· Web viewuando per lungo tempo ci si occupa di un personaggio, se ne ricercano le origini...

31
DALLA VAL DI SCALVE AL MONDO! NOTIZIE SULL’ING. LEONE TAGLIAFERRI CHE REALIZZO’ I FORNI ELETTRICI AD ARCO, ADOTTATI DALLE INDUSTRIE SI- DERURGICHE NELL’ INTERO PIANETA.

Transcript of  · Web viewuando per lungo tempo ci si occupa di un personaggio, se ne ricercano le origini...

DALLA VAL DI SCALVE AL MONDO!

NOTIZIE SULL’ING. LEONE TAGLIAFERRI

CHE REALIZZO’ I FORNI ELETTRICI AD ARCO, ADOTTATI DALLE INDUSTRIE SI-

DERURGICHE NELL’ INTERO PIANETA.

FORNO TAGLIAFERRI.

Breve premessa.

Per anni passando sull’autostrada “A4” Milano-Venezia, nei pressi del casello di Cor- mano, ho letto su un capannone industriale in mattoni rossi una grande insegna: “ING. LEONE TAGLIAFERRI”; mi sono sempre chiesto se fosse originario della Val di Scalve. Le possibilità non erano molte dato che tale cognome è assai diffuso nel Piacentino, a Bologna, Ferrara, Trieste, Roma, Napoli ed in altre zone; ho iniziato alcune ricerche e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che non solo era Scalvino, ma anche nativo del mio paesino: Pezzolo. Anche se sconosciuto in Valle, Leone Tagliaferri è, senza dubbio alcuno, uno degli Scalvini che ha ottenuto più successi nella vita. I forni elettrici progettati e costruiti nella ditta da lui creata negli anni Trenta a Cusano Milanino, concorrenti dei più co- stosi altiforni tradizionali, hanno diffuso il suo nome in gran parte del globo e sono tuttora prodotti in Cina da una ditta consociata del Gruppo TECHINT. Tale Gruppo aveva acquisito, a metà degli anni Novanta, il 100% del capitale della TAGLIAFERRI S.p.A.

Le visite al paesello natìo credo non siano state numerose, anche per l’impegno che l’attività avviata richiedeva; anche ben oltre i settant’anni era sempre presente in azienda ed uno degli ultimi a lasciarla alla fine della giornata.Sono in possesso di una fotografia che lo ritrae in compagnia del fratello Aldo, mino- re di tredici anni e pure lui ingegnere, studioso e produttore di forni elettrici per la siderurgia, insieme ad alcuni parenti della famiglia dei “Bunòm”. La foto, così come quella che ritrae Aldo con la seconda moglie, Cornelia, e la sorella Angelina, mi è stata gentilmente data da Aldina, classe 1934, che ringrazio. Aldina è stata una delle poche persone di Pezzolo in grado di darmi notizie su Leone e la sua famiglia.

Quando per lungo tempo ci si occupa di un personaggio, se ne ricercano le origini addentrandosi in un mondo ormai lontanissimo dal nostro, si curiosa nelle sue vi-cende personali, per visitarne infine la tomba, si finisce, inevitabilmente, col prova-re una certa affezione nei suoi confronti: è successo anche con Leone. Quanto ho potuto appurare, non senza fatica, sulla sua famiglia di origine, la vita privata e l’attività lavorativa, viene trattato in seguito; qui lo voglio ricordare con due aneddoti.

Ecco il primo, riferitomi da Arturo, classe 1933, suo lontano parente:“ Leone, che in paese chiamavano Pietro come il nonno paterno, aveva fin da ragaz- zino il pallino per tutto ciò che riguardava il fuoco e le fusioni. Mi raccontava il “Viu- landô” (Giacomo Tagliaferri) che quando, giovanissimo, seguiva i parenti adulti al

pascolo con capre e pecore, appena possibile accendeva dei fuocherelli, modellava delle piccole fornaci e ripeteva convinto: “Io da grande costruirò i forni!”. Evidente- mente era già attratto da quel genere di attività ”.

Giuliana,nata a Pezzolo e appartenente alla numerosa famiglia dei “Fantine”, riporta quanto raccontatole dalle zie, protagoniste della vicenda:“ Un giorno Leone, già industriale ricco e famoso, fece visita ai parenti di Pezzolo e all’ora di pranzo venne invitato a tavola dalle suddette. Se da un lato erano orgoglio- se di avere in casa un ospite così importante, dall’altro erano in imbarazzo per il po- vero menù che avevano potuto preparare; Leone, resosi conto della situazione le rin- cuorò: “ Polenta e “ciarighì” (uova al tegamino), vanno benissimo!” e mangiò con appetito, con grande soddisfazione sua e delle padrone di casa “.

RINGRAZIAMENTI.

Numerose sono le persone e gli Enti che ho contattato, con alterna fortuna. Esprimo la mia riconoscenza ai già citati Arturo, Giuliana ed Aldina. Aggiungerei gli amici dott. Agostino Morandi e Carlo Canali, Adalberto Morzenti, Assunta Tagliaferri e la sig.ra Laura R. di Milano. Preziosissimo il contributo della dott.ssa Barbara Valesin, Responsabile della Biblio- teca “F.Maraspin” di Cusano Milanino; dell’ A.F.C.M. (Archivio Fotografico Cusano Milanino) poiché dalla loro pubblicazione: “Quand fischiava el fabbricon - Immagini e storie delle industrie cusanesi” ho tratto alcune fotografie bellissime.Un grazie, infine, alle impiegate dei Comuni di Vilminore di Scalve, Camerata Cornel- lo e Fino Mornasco, che hanno gentilmente collaborato alla ricostruzione di queste vicende.

Sergio Piffari.

LEONE TAGLIAFERRI nacque a Pezzolo, piccola frazione dell’allora comune di Oltre- povo, ora di Vilminore di Scalve, in provincia di Bergamo, il 18 giugno 1886, primo-mogenito di MARTINO e MARIA MORZENTI. La sua famiglia apparteneva al casato “Zàgn”.

Dal Registro delle Nascite del Comune di Oltrepovo. Anno 1886.

Martino e Maria, sposatisi il 15 giugno 1885, risiedettero inizialmente a Pezzolo, nella casa adibita negli anni ’70 a “Fiaschetteria”dalle tre sorelle nubili dei “Bunòm”, denominate unanimemente “zie”, pronipoti di Martino. Dopo Leone nacquero in pochi anni anche due femmine: FEDELE LUCIA , il 28 aprile 1889 ed ANGELA ANTONINA (Angelina), il 10 maggio 1891.

Da un “Registro delle partite” dello spaccio alimentare della Manina, dove vi sono due pagine che lo riguardano, sappiamo che nel 1888 Martino svolgeva il suo lavoro di minatore nelle locali miniere. E’ interessante notare che in calce all’elenco degli acquisti da parte dei minatori (formaggio, vino ecc) vi era il numero delle giornate occorrenti a saldare il conto; in pratica pagavano quanto dovuto in cambio-lavoro.

Una pagina del “Registro delle Partite” che riguarda Martino. Anno 1888.

Dopo la nascita dei primi tre figli la famiglia si trasferì in Sardegna, nella zona del Sulcis Iglesiente, ricco di miniere; molto probabilmente fece la stessa scelta il co- gnato Pietro con la moglie Angela ed i figlioletti. In Sardegna nacquero le figlie: MARIA ELVIRA, il 5 luglio 1893, battezzata ad Iglesias il 20 luglio, e ASSUNTA, il 22 dicembre 1967, battezzata ad Iglesias il 24 gennaio 1898. Le due famiglie fecero quindi rientro in Continente, precisamente in val Brembana, dove Martino prestò la sua opera come caporale minatore. Il 20 dicembre 1899 nascerà, a Cespedosio di Camerata Cornello, GIACOMO ROMOALDO, detto ALDO. Dopo alcuni anni vissuti lontano dalla valle di Scalve, Martino e Maria fecero ritorno a Pezzolo; dai registri parrocchiali risultano nuovamente residenti dal 1916 al 1929 Martino, mentre la moglie è registrata fino al 1936: sono i probabili anni della loro scomparsa.

La composizione della famiglia di Leone è riportata a parte.

PEZZOLO, primi anni Trenta. Panorama.

GLI STUDI E L’ATTIVITA’ LAVORATIVA.

Leone, dopo gli studi presso un Istituto di Bergamo, era emigrato in Germania dove si iscrisse al Politecnico di Berlino nel 1906 e si laureò in ingegneria meccanica ed elettrotecnica. Iniziò , durante il periodo degli studi universitari, a fare pratica pres- so la “Siemens – Schuchert Werke” e questo tirocinio sarà preziosissimo per il suo avvenire. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si trovava a Genova, con l’inca- rico di Direttore della filiale locale della “Siemens”; dovutolo lasciare a causa della guerra, passò alle Acciaierie Manne e poi alle Acciaierie Ansaldo, sempre con ruoli dirigenziali. Nel 1919 ottenne i primi brevetti per le sue modifiche ai forni già esistenti.

Nel 1930 fece costruire i suoi primi forni elettrici ad arco ed ottenne il Brevetto an- che negli Stati Uniti; nel 1935 ne iniziò la produzione presso un proprio stabilimento a Cusano Milanino; la Società “ Ing. Leone Tagliaferri S.p.A.” avrà invece la sede le- gale a Milano, in Corso Sempione n° 2. I suoi forni ebbero un grande successo sia in Italia sia all’estero e vennero richiesti dalle industrie siderurgiche di mezzo mondo.

IL MATRIMONIO ED I FIGLI.

Il giorno 8 maggio 1917, a Genova, Leone sposò una giovane ragazza del posto, LUIGIA VITTORIA BISSO , nata il 14 gennaio 1896, da Giuseppe ed Adalgisa Bongio- vanni; dalla loro unione nasceranno: PIERLUIGI nel 1919 e GIANCARLO, nel 1922.

Pierluigi nacque a Genova il 28 luglio 1919 e collaborò col padre nella direzione della ditta occupandosi anche della numerosa clientela estera; sappiamo che la famiglia Tagliaferri ebbe diversi interessi economici in Brasile e in Argentina. Il 28 aprile 1952 sposò a Città del Messico la contessa Maria (Maya) Pallavicini, nata Kinsky, la quale, nella sua purtroppo breve esistenza, ebbe una intensa vita sentimentale che riassumiamo brevemente. La contessa Maria Hosanna Antonie Bonaventura Walpurga Fidelis Bonifazius Kinsky von Wchinitz und Tettau, era nata il 5 giugno 1924 a Marisch Kronau nella Moravia meridionale; la zona è quella di Brno nella odierna Repubblica Ceca.

Il 25 maggio 1945 sposò a Merano il marchese Friedrich Pallavicini, ungherese di Budapest dal quale ebbe un figlio, Alexander. Come abbiamo visto, il 28 aprile 1952 sposò Pierluigi Tagliaferri, dal quale divorziò nei primi mesi del 1959. Il 22 settembre 1959 si unì in matrimonio con Alvise Sagramoso, ma l’unione durò pochi mesi per la prematura scomparsa di Maria il giorno 14 febbraio 1960.

Pierluigi sposò in seconde nozze la giovane argentina Cristina Herminia Ripamonti nata il 3 novembre 1951, dalla quale aveva avuto tre figlie; probabilmente per rego- larizzare il loro rapporto si unirono in matrimonio il giorno 20 aprile 1981, in Uru- guay. A meno di due mesi dalle nozze, il 10 giugno 1981, Pierluigi morì a Magliano in Toscana, in provincia di Grosseto. Cristina rimasta vedova, dall’Argentina si trasferì con le figlie nella grande villa di famiglia di Fino Mornasco dove si spense nel 1998. Delle tre figlie, una dovrebbe risiedere a Milano, una a Roma ed una in Argentina, suo Paese natale.

Giancarlo nato, anch’egli a Genova, il 15 settembre 1922, scelse la strada della pit- tura ed aprì uno studio a Roma per poi trasferirsi in America. Venne a mancare a Como il giorno 8 febbraio 1971, a poco più di 48 anni.

LA GRANDE VILLA DI FINO MORNASCO (CO).

Negli anni Quaranta, Leone acquistò una grande villa a Fino Mornasco, poco lontano da Como, circondata da un parco di 50.000 metri quadrati, con una chiesetta privata e le case per la servitù. Questa lussuosa villa era appartenuta in precedenza alla fa- miglia Raimondi e, prima ancora, ai nobili Odescalchi; tra i vari componenti illustri dei quali vi fu anche Benedetto, eletto Papa il 2 agosto 1676, col nome di Innocenzo XI.

Dalle cronache locali dell’epoca riportiamo che nel dicembre del 1859 il Marchese Giorgio Raimondi, che aveva ereditato la villa, fervente patriota, ospitò Giuseppe Garibaldi, il quale ne conosceva da alcuni mesi la bellissima figlia Giuseppina; 54 an- ni lui, 18 anni lei, si innamorarono e si sposarono, nella chiesetta attigua alla villa, il 24 gennaio 1860. Al termine della cerimonia a Garibaldi venne recapitata una lettera che lo informava che la contessina era in stato interessante, non ad opera sua, ma di tal Luigi Caroli, ex amante della stessa. L’ “Eroe dei due Mondi” a quel punto apostrofò la sposa, la ripudiò e lasciò la com-pagnia!

La villa Raimondi - Tagliaferri di Fino Mornasco (CO). Verrà venduta dalle nipoti di Leone nell’anno 2000

Retro della villa con il grande parco.

Certificato del Comune di Fino Mornasco. Manca il primogenito Pierluigi, residente altrove.

Dopo una vita lavorativa molto intensa, durante la quale fece conoscere il suo nome ed i suoi forni elettrici nel mondo, Leone Tagliaferri si spense a Fino Mornasco l’11 settembre 1971 ad 85 anni; la moglie Luigia morì il 16 febbraio 1985, a Como. Nel cimitero del paese vi è ancora, anche se in uno stato di semi abbandono, la Cap- pella di Famiglia Tagliaferri; sul marmo della grande lapide orizzontale, figurano le seguenti scritte:

PIERLEONE 1886 – 1971

BISSO LUISITA 1896 – 1985 (moglie)

GIANCARLO 1922 – 1971 (figlio)

PIERLUIGI 1919 – 1981 (figlio)

RIPAMONTI CRISTINA 1951 – 1998 seconda moglie di Pierluigi.

La lapide nella Cappella di Famiglia.

Cappella di Famiglia TAGLIAFERRI nel cimitero di Fino Mornasco –CO-.

Particolare dello Stemma di Famiglia

ALCUNE NOTIZIE SULL’ATTIVITA’ DELLA SOCIETA’

“ING. LEONE TAGLIAFERRI S.P.A. “Dall’Archivio Storico dell’”I.R.I.” del 5 giugno 2002, apprendiamo che la “Ing. LEONE TAGLIAFERRI & C. s.a.”, con sede a Milano, venne costituita il 14 maggio 1935. Su “ Quand fischiava el fabbricon - Immagini e storie delle industrie cusanesi ” pub- blicato nel 2016 per celebrare i 110 anni della Cooperativa Edificatrice, realizzato a cura dell’Archivio Fotografico Cusano Milanino, leggiamo che lo stabilimento di Cu- sano Milanino, posto sulla via Valassina tra le vie Bellini e Rossini e visibile dall’auto- strada Milano – Venezia, iniziò l’attività nel 1937. Nell’anno 1962 gli operai raggiunsero il ragguardevole numero di 350, impegnati nella produzione dei forni elettrici apprezzati in tutto il mondo per l’altissima quali- tà. Dopo aver superato la crisi europea della siderurgia degli anni ’70 e ’80, nel de- cennio successivo iniziò il declino. Nei primi anni ’90, dopo un periodo di ristruttura- zioni e Cassa Integrazione per i dipendenti, venne acquisita da “ITALIMPIANTI S.p.A.” Un documento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del 14 di- cembre 1995, riporta che: “ l’intero capitale sociale della ing. Leone Tagliaferri, che opera nel settore della progettazione e realizzazione di forni ad arco fusori, viene rilevato dalla “TECHINT S.p.A.”

Con atto del Notaio Renzo Rosi di Milano del 15 aprile 1998 le società TECHINT S.p.A. e Ing. LEONE TAGLIAFERRI S.p.A. si sono fuse mediante incorporazione nella prima società della seconda società. La Techint trasferisce gli ultimi dipendenti della “Tagliaferri” presso sue sedi di Mila- no e Castellanza mentre la produzione viene avviata da una consociata cinese. Il prestigioso marchio è rimasto, ma di italiano resta solo il nome!

Ecco un breve accenno ai tipi di forni prodotto dalla “ TAGLIAFERRI ” nel suo stabili- mento di Cusano Milanino.

I forni elettrici fusori si contraddistinguono dalla tecnica che utilizza gli altoforni, più antica ed a maggior intensità di capitale fisso installato, in quanto utilizzano il ca- lore sviluppato da un arco elettrico e ottengono l'acciaio dalla fusione di rottame di ferro combinato con preridotto di ferro, calce, carbone ed altri additivi. Negli ultimi decenni le acciaierie elettriche che utilizzano questo tipo di forni sono state progres- sivamente preferite a quelle con altoforni per via della maggiore flessibilità relativa all'approvvigionamento derivante dall'utilizzo del rottame quale materia prima, e del minor investimento in capitale fisso che ha abbassato la soglia minima efficiente di produzione. La stessa tecnologia ad arco elettrico è utilizzata per la costruzione di

forni che non sono impiegati nella fusione dell'acciaio bensì nella fase dell'affinazio- ne (in questo caso i forni elettrici prendono la denominazione di forni a siviera).

‘ La “TAGLIAFERRI” a Cusano Milanino; fotografia tratta da: “Quand fischiava el

fabbricon “.

26 Aprile 1963 – Consegna del “Premio fedeltà” ad un dipendente. In primo piano l’ing. Leone. Fotografia tratta dal già citato: “Quand fischiava el fabbricon”

Trasferte in Brasile per seguire le attività locali delle “LEONE TAGLIAFERRI”.

Collaborava anche il nipote Franco, figlio della sorella Angela, e di Giuseppe Manzoni. Documento rilasciato dal Consolato Italiano di Johannesburg -Sudafrica-

Interno dello stabilimento di Cusano Milanino.

Tra i clienti più importanti della Tagliaferri vi furono le ACCIAIERIE FALCK. S.p.A. che impiegarono dagli anni Settanta del secolo scorso i suoi forni negli stabi- limenti di Sesto san Giovanni, nei pressi di Milano; sia al “Concordia”, forno T5 per la colata continua di lamiere, che all’”Unione”, forni T3 per la colata continua di bramme e T4 per quella dei tondi.C’era un particolare che le due società avevano in comune: la Val di Scalve. La FALCK vi possedeva dagli anni Trenta due miniere, una a Schilpario e l’altra alla Manina, nel comune di Vilminore di Scalve, mentre, come abbiamo visto, Leone era nativo di quelle terre.

Forno T3 Stab. Unione. Forno T5 Stab. Concordia.

Forno T5 Stab. Concordia.

Un grazie ad Adalberto Morzenti per le fotografie; tecnico ed impiegato FALCK a Schilpario, Zogno e Sesto San Giovanni.

Acciaieria di Borgo Valsugana.