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Una nuova comprensione del mistero Gonzalo Haya Per molti secoli, l'immagine del mondo fisico è stata dominata in ambito scientifico da ciò che si definisce come fisica classica, con la sua visione determinista e meccanicista dell'universo. L'universo appariva come un clock work, una portentosa opera di orologeria. Tuttavia, a partire dalle scoperte e dalle costruzioni teoriche proposte agli inizi del XX secolo, l'immagine del mondo fisico ha cominciato a cambiare radicalmente: si è passati dalla divisione delle particelle legate da catene di causa-effetto, con conseguente immagine di un sistema disintegrato e cieco (fisica classica), alla concezione di un universo come un immenso campo unitario in cui gli oggetti e gli esseri individuali che lo costituiscono appartengono a un tutto superiore a cui sono integrati. Per Diarmuid O'Murchu, questa nuova immagine dell'universo conduce a una nuova idea di religione in cui predominano l'esperienza olistica dell'immersione nella Divinità, la relazione con il tutto oltre le differenze, la solidarietà interumana e in ultima istanza l'esperienza dell'amore, inteso come la forza di Dio, che ha voluto essere unito al cosmo, e come forza che dà senso alla vita degli esseri umani attraverso l'unione con la natura, con gli altri esseri umani e con la Divinità. La fisica quantistica sta cambiando la nostra comprensione degli elementi ultimi della realtà, per quanto ancora non giunga a spiegare le esperienze più abituali del macrocosmo. Ma poiché è esattamente la realtà ultima l'oggetto della metafisica e dell'esperienza spirituale, la teologia quantistica trova nella nuova fisica una spiegazione migliore di quella offerta dalla fisica meccanicista dei secoli passati. Non credo che questa teologia sia una conseguenza logica dei principi della teoria quantistica. Né la scienza né la meccanica quantistica portano di per sé a una teologia quantistica. Tuttavia, è legittimo, al di fuori dell'ambito scentifico, trovarvi una spiegazione o un supporto per interpretare l'esperienza spirituale. O’Murchu invita non a caso a stimolare l'immaginazione per scoprire nuove possibilità nella comprensione del Mistero che ci oltrepassa. «In questo libro – ci dice – convergono i

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Una nuova comprensione del misteroGonzalo Haya

Per molti secoli, l'immagine del mondo fisico è stata dominata in ambito scientifico da ciò che si definisce come fisica classica, con la sua visione determinista e meccanicista dell'universo. L'universo appariva come un clock work, una portentosa opera di orologeria. Tuttavia, a partire dalle scoperte e dalle costruzioni teoriche proposte agli inizi del XX secolo, l'immagine del mondo fisico ha cominciato a cambiare radicalmente: si è passati dalla divisione delle particelle legate da catene di causa-effetto, con conseguente immagine di un sistema disintegrato e cieco (fisica classica), alla concezione di un universo come un immenso campo unitario in cui gli oggetti e gli esseri individuali che lo costituiscono appartengono a un tutto superiore a cui sono integrati. Per Diarmuid O'Murchu, questa nuova immagine dell'universo conduce a una nuova idea di religione in cui predominano l'esperienza olistica dell'immersione nella Divinità, la relazione con il tutto oltre le differenze, la solidarietà interumana e in ultima istanza l'esperienza dell'amore, inteso come la forza di Dio, che ha voluto essere unito al cosmo, e come forza che dà senso alla vita degli esseri umani attraverso l'unione con la natura, con gli altri esseri umani e con la Divinità. La fisica quantistica sta cambiando la nostra comprensione degli elementi ultimi della realtà, per quanto ancora non giunga a spiegare le esperienze più abituali del macrocosmo. Ma poiché è esattamente la realtà ultima l'oggetto della metafisica e dell'esperienza spirituale, la teologia quantistica trova nella nuova fisica una spiegazione migliore di quella offerta dalla fisica meccanicista dei secoli passati. Non credo che questa teologia sia una conseguenza logica dei principi della teoria quantistica. Né la scienza né la meccanica quantistica portano di per sé a una teologia quantistica. Tuttavia, è legittimo, al di fuori dell'ambito scentifico, trovarvi una spiegazione o un supporto per interpretare l'esperienza spirituale. O’Murchu invita non a caso a stimolare l'immaginazione per scoprire nuove possibilità nella comprensione del Mistero che ci oltrepassa. «In questo libro – ci dice – convergono i due versanti della fisica quantistica e del risveglio mistico. Ci avventuriamo per cammini in parte inesplorati, osiamo sognare. Una nuova visione è sempre vista come una minaccia allo status quo. Lo spirito soffia dove vuole». Le idee di O'Murchu rappresentano una sfida per vivere la spiritualità sperimentando l'immersione nell'universo descritto dalla nuova scienza. Mi limiterò a esporre in maniera semplificata i principi della teoria quantistica e gli orientamenti paralleli della teologia quantistica.

PRINCIPI SCIENTIFICI

Il modello classico si basa sul principio di causa ed effetto. È determinista, riduzionista (il tutto è uguale alla somma delle sue parti e queste funzionano in maniera indipendente) e razionale (si usa esclusivamente il metodo logico e scientifico) e ha la pretesa di un'oggettività totale (indipendente dal soggetto che analizza). Richiama l'esatto funzionamento di una macchina, di un orologio.

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La teoria quantistica, al contrario, riprende i contributi di Einstein su relatività, interdipendenza delle parti, continuum spazio-temporale e sulle nuove concezioni di energia-massa e della forza di gravità. Successivamente, la teoria quantistica ha sviluppato alcune proprietà che sono servite da orientamento per questa nuova teologia: le radiazioni di luce e calore vengono emesse mediante pacchetti di energia (“quanti”); possono stare in più di un luogo allo stesso tempo (proprietà dell’onda); sono fasci di onde che, nell'atto dell'osservazione, si manifestano in corpuscoli (collasso della funzione di onda); registrano salti quantici (l'oggetto smette di essere qui e si manifesta da un'altra parte) e un'azione a distanza tra particelle gemelle. Tali conclusioni scientifiche conducono a una nuova visione epistemologica, le cui caratteristiche possono essere così sintetizzate.

1) L'oggettività esterna viene meno; il flusso di energia costituisce l'essenza della realtà; c'è una coesistenza simultanea di varie possibilità; nulla ha senso in maniera isolata; la realtà supera la nostra capacità di comprensione in questa fase evolutiva; l'osservatore influisce su quanto è osservato. Tutto influisce su tutto il resto.

2) La relazione causa-effetto è stata sostituita da quella di interdipendenza e di connessione. Il determinismo è stato sostituito dalla probabilità. Contro il riduzionismo, si afferma che il tutto è indivisibile ed è maggiore della somma delle sue parti. La materia è energia e tende all'auto-organizzazione e all'auto-rigenerazione; il caos è la forma propria dell'essere, il suo modo di evolvere; non siamo immersi in un cosmo, ma in una cosmogenesi. Come dicevamo, la proposta di O'Murchu non ha pretese scientifiche, ma si basa sull'intuizione che, se il mondo è un'unità, la spiritualità dovrebbe diventare tanto più ricca quanto più si apre alla consapevolezza della necessità di vivere l'unione con il cosmo, con la vita, con gli altri esseri umani e con Dio. Questa esperienza di unità potrebbe costituire la base per la necessità morale di vivere in accordo con l'etica ecologica oggi evidenziata in differenti ambiti.

PRINCIPI DELLA TEOLOGIA QUANTISTICA

La teologia deve essere una riflessione sulla spiritualità. Il pensiero teologico non va ridotto all'ambito di una religione: si tratta di una ricerca umana di senso, che deve tener conto della saggezza di tutte le culture e di tutte le religioni.

- Il tutto è una energia creativa. Dio non è superiore né esterno all'ordine creato; il potenziale creativo emerge dall'interno stesso del cosmo; Dio - la realtà ultima, l'energia creatrice - co-crea insieme al processo evolutivo .

- Il tutto è più della somma delle parti ed è contenuto in ogni parte. Le parti sono interrelazionate e non possono essere intese in maniera indipendente. Dio è relazione e l'essere umano non può essere concepito individualmente, ma nella integrazione al tutto superiore dell'universo.

- Le tradizioni religiose sono espressioni simboliche di un racconto maggiore e richiedono una reinterpretazione conforme alla conoscenza di questo racconto

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evolutivo.

- Il processo evolutivo integra necessariamente il lato oscuro della realtà : la rottura dell'equilibrio è parte del processo di rinnovamento. La redenzione è cosmica e personale: integra l'oscurità, il nulla e il caos del nostro mondo, come prerequisiti per la creatività e la trasformazione. L'ombra è una fonte di creatività quando ci impegniamo con essa e la integriamo nel flusso della vita. Dobbiamo superare il peccato strutturale, che risulta distruttivo nel processo evolutivo.

- Il nostro destino finale, qui come nell'eternità, è l'illuminazione e il trionfo ultimo del bene. Siamo spirituali in maniera innata ma richiediamo un'adeguata maturazione. I concetti di principio e di fine, e di resurrezione, sono miti utili a dare senso al nostro destino infinito in un universo infinito. La morte non è una fine ma una maniera più olistica di esistere. È improbabile che gli esseri umani possano superare l'estinzione che si avvicina, ma la vita umana può risorgere con la capacità di condividere la nuova tappa evolutiva.

- L'amore è una forza di vita interdipendente. L'amore è l'origine e la meta della nostra ricerca di senso e genera sempre forme di vita superiori . Dio è una presenza relazionale all'interno dello stesso processo creativo dell'evoluzione: la sua incarnazione esige una nuova relazione con i corpi attraverso la tenerezza sessuale, la giustizia compassionevole e l'amicizia altruista.

SVILUPPO DELLA TEOLOGIA QUANTISTICA

L'antico modo di intendere le religioni, almeno nel mondo occidentale, portava all'individualismo e a una visione dell'universo in cui le parti predominavano sul tutto. Un universo disintegrato in cui la vita umana risultava anch'essa disintegrata. Una maniera di pensare avallata per secoli dall'immagine dell'universo offerta dalla fisica classica. Ma per O'Murchu è assai chiaro che l'immagine dell'universo che trasmettono oggi la scienza e la cultura è qualitativamente cambiata in relazione al mondo della fisica classica. Oggi quello di fronte a cui ci troviamo è un universo evolutivo, interrelazionato, in cui nessun elemento è isolato dall'insieme in quanto è parte del sistema, un universo olistico in cui Dio potrebbe essere verosimilmente visto come il suo fondamento ontologico ultimo .

Il tutto è più della somma delle sue parti L'olone (termine coniato da Arthur Koestler nel 1968 che indica, nella teoria dei sistemi non lineari, la parte di un sistema complesso, che ha una sua individualità, ma è anche parte integrata di un sistema di ordine superiore, ndt) è un tutto che fa parte di un altro tutto superiore, rivelando due tendenze: interiorità, per preservare la propria autonomia, e comunione, per integrarsi al tutto superiore. Ogni creatura vivente è un olone che non può essere inteso indipendentemente dall'olone superiore.

L'energia creativa è dentro, non fuori dal cosmo. Il cosmo fluisce in un dispiegamento evolutivo. Noi siamo un elemento all'interno di questa evoluzione, abbiamo ricevuto la nostra esistenza dal tutto a cui apparteniamo, non possiamo

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entrare in competizione con altre parti di questo tutto bensì cooperare con esse. Il tutto è dinamico, superiore alla somma delle sue parti, ma contenuto in ciascuna delle sue parti, superando per questa via il panteismo (l'onda è il mare, secondo la metafora di Willigis Jäger). Il tutto supera la nostra capacità di comprensione, e non può essere racchiuso nei dogmi o in un credo.

Le parti sono necessariamente interrelazionate. Abbiamo un orizzonte di appartenenza. Una delle illusioni più nocive è la nostra tendenza a guardare (e a intendere) le cose isolatamente. Al contrario, la vita viene sperimentata in pacchetti di esperienza. Non possiamo considerare l'universo come una serie di oggetti isolati, bensì come la nostra sfera di appartenenza a cui dobbiamo integrarci. I campi di influenza sono i sistemi all'interno dei quali le relazioni emergono e crescono, sono orizzonti di permanenza dotati di creatività e di auto-organizzazione ; hanno una qualità olistica e permettono l'azione a distanza. I campi presentano continuità (memoria collettiva delle specie) ma anche cambiamenti dovuti alla cooperazione interattiva di vari campi (risonanza dei campi), che creano nuovi modelli di condotta . L'esempio più noto è l'inconscio collettivo di Jung. L'essere umano non può essere inteso a prescindere dalla sua integrazione nell'evoluzione dell'universo . La creazione è un processo evolutivo, con un'incessante interazione divino-cosmica, positivo nella sua essenza, tale da integrare i dualismi di ordine e disordine, caso e creatività, luce e ombra. Nel processo evolutivo compartecipano tutte le creature; la rivelazione è continua e non può essere racchiusa in nessuna religione o sistema culturale.

Non siamo esseri isolati. Gli elementi più piccoli della realtà - i mattoni essenziali della costruzione del mondo - non sono gli atomi isolati e indivisibili. La ricerca è giunta fino ai quark, che però non sono isolabili, ma si manifestano in relazione (in diadi o triadi) e si muovono secondo la dualità particella-onda. La natura è composta da modelli di energia interrelazionati e non da blocchi isolati. La sapienza antica aveva del resto già osservato che tutte le cose sono in relazione e sono interdipendenti. Il cristianesimo ha elaborato il mistero della Trinità: la natura essenziale di Dio è una relazione di interdipendenza. Il concetto di Chiesa è centrato sulla comunità, il battesimo è un rito di ingresso in questa comunità, l'eucarestia è – in origine – un pasto in comune. L'ipotesi Gaia si fonda su un'analisi dettagliata dell'immensa complessità e precisione delle combinazioni richieste . Per l'esistenza della Terra è imprescindibile la conservazione dell'equilibrio dell'ossigeno, del sale, delle particelle e anti-particelle, della massa del protone e del neutrone, della forza di gravità e di quella elettromagnetica, della formazione del carbonio. E tutti questi equilibri sono interdipendenti. Tale capacità di resilienza non sembra possibile come mero frutto del caso, tanto da aver condotto all'ipotesi di un organismo vivo, che sa cosa avviene e cosa deve fare per mantenere il suo metabolismo. Già la saggezza ancestrale aveva riconosciuto il nostro pianeta come Madre Terra. La teologia ha dovuto accettare la cosmologia come centro della sua riflessione.

Dio co-crea con il processo evolutivo. Siamo parte di un tutto e non possiamo comprenderlo, possiamo solo osservarlo (contemplarlo); siamo il sistema nervoso

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del pianeta, la dimensione cosciente dell'universo, narratori della storia sacra cosmologica. Non siamo i padroni né gli amministratori del pianeta, siamo piuttosto un'anomalia cosmica che minaccia il pianeta, e non ci rendiamo conto che Gaia continuerà con noi o senza di noi.

Il processo evolutivo integra necessariamente il lato oscuro della realtà . Nei sistemi caotici si è osservata una crescente biforcazione del comportamento tendente a un'infinità di possibilità. Pare che il caos abbia caratteristiche universali, costanti nei valori numerici, che passano per tappe previe all'emergere finale dell'ordine. La complessità è una dimensione essenziale dei sistemi viventi. Il nostro universo non procede verso il deterioramento progressivo (in base alla seconda legge della termodinamica) ma è in grado di rigenerarsi. Il male è in gran parte il risultato dell'azione dell'essere umano. La creazione è essenzialmente buona . Attribuendo il male all'influenza del demonio abbiamo “divinizzato il male”; portandolo all'esterno . Per vivere bene l'oscurità dobbiamo invece integrarla nel sistema : la teologia quantistica integra il bene e il male, intendendo la redenzione a livello tanto planetario quanto personale.

Il nostro destino è nella ricerca dell'illuminazione e nel trionfo del bene . I sistemi viventi hanno la capacità di auto-organizzarsi, di adattarsi, di autorigenerarsi. La scienza ha parlato di “processo epigenetico” (un processo di crescente differenziazione e specializzazione dell'organismo, da cui emergono sistemi nuovi e sempre più avanzati e complessi, ndt), di “autocatalisi” (fenomeno chimico per cui la velocità di una reazione viene aumentata dai prodotti della reazione stessa, ndt) - la rottura dell'equilibrio come processo di rinnovamento -, del “principio cosmogenetico” (differenziazione, autopoiesi e comunione).

L'universo autopoietico (cioè in grado di mantenere la propria unità e la propria organizzazione attraverso le reciproche interazioni dei suoi componenti, ndt) può dispiegarsi per sempre. La resurrezione dalla morte è un mito che si ripete in diverse forme, come la reincarnazione, nelle principali religioni. Il fondamento del mito – l'autopoiesi, la capacità di rinnovamento – può estendersi a tutto l'universo, ma il dogma può sfociare in idolatria. La morte non è una fine, ma un modo di esistere più olistico. Gaia – l'universo vivo – scopre la sacralità dentro di noi e dentro l'universo, in contrasto con il concetto meccanicista di un Dio fuori dall'universo. Il mito della fine del mondo è stato utilizzato dalle religioni come minaccia per ottenere l'obbedienza alle proprie leggi, ma oggi ha perso credibilità. La vita eterna non è qualcosa che avviene al di là del cosmo, ma è l'ingresso in una nuova relazione con il cosmo. Secondo O'Murchu, la qualità di questa relazione cosmica può essere in rapporto con la relazione alienata o integrata durante la propria vita (equivalenti all'inferno e al paradiso). A livello quantistico, nulla si perde, si trasforma soltanto.

Il futuro che ci attende. Le grandi religioni descrivono un processo di nascita-morte-resurrezione. L'esperienza del calvario (la sofferenza e la morte) è un requisito per la nuova soglia evolutiva. Il nostro mondo sta passando per un'esperienza di distruzione e morte . È improbabile che gli esseri umani possano sfuggire al processo di estinzione dei prossimi 50 o 100 anni. Nella storia

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planetaria si sono già registrate altre estinzioni, che sono state superate da nuove tappe evolutive. Dopo l'estinzione della nostra specie, la vita umana risorgerà per condividere la nuova tappa evolutiva. Dobbiamo accettare questo calvario come requisito di una nuova realtà. Secondo la “teologia del processo”, l'universo non ha principio né fine: Dio offre le possibilità che poi l'universo è libero di realizzare. Un Dio duale, teoricamente eterno e immutabile, ma nella pratica (nell'incarnazione) dipendente dalla realtà fisica: due poli riconciliati dalla mistica. Questo modello duale è adeguato alla teologia quantistica (dualità particella-onda).

CONCLUSIONE

L'opera di O'Murchu si riassume nell'affermazione che l'essenza di tutto è l'Amore. Un Amore che nasce dalla realtà trinitaria di Dio e che si estende all'universo. Se l'amore è un concetto fondamentale in tutte le religioni, va notato che, anche a livello della fisica, i quark sono individuabili solo in diadi o triadi. L'amore genera sempre forme di vita più alte e questa qualità è superiore a quella della sopravvivenza del più adatto. McFague presenta il mondo come il corpo di Dio e le necessità della vita corporea come una parte della realizzazione divina . L'amore è una forza di vita senza limiti, l'origine e la meta della nostra ricerca di senso. Non è la nostra individualità ciò che conta, ma il nostro essere persona, che non ha senso al di fuori delle relazioni con gli altri e con l'universo. Come già segnalato, O'Murchu non ha pretese scientifiche. Semplicemente, si ispira all'universo quantistico, alla sua immagine olistica e relazionale dell'universo, per delineare in maniera poetico-teologica la via che le religioni dovrebbero seguire per raggiungere l'armonia in questo universo olistico.