800-900

Debora Bongioanni & El Fahmy Awatif

L a v i t a d i C l a u d e M o n e t

Oscar Claude Monet, indiscutibilmente riconosciuto come il più “impressionista” degli Impressionisti e principale ispiratore della prima esposizione allo studio di Nadar, nasce a Parigi il 14 novembre 1840 e muore il 16 dicembre 1926 a Giverny, un piccolo villaggio agricolo, nella valle della Senna.Di origini familiari assai modeste, trascorre la propria fanciullezza a Le Havre. Fin da giovanissimo si dimostra versato nel disegno e grazie all’interessamento di una ricca zia, ha la

possibilità di trasferirsi a Parigi per frequentare una scuola d’arte. Nel 1859 giunge dunque nella capitale; nonostante le assicurazioni date in famiglia, egli non si iscrisse mai a regolari corsi accademici e le sue prime frequentazioni furono quelle degli ambienti artistici vicini al più anziano Manet, già alle prese fin da allora, con le bizzarre giurie dei Salons.Un anno dopo è nuovamente a Parigi dove conosce, Pissarro e Degas e dove all’insegnamento accademico, continua a preferire la pittura en plein air, e le stimolanti sperimentazioni sulla luce e sulla percezione dei colori.L’incontro con Manet e con gli altri frequentatori del Café Guerbois arricchì enormemente il suo bagaglio di esperienze, e quelli che seguono sono anni di lavoro accanitissimo, con poche soddisfazioni e molte amarezze, acuite anche da una forte depressione e da gravi problemi economici.Dopo il 1880, anno della sua ultima presenza al Salon, il successo sembra alfine arridere a Monet, ormai divenuto indiscutibilmente, l’uomo simbolo dell’Impressionismo e il battagliero erede di quel ruolo – guida che Manet, già stanco e malato, non era più in grado di svolgere compiutamente. Nel 1908 Monet dedica un intenso soggiorno a Venezia, dal 1909 al 1926, anno della sua morte, esegue una serie dei quadri “Le ninfee”. In questi fiori acquatici sono sintetizzati i suoi interessi. Nello stesso anno gli viene diagnosticata una doppia cataratta, ma l’operazione agli occhi viene rimandata. I problemi agli occhi si aggravano di anno in anno. Si ammala di tumore al polmone nel 1926 e morirà il 5 dicembre.

L a v i t a d i E t t o r e T i t o

Ettore Tito nacque il 17 dicembre 1859 a Castellammare di Stabia in Campania. Inizialmente fu allievo a Napoli dell’olandese Van Haanen, si stabilisce nel 1867 a Venezia con la propria famiglia. L’opera con cui esordì nel 1887 come pittore, riscuote un notevole successo e venne acquistata dal Governo per la Gnam di Roma. Nel 1895 Tito ottiene il primo premio all’edizione successiva con Sulla laguna. Tito in seguito parteciperà a quasi tutte le edizioni di questa manifestazione, con mostre individuali nel 1912 e nel 1922. Alle prime opere che ritraggono con stile realistico e virtuosismo tecnico e luministico scene di ambiente popolare di Venezia, fa seguito la produzione matura, improntata a un eclettismo la cui fonte di ispirazione è la fastosa pittura veneta del Cinquecento e soprattutto del Settecento. Ai paesaggi, soprattutto quelli marini, vengono ad aggiungersi delle scene allegoriche dal vago mitologismo, popolate da ninfee, veneri e amorini (Nascita di Venere, 1903, Baccanale, 1906, Amore e le Parche). L’artista sviluppa anche una tecnica dal colore brillante e dalla pennellata briosa che denuncia anche la suggestione della pittura di successo di Zorn, Besnard, Sorolla e Sargent. I suoi ritratti femminili hanno tangenze con la pittura boldiniana. Tito si cimenta in ampi affreschi allegorici e religiosi. Nel 1915 si trasferì con tutta la famiglia a Roma perché aveva ritenuto che Venezia era un luogo poco sicuro. Nel 1919 venne allestita la sua più grande mostra personale alla galleria Pesaro di Milano. Nel 1929 oltre ad essere già insegnante all’Istituto delle belle arti, fu nominato Accademico d’Italia e gli venne offerto di realizzare la decorazione del soffitto della chiesa di Santa Maria di Nazareth a Venezia, che era stato distrutto da una bomba della prima guerra mondiale. Nel 1932 alla XVIII Biennale veneziana gli venne dedicata l’ultima mostra personale e nel 1940 fu la sua estrema partecipazione all’Esposizione con un suo quadro: “I maestri veneziani”. Ettore Tito morì il 26 giugno del 1941, ed è sepolto in una cappella della chiesa proprio sotto il suo più monumentale lavoro.

L a l e t t e r a t u r a E u r o p e a d e l l ’ 8 0 0 - 9 0 0

LETTERATURA ITALIANA

ORIGINE = TESTI VOLGARII primi testi in volgare appaiono all'inizio del'200 = data di inizio della letteratura italiana.Prima della cultura volgare c'era la tradizione della cultura classica antica che era in mano della classe colta.Alle spalle della nascente letteratura italiana vi erano le letterature sviluppate sul suolo francese che usavano la lingua volgare (d'oc = Sud,oil = Nord) che si diffusero gradualmente in tutta Europa.

LETTERATURA FRANCESEVerso la metà del secolo si manifesta una tendenza ad un'arte più realistica. Questa trova nella narrativa l'espressione artistica nei romanzi di GUSTAVE FLAUBERT (1821-1880) e, in parte, in quelli di ÉMILE ZOLA (1840-1902), mentre in poesia THEOPHILE GAUTIER (1811-1872) propugna una lirica più precisa nei particolari e nell'espressione, intesa a rilevare ogni forma di bellezza. Ma ecco in pieno realismo sorgere alcuni scrittori che a questo reagiscono, orientando parte della letteratura francese ad una lirica fatta di sogno e di musica e a tradurre l'umano sentire in immagini simbolistiche ed analogiche: corrente di cui si può considerare iniziatore CHARLES BAUDELAIRE (1821-1867), e banditori PAUL VERLAINE (1844-1896), ARTHUR RIMBAUD (1854-1891) e, particolarmente, STÉPHANE MALLARMÉ (1842-1898), che apre la via alla poesia del Novecento — alla poesia ermetica —, che trova l'espressione massima in PAUL VALERY (1871-1945), mentre dà al teatro nuove vie l'alta opera di PAUL CLAUDEL (nato nel 1868).

LETTERATURA RUSSAVolgendo l'Ottocento al termine, tra gli ultimi anni del secolo e l'inizio del successivo, anche in Russia penetrano le correnti europee letterarie-spirituali del tempo, le quali vengono assimilate e svolte nei modi originali da notevoli personalità di scrittori, come VLADIMIR KOROLENKO (1853-1921), ANTÓN CECHOV (1860-1904), MAKSI'M GORKIJ (1868-1936). È una letteratura, questa russa dell'Ottocento e Novecento, ricchissima di prosatori e di poeti e di pensatori, che molto debbono sí all'Occidente, ma pur all'Occidente non mancano — i maggiori — di trasmettere l'influsso dell'arte loro ed originali creazioni e ripensamenti. Tra gli scrittori piú recenti ha acquistato fama mondiale BORIS PASTERNAK (1890-1960), studioso di filologia e di problemi sociali, poeta lirico e grande romanziere.

Il movimento letterario e artistico è il simbolismo

La Bellezza del decadentismo è pervasa da sensi di disfacimento, di deliquio, di sfinimento, di languore. Il poeta avverte la sua parentela con il mondo della decadenza romana e dell'Impero di Bisanzio; tutto è già stato detto, tutti i piaceri sono stati provati e bevuti, all'orizzonte si profilano le orde dei barbari che la civiltà malata non saprà arrestare: non rimane che tuffarsi nelle gioie sensuose di una immaginazione sovraeccitata e sovraeccitabile, elencare i tesori dell'arte, passare le mani stanche tra i gioielli accumulati dalle generazioni passate. Bisanzio, sfavillante di cupole d'oro, è il punto d'incontro tra la Bellezza, la Morte e il Peccato.Il movimento letterario e artistico più significativo del decadentismo è il simbolismo, la cui poetica ha imposto al tempo stesso una visione dell'arte e una visione del mondo. Il poeta si aggira per una città industriale e mercantile, meccanizzata, in cui più nessuno appartiene a se stesso e ogni ricorso all'interiorità pare scoraggiato.Il simbolismo è un movimento culturale sviluppatosi in Francia nel XIX secolo che si manifestò nella letteratura, nelle arti figurative e di riflesso nella musica. Sebbene manifestazioni di arte simbolista si siano avute anche prima, convenzionalmente si fa coincidere la data di nascita del Simbolismo con la pubblicazione su Le Figaro del Manifesto del Simbolismo da parte del poeta Jean Moréas (18 settembre 1886).

Il naturalismo

Il Naturalismo è una corrente letteraria che nasce in Francia alla fine dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati nelle scienze naturali. Esso riflette in letteratura l'influenza della generale diffusione del pensiero scientifico, che basa la conoscenza sull'osservazione, sulla sperimentazione e sulla verifica.Lo scrittore deve realizzare la realtà nel modo più oggettivo ed impersonale possibile, lasciando alle cose e ai fatti stessi narrati e descritti il compito di denunciare lo stato della situazione sociale, evidenziare il degrado e le ingiustizie della società. Gli scrittori naturalisti abbandonano la scelta narrativa del narratore onnisciente, che sa tutto dei personaggi e che racconta la storia in terza persona, comune nel romanzo romantico, sostituendola con una voce narrante che assiste ai fenomeni descritti, così come accadono.

Il decadentismo

Per Decadentismo si intende un movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli inizi del XX secolo, che si contrappone alla razionalità della scienza. Negli ultimi decenni dell'Ottocento prende avvio in Francia, e si diffonde poi in Europa, il movimento letterario del Decadentismo. Gli scrittori di questa tendenza vennero inizialmente definiti decadenti in senso dispregiativo, perché negavano i valori morali correnti, sostenendo che l'unica preoccupazione dell'arte dovesse essere di

natura esclusivamente estetica. L'estetismo è il culto della bellezza in sé. In Italia i maggiori rappresentanti del Decadentismo sono D'Annunzio e Pascoli. Nelle poesie di D'Annunzio infatti si può notare la sua idea del futuro, proiettato verso la glorie e bellezza esteriore. Anche Pascoli appartiene a questa corrente letteraria però la differenza è che lui dà più importanza alle piccole e semplici cose della vita. A coloro che facevano parte di questa corrente letteraria fu attribuito il nome di "decadenti"(in senso dispregiativo, nel senso coloro privi di valori artistici) dai naturalisti.

Arte nell’arte

Monet Refuses the OperationDoctor, you say there are no haloes

around the streetlights in Parisand what I see is an aberration

caused by old age, an affliction.I tell you it has taken me all my life

to arrive at the vision of gas lamps as angels,to soften and blur and finally banish

the edges you regret I don’t see,to learn that the line I called the horizon

does not exist and sky and water,so long apart, are the same state of being.

Fifty-four years before I could seeRouen cathedral is builtof parallel shafts of sun,

and now you want to restoremy youthful errors: fixednotions of top and bottom,

the illusion of three-dimensional space,wisteria separate

from the bridge it covers.What can I say to convince you

the Houses of Parliament dissolvenight after night to become

the fluid dream of the Thames?I will not return to a universe

of objects that don’t know each other,as if islands were not the lost children

of one great continent. The worldis flux, and light becomes what it touches,

becomes water, lilies on water,above and below water,

becomes lilac and mauve and yellowand white and cerulean lamps,

small fists passing sunlightso quickly to one another

that it would take long, streaming hairinside my brush to catch it.To paint the speed of light!

Our weighted shapes, these verticals,burn to mix with air

and change our bones, skin, clothesto gases. Doctor,

if only you could seehow heaven pulls earth into its armsand how infinitely the heart expands

to claim this world, blue vapor without end.

Monet rifiuta l'operazione

Dottore, lei dice non ci sono aloniintorno ai lampioni di Parigi

e quello che vedo è un'aberrazionecausata dalla vecchiaia, un'afflizione .

Io vi dico che mi ha preso tutta la mia vitaper arrivare alla visione di lampade a gas come angeli ,

per ammorbidire e sfumare e infine bandirei bordi ti penti non vedo ,

per imparare che la linea ho chiamato l'orizzontenon esiste e il cielo e l'acqua ,

così a lungo a parte , sono lo stesso stato d'essere .Cinquantaquattro anni prima che ho potuto vedere

Cattedrale di Rouen è costruitodi alberi paralleli da sole,

e ora si desidera ripristinarei miei errori giovanili : fissonozioni di alto e in basso ,

l'illusione dello spazio tridimensionale ,glicine separatodal ponte copre .

Cosa posso dire per convincertile Houses of Parliament si dissolvono

notte dopo notte per diventareil sogno fluido del Tamigi ?

Non voglio tornare a un universodi oggetti che non si conoscono l'un l'altro ,come se le isole non erano i bambini perduti

di un grande continente . il mondoè il flusso , e la luce diventa ciò che tocca,

diventa acqua, ninfee sull'acqua ,sopra e sotto acqua ,

diventa lilla e malva e gialloe lampade bianche e cerulei ,

piccoli pugni che passano la luce del solecosì rapidamente da uno all'altro

che ci sarebbe voluto tempo , lo streaming capellidentro la mia spazzola per prenderlo.Per dipingere la velocità della luce !

Le nostre forme ponderata , questi verticali ,bruciare per mescolare con l'aria

e cambiare le nostre ossa , la pelle, i vestitiai gas . medico,

se solo tu potessi vederecome il cielo tira a terra nelle sue braccia

e come infinitamente il cuore si dilatadi rivendicare questo mondo , vapore blu senza fine.

IL MODELLO

IL RISULTATO

I L M O D E L L O

I L R I S U L T A T O