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DAVIDE VALROSSO A PEACEFUL PLACE nasce dall’incontro tra Davide Valrosso e i tre danzatori indiani della compagnia Attakkalari di Bangalore, grazie al sostegno di “Crossing the sea” progetto di internazionalizzazione nato allo scopo di creare e consolidare collaborazioni a lungo termine tra Italia e Paesi asiatici e del Medio Oriente. Il lavoro si basa su una serie di azioni coreografiche nate dal dialogo e dall’incontro con diversi linguaggi: dal Kalari Payat, arte da combattimento tra le più antiche esistenti, ed elementi di yoga (Asana e Pranayama) e di gestualità tratti da antiche danze tradizionali indiane, scomposte e ibridate all’interno di una danza a tratti materica e a tratti formale. Il risultato è un’architettura compositiva dal linguaggio fortemente originale, in bilico tra sacro e profano, spazio di riflessione sul tema dell’UNO, principio che indica l’unità di tutte le cose. Tema trattato in uno dei più antichi testi sacri della tradizione induista, i Rig Veda, risalente all’incirca al secondo millennio a.C., e poi ripreso in occidente da Platone Plotino ed infine da Hegel. A PEACEFUL PLACE è un ‘occasione di incontro e di scoperta, uno spazio fisico dove si pratica l’arte del gesto e lo studio della forma. Un luogo di ritiro del guerriero che compie la pujo, “rito di adorazione”, prima di dedicarsi al combattimento. Davide Valrosso artista associato al Festival Oriente Occidente e a VAN, associazione culturale. Dopo essersi diplomato all’English National Ballet, ha studiato in numerosi centri di formazione contemporanea quali London Contemporary, Rambert School, Rafineri. Per cinque anni ha lavorato stabilmente con la compagnia Virgilio Sieni, sia come danzatore che in qualità di performer e formatore all’interno dell’Accademia sull’Arte del Gesto. Come interprete ha collaborato con artisti visivi e coreografi, tra cui Tino Sehgal, Paolo Bronstein, Ariella Vidach, Laura Corradi, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, Raymond Sullivan, Daniele Ninarello, Antonello Tudisco, Raphael Bianco, Pascal Touzeau, Cristina Rizzo, Fabrizio Favale. Attualmente impegnato come danz’autore nel progetto Cosmopolitan Beauty, prodotto da Cango_Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza e supportato dal Teatro Pubblico Pugliese (selezione Anticorpi 2016), e nel progetto We_Pop, prodotto dal

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DAVIDE VALROSSO

A PEACEFUL PLACE nasce dall’incontro tra Davide Valrosso e i tre danzatori indiani della compagnia Attakkalari di Bangalore, grazie al sostegno di “Crossing the sea” progetto di internazionalizzazione nato allo scopo di creare e consolidare collaborazioni a lungo termine tra Italia e Paesi asiatici e del Medio Oriente.Il lavoro si basa su una serie di azioni coreografiche nate dal dialogo e dall’incontro con diversi linguaggi: dal Kalari Payat, arte da combattimento tra le più antiche esistenti, ed elementi di yoga (Asana e Pranayama) e di gestualità tratti da antiche danze tradizionali indiane, scomposte e ibridate all’interno di una danza a tratti materica e a tratti formale. Il risultato è un’architettura compositiva dal linguaggio fortemente originale, in bilico tra sacro e profano, spazio di riflessione sul tema dell’UNO, principio che indica l’unità di tutte le cose. Tema trattato in uno dei più antichi testi sacri della tradizione induista, i Rig Veda, risalente all’incirca al secondo millennio a.C., e poi ripreso in occidente da Platone Plotino ed infine da Hegel. A PEACEFUL PLACE è un ‘occasione di incontro e di scoperta, uno spazio fisico dove si pratica l’arte del gesto e lo studio della forma. Un luogo di ritiro del guerriero che compie la pujo, “rito di adorazione”, prima di dedicarsi al combattimento.

Davide Valrosso artista associato al Festival Oriente Occidente e a VAN, associazione culturale. Dopo essersi diplomato all’English National Ballet, ha studiato in numerosi centri di formazione contemporanea quali London Contemporary, Rambert School, Rafineri. Per cinque anni ha lavorato stabilmente con la compagnia Virgilio Sieni, sia come danzatore che in qualità di performer e formatore all’interno dell’Accademia sull’Arte del Gesto. Come interprete ha collaborato con artisti visivi e coreografi, tra cui Tino Sehgal, Paolo Bronstein, Ariella Vidach, Laura Corradi, Paolo Mohovich, Gustavo Ramirez, Jacopo Godani, Eugenio Scigliano, Raymond Sullivan, Daniele Ninarello, Antonello Tudisco, Raphael Bianco, Pascal Touzeau, Cristina Rizzo, Fabrizio Favale. Attualmente impegnato come danz’autore nel progetto Cosmopolitan Beauty, prodotto da Cango_Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza e supportato dal Teatro Pubblico Pugliese (selezione Anticorpi 2016), e nel progetto We_Pop, prodotto dal Festival Oriente Occidente. È stato selezionato per la NID Platform 2017 ed è inoltre coinvolto nel progetto Prove D’autore XL, edizione 2017, nell’ambito del quale ha creato We are not alone per il Triennio del Balletto di Roma, sotto la direzione di Roberto Casarotto. Del 2018 è la creazione di un nuovo solo, Biografia di un corpo, prodotto da Kilowatt/Capotrave, nell’ambito del progetto europeo Be SpectACTive!. Per il Balletto di Roma, di cui è coreografo associato da gennaio 2018, è coreografo di Sogno, una notte di mezza estate, atto unico per 8 danzatori in coproduzione con il Festival Oriente Occidente. Da settembre 2018 è impegnato nella creazione di 70.000, un progetto di formazione per l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. I lavori di Davide Valrosso sono stati presentati in numerosi festival e rassegne in Italia e all’estero.

COREOGRAFIA E CONCEPT Davide ValrossoIN COLLABORAZIONE CON I DANZATORI Arathy A.R., Niharl Pash e Veer NishadMUSICHE Demdik Stare – Null Results / Ø - Hikari / Flauti indiani e Campane Tibetane

NELL’AMBITO DEL Progetto CROSSING THE SEA / Programma Boarding Pass Plus del MIBAC

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P/IN THE BUCKET COLLECTIVE

Design di musica elettronica, un duetto al maschile e vestiti rosa.La comunicazione è sempre nei nostri pensieri. Esprimere noi stessi e fare ascoltare le nostre ragioni. Ma cosa succede se non sei compreso? Quali strumenti ci rimangono a disposizione?SAY IT esplora rigetto, curiosità, desiderio, confusione, vulnerabilità e fiducia.Un viaggio di tentativi ed errori nel quale questi due individui costruiscono reti di interazione. Con movimento, campionatori e sintetizzatori cercano di trovare le parole da dire.Le tematiche di questo lavoro prendono ispirazione da situazioni e problemi vicini alla maggior parte di noi: a quasi tutti è successo di trovarsi in un ambiente nuovo e sconosciuto nel quale è difficile essere se stessi, o di dover imparare una lingua per poter comunicare e cercare di trovare le parole mancanti per terminare la frase.L’intento del duetto non è quello di trovare una soluzione a questi problemi di comunicazione, ma quello di sperimentare con forme di linguaggio alternative, utilizzando l’affascinante intreccio di complessità di cui siamo fatti, o la semplicità di uno sguardo o un abbraccio.

P/IN THE BUCKET collective nasce dalla collaborazione tra Simone Donati e Stephen Quildan. Esplorare metodi multidisciplinari di fare e creare. Coinvolgere il pubblico in ambienti alternativi ed esperienze d’impatto. Assottigliare la linea di confine tra ballerini, musicisti, designer ed artisti. Condividere questo processo creativo per raggiungere nuove forme di comunicazione tramite sentimenti umani ed emozioni. Questi sono alcuni dei principali intenti che accomunano Simone e Stephen. Esplorare la scena “underground” con l’utilizzo dei mezzi “mainstream” e le possibilità che derivano da essi. Generare performance accessibili e significative dalle quali l’osservatore può trarre un arricchimento emotivo, divertimento e riflessione. Non solo l’intento di offrire uno specchio sul mondo attuale, ma anche quello di proporre futuri alternativi.La danza contemporanea e la musica elettronica formano le fondamenta della pratica artistica di P/IN THE BUCKET.

COREOGRAFIA Simone Donati, Stephen QuildanMUSICHE E COMPOSIZIONE DEL SUONO ATMO DANZATORI E MUSICISTI Simone Donati, Stephen QuildanSPONSOR E COLLABORATORI IlRestaurato, Resina35, Ateneo Danza FOTOGRAFIE Resina35 VIDEO Walter Molfese

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CLAUDIA CATARZI

Questo lavoro nasce da una condizione immaginata. È una declinazione della visione, a volte un tentativo di simultaneità di tempi e spazi. Ciò che in natura e in scienza non si può avere, è una forte attrattiva per chi ama maneggiare strumenti utili per l’assurdo, per l’eccezionale. La materia prima sono due corpi, due elementi dell’ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e, a volte, un unico. Come creta nelle mani di uno scultore i due corpi sono a servizio di questo esperimento, dello stare e restare e del posare, della trasformazione. Posiamo per essere guardarti e posiamo il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie non udibili. Posare il tempo invita ciascuno spettatore a lasciare da parte il suo insaziabile bisogno di comprendere.

Claudia Catarzi, danzatrice e coreografa, inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente lavora tra gli altri con la compagnia Dorky Park/Constanza Macras, En-knap Group/Iztok Kovac, Compagnia Virgilio Sieni, Company Blu, Aldes/Roberto Castello, Cie Ambra Senatore, Sasha Waltz & Guests, e danza in vari progetti fra i quali Choreoroam, progetto di ricerca di Yasmeen Godder. Come improvvisatrice ha danzato a fianco di Katie Duck, Scott Smith, Julyen Hamilton. Queste ricche esperienze hanno portato alla creazione del suo proprio lavoro. Il suo primo solo Qui, ora è stato vincitore di numerosi premi, tra cui “Emergenze!/ Fabbrica Europa 2013” Firenze, della menzione speciale della giuria “MASDANZA/ XVIII Edition of International Contemporary Dance Festival of the Canary Islands”, e ottiene le residenze al “Centro coreografico de la Gomera” isole Canarie e al “Graner/ Mercat de Les Flors” Barcellona. Questo lavoro è inoltre selezionato per Aerowaves Spring Forward Festival, Nid platform, Dance Roads. Sul punto ha vinto il premio della giuria e il premio del pubblico a Romaeuropa/Festival DNA 2013.Attualmente continua la sua collaborazione con Sasha Waltz & Guests, e presenta i suoi lavori in molti importanti festival internazionali. In giugno 40.000 centimetri quadrati, già selezionato per Visionari/Kilowatt e Vetrina Anticorpi XL, sarà presentato al festival Rencontres Chorégraphiques Internationales di Seine-Saint-Denis.

COREOGRAFIA Claudia CatarziDANZA Claudia Caldarano e Claudia CatarziPERCUSSIONI Gianni MaestrucciDRAMMATURGIA Amina AmiciMUSICHE ORIGINALI E DRAMMATURGIA SONORA Bruno De FranceschiSOUND DESIGN Francesco TaddeiDISEGNO LUCI Massimiliano Calvetti e Leonardo Bucalossi

PRODUZIONE La Manufacture – Centre de Développement Chorégraphique National Bordeaux Nouvelle-Aquitaine, in coproduzione con La Briquete- rie – Centre de Développement Chorégraphique National du Valde-Marne, POLE-SUD – Centre de Développement Chorégraphique National / Strasbourg, Art Danse – Centre de Développement Chorégraphique National Dijon Bourgogne, Centre Chorégraphique National Malandain Ballet Biarritz, Le réseau Tremplin: Danse à tous les étages – Bretagne, L’Etoile du Nord – Paris, Le Mac Orlan – Brest, Le Triangle – Rennes, Chorège – Falaise, Centre Chorég- raphique National de Nantes; CANGO Centro Naziona- le di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza/ Firenze, Company Blu con il contributo di MIBACT e Regione Toscana, Zebra | Cultural Zoo e con il sostegno di Glob Théâtre/ Bordeaux, SPAM! / Porcari, Teatro Era / Pontedera, Armunia / Castiglioncello, Le Murate / Firenze, Centro arte contemporanea | Museo Pecci (Prato)

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DEWEY DELL DERIVA TRAVERSA

La solitudine è un aspetto costituente del mestiere del pastore. Gli permette un’immersione interiore totale, un lieve allontanamento dal visibile. I suoni udibili si assorbono in un nuovo silenzio, i pensieri si formano in modo assoluto. Gli animali da custodire diventano l’unica possibilità di astrazione dal sé, di cura o di affetto. Quando i pastori cantano, per intonarsi imitano il vento o il belato della pecora o della mucca. E attraverso la poesia cantata trasmettono una storia passata, tramandando la cultura in modo orale generazione dopo generazione. La risalita lungo il tempo però non abbandona la realtà attuale, si distacca solo dal mondo visibile.La storia che i pastori poeti cantano si potrebbe intendere come un tentativo di decifrazione dell’invisibile, che avviene attraverso una discesa nel sé, una geografia del soprannaturale.

Dewey Dell è una compagnia di danza e teatro italiana divisa tra Cesena, Berlino e Vilnius. Fondata nel 2007, la compagnia lavora come un collettivo, anche se ognuno dei quattro artisti che la compongono ha un ambito di specializzazione individuale: Teodora Castellucci è la coreografa, Demetrio Castellucci compone le musiche, Eugenio Resta disegna la scena e le luci, Agata Castellucci assiste e cura la regia collettiva. Negli undici anni di attività, Dewey Dell ha portato avanti un complesso percorso di ricerca con lavori quali: à elle vide (2007), KIN KEEN KING (2008), Baldassarre (2009), Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti (2010), Grave (2011/2012), Marzo (2013). Per lo spettacolo Sleep Technique (2017) la compagnia è stata nominata per il Der Faust Theaterpreis in Germania. Molti dei loro lavori sono stati programmati da importanti festival in tutto il mondo.

COREOGRAFIA, CON Teodora CastellucciMUSICHE Demetrio CastellucciASSISTENZA ALLA COREOGRAFIA Agata Castellucci DRAMMATURGIA Vito MateraCOSTUME Guoda JaruseviciutePRODUZIONE SocietasCON IL SOSTEGNO DI progetto MUSE/ compagnia B IN COLLABORAZIONE CON Festival Danza Urbana e Festival Città delle Cento Scale

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PANZETTI / TICCONI

HARLEKING è un demone dall’identità ambigua e multipla.Ricorda l’Arlecchino della Commedia dell’arte, un servo furbo mosso dalle inclinazioni più animali e un’inappagabile fame. Il linguaggio di HARLEKING ha una specifica qualità ipnotica in cui i contenuti, spesso estremi ed opposti, si fondono in un sistema metamorfico fluido in cui tutto può accadere, ma che tutto confonde.Affiora il ricordo di un’antica decorazione muraria, la Grottesca, in cui figure mostruose emergono e si confondono tra eleganti volute ornamentali. Figure grottesche, capaci di muovere il riso pur senza rallegrare.

Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi vivono tra Berlino e Torino e lavorano insieme come duo artistico dal 2008. La loro ricerca si sviluppa nell’ambito della danza, la performance e l’arte visiva. Approfondendo tematiche legate alla storica unione tra comunicazione, violenza e potere, attingono ad immaginari antichi costruendo figure o immagini ibride tra storia e contemporaneità. Entrambi si diplomano presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e frequentano la Stoa, scuola di movimento ritmico e filosofia diretta da Claudia Castellucci. Nel 2010 si trasferiscono in Germania e approfondiscono percorsi individuali ma reciprocamente complementari: Enrico studia a Berlino Danza e Coreografia presso la Inter-University Centre for Dance (HZT), Ginevra arte dei Media presso l’Accademia di Belle Arti di Lipsia, Hochschule für Grafik und Buchkunst (HGB). Con il lavoro HARLEKING sono stati selezionati dalla piattaforma europea AEROWAVES Twenty 19, per la diffusione e promozione di coreografi emergenti. Parallelamente ai loro progetti, Enrico lavora come danzatore per diversi coreografi tra i quali Kat Vàlastur, Dewey Dell, Lea Moro, Adam Linder mentre Ginevra approfondisce lo studio come designer nel campo del gioiello contemporaneo ed è autrice della linea Tegumenti.

DI E CON Ginevra Panzetti, Enrico TicconiSOUND DESIGN Demetrio CastellucciLIGHT DESIGN Annegret Schalke DIREZIONE TECNICA Paolo TizianelCOSTUMI Ginevra Panzetti, Enrico TicconiPROMOZIONE Marco Villari VIDEO Ettore SpezzaILLUSTRAZIONI E GRAFICA Ginevra PanzettiCON IL SOSTEGNO DI VAN (IT) // Tanzfabrik, Berlin (DE) // PACT Zollverein, Essen (DE) // NAOcrea - Ariella Vidach AiEP, Milano (IT) // KommTanz - Compagnia Abbondanza/Bertoni, Rovereto (IT) // L'arboreto - Teatro Dimora, Mondaino (IT) // AtelierSì, Bologna (IT) // C.L.A.P.Spettacolo- dalvivo, Brescia (IT)ALTRI SUPPORTI Cronopios - Teatro Petrella, Longiano (IT) // Vera Stasi - Progetti per la Scena, Tuscania (IT) // Network Anticorpi XL (IT) 2018PROGETTO SELEZIONATO NELL’AMBITO DI MARCHE TEATRO – Inteatro Festival Call

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ANNA BASTI E CHIARA CAIMMI

Dispositivo di controllo: “qualunque cosa abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi” (G. Agamben)

Due corpi femminili in assenza di equilibrio: la postura è instabile, la voce non trova il suo tono naturale, il respiro è limitato, costretto dai lacci di un corsetto. Due donne in bilico tra il tentativo di raggiungere un modello estetico, e il riconoscere che questo stesso modello è un’imposizione culturale e sociale.Attraverso un percorso di riappropriazione e di scoperta del ventre e della voce, tutto il corpo si contagia, il suono si amplifica e accompagna questo processo di riconquista. Un tentativo di esplosione energica e liberatoria, che cerca di eludere lo stereotipo.E’ possibile resistere agli attacchi dei dispositivi? Possono degli spazi conquistati di libertà sfuggire al controllo?

Anna Basti e Chiara Caimmi incrociano i loro percorsi artistici nel 2012, collaborando come performers con la compagnia teatrale Muta Imago. Dal 2016 cominciano a lavorare insieme, accomunate dal desiderio di indagare la realtà attraverso il corpo.Questa indagine prende la prima forma nel progetto di ricerca Relax_nothing is under control, uno studio sugli effetti dei dispositivi di controllo sui corpi (in residenza a Macao_Milano, ex Asilo Filangieri_Napoli e presentato nella rassegna Cikorea presso Carrozzerie Not_Roma). Nel 2018 gli stessi temi convogliano nel successivo progetto: Unlock, ad oggi in fase di costruzione (con il sostegno di Inteatro Festival, Centrale Fies e KOMM TANZ/Teatro Cartiera residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto).Parallelamente Anna a Chiara avviano una condivisione ed apertura delle tematiche e delle pratiche coinvolte nelle loro ricerche, attraverso il percorso laboratoriale Unlocking.

DA UN’IDEA DI Anna BastiELABORAZIONE E MESSA IN SCENA Anna Basti e Chiara CaimmiCON Anna Basti e Chiara CaimmiDIREZIONE TECNICA E DISEGNO LUCI Maria Elena FusacchiaCOLLABORAZIONE TECNICA Chiara Kadia BastonMUSICHE ORIGINALI DI Iva Stanisic // Yva & the toy georgeSUPPORTO TECNOLOGICO DI Alessandro Petrone e Francesco Castrovilli

CON IL SOSTEGNO DI Inteatro Residenze - Centrale Fies - KOMM TANZ/Teatro Cartiera residenze Compagnia Abbondanza/BertoniIN COLLABORAZIONE CON IL Comune di Rovereto

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ANDREA COSTANZO MARTINI

Un re, una telecamera, uno schermo gigante. Un uomo solo, ossessionato dalla necessità di essere ammirato, amato, osservato e allo stesso tempo imprigionato da uno sguardo che non si spegne mai. Proprio l’esplorazione dello sguardo è uno dei temi principali di questo lavoro. Lo schermo, da un lato, offre al performer un duplicato di sé permettendogli di occupare ancora più spazio nella cornice del palcoscenico, dall’altra grazie alla sua dimensione, brillantezza, velocità e punto di vista privilegiato, gli ruba la scena, costringendolo a un’impossibile lotta contro se stesso. Cindy si cimenta in un’impresa al limite del possibile: creare un film in diretta con l’illusione di un montaggio. Con le mani davanti all’obbiettivo taglia le immagini, le sfoca in una sorta di filtro “instagram” fatto in casa, accelera o rallenta e diventa a sua volta un oggetto coreografico. Al pubblico si propone una scelta: lasciarsi andare all’illusione guardando lo schermo oppure seguire l’azione dal vivo, godendosi quindi lo spettacolo senza filtri. C’è una terza scelta, ovvero tentare di assorbire tutto, inclusa la relazione di potere che si instaura tra i vari elementi scenografici. Chi è a controllare lo show? È il danzatore coreografo? È la camerawoman? È il re sullo schermo? È la telecamera stessa?Per quanto riccamente vestito, il re è sempre nudo allo sguardo dell’innocente.

Andrea Costanzo Martini danzatore e coreografo italiano con base a Tel Aviv. Nel 2006 è entrato a far parte della Compagnia di danza Batsheva e in seguito, tra il 2010 e il 2014, ha danzato con il Cullberg Ballet e l’Inbal Pinto e A. Pollack Dance Company. Nel 2013 inizia la sua attività come coreografo danz’autore. Ha ricevuto il primo premio per performance e coreografia all’International Tanz Solo Competition di Stoccarda nel 2013 e ha ottenuto diversi riconoscimenti per What Happened in Torino e Occhio di Bue. Dal 2013 l’artista si è concentrato su creazioni in scala ridotta (soli e duetti) come Trop, VoglioVoglia, Scarabeo (selezionato da Aerowaves Festival 2018). Più recentemente ha iniziato a collaborare con compagnie come Balletto di Roma e Balletto Teatro di Torino creando i pezzi Intro e Balera. La ricerca di Andrea nella danza si concentra sia sulla fisicità estrema che sulla teatralità dell’atto performativo ed esplora l’equilibrio di potere che si crea durante uno spettacolo tra i ballerini e gli spettatori. Leggero ma pertinente, il lavoro di Martini mette in discussione e gioca con le aspettative del pubblico in relazione alla danza contemporanea. Dal 2007 Andrea è anche un istruttore Gaga e conduce workshop di danza in tutto il mondo.

Cindy Sechet è un'artista video formata all’ISAC (Istituto superiore di arti e coreografie di Bruxelles). Ha inoltre conseguito una laurea in cinema e montaggio alla Sorbonne Nouvelle (Parigi) e un master in “cinema documentario” presso La Fémis (Parigi). Nel 2015 ha diretto un primo film documentario intitolato "AVEC LES GENS DE CHEZ MOI", girato durante un processo di creazione coreografica. Attualmente sta lavorando alla stesura di un secondo film documentario sul ruolo del corpo degli uomini nel mondo del lavoro, co-diretto dal videografo e fotografo Fanny Vandecandelaere.Parallelamente al progetto “La camera du Roi", collabora anche con Stéphane Menti per la creazione di uno spettacolo dal titolo "La salle des fêtes" che mescola video, coreografia e performance.

RIMA ASSOLUTA COREOGRAFIA Andrea Costanzo MartiniDIREZIONE ARTISTICA Andrea Costanzo Martini - Cindy SéchetLUCI Yoav Barel DRAMMATURGIA Yael Biegon – CitronCOSTUMI Idan Lederman

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PERFORMER Andrea C. Martini - Cindy SéchetVIDEO Cindy Séchet MUSICHE Binya Reches, J.S. Bach, Aphex Twins, Andrea Costanzo Martini, Britney Spears, Laura PausiniRIPETITORE Melanie Barson

PRODUTTORE Hila Gamily e coprodutto- ri MARCHE TEATRO, Charleroi Danse, Associazione Cult. Van, Balletto Teatro di Torino / Motori di Ricerca, Choreographisces Zentrum HeidelbergCON IL SUPPORTO DI Piemonte dal Vivo, Avshalom Pollack Dance TheaterRINGRAZIAMENTO SPECIALI A Chiara CastellazziPROMOTRICE DEL PROGETTO MOTORI DI RICERCA DAL QUALE IL LAVORO HA PRESO INIZIO Enzo Pezzella e Enrico Pitozzi

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DEWEY DELL STORM ATLAS

STORM ATLAS è un catalogo di tempeste. Potenti quadri audiovisivi intrappolano lo spirito di tumulti metereologici di ogni tipo: composizioni di gesti, suoni e testi traducono il grande sconquasso degli elementi. La composizione di questo atlante però si trasforma in un inseguimento senza tregua; una corsa dietro alla stasi irraggiungibile del cielo, destinato a sfuggirci sempre. Una riflessione sull’impotenza dell’essere umano che, nonostante la sua capacità di esaminare e conoscere scientificamente il fenomeno, si ritrova disarmato di fronte a questi eventi di portata mastodontica. Il lavoro di Dewey Dell – noto per la sua raffinata originalità – è profondamente ispirato e continuamente alimentato dalla storia dell’arte.In questa nuova performance, la compagnia ambisce alla traslitterazione della mutevolezza del cielo in un linguaggio composto da suono, movimento e luci.

Dewey Dell è una compagnia di danza e teatro italiana divisa tra Cesena, Berlino e Vilnius. Fondata nel 2007, la compagnia lavora come un collettivo, anche se ognuno dei quattro artisti che la compongono ha un ambito di specializzazione individuale: Teodora Castellucci è la coreografa, Demetrio Castellucci compone le musiche, Eugenio Resta disegna la scena e le luci, Agata Castellucci assiste e cura la regia collettiva. Negli undici anni di attività, Dewey Dell ha portato avanti un complesso percorso di ricerca con lavori quali: à elle vide (2007), KIN KEEN KING (2008), Baldassarre (2009), Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti (2010), Grave (2011/2012), Marzo (2013). Per lo spettacolo Sleep Technique (2017) la compagnia è stata nominata per il Der Faust Theaterpreis in Germania. Molti dei loro lavori sono stati programmati da importanti festival in tutto il mondo.

IDEAZIONE Dewey Dell – Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio RestaCON Dewey Dell – Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio Resta

PRODUZIONE Socìetas Raffaello Sanzio, Dewey Dell

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LUCA SILVESTRINI

Un’esperienza sensoriale e partecipata con al centro il cibo e il nostro sempre più articolato rapporto con il mangiare. Questo è quello che Luca Silvestrini e Orlando Gough volevano realizzare e che, dopo mesi di ricerca e di prove, è diventato May Contain Food. Non avevano però previsto le tante questioni e gli ambiti tematici che mano a mano venivano affiorando e che toccavano nel profondo le esperienze e le sensibilità. Ad un certo punto questa seppur piacevole e leggera serata, seduti ad un tavolo tra un assaggio e l’altro, è diventata un modo per raccontare storie, esperienze ed attitudini in grado di provocare emozioni e ricordi tra il pubblico/ospite. FOOD è la versione italiana del duetto May Contain Food, May Contain You, creato a un anno di distanza dal pezzo originale. Questa versione a due scaturisce dal desiderio di portare un progetto come questo in spazi non necessariamente teatrali, in una dimensione più intima e conviviale.

Luca Silvestrini, originario di Jesi (An), si laurea al DAMS di Bologna e nel 1995 si trasferisce a Londra per completare gli studi di danza al Laban Centre (oggi Trinity Laban). Nel 1997 da avvio alla compagnia Protein, che co-dirige con Bettina Strickler fino al 2004. Come direttore artistico della Protein, è conosciuto per il suo accessibile ma provocatorio stile di teatro danza, caratterizzato da un’attenta analisi della quotidianità. Contraddistintosi per aver realizzato memorabili danze di massa, tra le quali la Big World Dance a Trafalgar Square nel 2010, e per creazioni multi-generazionali a livello internazionale, Luca viene spesso invitato ad insegnare e a parlare del suo lavoro nell’ambito della danza di comunità, sia in Inghilterra che all’estero. Oltre alle creazioni per la Protein, Luca ha coreografato per la Royal Opera House, Transitions Dance Company, CandoCo, Bare Bones, Intoto, From Here To Maturity, Company of Elders at Sadler’s Wells, Sankalpalm, HeadSpace Dance, Verve e Sardoville. Nel campo dell’opera e del teatro ha lavorato con English National Opera, Theatre Rites, Royal Court Theatre, Duckie e Youth Music Theatre UK. Tra i premi riconosciutogli, il Jerwood Choreography Award, il Bonnie Bird New Choreography Award e il The Place Prize 2006 Audience Award.

Orlando Gough compone musica principalmente per opere teatrali (opera, teatro, danza, spettacoli musicali), ma crea anche grandi lavori di site-specific. Ha composto per Rambert, il Royal Ballet, Siobhan Davies Dance, Shobana Jeyasingh Dance Company e il Dutch National Ballet. Altri lavori includono la community opera Imago per il festival di Glyndebourne; l’opera Road Rage per Garsington Opera; il site-specic Foghorn Requiem; l’ampia opera corale Stemmer per il Bergen Festival; l’opera corale The Observatory (Norfolk and Norwich Festival); la musica per il King John (Globe Theatre), Bakkhai e Mr Burns (Almeida Theatre), As You Like It (National Theatre) e Dr Faustus (Royal Shakespeare Company). Ha inoltre composto per la cerimonia di chiusura di Stavanager European Capital of Culture, per l’evento di apertura di Linz European Capital of Culture e per la riapertura del Coliseum a Londra.

CREATO DA Luca Silvestrini e Orlando GoughPERFORMER Simone Donati e Virginia ScudelettiCON LA PARTECIPAZIONE DI Serena Martarelli MUSICA ORIGINALE Orlando GoughREGIA E COREOGRAFIA Luca SilvestriniSCENE E COSTUMI Yann Seabra DISEGNO LUCI Jackie ShemeshPRODUZIONE MARCHE TEATRO / Protein

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BERLIN

Trenta storie, trasformate in altrettanti monologhi video con una costruzione drammaturgica che crea coerenza fra loro. La durata di ogni intervento sarà esattamente la stessa. Diverse interazioni avverranno in vari momenti. I registi Bart Baele e Yves Degryse hanno incontrato persone, fatti, aneddoti, avventure, intrighi e pensieri interessanti. I temi emersi da queste storie sono eclettici: da ipotesi filosofiche, al dettaglio scientifico fino agli aneddoti, ecc. Una grande struttura ovale sul cui perimetro sono montati 30 schermi/storie, ospita 30 spettatori. Per la prima volta ad Ancona il gruppo belga acclamato in tutta Europa con un’istallazione teatrale esteticamente irresistibile e dai contenuti intelligenti.

Il collettivo artistico Berlin approccia ogni lavoro con strumenti differenti, costante è solo lo sguardo documentaristico e la scelta di prendere sempre una città o una regione del mondo come punto di partenza. Lo stesso nome della compagnia, Berlin, nasce dalla decisione di chiamare così quello che sarà l’ultimo progetto prima dello scioglimento del collettivo. I loro spettacoli sono “esperienze” che si fatica a categorizzare, non sono solo teatro, né pura installazione, non sono solo cinema nonostante il frequente utilizzo di schermi, ma sono teatro sociale, installazione antropologica e molto altro ancora, il tutto realizzato come una docu-fiction.

IDEAZIONE BERLIN (Bart Baele, Yves Degryse)COLONNA SONORA E MIXING Peter Van Laerhoven TESTO Kirsten Roosendaal, Yves Degryse, Bart BaeleCAMERA Geert De VleesschauwerADATTAMENTO Bart Baele, Geert De Vleesschauwer, Yves Degryse SCENOGRAFIA BERLIN, Manu SiebensDIREZIONE TECNICA Robrecht Ghesquière

PRODUZIONE BERLINN COPRODUZIONE CON Deutsches Schauspielhaus Hamburg [DE], Kunstenfestivalde- sArts [Bruxelles – BE], le CENTQUATRE [Parigi – FR], Dublin Theatre Festival [IE], Centrale Fies [Dro – IT], Noorderzon Performing Arts Festival [Gronin- gen – NL], La Bâtie – Festival de Genève [CH], Zomer van Antwerpen [BE]PROGETTO COPRODOTTO DA NXTSTP, CON IL SUPPORTO DEL Programma Cultura dell’Unione Europea e ONDA – Office national de diffusion artistique

BERLIN È ARTISTA ASSOCIATO A CENTQUATRE [Parigi – FR] CON IL SUPPORTO DEL Governo Fiammingo

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PIETRO MARULLO

WRECK – List of extinct species è un progetto che unisce movimento e arti plastiche. Indagando il tema del naufragio, Marullo ci presenta una soft sculpture, una bolla d’aria fluttuante nello spazio che assume forme polimorfe. L’oggetto astratto che ha il ruolo da protagonista nello spettacolo, detiene delle forti forze associative, potrebbe fungere da immagine di un gigante o un colosso, un mostro sotterraneo, oppure, semplicemente una metafora del capitalismo. Le possibilità sono tante. La scultura ha il potere e l’opportunità di ingigantire e rafforzare la fantasia dello spettatore, di riprodurre e moltiplicare le associazioni e gli strati concettuali e dei punti di vista.L’evocazione e la visione sono il punto nevralgico di questa performance che spinge la materia fisica ad animarsi. Fagocita e sputa corpi il grande mostro nero amplificando l’immaginario e le associazioni libere a diversi livelli concettuali di chi guarda.

Pietro Marullo, napoletano classe 1985, ha fondato a Bruxelles la sua compagnia Insiemi Irreali, un gruppo dal numero variabile che si espande e contrae a seconda del progetto. Artista eclettico, come del resto la sua formazione testimonia, dopo gli studi in Lettere Moderne frequenta corsi di movimento con Wim Vandekeybus e Davide Zambrano, si interessa al teatro e alla scultura, Marullo ama mixare i linguaggi e le discipline.

DEAZIONE E COREOGRAFIA Pietro MarulloCREAZIONE SONORA Jean-Noel-BoisseLUCI Julie Petite Etienne SOFT SCULTPURE E COSTUMI Pietro Marullo e Bertrand NodetDANZATORI Helena Araujo, Adrien Desbons, Paola Di Bella, Noemi Knecht, Paola Madrid, Anais Van Eycken CON LA PARTECIPAZIONE DI Marta Bullita, Anna Forzutti, Claudia Gesmundo, Roberto Manca, Noemi Ravot, Martina Rota

PRODOTTO DA Cie Insiemi Irreali

CO-PRODOTTO E SOSTENUTO DA Festival Internazionale Danza Oriente Occidente di Rovereto – Italy, Museo MART di Rovereto e Trento, Théâtre Varia de Bruxelles – Belgio, La COOP asbl and Fédération Wallonie-Bru- xelles – Belgio, Ramdam art centre – Francia, CDC La Briqueterie de Paris – Francia, Théâtre Marni de Bruxelles – Francia, TanzHaus of Zurich – Svizzera e con il supporto finanziario del the Belgian Taxe Shelter, Wallonie-Bruxelles-International and CO.CO.F. de Belgique

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CHIARA FRIGO

HIMALAYA si ispira alla “Montagna” come archetipo universale del sacro. Dalle più antiche tradizioni simboleggia l’asse che determina le direzioni dello spazio organizzato e collega i tre mondi: divino, umano e infero. HIMALAYA si inserisce in una personale ricerca rivolta ai temi della spiritualità nell’arte, e rappresenta il ritorno della coreografa sulla scena. Un ritorno a casa, all’indagine sul movimento e allo stesso tempo un modo per esplorare nuove pratiche. Questo lavoro riflette su come una coreografia si possa trasformare in un’esperienza ritmica collettiva.Immersi in un’atmosfera in cui dialogano movimento, luce e suono, sentiamo il richiamo di un “altrove” che a volte riusciamo a raggiungere.

Chiara Frigo coreografa e performer, sviluppa il proprio interesse artistico nell’ambito della danza contemporanea e della performing art. Laureata in biologia molecolare, nel 2006 la sua prima creazione Corpo in DoppiaElica vince il terzo premio al Festival Choreographers Miniatures di Belgrado. Takeya vince il premio GD’A Veneto ed è selezionato all’interno di Anticorpi XL e del network europeo Aerowaves. Takeya viene presentato in più di 50 città. Nel 2009 è invitata a partecipare a Choreoroam, un progetto di ricerca coreografica sostenuto da Operaestate Festival Veneto, The Place (UK), Dansateliers (NL), Dansescenen (DK), Paso a 2-Certamen Coreográfico de Madrid (ES), Dance Week Festival (HR). Dal 2010 è impegnata in progetti internazionali nati da collaborazioni tra Operaestate Festival Veneto, SNDO di Amsterdam, Circuit Est di Montreal, Dance Center di Vancouver e il Creative Forum di Alessandria d’Egitto. Suite-Hope vince il bando Residences 2011 de La Caldera (Barcellona) ed è uno dei cinque lavori scelti per rappresentare l’Italia al Fringe Festival di Edimburgo 2012. When We Were Old, una collaborazione internazionale con il coreografo canadese Emmanuel Jouthe, debutta al Festival Tangente di Montreal e presenta la prima europea a Romaeuropa Festival DNA. Ha creato West End e Ballroom all’interno del progetto europeo Act Your e nel 2017 crea una coreografia per il Balletto di Roma, Stormy, ispirata al tema delle migrazioni. Nello stesso anno inizia a lavorare al suo nuovo solo, Himalaya_drumming, un lavoro che inaugura un periodo di ricerca sui temi della spiritualità nell’arte, ed è vincitore del bando Acasa, progetto di Residenze a cura di Scenario Pubblico (Catania), del bando Citofonare Pim Off (Milano) e del bando per le residenze del Dance Base di Edimburgo (UK).

COREOGRAFA E PERFORMER Chiara FrigoSUONO LIVE Bruce Turri (BATTERIA)DISEGNO LUCI Moritz Zavan StoeckleMUSICA Steve Reich

PRODUZIONE Zebra Cultural Zoo (Venezia)

CO-PRODUZIONE Scenario Pubblico/Cia Zappalà (Catania), Dance Base Edimburgo (UK), Pim Off (Milano), CSC Bassano del Grappa (Vicenza), Centro Nave Santiago del CIle

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IOLE LA SALA

Un ricordo può attingere a una storia, a un racconto, un vissuto, un’esperienza. Può nascere giocando o facendo sul serio, può appartenere a quello che sei oggi o a chi è stato te nel passato. Esiste qualcosa al di là del nostro controllo che ha creato chi siamo, la nostra vita oggi; o qualche memoria lontana di cui non sempre siamo a conoscenza. Queste memorie ci strutturano e ci modificano, rendono giustizia oppure ci contraddicono. Tutto sedimenta e stratifica: siamo costruzione dei respiri degli altri, vento in tempesta, delle furie mai soffiate, siamo i passi lenti o veloci di chi fu.

Iole La Sala sì è laureata presso l’Accademia nazionale di danza indirizzo contemporaneo con il massimo dei voti e la lode, con un saggio finale intitolato: Le memorie del corpo. Ha svolto percorsi formativi all’estero presso la Maqamat dance Theatre ( Libano ) e presso Uniti Space, performing arts Kuala Lumpur (Malaysia) e svolge performance con grandi nomi della danza contemporanea tra cui Helder Seabra (Wim Vandekeybus, Sidi Larbi Chercaoui), Kristina Alleyne (Akram Khan, Wim Vandekeybus), Anton Lachky (Puzzle work). Iscritta al Biennio indirizzo contemporaneo, attualmente frequenta il Master di I livello Tecniche di improvvisazione “Cantiere Infinito” presso l’Accademia Nazionale di Danza. Dal settembre 2019 danzatrice presso la Transition dance company (London).

COREOGRAFIA E CON Iole La SalaLUCI Stefano PirandelloCON IL SOSTEGNO DI Accademia nazionale di Danza, Roma E DI Inteatro Residenze

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SALVO LOMBARDO

La performance OUTDOOR DANCE FLOOR di Salvo Lombardo | Chiasma è pensata come una piattaforma da ballo per spazi non deputati al clubbing, attraverso la quale lo spazio della sala da ballo è reinterpretato sia in spazi teatrali che in spazi non convenzionali come musei, spazi espositivi, foyer, locali commerciali, spazi urbani. Già nei suoi precedenti lavori, il gruppo Chiasma ha individuato nello spazio fisico del music club e nella club culture una dimensione ibrida in cui il ballo e la musica diventano territorio di liberazione dei corpi e occasione per l’affermazione di una “politica” del corpo che trascende convenzioni sociali e di genere. I performer Daria Greco e Salvo Lombardo, tessono i punti di un’azione coreografica basata su una serie di sequenze di movimento imitabili e sostenute dalla relazione con la pulsazione musicale, sonora e visiva di un live set multimediale, dove sonorità più ruvide dalla patina digitale e industriale incontrano l’estetica della musica techno per aprirsi a paesaggi synt pop, tropical, R&B ed innesti sinfonici. Dopo l’azione coreografica dei performer il pubblico sarà invitato ad inserirsi nel flusso dell’azione per esperire, a sua volta, attraverso il ballo, nuove dinamiche relazionali, echi e riverberi del movimento. OUTDOOR DANCE FLOOR vuole incarnare un atto di pura condivisione, socialità e aggregazione di corpi.

IDEAZIONE, COREOGRAFIA E REGIA Salvo LombardoPERFORMANCE Daria Greco, Salvo LombardoVJ SET Daniele SpanòDJ SET Bunny Dakota (aka Martina Ruggeri\Industria indipendente)

PRODUZIONE Chiasma, RomaCON IL SOSTEGNO DI MiBAC – Ministero Beni e Attività CulturaliIN COLLABORAZIONE CON Fondazione Romaeuropa

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T.H.E DANCE COMPANY

T.H.E. Dance Company con il nuovo progetto INVISIBLE HABITUDES, del coreografo Kuik Swee Boon, si interroga sulla ricerca di un’identità individuale in un’epoca storica e politica dove l’essere umano è sopraffatto da opinioni, pregiudizi e convinzioni spesso estremi e assoluti. Definire la propria opinione personale e mantenere un’identità individuale diventa una sfida sempre più complessa. In INVISIBLE HABITUDES, il coreografo Kuik Swee Boon esplora queste problematiche attraverso il linguaggio della danza, dove la solidità e la fluidità si intersecano, in un dialogo tra il corpo e il suo ambiente.La performance è stata creata usando la metodologia del “corpo cavo” della T.H.E. Dance Company, un approccio basato sull’improvvisazione che si concentra sulla relazione tra mente, corpo e cuore, in cui il corpo si fa contenitore vuoto pronto a contenere il mondo dell’individuo. INVISIBLE HABITUDES esprime le autentiche esperienze di ogni danzatore, raccontando la storia di un’identità fluida, intessuta di memoria, infanzia, cultura ed etnia. Ogni corpo è unico e contiene inclusività e compassione come antidoti alla ricerca incessante delle proprie convinzioni a spese degli altri.

Un nuovo modo di vedere e abitare lo spazio è presente nel lavoro di T.H.E. Dance Company di Singapore dove i performer attraversano ogni segmento della scena con i loro corpi o sopra macchine sceniche specchiate, al fine di rendere lo spettatore stesso, riflesso sulla macchina, protagonista di un lavoro che si interroga su un presente storico e politico dove l’identità individuale viene meno rispetto alle ideologie imposte dai mass media. La compagnia T.H.E. Dance Company, riconosciuta dal National Arts Council, è presente con le sue creazioni in festival e rassegne quali: Singapore Arts Festival, Esplanade da:ns festival – Huayi, Chinese Festival of Arts, Les Hivernales Festival – Avignone, SIDance Festival e Seoul Performing Arts Festival – Corea del Sud, Beijing e Guangdong Dance Festival – Cina, Yokohama Dance Collection e Niigata International Dance Festival – Giappone, Auckland Arts Festival – Nuova Zelanda.

DIREZIONE ARTISTICA E COREOGRAFIA Swee Boon KuikPERFORMER Anthea Seah, Brandon Khoo, Billy Keohavong, Lynette Lim, Zu You Ng, Klievert Jon Mendoza COMPOSITORE DELLE MUSICHE ED ESECUZIONE DAL VIVO Yujun WangLIGHT DESIGNER Adrian TanCOSTUMI An Ni LooPRODUZIONE T.H.E. Dance Company, Da:ns Festival IN COLLABORAZIONE CON National Arts Council Singapore, M1 LimitedNELL’AMBITO DEL Progetto CROSSING THE SEA / Programma Boarding Pass Plus del MiBAC

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ALICE RIPOLL

In CRIA della coreografa brasiliana Alice Ripoll, la danza si fa eros e si incontra/scontra con il lato “fanciullo” dei danzatori, in un’esplosione di corpi, musica e voci che rendono potente il lavoro. I movimenti sensuali delle danze di strada di Rio de Janeiro nascono da una confluenza tra samba, hip hop e spirito delle favelas, la ricerca della coreografa inventa un nuovo linguaggio profondamente aderente alla composizione sociale e multietnica tipica del Brasile.Ispirato al Passinho, uno stile di danza urbana di Rio de Janeiro, la performance indaga il concetto di creazione, i suoi modi e le sue possibilità: creare uno spettacolo, creare una nuova tecnica, creare una nuova vita. La danza neonata qui trasforma la violenza dell’attuale contesto brasiliano in potere creativo.

Alice Ripoll è nata a Rio de Janeiro. Intraprende gli studi per diventare una psicanalista, ma all’età di 21 anni – incuriosita dalla ricerca sul movimento – cambia strada per dedicarsi alla danza. Si diploma quindi Angel Vianna’s school, un centro molto importante per la riabilitazione motoria, dove inizia a lavorare come coreografa. Attualmente il suo lavoro abbraccia diversi stili di danza contemporanea e urbana brasiliana, attraverso una ricerca che tenta di mutare in movimento le esperienze e i ricordi dei ballerini. Dirige due gruppi: REC e SOFT. Le sue creazioni sono state presentate in contesti del calibro di: Panorama Festival, Bienal SESC de Dança, Dança Gamboa Festival, Ceará Dance Biennial and Trisca Arts Festival for Children, Kampnagel – Internationales Sommerfestival, Zurich Theater Spektakel, Noorderzon Performing Arts, Rencontres Chorégraphiques Internationales de Saine-Saint-Denis, Centre National de la Danse (Paris), Festival de La Cité Lausanne, Norrlandsoperan e al Kunstenfestivaldesarts.

DANZATORI Tiobil Dançarino Brabo, Kinho JP, VN Dançarino Brabo, Nyandra Fernandes, May Eassy, Romulo Galvão, Sanderson Rei da Quebra- deira, Thamires Candida, GB Dançarino Brabo, Ronald Sheik DISEGNO LUCI Andréa CapellaCOSTUMI Raquel TheoFUNK MUSICAL DIRECTION DJ Pop AndradeDESIGN Caick Carvalho VIDEO E FOTO Renato Mangolin

CON IL SUPPORTO DI Centro Coreografico da Cidada Rio de Janeiro, Casa do Jongo, Rafael Machado Fisioterapia

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Crossing the sea

“Crossing the sea” è un progetto di internazionalizzazione dello spettacolo dal vivo con lo scopo di creare e consolidare collaborazioni di lungo termine tra Italia, Medio Oriente e Asia. Il progetto è realizzato col supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali all’interno del bando Boarding Pass Plus.Nel 2018 e 2019 i sette partner italiani e i dieci partner stranieri, attraverso un bando dedicato a giovani artisti e operatori del settore, avvieranno un processo di internazionalizzazione finalizzato a: promuovere occasioni di networking e condivisione di buone pratiche, favorire coproduzioni internazionali e scambi bilaterali, permettere la conoscenza diretta del pubblico di diverse aree geografiche da parte degli artisti, incentivare la partecipazione a piattaforme asiatiche e meeting internazionali.Durante il Festival avrai la possibilità di incontrare diversi artisti selezionati per il progetto (segnalati nel programma) nonché alcuni dei partner, vedere due degli spettacoli frutto delle collaborazioni in corso (“A peaceful place” di Davide Valrosso e “Invisible Habitudes” di T.H.E Dance Company) e assistere alla presentazione dei primi risultati di progetto.

Italian partners : Marche Teatro - Inteatro Festival Polverigi (leader partner), Anghiari Dance Hub, Armunia, Cross Festival, Fabbrica Europa, Interplay Festival, Oriente Occidente Festival.

Foreign partners: Maqamat (Lebanon), Attakalari Centre for Movement Arts (India), T.H.E. Dance Company (Singapore), SIDance (Korea), Seoul Institut of the Arts (Korea), City Contemporary Dance Company (China), Shangai Dramatic Arts Center (China), Hong Kong Arts Festival (China), National Performing Arts Center (Taiwan), Tjimur Dance Theatre (Taiwan).

Archeo.S Integrated System of the Natural and Cultural Heritage and the Cultural Activities

Potenziare l’attrattiva del territorio e creare nuovi percorsi e proposte; collegare fra loro soggetti pubblici e privati con un Cluster dedicato; creare connessioni di lungo termine tra i flussi turistici e il patrimonio culturale e naturalistico.

È questo l'obiettivo di I-Archeo.S. - Integrated System of the Natural and Cultural Heritage and the Cultural Activities”, Progetto "Standard +" finanziato nell'ambito della prima Call del Programma CBC Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020 e realizzato da Teatro Pubblico Pugliese (capofila di progetto), Marche Teatro, Regione Abruzzo, Open Public University di Poreč e i Comuni di Pazin e Crikvenica.

Durante Inteatro Festival sarà proposto un itinerario turistico innovativo che affiancherà visite ai beni archeologici e museali, degustazioni di prodotti tipici, escursioni naturalistiche e valorizzazione di luoghi pochi conosciuti con una programmazione artistica che uscirà dai teatri e includerà anche interventi site specific in chiese, musei e parchi.

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“Exchanging the dance floors”

La danza contemporanea è considerato un genere privilegiato quando si pianificano scambi e collaborazioni estere, a causa della mancanza di barriere linguistiche; non è un caso che il MiBAC abbia deciso di sostenere la NID Platform (la cui prossima edizione sarà ad ottobre 2019), dedicata espressamente alla promozione internazionale della danza, mentre un progetto simile non è previsto per il teatro.Il movimento sembra inoltre sempre di più al centro della ricerca artistica contemporanea, con risultati che a volte sono più vicini alle performing arts che alla tradizionale definizione di “danza”.

Dopo anni al centro della collaborazione internazionale, qual è la situazione della danza italiana? Qual è la percezione dei programmatori stranieri, cosa cercano e quali sono le loro aspettative? Quali, dall’altro lato, le esigenze ed aspettative dei nostri artisti? La danza ha raggiunto un “linguaggio internazionale”, che è condiviso in maniera sovranazionale, oppure esistono ancora peculiare differenze tra diversi territori?

Questa tavola rotonda riunirà operatori italiani e internazionali per condividere esperienze e pratiche sull’argomento insieme agli artisti del Festival che contribuiranno alla discussione facendo emergere bisogni e criticità per costruire migliori collaborazioni in futuro.

“Italy vs the world: what’s going on?”

Durante questa sessione di networking, saranno presentati progetti internazionali per promuovere possibili collaborazioni, condividere processi in corso, ispirare nuove idee per il futuro e facilitare la conoscenza tra i partecipanti.Tra gli altri, ci sarà anche la presentazione dei primi risultati di “Crossing the sea”, progetto di cooperazione tra Italia e Medio Oriente / Asia e nato proprio un anno fa nel contesto degli incontri di Inteatro.

Fondo Roberto Cimetta General Assembly

Il Fondo Roberto Cimetta è un’organizzazione internazionale no profit nata nel 1999 proprio a Polverigi per fornire un supporto rapido e diretto alla mobilità dei singoli artisti e operatori per sviluppare la cooperazione artistica nell’area europea, araba e medio orientale.L’Assemblea General del Fondo sarà ospitata sabato e domenica al Teatro delle Muse (accesso per soli associati).