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Piccola Antologia di Poeti contro la guerra e di poesie per la pace Poesie di Bertolt Brecht (Germania, 1898-1956) -La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente. -Quando chi sta in alto parla di pace la gente comune sa che ci sarà la guerra. Quando chi sta in alto maledice la guerra le cartoline precetto sono già compilate. -Chi sta in alto dice: si va verso la gloria. Chi sta in basso dice: Si va verso la fossa.

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Piccola Antologia di Poeti contro la guerra e di poesie per la pace

Poesie di Bertolt Brecht (Germania, 1898-1956)

-La guerra che verrànon è la prima. Prima ci sono state altre guerre.Alla fine dell’ultimac’erano vincitori e vinti.Fra i vinti la povera gentefaceva la fame. Fra i vincitori faceva la famela povera gente egualmente.

-Quando chi sta in alto parla di pacela gente comune sache ci sarà la guerra.Quando chi sta in alto maledice la guerrale cartoline precetto sono già compilate.

-Chi sta in alto dice:si va verso la gloria.Chi sta in basso dice:Si va verso la fossa.

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-Avevo un fratello aviatore.Un giorno, la cartolina.Fece i bagagli, e via,lungo la rotta del sud.Mio fratello è un conquistatore.Il popolo nostro ha bisogno di spazio; e prendersi terre su terre,da noi, è un vecchio sogno.E la terra che si è conquistatoè sui monti del Guadarrama.È di lunghezza un metro e ottanta,uno e cinquanta di profondità.

-Generale, il tuo carro armatoè una macchina potente.Spiana un bosco e sfracella cento uomini.Ma ha un difetto:ha bisogno di un carrista.Generale, il tuo bombardiere è potente.Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.Ma ha un difetto:ha bisogno di un meccanico.Generale, l’uomo fa di tutto.Può volare e può uccidere.Ma ha un difetto:Può pensare.

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Se questo è un uomo di Primo Levi(Italia, 1919-1987)

Voi che vivete sicurinelle vostre tiepide case,voi che trovate tornando a serail cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomoche lavora nel fangoche non conosce paceche lotta per mezzo paneche muore per un sì o per un no.Considerate se questa è una donna,senza capelli e senza nomesenza più forza di ricordarevuoti gli occhi e freddo il grembocome una rana d’inverno.Meditate che questo è stato:vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per viacoricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,la malattia vi impedisca,i vostri nati torcano il viso da voi.

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La Pace di Li Tien Min(Cina)

Non importa che tu siauomo o donna,vecchio o fanciullo,operaio o contadino,soldato o studente o commerciante.Non importa quale siail tuo credo politicoo quello religioso.Se ti chiedono qual è la cosapiù importante per l’umanitàrispondiprimadoposemprela Pace.

Il sangue di Ndjock Ngana(Camerun)

Chi può versareSangue neroSangue gialloSangue biancoMezzo sangue?Il sangue non è indio,polinesiano o inglese.Nessuno ha mai vistoSangue ebreoSangue cristianoSangue musulmanoSangue buddista.Il sangue non è ricco,povero o benestante.

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Il sangue è rosso.Disumano è chi lo versa,non chi lo porta.

Salvatore Quasimodo(Italia, 1901-1968)

Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantarecon il piede straniero sopra il cuore,fra i morti abbandonati nelle piazzesull’erba dura di ghiaccio, al lamentod’agnello dei fanciulli, all’urlo nerodella madre che andava incontro al figliocrocifisso sul palo del telegrafo?Alle fronde dei salici, per voto,anche le nostre cetre erano appese,oscillavano lievi al triste vento.

Milano, agosto 1943

Invano cerchi tra la polvere,povera mano, la città è morta.È morta: s’è udito l’ultimo rombosul cuore del naviglio. E l’usignoloè caduto dall’antenna, alta sul convento,dove cantava prima del tramonto.Non scavate pozzi nei cortili:i vivi non hanno più sete.Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:lasciateli nella terra delle loro case:la città è morta, è morta.

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Giuseppe Ungaretti(Italia, 1888-1970)

San Martino del Carso

Di queste casenon è rimastoche qualche brandello di muro.Di tantiche mi corrispondevanonon è rimastoneppure tanto.Ma nel cuorenessuna croce manca.È il mio cuoreil paese più straziato.

Veglia

Un’intera nottatabuttato vicinoa un compagno massacratocon la sua boccadigrignatavolta al pleniluniocon la congestionedelle sue manipenetratanel mio silenzioho scrittolettere piene d’amore.Non sono mai statotantoattaccato alla vita.

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Soldati

Si sta come d’autunnosugli alberile foglie.

Gianni Rodari(Italia, 1920-1980)

Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:lavarsi, studiare, giocare,preparare la tavola,a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:chiudere gli occhi, dormire,avere sogni da sognare,orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,né di giorno né di notte,né per mare né per terra:per esempio, la guerra.

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Omaggio a Prevert

Io guardo un alberoTu fumi la pipaEgli ascolta MozartNoi mettiamo a letto i bambiniVoi fate l’albero di NataleEssi fabbricano la bomba atomica.

Io vado alla partitaTu leggi un libro gialloEgli compra un ombrelloNoi facciamo all’amoreVoi parlate di percentualiEssi innescano la bomba atomica

Io suono il clacsonTu dai un pesce alla focaEgli perde un taccoNoi ci grattiamo un orecchioVoi mangiate carciofi freschiEssi lanceranno la bomba atomica

Filastrocca corta e matta

Filastrocca corta corta,il porto vuole sposare la porta,la viola studia il violino,il mulo dice: - mio figlio è il mulino;la mela dice: - mio nonno è il melone;il matto vuol essere un mattone,e il più matto della terrasapete che vuole?Vuol fare la guerra!