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Page 1: Web viewLa Verità ha come titolo uno che si ricolegga alla prima parte del poema di Parmenide e allo scritto di Protagora. Il secondo lavoro di Antifonte,

ANTIFONTE

Ci furono almeno due Antifonte, l'uno oratore di atene, e l'altro sofista di ramnunte.Non si sa chi sia l'autore di un'opera in due libri sulla Verità. Ragioni stilistiche portano ad escludere che l'autore possa essere l'oratore e che fu il sofista tra primi che affermò che le leggi umane sono tutte convenzionali e che l'uomo dovrebbe seguire le leggi di natura. Se l'autore è la stessa identica persona, la tesi delle leggi di natura non quadra del tutto con l'affermazione che si deve cercare l'accordo e la convivenza pacifica, perchè, seguendo la natura, è assai probabile che si affermino aspetti egoistici. Viene da chiedersi se siamo di fronte ad un filosofo contraddittorio e paradossale, oppure ad una inedita profondità di pensiero, che seppe bene, mostrare la conflittualità intima cui si trova spesso ogni individuo che ragioni. La Verità ha come titolo uno che si ricolegga alla prima parte del poema di Parmenide e allo scritto di Protagora.Il secondo lavoro di Antifonte, Della Concordia, potrebbe risultare la continuazione necessaria della Verità, anche se, in proposito, si è osservato che lo stile è diverso, "più artificioso", in forma di dialogo e non di trattato. L'Untersteiner si confessa contrario all'ipotesi del dialogo e che forse poteva essere uno stile declamatorio proprio della diatriba.L'opera Politico è di più difficile attribuzione perchè, come testimonia Senofonte nei Memorabili, rivelerebbe un uomo che vuole avere influenza sullo stato, quindi più il retore che il maestro di virtù. Ma l'Untersteiner è piuttosto deciso nell'attribuire anche quest'opera al sofista. Analogamente, egli sostiene che anche Dell'interpretazione dei sogni mostra coerenza con la dottrina del sofista di nome Antifonte. Il pensiero di Antifonte costituì una prima ed importante risposta alla sfida di Gorgia ed alle sue posizioni provocatorie. Sia Platone che Aristotele, ma soprattutto quest'ultimo, ricorsero ad argomenti elaborati da Antifonte. Antifonte riprese certamente l'ideale protagorea della pacificazione della vita sociale nel libero confronto di opinioni, ma dovette obbligatoriamente misurarsi, con la dottrina gorgiana della negazione di ogni validità alle esperienze sensibili, ed anche a quelle più squisitamente intellegibili, sentendosi certamente contrariato e negato da questo attacco alle sue più profonde convinzioni. L'Untersteiner offre una citazione nella quale Antifonte riprese il pensiero di Gorgia, esponendolo per poi criticarlo: " di lui [cioè di Gorgia] apprenderai queste cose: « e che non vi è / per lui nulla che sia uno, fra quante cose può vedere con la vista più lungi e può pensare con l'intelletto chi più lungi può conoscere...». Di esperienza in esperienza, da quelle sensibili fino all’alto, svuotando l’ente di essere predicabile, arriva fino alla nullificazione di Dio. In vista dell'obiettivo di rivalutare non solo sensi, esperienza e ragione, ma anche l'unità sostanziale dell'individuo, si può pensare che Antifonte abbia realizzato una contestazione puntuale ed articolata di tutte le tesi gorgiane, in particolare quella che affermava che né l'eternità, nè la corruzione siano predicabili dell'ente. Antifonte pose, il tempo come scienza del prima e del poi (pre-kantiano), misura degli eventi, ordine della loro successione. Gorgia aveva persino provato a negare l'esistenza del tempo, ma aveva sbagliato clamorosamente a confutarlo come esistente in senso ontologico, giacchè il tempo, disse Antifonte, non è sostanza, ma, certamente, sarà "misurabile" e noi lo misuriamo con giorni, ore, lune, cicli di anni. Indirettamente vi è una precisazione rispetto anche a Protagora: l'uomo che conosce il tempo non è solo misura soggettiva di tutte le cose, ma anche misura oggettiva, ovvero comune a tutti quanti abbiano il senso del tempo. Le esperienze si succedono nel tempo, dunque è possibile ordinarle e riflettere su di esse. Il loro verificarsi riporta ad un logos, una ragione per la quale, prima di questo, si è verificato quest'altro. Possiamo avere dubbi, avrà certamente concesso Antifonte, sulla validità di una singola esperienza o sensazione, ma non sulla loro concatenazione. Gorgia nega la legittimità razionale della concatenazione,

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Antifonte l'afferma. E l'argomento con il quale si volge contro Gorgia, e probabilmente vinse la contesa, fu che l'infinito non esiste in forma attuale. Tutto sta nel comprendere che, se si vuol dare valore ad un'esperienza, essa deve considerarsi finita. Tutte le esperienze si attuano, si attuarono e si attueranno in parte per natura e per caso e in parte per arte Questo disse Antifonte, le esperienze quindi esistono perché si manifestano secondo una successione temporale. Netta opposizione con Gorgia che nega l’esperienza e il tempo. Antifonte amplia il suo discorso comprendendo nelle esperienze anche le percezioni implicite nel concetto di techne. La percezione è un momento essenziale per conoscere. All'affermazione gorgiana della impossibilità umana di distinguere tra ciò che esiste veramente e ciò che esiste solo nella nostra fantasia, Antifonte rispose, asserendo che solo ciò che esiste è visibile e conoscibile, mentre la fantasia non ha riscontro materiale e formale con la realtà. L'impossibile non può concretarsi. L'esempio avanzato fu quello di un letto di legno sepolto sottoterra, che per "putredine", producendo un germoglio, non si sarebbe mai duplicato come letto, ma semplicemente come legno. Anche su questo piano, sembra dire l'Untersteiner, Antifonte distinse natura ed arte, e probabilmente vide nell'arte intesa come tecnica di manipolazione, un'estensione della natura, alla maniera di Prodico di Ceo. Tuttavia, mentre Prodico negò e confutò l'opposizione tra natura e mondo dell'uomo, tra natura e civiltà, Antifonte ammise, anzi, affermò, che tutto ciò che è civiltà e legge, appartiene al mondo della convenzione, senza peraltro considerare che la convenzione stessa ha tratto origine dalla necessità di porre fine alla contesa tra uomo e uomo onde porre le condizioni della coesistenza pacifica. C’è distinzione tra materia e forma, con il primato a ciò che si forma per natura rispetto a quello per arte, anche se tutto fa parte dell’esperienza.Il rapporto tra arte e natura si chiarisce quando distingue da arte e arte, tra quella che genera cose fantastiche e quella che produce un serio risultato. In Gorgia tutto era sommerso nella physis manifestata come non ente, Antifonte, ristabilendo la realtà delle esperienze distingue quelle reali e comunicabili.Identifica la natura con la techne poiché la techne non è un meccanismo cieco, ma una forza diretta ad uno scopo. Da ciò ne ricava una fisica per cui i quattro elementi non esistono per arte, così come ciò che deriva da loro.Pare certo che Antifonte si sia professato ateo. Si ricava questa impressione esaminando l'affermazione, riportata dall'Untersteiner, che "gli dei furono prodotti d'arte e non di natura". Del divino vi potrebbe essere esperienza, tuttavia, in quanto il nome di ogni singolo dio rinvia all'esperienza che noi abbiamo di determinate funzioni ed operazioni. Divisione tra arti serie, arti fantastiche e politiche-teologiche-giuridiche. Nelle terze distingue tra gruppo di esperienza come leggi non scritte e norme scritte che variano da luogo a luogo, le altre possiedono una validità universale e quindi hanno conoscibilità e comunicabilità. Le leggi non scritte (ethos) se non conosciute portano ad inganno (allevare figli, essere svegli di giorno e dormire di notte, riposare quando si è stanchi) le usanze particolari variano da popolo a popolo. La trasformazione di nomos in physis, quindi la riduzione in esperienze universali, è la meta che il sofista vuole raggiungere, a cui perviene analizzando il concetto di giusto, che noi conosciamo attraverso due testi papiracei, riconosciuti come di Antifonte.Il primo testo analizza la vita nell’ambito dello stato, la giustizia è non trasgredire ciò che la polis ha determinato come giusto (l’uomo la metterà in pratica solo se visto, se non visto seguirà le disposizioni naturali, poiché le leggi sono occasionali, quelle di natura necessarie). Si ha la contraddizione che violare le leggi positive implica punizione solo se scoperti, quindi Antifonte si chiede perché imporre leggi relative quando al di sopra ci sono quelle di natura. Colui che è educato secondo natura in opposizione alla costrizione delle leggi, sa dominare le passioni. Riguardo le contraddizioni della legge positiva, osserva che oltre all’insufficienza di non poter prevenire il male, se ne manifesta un’altra nel periodo del processo giudiziario, dove innocente e colpevole rispetto alla legge stanno alla pari.

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In un altro teso condanna la poesia e le arti in generale. La musica non è utile perché rivolta al piacere, la poesia aveva sia esempi positivi che negativi (emulare). Conseguenza di tutto ciò è il cosmopolitismo che poteva superare i dissidi del diritto positivo. Abbattendo le frontiere tra i popolo, si poteva ricostruire l’unità di physis anche nel mondo degli uomini. Dalla verità Antifonte passa alla concordia. Tutti i rapporti sono dominati dalla concordia.I sogniSe l'Antifonte di cui abbiamo parlato finora sia lo stesso autore del trattato sui sogni non può essere certo nemmeno al 50%. Tuttavia, potremmo prendere per buone le affermazioni dell'Untersteiner, in mancanza di meglio. Il sogno è, in fondo, un evento naturale cui nessuna legislazione può imporre regole di svolgimento e tantomeno di interpretazione. La posizione di questo Antifonte fu paradossalmente opposta al suo credo fondamentale: sbagliata la divinazione naturale, corretta la divinazione artificiosa. Seguendo la prima, si ha che il sogno è propizio quando riporta eventi felici, e funesto quando propone situazioni drammatiche ed eventi funesti. Al contrario, la divinazione artificiosa prescindeva da questo semplicistico punto di vista, e consentiva di interpretare in senso propizio anche gli incubi notturni. Questo Antifonte cercò di evidenziare l'esistenza di una scienza mantica, e si disse in grado di padroneggiarla, ma francamente le argomentazioni dell'Untersteiner non mi risultano affatto persuasive e chiarificatorie. Ma è difficile dire che questo Antifonte sia lo stesso di cui abbiamo parlato finora.