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FIELD INSTRUMENTATION

Azienda Ospedaliera Nazionale

“SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”

Alessandria

PIANO TRIENNALE

DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

E

PROGRAMMA TRIENNALE

DELLA TRASPARENZA E DELL’INTEGRITA’

2017-2019

____________________________________________________________________________________________

Pag.31

Azienda Ospedaliera Nazionale

SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo

Alessandria

________________________________________________________________________________________________________

Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e Programma Triennale della Trasparenza e della Integrità 2017-2019

Il presente piano, redatto dalla dott.ssa Silvia Straneo, Responsabile Prevenzione Corruzione e Trasparenza dell’ ASO di Alessandria, ai sensi della legge 6 novembre 2012 n. 190, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e della illegalità nella Pubblica Amministrazione” e relativi decreti e provvedimenti applicativi, è stato adottato con deliberazione del Direttore Generale n. _______ del _____________

INDICE

1.0 PREMESSA…………………………………………………………………………………………..pag. 5

2.0 LEGENDA ABBREVIAZIONI – TERMINI UTILIZZATI………………………………..pag. 7

3.0 MIGLIORAMENTO DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO

DI CORRUZIONE………………………………………………………………………………….pag. 8

3.1 PRINCIPI GENERALI E METODI…………………………………………………………….pag. 8

3.1.1 ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO……………………………….pag. 9

3.1.1.a ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO…………………………………………………pag. 9

3.1.1.b ANALISI DEL CONTESTO INTERNO…………………………………………………pag. 14

3.1.1.c CONCLUSIONI ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO..……pag. 33

3.2 SOGGETTI COINVOLTI NELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE………pag. 34

4.0 MAPPATURA DEI PROCEDIMENTI….……………………………………………………pag. 34

5.0 VALUTAZIONE DEL RISCHIO.……………………………………………………………….pag. 38

6.0 TRATTAMENTO DEL RISCHIO………………………………………………………………pag. 38

8.1 MISURE DI CARATTERE TRASVERSALE………………………………………………...Pag. 40

9.0 PIANO TRIENNALE DELLA TRASPARENZA…..………………………………………..Pag. 40

9.1 GLI OBIETTIVI STRATEGICI..……………………………………………………………......Pag. 40

9.2 COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE, TRASPARENZA E LEGALITA’…………Pag. 42

9.3 MODALITA’ DI COINVOLGIMENTO DEGLI STAKEHOLDERS…………………….Pag. 43

9.4 INIZIATIVE E STRUMENTI DI COMUNICAZIONE PER LA DIFFUSIONE

DEI CONTENUTI DEL PROGRAMMA E DEI DATI PUBBLICATI……………..Pag. 44

9.5 GIORNATE DELLA TRASPARENZA………………………………………….…………….Pag. 45

9.6 PROCESSO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA……………………………………Pag. 46

9.6.1 DIRIGENTI RESPONSABILI DELLA TRASMISSIONE DEI DATI , DELLA

PUBBLICAZIONE E DELL’ AGGIORNAMENTO…………………………………….Pag. 46

9.6.2 MISURE ORGANIZZATIVE VOLTE AD ASSICURARE LA REGOLARITA’ E

TEMPESTIVITA’ DEI FLUSSI INFORMATIVI…………………………………………Pag. 47

9.6.3 MISURE DI MONITORAGGIO INTERNO SULL’ATTUAZIONE

DEL PROGRAMMA………………………………………………………………………………………………………..…Pag. 47

9.6.4 MISURE per assicurare l’efficacia dell’ istituto

DELl’accesso civico………………………………………………………………………………………………………Pag. 49

10. FORMAZIONE………………………………………………………………………………………………………………………Pag. 49

11. CODICI DI COMPORTAMENTO NAZIONALE ED AZIENDALE….…....……................................Pag. 50

12. ROTAZIONE DEL PERSONALE…..………………………………………………………..………………………………...Pag. 50

13. ASTENSIONE IN CASO DI CONFLITTO DI INTERESSI…..………………………………………………………...Pag. 52

14. CONFERIMENTO/AUTORIZZAZIONE INCARICHI EXTRAISTITUZIONALI………………………………..Pag.52

15. INCONFERIBILITA’ /INCOMPATIBILITA’ INCARICHI DIRIGENZIALI……………………………………….Pag.53

16. CONFERIMENTO DI ATTIVITA’ SUCCESSIVE ALLA CESSAZIONE DAL

SERVIZIO - INCARICHI DIRIGENZIALI IN CASO DI PARTICOLARI ATTIVITA’

O INCARICHI PRECEDENTI (PANTOUFLAGE – REVOLVING DOORS)……………………………………..Pag.53

17.FORMAZIONE COMMISSIONI, ASSEGNAZIONE AGLI UFFICI, CONFERIMENTO INCARICHI DIRIGENZIALI IN CASO DI CONDANNA PENALE PER DELITTI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE……………………………………………………………………………………………………………. Pag. 54

18.TUTELA DEL DIPENDENTE PUBBLICO CHE SEGNALA

ILLECITI (WHISTLEBLOWER)………………………………………………………………………………………………….Pag. 54

19.PATTI DI INTEGRITA’ NEGLI AFFIDAMENTIPag. 5420.AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E RAPPORTO CON LA SOCIETA’ CIVILEPag. 5521.MONITORAGGIO DEI TERMINI PROCEDIMENTALIPag. 5622.MONITORAGGIO DEI RAPPORTI AMMINISTRAZIONE-SOGGETTI ESTERNI Pag. 56 23. Rapporti con enti di diritto privato e società partecipate in controllo pubblico Pag. 56

ALLEGATI· ALLEGATO a: ORGANIGRAMMA· ALLEGATO B: MAPPATURA E VALUTAZIONE DEL RISCHIO· ALLEGATO C: MISURE DI PREVENZIONE· ALLEGATO D: RELAZIONE PREVENZIONE TRIENNIO 2013-2015· ALLEGATO E: MISURE DI TRASPARENZA

1. PREMESSA

Il diritto alla salute è tutelato dall’articolo 32 della Costituzione tramite il Servizio sanitario nazionale che effettua la sua attività su base regionale e l’Azienda Ospedaliera “SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo” di Alessandria opera, con propria autonomia giuridica, dal 01/01/1995 nell’ambito del Servizio sanitario della Regione Piemonte.

Il bacino di utenza dell’Azienda è riferito alle province di Alessandria e Asti, per un popolazione di circa 650.000 abitanti, 190 comuni ad Alessandria e 118 nella provincia di Asti.

L’azienda opera tramite 4 Presidi, cioè 3 ambiti clinico-assistenziali di alta complessità, diversi e specialistici ed un Poliambulatorio:

Presidio Civile «SS. Antonio e Biagio» , Presidio Infantile «Cesare Arrigo», Presidio Riabilitativo «Borsalino»,  Poliambulatorio «Gardella»  affiancata dal Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 della provincia di Alessandria e Asti.

Da una recente indagine Censis per il 45,1% degli italiani la qualità del servizio sanitario della propria regione è peggiorata negli ultimi due anni (anche se i cittadini del nord ovest valutano per il 70.3% adeguato il proprio SSR). Il ricorso al privato è dovuto anche al forte aumento dei ticket: 45,4% (cioè 5,6 punti percentuali in più rispetto al 2013) ha pagato tariffe nel privato uguali o di poco superiori al ticket che avrebbe pagato nel pubblico. E sono 7,1 mln coloro che hanno scelto l'intramoenia. Di questi il 66,4% per saltare le liste d'attesa.

L’analisi dei volumi dell’attività ospedaliera nel SSN mette in luce che nel corso degli anni considerati il numero di ricoveri è andato costantemente riducendosi. Ma il processo di deospedalizzazione ha quindi interessato solo la componente “per acuti”, che costituisce la mission del servizio ospedaliero e su cui era possibile intervenire contenendo i ricoveri a rischio di inappropriatezza o che potevano essere gestiti dai servizi territoriali in maniera più efficiente, sia per il sistema sanitario, sia per il paziente. In entrambi i generi la quota più elevata di ricoveri si ha nelle età anziane: 45,1 per cento negli uomini di 65 anni e più (di cui 24,7 per cento in quelli di 75 anni e più) e 40,8 per cento nelle donne della stessa età (23,9 per cento in quelle di 75 anni e più).

Sono in aumento anche i cittadini che rinunciano o rinviano le prestazioni perché impossibilitati a sostenere una spesa che risulta evidentemente eccessiva. Cresce infatti la percentuale di famiglie in cui nell’ultimo anno almeno un membro ha dovuto rinunciare del tutto o rimandare prestazioni sanitarie: il 41,7%. Una media tra il 21,4% delle famiglie con redditi più alti e il 66,7% di quelle che dichiarano redditi più bassi.

Il livello di corruzione percepito vede la sanità in generale come un settore particolarmente esposto e il 44% degli italiani ritiene che tangenti e abusi di potere siano un malcostume diffuso (il dato Ue è invece al 33%).

Il CENSIS sottolinea come un’altra difficoltà segnalata dai cittadini sia la carenza di informazioni su servizi e strutture a cui rivolgersi “che non sempre si rivela adeguata”. Il 42,6% della popolazione ritiene che gli Uffici relazioni con il pubblico e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise. Un italiano su 5 vorrebbe anche disporre di graduatorie sui servizi e sulla loro qualità basate sui giudizi dei pazienti.

In generale quello dell’ e-health si scontra con il rapporto ancora lacunoso che la pubblica amministrazione ha nella “transizione al digitale”. Solo il 36% degli internauti italiani ha contatti con la PA contro il 74% dei francesi ed il 56% degli inglesi. Basti pensare che solo il 16,7% degli utenti web ha prenotato online visite mediche e il 10,6% accertamenti diagnostici. E risulta ancora molto limitato anche l’accesso al fascicolo sanitario elettronico (7,6%), innovazione dovrebbe essere destinata ad una maggiore diffusione già nei prossimi mesi.

La legge 190/2012 di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni può apportare un forte valore aggiunto in sanità.

I recenti Piani Nazionali Anticorruzione emanati in data 28/10/2015 e 3/08/2016 dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) hanno fornito indicazioni integrative e chiarimenti specifici per il settore sanità rispetto ai contenuti del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) approvato con delibera 72 dell’11/09/2013.

In particolare l’aggiornamento al Piano nazionale anticorruzione del 2015 (del 28/10/2015) che, a pagina 41, paragrafo 1.5.2 intitolato “Concetto di rischio in ambito sanitario e relazioni con il rischio di corruzione” riporta:

Il concetto di “rischio” in ambito sanitario, nell’accezione tecnica del termine, è prevalentemente correlato agli effetti prodotti da errori che si manifestano nel processo clinico assistenziale. In questo senso, “la sicurezza del paziente consiste nella riduzione dei rischi e dei potenziali danni riconducibili all’assistenza sanitaria a uno standard minimo accettabile”. Così inteso, il concetto di rischio sanitario è strettamente connesso al concetto di risk management quale processo che, attraverso la conoscenza e l’analisi dell’errore…conduce all’individuazione e alla correlazione delle cause di errore fino al monitoraggio delle misure atte alla prevenzione dello stesso e all’implementazione e sostegno attivo delle relative soluzioni.

La nozione di corruzione, confermata dalla determinazione 12/2015, è coincidente con il più ampio concetto di” “maladministration” intesa come assunzione di decisioni (di assetto di interessi a conclusione di procedimenti, di determinazioni di fasi interne a singoli procedimenti, di gestione di risorse pubbliche) devianti dalla cura dell’interesse generale a causa del condizionamento improprio da parte di interessi particolari”.

Non è escluso, conclude l’ANAC che possa sussistere una correlazione tra rischio in ambito sanitario e rischio di corruzione, ove il primo sia effetto del secondo, ovvero ogni qualvolta il rischio in ambito sanitario sia risultante da comportamenti di “maladministration” in senso ampio.

Il presente Piano, in ottemperanza a tali indirizzi intende prendere in esame atti e comportamenti che, se non consistenti in specifici reati, contrastano con la necessaria cura dell’interesse pubblico e pregiudicano l’affidamento dei cittadini nell’imparzialità delle amministrazioni e dei soggetti che svolgono attività di pubblico interesse (la cura del paziente).

Le misure volte ad assicurare l’imparzialità oggettiva (condizioni organizzative che consentono scelte imparziali) e l’imparzialità soggettiva del funzionario pubblico (ridurre i casi di ascolto dell’interesse particolare in conflitto con quello generale) sono incentrate ad una coerenza del PTPC col Piano della Performance a conferma della coerenza tra misure anticorruzione e perseguimento della funzionalità amministrativa del mandato istituzionale, missione, visione, aree strategiche, obiettivi strategici e piani d’azione della nostra organizzazione.

La trasparenza infine costituisce uno degli assi portanti della politica anticorruzione impostata dalla legge 190/2012. Pertanto la determinazione ANAC 12/2015 ha previsto che il Programma per la trasparenza costituisca una specifica sezione dedicata all’interno del PTPC. La legge 190/2012 di prevenzione della corruzione nelle pubbliche amministrazioni prevede una serie di azioni sinergiche a livello nazionale con: A.N.A.C. Autorità Nazionale Anticorruzione - tramite il Piano di Prevenzione della corruzione a livello nazionale e la figura del Responsabile Prevenzione Corruzione - tramite un piano di prevenzione della corruzione aziendale - a livello della nostra amministrazione.

2. LEGENDA ABBREVIAZIONI - TERMINI UTILIZZATI.

Di seguito si evidenziano gli acronimi maggiormente utilizzati nel presente piano.

A.N.AC. Autorità Nazionale Anticorruzione

A.O.U. Azienda Ospedaliera Universitaria

A.S.O. Azienda Sanitaria Ospedaliera (in riferimento alla nostra Azienda)

A.S.L. Azienda Sanitaria Locale

A.S.R. Azienda Sanitaria Regionale

C.U.G. Comitato Unico di Garanzia

D.F.P. Dipartimento Funzione Pubblica

O.I.V. Organismo Indipendente di Valutazione

P.N.A. Piano Nazionale Anticorruzione

P.P. Piano Performance

P.T.F. Piano Triennale Formazione

P.A.F. Piano Annuale Formazione

P.T.P.C. Piano Triennale Prevenzione Corruzione

P.T.T.I. Piano Triennale di Trasparenza ed Integrità

R.P.C.T. Responsabile Aziendale della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza

S.S.N. Servizio Sanitario Nazionale

S.S.R. Servizio Sanitario Regionale

U.P.D. Ufficio Procedimenti Disciplinari

WHISTEBLOWER chi soffia nel fischietto – chi si aziona per fermare l’illegalità

PANTOUFLAGE/REVOLVNG DOORS svolgimento di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro

3. MIGLIORAMENTO DEL PROCESSO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE.3.1 PRINCIPI GENERALI E METODO.

Occorre premettere che la gestione del rischio nell’accezione di risk management è applicata nell’ASO e riveste fondamentale importanza in generale nelle aziende sanitarie. E’ stata costituita nell’ASO dal 2008 l’unità di Gestione del Rischio clinico, e, dal febbraio 2017 la SS Governo clinico. Le informazioni e i documenti relativi alla gestione del rischio in Azienda sono pubblicate sul sito nella intranet in apposita pagina dedicata.

Le attività sono coordinate dalla SS Governo clinico che ha tra i principali compiti:

· Definizione dei metodi di rilevazioni rischi e situazioni critiche;

· Mappatura, classificazione analisi e valutazione del rischio clinico;

· Corretta rappresentazione dei fatti gestionali;

· Analisi e valutazione delle schede di segnalazione degli eventi avversi, quali errori e studio dei relativi provvedimenti;

· Informazione e formazione del personale medico infermieristico, su gestione del rischio clinico (interfaccia con uffici formazione);

· Raccolta documentazione immediata su eventi avversi di particolare gravità;

· Interfaccia con URP e Legale per reclami su problematiche sanitarie.

Il rispetto dei principi generali sulla gestione del rischio è funzionale al rafforzamento del Piano di prevenzione della corruzione aziendale e si interseca con tale attività già in essere in Azienda.

L’art. 1, comma 5, della legge 190/2012 dispone che il PTPC fornisca una valutazione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio corruzione ed indica in quattro fasi gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio:

1) Analisi del contesto esterno ed interno;

2) Mappatura dei processi (aree “obbligatorie” o “generali” + tutte le altre aree di rischio);

3) Valutazione del rischio (identificazione delle cause degli eventi rischiosi, analisi del rischio ed esposizione al rischio, ponderazione del rischio);

4) Trattamento del rischio (misure concrete, sostenibili e verificabili).

Tali fasi sono trattate nei paragrafi successivi e strutturano l’intervento aziendale in materia di prevenzione della corruzione.

3.1.1 ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO ED INTERNO3.1.1.a ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO

Dinamiche economico-sociali- dati giudiziari del territorio

La comprensione delle dinamiche territoriali di riferimento, le principali influenze e pressioni di contesto esterno, consentono di indirizzare con maggiore efficacia e precisione la strategia di gestione del rischio.

Il PNA richiede siano prese in considerazione variabili culturali, criminologiche, sociali ed economiche del territorio servito ed i dati esposti nella trattazione riportano quelli disponibili tramite diverse fonti ufficiali in tal senso relativamente alle province di Alessandria ed Asti e alla Regione Piemonte.

Sul versante delle variabili criminologiche dall’esame dell’ultima relazione periodica sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata, depositata il 14/01/2016, emergono dati di contesto interessanti.

La provincia di Alessandria è situata nell'estremo settore sud-orientale del Piemonte; l'economia del territorio, pur in presenza di segnali di ripresa, ha risentito della generale situazione di crisi interessando, soprattutto, il settore metalmeccanico con ricadute negative sul piano occupazionale; si sono confermati settori economici trainanti quello chimico, alimentare, dei beni di lusso (polo dell'industria orafa e del gioiello di Valenza) e turistico.

Le indagini concluse dalle forze di polizia negli ultimi anni, in particolare quelle nei confronti della 'ndrangheta, hanno confermato la sensibilità del territorio piemontese alle infiltrazioni da parte della criminalità organizzata per il particolare ruolo di crocevia della provincia di Alessandria collocata tra le province di Milano, Torino e Genova.

L'analisi dell'incidenza delle varie forme di criminalità evidenzia una sostanziale assenza delle fattispecie delittuose tipica espressione della criminalità organizzata, tuttavia è emersa la presenza di soggetti espressione di una infiltrazione sottotraccia della criminalità organizzata, soprattutto di matrice 'ndranghetista, che si manifesta sia mediante l'adozione di moduli operativi in grado di plasmarsi alla realtà territoriale, sia in legami, peraltro non particolarmente forti, con le 'ndrine o le cosche operanti nei territori di origine, sia in vincoli di solidarietà locale o con le realtà più strutturate, della vicina area lombarda.

Si segnalano rapine danno di ditte di oreficeria, attesa la presenza del distretto orafo di Valenza, nonché furti in abitazione ed il fenomeno delle truffe in pregiudizio di persone anziane .

Complessivamente, i delitti commessi nel 2014 mostrano un decremento rispetto al 2013.

Per la provincia di Asti l’analisi dei dati statistici riferiti al 2014 conferma che i reati che più interessano la provincia sono proprio quelli contro il patrimonio, in particolare le rapine in pubblica via, che comunque, così come i furti in abitazione, risultano in calo rispetto all'anno precedente; continuano

ad aumentare, invece, i reati di estorsione e di ricettazione.

Sul documento di economia e finanza regionale 2017-2019 si legge che nel 2015 il PIL del Piemonte cresce dello 0,7%, una dinamica simile a quella dell’Italia (+0,8%). Il dato che segna la differenza nell’evoluzione della congiuntura è rappresentato dal sostegno che l’economia ha ricevuto nel corso del 2015 dalla ripresa della domanda interna per consumi (+1,1%), pur continuando le esportazioni a sostenere un volume di produzione non indifferente, essendo cresciute rispetto al 2014 del 7,4% in termini reali, mentre gli investimenti, pur in recupero, hanno manifestato un andamento ancora lento (+0,8%).

Già il 2015 si è caratterizzato per la ripresa industriale: con un valore aggiunto cresciuto dell’1,4% si è dimostrato il comparto più dinamico, mentre il comparto delle costruzioni ha accusato un ulteriore contrazione della produzione, sebbene più contenuta rispetto agli anni precedenti. Il valore aggiunto nei servizi ha ristagnato.

Le attese per l’attività, sia in termini di produzione che di ordini, si prospettano favorevoli sia nel comparto manifatturiero che nei servizi, con prospettive delle esportazioni che si mantengono positive, mentre si riduce ulteriormente il ricorso agli ammortizzatori sociali.

L’andamento del mercato del lavoro nel 2015 conferma l’inversione di tendenza avviatasi nel 2014 con una crescita dell’1,5%, considerevole soprattutto in relazione all’andamento generale (in Italia +0,8%) e nelle principali regioni settentrionali, che hanno fatto rilevare andamenti poco espansivi.

Nella media del 2015 diminuisce il numero delle persone in cerca di occupazione di 21 mila unità, una diminuzione rilevante che porta il tasso di disoccupazione al 10,3% con una diminuzione di 1,1 punti percentuali rispetto al 2014.

Le previsioni per l’anno 2016 per il Piemonte confermano la crescita avviatasi nel 2015,con un irrobustimento della dinamica del PIL che si ritiene possa attestarsi al +1,2%, con un’accelerazione di poco più intensa rispetto all’economia italiana nel suo complesso.

SSN andamento spesa

Dal Def 2016 nel triennio 2017-2019, la spesa sanitaria è prevista crescere ad un tasso medio annuo dell’1,5 per cento ma nel medesimo arco temporale il PIL nominale cresce in media del 2,8 per cento e

La Corte dei Conti – sezione autonomie - ha pubblicato a gennaio 2017 la Relazione sugli andamenti della finanza regionale -Analisi dei flussi di cassa per gli anni 2012 – 2015 e Primo semestre 2016: la relazione è stata elaborata sulla base dei dati acquisiti tramite il Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici (SIOPE), sistema che raccoglie le informazioni su incassi e pagamenti delle amministrazioni pubbliche, codificati secondo regole comuni.

Raffrontando i primi semestri dal 2014 al 2016 si verifica che nel primo semestre 2016 i pagamenti per la spesa sanitaria tornano a crescere nelle regioni a statuto ordinario sia per spesa corrente sia per spesa in conto capitale (complessivamente +11,4%). In particolare la spesa per il personale sembra diminuire anche se occorre considerare che nell’ambito delle misure di contenimento della spesa per questa voce hanno inciso in misura considerevole la revisione delle dotazioni organiche, il blocco del turn-over e le politiche di contenimento delle assunzioni, nonché i limiti retributivi, il tetto di spesa del personale, il nuovo regime del trattamento accessorio ed il congelamento della vacanza contrattuale.

La riduzione maggiore in considerazione del quadriennio 2012-2015 è da attribuire alle Regioni in Piano di rientro (-9,28%). Si ricorda che la Regione Piemonte, solo dal novembre 2016 è uscita dal Piano di rientro.

Tabella 38/SA/ITA - Comparto Enti sanitari - Pagamenti Periodo I semestre 2014-2016

I Semestre

Anno 2014

I Semestre

Anno 2015

I Semestre

Anno 2016

Var. % 2015-2016

Var. % 2014-2016

RSO

50.508.106

47.826.316

49.434.115

3,36

-2,13

Personale (1)

14.705.712

14.434.584

13.378.858

-7,31

-9,02

Acquisto di beni e servizi (2)

31.166.608

28.549.002

29.267.770

2,52

-6,09

Contributi e trasferimenti

537.670

497.227

530.086

6,61

-1,41

Altre spese correnti

2.171.247

2.557.874

3.144.667

22,94

44,83

Investimenti fissi

711.210

684.021

639.509

-6,51

-10,08

Operazioni finanziarie

1.136.038

978.295

831.861

-14,97

-26,78

Rimborso prestiti

65.417

63.868

65.884

3,16

0,71

Pagamenti da regolarizzare

14.205

61.447

1.575.480

2.463,99

10.990,75

In generale (dati Corte dei Conti) nel biennio 2014/2015 gli incassi di parte corrente (quelli in conto capitale sono poco significativi) sono diminuiti dell’1.89% malgrado le iniezioni di liquidità a favore degli enti sanitari per il pagamento dei debiti commerciali.

Regione Piemonte e SSR

La Regione Piemonte è a statuto ordinario e la Corte Dei Conti nel giudizio di parificazione 2015 rileva come la programmazione sanitaria sia risultata, nel 2015, ancora legata alla necessità di rispettare gli obiettivi imposti dal Piano di rientro e dai connessi Programmi operativi, approvati con delibera di Giunta n. 25-6992 in data 30 dicembre 2013, non completamente realizzati nel corso del 2016.

Si rileva al riguardo come alcuni interventi attuati sembrano rientrare fra le misure “minime” e di routine che il sistema deve adottare per garantire una coerenza fra l’attività gestionale e quella programmata. Risultano invece tardive o incomplete le attività riguardanti gli adeguamenti della Regione alle novità normative (D.Lgs. n. 118/2011, certificabilità dei bilanci) e quelle che incidono sull’assetto organizzativo (flussi informativi, rete ospedaliera, funzione acquisti).

Dal punto di vista organizzativo l’esercizio 2015 è stato caratterizzato da una nuova impostazione della funzione acquisti finalizzata al superamento delle federazioni sovrazonali e dal riordino della rete assistenziale (ospedaliera e territoriale).

Per consentire il superamento delle federazioni, sono state individuate le Aree interaziendali di coordinamento (AIC), quale dimensione strategica ed operativa ottimale per la programmazione sovrazonale e, conseguentemente, le ASR capofila del coordinamento degli acquisti e della gestione unitaria delle procedure. Si è così delineato un quadro incerto dovuto ai continui cambiamenti organizzativi e al ripetuto ricorso ad interventi di breve termine, generando numerose criticità nel processo di approvvigionamento di beni e servizi ed inducendo alcune Aziende a ricorrere all’istituto della proroga contrattuale.

Quanto alla riorganizzazione della rete ospedaliera e della rete territoriale si sono susseguite iniziative dettate dalla necessità di un continuo adeguamento alla normativa nazionale, nonché ai rilievi mossi da parte dei Tavoli tecnici ministeriali.

Sul lato nazionale occorre tener presente altresì che nella Relazione del procuratore generale della Corte dei conti presentata per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 il peso della sanità, in relazione ai danni erariali, è sensibilmente superiore rispetto all’anno 2014 e riguarda illeciti commessi in materia di personale, (assunzioni, inquadramenti irregolari e assenteismo) alla pari con i risarcimenti di danni a terzi derivanti da errori sanitari.

Ma per il Piemonte bisogna considerare che i dati elaborati dai tecnici di AGENAS sulla base di parametri nazionali attestano il buon livello complessivo della sanità. Nonostante i noti problemi finanziari ed i vincoli del piano di rientro al quale la Regione è stata sottoposta, - piano dal quale la Regione è uscita, dopo 5 anni, solo a fine novembre 2016 - anche i dati del 2015 dimostrano le numerose eccellenze della sanità.

Dal punto di vista organizzativo la Regione Piemonte ha avviato già con DGR 1-600 del 19.11.2014 un processo di adeguamento della rete ospedaliera agli standard della legge 135/2012 e del Patto per la Salute 2014-2016 e linee di indirizzo per lo sviluppo della rete territoriale e passando per la DGR 26-1653 del 29.06.2015 con la DGR 42-1921 del 27.07.2015 sono stati approvati i principi e i criteri per l’organizzazione delle Aziende sanitarie regionali e l’applicazione dei parametri standard per l’individuazione di strutture semplici e complesse; sono state inoltre invitate le Aziende sanitarie a riadottare gli Atti aziendali i quali, recepiti dalla Giunta Regionale a fine anno 2015, stanno dispiegando la loro operatività.

In particolare a fronte del sostanziale mantenimento di tutte le strutture complesse di ambito sanitario nell’ASO, l’ASL AL, in base alle deliberazioni 2015/819 del 9/12/2015 e 2015/889 del 18/12/2015 (dati inseriti in tabella sottostante ha perso, nel corso dell’anno 2016 47 strutture complesse, riorganizzandone il personale e le attività, e 44 posti letto totali negli ospedali della provincia di Alessandria:

ASL AL - PL al dicembre 2015 ASL AL

ASL AL - PL nuova dotazione al dicembre 2016

RO

722

RO

676

DH

134

DH

136

Totali

856

Totali

812

Tale importante processo di riorganizzazione, con accorpamenti e chiusure sui territori limitrofi, hanno determinato, nell’ambito dell’ASO, una ricaduta in termini di istanze e bisogni di salute da soddisfare e da affrontare con una programmazione efficace sul territorio per prevenire ogni eventuale inappropriatezza nel ricorso alle prestazioni da parte dei cittadini utenti del bacino di riferimento.

Generalità sulla popolazione servita

Il bacino di utenza dell’Azienda Ospedaliera è riferito alle province di Alessandria e Asti, con una popolazione di circa 635.000 abitanti residenti in 190 comuni ad Alessandria e 118 comuni in quella di Asti, entrambe con le relative Aziende Sanitarie Locali, ma i due ospedali principali (ASO Alessandria e Ospedale di Asti) svolgono anche funzioni di “ospedali cittadini”.

Di seguito la distribuzione della popolazione per fasce di età dei residenti nelle due città di AL ed AT:

ANNI

MASCHI

FEMMINE

TOTALE PER ETA'

0-14

11.042

10.209

21.251

15-64

52.523

54.115

106.638

ANNI

MASCHI

FEMMINE

TOTALE PER ETA’

>= 65

17.650

24.606

42.256

TOTALE PER SESSO

81.215

88.930

170.145

La salute nella specifica realtà della provincia alessandrina.

La speranza di vita nel nostro Paese è tra le più alte al mondo e cresce la speranza di vita in buona salute, anche se aumenta (dato anche europeo) il numero di decessi dovuti all’invecchiamento della popolazione.

Per il bacino di utenza dell’ASO occorre considerare l’insistenza del mesotelioma maligno, un tumore raro che colpisce più frequentemente gli uomini e in Italia rappresenta lo 0,4% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,2% di quelli diagnosticati nelle donne. Ciò equivale a dire che si verificano 3,4 casi di mesotelioma ogni 100.000 uomini e 1,1 ogni 100.000 donne.

In provincia di Alessandria, dove era presente un'importante industria per la produzione di materiali con amianto, si parla per esempio di 16 casi su 100.000 per gli uomini e 13 casi su 100.000 per le donne. Il mesotelioma è raro prima dei 50 anni e presenta un picco massimo attorno ai 70; la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l'aumentare dell'età.

L’Aso quindi l’effettua una serie di azioni e progetti (anche del Ministero della Salute) volti alla prevenzione e cura di tale tumore nell’ambito del Centro Sanitario Amianto della Regione Piemonte e nel quadro della Rete Oncologica Piemonte- Valle d’Aosta. Con deliberazione 883/2016, in collaborazione con importanti Istituti nazionali di ricerca, l’Aso ha regolamentato i suoi interventi gestendo finanziamenti per complessivi 4 milioni di euro dedicati alla lotta di questo tumore.

3.1.1.b ANALISI DEL CONTESTO INTERNO

La storia dell’Azienda Ospedaliera SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria affonda le proprie radici in epoca medievale, nei secoli immediatamente successivi alla fondazione di Alessandria, avvenuta intorno al 1168. In quei tempi la cura degli ammalati e degli indigenti era per lo più affidata alle organizzazioni religiose che, nel corso del XIV secolo fondarono l’Ospedale di San Biagio e, successivamente, agli inizi del ‘500, istituirono l’Ospedale di S. Antonio. L’Ospedale civile di Alessandria, detto dei Santi Antonio e Biagio, nasce dalla fusione, avvenuta per volere di Papa Pio V, intorno al 1567, di due ospedali preesistenti e risalenti al XV secolo: l’Ospedale di Sant’Antonio e l’Ospedale di San Biagio.

Il nuovo Ospedale prese il nome di “Spedal Grande” ed ebbe sede dapprima nel vecchio Ospedale di Sant’Antonio dove funzionò sino al 1789. Nel 1782 iniziò la costruzione della nuova (ed ancora attuale), sede dell’Ospedale, aperta agli ammalati nel 1790.

Passando per la legge 833/78 istitutiva del SSN, il decreto legislativo 502/92 (di riordino della materia sanitaria) ed il decreto legislativo 229/99 (razionalizzazione del Servizio Sanitario nazionale) l’Opera Pia è divenuta USSL, ha attratto a sé il Presidio Infantile (l’”Ospedaletto”) e quello Psichiatrico, per diventare dal 1°gennaio 1995 l’attuale Azienda Sanitaria Nazionale dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia imprenditoriale e gestionale.

Presidi e Funzioni dell’ Azienda Ospedaliera di Alessandria

Come accennato nella premessa l’Azienda Ospedaliera espleta la propria attività istituzionale nei seguenti presidi:

· Ospedale “Santi Antonio e Biagio”, via Venezia 16, Alessandria

· Ospedale Infantile “Cesare Arrigo”, spalto Marengo 46, Alessandria

· Ospedale “Teresio Borsalino”, piazzale Ravazzoni 4, Alessandria.

Costituiscono ulteriori sedi operative dell’Azienda le seguenti strutture:

· Poliambulatorio “Ignazio Gardella”, via Don Gasparolo 2, Alessandria

· Centrale Operativa Emergenza 118 e Base Elisoccorso, via Teresa Michel 65, Alessandria

· Sede degli Uffici amministrativi, via Santa Caterina da Siena 30, Alessandria.

· Sede di Corso di Laurea in Infermieristica di I livello della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.

Il Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2015 (di seguito PSSR), adottato con DCR 3 aprile 2012, n. 167–14087, ha individuato in capo all’Ospedale “SS. Antonio e Biagio” e all’Ospedale Pediatrico “Cesare Arrigo” di questa Azienda Ospedaliera, la funzione di “Ospedale di riferimento” per i sotto elencati presidi:

· Ospedale di Asti

· Ospedale di Casale Monferrato

· Ospedale di Novi Ligure – Tortona

· Ospedale di Acqui Terme

· Ospedale della Valle Belbo

· Ospedale di Valenza

· Ospedale di Ovada

gestiti dalle ASL AL e ASL AT e insistenti nell’Area Interaziendale di Coordinamento 5 (AIC 5 ) del Piemonte Sud Est, comprendente le province di Alessandria e Asti. In particolare l’Ospedale “Cesare Arrigo” costituisce presidio per la diagnosi e cura delle patologie pediatriche, comprese quelle riferite alla chirurgia pediatrica e alla terapia intensiva neonatale, oltre a costituire riferimento per l’emergenza neonatale.

Il PSSR 2012-2015, inoltre, ha confermato la funzione di Centro Riabilitativo Polifunzionale attribuita all’Ospedale “Teresio Borsalino”, che costituisce in ambito regionale uno dei centri di riferimento per la Riabilitazione di III livello, è sede di unità spinale e centro per le gravi mielo - cerebrolesioni.

Per la funzione di “Ospedale di riferimento” riconosciuta agli ospedali di questa Azienda, essa:

· esprime competenze di alta specializzazione nei campi della Cardiochirurgia; della Chirurgia Toracica; della Chirurgia Vascolare; della Cardiologia, ivi compresa l’Emodinamica; della Neurochirurgia; del Trauma ortopedico; dell’Oncologia; dell’Onco-Ematologia; della Chirurgia e della Ginecologia oncologiche, della Chirurgia Plastica e ricostruttiva, della Radioterapia, della Radiologia Interventistica; della Pneumologia oncologica ivi inclusa l’attività di Broncoscopia; dell’Endoscopia Digestiva e della Chirurgia Maxillo Facciale;

· è sede di Centro Trapianti e Centro Trasfusionale;

· è sede di Dipartimento di Emergenza e Accettazione, anche a livello pediatrico, di II livello;

· costituisce riferimento di 3° livello per l’Ostetricia per l’AIC 5;

· è sede di Centrale Operativa Emergenza 118 delle Province di Alessandria e Asti, con base per l’Elisoccorso;

· sviluppa progetti regionali in rete, in particolare partecipa alle seguenti reti regionali:

· Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta

· Rete per l’ictus ischemico, per le funzioni sia di 1° sia di 2° livello

· Rete per la terapia dell'infarto miocardico acuto (STEMI)

· Rete ospedaliera di allergologia

L’Azienda Ospedaliera svolge altresì un ruolo di presidio di base per i cittadini residenti nel distretto sanitario di Alessandria, in stretta correlazione con i servizi territoriali. Grazie alla consolidata collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, formalizzata con convenzioni e protocolli d’intesa, l’Azienda Ospedaliera è sede di corso di laurea in Infermieristica della facoltà di Medicina e Chirurgica della stessa Università.

L’Azienda è centro di collaborazione con consorzi di imprese del territorio per lo sviluppo di nuove tecnologie sanitarie e per l’innovazione scientifica e agisce in sinergia con i migliori centri nazionali e internazionali per lo sviluppo delle competenze nel settore oncologico con l’istituzione di una Unità Funzionale Interaziendale per la diagnosi e la terapia del mesotelioma.

E’ rilevante l’attenzione dell’Azienda Ospedaliera verso nuove forme di gestione organizzativa sperimentale atte a migliorare la qualità dell’assistenza attraverso l’integrazione con enti/istituti o partnership diversificate.

Circa l’aggregazione delle procedure di gara, si evidenzia che, a partire dalla costituzione delle Aree interaziendali di coordinamento, sono stati definiti specifici cronoprogrammi di procedure aggregate, così come richiesto dalla Regione Piemonte. Il settore coordinamento acquisti della Regione Piemonte ha avviato un programma di centralizzazione acquisti riferito ai beni di alta specialità, con previsione di  procedure di gara svolte da ciascuna Azienda ospedaliera anche per conto delle altre Aziende ospedaliere.

Questa Azienda aderisce, in modo completo e tempestivo, a tutti i contratti di beni aggiudicati da SCR; si è aderito, inoltre, all’accordo quadro stipulato da CONSIP per la fornitura di materiale ed attrezzature per dialisi.

Il ricorso al MEPA avviene così come previsto dalla normativa, per l’acquisto di beni di importo inferiore alla soglia comunitaria, ove presenti

Donazioni

L’Azienda Ospedaliera, infine, è oggetto di destinazione di fondi e attrezzature anche garantiti dalla Fondazione Uspidalet Onlus di Alessandria, appositamente costituita dal Collegio di Direzione dell’Azienda per la raccolta di fondi a favore degli ospedali cittadini. I prospetti sottostanti mostrano come la sensibilità della cittadinanza alessandrina nei confronti del proprio ospedale di riferimento possa portare a importanti risultati.

PROGETTI REALIZZATI E DONATI

NEL 2015

 

 

 

APPARECCHIATURA

destinata a

nel mese di

valore

VIDEOGASTROSCOPIO INFANTILE

Osp. Infantile

gennaio

€ 30.661,04

BRONCOSCOPIO

Osp. Infantile

febbraio

€ 22.100,00

ORTOPEDIA BLOCCO OPERATORIO

Osp. Civile

marzo

€ 6.692,70

T.E.M. CHIRURGIA

Osp. Civile

marzo

€ 39.999,99

EBUS PNEUMOLOGIA

Osp. Civile

Aprile

€ 148.000,00

NEONATOLOGIA - AREA NIDO

Osp. Civile

maggio

€ 13.178,68

RISTRUTTURAZIONE INGRESSO INFANTILE

Osp. Infantile

giugno

€ 28.000,00

ENDOSCOPIA 3° LOTTO

Osp. Civile

ottobre

€ 36.313,30

NEONATOLOGIA

Osp. Infantile

dicembre

€ 71.980,00

TOTALE

 

 

€ 396.925,71

PROGETTI FINANZIATI PROGRAMMATI NEL 2016

 

 

APPARECCHIATURA/BENE/SERVIZI

destinata a

valore

DAY HOSPITAL ONCO-EMATOLOGICO + ARREDI

Osp. Civile

 

€ 370.892,00

ECOGRAFO INFANTILE

Osp. Infantile

 

€ 50.000,00

UMANIZZAZIONE POLIAMBULATORIO GARDELLA

Osp. Civile

 

€ 39.000,00

SEDO ANALGESIA PER SALA OPERATORIA

Osp. infantile

 

€ 29.890,00

GIARDINO SENSORIALE

Osp. Borsalino

 

€ 7.460,95

AREA BIMBI

Osp. Civile

 

€ 26.297,00

 TOTALE

 

 

€ 523.539,95

Accreditamento e Qualità

ll percorso di accreditamento e certificazione della nostra struttura Ospedaliera è stato delineato con deliberazione n. 265 del 21/10/2013 (predisposizione del Piano Attuativo di Certificabilita’ aziendale).

Il sistema di gestione per la qualità presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria è stato avviato nel 1997 e attualmente sono certificate 81 strutture su 102. L’affidamento del servizio di mantenimento della certificazione aziendale di qualità UNI EN ISO 9001:2008 ad altra società è a rotazione triennale.

La certificazione di sistema di gestione per la qualità (regolata dalle Norme quadro della serie ISO 9000) assicura la capacità di una organizzazione di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi produttivi in modo tale da riconoscere e soddisfare i bisogni degli utenti (inclusi quelli relativi al rispetto dei requisiti cogenti), nonché l’impegno a migliorare continuativamente tale capacità anche attraverso:

1. Indagine di customer satisfaction

2. Monitoraggio di indicatori

3. Verifiche ispettive di seconda e di terza parte

4. Tracciamento, analisi e trattamento Non Conformità

Tali strumenti già previsti o già in uso presso la nostra amministrazione per migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa dell’Azienda, costituiscono buone prassi anche per finalità di prevenzione dell’illegalità per tutte le strutture aziendali.

Organigramma Aziendale e risorse umane.

L’organizzazione aziendale si caratterizza per:

· Dipartimenti (costituiti da più strutture organizzative per la realizzazione e lo sviluppo di processi gestionali caratterizzati da un elevato grado di integrazione);

· Strutture organizzative complesse e semplici;

· Uffici e Settori

L’Organigramma Aziendale (in Allegato sotto la lettera A) è stato adottato con deliberazione 720/2015 sulla base delle indicazioni contenute nella DGR 42-1921 del 27/07/2015 nell’ambito del processo di revisione degli atti aziendali del SSR della Regione Piemonte stessa, concluso con deliberazione 442 del 26/04/2016 e proseguito in azienda con una serie di atti a cascata (del. 603 del 19/9/2015, 720 del 8/10/2015 e 94 del 28/01/2016.

Alla data del 31/12/2016 e del 31/12/2015 la consistenza del personale interno erano le seguenti:

Anno 2016

Comparto

Dirigenza

Dir medica

Totale generale

Sanitaria e PTA

Ruolo Sanitario

1152

33

396

1581

Ruolo Prof.le

1

5

 

6

Ruolo Tecnico

507

3

 

510

Ruolo Amm.vo

206

8

 

214

Totale

1866

49

396

2311

Anno 2015

Comparto

Dirigenza

Sanitaria e PTA

Dirigenza medica

Totale

Ruolo Sanitario

1056

34

401

1491

Ruolo Prof.le

1

5

6

Ruolo Tecnico

490

3

493

Ruolo Amm.vo

210

8

218

Totale

1757

50

401

2208

In numeri assoluti il personale in Azienda nel 2016 è cresciuto di n. 103 unità a tempo indeterminato. Si può notare, dal raffronto con il 2015, che il ruolo amministrativo perde risorse, quello professionale è invariato mentre il ruolo sanitario cresce di 96 unità (per il comparto) mentre decresce di 5 unità per la dirigenza medica; il ruolo tecnico si incrementa di n. 17 unità. In tal senso bisogna considerare che il blocco assuntivo regionale ha riguardato nell’anno 2016 ancora i ruoli amministrativo e tecnico ad esclusione degli operatori socio sanitari e dei lavoratori soggetti ad assunzioni obbligatorie (es. legge 68/99) perché tutelati dalla normativa nazionale relativa alle categorie protette.

Il blocco regionale totale del turn over è iniziato nel 2011 ed ha comportato un depauperamento generale per le figure appartenenti al ruolo amministrativo e tecnico della carriera di concetto e dirigenziale. Solo nel corso del 2016 si sono potute ricambiare al 100% le figure professionali del ruolo sanitario e degli oss all’interno dei tetti di spesa assegnati dalla Regione Piemonte. Nell’anno 2017 la Regione Piemonte dovrà assegnare i nuovi tetti di spesa avendo la DGR n. 36-1483 del 25/5/2015, ultimo atto emanato in tal senso, esaurito la sua validità.

Assistenza Ospedaliera

Come già accennato l’ Azienda opera mediante tre presidi a gestione diretta e ha visto un aumento generalizzato delle attività di ricovero ordinario (dati agosto 2016) e per interventi di urgenza (dati agosto 2016) in controtendenza rispetto al trend statistico generale (Censis), enucleato in premessa, che vede un contenimento della spesa ospedaliera in particolare sui ricoveri per acuti . Tale incremento soprattutto nel 2015 non è completamente spiegabile con la chiusura programmata di servizi e strutture nella provincia alessandrina, già accennate nella relazione di contesto esterna, per la tempistica sostanzialmente non sovrapponibile delle chiusure, visto che anche nel Piano di efficientamento, di cui alla deliberazione 53 /2017, l’analisi della produzione dei primi 10 mesi del 2016 vs 2015 rileva un sostanziale mantenimento dell’attività.

INTERVENTI IN URGENZA

I ricoveri rispettano il trend per età a livello nazionale (dati agosto 2016) cioè sono numericamente più consistenti per le fasce d’età più elevate ed in particolare dai 75 anni in su.

Gli indici da tabella di degenza media e peso medio calcolati sui ricoveri denoterebbero una generale appropriatezza degli stessi. L’attività in urgenza crescente peraltro può essere rapportata al ruolo crescente di hub dell’ASO rispetto ai presidi ospedalieri vicini.

I posti letto medi, direttamente gestiti, sono leggermente saliti dai 659 del 2014 ai 662 del 2015 ai 667 del 2016 (+8) (con un incremento di posti al presidio civile), ripartiti come di seguito dettagliato:

Presidi Ospedalieri

tipologia ricovero

R.O.

D.H.

Presidio "SS. Antonio e Biagio"

435

72

Presidio "C. Arrigo" (*)

65

16

Presidio "Borsalino"

73

6

Relazione sui costi

La complessità gestionale dei tre presidi funzionalmente e strutturalmente differenti, attivi sulle principali specialità mediche e chirurgiche, e di un DEA di secondo livello, è evidenziata nei numeri di costo sottostanti relativi agli anni 2014-2016. Il trend evidenzia un aumento dei costi in termini assoluti nel triennio del 16,2% (da 91.391.920,31 a 108.997.663,89). In particolare crescono la spesa per i farmaci (+19,6% dovuta alla somministrazione diretta) e quella del pronto soccorso (+16,3%), voci di spesa comunque a rischio inappropriatezza.

Attività

Costi 2014

peso

Costi 2015

peso

Variazione %

CO - Centrale operativa 118

€ 5.737.701,00

6,28%

€ 5.657.594,00

5,71%

-1,40%

LP Libera Professione

€ 518.348,00

0,57%

€ 488.830,90

0,49%

-5,69%

SUP - Servizi Amm.vi/sanitari di supporto (include DMP)

€ 2.037.579,27

2,23%

€ 1.520.797,92

1,54%

-25,36%

AMB - Attività specialistica ambulatoriale

€ 20.273.072,06

22,18%

€ 24.487.966,74

24,72%

20,79%

di cui farmaci in somministrati direttamente

€ 7.060.160,00

 

€ 7.647.449,00

 

FARMA - Attività distribuzione farmaci

€ 8.576.497,15

9,38%

€ 11.209.094,48

11,32%

30,70%

di cui farmaci anti HCV

€ 8.103.430,00

 

€ 11.017.313,07

 

RIC - Attività ricovero (RO+DH)

€ 24.709.397,30

27,04%

€ 24.167.077,51

24,40%

-2,19%

TRA - Attività trasfusionale e produzione emocomponenti

€ 2.259.811,00

2,47%

€ 2.292.484,22

2,31%

-1,45%

PS - Pronto Soccorso

€ 684.505,61

0,75%

€ 755.314,72

0,76%

10,34%

Didattica

€ 131.666,00

0,14%

€ 76.687,62

0,08%

-41,76%

Costi comuni aziendali

€ 26.463.342,92

28,96%

€ 28.403.739,37

28,67%

7,33%

di cui servizi appaltati e utenze

€ 20.109.014,00

 

€ 20.271.126,00

 

 

di cui manutenzioni

€ 3.729.473,56

 

€ 4.241.216,69

 

 

Totale

€ 91.391.920,31

100,00%

€ 99.059.587,48

100,00%

8,39%

Attività

Costi 2015

Peso%

Costi 2016

Peso

%

Var % costi

Var. % incidenza su totale costi

CO - Centrale operativa 118

€ 5.657.594,00

5,71

€ 5.811.322,92

5,87

2,72

0,16

LP Libera Professione

€ 488.830,90

0,49

€ 438.899,72

0,44

-10,21

-0,05

SUP - Servizi Amm.vi/sanitari di supporto (include DMP)

€ 1.520.797,92

1,54

€ 2.285.625,63

2,31

50,29

0,77

AMB - Attività specialistica ambulatoriale

€ 24.487.966,74

24,72

€ 23.133.273,96

23,35

-5,53

-1,37

di cui farmaci in somministrati direttamente

€ 7.647.449,00

 

€ 8.779.609,73

 

 

 

FARMA - Attività distribuzione farmaci

€ 11.209.094,48

11,32

€ 17.322.914,95

17,49

54,54

6,17

di cui farmaci anti HCV

€ 3.589.952,82

 

€ 6.979.145,23

 

 

 

RIC - Attività ricovero (RO+DH)

€ 24.167.077,51

24,40

€ 25.324.659,37

25,57

4,79

1,17

TRA - Attività trasfusionale e produzione emocomponenti

€ 2.292.484,22

2,31

€ 2.184.068,75

2,20

-4,73

-0,11

PS - Pronto Soccorso

€ 755.314,72

0,76

€ 816.841,68

0,82

8,15

0,06

Didattica

€ 76.687,62

0,08

€ 62.711,43

0,06

-18,22

-0,01

Costi comuni aziendali

€ 28.403.739,37

28,67

€ 31.617.345,48

31,92

11,31

3,24

di cui servizi appaltati e utenze

€ 20.271.126,00

 

€ 19.507.535,92

 

 

 

di cui manutenzioni

€ 4.241.216,69

 

€ 3.524.927,53

 

 

 

Totale

€ 99.059.587,48

 

€ 108.997.663,89

 

 

 

Come evidenziato, l’attività di ricovero, in considerazione dell’elevata specializzazione delle prestazioni erogate, arriva all’assorbimento del 25,57% delle risorse impiegate nella gestione (in incremento percentuale dal 24,40% del 2015), con un incremento del 1,17%; l’attività ambulatoriale (che evidenziava nel 2015 un sostanziale incremento determinato dal passaggio al regime ambulatoriale di prestazioni di alta specializzazione in precedenza gestite in regime di day hospital) ha impiegato il 23,35% del totale, con una flessione di 1,37 punti percentuali.

La complessità organizzativa dell’Azienda, come citato all’inizio del presente paragrafo, ha generato elevati costi organizzativi a carico della Direzione Aziendale e delle strutture operanti in staff ed in line alla medesima. In particolare risulta rilevante la quota di risorse destinata alla gestione diretta dei presidi ospedalieri (in capo alla DMP) pari al 50,29%. I costi comuni aziendali arrivano al 31,92% con un incremento di 3,25% verificatosi per inclusione di costi in conto capitale prima non rientranti nella voce, ma, nonostante la vetustà del patrimonio aziendale le manutenzioni, rispetto all’anno 2015, si riducono del 16,8%.

Da ultimo, occorre segnalare come l’Azienda risulti totalmente autonoma nell’attività di raccolta/lavorazione/erogazione di emocomponenti. A questa attività viene destinato, ancora in trend decrescente rispetto al 2014 ed al 2015, solo il 2,20% delle risorse disponibili, senza praticamente alcun ricorso ad altre attività di approvvigionamento esterno.

MONITORAGGIO DATI PROGRAMMA NAZIONALE ESITI (PNE) 2014.

Dai dati di analisi disponibili tratti dal sito intranet in generale i principali indici mostrano come l’attività dell’ASO si mantenga dei range nazionali richiesti. Rispetto all’infarto miocardico la cardiologia di Alessandria esprime il più alto volume di pazienti trattati e il più alto numero di angioplastiche rispetto a tutte le altre cardiologie piemontesi.

Anche l’esito, in termini di mortalità a 30 gg, è buono sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale.

Sicuramente vanno portati miglioramenti in termini di risorse e di organizzazione territoriale in quanto la chiusura di alcune cardiologie dell’ASL potrebbe aggravare ulteriormente il ritardo e l’efficacia della PTCA in questa tipologia di pazienti.

Per la cardiochirurgia si confermano i buoni risultati dello scorso anno, anche rispetto alla media nazionale.

La mortalità operatoria a 30 giorni nel 2014 è nulla per tutti i pazienti sottoposti a trattamento chirurgico resettivo.

La mortalità relativa agli interventi per tumore dello stomaco, fegato-vie biliari e pancreas nel 2014 è nulla.

Per quanto riguarda la percentuale dei tagli cesarei primari il 18.31% di questo punto nascita è nettamente inferiore al 26% nazionale ed è inferiore anche al 2013. Le complicanze durante il parto e il puerperio sia per il parto naturale che per il parto cesareo il rischio relativo 0.78 non è significativo e l’azienda è in media con il dato nazionale.

La mortalità per ictus ischemico è più elevata della media nazionale (13.3% vs 11.5%). Questo è un dato spiegabile con il fatto che il ns Ospedale, dotato di Neurochirurgia, e la ns Unità Operativa di Neurologia con la stroke unit che effettuata trombolisi nell’ictus acuto attira, tramite 118, pazienti più gravi e complessi con relativa maggior mortalità. In minor parte incide la maggior anzianità della popolazione piemontese ed alessandrina rispetto al dato Nazionale.

Sono in miglioramento le procedure diagnostico-terapeutiche e soprattutto una dimissione più attenta e protetta (Riabilitazione, RSA, ADI, Continuità assistenziale, famiglia).

La mortalità più elevata della media nazionale deve essere oggetto di approfondimento, ma va precisato che il dato non è statisticamente significativo, probabilmente deriva da una certa complessità della patologia tumorale cerebrale affrontata e dal fatto che spesso i pazienti provenienti da questa zona presentano importanti comorbidita.'

Per la mortalità a 30 gg della frattura al collo del femore Il dato è ridotto rispetto alla media nazionale e all’anno precedente.

La mortalità a 30 giorni per sindrome coronarica presso il nostro Ospedale è stata nel 2014 del 7,6% che risulta sensibilmente ridotta rispetto alla media nazionale del 10,3%.

Nel confronto con Ospedali Piemontesi di simile capacità recettiva il nostro Ospedale ha mantenuto una buona qualità di assistenza per questa patologia tenuto anche conto del fatto che la Provincia di Alessandria ha una popolazione molto anziana con conseguente maggior rischio di mortalità.

Tipologia di danni lamentati e confronto sinistri 2014-2016

TIPOLOGIA DANNO LAMENTATO

NUMERO RICHIESTE DANNI 2014

NUMERO RICHIESTE DANNI 2015

NUMERO RICHIESTE DANNI 2016

VARIAZIONE 2014/2016

ERRORI TERAPEUTICI

7

6

2

-4

ERRORI PROCEDURE INVASIVE

2

2

4

+2

ERRORI PROCEDURE DIAGNOSTICHE

8

8

4

-4

ERRORI CHIRURGICI

16

11

7

-9

ERRORI ANESTESIOLOGICI

0

2

0

0

CADUTE

3

3

1

-2

DANNEGGIAMENTI PERSONE

0

1

2

+1

DANNEGGIAMENTI COSE

0

2

0

0

SMARRIMENTI

3

2

4

+1

INFORTUNI

0

1

0

1

INFEZIONI

3

1

3

-2

NON IDENTIFICATO

0

0

1

+1

ALTRO

0

0

2

+2

TOTALE

42

39

30

-12

Il totale liquidato per richieste danni dell’anno 2015 è risultato provvisoriamente pari a 47.120 Euro con 20 procedure aperte; il totale liquidato per richieste danni per l’anno 2014 ammonta a provvisoriamente Euro 22.276 con 28 procedure aperte e quello provvisorio per il 2016 è pari a 3.090 Euro.

Segnalazioni disciplinari.

Per quanto concerne le segnalazioni disciplinari possiamo rilevare che nell’ anno 2016 per il personale del comparto sono stati effettuati 3 procedimenti disciplinari e per l’area dirigenziale 7 che hanno determinato esclusivamente l’irrogazione di sanzioni conservative. La casistica è rappresentata da: inosservanza degli obblighi di diligenza e correttezza comportamentale e degli orari di lavoro, nonché delle disposizioni e direttive interne o impartite dai superiori.

Reclami.

Dall’analisi dei dati pervenuti dall’Ufficio relazioni con il pubblico ed esterne occorre sottolineare che, sui 35 reclami pervenuti da pazienti/utenti nell’anno 2015, 21 sono stati legati alla correttezza, precisione e accuratezza nell’erogazione delle cure e agli aspetti tecnico professionali. Di gran lunga inferiori gli aspetti di cura in senso stretto (5) e legati a informazioni (2) e tempi di attesa (3). Infine sono stati segnalati 1 reclamo legato ad un furto, uno relativo al confort ed uno per risarcimento. Per quanto concerne l’anno 2016, i reclami pervenuti all’URP si riassumono nel numero di 34 denunce di cui: 12 per la casistica relativa all’umanizzazione e aspetti Relazionali, 10 per quanto riguarda i tempi di attesa, 3 rientranti negli aspetti organizzativi e burocratici, 2 per gli aspetti economici, 2 per quelli tecnico-professionali, 4 relativi all’informazione e infine, uno per gli aspetti strutturali.

Si nota per il 2016 un deciso accento sugli aspetti legati all’umanizzazione e relazionali che, assieme ai reclami sui tempi di attesa, denotano una richiesta dei cittadini/utenti all’ASO di una sempre maggiore attenzione e centralità nell’erogazione del bene salute.

Rilievi Corte dei Conti

Tutti i rilievi effettuati all’Azienda sono stati presi in carico come da evidenze pubblicate sul sito.

Internal auditing

In ottemperanza alla procedura di qualità P11 sono stati attivati nel corso dell’anno 2016 gli audit interni con controlli e oggetti di analisi come da tabella sottoindicata:

Tipo di controllo

Oggetto analisi

Periodicità

Contabile

- Quadratura della Contabilità Economica e quella Analitica,

- corretta valorizzazione delle giacenze di magazzino e di reparto,

- Quadratura dei flussi di trasmissione dati in Regione.

Trimestrali

Spesa e budget

- Rispetto autorizzazioni di spesa dei vari uffici ordinatori;

- Controllo rispetto budget assegnati alle varie strutture operative;

- Rispetto tetti di spesa (es: tetto di spesa del personale, dispositivi medici, farmaci).

Trimestrale

Regolarità amministrativa

Il processo di auditing consiste nel controllo preventivo su determinazioni/deliberazioni ricondotto in senso lato al controllo di regolarità amministrativa e sugli obblighi di pubblicità, trasparenza, digitalizzazione e accessibilità previsti dall’ordinamento giuridico ovvero individuali  nel Piano Anticorruzione di cui alla L. 190/2012

Mensile

Controlli inventariali

1) verificare trimestralmente in almeno tre strutture la coerenza fisica dei beni esistenti con quanto inventariato;

2) effettuare la quadratura annuale del libro cespiti con quanto registrato in Contabilità Generale.

Trimestrale

Annuale

I dati relativi all’attività del gruppo di audit saranno pubblicati su Amministrazione trasparente tramite la SS AQ ed in generale tali dati saranno condivisi assieme alla direzione strategica per un attento monitoraggio delle criticità verificatesi nell’amministrazione.

Piano di efficientamento 2017 – deliberazione n. 53 del 16 gennaio 2017

L’ASO prevede una maggiore domanda di alta complessità e specialistica dovuta in modo particolare alla riorganizzazione delle rete ospedaliera del territorio.

In relazione al sostanziale rispetto degli Obiettivi regionali 2015, come da precedente PTPCT 2016-2018, l’Aso ha avviato già nel 2015 una razionalizzazione negli spazi.

Vengono evidenziate richieste di incremento di dotazione organica e di posti letto che non trovano immediato riscontro nella pianificazione regionale e in specifici obiettivi regionali.

Il processo di integrazione con la rete ospedaliera dell’area Piemonte sud- est non ha dato risultati concreti, poiché in atti deliberativi assuntivi di personale straordinario già nel mese di gennaio 2017 l’Azienda sembra dover far fronte ad una emergenza di mancanza di posti letto dovute a eventi legati alle forme virali del periodo invernale senza un piano di interventi concordato con altre Aziende del territorio.

Il Piano prevede azioni di efficientamento descritte in tabella ma le analisi non consentono un dettaglio tale da comprendere ricadute positive in termini di minori costi.

MANOVRE DI EFFICIENTAMENTO 2017

 

 

 

 

 

 

Tipo manovra

Impatti sui ricavi

Impatto sui costi

Saldo netto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A

B

C=A-B

A. Obiettivo efficientamento 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ND

B. Interventi di sistema

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

€ 960.950,00

Dettaglio delle azioni individuate:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AZIONE 1 Avvio nuovi blocchi operatori e ricollocazione della terapia intensiva

R/A

1.350.000,00

994.000,00

356.000,00

AZIONE 4 Riorganizzazione attività di riabilitazione

 

A

240.000,00

225.250,00

14.750,00

AZIONE 6 Riorganizzazione rete malattie infettive

 

A

440.000,00

397.000,00

43.000,00

AZIONE 3 cure intermedie

 

 

 

R

780.000,00

232.800,00

547.200,00

C. Interventi di razionalizzazione dei fattori produttivi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.207.000,00

Dettaglio delle azioni individuate:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AZIONE 2 Riorganizzazione DH Oncologico

 

R

200.000,00

71.180,00

128.820,00

AZIONE 5 Riorganizzazione rete laboratori

 

R

850.000,00

596.750,00

253.250,00

AZIONE 7 Revisione della spesa sui contratti di fornitura beni e servizi e aggiudicazionenuove gare

R

-

896.000,00

896.000,00

** nella colonna Tipo Manovra:

R: per attività in essere da rafforzare/sviluppare

A: per attività da avviare

D: per attività in essere da depotenziare

*** nella colonna Impatto sui Ricavi o Impatto sui Costi, la variazione economica in €/min della manovra identificativa rispetto al dato economico rilevato nel consuntivo 2015. Pertanto nella variazione economica, si precisa che è necessario tener conto dell'eventuale effetto di trascinamento delle manovre avviate nel corso del 2014 e 2015 e anche delle variabili esogene che influenzano tali andamenti quali tra i più evidenti l'inflazione e l'IVA.

Le linee Guida regionali per Atti Aziendali di cui alla DGR 42- 1921 del 27.07.2015 dispongono che:

“Il riordino (…) della rete ospedaliera si fonda sulla diversificazione dei centri e sull’attribuzione delle competenze per livelli di complessità (…)

È necessario che le aziende sanitarie, pur nella loro autonomia gestionale, operino in una visione sistemica, in modo coordinato e coerente, perseguendo nell’ambito di una strategia comune (…) le azioni di massima integrazione (…) e la razionalizzazione dei costi.

Ai fini della razionalizzazione del sistema di offerta e della riduzione della spesa e comunque senza oneri aggiuntivi possono essere perseguite forme di collaborazione per la gestione coordinata di servizi.

In ottemperanza alla DGR 12-2021 del 05/08/2015 ed in linea con la DGR 34-2054 del 01/09/2015, era già stato predisposto dall’Azienda un piano di efficientamento sanitario nel corso del 2016.

Il progetto di completamento di 8 sale operatorie e 14 letti di terapia intensiva già terminate e collaudate, necessitanti di arredi e attrezzature è stato quasi completato. Con nuovo regolamento dei Blocchi operatori approvato (del. N. 348 dell’8/7/2015) si è provveduto ad efficientare e razionalizzare spazi e risorse umane nonché la capacità di programmazione dell’attività di risposta chirurgica sia in elezione, sia in urgenza.

Un’altra azione di efficientamento per il 2016 ha ruotato attorno alla razionalizzazione degli spazi e di day hospital onco-ematologico e la revisione dei processi di prescrizione, preparazione e somministrazione della terapia antiblastica e tale azione è stata riproposta per il 2017.

Anche l’apertura di spazi per la gestione di pazienti a bassa intensità di cure per accelerare il processo di ricovero dal pronto soccorso nei reparti medici per acuti, evitando un appoggio improprio nel settore chirurgico ha costituito un’ulteriore azione verso l’efficienza, assieme alla revisione dell’attività di riabilitazione per apertura nel secondo semestre 2016 di 4 posti letto di 3° livello e 8 di secondo livello.

Inoltre è prevista la definizione per intensità di cura, una riorganizzazione del SEST 118, la valorizzazione dell’attività della nuova piastra radiologica, una di revisione di spesa sui contratti di fornitura di beni e servizi, una azione relativa all’aggiudicazione di nuove gare sovrazonali.

3.1.1.c CONCLUSIONI ANALISI DI CONTESTO ESTERNO – INTERNO

La Regione Piemonte ha intrapreso un percorso di superamento del Piano di rientro per entrare, con il 2017, a tutti gli effetti, nella ordinaria gestione della salute dei suoi cittadini.

E’ chiamata, su un territorio su sui insiste una debole crescita economica, a perseguire un processo di organizzazione della sanità iniziato con la razionalizzazione delle strutture inefficienti sui territori e ad affrontare sfide importanti che la riportino tra le Regioni virtuose in sanità in un contesto di popolazione che raggiunge alti tassi di senilizzazione.

L’analisi di contesto esterno ed interno segnalano come debbano essere proseguite le azioni e le cautele in sede di predisposizione del piano di prevenzione della corruzione nella direzione di una sempre maggiore aderenza dei processi gestiti dall’Azienda alle normative di riferimento, ed ai principi di efficienza ed efficacia dell’agire amministrativo nonché nell’implementazione di controlli che, complice il depauperamento progressivo del personale del ruolo amministrativo e tecnico, causato da blocchi assuntivi perduranti nel tempo, potrebbero venire meno in settori strategici e a rischio come quello del personale, degli acquisti e degli appalti. L’azienda si pone sempre più nelle realtà provinciali dell’alessandrino e dell’astigiano come centro di riferimento per la creazione di valore nella percezione dei cittadini e di appropriatezza di prestazioni di cura diagnosi ma anche di prevenzione, ma anche di valore economico, nell’ambito di una ripresa dell’economia ancora debole.

L’innalzamento della produzione, e relativi costi proporzionati, devono portare ad una sempre più incisiva valorizzazione del lavoro intrapreso in sede di appropriatezza delle prestazioni sanitarie sia di ricovero ordinario, sia di pronto soccorso (con il tavolo di coordinamento interazione ASL AL e ASL AT), oltre ad un lavoro specifico in sede di valutazione effettiva circa la reale validità in termini di efficienza/salute dell’uso dei farmaci con molecole innovative soprattutto per quanto riguarda l’incidenza che ha sul territorio servito una patologia tumorale come il mesotelioma.

Occorre in ultimo porre l’accento sugli elementi di programmazione dei fabbisogni anche del personale, oltre che dei beni e servizi, che dovrà trovare positiva soluzione nelle indicazioni regionali per dare soluzioni efficaci ed efficienti nell’Area territoriale di riferimento AL-AT.

Le esigenze di programmazione, tracciate anche nel P.T.P.C.T. dello scorso anno e rinnovate per il triennio 2017/2019, costituiscono azioni prese in carico, peraltro, anche nel Piano della performance 2017 dell’ASO.

3.2 Soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione: ATTORI INTERNI ed esterni

Nel grafico che segue è stato rappresentato l’insieme di correlazioni e contributi che provengono dai diversi attori interagenti nel sistema di prevenzione della corruzione.

(LAVORATORI DIPENDENTI E COLLABORATORI A QUALSIASI TITOLO DELLA AZIENDAAZIENDE OSPEDALIERE E SANITARIE DELLA REGIONE ED EXTRAREGIONEUFFICI PROCEDIMENTI DISCIPLINARICOMITATO ETICOO.I.V.,SERVIZIO ISPETTIVO, COLLEGIO SINDACALE CUGTUTTI I DIRIGENTI PER L’AREA DI RISPETTIVA COMPETENZAREGIONE PIEMONTERESPONSABILI DELLA PREVENZIONE AZIENDALE E DI ALTRE ASRDIREZIONE GENERALECOLLEGIO DI DIREZIONESOGGETTI ISTITUZIONALI COINVOLTI NELLA PREVENZIONE CORRUZIONE)

· OOSS, ordini/collegi/EELL/mass media Cittadini Fornitori Consumatori Utenti

4.MAPPATURA DEI PROCEDIMENTI

La mappatura dei procedimenti parte da una base di partenza costituita dalla deliberazione 249/2013 che ha analizzato i procedimenti delle varie strutture aziendali i tempi procedimentali e determinato i responsabili di procedimento ed i sostituti.

Partendo dalla deliberazione n. 249/2013, rivista con deliberazione 152/2017 che ha mappato i principali procedimenti amministrativi che sono stati presi in considerazione nei precedenti Piani triennali di prevenzione della corruzione aziendali si è provveduto ad esaminare i processi afferenti a: concorsi e assunzioni, acquisti, libera professione, liste d’attesa, prestazioni ambulatoriali e di ricovero, controllo ticket, ricerca e sperimentazioni, donazioni, accessi esterni a strutture aziendali, formazione e docenze, dispositivi medici, farmaceutica, bilancio, ufficio legale, gestione rifiuti, gestione informatica, controllo di gestione, comunicazione, accreditamento e qualità, percorso salma, consenso informato, medicina legale, fascicolo sanitario elettronico, risk management, governo clinico, assicurazioni.

Per comprendere meglio le cause ed i livelli di rischio, oltre ai dati sui precedenti giudiziari, agli eventi sentinella conosciuti anche a mezzo stampa, ai dati relativi ai reclami, alla customer, ai dati provenienti dai procedimenti disciplinari ci si è basati anche sui dati di natura percettiva. Questi ultimi sono stati rilevati attraverso valutazioni raccolte durante i corsi di formazione tenuti dalla RPC, da riunioni tenute dalla RPC con i vari dirigenti e collaboratori con funzioni organizzative e di coordinamento, competenti nei rispettivi processi e dagli RPC delle ASR regionali assieme a quello regionale ed all’assessorato sanità.

La mappatura delle aree di rischio è avvenuta considerando sia la tabella di valutazione del rischio di cui all’allegato 5 del PNA 11/09/2013 sia condividendo in particolare con la maggior parte dei Dirigenti e Funzionari di riferimento dei processi, i seguenti item formulati secondo le tabelle che seguono:

ITEM

MOLTO BASSO MB

BASSO

B

MEDIO

M

ALTO

A

MOLTO ALTO MA

Importanza degli interessi coinvolti (anche di natura non patrimoniale)

Possibile ritardo che non determina danni

Possibile danno patrimoniale interno all’ASO

Possibile danno patrimoniale e reputazionale esterno

Possibile consistente danno patrimoniale, reputazionale e all’immagine esterno

Possibile grave danno patrimoniale, all’immagine e reputazionale esterno

Grado di discrezionalità delle decisioni

Svolgimento di una serie di automatismi (inserimento dati su programma preordinato) privo di elementi valutativi

Assenza discrezionalità nella procedura ma valutazione di una serie di elementi

Processo non discrezionale nel contenuto ma discrezionale nella tempistica

Processo discrezionale nel contenuto e nella tempistica a impatto interno

Processo discrezionale a impatto esterno

Grado di presenza di procedure interne

Attività eteroguidata da standard informatici

Attività con procedure previste e condivise tramite qualità e rafforzate da regolamentazione interna

Attività tabellata da istruzioni operative della qualità del settore di riferimento e monitorata tramite indicatori

Attività non tracciata nel sistema qualità ma condivisa tra strutture già accreditate

Attività non tracciata né condivisa con altre strutture interne certificate

Livelli di interazione tra soggetti interni ed esterni

Attività manuale semplice di caricamento dati a uso interno effettuata da più persone a rotazione

Processo inserito nelle dinamiche aziendali con condivisione di responsabilità tra uffici

Processo inserito tra due strutture

Processo appartenente ad una sola struttura ma interessante più uffici della stessa

Processo gestito solo da un ufficio di una struttura con esercizio prolungato di responsabilità da parte di un solo dipendente

Difficoltà di tracciabilità delle attività svolte

L’attività è tracciata e rendicontata all’interno di più strutture

L’attività è tracciata e riscontrabile attraverso estrazioni dati da più operatori

L’attività è rendicontata e tracciata solo all’interno di una struttura

L’attività è gestita solo da procedura on line con chiavi concesse solo ad un operatore

L’attività non è tracciata e rendicontata

ITEM

MOLTO BASSO MB

BASSO

B

MEDIO

M

ALTO

A

MOLTO ALTO MA

Complessità nell’esercizio di controlli interni

Attività è controllata da operatori del servizio di appartenenza e da altri servizi interni ed amministrazioni esterne

Per la sua caratteristica l’attività è controllabile e qualificata da fonti normative esterne ed interne

Per la sua caratteristica l’attività è controllabile solo attraverso l’apporto di diversi uffici

Per la sua caratteristica l’attività è controllabile solo con investimenti ulteriori in software

Per la sua caratteristiche l’attività non può essere controllata se non con ricorso ad ausili esterni (Forze dell’ordine e uffici esterni su richiesta motivata)

Caratteristiche organizzative del personale e conflitti di interesse

Attività svolta da personale che non ha contatti con l’esterno

Il procedimento è regolato da personale appartenente a diversi ruoli non esposti a potenziale conflitto di interesse

Il procedimento è regolato da personale appartenente ad un ruolo non esposto a potenziale conflitto di interesse

Il procedimento è regolato da personale appartenente a più ruoli esposti a potenziale conflitto di interesse

Il procedimento è regolato da personale in un rapporto di contiguità con imprese concorrenti e a forte e potenziale conflitto di interesse

Entità del valore economico connesso alle attività dell’area

Il valore delle attività è minimale o non implica esborsi economici

Il valore economico delle attività è inferiore a 40.000 euro

Il valore economico delle attività è inferiore a 100.000 euro

Il valore economico delle attività è superiore a 100.000 euro ma al di sotto del milione di euro

Il valore economico è superiore al milione di euro

I valori attribuiti alla rischiosità dei processi sono stati adottati in termini di molto basso (MB), basso(B), medio (M), alto (A) , molto alto (MA). Si deve rilevare che la richiesta di attribuzione del solo punteggio in termini numerici indicato dalla tabella 5 del PNA portava i dirigenti ed i funzionari interessati nel processo di valutazione del rischio a sottodimensionarlo. Nei fatti questa tabella così redatta ha reso più agevole la discussione e sembra aver orientato ad una maggior prudenza i risultati valutativi ottenuti, come richiesto dall’aggiornamento del PNA del 2015.

A conclusione della procedura di valutazione dei rischi si è provveduto assieme alla direzione strategica aziendale ad attribuire una valutazione e importanza dell’impatto (con 0 nessun impatto, 1 marginale, 2 minore, 3 soglia, 4 serio, 5 superiore). In questo caso è stata seguita la tabella degli indici di valutazione dell’impatto proposta nell’allegato 5 a PNA 2013 (impatto organizzativo – percentuale personale coinvolto nel processo, reputazionale – stampa, economico – corte dei conti, risarcimenti danni, di livello – posizione).

Il risultato finale della valutazione rischiosità processi x valori impatto ha rappresentato la valutazione complessiva del rischio corruzione per ogni processo analizzato. Per un procedimento il cui valore teorico di rischio è stato già mappato come Alto o Molto Alto laddove la ponderazione del rischio porta ad un livello in termini numerici pari a o superiore a 15 devono essere adottate ulteriori misure oltre a quelle esistenti già nel processo a salvaguardia del rischio corruzione. Si consulti al proposito l’allegato (B) – Mappatura delle aree di rischio-livelli di rischiosità.

5. VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Il rischio è identificato, analizzato e confrontato con altri rischi al fine di individuare le priorità di intervento e le possibili misure correttive/preventive (trattamento del rischio):

a) identificazione degli eventi rischiosi (fonti informative compresa le proposte ANAC per contratti pubblici e sanità)

b) analisi del rischio che consente di comprendere le cause del verificarsi degli eventi corruttivi e, conseguentemente, individuare le migliori modalità per prevenirli e definire quali siano gli eventi rischiosi più rilevanti e il livello di esposizione al rischio dei processi.

6. TRATTAMENTO DEL RISCHIO: MISURE PROGETTATE, SOSTENIBILI E VERIFICABILI

Oltre le misure già presenti a protezione dei rischi individuati sono state progettate sempre assieme a dirigenti e funzionari preposti, ulteriori misure a carico dei responsabili indicati con relativi tempi di esecuzione e indicatori di criticità che si indicano per maggiore evidenza nella tabella sottostante.

Le misure proposte dai dirigenti e dal RPC sono state scelte in un ventaglio di misure rappresentate nell’aggiornamento al PNA effettuato con la determinazione 12/2015 dall’ANAC e costituite dalle seguenti misure di:

· controllo

· trasparenza

· promozione dell’etica

· regolamentazione

· semplificazione dell’organizzazione

· semplificazione dei processi

· formazione

· sensibilizzazione e partecipazione

· rotazione

· segnalazione e protezione

· disciplina e conflitto di interessi

· regolazione dei rapporti con le lobbies

Le misure sono state pensate in relazione al grado di efficacia nella neutralizzazione, alla sostenibilità economica e organizzativa delle stesse (item importantissimo in relazione alle restrizioni di spesa imposte dai vincoli di spesa regionali ed al blocco assuntivo nel ruolo amministrativo e tecnico) e all’adattamento alle caratteristiche specifiche dell’amministrazione nella consapevolezza che la gestione del rischio deve essere dinamica e favorisce il miglioramento continuo dell’organizzazione. Si consulti a tale proposito l’allegato (C) – Misure di Prevenzione alla corruzione.

7. MONITORAGGIO DEL PTPCT E DELLE MISURE – RELAZIONE DI ATTIVITA’ SVOLTA.

Le Relazioni annuali di attività svolta nel quadriennio 2013-2016 redatti su format dell’ANAC sono pubblicate sul sito istituzionale in Amministrazione trasparente e quella annuale è in allegato (D).

Una tabella riassuntiva delle misure previste -all. (F) -è comunicata ai gestori del ciclo performance.

8. MACRO SETTORI DI ARTICOLAZIONE DEL PIANO TRIENNALE PREVENZIONE CORRUZIONE AZIENDALE E COLLEGAMENTI CON IL PIANO DELLA TRASPARENZA E DELLA PERFORMANCE

IL PTPC 2015-2017 ha elaborato una serie di azioni preventive relative alle aree di rischio sottoindicate. Sono state previste azioni obbligatorie che i provvedimenti normativi in materia di anticorruzione indicano come tali e misure che sono state delineate in Azienda.

AREE RISCHIO = aree obbligatorie previste nel PNA e aree ulteriori determinate dal confronto effettuato in varie riunioni tenutesi tra RPC ed i direttori di struttura aziendali ASO da segnalazioni dei dirigenti dell’ASO, nonché, dalla fine dell’anno 2014, tramite confronto di esperienze con i colleghi RPC delle ASR della Regione Piemonte ed extra Piemonte. Il monitoraggio è stato effettuato dalla RPCT nelle tempistiche segnalate nei Piani.

8.1. MISURE DI CARATTERE TRASVERSALE

Il piano contiene una serie di misure a carattere trasversale

· La relazione con il P.T.T.I è evidenziata con i paragrafi sottostanti;

· Interrelazioni con il P.P. sono evidenziate in termini di programmazione e visibilità informativa;

· Informatizzazione dei processi – ampliamento strumenti informatici e maggiore condivisione data base;

· Accesso telematico a dati, documenti e procedimenti e riutilizzo dati, documenti procedimenti d. lgs. 82/2005;

· Monitoraggio rispetto termini procedimentali: attraverso tale azione emergono omissioni ritardi o anche ritmi del procedimento troppo veloci che possono essere sintomo di fenomeni corruttivi;

· Rafforzamento degli strumenti di controllo tramite Servizio ispettivo, Sistema qualità (audit interni) e Collegio sindacale.

9.0 PIANO TRIENNALE DELLA TRASPARENZA.

9.1 GLI OBIETTIVI STRATEGICI.

La trasparenza è il comune denominatore di una serie di iniziative, sia per gli interlocutori esterni che interni, verso i quali l’Azienda intende sviluppare una cultura della legalità e di comportamenti corretti sui quali, come sottolineato nel parere del Consiglio di Stato reso con deliberazione 24/02/2016 n. 515 (che ha ripreso una definizione di Norberto Bobbio), si fonda l’idea di democrazia come “regime del potere visibile”.

Con il d. lgs. 97/2016 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013 n. 33, ai sensi dell’art. 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, di seguito “d. lgs. 97/2016 o decreto trasparenza”, il legislatore ha voluto apportare numerosi cambiamenti alla normativa sulla trasparenza, rafforzandone il valore di principio che caratterizza l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni e i rapporti con i cittadini, principio di trasparenza che il novellato articolo 1, comma 1, del decreto trasparenza, ridefinisce come accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni non più solo finalizzata a “favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”, ma soprattutto, e con una modifica assai significativa, come strumento di tutela dei diritti dei cittadini e di promozione della partecipazione degli interessati all’attività amministrativa. L’intento del legislatore è ancor più valorizzato in considerazione di quanto già previsto nel co. 2 dell’art. 1 del decreto trasparenza secondo cui la trasparenza è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino. La trasparenza diviene, quindi, principio cardine e fondamentale dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei loro rapporti con i cittadini.

Secondo quanto previsto nelle presenti Linee guida Anac al riguardo, a partire dal 23 dicembre 2016, data stabilita da legislatore, deve essere data immediata applicazione all’istituto dell’accesso generalizzato, con la valutazione caso per caso delle richieste presentate.

Da ciò discende l’opportunità che anche l’Azienda ospedaliera:

a) adotti nel più breve tempo possibile soluzioni organizzative al fine di coordinare la coerenza delle risposte sui diversi tipi di accesso;

b) adotti una disciplina interna sugli aspetti procedimentali per esercitare l’accesso con i contenuti di cui alle linee guida Anac;

c) sia istituito un registro delle richieste di accesso presentate (per tutte le tipologie di accesso) da pubblicare sul sito aziendale.

L’ASO, con del. 362/2016, ha unificato le responsabilità della trasparenza in capo al RPC Silvia Straneo.

Gli obiettivi strategici in tema di trasparenza riguardano principalmente:

· la trasparenza come valore per i dipendenti intesa come fattore di crescita, lavorando sul senso di appartenenza e sulla condivisione delle informazioni e l