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Prefazione1

Monterk

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Fa freddo, o almeno è ciò che dimostrano le due ragazze poco lontano dalla mia carrozza.Conosco il rumore che fra poco udirò, gli schiamazzi, il frastuono di bicchieri che si incontrano e il voci ario degli uomini d’affari che discutono di politica, lavoro e donne. Che… disgusto, ho passato anni tra le feste galanti e discoteche per ragazzini stupidi. Ma credo che sta sera possa andare meglio. Riconosco subito l’era in cui sono dagli abiti, vistosi, colorati e ornati da gioielli o orologi pendenti. Le pettinature pompose e gli ombrelli da sera inutili, le maschere piumate che contornano il volto delle ragazze più giovani e quelle bianche per gli uomini più facoltosi. La mia è d’oro, il mio patrimonio me lo permette, non è solo placcata, è completamente d’oro. Il mio abito probabilmente è lavorato a meno dal miglior sarto di questa epoca. Nero, il gilet a strisce dorate e la camicia bianca formano un completo attraente per qualsiasi donna. La mia altezza mi rende ancor più affascinante e i miei occhi color ghiaccio mi rendono…misterioso.Il mio nome si addice per un ragazzo di 127 anni dalla famiglia facoltosa: Valer Monterk, la mia famiglia ha origine nel 1099 d.C, io sono nato nel 1877, a New York. Ho vissuto per secoli sfruttando il mio potere, non mi sono mai fermato e, quando poco tempo fa è morta la mia famiglia, ho deciso di tornare indietro nel tempo fino ad oggi: 12 Luglio 1879I miei genitori e le mie sorelle sono state assassinate, non so chi sia stato, e sono qui con l’intento di scoprirlo, so solo che costui che ha massacrato la mia famiglia, era anche un loro caro amico. Ora è un traditore. Ahimè non posso tornare indietro per fermare l’assassino, è molto forte e a quanto pare, anche lui è abile nel sfruttare il tempo.

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Io non sono un ragazzo normale, spero lo abbiate capito, sono un immortale. Nato e cresciuto come esso. Addestrato per uccidere e sfruttare il mio dono più grande: il tele trasporto nel tempo. Vendicherò la mia famiglia, dissanguerò l’intera casata di colui che ha messo la parola fine alla mia, e poi, tornerò al presente.

1- Casa vittoriana

Quando scendo dalla carrozza tutti i profumi che mi attorniano li percepisco, un ondata di aromi differenti tra loro si immergono nei miei polmoni. Che delizia, non solo percepisco gli odori odorabili da qualsiasi umano, sento anche quelli che sono un segugio possa sentire. In più, vedo, sento, odoro ogni goccia di sangue che vi è contenente in ogni corpo che mi circonda.Il mio taglio di capelli, pur essendo insolito per questa epoca, attira le due ragazze infreddolite che sorpasso, con un accenno di sorriso mi trasmettono ogni loro pensiero sessuale che hanno, le loro voglie e smanie me le infondono con un semplice gesto corporeo. Mi passo una mano nei miei capelli scuri pieni di gel, sono tirati indietro ma una ciocca di capelli ribelli mi ricade sulla parte destra del viso.

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Nascondo i miei 4 canini appuntiti mentre ricambio al sorriso delle ragazze, i loro vestiti pomposi blu e neri fanno sì che ogni uomo possa essere attratto dai loro corpi rosei e belli.La casa che mi ritrovo davanti è la mia, ho incaricato la servitù per creare una festa degna di un re, addobbi, musica e tanto champagne. Anche se sono tornato indietro nel tempo la mia famiglia rimane morta, non ho la capacità di rivedere le persone a me care tornando indietro, se qualcuno muore nel futuro, muore nel passato cancellando la memoria di chiunque abbia conosciuto o anche solo parlato con la persona deceduta.La mia casa ha 85 camere da letto, è disposta orizzontalmente accanto ad un bosco e il giardino che la circonda è di circa 200 mq, i fiori che decorano esso sono sulla migliaia. La cosa che amo di più però, è il vialetto principale, la fontana al centro di esso spruzza acqua e la ghiaia la contorna elegantemente.Entro facendo spalancare il portone principale, all’interno, nella ala principale, il centinaio di persone parlano tra loro scalpitando sul pavimento in marmo bianco. La sala è enorme, sul fondo le scale infoderate di velluto rosso fanno partire ai lati una serie di colonne che reggono i corridoi superiori. I lampadari in cristallo illuminano la sala in modo che ogni viso sia visibile.Tra donne, uomini e ragazzini riconosco molta gente, mi sono imparato i nomi di essi o già li conosco, ma loro, non sanno chi sono. Non ne hanno idea.

<Buonasera, lei chi sarebbe?>

Un gentil uomo dall’aria antica mi saluta all’ingresso, l’invito era anonimo, quindi nessuno dei presenti è a

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conoscenza di essere in casa mia. Sapete qual è la cosa bella? Che ci saranno molti che mi guarderanno pensano che io sia povero, chi non mi conosce avrà sicuramente dei pregiudizi. Ma quando sapranno…

<Buonasera, mi conoscerà presto e intanto, spero che si godrà la festa>

Dopo aver congiunto le mani dietro la schiena, me ne vado senza dare nessun tipo di informazione. Il sorriso mi si allarga, è divertente osservare le espressioni confuse della gente mentre passo, le ragazze e donne sorridono invece, ciò serve solo ad aumentare la mia autostima.Il primo cameriere che passa, vestito con lo smoking e reggente di un vassoio con calici da champagne, lo fermo per prendere un bicchiere. La mia razza ha una dieta particolare, ma può assumere comunque il cibo umano, anche se non viene assorbito come nutrimento ma solamente come materia di scarto.

<Buonasera signore, vi godete la festa?> Decido di salutare due ragazze sulla ventina d’anni, sono entrambe more, capelli cotonati e maschere blu, sono due gemelle e il profumo del loro sangue è così dolce da cariarmi i denti al solo odorarne la pelle.

<Buonasera, è una grande festa signor…> Sorrido vedendone uno sulle loro bocche, posso dirgli il mio nome ma non il cognome, quello vi è scritto sul cancello della villa

<Chiamatemi Valer, siete incantevoli>Faccio un baciamano ad entrambe, quando poso le mie labbra sui loro guanti sento i loro respiri aumentare, la pelle delle loro guancia si fa rosea.

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<Ma quanto è alto?> commenta unaComincia a sventolare con il ventaglio dal motivo floreale, faccio in lieve inchino del capo, sono lusingato dal suo commento stupito per la mia altezza smisurata

<Un metro e novantotto>Cominciano a fare risolini imbarazzanti, sono alto quasi due metri e anche mio padre lo era, tutta la mia famiglia era molto alta e dall’aspetto affascinante e misterioso.<Caspita, lei è molto alto, mi piacerebbe scoprire altro su

di lei>L’altra gemella fa questo commento con un aria maliziosa

<Beh, allora dopo magari mi concede un ballo?>L’altra sorella rimane delusa dal fatto che non abbia scelto lei, ma lo faccio solo per cortesia. Adoro danzare ed ogni proposta è sempre valida per me

<Vi saluto>Le lascio a sventolarsi mentre percorro la sala, molti uomini si sono riuniti nel giardino, sono passati dalla porta finestra al lato della sala. Credo che li raggiungerò, così potrò prendere conoscenza dei fatti politici e sociali di quest’ epoca.Ho bisogno di aggiornarmi, sono stato qui otto anni fa per soli due mesi, e poi è difficile usare un linguaggio appropriato per l’epoca e non utilizzare quello del 2000. In quella fascia temporale ci sono rimasto per anni, mi ero quasi abituato. Percorro la strada fino ad uscire dalla porta finestra, il profumo dell’aria pulita mi avvolge, dentro invece c’è un mischio tra l’odore di sangue, il dolce dello champagne e il forte odore dei profumi femminili.

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<Buonasera signori> dico sorridendoI 6 uomini all’esterno accennano un falso saluto mentre tirano dai loro sigari consumati. I loro completi trasudano ricchezza e le loro maschere nascondono, ai più vecchi, le rughe degli occhi.<Buonasera figliolo, vuole unirsi a noi? Mi presento, sono il

duca di Montroinne>A dirlo è un signore sulla cinquantina con grossi baffi bianchi, cilindro in testa e un orologio da taschino in mano, noto che lo controlla nervosamente per poi guardarsi in giro, infatti, presta poco attenzione alla mia risposta

<Buonasera, mi fa piacere unirmi a voi, è una splendida serata non trovate?> chiedo

Tre ragazzi giovani mi guardano come se avessero davanti un abominio, lo so, la mia altezza può anche creare disagio, non solo fascino

<Si è vero, ma lo spettacolo più bello ha la gonna>Uno dei tre fa la battuta, gli altri gli vengono dietro ridendo, sforzo un sorriso davanti al commento osceno, sono i classici Don Giovanni della situazione, il loro scopo principale è portarsi qualcuna a letto. <Si dice che chi ama troppo le gonne, in fondo ama anche i

pantaloni>Non so nemmeno se ciò che ho appena detto abbia senso, sapendo però che le persone che mi circondano sono stupide, il commento apparentemente privo di senso va comunque a segno. I tre ragazzi si offendono come delle ragazzine cominciando a commentare.Mi giro trinando fuori una sigaretta, poi me ne vado con un’espressione seccata. Io non tollero le persone stupide e i

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porci. Le donne vanno rispettate e non usate come gioco sessuale.Accendendomi la sigaretta percepisco un profumo diverso, intenso e dolce, mi fa girare verso il giardino. In lontananza una carrozza nera si ferma davanti alla fontana. Una ragazza bellissima ne esce, capelli biondi, una cascata di boccoli che gli ricadono sulle spalle dolcemente. I miei occhi riescono a vedere i suoi, marroni, quasi neri incorniciati dai suoi zigomi alti e ma mandibola a punta. Meravigliosa.Si trascina dietro il suo vestito verde chiaro in modo leggiero, fine ed elegante. Con lei scendono altre due ragazze, non posso guardarle, sono impegnato sulla ragazza più bella che io abbia mai visto.Mi riscuoto quando sento la musica partire, l’orchestra suona una canzone rilassante ma che non attira a ballare.Poco dopo le mie preghiere sono esaudite, le tre ragazze di prima escono, riconosco la ragazza bionda solo dal profumo, lo riconosco in mezzo agli altri due.Mi notano pure loro, le due ragazze, quella rossa e la mora, mi rivolgono un sorriso, mentre la bionda me ne rivolge un timido, impacciato

<Buonasera signore>dico prima del baciamanoLa mora mi punta i suoi occhioni verdi, li fa passare dalla punta dei piedi fino a quella della testa. Mi squadra fino alla fine per poi rispondere prima che lo faccia la rossa

<Buonasera, credevo che non ci sarebbe stato motivo di rimanere ma ora… ho cambiato idea. Io sono Cassandra e

lei è…?>

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Gli sorrido nel modo più affascinante possibile, voglio risultare sensuale, non un ragazzo dolce.

<Sono Valer piacere> dicoSuccessivamente si presentano anche le altre, la rossa si chiama Johanne e la bionda…. Amelia, nome dolce e fine, come lei. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso, e anche se si tiene a disparte stando dietro alle amiche, noto che anche lei mi rivolge degli sguardi, di sottecchi come se non volesse farsi vedere

<Mi dica Valter, lei è alto così di natura o ha fatto delle cure?> mi chiede Johanne

Faccio una lieve risata, ma anche se è stata lei a chiedermelo, nella risposta, continuo a rivolgere lo sguardo ad Amelia

<Sono così di natura, dicono però che le persone alte morranno prima> dico stupidamente

Perché mai mi è venuta l’idea di dirlo? Per fortuna sembra che non ci diano tanto peso a questo

<Oh cielo speriamo di no, sarebbe un peccato. Lei sa per caso di chi è questa casa? L’invito era anonimo> mi chiede

Cassandra

Non lo dirò nemmeno a loro, sebbene la loro faccia stupita sarebbe uno spettacolo da vedere da vicino, ma sono una persona molto teatrale, perciò riserverò le presentazioni al mio modo.Faccio un inchino e lancio lontano la sigaretta sperando che non mandi a fuoco qualcosa

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<Perdonatemi signore, il dovere chiama> dicoL’estasi del dolce odore del sangue delle tre ragazze finisce quando rientro, devo presentarmi una volta per tutte, o si faranno troppe domande.Mio padre diceva sempre: non è la bella che fa la differenza sulle persone, o i modi, è la presentazione.

2-Il fuoco

Andai sulla scalinata, i lati di essa sono stati decorati con festoni floreali, i petali cominciano a marcire ma nessuno se ne accorge. Nel tragitto le persone mi fissano, e lo faranno stupiti quando scopriranno che, un ragazzo apparentemente ventiquattrenne, possiede una casa tanto grande e una ditta bancaria.Vengo affiancato dal mio servitore fedele: Dimitri, un uomo basso la metà di me e con fare sciatto ma elegante allo stesso tempo.

<E’ pronto signore? Accendo i fuochi?>Mi aveva chiesto tempo prima se erano necessari, ebbene sì, o nessuno crederà che tutto ciò che li circonda è di mia proprietà.Ancora con le mani congiunte dietro la schiena gli faccio cenno, ho posizionato ai lati delle scale, sui lampadari e altri sparsi per la stanza dei bocchettoni del fuoco e se ho

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fatto tutto correttamente nessuno dovrebbe bruciarsi, se no sarebbe un bel problema sbarazzarsi dei corpi.Ho portato una cosa dal 2000, un microfono nascosto che si collega a micro alto parlanti in tutta la stanza

<Togli le luci> ordino a DimitriIn un nano secondo tutto si fa buio, sento i sussurri increduli e le risatine isteriche delle donne, ancor di più sento quella di Amelia, accompagnata dal suo incredibile profumo. In tutti i miei anni non ho mai sentito niente di simile, è una sinfonia di rose, fragole e… libro? Si, sento l’aroma dei vecchi libri, quel profumo che lo si sente appena varchi la soglie di qualsiasi libreria.

<Bene signori e signore, madame e messeri>Fa ancora più scalpito sentire la mia voce attraverso un microfono, non sanno cosa sia quindi penseranno che io abbia un timbro di voce molto alto

<Questa sera siete qui sotto un invito, uno anonimo, ebbene… siete in casa mia>

Subito dopo si accende il fuoco, fiammate partono ai lati della scala ogni volta che scendo di uno scalino. Mi levo la maschera quando inizio a vedere i volti delle persone stupite. Mi guardano con un misto di incredulità e delusione.Ma tutti sono molto divertiti e affascinati dal fuoco, è come una sorta di magia, dove passo io il fuoco divampa<Vi do il benvenuto nella mia dimora: la villa Monterk, ho

viaggiato molto per arrivare fin qui e vi farò conoscere cose che non avete mai visto. Ma per ora, godetevi la festa>

La mia voce risulta un enigma per le altre persone, affascinante, indecifrabile e quando scendo l’ultimo scalino

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vedo Amelia, circondata da ragazze con un sorriso splendido sulle loro bocche.

<Tutto questo è suo?>Lo dice in modo stupito e non mi stacca lo sguardo di dosso, mi arriva al petto, segno che è alta anche lei ma sembra meno incantata delle sue amiche

<Si, esatto, tutto ciò che la circonda è di mia proprietà signorina Amelia>

Mi inchino per fare il baciamano con una mano disposta dietro la schiena, le mie labbra toccano la sua mano nuda, segno che si aspettava che lo facessi e che volesse sentire la mia bocca sulla sua pelle. Incredibilmente calda risulta la sua mano, come se gli ormoni la surriscaldassero da dentro

<Ma allora è vero che è pieno di sorprese>Mi si affianca la sua amica Cassandra, le sue grosse labbra si tirano in un sorriso non poco malizioso e ahimè, vorrei tanto leggere i suoi pensieri ma forse verrei a conoscenza di quelli di Amelia, ma non voglio fare la spia

<E non sarà una delle ultime questa, spero vi stiate godendo la sorpresa> dico

Fanno un altro risolino imbarazzato, Amelia continua a guardarmi ma senza sorridere come se fosse ipnotizzata. Tutti quelli della mia specie abbiamo dei talenti naturali, uno di questi è l’enorme fascino che ci accompagna ovunque, possiamo far cadere tutte le donne ai nostri piedi, a volte anche degli uomini. Questo però risulta un po’ più sgradevole.

<Se non mi ricordo male lei mi deve un ballo>Mi volto al suono della voce dietro le mie spalle, è la gemella di poco fa, essendo un gentiluomo devo rispettare le mie promesse perciò si, ballerò con lei

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<Ma certo madame, e spero che anche voi più tardi possiate concedermene uno>

Mi rivolgo alle tre ragazze, ma ammetto che il mio unico obbiettivo è Amelia, ma non risponde come le altre, si limita in un inchino formale prima che io venga trascinato dalla gemella in pista. Chissà se è davvero lei o è l’altra sorella questa, sarà un mistero.

<Ma certo, a dopo> mi dice JahnettePrendo a braccetto la gemella e l’accompagno fino a metà sala, al centro della pista da ballo, mi rimetto la maschera quando inizia la canzone successiva. È un valzer, inglese mi sembra, è una canzone lenta con dei punti veloci.

<Io sono Corinne a proposito> mi sussurraIndossa dei tacchi, lei mi arriva al mento e ciò mi fa dedurre che sia ancora più alta di Amelia, incredibilmente affascinante la donna a cui tengo mano e vita, ondeggia e si muove come una ballerina professionista

<Lei è Americano?> mi chiedeNon so se mentire o meno, nessuno mi ha visto prima d’ora e confessare che vivo qui da tempo sarebbe oggetto di dubbi popolari

<No, sono italiano con origine americane>Sembra piacerle l’idea di star ballando con un italiano, il suo sorriso si allarga ancor di più, ma ahimè, cominciano i pensieri animaleschi che ogni immortale possiede.Comincio a vedere le vene pulsanti del suo collo e il sangue che vi scorre dentro di esse, il suo cuore forma una dolce melodia tra le mie orecchie e i miei canini lottano per uscire, comincio a sentire i pensieri di Corinne

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-speriamo che questo ragazzo sia libero, ho la nottata libera oggi-

Se mi venisse a trovare probabilmente non ne uscirebbe viva, non mi nutro dalla sera prima e la brama di sangue si fa sentire.

<Si sente bene?>Probabilmente ha notato la mia espressione famelica sul viso, è bene che mi allontani o non riuscirò a trattenermi.

<Scusatemi>Me ne vado a gambe levate diretto alla mia camera, molti notano la mia fretta e l’implorazione di Corinne di restare è una dolce tentazione, ma è meglio per lei che me ne vada. Prima di fare danni.La mia stanza si trova nel corridoio dopo le scale, salendo vengo fermato parecchie vote da dei signori aristocratici pieni di domande, ma a questo, penserò dopo.Corro in camera mia superando le 4 camere ai lati del corridoio, la mia è molto grande con un letto a baldacchino posto sul muro davanti alla porta, oltre a questo vi è un camino sulla sinistra e dei divanetti in pelle. Tutto decorato da varie rose color sangue sparse per la camera.Mi metto le mani tra i capelli cercando di rinfoderare i canini bramanti di angue, ho fame, perché devo avere sempre fame? I muscoli cominciano ad irrigidirsi sentendo la voglia di stritolare tra le braccia un corpo caldo e pulsante.

<Mio signore?>Oh no, una cameriera mi chiama al di là della porta, i miei occhi cominciano a bruciare mentre si colorano completamente di nero sovrastando il bianco, la mia voce si fa fredda e sforzata dalla tensione

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<Vada via!> tuonoPochi istanti di silenzio separano l’apertura della porta, eccola lì, una vergine pronta per essere dissanguata, il completo sporco della cameriera mi fa dedurre che abbia lavorato molto. Ma non importa, mi ci vogliono sette secondi per girarmi, terrorizzarla, chiudere la porta e avventarmi sul suo caldo collo. I miei canini fremono penetrando la pelle e l’arteria del collo. Il sangue mi sgorga nella bocca nutrendomi, il mio corpo freme al sapore intenso del sangue.Quando ho finito le do il colpo di grazia strappandogli la carne dal collo dove i miei canini erano penetrati. Ecco, ora non ho più fame.

Fortunatamente non ho avuto bisogno di cambiarmi l’abito, mi sono solo sporcato la bocca e presto il mio servitore dovrà pulire il disastro che ho combinato, lui è a conoscenza della mia vera natura e si è offerto come mio servitore due anni fa quando l’ho salvato da un incidente stradale.Depongo il corpo all’interno del armadio vicino al letto, è così grande che di corpi possono starcene almeno dieci, ma ora bando alle ciance, dobbiamo tornare dagli ospiti.

3-Gelosia folleNon sono mai stato un uomo geloso, o almeno finora, quando vedo Amelia, sulle scale abbracciare ridendo un ragazzo poco più giovane del mio aspetto. Ricordiamoci che ho 24 anni, non 127.

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Mi blocco sui gradini con una sorta di pressione sul petto, e si che non ho ancora scambiato parola con la dolce ragazza, ma la gelosia folle mi pervade. Che odioso sentimento.

<Eccovi, Valter!>Le gemelle mi raggiungono attirando il giovane uomo accanto ad Amelia, lei si stacca da lui e il sorriso le si spegne incontrando il mio, mi odia forse?

-Chi è costui? -La domanda mentale del ragazzo è più che appropriato, deve essere arrivato ora se non mi conosce. Prendo a braccetto le gemelle e raggiungo i due poco più i basso di noi<Buonasera, non mi sono ancora presentato con voi, sono

Valer MonterkStringo la mano al giovane dai capelli ramati, mi osserva stupito come se avesse davanti qualcosa che non ha mai visto prima d’ora.

<Buonasera, sono Luke Fainter, lei è il proprietario di questa villa vero? Ho letto il nome sul cancello>

Annuisco davanti alla stupida perspicacia del giovane, risulterei scortese a dirgli che è sorprendente che sappia leggere nonostante la sua intelligenza scarsa, o magari è la gelosia che me lo suggerisce. Dopotutto non credo che Amelia sia stupida quindi, stando con lui, non dovrebbe esserlo nemmeno Luke.

<Si sono io, ho organizzato tutto questo per poter conoscere gente di alto livello, sono qui da poco> dico

sorridendoRichiudo subito la bocca quando mi accorgo che mi sono dimenticato di rinfoderare i canini, per fortuna nessuno

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sembra accorgersene, le ragazze sono fisse sui miei occhi mentre questo… Fainter sembra concentrato a sforzarsi di essere più alto, gli ci vorranno altri 15 centimetri buoni per esserlo più di me.

<La capisco, da dove viene? Io sono un avvocato di qui mentre Amelia è una futura cantante> mi dice

Caspita, mi piacerebbe udire la sua voce melodiosa sotto le note di una dolce canzone

<Vengo dall’Italia, ho delle banche qui a New York, forse avrà già sentito parlare della Monterk Banc> dico

Annuisce, magari non lo sapeva e vuole solo apparire intelligente, non si può mai sapere. Quando sono venuto qui, ho utilizzato parecchi soldi per fondare banche in tutta la città, fortunatamente la mia famiglia mi ha lasciato un patrimonio altissimo, quindi gli oggetti in oro che si vedranno in giro, quelli di cristallo e quadri pregiati sono veri.

- Ah ne ho sentito parlare, perciò lei viene da una famiglia facoltosa-

Annuisco anche io al suo commento- E lei? Amelia canta, mi piacerebbe sentirla magari

potrebbe farci l’onore di cantare questa sera- le chiedoLe sue guance arrossiscono pericolosamente, non può vergognarsi, se vuole fare la cantante non può permettersi di avere paura

- Ne sarei grata signor Monterk-Sorrido a mia volta estasiato dalla sua risposta

- Mi chiami pure Valer-

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Il signor Fainter non sembra molto contento dalla risposta che ho dato ad Amelia, forse pensa che darci del tu sia segno di confidenza? Perfetto direi.

<Vuole farci strada per cantare?>mi chiede leiInchino la testa sorridendo, finalmente mi parla e la sua voce è già bellissima senza cantare, immaginate sotto le note musicali.Piego le braccia in modo che le due gemelle mi prendano a braccetto, scommetto che Amelia preferisca andate con Fainter. Purtroppo.Porto tutti verso il lato destro vicino alla porta finestra, li vi è un palco con l’orchestra

- Ecco a voi, fateci sentire la sua voce melodiosa- dicoMi fa un sorriso imbarazzato per poi posizionarsi al di sopra del palco, la gente continua a parlare, lei prova a fare un tentativo ma nessuno la ascolta.Sapevate che, anche se prima l’ho usato, non serve agli immortali un microfono, se ci impegnano possiamo sovrastare con la voce qualsiasi rumore

- Silenzio!-Chi mi sta attorno deve tapparsi le orecchie. La mia voce risulta tonante, sicura e con un tono imperativo che farebbe tacere chiunque

- Prego, vada-Ad Amelia rispondo dolcemente, incitandola a cantare.Ora ha l’attenzione di tutti, tutti i presenti la guardano curiosi e sorpresi per il mio, innaturale, tono di voce.Lei sorride prima di cominciare, ha la voce più dolce e intensa che io abbia mai udito, belle sono le parole della canzone triste. Riesce fare degli acuti perfetti, le mie

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orecchie super sviluppate non sentono nessun difetto nella sua voce. Perfetta.Al termine della canzone comincio ad applaudire, tutte le persone mi vengono dietro facendo arrossire la giovane cantante. Vado ancora applaudendo, verso Amelia, non mi trattengo dal baciarle la mano

- Non ho mai sentito nulla di simile- commentoChina il capo imbarazzata, quando mi riguarda ha un sorriso incredibile

- Sei stata grande!-Luke rompe l’atmosfera abbracciandola, mi allontano di un passo e vengo preso dalle gemelle. Poco dopo ci raggiungono anche le due amiche di Amelia, sono estasiate dallo spettacolo della amica

- Caspita, sei stata grandiosa, non è vero Valer?-Mi giro verso Jahnette

- Spettacolare, non trovo parola migliore-Cassandra mi sorride spingendo via una delle gemelle per impossessarsi del mio braccio, sono stupito dalla foga in cui lo fa

- Che ne dice se mi fa vedere la villa?-Sinceramente non potrei, non dopo ciò che è successo in camera mia.

- Ogni gentiluomo ha qualche segreto, ma se vuole posso mostrarle il giardino. Amelia, Luke, volete unirvi a noi?-

Cassandra sembra un po’ delusa dalla mia proposta, credo voglia rimanere sola con me .

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- Siamo lusingati ma… dovremmo andare, domani ho lezione di canto-

Amelia mi da una spiacevole notizia, sono solo le 11 e già se ne deve andare.

- Mi dispiace, spero che un giorno ci rivedremo-Le faccio il baciamano per poi congedarsi e fare il giro turistico a Cassandra, mi rimane che farlo.

- È fidanzato?-Mi fa questa domanda appena passiamo sotto l’arco di rose che da sul giardino.

- No, è lei?-Scuote la testa compiaciuta.Il giardino privato è collegato all’altro da un sentiero costeggiato dalla siepe. Porta fino ad uno più piccolo attorniato da altra siepe.

- Questo posto è incredibile- commenta leiEd è proprio così.C’è un albero al centro di ciliegio, i petali bianchi spiccano sul verde dell’erba, accanto ad esso vi è un divano in ferro.Ho appositamente lasciato accanto al divano, un tavolino con dello Chanpagne

- Vuole festeggiare?-Annuisce, le porgo il bicchiere pieno e me ne verso un po’ anche a me. Ho sempre amato lo champagne, più del vino rosso. Anche se d’aspetto somiglia al mio alimenti base

- Ha intenzione di fare altre feste oltre a questa?-

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Mi siedo accanto a lei sul divano, non sento il caldo e il freddo perciò non ho un brivido come lo ha Cassandra nel sedersi.

- Non saprei, io amo le feste, quelle in maschera ancora di più-

Mi indicò la maschera dorata, Cassandra allunga la mano, lentamente come se avesse rumore. Mi sfila la maschera rivelando ancor di più la mia pelle bianca come la neve.

- Lei è bellissimo lo sa?-Se potessi arrossirei, ma non sorrido, allungo la mano verso il suo viso, roseo e candido. La sua guancia incontra volontariamente la mia mano, chiude gli occhi e sent il suo respiro caldo

- Che cosa fa?- sussurraMi avvicino a lei, anche io lentamente, non mi piace adescare solo per una notte ma… chi lo sa.

- L’amore va vissuta sotto un tappeto di stelle e sopra uno di rose-

La baciò intensamente, assaporo la sua pelle sentendola calda, vorrei mordergli le labbra e assaporarne il succo che vi è all’interno.Mi si avventa addosso, si mette in ginocchio sul divano in modo da essere alta quando me da seduto, mi accarezza i capelli, la schiena.Le faccio scorrere le mani lungo i fianchi, comincio a baciarle il collo e i miei denti fremono. Ma non posso, non lei, Amelia lo verrebbe a scoprire.

- Sai, forse è meglio non qui-Mi stacco sorpreso, siamo lontani dalla festa, isolati dagli sguardi indiscreti.

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- Ma certo, se non le dispiace, vado a far finire la festa, vuole venire con me?-

Capisce cosa voglio fare e annuisce sorridente.

4- passione rossaPassano 30 minuti tra chiacchiere tra uomini, poi decido di incaricare il mio servitore di mandare via tutti. Ovviamente tutti tranne Cassandra. Mi posiziono sulla porta per scambiare saluti con tutti.Guardo Dimitri, sa che voglio sapere se la camera da letto è stata ripulita. Mi fa cenno di sì.

- Mia signora, siamo da soli ora- dicoLei manda via Dimitri e mi guarda, ha uno sguardo penetrante, possessivo e malizioso.Si slaccia il vestito, esso ricade sul pavimento, vedo tutto il suo corpo perfetto.Mi avvento su di lei, mentre passo le mani su di lei e la bacio, lei mi sveste. Quando mi toglie la camicia rimane estasiata dai miei muscoli, pettorali e l’accento di addominali. Ma scorrere le mani sui muscoli ben visibili delle braccia.

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- Sei perfetto- mi sussurraLa continuo a baciare ovunque, la alzo da terra di peso. Portandola di sopra non guardo nemmeno dove vado. So cosa devo fare e a lei non dispiacerà.

Il mattino è dolce oggi, non amo il sole ma nemmeno mi brucia, non sono come pensate voi.Cassandra accanto a me mi tiene la vita con un braccio, accarezzandole il viso sento il respiro caldo e lento.

- Buongiorno, dormito bene?-La mia domanda fatica ad avere risposta, strizza gli occhi alla luce del sole che entra dalla tenda tirata.

- Sono stata perfettamente-Sorriso compiaciuto, spero però che non mi consideri come base di sfogo, che quando venga qui voglia fare solo una cosa.

- Dovresti andare, ho delle cosa da fare- dicoLei si alza di scatto con un’espressione sconvolta, l’avrò forse ferita o delusa in qualche modo?

<A cosa pensa che io sia? Una prostituta?>

Si alza dal letto per vestirsi in tutta furia, io non pensavo quello, semplicemente ho del lavoro da fare.

<No aspetti. Non intendevo quello->provo a direAlza una mano per fermarmi, taccio appena lo fa, sono ancora nudo e quando mi alzo mi tirò dietro il lenzuolo coprendomi.

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Non riesco a convincere la giovane Cassandra che non è quello che pensa per me, sono stato bene con lei, non è detto che io voglia che tutto finisca.

- Sa, lei ha dei modi strani, quasi ipnotici sulle donne, ma alla fine, è come tutti gli altri-

Purtroppo non è il momento di discutere, quando se ne va non la fermo, chiederò scusa più avanti, quando non avrò impegni.Oggi devo vedermi con un detective, un mio caro amico che però, non si ricorderà mai di me. Devo ottenere informazioni su tutti i partecipanti della festa scorsa, so che l’assassino della mia famiglia era presente, me lo sento, ma nessuno mi è apparso prevalentemente sospetto.

<Signore, perché mai la signorina se n’è andata così di fretta?>

Dimitri entra con il solito smoking da lavoro, regge la colazione su un vassoio, almeno sta mattina non ho fame di sangue.

- Lascia stare, donne- dicoSorride e si congeda lasciando la colazione sul comodino, che profumo, la brioche è alla marmellata e il caffè ha un aroma buonissimo. Giusto per svegliarmi a dovere.Mi siedo sul letto pensando a una cosa: se Cassandra andrà a dire ciò che è successo sta notte ad Amelia, mi riterrà un poco di buono.Prego Dio che questo non succeda, ho già un ostacolo da superare per arrivare a lei, e questo ha un nome: Luke Fainter. Quel ragazzo è arrivato prima di me, ma il mio carattere mi spinge a lottare per quello che desidero.

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Mi vesto con abiti eleganti, meno della sera precedente ma comunque di buon occhio: un jilet nero come i pantaloni, la camicia bianca e un cappello a cilindro corto.

MANCA PARTE IN CUI DISCUTE CON IL DETETIVE CHE SI RICORDA DI LUI

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5-Esibizione d’effetto concilianteAvevo finito i programmi di oggi, non mi restava che trovarmene altri. Chiedo a Dimitri cosa ci sarebbe di bello o affascinante in città da fare, ho pochi ricordi di questa epoca considerato che avevo solo due anni allora. Mentre decidiamo sul da farsi scorgo in lontananza il teatro di New York, è dove studia Amelia! La mia coscienza mi suggerisce di non andarci, sembrerei uno stalker o peggio. Pensate che io gli abbia dato retta? No, esattamente.Scesi dalla carrozza proprio davanti ad esso, delle colonne reggevano l’ingresso del palazzo circolare bianco e rosso, delle locandine di spettacoli vi sono esposte fuori, tutto è molto… moderno per quel tempo.

<Mio signore, so che cosa ci facciamo qui, preferisce che attenda fuori?> mi chiede Dimitri

Scuoto la testa ancora perso nell’ammirare il teatro, ci avrei messo molto, o almeno spero

<No vieni pure> dicoEntro togliendomi il cappello, un atrio circolare mi si para davanti, i pavimenti sono tappezzati da tappeti rossi, sulla destra c’è la reception e dal soffitto cade un lampadario di cristallo. I muri sono color pesca chiaro per dare un tocco di colore in più. Bellissimo questo posto.

<Salve, in cosa posso aiutarla?>Mi volto stupito al suono della voce della receptionist, è una donna graziosa molto acqua e sapone. Mi avvicino e lei mi fa cenno di consegnarle il cappello

<Il corso di canto si tiene qui giusto?> chiedoAnnuisce energicamente e mi indica l’entrata davanti a me, è più un arco che una porta e se ascolto bene posso udire dei canti

<Posso?> chiedo indicando l’interno dopo l’arco26

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Annuisce e mi accompagna, è ancora più strabiliante: anche dentro è circolare, sul soffitto vi sono degli affreschi e, al centro e ai lati, vi sono le poltrone e i palchetti laterali in alto. Poi vi è il palco, vi sta cantando sopra una donna mentre altre la ascoltano sedute davanti a lei.

<La ringrazio> dico alla receptionistMi rivolge un sorriso soddisfatto e se ne va lasciandomi solo con Dimitri, il quale, capendo di essere di troppo, si va a sedere all’ultima fila di poltrone disposte al centro.Cammino fino a giungere vicino al palco, mi siedo dietro le donne ma Amelia non la vedo, comincio a temere che i sia nel posto sbagliato o semplicemente che la sua lezione sia finita. Ma sono solo le 11 e solitamente le lezioni durano fino all’una.

<Salve e benvenuto>Qualcuno mi sussurra e quando volto la testa, due ragazze sedute nei posti davanti e poco distanti da me, mi sorridono maliziosamente agitando le mani. Chino il capo in segno di ringraziamento e continuo la ricerca

<Bene, avanti la prossima. Amelia?>Nel momento in cui l’insegnante nomina il suo nome mi giro giusto in tempo per vederla uscire sul palco, era dietro le quinte e mi sorprendo di non aver sentito il suo profumo

<Cosa ci porti oggi?> le chiede l’insegnanteAmelia sembra nervosa e non mi ha ancora visto, sarebbe meglio che non mi vedesse in modo da non agitarsi, o almeno spero che si agiti un pochino nel vedermi. Ma il grande problema entra appena comincia: le sue amiche.Cassandra mi individua e mi scambia un’espressione contrariata, devo scusarmi più tardi e se sarà necessario le dirò esattamente dove sono andato prima.Amelia è grandiosa, la sua voce risulta un balsamo per le mie orecchie, dolci sono le parole come la canzone di ieri notte. Vorrei poter registrare la sua voce per ascoltarle in privato, se fossimo nel 2000 lo avrei fatto con un aggeggio di nome: cellulare.

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<Bene Amelia, ma hai ancora delle imperfezioni>Mi stupisco molto nel sentire il commento dell’insegnante e non posso fare a meno di commentare, quando Amelia riconosce la mia voce spalanca gli occhi e accenna un lieve sorriso<Mi permetta di dissentire, non ho trovato imperfezioni nella voce

di Amelia, considerato che in futuro avrà un pubblico inesperto come me direi che… la sua performance è stata a dir poco

perfetta>L’insegnante si volta per guardarmi, poco prima di vedere chi fossi aveva uno sguardo truce, ma cambiò subito<Signor Monterk, che cosa la porta a farci gradire la sua presenza?

>Non esiste donna che può resistermi e pure lei sembra essere in imbarazzo dal fatto che io la abbia contraddita.Amelia continua a sorridere soddisfatta anche quando torna a sedersi difronte a me, non mi rivolge parola ma il suo dolce sorriso mi ringrazia.

Finita la lezione devo ammettere di essermi perforato i timpani con certe voci, alcune erano così stonate che se fossi un mortale mi sarebbe venuto sicuramente mal di testa.Prima che Amelia raggiunga le sue amiche mi alzo per congratularmi con lei

<Lei cosa ci fa qui>’ mi chiede sorpresaSorrido nel vederla a disagio, spero che non verremmo interrotti presto dalle sue amiche, considerato che Cassandra le andrà a rivelare tutto ciò che è successo la notte scorsa<Io amo la musica e sapere che quest’oggi potevo risentire la sua

voce mi ha attratto>Lo ammetto non è quello il principale motivo, al primo posto era il fatto che l’avrei rivista ma non glielo sarei di certo andato a dire

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<Mi fa piacere vederla, nemmeno Luke si era mai fatto vedere se non per gli spettacoli>

Faccio il finto deluso, questo mi fa guadagnare un punto a mio favore contro Fainter

<Beh, mi sembra un vero peccato, chiunque vorrebbe ascoltarla sempre, mi chiedo perché mai il suo amico non sia mai venuto>

Sembra un po’ delusa nel rispondere, questo fatto le provoca piacere, dopotutto la conosco solo da un giorno e già sono venuto a trovarla

<Beh, è sempre pieno di lavoro>Annuisco, gli avvocati sono pieni di impegni di lavoro, ma comunque, io mi sarei liberato volentieri di uno di questi per venire qui, se fossi in lui

<Amelia eccoti!>Jahnette le corre in contro seguita da Cassandra, la quale, vedendomi cambia espressione. Quando le amiche si ricongiungono Cassandra prende un braccio di Amelia e cerca di portarla via

<Non dargli ascolto, lui vuole solo una cosa da te> le diceAfferro Cassandra per un braccio prima che se ne vadano, in riposta mi becco uno sguardo fulminante da parte sua. Ma nel suo atteggiamento scontroso so che cerca risposte, capirà infine di avermi frainteso e spero che possa passarci sopra

<Le chiedo scusa se i miei comportamenti abbiano arrecato fraintendimenti, questa mattina l’ho mandata via perché avevo un

appuntamento con il mio detective privato> dicoLe due amiche sembrano incuriosite dell’argomento, a quanto pare, Cassandra, non ha raccontato nemmeno alla rossa quel che è successo la notte scorsa. Ma anche ora non sembra pienamente convinta della mia spiegazione<E dimmi, cosa mai sareste andato a fare da un detective? Mi scusi

ma non le credo, o incontrato parecchi uomini come lei>Chino il capo assumendo un sguardo serio, Amelia la implora di sapere cosa è accaduto la notte scorsa anche se preferirei che non le venisse detto

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<Ho ingaggiato un detective per scoprire chi ha massacrato la mia famiglia, ecco perché sono qui a New York, ritengo che il colpevole

si fuggito qui> dicoCassandra sgrana gli occhi, sembra pentita di non avermi creduto subito e si affretta a brontolare delle scuse, la fermo con una mano e riprendo a sorriderle

<Non i preoccupi e per scusarmi del fraintendimento, credo sia opportuno se vi porto a cena, tutte e tre, Amelia può anche invitare

Fainter>Le tre si stupiscono e Jahnette non esita a negare anche se le altre due sono un po’ indecise. La rosse si gira dandomi le spalle e comincia a sussurrare, non sa però che io posso sentirla benissimo, anche se parlasse piano in un fracasso di altre voci

-Ma siete sceme? State rifiutando una cena gratis da pare di uno degli uomini che abbiate mai visto? -

Mi viene da ridere ma faccio finta di niente, però la rossa le sta convincendo, alla fine cedono e accettano, le porterò in uno dei ristoranti più lussuosi di New York: Il Gold restaurant. Un ristorante a 5 stelle, fontane interne, rose d’dappertutto e tavoli placcati in oro. Ci vuole un capitale per andarci ma me lo posso permettere.

<E mi dica, dove ci vorrebbe portare?> mi chiede CassandraLe sorrido e indico i loro abiti da passeggio

<Lo vedrete ma vi consiglio di mettere abiti da gala, se vorrete entrare>

Questo le rende felici, Cassandra riprende a guardarmi con occhi famelici e non più arrabbiati come prima, il concilio con lei è andato meglio di quanto pensassi. Ma continuo a credere che racconterà tutto lo stesso alla amica.

<Vi passo a prendere sta sera alle otto qui davanti?>chiedoAnnuiscono concordi, dopotutto non so se mi avrebbero dato il loro indirizzo e tanto vale che faccia un giro unico, per risparmiare tempo.

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6- Cena interessante

Sono già pronto ancor prima che fosse l’orario dell’appuntamento, ma la cosa mi permette di fare un giro vicino al teatro, e magari di nutrirmi, non vorrei impazzire durante la cena. Ci sono molte prostitute qui, sono solo le 7.30 che già s aggirano in cerca di lavoro, dovrebbe essere illegale che se ne vadano in giro al di fuori dei bordelli.

<Ma ciao, ti va di unirti a me>E’ uno spettacolo osceno, i suoi vestiti lasciano poca immaginazione agli uomini e il trucco è troppo, continua a strusciarmi contro ma l’unica cosa che mi attrae è il suo sangue, mi dispiace sapere che quando avrò finito, nessuno rimpiangerà la sua morte. O nemmeno si chiederanno dove sia finita.<Se mi accompagni in un luogo più appartato potrei anche dirti di

si> dicoFaccio finta di dimostrarmi interessato, lei abbocca e mi prende per mano fino ad un vicolo cieco, è un posto per barboni che non hanno più niente, un posto in cui morire affamati o di freddo. Ma sta sera non vi è nessuno, almeno passerò inosservato.

<Va bene qui?> mi chiedeMi avvento su di lei baciandola, lei geme sotto il mio tocco e continuo così finché non ce nessuno che passa davanti al vicolo, comincio a scendere verso il suo collo, il pulsare sotto la pelle è un richiamo troppo forte perché io possa trattenermi.Le tappo la bocca quando affondo i canini nella sua carne, il sangue fuoriesce come una fontana sfamandomi, lei geme dal dolore ma non mi fermo, non posso fermarmi finché il suo cuore non cesserà di battere. O sarò costretto a trasformarla.

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Il suo corpo ricade sul muro come un sacco, non ha più vita ormai e io sono sazio, getto il cadavere nel bidone accanto, la troveranno ma nessuno farà domande, era una prostituta, capitano il peggio a persone così.Esco dal vicolo giusto in tempo prima che arrivino le ragazze, la mia carrozza è ancora li con Dimitri al suo interno, aspettava che io finissi

<Madame siete splendide> dico baciandole le maniEcco Fainter, con la solita espressione di chi si crede Dio, indossa abiti meno eleganti dei miei e non mi resta che offrire le braccia a Jahnette e a Cassandra, sono sicuro che Amelia terrà quello di Luke.

<Buonasera, come mai questo invito?>Me lo chiede Fainter appena saliti sulla carrozza, continua a guardarmi come se volesse proteggere Amelia, non so se mi spiego, se mi rivolgo a lei mi fulmina con lo sguardo.

<Non posso offrire una cena?> chiedoSbuffa rumorosamente per poi tornare ad ignorarmi, le due ragazze accanto a me notano i miei occhi. Quando mi arrabbio cominciano ad “illuminarsi”, per così dire

<Posso giurare di aver visto una scintilla nei vostri occhi> commenta Jahnette

La guardo sorridendo, Fainter ha la grande capacità di farmi irritare con poco, e si che sono molto calmo solitamente

<Essendo molto chiari, con la luce, risplendono>Lo faccio suonare un po’ magico, lei annuisce affascinata

<Sembrano due diamanti> commentaA quanto pare a Cassandra non fa piacere che la sua amica ci provi con me, appena dopo il commento mi tira per voltarmi e fare conversazione

<Spero che ci porterà in un posto di lusso> mi sorrideLe sistemo una ciocca ribelle della pettinatura pomposa, sento il suo respiro accelerare al mio tocco leggero

<Ma certo e vi prego, dammi del tu, se vuoi>32

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Sembra ancora più estasiata di prima, sperai che corteggiando le sue amiche Amelia si ingelosisca, noto come mi guarda ma noto anche come guarda Fainter, non come fa con me ma c’è dell’ammirazione nei suoi occhi quando lo guarda.

Poco dopo arrivammo, tutti furono estasiati dalla mia scelta del ristorante, chiunque lo sarebbe, è un posto molto lussuoso e per gente che ha soldi da buttare. Entriamo a braccetto e comunico al cameriere che ho prenotato, l’interno è molto bello: la fontana sta al centro e i muri sono pieni di quadri, le tovaglie bianche ricadono sui tavoli dorati e il pavimento è di marmo rosa

<Questo posto è incredibile> commenta AmeliaCredo che se non con me, non tornerà più qui, Fainter non si potrà permettere un lusso del genere, un punto in mio vantaggio.Ci sediamo ad un tavolo accanto alla fontana, è circolare e affianco a me si siedono, ahimè, le due amiche di Amelia. Il menù è fisso ed è tutto a base di pesce, spero che piaccia a tutti.

<Mi dica, ho saputo che è andato a trovare Amelia oggi> mi dice Fainter

Lo guardo con un sorriso di sfida<C’è qualche problema?> chiede

Questo lo fa irritare, lo sguardo preoccupato delle ragazze fa intendere che abbiano notato i dissapori tra me e il signor Fainer

<Valer lei che lavoro fa?>Cassandra prova a togliermi dalle grinfie di Fainter, ma sa che io l’avrei vinta su di lui, lo spero

<Sono proprietario delle banche Monterk> dicoAnnuisce stupita

<Caspita, ecco perché siamo qui, hai molto denaro>Perspicace, Amelia mi sorride quando la guardo, questa sera ha un vestito lungo rosso con un foulard che tiene sulle spalle tutto bianco, ha un fermaglio di rose rosse sulla testa che tiene su la sua chioma bionda. Quando vede che lo noto se lo sistema sorridendo,

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credo che abbia capito che adoro le rose, sono simbolo i passione e bellezza. E’ per caso un modo per fare colpo su di me? Prego Dio che lo sia

<Ovviamente, dopo che sono venuto qui ho comprato molte società, la mia famiglia mi ha lasciato un grosso fondo che io sto

utilizzando così> rispondoIndico il ristorante in modo comico, le ragazze ridono sinceramente, mentre Luke sembra farlo con sforzo, non è obbligato a sembrare simpatico, credo che lo faccia solo perché c’è Amelia. Dopotutto sappiamo tutti che abbiamo lo stesso obbiettivo: fare colpo su di lei.

<Non ricordo se gliel’ho chiesto, cosa la porta qui, sarà forse per spillare soldi alla città?>

Nessuno ricambia con una risata al commento di Luke, anzi, Amelia prova a farlo stare zitto, ho detto perché sono qui a Cassandra quando c’era anche lei e non credo che solo per me non è una cosa su qui scherzare. Luke vede i volti tristi delle ragazze e alza le mani

<Che ho detto?>Lo guardo serio, penso che se avessi il potere di ucciderlo con uno sguardo lo avrei già fatto

<Vede signor Fainter, sono qui per scovare l’assassino della mia famiglia> dico

Si zittisce subito capendo di aver fatto la figura dell0idiota, faccio fatica a parlare dei miei genitori e non dovrei dare spiegazioni ad un uomo come lui.

<Non intendevo offendere, mi dispiace> diceSforzo un sorriso e sbatto le mani quando vedo il cameriere arrivare con l’antipasto, spero di non fare l’ingordo dato che devo fingere di essere saziato, non vorrei far sapere che tutto ciò che mangio non mi nutre. A meno che non sia immerso nel sangue.

7-Incidente rivelatorioLa serata passò più in fretta di quanto avessi voluto, ho scoperto che Amelia non solo è bellissima, ma anche intelligente. È molto

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colta su vari argomenti, perfino la politica che la ritenevo un argomento che interessa solo gli uomini. Invece pure su quello era a conoscenza. Comincio ad innamorarmene, so che è presto, che ci conosciamo da poco ma non può negare che ce un attrazione forte tra di noi. Amore a prima vista?Decisero di tornare a piedi, volevano passare del tempo da sole nel bar affianco e senza uomini, solo Jahnette fu riaccompagnata a casa da Fainter, il quale disse che non voleva partecipare agli affari delle donne. Ma io non essendo stupido, decisi di seguirle, non si può sapere chi si aggira per quei locali.Dopo esserci saluti mi appostai poco lontano dal pub in cui entrarono le due ragazze, non volevo lasciarle sole.

<Signore, dobbiamo stare qui fuori?> chiedeForse ha ragione, chissà quanto tempo staranno dentro al pub, potrebbero anche uscire ubriache.

<Vai nel pub e tienile d’occhio io farò un giro> dicoDimitri non discusse ed entrò nel bar, speriamo che non lo riconoscano, spero che userà a scusa del servitore in ferie nel caso. O farei davvero la figura dello stalker.Mi posizionai poco lontano, mii accesi una sigaretta quando mi appoggiai al muro, questa vie è tutta illuminata, mi piace stare qui, credo che ci sia caldo anche se non posso sentirlo, molte donne passano sventolandosi il ventaglio o si lamentano dell’afa che c’è.

Ci sono state 2 ore li dentro, non mi sono annoiato così tanto prima d’ora, Dimitri è uscito che è quasi ubriaco, per fortuna non la guida lui la carrozza.

<Possiamo andare?> mi chiedeIndica Amelia e Cassandra che se ne stanno andando, loro si invece che sono ubriache, ormai è notte fonda e spero che ritrovino la via di casa o dovrò prenderle di peso.

<Sei pesante lo sai? Andiamo> dico esasperato

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Dimitri mi rivolge un sorriso prima di aprirmi la portiera, ve l’ho già detto che sa tutto di me perché era il mio servitore anche nel 2000? Si, me lo sono portato dietro ma non gli ho detto perché siamo qui, lui, come mio servitore, ha accettato subito.

Stiamo passando per una via quando sento qualcosa, lo sento lontano e sembra un urlo, quando capisco ordino di fermare tutto

<Torna indietro subito!> ordinoNon esita il valletto e fa inversione, sono loro! È Amelia che ha gridato, sono in un vicolo buio, ormai non c’è nessuno in giro ma loro… stanno per essere aggredite. Quando scendo dalla carrozza uno dei due rapitori armati le da un colpo alla testa perché ha tentato di aiutare Cassandra. Amelia sviene di peso

<Ora ci divertiamo> dice il rapitore a CassandraSono talmente veloce che nessuno mi vede quando: passo la strada, scaravento a terra un rapitore così forte da farlo volare per metri.

<Valer attento!> prova ad avvertirmi CassandraNon fa in tempo che lo sparo va a segno, mi colpisce nella schiena, il codardo mi ha attaccato alle spalle. Peccato che non mi ha fatto niente, in pochi istanti la ferita si è già rimarginata del tutto. Quando mi volto ho i canini sguainati, comincio a ringhiare verso il rapitore.Non avrei dovuto, Cassandra mi guardava, ma non mii trattenni, mi avventai sulla gola dell’uomo strappandogli poi la carotide, sarebbe morto dissanguato in pochi secondi. L’uomo si contorce a terra in spasmi doloranti.

<Dio aiutami> sussurra CassandraMi volto di scatto facendola sussurrare, è terrorizzata da me, nascondo i canini e mi avvicino a lei. Cerca di gridare ma le tappo la bocca e le faccio cenno di stare zitta<Tranquilla, non ti farò del male, dobbiamo portare via Amelia, ha

sbattuto la testa> dico

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Guarda l’amica poi me, non è convinta, chi lo sarebbe dopo avermi visto strappare la gola di un uomo? La aiuto ad alzarsi e prendo in braccio Amelia, mi ferisce vederla inerme e svenuta. Corro dall’altra parte della strada seguita da Cassandra, poso Amelia delicatamente nella carrozza e do ordine di portarci via, ha una ferita sulla tempia destra che sanguina.

<Che cosa sei?> mi chiede CassandraLa guardo, mi guarda con una paura negli occhi e uno schifo enorme. Mi ritiene un mostro ed ha ragione, nessuno le caverà il ricordo del assassinio di due uomini a sangue freddo.

Tornati alla mia villa corro di sopra con Amelia tra le braccia, non vorrei che avesse un trauma cranico e per fortuna nel 2008 ho studiato medicina e nel 2013 mi sono laureato come medico.La poso sul mio letto facendo attenzione

<Dimitri il kit di pronto soccorso!> gridoCassandra si siede accanto all’amica con fare protettivo

<Si riprenderà?> chiedeNon le rispondo, non vorrei darle false speranze, ma Dimitri dov’era? Non c’era tempo, il sangue continuava a colarle dalla testa e la mia bocca cominciava a fremere

<Al diavolo> imprecoMi tiro su la manica della camicia e mi mordo il polso, il sangue comincia a colarmi sul braccio e la cosa fa sussultare Cassandra, cerca di afferrarmi il braccio ma la scosto

<Cosa stai facendo?!> gridaApro la bocca di Amelia con una mano e metto il mio polso su di essa, il mio sangue è curativo per gli altri e per trasformarla avrei dovuto prima morderla, perciò non diventerà come me ma si riprenderà.

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Misi una mano sotto la sua testa, il liquido denso cominciò a smettere di volare finché anche la sua ferita, insieme alla mia sul polso, si rimarginò. Cassandra rimane stupita da ciò, era come se avesse assistito ad uno spettacolo di magia

- Come hai fatto?- chiedeLa guardai compiaciuto, ringrazio la mia troppa preoccupazione, se non avessi aspettato che uscissero dal bar potrebbero essere morte ora.Copro con il lenzuolo Amelia, spero che non le vanga la febbre ed è meglio se passassero la notte qui, almeno finché Amelia non si rimetterà. Se Fainter la viene a trovare… potrei anche non farlo entrare, come gli è venuto in mente di non accompagnarle?

- Valer? Devi dirmi la verità- mi ammonisce CassandraLa guardo, ha lo sguardo implorante e ormai non posso più nascondermi.Mi alzo dal letto dandogli le spalle, subito dopo sento la sua mano dove l’uomo di prima mi aveva colpito

- Ho mio Dio ma tu sanguini, ti ha colpito!Mi giro di scatto, forse, dato che la camicia e il Gilet sono sporchi di sangue, pensa che ne stia perdendo ancora. Le prendo le mani e la guardo

<Non sono più ferito, si è rimarginata ormai, guarda.>Mi tolsi il Gilet e la camicia, quando mi girai Cassandra sospiro sorpresa, mi passo una mano sulla mia schiena nuda. Era calda, io ho la pelle gelata invece

- Dimmi chi sei, ti prego, puoi fidarti di me-Mi spostai, mi da fastidio far sapere agli altri chi sono, lei potrebbe definirmi un mostro, urlare e scappare. Apro la porta finestra, devo sentire dell’aria, fredda o calda che sia, mi appoggio sul parapetto e respiro forte. Cassandra esce e mi riposa una mano sulla schiena

- Dimmelo-

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Mi giro, tirò fuori i canini e illumino gli occhi, appena lo faccio diventa paonazza ma non fugge, sembra affascinata

- Sono questo, un immortale, un vampiro… un mostro- dico triste

Non ho scelto io di essere così, di essere un mostro, ci sono nato. Devo accettarlo.

- Un vampiro? Tu… tu ti nutri di sangue vero? Come nei libri?-Annuisco e indico i miei denti

- Ma non brucio al sole, non muoio con un paletto di legno e sono immune al aglio. Inoltre posso viaggiare nel tempo-

Ripete la parola come se fosse la prima volta che la sente- Valer… da che anno vieni?-

Sorrido, se le raccontassi la metà delle cose che so, tutta la conoscenza sulla tecnologia, potrebbe impazzire

- Dal 2017, sono nato due anni fa teoricamente, ma sono tornato indietro. Io sono un mostro Cassandra, adesso che sai la verità, dovreste starmi lontane-

Guarda tristemente Amelia, poi mi riguarda, non credo che voglia starmi lontana

- No, tu sei una persona buona- Lo faccio per allontanarla, perché sia al sicuro, in modo che, facendole capire di cosa sono capace, forse capirà che è in pericolo con me. Assumo un aria truce, come se dovessi attaccarla

- Sono un mostro! Potrei ucciderti ora, qui è subito senza lasciare traccia!

Mentre parlo faccio dei passo verso di lei, la sovrasto e incombo si di lei

- Ti prosciugherei ogni singola goccia del tuo sangue e cancellerei la memoria di chi ti conosce facendoti dimenticare!-

Sto gridando, il suo viso si contorce in una smorfia terrorizzata, ora è attaccata al parapetto, un altro passo e potrebbe cadere giù. Ma tutto ciò è inutile, mi lasciò sfuggire una lacrima davanti alla dura

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verità della mia natura. Lei la nota e capisce, non è stupida e l’unica cosa che fa… è abbracciarmi.

- Amelia non sarebbe qui se tu fossi un mostro, non dirò niente a nessuno, tu sei un angelo-

Le sue parole mi commuovono, come fa a tollerarmi? Ha davanti a se un potente omicidi che se solo mi venisse fame la truciderei. Ma lei si fida, in qualche modo, ed è questo ciò che conta.

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8- Sei quiLa mattina arrivo in fretta, lasciai a dormire sul mio letto le ragazze, di notte, però mi avvicinai ad Amelia, il suo respiro è come una ninna nanna, dolce e lenta.Ora sono ancora qui, non l’ho lasciata sola un attimo, non ho dormito ma non ne ho bisogno.Amelia si stiracchia, non sa ancora dove si trova ma sembra serena, a suo agio, quando apre gli occhi, e mi vede, balza sul letto

- Dove sono? La testa… mi hanno colpita..-La faccio stendere di nuovo, si posiziona la mano sulla testa. Fa una smorfia, non dovrebbe più farle male, il mio sangue le avrebbe dovuto guarire la ferita

— Sei a casa mia, vi ho trovate a terra in un vicolo cieco ma ora state bene-

Mi afferra le mani, come di scatto, sussulto al gesto improvviso. Mi guarda con occhi preoccupati

- Ti hanno sparato, è l’ultima cosa che mi ricordo-Sorrido dolcemente, le passo una mano sulla guancia, vorrei baciarla la ammetto, sentire le sue labbra sulle mie e scoprire che sensazione proverei nel farlo

- Sto bene, pensa a te- dicoMi siedo accanto a lei e la ricopro, è mattina presto e oggi non dovrebbe andare a scuola di canto

- Sei qui, non ti sei mai allontano, perché?Non so darle una risposta precisa, ma mi fa piacere il fatto che se ne sia accorta

- Non riesco a farne a meno- Mi posa una mano sulla guancia, è talmente delicato il suo ricco che non lo sento quasi, ma ho comunque un fremito

- Sei congelato, la tua pelle è così bianca… dovresti prendere un po’ di sole-

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Ci mettiamo a ridere, non avevo ancora sentito la sua risata, è carina

- Forse è meglio che io ti lasci dormire- dicoFaccio per alzarmi quando mi afferra nuovamente la mano, mi tira verso di se e dice:

- No, ti prego resta qui-Il mio cuore è come se avesse ripreso a battere, lo ha detto di nuovo. Vuole che rimanga con lei.Mi siedo sul pavimento e le tengo la mano, non la lascerò finché lei non vorrà che io me ne vada. Lancio una breve occhiata a Cassandra, che giace addormentata accanto all’amica, se lei rivelasse ad Amelia ciò che le ho detto questa, potrebbe non volermi più.

Non mi riaddormentai, è un po’ scomodo il pavimento ma rimasi comunque al loro fianco, Amelia sembra star bene, non dà segni di trauma cranico e questo è un bene.Qualcuno bussa alla porta, sarà sicuramente Dimitri che si chiede dove io sia finito, quando mi alzo cerco di non far rumore, mi dispiacerebbe interrompere i sogni delle due ragazze che sembrano così beate nel dormire

<Cosa c’è Dimitri?> chiedo sussurrandoMetto le mani sugli stipiti della porta, lui prova sbirciare all’interno della camera ma si ritrova in difficoltà davanti alla mia stazza

<C’è un certo signor Luke Fainter alla porta, chiede di lei e non sembra entusiasta>

Lo sapevo, quel ragazzo non riesce a tenere lontani i suoi disturbi, non ho intenzione di farlo entrare, è casa mia e lui non ce lo voglio qui ora.Sorpasso Dimitri chiudendomi la porta alle mie spalle, indosso ancora i vestiti della sera prima, o meglio, mi sono rimesso la

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camicia, se non la indossassi il signor Fainter potrebbe farsi idee strane e non ne ho bisogno in questo momento<Buongiorno quale buon vento la porta qui?> gli chiedo quando gli

apro la portaHa uno sguardo truce, mi guarda come se fossi colpevole di qualcosa, la sua sfacciataggine di venire qui è incredibile

<Dov’è Amelia? So che è qui, me lo dica>Lo disse con un tono imperativo, mi sta dando un ordine. Mi parai davanti alla porta sapendo già che, se non lo avessi fatto entrare, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà

<Non so di cosa lei stia parlando> dicoEmette una risatina di scherno, poi, come pensavo, mi passa accanto velocemente entrando, se potessi lo avrei già scaraventato oltre la soglia di casa sbattendogli la porta sul suo bel visino<Amelia! Lei non era alla lezione di canto sta mattina e qualcosa mi

dice che sia venuta qui>Comincia a cercarla gridando il suo nome, sta cominciando a mettere a dura prova la mia pazienza, ma per fortuna, la diretta interessata, scende ancor prima che io faccia qualcosa di stupido. Luke la vede scendere dalle scale con ancora il vestito addosso, ha un aria stanca e trascina i piedi giù per le scale

<Luke, che ci fai qui?> chiede stupitaFainter corre verso di lei avvolgendola in un abbraccio, subito dopo di lei scende anche Cassandra più stupita di Amelia dalla presenza di Luke

<Che cosa avete fatto?> ci chiede FainterVedenfo le due signorine sole con me comincia a pensare che io me le sia portate a letto, per questo è furioso e rivolge un tono accusatorio anche ad Amelia, non tollero però che qualcuno si rivolga in questo modo a lei.Li raggiungo sulle scale e mi intrometto tra loro, fisso Fainter mentre Amelia cerca di giustificarsi

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<Vede signor Fainter, se ieri sera avesse avuto anche solo un po di cortezza avrebbe aspettato le due signorine, e le avrebbe viste mentre due aggressori armati provavano a derubarle o Dio sa

cosa>Cominciai ad arrabbiarmi, scesi dagli scalini costringendolo ad arretrare, Fainter notò la mia rabbia e cominciò ad impaurirsi. Cassandra, sapendo che con un semplice schiaffo avrei sfigurato Fainter, accorse per calmarmi prendendomi per un braccio

<Se non fossero qui, probabilmente, sarebbero morte entrambi, Amelia è stata ferita alla testa e signore, la prego di non

intromettersi mai più in casa mia se non vuole finire male!>Grido l’ultima frase, a quel punto Cassandra mi dà uno strattone e mi calmo automaticamente, Fainter assume un aria colpevole e triste, capisce ciò che è successo e che le sue accuse, sono infondate e stupide<Mi dispiace, a volte sono molto avventato, non vi disturberò più e

spero che Amelia si rimetta>Quando va alla porta Amelia lo rincorse bloccandolo, mi chiedo qual è il motivo della sua… attrazione per quell’uomo.

<Aspetta, grazie di essere venuto e spero che non te ne vada. Valer, ti prego, fallo restare almeno per pranzo> mi supplica

Perché mi chiede questo, non posso negarle niente, l’amore che comincio a provare per lei non mi permette di essere ragionevola Infatti, acconsento

<E così sia, potete rimanere a pranzo> dico a FainterPoi mi volto scocciato e mi dirigo in camera mia, odio sapere che esiste e ora devo pranzare con lui, ho tollerato a mala pena la cena scorsa. Immaginate ora, che viene in casa mia accusandomi di falsità

<Valer aspetta, non fare così>Cassandra mi raggiunge, ho tutti i muscoli contratti e Dio sa solo quanto riuscirò a trattenermi prima di massacrare quel uomo. La ragazza mi abbraccia da dietro, credo che comincia ad innamorarsi di me, credo anche che io faccia la stessa cosa.

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Potrebbe rimanere ferita quando scoprirà che è Amelia chi voglio, spero non ne abbia a male.<Io lo ammazzo, come osa venire qui, in casa mia a spargere false

accuse?> tuonoLa faccio sobbalzare ma non si stacca dall’abbraccio, anzi, mi stringe più forte. Se a situazione continua così dovrò nutrirmi al più presto.Le prendo le mani e la costringo a lasciarmi, mi volto e la guardo, quando le sistemo dietro l’orecchio una ciocca ribelle appoggia la guancia alla mia mano, perché non mi sono innamorato di lei? Sarebbe tutto più facile

<Per fortuna ci sei tu, o sarebbe già morto> dicoMi sorride, poi fa una cosa che mi lascia senza parole, si alza sulla punta di piedi e mi dà un bacio veloce per poi dire:

<Andiamo, prima cominciamo prima questa giornata finirà>Mi lascia così, da solo in camera, e giuro di averla vista sorridere compiaciuta quando se ne va. Pensavo di essere un uomo dai mille segreti, ma lei mi sta alle costole in questo campo.Quando scendo penso di aver fatto mole respirazioni per calmarmi, il massimo che potrei fare se Fainter mi irrita ancora è tirargli un bicchiere a pranzo, spero che ad Amelia non gli dispiaccia se lo faccio.Ho ordinato alla servitù di cucinare il pranzo, sinceramente non mi interessa cosa prepareranno speriamo solo che nessuno abbia qualche allergia che potrebbe causare problemi. Ritrovo tutti nel salotto principale, l’ho allestito in modo antico con un grande divano davanti ad un camino, in un angolo ho messo un bancone con gli alcolici e nei muri sono appesi molti quadri, e, come in tutte le stanze, c’è un lampadario pendente in cristallo.

<Eccoti, pensavamo non che non ci avresti più raggiunti>Amelia sembra contenta nel vedermi, questo mi distrae un pochino da Fainter seduto sul mio divano in pelle, anche se è moderno l’ho scelto lo stesso, è il mio divano preferito da quando ero bambino, mio padre lo aveva preso dall’Europa del 2002 ed è molto comodo.

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<Non potevo lasciare soli i miei ospiti, sono un gentil uomo alla fine> commento

Mi siedo accanto a Cassandra che per poco non mi si siede in braccio, quando stiamo vicini Amelia ci guarda sospettosa, anzi, mi compiaccio nel vedere che c’è una nota di gelosia in questo. Nel 2017 conobbi una ragazza che mi dice: se un uomo ti salva la vita e ha modi galanti, potrei essere innamorata di chiunque ma quello non me lo farei scappare. Spero che Amelia pensi la stessa cosa di me.Accavallo le gambe e mi passo la mano tra i capelli, essendo stato sveglio tutta notte non sono molto ordinati. Ma non ci do peso dato che, Cassandra almeno, sembra gradirli lo stesso. Non smette di fissarmi o ridere ad ogni mia battuta<Mi dica signor Fainter, chi le ha dato l’idea che le giovani fanciulle

potessero trovarsi qui?>Luke mi rivolge uno sguardo soddisfatto, sembra che quello che stia per dire gli rechi una sorta di piacere

<Sono passato a casa di Jahnette, magari potevano essersi ritrovate li e lei mi disse che, dato che lei e Cassandra dopo il ballo,

sembrate molto affiatati, potevano trovarsi qui>Quelle parole ad Amelia recano ancor più scompiglio, si abita sul divano e, quando guarda l’amica, questa arrossisce,

<Perché dopo il ballo?>Solitamente tra amiche ci si dice tutto, a quanto pare Cassandra non ha voluto rivelare la notte favolosa che ha passato con me, ma non capisco perché

<Beh, sono successe tante cose dopo il ballo> replica Cassandra compiaciuta mentre mi guarda

Cerco di nascondere tutti i miei pensieri rimanendo impassibile. Ma Amelia capisce e sembra scocciata

<Lo hai detto a Jahnette e non a me, pensavo ci dovessimo dire tutto> dice

Cassandra arrossisce come un pomodoro, credo si senta in colpa ora e non posso biasimarla. Mi dispiace solo che non era gelosia

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quella che ha Amelia ma si sente tradita dato che l’amica gli ha tenuto nascosto tutto. Mi chiedo, qualcuno non può avere segreti?Amelia si ricompone e si fissa le mani unite in grembo con fare deluso, mentre la guardo noto che Fainter è ancora più scocciato di prima nel avere conferma degli avvenimenti della sera del ballo. Poco dopo Dimitri rompe il silenzio imbarazzante e fa il suo ingresso nel salotto

<Mio signore è pronto il pranzo> annunciaDopo averlo ringraziato fa un inchino e ci lascia soli, se ora non abbiamo conversato amichevolmente credo che non lo faremo nemmeno nella sala da pranzo. Quando mi alzo tutti mi rivolgono lo sguardo all’unisono

<Se volete seguirmi…> dicoSvogliatamente si alzano dal divano e mii raggiungono nella sala da pranzo, questa è molto grande con un tavolo in legno di castagno al centro, sedie imbottite nere, argenteria sul tavolo, camino e una grande porta finestra accanto ad esso che dà su una parte del giardino. Sopra il camino vi è un ritratto di mia madre, più splendida che mai con i capelli ricci neri e sciolti, ha una posa regale e fiera. Glielo avevo regalato per il suo duecentesimo compleanno. Magnifica.Come sempre, il commento ricco di poca intelligenza di Fainter fa entrata appena nota il quadro. Lo fa dopo essersi seduto accanto ad Amelia, io mi sono posizionato a capo tavola e accanto a me vi siedono le due fanciulle

<Non sapevo fosse stato sposato>Me lo dice mentre fissa con ammirazione il quadro, se la donna che vi è raffigurata non fosse mia madre potrei vantarmi della bellezza della mia presunta moglie.

<Infatti, non lo sono mai stato>Le ragazze tirano un sospiro di sollievo, Cassandra lo fa ben sentire mentre quello di Amelia è debole, come se non volesse farlo notare,

<Quella che vedete è mia madre: Elizabeth Monterk> spiego

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Le ragazze mi rivolgono uno sguardo dispiaciuto sapendo che mia madre non è più tra noi, quando è morta sapevo di aver perso la cosa che mi era più cara a questo mondo. Non è stata solo una madre ma anche una amica, mi ha aiutato nei momenti di difficoltà e mi ha amato come nessun’altro. La malinconia mi pervade e anche il senso di colpa, se fossi stato più bravo, attento e accorto, ora sarebbe ancora viva.

<Era una bella donna, mi dispiace che la abbiate persa>Fainter sembra sincero, non c’è una nota di sfida o altro nel dirlo, e la cosa mi fa piacere. Mi chiedo se anche lui, nella sua vita, abbia mai sentito il peso di una perdita

<Chi se non Luke sa cosa provi Valer, anche sua madre è morta quando aveva solo 14 anni> spiega Amelia

Il pranzo viene servito ma continuo a penare la cosa che abbiamo in comune io e Faiter, capisco bene il dolore che si prova ma… non credo che abbia provato la stessa cosa che io ho sentito quando ho visto la mia famiglia trucidata.

<Le mie condoglianze> dicoFa spallucce mentre comincia a mangiare, anche se non sono affari miei vorrei conoscere di cosa è morta sua madre.

<E’ morta di cancro se ve lo stiate chiedendo>È come se mi avesse letto nel pensiero, lo guardo con aria di dispiacere e sembra essere contento quando lo nota. Anche se è brutto, abbiamo trovato un argomento dove non siamo in continuo litigio.

<Che cosa avete intenzione di fare quest’oggi Valer?> mi chiede Cassandra

Questa è una bella domanda, non ho intenzione di tornare dal detective, questo è certo, dopo la scorsa notte ho bisogno di un po’ di svago.

<Non saprei dirtelo sinceramente, non conosco la città e non so cosa ci sia di divertente per un uomo da fare>

Scommetto che s Fainter non fosse stato preceduto da Amelia mi avrebbe risposto: perché non va a fare visita in un bordello?

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<Beh, questa sera terrò uno spettacolo, mi piacerebbe molto che lei venisse. Ti farò entrare gratuitamente per poterti ringraziare della

notte scorsa>Mi suona magnificamente, così vedrò se c’è qualcuno che mi suona sospetto nel teatro, devo cominciare a cercare l’assassino, non potrò starmene con le mani in mano ancora a lungo.Sorrido ad Amelia

<Mi sembra perfetto>Mi sorride a sua volta confidando che avrebbe chiamato anche Jahnettee. Fainter ovviamente sarebbe venuto, a proposito, mi chiedo perché sia qui anche se doveva lavorare. Se non ha tempo per andare a trovare Amelia a lezione, mi chiedo come lo abbia trovato per venire qui.

<Signor Luke, oggi non doveva lavorare?> gli chiedoL’ho messo in difficoltà e Amelia risulta molto interessata dalla sua risposta. Voglio vedere qualche scusa troverà

<Sono uscito prima per andare a trovare Amelia a lezione, ma mi hanno detto che non c’era>

Questo ovviamente dopo aver saputo che la sono andata a trovare, cosa che lui non ha mai fatto, evidentemente ha capito che sono una minaccia per la sua relazione con Amelia.

<Ma certo> dico con un falso sorrisoAlla fine del pranzo ho chiesto se le due ragazze volevano stare qui, dato che Fainter è stato richiamato a lavoro. Le due ragazze hanno accettato e poco dopo sono state raggiunte anche dalla terza amica, ovviamente, Fainter ha fatto di tutto per dissuadere Amelia nel tornare a casa.

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9- Amore non ricambiato

Jahnette si è presentata con aria di accusa vedendo le due ragazze sole nella mia villa, ci abbiamo messo un po’ a dissuaderla dai suoi sporchi pensieri.Ha ammesso di aver detto lei a Fainter che la notte del ballo io e Cassandra siamo stati insieme e ciò ha fatto riscaldare Amelia, la quale non mi ha rivolto la parola fino ad ora. Siamo soli in camera mia, le ragazze stanno bevendo della cioccolata calda (anche se è luglio) al piano di sotto

<Che cosa ti turba Amelia?> le chiedo dolcementeMi guarda con aria irritata, mi dispiace vederla così ma non credo di poterci fare niente

<Beh, non vorrei che tu ferissi Cassandra, chiunque penserebbe che se porti a letto una donna dopo poche ore dalla sua

conoscenza. Sara l’ultima notte e l’unica>Dopo questo esce sul balcone per prendere una boccata d’aria, siamo sicuri che ha paura che io ferisca solamente Cassandra?

<Non vuoi che ferisce Cassandra?>Ha capito cosa intendo e accenna un sì molto timido, le sistemo una ciocca dietro le orecchie e la faccio voltare, questo la stupisce ma le mie intenzioni sono innocue.Le scosto i capelli nel punto in cui è stata colpita, non c’è traccia di alcuna ferita, spero che questo non la insospettisca

<E’ guarita, starà bene> dicoSi rivolta e mi guarda, ha uno sguardo strano e vorrei sapere a cosa sta pensando<Tu mi hai salvata, ma… nella tua camicia c’è un buco ma nessuna

ferita>50

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Come posso essere stato così stupido? Dovevo cambiarmela e lai lo ha notato!

<Guarisco molto in fretta> mi giustificoFa una finta risata e mi mette una mano sotto la camicia, mi irrigidisco e lei la fa scorrere fino al punto dove mi avevano colpito, non vi troverà niente e lei lo sa

<Dimmi la verità>Le tolgo la mano anche se non vorrei, mi giro e rientro in camera, non le dirò niente. Se un giorno lo farò sarà solo in caso di pericolo. Ora non ho intenzione di farlo.<Te l’ho già detto, guarisco in fretta e mi ha preso solo di striscio.

Dovresti solo ringraziarmi, poteva essere diretta a te> dico seccatoMagari facendo l’arrabbiato, forse la devierò dal suo scopo di strapparmi la verità dalla bocca. Corre a pararsi davanti a me prima che io me ne vada

<Non ti sarò mai grata abbastanza, ci hai salvato la vita. Ma… lasciamo perdere, grazie ancora. Senza di te non saprei che fare in

questo momento.>Le sorrido e le prendo la mano, vorrei baciarla fino a consumarla. Vorrei regalarle la luna e una rosa, ma non posso, il suo cuore non appartiene a me<Penso la stessa cosa, appena ti ho vista sapevo che saresti stata essenziale nella mia vita, ma purtroppo, il tuo cuore appartiene ad

un altro>Questa rivelazione la lascia di stucco, forse ho ammesso troppo, forse ha capito che bramo il suo cuore più di qualunque altra cosa.

<Valer? Posso chiederti una cosa?>Svia dalla mia frase con un'altra, annuisco per farla continuare

<La donna del quadro, tua madre, mi ricorda qualcuno che ho già conosciuto, e i tuoi occhi, mi ricordano qualcuno ma non so chi>

Potrebbe essere che abbia conosciuto mia madre ma… beh, di solito la memoria si cancella quindi deve per forza essere solo un

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pensiero, un dubbio, non può ricordarsela per davvero. È impossibile.<Mi sembra anche a me di averti già conosciuta ma… non credo, a volte la mente ci gioca brutti scherzi. Ora se non ti dispiace, dovrei

lavarmi per la serata>La risposta sviatoria la lascia un po’ confusa ma appena le dico che devo lavarmi, subitamente, arrossisce e mi lascia solo.

AmeliaCredo che lei sia innamorata di Valer, non lo lascia solo un Non potevo di certo rimanere lì mentre si lava, avrebbe pensato che mi sarebbe piaciuto essere a conoscenza di cosa nasconde sotto la camicia, a dire il vero non so nemmeno se è così.Quando raggiungo le altre sento che si stanno raccontando qualcosa, già il fatto che Cassandra mi abbia tenuto nascosto l’avventura con Valer mi irrita, ed ora, credo che lo stia facendo di nuovo. Non so cosa mi succede, Valer ha un’attrazione verso di me incredibile, il suo corpo è così possente, i suoi modi galanti e… i suoi occhi, così belli ed ipnotici.<Amelia eccoti, cosa stavi facendo?> mi chiede Cassandra

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Secondo e lo guarda con occhi strani<Stavo facendo un giro per la casa> mento

Mi siedo sul divano in mezzo a loro, l’espressione di Jahnette suggerisce che non crede ad una sola parola di quello che dico

<Cassandra? Perché non mi hai detto di te e Valer?> chiedo

Arrossisce all’istante<Stavo per dirtelo al teatro ma ci ha interrotte, mi dispiace,

dovevo dirtelo dato che piace anche a te>Il suo commento mi lascia così spiazzata da farmi spalancare la bocca, perché mai pensa una cosa del genere?

<Si vede Amelia> aggiunge JahnetteSi sono coalizzate contro di me per caso? Valer è un bel uomo, affascinante e tutto il resto ma sto aspettando una dichiarazione di Luke

<Non è che mi piace, è bello, galante e affascinante ma sapete che mi piace Luke> dico

Jahnette ride come se avessi detto una cosa stupida, non ci crede e questo è un problema, lei essendo una ragazza che dice ciò che pensa potrebbe andare a dire ciò al diretto interessato

<Non si possono amare due persone? Io ci riesco> commenta maliziosa

Le do un colpetto scherzoso sulla spalla e rido insieme a lei<Avanti Cassandra dicci come è stato, così se mi capita

sono già pronta> dice Jahnette

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Cassandra sgrana gli occhi, credo sia molto possessiva con Valer e il commento di Jahnette non gli è piaciuto<Beh, è molto bravo e non credo di aver mai visto un corpo

così perfetto… a proposito, dov’è ora?> mi chiedeVuole raggiungerlo? Okay anche se non dovrei i sento gelosa, ma non so spiegarmene il motivo, non dovrei nemmeno pensarci

<Si sta lavando> dicoNel momento esatto che glielo dico si alza di scatto con occhi maliziosi

<Vado a vedere, vi saluto>Cerco di fermarla e Jahnette si mette a ridere vedendola correre via, quando mi guarda sì a pensierosa

<Tranquilla, gli piaci tu, si vede>

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ValerSubito dopo che Amelia se n’è andata mi sono precipitato in bagno, non ho una doccia ma bensì una vasca dell’epoca al centro. La riempio di acqua calda e sapone, poi a causa della mia fissa per le rose, prendo il vasetto che tengo sul mobiletto affianco della vasca e ci verso al suo interno il contenuto: petali di rosa rossa. Danno un tocco affascinante e romantico, anche se il bagno, teoricamente, dovevo farmelo da solo.Comincio a spogliarmi, gli abiti ricadono sul pavimento. La vasca l’ho dovuta fare molto grande o non ci sarei stato dentro, non sempre la mia altezza e le spalle larghe come un armadio sono comode. Faccio fatica anche a stare nel mio letto.Quando mi immergo vengo subito rilassato, l’aroma che lascia il bagnoschiuma che ho appena versato nell’acqua sa di lavanda, io adoro la lavanda, era anche l’aroma preferito di mia madre. Ho preso molto da lei: il romanticismo, la bellezza e i gusti. A parte sugli uomini quelli non mi piacciono. Da mio padre invece presi la galanteria, il mio essere calmo (a parte con Fainter) e il fatto che vorrei aiutare chiunque. I miei genitori, come avrete ben capito, erano due vampiri, io e le mie sorelle siamo nati così infatti non trovereste su di me i segni di un eventuale morso di trasformazione.Poco dopo sento la porta del bagno aprirsi, tengo gli occhi chiusi ma capisco chi è sentendone il profumo leggermente speziato della sua pelle. Cassandra è qui e si sta spogliando, lentamente entra nella vasca facendo un lamento per quanto è calda

< Apri gli occhi> mi sussurraAppena lo faccio le sue labbra incontrano le mie, mi bacia con fare famelico come se volesse farlo da tanto tempo. Non mi importa se di sotto ci sono altre persone, la attiro a me facendo fuori uscire dell’acqua che ricade sul pavimento.

<Fammi sentire tua> mi ordinaE così faccio.

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10- Il fantasma dell’opera

Credo che sappiano cosa abbiamo fatto io e Cassandra, quando scendiamo le troviamo davanti alle scale già pronte per andarsene. Ma la cosa che me lo fa pensare sono le loro facce: Jahnette ha un aria maliziosa ed accusatoria mentre Amelia, imbarazzata.Decidono saggiamente di non fare domande, anche se so che le riservano per Cassandra quando ognuno tornerà a casa propria.

<Vogliamo andare? Devo essere nei camerini tra 30 minuti> afferma Amelia

Annuisco e ordino a Dimitri di preparare la carrozza, dobbiamo muoverci se vogliamo arrivare in tempo, mi sentire in colpa a fare arrivare Amelia in ritardo per il suo spettacolo.Dopo essere partiti e ballonzolati a causa delle pozzanghere per strada (sta piovendo), chiedo ad Amelia a che tipo di spettacolo assisteremo questa sera, sembra molto eccitata nel aver sentito la mia domanda, si vede che è il lavoro dei suoi sogni quello della cantante

<Ah beh, assisterete al fantasma dell’opera, io sono la co protagonista nei panni di Christine> afferma

L’ho visto il film, anzi credo di averne visti un paio di diverso genere, so che c’è un uomo sfigurato innamorato di questa ragazza di nome Christine che però è innamorata di un altro. A pensarci ora sembra che sia molto simile alla mia storia, l’unica differenza è che io non sono sfigurato ma un mostro.

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Noi siamo qui

<Sono sicuro che la tua esibizione sarà perfetta, come sempre d'altronde>dico

La faccio sorridere, e in quel momento Cassandra mi prende un braccio e mi coinvolge nelle sue discussioni, scopro che studia medicina

<Ecco siamo arrivati, devo correre> ci dice AmeliaScappa via verso i camerini, penso, deve prepararsi, truccarsi e vestirsi. Aspettate un momento… come è possibile che il fantasma dell’opera sia fatto quest’anno? Se non sbaglio il libro è stato scritto nel 1910, a meno che non sia stato ispirato o preso da questo spettacolo. Devo chiederlo ad Amelia.

<Andiamo signore?> chiedoAnnuiscono ed esco per tenerle aperta la portiera, quando scendono le prendo a braccetto e ci incamminiamo. Amelia ci ha consegnato i biglietti prima di partire, siamo seduti nei palchetti, per così dire ai lati del palco disposti in alto, tipo quello in cui è stato assassinato Abramo Lincoln.

<Buonasera signori, biglietto?> ci chiede la guardiaCe lo strappa e siamo ponti ad entrare, l’intero è pieno di gente, tra gli schiamazzi e vociar io andiamo a sederci, mi piace il posto in alto anche se preferirei sedermi in platea.Vi mostro precisamente dove siamo seduti in questo momento, questo rende tutto molto più artistico

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Dopo essermi seduto comincio a scrutare gli ospiti in cerca di Fainter, teoricamente doveva sedersi con noi ma non mi stupisco se non viene, del resto… ha troppe cose da fare.

<Ti piace il teatro Valer?> mi chiede JahnetteL’ho sempre amato, sia per spettacoli, balletti ma perfino per la lirica, anche se spesso non capisco ciò che dicono mentre cantano.

<Si, mio padre possedeva un teatro in Italia>Non è una menzogna, ho scelto l’Italia perché lui la amava molto, ci portava per dei mesi a visitarla quando era in vita, ci diceva che era un paese romantico e dalle mille bellezze, e aveva ragione, quando finisco qui può essere che ci ritorni.<Che bello, magari un giorno ci porterai a vederlo> dice CassandraNon credo succederà mai ma annuisco ugualmente, se ci andassi dovrei prima comprarlo e non costa poco.

<Zitti sta cominciando> dice JahnetteSpensero le luci e le tende del sipario si aprirono, lo spettacolo cominciò e Amelia fu meravigliosa, nemmeno una nota stonò e vidi che anche l’insegnante ne era compiaciuta. Fu una esibizione a dir poco spettacolare, le voci le canzoni e la storia d’amore impossibile tra i due. Il pubblico, alla fine del primo tempo, scoppiò in un applauso fragoroso, gente che fischiava… per fortuna è solo il primo tempo, non oso immaginare cosa succederà.

<Noi andiamo di sotto, ci raggiungi?> mi chiede JahnetteScuoto la testa e le saluto, voglio scrutare tra il pubblico per vedere qualcuno di sospetto, non ho ancora la minima idea di chi potesse essere stato, sono al punto di partenza e spero di aver presto notizie dal mio detective.

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Vedo uomini che chiacchierano tranquillamente, le loro mogli ce discutono con loro e penso che con alcune donne o uomini ci siano i loro amanti che prima o poi verranno scoperti.

<Buona sera>Mi volto, è un uomo sulla trentina biondo e con i miei stessi occhi, rabbrividisco nel sentire il suo odore, non è umano. La sua pelle è pallida come la mia, vedo i canini sporgere volontariamente per sfoggiarli davanti a me. Lui voleva farmi sapere che è come me.

<Chi sei?> chiedoUso una voce seria e fredda, i miei muscoli si irrigidiscono, sono pronto a puntare il dito su di lui. Mi sembra alquanto sospetto, dopotutto, è stato un vampiro ad assassinare la mia famiglia. Perché solo un vampiro sa come ucciderne un altro definitivamente, infatti alla mia famiglia è stata tagliata la gola e strappato il cuore.

<Ma come? Non mi riconosci? Sono lo zio Alexander>Non mi viene in mente nessuno con quel nome, mio zio si chiama Marcus, non Alexander. Quindi mi richiedo: chi è costui.

<Avanti, sono il fratello di tuo padre>Si siede accanto a me e mi fissa sorridendo…

<Lo zio Marcus?>O Gesù ecco! Non mi ricordo di lui perché l’ultima volta che l’ho visto è stato un secolo fa, ha derubato gran parte del patrimonio della famiglia di mio padre, mio nonno e mia zia. Poi se n’è andato senza dire niente a nessuno. Ci è riuscito tornando indietro nel tempo, ha ereditato il potere di mio padre suo fratello maggiore.

<Tu brutto infameAssumo un sorriso di scherno, mostro anche io i canini e lui si sorprende. Ha un aspetto elegante e dei lunghi capelli laccati all’indietro

<Ma come, non sei felice di vedermi?>Mi da una pacca sulla spalla, non deve permettersi di toccarmi. Comunque sono sempre della mia idea: è stato lui, potrebbe averlo

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fatto perché mio nonno non ha lasciato l’eredità a lui ma a mio padre.<Perché dovrei? E poi, da quando ti chiami Alexander, hai cambiato

vita dopo aver derubato metà patrimonio di mio padre?> chiedoQuesto lo irrita, i suoi occhi si fanno a fessura, schiocca la lingua e se la passa sui canini

<Metà di quel patrimonio doveva essere mia, e il mio nome è Marcus Alexander Monterk>

Ora capisco, per nascondersi usa il suo secondo nome, brutto bastardo chissà da quanto tempo è in questa epoca. Subito dopo tornano le ragazze, appena vedono Marcus scuoto la testa senza farmi notare a Cassandra, lei ha lo sguardo impaurito. Meglio che non si avvicinano ma il mio tentativo di scuotere la testa senza farmi notare, si nota invece e Marcus si volta. Balzo sulla sedia e mi precipito per pararmi davanti alle ragazze.

<Ma che scortesia Valer! Lasciami presentare alle signorine> Poi fa il baciamano, ma ogni mio muscolo è pronto a scattare in qualsiasi evenienza, non si può mai sapere cosa gli salti in mente, è sempre stato un tipo strano che si nutriva a destra e a manca senza preoccuparsi di chi fosse la vittima.

<Valer, chi è costui?> mi chiede CassandraMarcus sii girà con un sorriso strano, cosa sta pensando?

<E’ così? È lei la tua nuova dama? Vuoi trasformarla?>Jahnette non capisce e io fulmino immediatamente con lo sguardo Marcus, ha intenzione di rivelarle la nostra vera natura?

<Che cosa vuoi Marcus?> chiedoSi allontana e torna verso le poltrone, non sembra dell’idea di andarsene e la cosa non mi aggrada

<Sono venuto a trovarti, so cosa è successo ai tuoi genitori, che disgrazia>

Lo dice in modo sfottente, questo aumenta il mio sospetto, non sembra minimamente dispiaciuto dalla loro morte. Poi lui odiava

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mio padre anche perché era innamorato di mia madre ma lei non lo aveva scelto. Questo on glielo perdonò mai.

<Vattene subito prima di combinare guai> lo intimoriscoSi gira a guardarmi, non ha timore di me, anzi dovrei averne io di lui, è sempre stato più forte di me e di mio padre, è capace di sradicare un albero senza alcuno sforzo.Subito dopo il mio ammonimento si alza con uno sguardo di sfida, prima guarda le ragazze che si tengono a distanza dietro di me poi passa su di me, si avvicina al mio orecchio e sussurra:

<Non è finita, ricordati che io so chi sono ma loro no>Poi se ne va ridendo, una risata agghiacciante è la sua e ciò che ha detto mi fa intendere che potrebbe ricattarmi se volesse, andrebbe a dire alle ragazze chi sono anche se penso che non ci crederebbero. Cassandra ci crede perché mi ha visto con i suoi occhi ma non credo che le altre credano nelle favole.Appena non lo si vede più le ragazze mi vengono letteralmente addosso afferrandomi per le braccia, hanno uno sguardo impaurito e Cassandra intuisce tutto, non è stupida e chiunque sa la verità intuisce che Marcus è come me

<Ma chi era?> mi chiede JahnetteSto ancora fissando il corridoio dietro le poltrone, in attesa di un suo ritorno il quale, non avviene fortunatamente.

<Mio zio, state attente non c’è da fidarsi> dicoCi risediamo giusto in tempo per il secondo tempo, ma non sono tranquillo, sicuramente Marcus non ha lasciato il teatro e ci mancherebbe che andasse a trovare Amelia, saprà tutto ormai, è uno che ama farsi gli affari altrui e sembra che i miei li ami molto.Procedendo con lo spettacolo noto quanta dedizione e impegno ha Amelia nel cantare, vedo passione nei suoi occhi quando le note le fuoriescono dalla bocca, ogni suo passo sembra averlo studiato con cura e passione. Incredibile non ho mai visto niente di simile.Terminato lo spettacolo ci mettemmo ad applaudire come non avevamo mai fatto, tutti i presenti sono entusiasti e io ancor di più.

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Quando scendiamo vedo Dimitri venirmi in contro con il mazzo di rose rosse che avevo esplicitamente chiesto per Amelia, una come lei merita il più splendido dei fiori e quale se non la rosa?

<Per chi sono?> mi chiede curiosa CassandraFissa le rose che tengo in mano con occhi sognati, spero vivamente che non pensi siano per lei, potrebbe rimanerci male. Ma non rispondo finché, pochi istanti dopo, vedo scendere dal palco Amelia e raggiungerci

<Vi sono piaciuta?> ci chiedeLe porgo romanticamente il mazzo di rose, ne rimane ammaliata a differenza della sua amica apparentemente delusa da non averle ricevute

<Sono bellissime Valer, grazie> mi dice dolcementeLe prendo la mano e gliela bacio, ma come tutti sanno, Fainter deve arrivare proprio in quel momento. Il bastardo sicuramente si è seduto in platea solo per una scusa assurda e fare il lecca culo… perdonate il mio linguaggio poco d’epoca.

<Amelia, strepitosa sei stata> diceSi scambiano un abbraccio, questo fa sorridere tutti al di fuori di me, preferirei che le loro smancerie le lasciassero private ovviamente.

<Mi dispiace che non ti sia unito a noi sta sera> gli dice JahnetteAspetto ancora il commento che ha come unico scopo quello di pervadere Amelia di entusiasmo

<Mi sono seduto in platea, per vedere meglio Amelia>Eccolo, mi scappa un sorriso davanti alla sua prevedibilità, se non altro poteva esserlo meno ma, per sua fortuna, Amelia non lo nota, anzi rimane profondamente colpita, ma perché mi chiedo Fainter sente l’estremo bisogno di essere in gara con me. Comincio a rassegnarmi, sembra che la giovane Amelia sia molto presa da lui e se non vi saranno risvolti, mi aggiudicherò vinto.

<Vogliamo uscire? Sono stanca di stare qui> mi dice Cassandra

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Credo che voglia tornare a casa con me, non glielo negherò di certo e lei sembra saperlo bene.

<Signori, vi dico buonanotte> dicoJahnette mi saluta sorridente e ce ne andiamo, Amelia sembra delusa dal fatto che ce ne andiamo senza stare in loro compagnia per un po’, ma ho bisogno di nutrirmi, la gelosia mi sta affaticando e poco a poco so che il peso sul petto nel vedere Amelia e Fainter insieme, diventerà insopportabile.

11- L’assistente del dissanguatore

Tornando a casa in carrozza noto il silenzio pensatore di Cassandra. Vedo i suoi occhi fissi sulla strada e il suo agitarsi contorcendo tra loro le mani con fare nervoso. Mi sporgo verso di lei e le prendo le mani, il tocco della mia mano la fa sussultare e quando si gira, ha un sorriso triste, sforzato

<Che ti succede? Non mentirmi Cassandra> le dico

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Mi sorride ancora una volta con sforzo, mi preoccupa, comincio a tenere a lei come una amica. Una amica a cui ho confidato il mio segreto più oscuro e secondo me è a conoscenza di cosa succederebbe se lo andasse a rivelare a qualcuno: la morte.

<Valer, la tua natura mi affascina e vorrei sapere di più. Come ti nutri, quanto sei forte, quanto vivi> dice

Mi stupisco, non pensavo che la mia razza potesse affascinarla, dopotutto è di un mostro che stiamo parlando, ma forse, è a causa di ciò che studia che ne è attratta

<Fammi vedere>Alzo la testa di scatto, vuole una dimostrazione? Vuole assistere al mio nutrimento? Quando dissanguo una persona per sfamarmi?

<Cassandra io…> mi interrompeMi mette una mano sulla bocca, sembra davvero convinta

<Ti prego, voglio sapere>

Glielo avrei mostrato se tanto ci tiene, vuole vedere come mi nutro? Semplice, posso sfamarmi di chiunque a parte i bambini, loro sono intoccabili secondo la mia idea. Non potrei mai nutrirmi di un anima così innocente.

<Scegli tu di chi vuoi che mi nutra> dicoSi mette a guardare in giro come se stesse scegliendo una persona a caso, ma non funziona così

<Di un uomo, per favore> mi diceQuesta è più difficile, è più semplice con le prostitute e scegliere un uomo che non conosciuto… beh, non saprei dove trovarlo.Devo pensare, chi potrebbe… ah! Ecco chi… conosco un posto qui vicino, dove gli uomini senza tetto o che sono stati appena sfrattati

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per mancanza di denaro si ritirano. È come una casa di riposo per poveri. Ce ne sono molti sulla porta che fanno l’elemosina.

<Sarai accontentata> dicoSembra entusiasta.Quando raggiungiamo il posto in questione, vi trovo un uomo disperato seduto a terra, tiene una mano sulla testa e nell’altra c’è una bottiglia di vino. Dagli abiti sembra che sia appena stato rovinato, fa a caso mio. Ordino di fermare la carrozza davanti ad esso, quando vede la portiera aprirsi rimane molto sorpreso, chi a notte fonda aiuterebbe un poveraccio? Nessuno, ma lui crede che io sia qui per questo.

<Come si chiama? Perché è qui?> chiedoSi alza barcollando, è piano d’alcol e la cosa mi rende tutto più facile, quando mi vedrà con i canini sporgenti penserà che sia un allucinazione.<Mi... mi chiamo Alexander, sono appena stato sfrattato dal lavoro

e mia moglie mi ha portato via i figli>Scoppia in un pianto imbarazzante e penoso, in questo momento capisco che, togliergli la vita, gli renderei tutto più facile, non avrebbe il problema dei soldi e quant’altro. Perfetto.

<Sali, ti aiuteremo noi> dicoDa quanto è disperato sale senza nemmeno esitare, davanti a Cassandra sembra anche essere a suo agio.

<Questa è mia moglie Daianne e io sono Johnatan, piacere> dicoMi stringe tremolante la mano, Cassandra rimane perplessa dalla mia bugia ma è sempre meglio essere cauti su queste cose. Non si può mai sapere se la vittima scapperà, o in caso scegliessi all’ultimo momento di trasformarlo rendendo la sua vita più facile.

<Dove stiamo andando?> mi chiedeMi voltai verso Cassandra sorridente per poi tornare a lui, lo avrebbe scoperto presto. Ma fidatevi quando vi dico che nessuno vorrebbe fare ritorno in casa mia quando sono affamato. E questo povero disgraziato che non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto il

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giorno dopo, si ritroverà nella tana del predatore più violento, mostruoso e crudele.

<A casa mia, abbiamo intenzione di aiutarti ma… le domande a dopo> dico

Non ribatte, si sentirà fortunato credo, comincio ad aver fame guardando la mia preda. Cassandra sa cosa succederà ma non sembra avere ripensamenti. Sa anche bene che è troppo tardi per averne.

Eccoci qui, la mia preda è nella mia tana ora, ho fatto finta di ordinare a Dimitri una vasca calda per il nostro ospite, quest’ultimo sembrò molto grato da questo.Lo accompagno di sopra, in camera mia, dove solitamente mi nutro per poi fare ripulire il casino dal mio servitore. Quante persone sono morte qui dentro per mano della mia famiglia, persone di cui a nessuno è mai importato niente.Prima di cominciare, mentre il nostro ospite faceva un giro della camera, Cassandra mi prese in disparte mentre guardava l’uomo sventurato

<Fallo come lo fai di solito, non trattenerti>La guardai con comprensività, le presi le mani e le baciai, fremette sotto il tocco delle mie labbra e sapeva che finito tutto avrebbe avuto altro

<Sei sicura? Sarà molto cruento>Annui pensierosa

<Non gridare, te ne prego> dissiÈ il momento, tirai fuori i canini e dalla mia bocca si udì un suono gutturale, come un ringhio. L’ospite si girò sorpreso e appena incontrò il mio sguardo spalancò gli occhi, sento la sua paura, mentre indietreggiai gli vado incontro. Poi, al momento giusto, con

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un balzo lo presi alla gola e lo bloccai a terra disteso. Guardai l’ultima volta Cassandra mentre l’uomo si agitava inutilmente, quando lei annuì, affondai i canini nella gola del uomo. Spruzzi di sangue macchiano il pavimento, comincio a succhiare fino all’ultima goccia, cento che Cassandra si tiene una mano sulla bocca soffocando un gemito, ma continuo, alla fine… per il colpo di grazia, strappo il pezzo di collo in cui ho affondato i denti.È morto, il battito non c’è, dopo essermi alzato mi pulisco la bocca con la mano facendo uno sbavo di sangue. Rinfodero i canini e vado verso Cassandra, la quale, non sembra aver paura

<Tutto bene? È morto ormai> le dicoLei annuisce… ammirata? Sembra essersi goduto lo spettacolo, non sento il minimo sentore di paura nel suo cuore e la cosa mi stupisce.

<Si, lo so, forse è meglio che tu ti dia una ripulita ora> mi diceAnnuisco coprendomi la bocca sporca e vado in bagno, vedendomi nello specchio ripenso a cosa ho appena fatto, ma non so dirmi se è giusto o sbagliato. Questo dovrete deciderlo voi.

<Valer?>Mi volto vedendola entrare, vuole chiedermi qualcos’altro, lo so, ha quello sguardo di quando mi ha chiesto di nutrirmi. O forse è qui solo per non stare a guardare il cadavere nella stanza acanto

<Quanti anni hai?> mi chiedeLe sorrido. So che la cosa a cui le donne aspirano è la giovinezza, io non invecchio, di un solo giorno

<Ne ho 127> dicoLa stupisce molto, fino ad un certo punto, poi sembra farsi i suoi calcoli e riprende a sorridermi in quel modo ingenuo

<Un giorno potrai mai trasformarmi?>La cosa mi debilita, perché me lo chiede, lei non sa quanto mi piacerebbe essere umano, quanto vorrei non uccidere per nutrirmi. Lei non lo vuole davvero, è solo affascinata dal momento. Esco dal bagno irritato, non voglio più che me lo chieda

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<Aspetta! Rispondimi ti prego!> mi gridaScendo al piano di sotto in tutta fretta, faccio cenno a Di9mitri che è sulle scale di andare di sopra

<Valer!>Mi blocca per un braccio facendomi voltare, perché non capisce? Pensavo fosse una ragazza intelligente ma ora non lo sta dimostrando<Tu non vuoi essere un mostro, che uccide a sangue freddo. Vedrai

tutti i tuoi cari morire di vecchiaia mentre tu… rimarrai così in eterno> replico seccato

Mi strinse la presa sul braccio, non avrebbe mollato fino ad ottenere ciò che voleva

<Non mi importa> diceFaccio spuntare i canini e cerco di impaurirla ma ad ogni mio tentativo lei sembra farsi più coraggio<Ucciderai, sapresti farlo? Nasconderti per il resto della tua vita?>

chiedoAnnuisce, poi mi molla il braccio. Non è una cosa da poco trasformare qualcuno, provoca molte responsabilità<Non è una cosa da poco, ma se tanto insisti… quando riterrò che

sei degna allora, potrò pensarci>Poi giro i tacchi e mi dirigo verso il salotto, il suo sorriso sembra di soddisfazione, ma se è questo ciò che desidera, un giorno dovrò insegnarle molto. Dal principio. Ma per ora, si limiterà a guardare in silenzio.

12-due mesi più tardiCassandra si rivelò molto paziente, se le dicevo di fare una cosa lei lo faceva, se le dicevo di guardare lei lo faceva in silenzio riservandomi le domande alla fine. Le feci vedere come cacciare, cosa sapevo fare e molto altro, ma per quanto mi sforzassi di sembrare brutale sembrava che… la incuriosivo sempre di più, capì ben presto che un giorno avrei dovuto trasformarla davvero, ma ha ancora molto da imparare. Siamo solo all’inizio.

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Nei due mesi che si successero capitarono molte cose, a quanto pare il detective aveva una pista, aveva trovato una scia di cadaveri apparentemente uccisi da un animale e non posso essere stato io, nascondo sempre le prove. Mi disse inoltre che, costui, poteva essere il presunto assassino. Nell indagine scoprì che aveva l’odore simile al mio, quindi o è un mio parente (cosa molto improbabile a meno che non sia Marcus) o è stato parecchio tempo con la mia famiglia. Perché vedete, quando un vampiro sta molto tempo accanto ad un altro, questo lentamente assume il suo odore, infatti ci sono stati casi che un vampiro sia inserito nell’albero genealogico di una famiglia vampiro come: neo plasmato, ovvero membro della famiglia di sangue differente.Questo mi preoccuperebbe, chi potrebbe essere mai? Siamo sempre lontani ed è sconfortante.Andiamo avanti, per quanto riguarda Amelia, beh, ho sentito che ha avuto delle divergenze con Fainter ma non so quali di preciso. Vorrei scoprirlo. È per questo che oggi: 23 settembre, le sto andando a far visita dai suoi genitori. Si dal caso che siano miei clienti della banca e che abbiano scoperto la mia conoscenza con Amelia, per tanto, vorrebbero conoscere chi li sta finanziando nella loro idea di aprire un orfanotrofio.

<Siamo sicuri che gli piacerò?> le chiedoNella carrozza siamo solo io e lei, mi è passata a prendere dato che non conosco il luogo della sua abitazione, ma credo che (speriamo di no) in un eventuale fidanzamento con Fainter, se ne andrebbe via dai genitori e io non saprei più dove poterle farle visita.

<E dimmi, a chi non piaci?>La domanda mi fa girare di scatto, sono sorpreso quanto lei infatti arrossisce subito e fa finta di niente.

<Valer? Posso chiederti cosa c’è tra te e Cassandra? Se posso?>La domanda risulta alle mie orecchie strana, evidentemente Cassandra non le ha detto niente o vuole sentirselo dire da me

<Beh, non saprei dirlo sinceramente. Cassandra è diventata una buona amica per me ma… non saprei dirtelo davvero> rispondo

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Annuisce senza guardarmi, a questo punto vorrei chiederle come vanno le cose tra lei e Fainter ma non vorrei risultare sgarbato, quindi attenderò che l’argomento venga fuori per mano dei suoi genitori a tavola. Sono sicuro che accadrà.

<Ecco, siamo arrivati> mi diceLa casa è molto grande, ma è circa la metà della mia ed è la classica casa vittoriana: beige, con un grande portico e delle specie di torri molto piccole attaccate qua e là dove vi sono delle finestre.Scendiamo dalla carrozza ed immediatamente veniamo accolti da due signori di mezza età mori, la madre di Amelia è la copia di sua figlia, solo con un po’ di anni in più<Buongiorno, mi presento sono Valer Monterk, sono lieto di fare la

vostra conoscenza> dicoFaccio un mezzo inchino mentre bacio la mano della madre e stringo quella del padre, è un uomo dai lineamenti duri e seri.<Amelia mi aveva detto che sei un giovanotto affascinante ma non

così tanto> commenta la madreAmelia la rimprovera diventando paonazza e io non posso fare a meno di ridere, mi fa molto piacere che abbia detto questo alla madre.

<Prego entrate> ci incita il padreL’ingresso si tratta di una disposizione di mobili antichi in legno e quadri di vario genere, è un corridoio lungo che sul fondo vi ha delle scale, sulla destra intravedo la grande cucina mentre a sinistra un salotto munito di tre poltrone, un camino e molto altro. Tutto sotto una pelliccia di orso. O almeno credo, questo dice che al padre di Amelia piaccia molto la caccia. Anche a me.

<La sua casa è spettacolare signora Moore> dico alla madreLei mi guarda sorridendo con un aria compiaciuta mentre ci accompagna in salotto, il padre però non sembra molto entusiasta del mio commento

<Grazie, ma vede la casa è mia>

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Si becca una pacca sulla spalla dalla signora Moore, cerco subito di scusarmi e spiegare

<Ma vede, solitamente è la donna che rende la casa così bella>Il commento successivo fa breccia nel cuore della signora e di sua figlia, entrambe compiaciute dal mio comportamento. Credo però che non mi sto graziando il signor Moore, questo è un male

<Vuole qualcosa da bere?> Me lo chiede il signore mentre si attinge a versare in due bicchieri dello scotch, sul tavolino pieno di tante bottiglie accanto al camino

<Si grazie> rispondoAnnuisce serio e mi porge un bicchiere, le donne decidono di non bere ma la signora parte all’attacco appena mi siedo sulla poltrona. Mentre Amelia si siede sul bracciolo di essa dove vi sono seduto

<Mi dica Valer, se posso chiamarti così, da dove viene?>Le dico di darmi del tu, sembra contenta e intanto cerco di usare un linguaggio appropriato per farmi risultare simpatico al pare

<Vengo dall’Italia, mi sono trasferito qui per indagare sulla morte della mia famiglia> dico

Sembra dispiacersi seriamente, la perdita di un genitore o familiare può commuovere anche chi non è il diretto interessato. Ma passiamo ad alto, dopotutto siamo qui principalmente per parlare dell’orfanotrofio, no? L’ultimo che c’era in città è fallito, non riceveva più fondi e ora, i genitori di Amelia, vogliono investire in esso

<Ditemi, come mai l’orfanotrofio?> chiedo

La domanda risulta opportuna e partecipante di un argomento di interesse per i genitori di Amelia, suo padre si sistema s appoggiato al camino con fare pensieroso<Vede signor Monterk, noi amiamo molto i bambini e vorremo dare

casa a tutti coloro che non la hanno>

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Naturalmente, ma mi chiedo perché, se amano molto i bambini, non ne hanno fatto un altro, i fondi ce li hanno, potevano pensarci quando l’età poteva permetterglielo. Ormai è troppo tardi.<Mi piace aiutare coloro che aiutano gli altri, soprattutto se si parla

di anime così innocenti> dicoLa madre non sembra ascoltare molto la risposta, sembra invece intenta ad osservare qualcosa di me, lo fa con uno sguardo stranito e interessato.Le chiedo gentilmente cosa incuriosisce<Lei ha un aspetto strano, è molto pallido e i suoi occhi sono molto

singolari> diceFaccio finta di non sapere di cosa parla, ma il suo dubbio è più che lecito, dopotutto, quale mortale possiede il mio aspetto?<Vede signora Moore, mia madre era molto pallida e come tutta la

mia famiglia non mi abbronzo molto facilmente, e gli occhi sono ereditati da mio padre> spiego sorridendo

Quando noto Amelia fissarmi curiosa le faccio l’occhiolino, questo glielo fa distogliere e assumere un sorriso imbarazzato. Ma per fortuna le domande finiscono, o almeno per me. La madre comincia con sua figlia, mi è stato detto solo poco dopo che Amelia non viene spesso qui, solitamente alloggia nel piano terziario del teatro, dove vi sono degli alloggi, mi disse che è molto più facile arrivare in orario stando li.<Figlia mia, allora, come mai non vedo il tuo giovane spasimante?

Fainter giusto?>Questa domanda la mette in imbarazzo, dopotutto la madre potrebbe pensare che, il fatto di avermi invitato, non sia solo per parlare di soldi<Beh, vedi mamma, io e Luke non stiamo andando molto d’accordo in questi giorni. Continua a dirmi che vorrebbe passare la sua vita

con me, ma che il mio lavoro sia un intralcio>Una vita insieme.

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Questo, se accettasse, mi farebbe molto male. Ma la cosa del suo lavoro mi lascia perplesso, sembrava entusiasta nel sentire Amelia cantare, mi chiedo da cosa dipenda questo risvolto improvviso.La madre le sorride comprensiva, le prende le mani e la consola<Mia cara, dimentica chiunque cerchi di tarpare le ali ai tuoi sogni>Bellissima frase, mi piacciono le frasi poetiche e questa, ricordatemelo, più tardi me lo dovrò appuntare.

<E lei cosa ne pensa?>La domanda del padre mi lascia a corto di parole, ma le due donne si girano in attesa di una mia risposta<Sono pienamente d’accordo con la signora Moore, chiunque cerchi

di farlo sta cercando di comandarti>Questo fa riflettere Amelia, ma un pensiero riesco a sentire, è molto forte e non posso non ascoltarlo. È della madre di Amelia che la guarda con occhi dolci

- Mia figlia dovrebbe scegliere Monterk, è un bel ragazzo, galante e ricco. È perfetto insomma-

Sorrido a quel pensiero, se solo anche Amelia se ne rendesse conto sarebbe tutto più facile, in questo momento comincio a fissarla, i suoi zigomi alti, la sua bella pelle abbronzata. Noto che ogni volta che è nervosa si attorciglia una ciocca di capelli in un dito, che quando è imbarazzata distoglie sempre lo sguardo, in qualsiasi caso e poi… il suo profumo, l sue labbra carnose e…

<Monterk si sente bene?>Mi riscuoto, il padre cerca di attirare la mia attenzione, forse mi sono imbambolato troppo a lungo su Amelia, speriamo che non se ne siano accorti troppo.

<Bene signori, è pronto il pranzo> afferma una cameriera

Il pranzo fu ottimo, mi piacque tutto e non potei non fare complimenti

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