo, approcciamoci a lui con moven-ze e tono di voce pacati, cerchiamo dasubito di premiare ogni comportamen-to che vogliamo enfatizzare e ignorarei comportamenti a noi sgraditi. E’ cor-retto che ogni componente della fami-glia adotti atteggiamenti simili neiconfronti del cucciolo, in modo da nongenerare in lui confusione. E’ poi indi-spensabile instaurare regole chiare edessere coerenti fin da subito nellagestione delle risorse primarie delnostro nuovo amico: cibo, spazi, com-pagnia e gioco. I cuccioli in buonostato di salute dovrebbero essere alle-gri, giocherelloni, curiosi, mangiarecon appetito, produrre feci ben forma-te ed avere un pelo folto e lucido.

La visita del veterinarioIl passo successivo, dopo qualche gior-no di ambientamento, consiste nellaprima visita dal veterinario. La figuradel medico veterinario rappresenta untrait d’union tra il cucciolo e il proprie-tario; sarà colui che si occuperà dellasalute del nostro piccolo amico e chesaprà fornire tante informazioni utili ai

proprietari. I primi di questi interventiriguardano la visita generale, il control-lo dei parassiti intestinali e degli even-tuali parassiti esterni come pulci e zec-che, la programmazione del ciclo vacci-nale e della profilassi filaria nelle zonea rischio, nonché l’inserimento delmicrochip (obbligatorio per legge)qualora il cucciolo non ne sia già prov-visto. Anche l’alimentazione rappresen-ta un punto cardine; deve essere cor-retta ed equilibrata, con apporti protei-ci e vitaminici adeguati all’età e allataglia, per permettere al cucciolo uncorretto accrescimento e un armonicosviluppo fisico. Ma prendersi cura dellasalute e del benessere del cucciolo, nonsignifica solo curare l’aspetto igienicosanitario. Significa saper comprenderee soddisfare anche le esigenze di inte-razione sociale, di arricchimentoambientale, di stimolazione mentale esensoriale e tanto altro! In quest’otticarisulta molto importante l’educazionedel cucciolo, intesa sia come apprendi-mento, da parte di tutti, di modalitàcomunicative e di relazione che vadanoa sviluppare e rinforzare il corretto rap-porto uomo-animale. Il momento idea-le per iniziare un percorso educativo èquello che precede la scelta del cuccio-lo: la valutazione delle nostre aspettati-ve e del contesto nel quale si troverà a

vivere si rivela una strategia utilissimaper non trovarsi poi in difficoltà nellagestione del nuovo arrivato. Non biso-gna quindi sottovalutare l’aiuto prezio-so che i professionisti del settore cinofi-lo (veterinari, educatori, allevatori) pos-sono offrire a chi è in attesa del primocucciolo.

L’apprendimento divertenteQuando il veterinario ha terminato levaccinazioni, il cucciolo è pronto perandare alla scoperta del mondo innostra compagnia; già dall’età di tremesi lo si può portare alle puppy class(classi di cuccioli), percorsi educativi stu-diati per favorire un corretto sviluppocomportamentale, incentivare la relazio-ne col proprietario, prevenire i piùcomuni problemi di gestione, facilitarela socializzazione ambientale, nonchéquella coi propri simili. Durante questiincontri il cucciolo apprende in manieradivertente a rispondere al richiamo, adandare al guinzaglio, a stare tranquillovicino al proprietario anche in presenzadi altri cani. La figura dell’educatorecinofilo è sempre più spesso affiancataa quella del medico veterinario edentrambi mettono in campo le rispetti-ve competenze per il perseguimentodell’obiettivo comune: il benessere delcane. FINE

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propria autocertificazione; basta averlaal momento della prenotazione di unavisita, di un esame specialistico, delritiro di farmaci con ricetta del ServizioSanitario. Non devono fare alcunaautocertificazione le persone che giàprima del 29 agosto erano esenti tota-li. Le persone esenti per patologiadevono invece farla, perchè tutte leprestazioni non comprese nella loroesenzione sono soggette a ticket.Questi i soggetti esenti dal ticket: bam-bini fino a 6 anni e anziani dai 65anni, persone con reddito familiarelordo inferiore a 36.152 euro, personecon invalidità o malattie croniche,donne in gravidanza, disoccupati, lavo-ratori in cassa integrazione e loro fami-liari.La compilazione del modulo può esse-re effettuata presso tutti gli sportellidelle Aziende sanitarie e presso patro-nati, Caaf e associazioni di categoriache hanno stipulato un accordo con laRegione e con le Aziende Usl, o inalternativa autonomamente. In questosecondo caso, la copia del modulo diautocertificazione può essere trasmes-sa, insieme alla copia di un documen-to d’identità, per posta raccomandata(con avviso di ricevimento), fax o e-mail all’Azienda Usl di residenza.

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chi già usufruisce di un’esenzione peretà, patologia cronica o altre condizio-ni. Questi i ticket e le relative fasce direddito: 1 euro a confezione (con tettodi 2 euro per ricetta) per un redditocompreso tra 36.153 e 70.000 euro; 2euro a confezione (con tetto di 4 europer ricetta) per un reddito tra 70.001e 100.000 euro; 3 euro a confezione(con tetto di 6 euro per ricetta) perredditi superiori ai 100.000 euro.Visite specialistiche, prestazioni dichirurgia ambulatoriale: per la primavisita il ticket è di 23 euro, per quelledi controllo di 18 euro. E’ stato intro-dotto anche un ticket di 46,15 europer le prestazioni di chirurgia ambula-toriale della cataratta e della sindromedel tunnel carpale.Risonanza magnetica e Tac: 36,15euro per redditi fino a 36.152 euro; 50euro per redditi tra 36.153 e 100.000euro; 70 euro oltre i 100.000 euro.Esami specialistici: zero euro per iredditi fino a 36.152 euro; 5 euro tra36.153 e 70.000 euro; 10 euro tra70.001 a 100.000 euro; 15 euro oltrei 100.000 euro.

In Emilia Romagna dal 29agosto scorso vigono i nuovi ticketsanitari su farmaci, visite ed esami spe-cialistici, imposti dal Governo con laLegge 111 del 15 luglio. La Regione hascelto di applicare un sistema diversorispetto a quanto previsto dal Governo,che indicava un ticket di 10 euro perogni prescrizione e per tutti i cittadini,senza distinzioni di reddito. In EmiliaRomagna sono state confermate tutte leprecedenti esenzioni, mentre per le per-sone non esenti, i nuovi ticket su farma-ci, visite ed esami specialistici sono statimodulati in base al reddito, all’età, allapatologia e ad altre condizioni. Ogni cit-tadino è tenuto a compilare un modulodi autocertificazione del reddito familia-re lordo fiscale. La presentazione dell’au-tocertificazione dei figli minori di coppieseparate e coppie di fatto spetta al geni-tore che ha il figlio integralmente a cari-co, oppure al genitore individuato dicomune accordo. Al momento della pre-notazione, o al momento di ritirare far-maci, è obbligatorio presentare la pro-pria autocertificazione sul reddito lordodel nucleo familiare fiscale di apparte-nenza. A chi non ne è in possesso, vieneassegnato il ticket massimo, come per iredditi familiari sopra i 100mila euro.

Attenti all’autocertificazioneNon ci sono scadenze per presentare la

Ecco chi deve pagarli, in base al reddi-to, all’età, alla patologia e ad altre con-dizioni. Breve guida di quanto dispostodalla Regione Emilia Romagna.

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Per ulteriori informazioni è possibiletelefonare al numero verde del ServizioSanitario Regionale 800.033.033, chia-mata gratuita sia da telefono fisso che dacellulare, dal lunedì al venerdì dalle 8.30alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle13.30.

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