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ECONOMIA SOMMERSA, ECONOMIA NON OSSERVATA E CORRUZIONE A ROMA E NEL LAZIO

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ECONOMIA SOMMERSA, ECONOMIA NON OSSERVATA

E CORRUZIONE A ROMA E NEL LAZIO

Febbraio 2016

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Eures Ricerche Economiche e Sociali-UIL di Roma e del Lazio Economia sommersa e illegale a Roma e nel Lazio

Economia sommersa e attività illegali: il quadro nazionale

La contabilità nazionale italiana, al pari di quella degli altri paesi dell’Unione Europea, segue gli schemi e le definizioni del Sistema europeo dei conti nazionali (SEC) che impongono da settembre 2014 - in occasione dell’introduzione del Sec20101 - di contabilizzare nel Pil anche l’economia “non osservata”, ovvero l’insieme delle attività economiche legali ma non dichiarate o svolte contravvenendo a obblighi fiscali e contributivi (sottodichiarazioni di fatturato e costi, lavoro nero e irregolare, affitti in nero, ecc.) e delle attività illegali (traffico di stupefacenti, prostituzione, contrabbando), al fine di rendere maggiormente esaustive le stime del prodotto interno lordo, in particolare in Paesi come l’Italia dove l’incidenza dell’economia non osservata è particolarmente significativa.

L’esigenza di pervenire a una misura quantitativa dell’economia non osservata ha creato problemi di natura metodologica, che, data la complessità e la particolarità dell’oggetto di misurazione, hanno dato luogo a procedure di stima e a risultati molto differenti. A livello ufficiale, tuttavia, gli istituti di statistica nazionali adottano una metodologia unica particolarmente complessa che utilizza criteri statistici diversificati per branca di attività economica, al fine di ottenere migliori risultati in termini di copertura del fenomeno.

Ciò premesso, secondo le autorevoli stime prodotte dall’Istat l’economia non osservata nel nostro Paese rappresenterebbe il 12,9% del PIL nel 2013 (207 miliardi di euro in termini assoluti), costituendo un ingente bacino di risorse che potrebbero essere destinate a migliorare la situazione del bilancio nazionale, ovvero ad alleggerire la pressione fiscale, a sostenere le famiglie in difficoltà e a migliorare la qualità e l’accessibilità ai servizi pubblici. In termini dinamici, inoltre, negli ultimi 2 anni si evidenzia una preoccupante crescita dell’incidenza sul PIL (era infatti pari al 12,4% nel 2011 e al 12,7 nel 2012).

Nel dettaglio l’Istat ha stimato in 190 miliardi di euro il valore aggiunto delle attività economiche generate dall’economia sommersa, pari al 13,2% del valore aggiunto complessivo (in aumento rispetto al 12,7% del 2012 e al 13,1% del 2011), mentre il valore dell’economia illegale si attesterebbe a 16 miliardi di euro, pari ad un ulteriore 1,1% del valore aggiunto nazionale.

Con riferimento alla sola economia sommersa, le componenti più rilevanti sono quelle legate alle sottodichiarazioni (99,4 miliardi di euro) e all’impiego di lavoro irregolare (quasi 72 milioni), mentre le altre forme di sommerso (mance, fitti in nero, integrazione domanda-offerta) risultano relativamente meno consistenti (19,5 miliardi).

1 Il Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec) è lo schema di riferimento per la misurazione dell’attività economica e finanziaria di un sistema economico, delle sue componenti e delle relazioni che fra di esse si instaurano in un determinato periodo di tempo. A partire da settembre 2014, è stato adottata dagli Stati membri dell’Unione europea una nuova versione dei conti nazionali e regionali – Sec 2010 – in sostituzione del Sec 95. Il nuovo sistema, risultato di una stretta collaborazione fra l’Ufficio statistico della Commissione (Eurostat) e i contabili nazionali degli Stati membri, definisce i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo, riflettendo gli sviluppi e i progressi metodologici conseguiti nella misurazione delle economie moderne che si sono consolidati a livello internazionale.

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Eures Ricerche Economiche e Sociali-UIL di Roma e del Lazio Economia sommersa e illegale a Roma e nel Lazio

Attività illegali:16.548

99,43271,959

19,455

Stima della "economia non osservata" in Italia Valori in milioni di euro. Anno 2013

da sotto dichiarazione

da lavoro irregolare

altro

Fonte: Elaborazioni Eures su dati Istat

Tabella 1 – Stima dell’economia non osservata in Italia. Valori assoluti in milioni di euro e % sul valore aggiunto

2011 2012 2013Valori

assoluti (in MLN)

% sul valore

aggiunto

Valori assoluti (in MLN)

% sul valore

aggiunto

Valori assoluti (in MLN)

% sul valore

aggiuntoEconomia sommersa 187.053 12,7 189.190 13,1 190.846 13,2

- da sottodichiarazione 93.517 6,4 99.080 6,8 99.432 6,9

- da lavoro irregolare 71.171 4,8 71.509 4,9 71.959 5,0

- altro 22.365 1,5 18.601 1,3 19.455 1,3

Attività illegali* 15.486 1,1 16.430 1,1 16.548 1,1

Totale economia non osservata 202.539 13,8 205.620 14,2 207.394 14,3PIL 1.638.857 - 1.614.672 - 1.606.895 -

Incidenza sul PIL 12,4 12,7 12,9*Traffico di stupefacenti, prostituzione e contrabbando di tabacco Fonte: Elaborazioni Eures su dati Istat

In generale, quindi, nel 2013 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata deriva per il 47,9% dalla componente relativa all’attività sotto-dichiarata dagli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 34,7% al valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare, per il 9,4% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8% alle attività illegali.

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Eures Ricerche Economiche e Sociali-UIL di Roma e del Lazio Economia sommersa e illegale a Roma e nel Lazio

Attività illegali8%

Sotto dichiarazioni47,9%

Lavoro irregolare34,7%

Altro9,4%

L'economia non osservata in Italia. Distribuzione %

Fonte: Elaborazioni Eures su dati Istat

Al fine di determinare quali siano i settori produttivi maggiormente coinvolti dal fenomeno del sommerso, per ogni macrosettore economico è stata rilevata l’incidenza percentuale rispetto al valore aggiunto delle sottodichiarazioni, del lavoro irregolare e delle altre forme di economia sommersa. In linea generale i risultati evidenziano come il sommerso economico sia più presente nei settori la cui produzione è rivolta soprattutto ai consumatori, come nel caso del commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (26,2%), degli altri servizi alle persone (32,9%), delle costruzioni e dei servizi professionali, scientifici e tecnici (entrambi 23,4%), riducendosi invece significativamente nei comparti in cui il mercato di riferimento è costituito da imprese: produzione di beni intermedi (1,9%), di beni d’investimento (4,4%) e altri servizi alle imprese (6,9%).

Con riferimento alle “componenti” del sommerso, nel settore primario - contrariamente a quanto avviene per la maggior parte degli altri settori - il sommerso è totalmente imputabile all’utilizzo di occupazione non regolare (15,4%), non riscontrandosi invece valori significativi per la sotto-dichiarazione dei redditi e per le altre irregolarità; una più elevata incidenza della componente “lavoro irregolare” si registra inoltre negli “altri servizi alla persona”, dove è fondamentalmente connessa al lavoro domestico, rappresentando circa i due terzi del sommerso complessivamente rilevato (il 21,7% del PIL rispetto al 32,9% del settore). Di contro, un’incidenza più elevata di sommerso da sotto-dichiarazione (soprattutto fatture non emesse, ricavi non dichiarati, ecc.) si riscontra nei servizi professionali (17,5%), nelle costruzioni (14,2%) e nel commercio (13,9%).

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Tabella 2 - Incidenza % dell’economia sommersa sul valore aggiunto per macrosettori e tipologia di sommerso in Italia. Anno 2013.

MACROSETTORE Da sotto-dichiarazione

Da lavoro irregolare Altro*

Totale economia sommersa

Agricoltura, silvicoltura e pesca - 15,4 - 15,4Produzione beni alimentari e di consumo 8,3 3,1 - 11,4Produzione beni di investimento 2,7 1,7 - 4,4Produzione beni intermedi, energia e rifiuti 0,5 1,4 - 1,9Costruzioni 14,2 9,1 - 23,4Commercio all'ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione

13,9 8,1 4,1 26,2Servizi professionali 17,5 5,9 - 23,4Altri servizi alle imprese 3,2 1,9 1,8 6,9Servizi generali delle A.A.P.P. - - -

-Istruzione, sanità e assistenza sociale 3,4 4,0 - 7,4Altri servizi alle persone 10,5 21,7 0,7 32,9Totale 6,9 5,0 1,3 13,2*Traffico di stupefacenti, prostituzione e contrabbando di tabaccoFonte: Elaborazioni Eures su dati Istat

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L’economia sommersa nella provincia di Roma. Le stime Eures-UIL

Complessivamente l’economia non osservata nella provincia di Roma - aggiungendo cioè al sommerso il anche il valore aggiunto prodotto dall’economia illegale (prostituzione, stupefacenti e contrabbando di tabacco), produrrebbe un valore aggiunto pari a 19,2 miliardi di euro, di cui 17,7 derivanti dall’economia sommersa e 1,5 miliardi da quella illegale.

Tabella 5 – Stima del valore dell’economia sommersa, illegale e non osservata a Roma e in Italia

Economia sommersa Economia illegale Tot. economia non osservata% su val. aggiunto V.A. in € % su val.

aggiunto V.A. in € % su val. aggiunto V.A. in €

Roma13,2%

17,7 miliardi1,1%

1,5 miliardi14,3%

19,2 miliardiItalia 190,1 miliardi 16,5 miliardi 206,6 miliardi

Fonte: Stime Eures su dati Istat

Roma

Italia

17,7 mld

190,1mld

1,5mld

16,5mld

Stima dell'economia non osservata (NOE) in Italia e nella provincia di Roma.

V.A. in miliardi di euro

Economia sommersaEconomia illegale

NOE: 206,6 mld

NOE: 19,2mld

Fonte: Stime Eures su dati Istat

Partendo dall’analisi del valore aggiunto prodotto dai diversi macrosettori nella provincia di Roma, e proiettando su scala provinciale le stime Istat realizzate a livello nazionale, è inoltre possibile pervenire ad una più dettagliata valutazione della composizione dell’economia sommersa nel nostro territorio.

Disaggregando infatti per macro-voci il valore aggiunto “sottratto” dall’economia sommersa all’economia legale, la sua quota più rilevante, pari a 9,3 miliardi di euro deriverebbe da sotto-dichiarazioni (evasione fiscale), mentre 6,7 miliardi da lavoro irregolare e 1,7 miliardi da altre forme di sommerso.

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Economia illegale:1,5 miliardi

9.36.7

1.7

L'economia non osservata nella provincia di Roma. Anno 2013. V.A. in miliardi di €

Sotto-dichiarazioni

Lavoro irregolare

Altro

Fonte: Stime Eures su dati Istat

La più elevata incidenza del valore aggiunto generato dall’economia sommersa si registra nel settore del commercio, dei trasporti e della ristorazione, dove su 23,6 miliardi di valore aggiunto complessivo, ben 6,2 sono attribuibili all’economia sommersa (in particolare alle sottodichiarazioni, che “valgono” 3,3 miliardi di valore aggiunto). Seguono, tra i settori maggiormente “colpiti” dall’economia sommersa, i servizi professionali (in cui il valore aggiunto generato da sottodichiarazioni, lavoro nero e altro è stimato a 2,6 miliardi) e i servizi alle persone (2,4 miliardi), dove invece la quota prevalente del sommerso è attribuibile al lavoro nero (con un valore aggiunto di 1,6 miliardi). Anche il settore delle costruzioni registra un elevato valore aggiunto sommerso (1,3 miliardi), seguito dal settore dell’istruzione, della sanità e dell’assistenza sociale (937 milioni, di cui 507 generati dal lavoro nero) e dalla produzione di beni alimentari e di consumo (359 milioni di euro generati dall’economia sommersa).

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Agricoltura, silvicoltura, pesca

Produz. beni alimentari e consumo

Produzione beni di investimento

Costruzioni

Produz. beni intermedi, energia e rifiuti

Altri servizi alle persone

Servizi professionali

Istruzione, sanità, ass. soc.

Servizi generali delle A.A.P.P.

Commercio, trasporti, alloggio, ristor.

Altri servizi alle imprese

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50

0.4

2.8

3.7

4.2

6.0

4.9

8.7

11.7

14.2

17.4

42.8

0.1

0.4

0.2

1.3

0.1

2.4

2.6

0.9

6.2

3.2

Valore aggiunto per settore nella provincia di Roma e stima del valore aggiunto generato dall’economia sommersa. V.A. in milioni di euro

Valore aggiunto "legale"

Valore aggiunto sommerso

Il Valore aggiunto "legale" complessivo nella provincia

di Roma ammonta a 116 miliardi , mentre quello

sommerso a 17,7 miliardi di euro

Fonte: Stime Eures su dati Istat

Tabella 3 - Valore aggiunto per settore nella provincia di Roma e stima del valore aggiunto generato dall’economia sommersa. Valori assoluti in milioni di euro

Valore aggiunto

totale

Stima Valore aggiunto da economia sommersaDa sotto

dichiarazioneDa lavoro irregolare Altro* Totale

Agricoltura, silvicoltura e pesca 531,6 - 82 - 82Produzione beni alimentari e di consumo 3.145,2 261 98 - 359Produzione beni di investimento 3.844,5 104 65 - 169Produzione beni intermedi, energia e rifiuti 6.089,3 31 85 - 116Costruzioni 5.440,6 773 495 - 1.273Commercio, trasporti, magazzinaggio, alloggio e ristorazione 23.599,6 3.280 1.912 968 6.183

Servizi professionali 11.304,0 1.978 667 0 2.645Altri servizi alle imprese 45.967,8 1.471 873 827 3.172Servizi generali delle A.A.P.P. 14.224,8 - - - -Istruzione, sanità e assistenza sociale 12.664,1 431 507 - 937Altri servizi alle persone 7.338,6 771 1.593 51 2.414Totale 134.150,2 9.256 6.708 1.744 17.708*Traffico di stupefacenti, prostituzione e contrabbando di tabaccoFonte: Stime Eures su dati Istat

L’ultimo approfondimento realizzato all’interno del presente capitolo riguarda infine una stima del risparmio fiscale medio pro capite che, a parità di introiti, deriverebbe dall’eventuale emersione dell’economia sommersa; l’ipotesi di lavoro qui sviluppata parte dall’assunto che se tutti rispettassero gli obblighi fiscali e contributivi, qualora lo Stato mantenesse lo stesso

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ammontare di introiti tributari (58,1 MLD di euro per la sola provincia di Roma), ne conseguirebbe una pressione fiscale pro capite inferiore e, conseguentemente, un forte risparmio per i cittadini e le imprese oneste.

Considerando infatti che attualmente la pressione fiscale media risulta pari al 43,3% del PIL e applicando tale rapporto anche al valore aggiunto “sommerso” prodotto nella Provincia di Roma, l’ammontare complessivo di imposte e contributi evasi risulterebbe pari a ben 7,7 miliardi di euro.

Da ciò deriva che, portando all’emersione l’intera economia sommersa, per mantenere lo stesso livello di entrate tributarie a ciascun cittadino sarebbe richiesto un contributo decisamente inferiore, che scenderebbe infatti dai 15.148 euro attuali a 13.383 euro, con un risparmio annuo medio pro-capite pari a 1.765 euro.

Tabella 4 – Stima entrate tributarie e contributive evase a Roma dall’economia sommersa e stima del risparmio medio pro-capite

V.A.Valore aggiunto Roma 134,2 MLD di Euro- di cui economia sommersa (stima) 17,7 MLD di Euro

Pressione fiscale media (NOI Italia) 43,3%

Stima entrate tributarie e contributive a Roma 58,1 MLD di EuroStima entrate tributarie e contributive evase a Roma 7,7 MLD di Euro

Popolazione provincia di Roma 4.342.046

Stima pressione fiscale “effettiva” 15.148 EuroStima pressione fiscale “possibile” (se emergesse il sommerso) 13.383 EuroRisparmio medio pro-capite 1.765 EuroFonte: Stime Eures su dati Istat

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I numeri della corruzione nel Lazio

Parlando di economia sommersa non si può non trattare il tema della corruzione che ricade in quel limbo di comportamenti illeciti, in parte inclusi dall’Istat nella classificazione “altra forma di economia sommersa” e in parte relativi ad un sistema complesso, organico agli stessi centri decisionali, “gelatinoso”2, facente capo a gruppi che possono arrivare ad acquisire il profilo di organizzazioni criminali finanche di tipo mafioso, nel cui ambito si incontrano gli interessi privati di pubblici funzionari, imprenditori e faccendieri, in cui appaiono sempre meno distinte e distinguibili le due figure del corruttore e del corrotto, del pubblico ufficiale infedele e del cittadino/imprenditore colluso.

La corruzione (in termini generali, come fenomeno culturale e come prassi di “scambio sociale”, più che nella sua definizione strettamente giuridica, ex art. 318, 319 e 320 C.P.) è dunque, secondo le parole del Presidente dell’Autorità Nazionale anticorruzione, un fenomeno diffuso e trasversale, i cui effetti non si limitano al singolo appalto o al singolo atto o comportamento, ma alterano il gioco democratico, distorcono la concorrenza e allontanano gli investitori.

Nel presente studio si è tentato di stimarne il peso nella provincia di Roma, partendo da alcuni dati statistici oggettivi che fanno riferimento alla diffusione dei reati contro la PA nel Lazio e da alcune stime a carattere nazionale e sovranazionale.

Partendo quindi dall’analisi dei reati censiti dal Ministero dell’Interno nel 2014, il Lazio risulta la terza regione (dopo Campania e Sicilia) per numero di reati scoperti contro la PA (405), salendo al secondo posto (dopo la Campania) per i reati di corruzione (61 nel Lazio e 96 in Campania contro una media nazionale di 19 reati) e al primo posto per il reato di concussione (con 18 denunce nel 2014 contro una media nazionale di 5,6). La sola Provincia di Roma concentra nel proprio territorio il 65,4% dei reati contro la PA (265 sui complessivi 405 censiti nel Lazio), il 77% dei reati di corruzione (47 su 61) e il 77,8% di quelli di concussione (14 su 18), registrando nel suo territorio oltre il 12% dei reati di concussione (12,6%) e di corruzione (12,4%) complessivamente commessi in Italia.

2 Relazione annuale al parlamento dell’autorità nazionale anticorruzione per l’anno 2014 presentata dal Presidente Raffaele Cantone

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Tabella 6 – Reati contro la PA a Roma, nel Lazio e complessivamente in Italia e incidenza di Roma/Italia. Anno 2014

Art. Reati contro la PA Roma Lazio Italia % Roma/Italia

314 Peculato 14 28 403 3,5316 Peculato mediante profitto dell'errore altrui 7 11 26 26,9316 bis Malversazione a danno dello stato 3 4 21 14,3316 ter Indebita percezione di erogazioni a danno dello stato 13 19 435 3,0317 Concussione 14 18 111 12,6318 Corruzione per un atto d'ufficio 3 3 24 12,5319 Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio 12 19 76 15,8319 ter Corruzione in atti giudiziari 1 1 6 16,7319 quater Induzione indebita a dare o promettere utilità 5 9 33 15,2320 Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio 1 1 9 11,1321 Pene per il corruttore 8 9 46 17,4322 Istigazione alla corruzione 17 19 185 9,2

Totale corruzione 47 61 379 12,4323 Abuso di ufficio 67 118 1.254 5,3328 Omissione o rifiuto di atti d'ufficio 100 146 1.198 8,3Totale 265 405 3.827 6,9Fonte: Elaborazioni Eures su dati Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza

Per quanto riguarda il danno economico prodotto dalla corruzione al sistema economico, non esistono valutazioni e calcoli ufficiali, ma stime e ipotesi che, data la complessità del fenomeno, sono necessariamente riferite ad intervalli di riferimento; tali danni sono stati oggetto di numerose denunce da parte di organismi nazionali (in primis la Corte dei conti) e internazionali (la Banca Mondiale, l’OCSE, ecc.) e confermati dall’organizzazione non governativa Transparency International, che realizza annualmente uno studio sulla diffusione della corruzione in 168 paesi. Nella graduatoria da questa stilata annualmente su scala globale, l’indice della corruzione nel settore pubblico (costruito sulla base della percezione dei fenomeni corruttivi nelle PA da parte di esperti e operatori privati con una specifica esperienza di relazioni commerciali/istituzionali nei diversi paesi considerati) con riferimento al 2015 colloca l’Italia al 61° posto tra 168 nazioni censite nel mondo, con un punteggio pari a 44 su 100 (in una scala in cui 0 significa “molto corrotto” e 100 “per niente corrotto”), risultando penultima nella lista dei 28 membri dell’Unione Europea, prima della sola Bulgaria (41 punti) e preceduta da Grecia e Romania (entrambe con 46 punti), che nel 2014 registravano un risultato peggiore. Sul fronte opposto, sempre in base alla graduatoria Transparency 2015, in cima alla classifica europea dei paesi meno corrotti si posiziona la Danimarca (91 punti), seguita dalla Finlandia (90), dalla Germania e dal Regno Unito (81 punti) e dalla Francia (70).

Gli effetti della corruzione sono inoltre anche sociali e culturali, minando la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni e dei giovani in un futuro in cui il merito possa trovare il giusto riconoscimento, alimentando di fatto lo scoraggiamento delle nuove generazioni e la cosiddetta “fuga di cervelli”.

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Passando ad analizzare le stime sul danno economico prodotto dalla corruzione realizzate dai più accreditati organismi Istituzionali ed economici nazionali e internazionali, quella della Banca Mondiale nel 2004 è certamente la più macroscopica, stimando il peso della corruzione al 3,5% del PIL mondiale. Una stima che ha prodotto l’erronea convinzione che tale rapporto fosse applicabile tout cour in tutti i Paesi, e determinando per l’Italia una stima pari a 60 miliardi (un dato che, proiettato su Roma, ne attesterebbe a 4,7 miliardi il costo della corruzione). Tuttavia tale rapporto (che negli anni la Banca Mondiale ha sottodimensionato, portando la stima della corruzione al 2,3% del PIL) deve essere interpretato con cautela, tenendo conto delle specificità dei territori: in generale, infatti, la corruzione risulta pervasiva nei Paesi in via di sviluppo (dove sottrae fondi alla cooperazione, agli aiuti finanziari, alle donazioni occidentali, “risucchiando” quote significative del PIL), mentre registra un’incidenza molto più contenuta nei Paesi “sviluppati”.

L’Ocse ha invece mostrato che nei Paesi della propria area la corruzione determina un surplus dei costi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche pari al 10,4%, e come tale surplus determini un aumento del 30-40% del costo delle tariffe/pedaggi/biglietti richieste ai cittadini.

Anche la Corte dei Conti ha calcolato il danno prodotto dalla corruzione come una “tassa” sulle opere, forniture e servizi pubblici dello Stato3 pari addirittura al 40%, una stima che, se rapportata ai soli appalti emessi dal Comune di Roma e dai 15 Municipi capitolini (pari a 3,3 miliardi di euro nel 2014) genererebbe un sovrapprezzo pari a ben 1,3 miliardi di euro: un valore, questo, sostanzialmente coerente con quello delle stime prodotte dalla Commissione europea (che attesta all’1% del PIL il costo della corruzione).

Tabella 7 - Il costo della corruzione in Italia e a Roma: tavola riassuntiva di alcune stime

Fonte % sul PIL o sui lavori pubblici Anno Stima costi della

corruzione in ItaliaStima costi della

corruzione a RomaBanca Mondiale 3,5% PIL 2004 50-60 miliardi 4,7 miliardiBanca Mondiale 2,3% PIL 2014 37 miliardi 3,1 miliardi

Corte dei Conti

+40% di spesa nei contratti per grandi

opere, forniture e servizi pubblici dello Stato

2012 35 miliardi4 1,3 miliardi (solo nel comune di Roma*)

OCSE

+10,4% costi di realizzazione delle

infrastrutture pubbliche e +30-40% tariffe ai

cittadini

2014 26 miliardi5462 milioni di euro

(solo nel comune di Roma*)

Commissione Europea 1% PIL 2014 16 miliardi 1,3 miliardiCorte dei Conti 1,3% PIL 2014 21 miliardi 1,7 miliardi

3 Considerando che, secondo i dati contenuti nel Rapporto trimestrale ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione - l’importo complessivo degli appalti in “lavori, servizi e forniture” relativo alle procedure di affidamento perfezionate nell’ultimo anno disponibile di entità uguale o superiore a 40.000 euro si attesta a 88 miliardi di euro, il surplus di spesa dovuto alla corruzione, soltanto relativamente a tale segmento, si attesterebbe ad oltre 35 miliardi di euro. 4 Considerando che, secondo i dati contenuti nel Rapporto trimestrale ANAC – Autorità Nazionale Anticorruzione - l’importo complessivo degli appalti in “lavori, servizi e forniture” relativo alle procedure di affidamento perfezionate nell’ultimo anno disponibile di entità uguale o superiore a 40.000 euro si attesta a 88 miliardi di euro, il surplus di spesa dovuto alla corruzione, soltanto relativamente a tale segmento, si attesterebbe ad oltre 35 miliardi di euro.5 Secondo l’Eurostat in Italia i contratti per opere, forniture e servizi pubblici sono stati nel 2011 pari al 15,9 per cento del Pil, circa 251 miliardi di euro

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Fonte: Elaborazioni Eures su fonti varie* gli appalti pubblicati dal Comune di Roma e dai 15 Municipi ammontano a 3,3 miliardi

Le “fonti” delle stime ragionate sulla corruzione

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1,5 MLD (stima Eures)

1,3 MLD (Comm.

Europea e OCSE)

1,7 MLD (Corte dei

Conti)

da 4,7 a 3,1 MLD(World Bank)

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L’attività della Corte Dei Conti

Un ultimo interessante approfondimento è stato realizzato analizzando l’attività della Corte dei Conti che, in quanto organo dello Stato con funzioni giurisdizionali e amministrative di controllo e vigilanza in materia fiscale sulle entrate e sulle spese pubbliche all'interno del bilancio dello Stato, mette in luce i comportamenti e la diffusione della “cattiva amministrazione”, ovvero di un humus indispensabile per il prosperare della corruzione e del malaffare nella Pubblica amministrazione.

Analizzando quindi le caratteristiche degli atti depositati nelle procure regionali nel 2014 e nel 2013, emerge come complessivamente, su scala nazionale, il danno prevalentemente riscontrato dalla Corte dei Conti sia costituito da indebite erogazione di contributi e finanziamenti (che complessivamente nel 2014 raccoglie ben 173 citazioni, pari al 13,2% del totale), seguito con 167 citazioni dal danno patrimoniale (ovvero dall’uso indebito di mobili e immobili pubblici). Seguono le 144 citazioni per danno da attività contrattuale, le 130 relative all’area del personale delle PA (assunzioni, inquadramenti irregolari, assenteismo) e le 107 per la mancata riscossione di entrate. Progressivamente inferiore il numero di citazioni relative a consulenze (92), frodi comunitarie (72) risarcimento danni a terzi (67), danno all’immagine (47), espropriazioni (39), strumenti finanziari (15), ritardati o mancati pagamenti (11), danni ambientali (9), indebitamento illecito da parte delle PA (8 citazioni per l’Art. 30 comma 15 lex289/2002) e opere incompiute (3), mentre 230 citazioni fanno riferimento ad altre tipologie di danno erariale.

Tabella 8 – Caratteristiche degli atti depositati nel 2014 in Italia

Tipologia del danno2014 2013

Totale citazioni

% su totale

Totale citazioni

% su totale

Erogazione contributi e finanziamenti 173 13,2 153 11,2Danno al patrimonio (uso indebito di mobili e immobili)

167 12,7 185 13,6

Danno da attività contrattuale 144 11,0 128 9,4Personale (assunzioni, inquadramenti irregolari, assenteismo…)

130 9,9 144 10,5

Mancata riscossione entrate 107 8,1 111 8,1Consulenze (esterne ed incarichi) 92 7,0 75 5,5Frodi comunitarie 72 5,5 146 10,7Risarcimento danni a terzi 67 5,1 59 4,3Danno all’immagine 47 3,6 37 2,7Espropriazioni 39 3,0 20 1,5Strumenti finanziari 15 1,1 6 0,4Ritardato o mancati pagamenti 11 0,8 37 2,7Ambiente 9 0,7 11 0,8Art. 30 comma 15 lex289/2002 8 0,6 5 0,4Opere incompiute 3 0,2 4 0,3Altre tipologie 230 17,5 257 18,8Totale 1.313 100,0 1.365 100,0Fonte: Relazione Corte dei Conti - Inaugurazione anno giudiziario 2015 - Procuratore generale Salvatore Nottola

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Analizzando più in particolare l’attività delle procure regionali nel 2014, e soffermando l’attenzione su quella svolta dalla procura regionale del Lazio, nel 2014 sono stati 111 gli atti depositati (citazioni), 5 le richieste di sequestro, 186 gli inviti a dedurre e 1.642 le richieste istruttorie, attestandosi l’importo complessivo delle citazioni emesse nel 2014 a 187,5 milioni di euro (il secondo valore più elevato dopo quello di 262,8 milioni della Campania), pari al 24,2% del totale nazionale, risultando nel Lazio l’importo medio per citazione pari a 1,7 milioni di euro, a fronte di un valore medio in Italia di circa 3 volte inferiore (pari a 589 mila euro).

Campania

Lazio

Calabria

Sicilia

Sardegna

Toscana

Puglia

Piemonte

Basilicata

Abruzzo

E. Romagna

Liguria

Lombardia

Veneto

Molise

Trentino

Umbria

Marche

Val d’Aosta

Friuli V. G.

262,776,880

187,470,168

70,429,705

48,799,894

33,839,876

25,730,626

21,634,942

20,926,307

18,782,464

16,138,988

14,906,059

11,280,362

9,602,277

9,314,284

7,783,321

5,998,594

2,936,885

1,776,402

1,742,077

1,734,203

Importi delle citazioni depositate nelle procure regionali. Anno 2014

Complessivamente l'importo delle citazioni

in Italia è pari a 773 milioni di euro

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Tabella 9 - Attività delle procure regionali. Anno 2014

Vertenze pendenti

Denunce pervenut

e nell’anno

Carico comples

-sivoCitazioni Sequestri

richiesti

Inviti a dedurre

*

Richieste istruttorie

Importi citazioni€

Abruzzo 2.486 943 3.429 138 1 65 348 16.138.988Basilicata 2.056 547 2.603 27 0 36 433 18.782.464Calabria 1.258 3.490 4.748 112 0 116 971 70.429.705Campania 8.439 5.125 13.564 135 26 159 1.609 262.776.880E. Romagna 3.113 1.473 4.586

54 16 78 739 14.906.059

Friuli V. G. 1.689 765 2.454 28 0 58 507 1.734.203Lazio 5.124 1.983 7.107 111 5 186 1.642 187.470.168Liguria 2.377 1.573 3.950 46 1 38 205 11.280.362Lombardia 8.629 1.950 10.579 97 15 98 1.254 9.602.277Marche 3.660 1.274 4.934 41 0 44 673 1.776.402Molise 942 601 1.543 56 2 67 459 7.783.321Piemonte 2.748 1.221 3.969 47 1 108 909 20.926.307Puglia 8.464 6.662 15.126 61 12 86 1.537 21.634.942Sardegna 1.344 1.288 2.632 48 2 39 311 33.839.876Sicilia 4.351 6.871 11.222 112 4 122 2.947 48.799.894Toscana 3.202 1.655 4.857 88 6 81 971 25.730.626Trentino 1.138 623 1.761 41 3 58 341 5.998.594Umbria 4.195 1.167 5.362 29 0 35 729 2.936.885Val d’Aosta 475 71 546 6 0 7 66 1.742.076Veneto 7.767 1.143 8.910 36 1 47 1.097 9.314.284Totale

73.457 40.425113.88

21.313* 95 1.528 17.748 773.604.315

Fonte: Relazione Corte dei Conti - Inaugurazione anno giudiziario 2015 - Procuratore generale Salvatore Nottola *Invito del Procuratore al soggetto interessato a presentare in un tempo non inferiore a 30 giorni deduzioni o documenti di difesa.

Tale atto precede l’avvio di un’istruttoria.

Tra le citazioni che hanno registrato il danno economico più ingente depositate dalla Procura del Lazio, appare interessante citare le due procedure avviate contro ATAC e AMA, rispettivamente per l’illegittima gestione delle modalità di assunzione (chiamata diretta), con un danno erariale presunto pari a 15 milioni di euro, e per l’illegittima procedura di assunzione di 550 operatori ecologici (pari ad un danno di 8 milioni di euro). Ancora nell’area del “personale” si inserisce la citazione per il conferimento di incarichi ad esterni emessi dall’IPA di Roma Capitale (istituto previdenza assistenza per i dipendenti del Comune) (2,9 milioni di euro), mentre un danno di oltre 2 milioni di euro è stato stimato per la stipula di contratti troppo onerosi per il noleggio e la compravendita di vetture di servizio emesse dal Ministero della giustizia.

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Tabella 10 - Alcune citazioni della Procura del Lazio (anno 2014):

Descrizione atto depositato Soggetto citato Danno presunto

Illegittima gestione delle modalità di assunzione (chiamata diretta) ATAC € 15.004.612,27

Illegittime procedure di assunzione di 550 operatori ecologici AMA Spa € 7.948.102,53Conferimento di incarichi ad esterni I.P.A. Roma Capitale € 2.922.640,61Stipula di contratti troppo onerosi per noleggio e compravendita di vetture di servizio

Ministero della Giustizia € 2.081.818,50

Truffe e ammanchi di cassa da parte del socio maggioritario Pharmanepi srl € 1.261.286,70Illecita percezione di trattamento pensionistico e contemporaneo svolgimento di 2 rapporto di lavoro con l’Inps e con l’Enpaia

Dirigente Inps e Enpaia € 1.027.408,00

Truffe nella gestione dell’emergenza profughi Società operativa Onlus € 380.022,00

Fonte: Relazione Corte dei Conti - Inaugurazione anno giudiziario 2015 - Procuratore generale Salvatore Nottola

Appare inoltre particolarmente significativo il fatto che nel Lazio il 59,2% degli importi delle citazioni emesse (111 milioni di euro sui complessivi 187) riguardi illeciti commessi da società partecipate, a fronte di valori nulli o comunque più contenuti rilevati dalle altre Procure (l’incidenza media nazionale è pari al 21,2%). Gli importi delle citazioni emesse in materia di società partecipate nel Lazio rappresentano ben il 67,7% del totale nazionale (164 milioni), dopo averne costituito addirittura il 94% nel 2013 (quando le citazioni contro le società partecipate del Lazio ammontavano a ben 2,3 miliardi di euro su un totale nazionale di 2,5 miliardi).

Tabella 11 - Importi citazioni emesse in materia di società partecipate dalle procure regionali in attesa di giudizio. Anno 2014

2014 2013Importi € Distribuzione % % su totale Importi Distribuzione %

Abruzzo 514.869 0,3 3,2 - -Basilicata - - - 30.842 0,00Calabria 39.792.243 24,3 56,5 - -Campania - - - 17.900.517 0,7Lazio 110.972.279 67,7 59,2 2.354.072.684 94,0Liguria - - - 31.000 0,0Lombardia 200.000 0,1 2,1 119.431.918 4,8Marche - - - 3.745.000 0,1Molise - - - 2.698.217 0,1Piemonte 30.700 0,0 0,1 2.803.580 0,1Puglia 9.181.111 5,6 42,4 - -Sardegna 1.000.000 0,6 3,0 - -Sicilia 1.068.078 0,7 2,2 151.368 0,0Toscana - - - 700.000 0,0Trentino - - - 2.751.979 0,1

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Val d’Aosta 1.204.570 0,7 69,1 - -Totale* 163.963.851 100,0 21,2 2.504.317.105 100,0Fonte: Relazione Corte dei Conti - Inaugurazione anno giudiziario 2015 - Procuratore generale Salvatore Nottola * Per l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria e il Veneto non è presente alcun rilievo

Meno significativo nel biennio considerato, dopo molti anni decisamente difficili, risulta nel Lazio il danno erariale in materia di sanità (che riguarda appalti, illeciti amministrativi in materia di personale, o un danno in materia sanitaria), che nel 2014 si attesta a 6,8 milioni di euro, rappresentando comunque il quinto valore più alto d’Italia dopo quelli della Campania, della Calabria, del Piemonte e della Sardegna (rispettivamente 34,8 milioni, 31,9 milioni, 9,1 milioni e 7,6 milioni).

Gli importi del Lazio rappresentano il 6,9% del totale dei danni richiesti in Italia (99 milioni di euro), mentre su base regionale il loro valore risulta pari al 3,6% del totale degli importi richiesti dalla Procura del Lazio (la media italiana è pari all’1,5%).

Tabella 12 - Importi citazioni emesse in materia sanitaria dalle procure regionali in attesa di giudizio. Anni 2013-2014

2014 2013Importi in euro Distribuzione % % su tot. importi Importi in euro Distribuzione %

Abruzzo 240.504 0,2 1,5 3.000 0,0Basilicata 522.129 0,5 2,8 80.258 0,3Calabria 31.881.880 32,2 45,3 13.912.287 45,8Campania 34.809.607 35,1 13,2 409.217 1,3E. Romagna 1.650.876 1,7 11,1 239.151 0,8Friuli V. G. 538.778 0,5 31,1 - -Lazio 6.837.090* 6,9 3,6 2.100.860 6,9Liguria 461.584 0,5 4,1 654.312 2,2Lombardia 545.754 0,6 5,7 156.622 0,5Marche 117.997 0,1 6,6 586.029 1,9Molise 200.963 0,2 2,6 10.940 0,0Piemonte 9.102.055 9,2 43,5 6.189.879 20,4Puglia 1.465.806 1,5 6,8 84.526 0,3Sardegna 7.642.715 7,7 22,6 - -Sicilia 351.505 0,4 0,7 1.743.749 5,7Toscana 816.113 0,8 3,2 55.074 0,2Trentino A.A. - - - 7.130 0,0Umbria 560.940 0,6 19,1 2.254.248 7,4Valle d’Aosta 0,00 0,0 0,0 105.000 0,3Veneto 1.400.341 1,4 15,0 1.781.214 5,9Totale 99.146.637 100,0 1,5 30.373.497 100,0Fonte: Relazione Corte dei Conti - Inaugurazione anno giudiziario 2015 - Procuratore generale Salvatore Nottola *di cui 5.367.134 per il danno derivante dai maggiori oneri di spesa per la realizzazione del nuovo ospedale di Frosinone

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GLOSSARIO

Attività illegali: rappresentano le attività produttive aventi per oggetto beni e servizi illegali, o che, pur riguardando beni e servizi legali, sono svolte senza adeguata autorizzazione o titolo. Si distinguono tre tipologie di attività: produzione e traffico di stupefacenti, servizi di prostituzione e contrabbando di tabacco.

Economia Non Osservata (NOE): include quelle attività economiche che, per motivi differenti, sfuggono all’osservazione statistica diretta. Le principali componenti della Noe sono rappresentate dal sommerso economico e dall’economia illegale; il sommerso statistico e l’economia informale ne completano lo spettro.

Economia sommersa: include tutte quelle attività che sono volontariamente celate alle autorità fiscali, previdenziali e statistiche. Esso è generato da dichiarazioni mendaci riguardanti sia fatturato e costi delle unità produttive (in modo da generare una sotto-dichiarazione del valore aggiunto), sia l’effettivo utilizzo di input di lavoro (ovvero l’impiego di lavoro irregolare). Ulteriori integrazioni derivano: dalla valutazione delle mance che i lavoratori dipendenti ricevono dai clienti in alcune attività economiche; dai risultati della procedura di riconciliazione delle stime indipendenti dell’offerta e della domanda di beni e servizi; dalla valutazione degli affitti in nero.

Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (Pil): il risultato finale dell’attività di produzione delle unità produttrici residenti. Corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’Iva gravante e delle imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma del valore aggiunto a prezzi base delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (compresa l’Iva e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti.

Sec 2010 – Nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali, rappresenta lo schema di riferimento per la misurazione dell’attività economica e finanziaria di un sistema economico, delle sue componenti e delle relazioni che fra esse si instaurano in un determinato periodo di tempo. Il Sec 2010 viene adottato a partire da settembre 2014 in sostituzione del Sec 95.

Valore aggiunto ai prezzi base: è la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi ed il valore dei costi intermedi sostenuti a fronte di tale produzione. La produzione è valutata ai prezzi base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti e i costi intermedi ai prezzi di acquisto. Corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti.

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