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EXMA CagliariGiovedì 18 luglio ore 21:00
ALBERTO PIBIRI trioAlberto Pibiri – piano, James Cammack – double bass, Adrian Cunningham –
clarinet e sax
15€
Per la 32esima edizione del Cala Gonone Jazz Festival è in programma una doppia anteprima a Cagliari e Dorgali. Il capoluogo sardo ospiterà, giovedì 18 luglio alle 21,00 presso l’EXMA il concerto del pianista sardo,
trapiantato a New York, Alberto Pibiri in trio (Alberto Pibiri – piano, James Cammack – double bass, Adrian
Cunningham – clarinet e sax).
Alberto Pibiri ha conseguito il diploma classico di pianoforte presso il conservatorio di musica Pierluigi da
Palestrina.
Fin dai primi anni la passione per il Jazz e l’ascolto di Oscar Peterson, Errol Garner ed Ahmad Jamal ha
formato lo stile musicale di Alberto Pibiri.
Con il suo trio ha girato tra l’Italia e la Francia esibendosi in prestigiosi Jazz Club europei. In seguito ha
collaborato diverse volte con la celebre cantante Sheila Jordan grazie alla quale si trasferisce a New York.
Dal 2011 vive e si esibisce a New York. Ha suonato e registrato con numerose personalità del Jazz come
Dave Stryker, Sheila Jordan, Jay Clayton, Enrico Granafei, Harry Allen, Cameron Brown e molti altri. Alberto
tuttora si esibisci nei più famosi locali della scena Newyorkese come leader e side-man tra cui Smalls,
Mezzrow, Swing 46, Fat Cat, Trumpets, Shanghai Jazz.
Ha registrato come leader due album: “NYC” prodotto da Dave Stryker e “Jazz Legacy” prodotto da Alberto
stesso avendo come ospiti Dave Stryker, Sheila Jordan, Jay Clayton, Miriam Waks ed Adrian Cunningham.
Fa parte regolarmente della band di Adrian Cunningham chiamata “Professor Cunningham and his old
school” vincitrice della World Jam in Madrid e si esibisce in diversi Jazz Festival tra cui Sun Coast Jazz
Festival, Blue Note Jazz Festival. Con questa Band registra Swing it out presso Arbor Records e con Adrian
Cunningham e la Sinfonietta Orchestra si esibisce alla Carnegie Hall nel 2017
Venerdi 26
ore 12:00 – Cantina Dorgali Conferenza-concerto inaugurale
Andrea CUBEDDU Chitarra e voce “Weak like a Man”
10€
Il taglio dei nastri di partenza sarà invece il 26 luglio alla Cantina di Dorgali alle 12,00 con il One Man Band di Orani, busker, cittadino del mondo e bluesman Andrea Cubeddu “Weak like a Man” celebrazione
della debolezza umana di fronte alle pretese inarrestabili della frenesia contemporanea ed esigente.
“Weak like a Man” è una celebrazione della debolezza umana.
La società moderna ha delineato un profilo preciso dell'uomo perfetto, privo di ogni difetto, sicuro di sé e
orientato verso il raggiungimento di una felicità omologata, data dal denaro e dalla notorietà. Nella continua
ricerca di virtù stereotipate, spesso si dimentica quanto invece sia la debolezza a caratterizzarci
visceralmente.
"Weak like a Man" racconta delle lotte che continuamente imperversano nel nostro animo, dei drammi che
affrontiamo giorno dopo giorno, del confronto con il prossimo e della presa di coscienza della nostra
limitatezza e innata capacità al fallimento.
Ore 19:30 – Acquario
SAFIR NòU
Antonio Firinu chitarra e fisarmonica, Sergio Tifu violino, Ivana Busu elettronica,
Andrea Lai contrabbasso, Antonio Pinna batteria
Degustazione guidata prodotti tipici
10 €
In Acquario, alle 19,00 pronti per la prima serata con degustazione guidata e performance dei Safir Nòu (Antonio Firinu - chitarra e composizione, Sergio Tifu - violino, Ivana Busu - elettronica, Andrea Lai -
contrabbasso, Antonio Pinna - batteria) progetto di musica strumentale che spazia dalla musica cinematica,
al rock, alla world music.
Safir Nou è un progetto di musica strumentale che spazia dalla musica cinematica, al rock, alla world music.
Le sonorità richiamano i paesaggi mediterranei, l’esperienza di viaggio, le esperienze sensoriali. Il disco
Groundless uscito per “Label netlabel” nel 2017 ha avuto importanti riconoscimenti nelle riviste di musica in
Italia, Francia e UK, e alcuni passaggi nella radio 2 (Rai). Da poco la band ha prodotto un singolo e video
(Sensory overload) e è impegnata nella produzione del nuovo disco.
.
Ore 22:00 – Lungomare Palmasera -Il villaggio del Jazz- (*)
MALASORTI "S'ArdiCity"
Francesco Medda “Arrogalla” elettronica - Emanuele Pittoni voce - Francesco Bachis tromba
in apertura Gianrico Manca Transition quintet "Rizoma"
Gianrico Manca drums and composition - Matteo Piras double bass – Vittorio Esposito piano
Jordan Corda vibes - Antonio Floris guitar
Gratuito
Il Lungomare Palmasera - Il villaggio del Jazz, alle 21,30 il nuovo spazio adibito a concerti, esposizioni e
degustazioni, nuova sede dei concerti serali ospiterà i MALASORTI "S'ArdiCity" (Francesco Medda
“Arrogalla” elettronica - Emanuele Pittoni voce - Francesco Bachis tromba) con l’apertura del batterista
Gianrico Manca e il Transition quintet "Rizoma" (Gianrico Manca- batteria e composizione, Matteo Piras -
contrabbasso, Vittorio Esposito - piano, Jordan Corda - vibrafono, Antonio Floris - chitarra).
“S’ArdiCity”, il nuovo progetto musicale di Malasorti prodotto dall’etichetta S’ArdMusic che unisce musiche
dal mondo ed elettronica in un approccio estetico legato al “dub” delle origini a cui si aggiunge la poetica dei
testi in lingua sarda.
Malasorti attinge e si nutre delle sonorità contemporanee e vive presenti nell’hinterland cagliaritano: dub,
jazz, reggae, cumbia, reggaeton, techno, hip hop e la musica popolare sarda, con una attenzione particolare
verso la poesia estemporanea.
Ispirandosi agli scenari urbani della Sardegna e del sud del mondo parla di un mondo in cui precarietà,
autocostruzione, estetiche locali si fondono in un paesaggio di abitazioni “non finite”, dove blocchetti di
cemento, mattoni di terra, cruda e cotta e altri materiali sono organizzati in modo sempre provvisorio e
cangiante, ma reso definitivo dallo scorrere del tempo. Proprio come nel dub.
Tutte queste suggestioni sono poi tradotte in chiave elettronica e contemporanea e forniscono una terza
chiave di lettura del progetto che si basa sulla triangolazione tra musiche popolari (antiche e moderne),
nuove tecnologie e lingua sarda.
Se da una parte vi è una vasta tipologia di suoni che costituisce il progetto dall’altra parte vi è una precisa
estetica legata al “dub” delle origini. Un approccio musicale nato in Giamaica alla fine degli anni ‘60 che
consiste nella dilatazione ed elaborazione in tempo reale dei suoni registrati ed eseguiti dal vivo il tutto fatto
non più con antichi mixer analogici ed effetti autocostruiti ma utilizzando lo strumento musicale più influente
di questa epoca: il computer.
La ancora giovane esperienza di Transition –band nata nel 2016 – sfocia nell’album Rizoma, titolo che
riflette, in omaggio al pensiero del grande filosofo francese Gilles Deleuze, la natura “ribelle” di questa
particolare radice che non seguendo il tradizionale percorso verticale su cui fa perno l’albero, si dipana
orizzontalmente in molteplici direzioni.
La musica composta dal batterista e leader Gianrico Manca, nasce con il medesimo intento “multidirezionale
e policentrico”, trascendendo schemi consolidati e percorsi predeterminati, muovendosi armoniosamente e
dialetticamente tra strutturazione e destrutturazione, cercando di “portare in scena” il conflitto tra inconscio e
conscio e il suo possibile “taglio” rivoluzionario.
Per questo motivo le composizioni di Rizoma sono ispirate dalle opere di protagonisti dell’arte e del pensiero
non convenzionali come Jacques Lacan, Gilles Deleuze, Jorge Luis Borges, Jean Michel Basquiat, Sergio
Atzeni, Carmelo Bene, James Joyce, Francis Bacon, i quali, ognuno nel loro campo specifico, hanno
affrontato coraggiosamente e senza infingimenti la tematica dell’inconscio inteso come produttore di
linguaggio.
Dieci tracce intense e profonde per una musica densa di sensazioni e di sorprendenti trovate armoniche,
ritmiche e melodiche sviluppate da una ensemble di giovanissimi musicisti magistralmente capitanati dalle
sapienti bacchette di Gianrico Manca, ai quali si aggiungono alcuni speciali “interventi esterni”come degno
corollario di un progetto affascinante e coinvolgente.
È così che nelle tracce del disco troviamo gli interludi del ricercatore e dub-producer Frantziscu Medda
“Arrogalla”, del songwriter Davide Casu e della splendida vocalist Francesca Corrias.
Sabato 27
Ore 11:30 – Grotte del Bue Marino
ELINA DUNI voce & ROB LUFT chitarra
15 €
Sabato 27 luglio si salpa finalmente per le Grotte del Bue Marino alle 11,00 dove si esibirà il duo voce e
chitarra di Elina duni e Rob Luft. Brani d’amore, di perdita e di partenza, musica balcanica e tradizionale
albanese, sono parte fondante dello stile della cantante di Tirana, in cui la malinconia delle sonorità della sua
terra lasciano spazio all’espressione delle canzoni popolari e cantautoriali provenienti da tutto il mondo.
Canzoni d’amore, di perdita e di partenza. Dopo due acclamati album con il suo quartetto jazz, Elina Duni
pubblica la sua registrazione più intima fino ad oggi.
“Partir”, album in solo, presenta la cantante di Tirana che si accompagnata con il pianoforte, la chitarra e le
percussioni interpretando brani provenienti da diverse fonti.
Dalle canzoni popolari ai cantautori troviamo qui musica tradizionale dell’Albania, del Kosovo, dall’Armenia,
dalla Macedonia, dalla Svizzera e dall'Andalusia, "Je ne sais pas" di Jacques Brel, "Meu Amor" di Alain
Oulman,
"Amara Terra Mia" di Domenico Modugno ed altro ancora. La voce unica ed espressiva della Duni e gli
arrangiamenti scarni creano qui un filo conduttore di desiderio che attraversa tutto l’album.
“Partir” è stato registrato negli Studios La Buissonne nel sud della Francia nel luglio 2017 e prodotto da
Manfred Eicher.
Ore 19:30 – Acquario
Radioclave
Antonio Franca voce campana, Valentina casu voce e maracas, Paolo Corda chitarra, Sandro Zizi fisarmonica, Marco Bande tastiere, Sebastiano pacifico bongò,
Jacopo Careddu percussioni, Gavino Paddeu basso
Degustazione guidata prodotti tipici
10 €
Rientrati sulla terraferma, l’Acquario alle 19,00 sarà pervaso dal sound cubano, caraibico e africano dei
Radioclave (Antonio Franca - voce campana, Valentina Casu - voce e maracas, Paolo Corda - chitarra,
Sandro Zizi - fisarmonica, Marco Bande - tastiere, Sebastiano pacifico - bongò, Jacopo Careddu -
percussioni, Gavino Paddeu - basso) a cui seguirà la consueta degustazione guidata di prodotti locali e vini
di Dorgali.
La band nasce per iniziativa di Antonello Franca, voce storica dell’Orquestra Havana Club, combo salsero
attivissimo negli anni ’90, e protagonista dello spettacolo “Il Barbaro del Ritmo”, tributo al cantante-
compositore cubano Beny Morè co-prodotto dall’Orchestra Jazz della Sardegna qualche anno fa.
La passione per le sonorità cubane e la riscoperta del Tropicalismo brasiliano, oltre ad una innata
propensione per le contaminazioni musicali, lo portano a trovare in Alessandro Zizi,
organettista/fisarmonicista di lunga esperienza nel campo della musica folklorica sarda e a sua volta
appassionato di musica brasiliana, un complice per la costituzione di un ensemble elettro-acustico che
esprimesse l’influenza che le percussioni afro-cubane hanno negli anni avuto nei confronti di tutta la musica
pop.
La prima, e obbligata, tappa del processo costitutivo è stata il coinvolgimento di Sebastiano Pacifico,
percussionista di riconosciuta estrazione cubana.
Della formazione originale fa parte anche Jacopo Careddu, già batterista degli Scekinà e appassionato
conoscitore della tradizione ritmica cubana. Il passo successivo è stato quello di coinvolgere giovani
musicisti provenienti da esperienze di musica cubana, reggae, jazz, rock-blues e etno-folk.
Ore 21:30 – Lungomare Palmasera -Il villaggio del Jazz- (*)
The ALLAN HARRIS band
Allan Harris - voce e chitarra, Kerem Gorsev – piano, Ferit Odman – drums, Kagan Yildiz – bass
in apertura MOSES e Andrea CUBEDDUGratuito
Doppio concerto anche per la serata al Villaggio del Jazz - Lungomare Palmasera alle 21,30, la cui
apertura sarà affidata ai due giovani buskers, Moses Concas (armonica beatbox) e Andrea Cubeddu. Subito dopo The Allan Harris Band (Allan Harris - voce e chitarra, Kerem Gorsev – piano, Ferit Odman –
drums, Kagan Yildiz – bass) il cui omonimo cantante crooner e vocalist citato dai preferiti di Tony Bennett, ci
trascinerà nell’american song grazie ad un ritmo ed eleganza che ricordano i grandi Sinatra e Nat ‘King'
Cole.
Il cantante / chitarrista / compositore, Allan Harris, nato a Brooklyn, ad Harlem, è stato riconosciuto come
uno dei cantanti più completi ed eccezionali della sua generazione. Descritto dal Miami Herald come artista
benedetto dal "il calore di Tony Bennett, il morso e il senso ritmico di Sinatra, e la furba eleganza di Nat
'King' Cole", l'ampia ed acustica evidenza dell’arte e della maestria di Harris possono essere ascoltate nelle
sue quattordici registrazioni come vocalist; i suoi concerti lontani e acclamati dalla critica in tutto il mondo,
dal Jazz al Lincoln Center di New York, al Kennedy Center di Washington DC, alle Olimpiadi di Londra 2012,
e una serie di prestigiose prenotazioni in Europa, Medio Oriente e Asia.
Moses Concas è un artista sardo nato a Iglesias nel 1988.
Sin da piccolo ha dimostrato un particolare interesse verso arte e musica, interessandosi in particolare modo
al teatro e alla cultura hip-hop. Dedicatosi al Rap e il beatbox durante l’adolescenza inizia a scrivere i suoi
primi versi guidato, appunto, dall’amore per l’espressione musicale dal quale emerge il suo stile personale.
Da quel momento in poi, non ha mai smesso di sperimentare, comporre e improvvisare con svariati
strumenti; sarà solo all’età di 22 anni che inizierà a prendere in considerazione l’armonica.
Con questo spirito Moses inizia a condividere la sua anima artistica nelle strade di Londra esibendosi
in prestigiosi palcoscenici di tutto il mondo, in città come Dubai, Portorico, Las Vegas, Berlino e in paesi
come Croazia, Francia, Egitto, Bulgaria.
Moses è inoltre particolarmente attivo in Italia e a Londra (dove nel 2014 ha aperto la “Moses
Productions London”) dove ha partecipato a numerosi concerti, festival ed eventi.
Domenica 28
Ore 11:30 – Grotte del Bue Marino
CHORO DE RUA
Barbara Piperno flauto, Marco Ruviaro mandolino e chitarra 7 corde
15 €
Si chiude domenica 28 luglio con una giornata fitta di concerti a partire dalla mattina alle Grotte del Bue Marino alle 11,00 con Choro de Rua (Barbara Piperno flauto, Marco Ruviaro mandolino e chitarra 7 corde).
Il duo, come trasmette lo stesso nome della formazione, nasce con il proposito di diffondere il Choro, ossia la
musica strumentale pilastro della tradizione brasiliana, che la Piperno e Ruviano portano in giro per il mondo
nei festival o per strada.
Barbara Piperno, classe 1980, si avvicina alla musica a 5 anni grazie al maestro Raffaele Bersani e nel ’96
si diploma in flauto traverso presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro, sotto la guida del professor
Fiorenzo di Tommaso.
Parallelamente all’attività concertistica come musicista di formazione classica, Barbara inizia a sperimentare
altri generi musicali e scopre la voce come ulteriore strumento per esprimersi. Molteplici e svariate
collaborazioni le permettono di esibirsi in Italia e all’estero e di partecipare alla registrazione di diversi dischi.
Nel 2009 si rinforza il sodalizio affettivo e musicale con la violinista Angela Benelli e l’arpista Elisabetta
Rossi, da cui nasce il trio Ban Ensemble. Nel 2011 inizia ad approfondire la musica popolare brasiliana, MPB
e in particolare il genere Choro: un viaggio di ricerca e studio in continua evoluzione che la porterà in Brasile
nel 2012.
Appena tornata in Italia registra il suo primo CD di Choro con il progetto Choro de Rua, insieme al chitarrista
7 corde e mandolinista brasiliano Marco Ruviaro e al fisarmonicista Paolo Papalini. A febbraio del 2013
registra il primo cd del quintetto Circolo Odeòn il quale, oltre alla letteratura dello Choro, affronta una rilettura
di alcuni brani d’autore del liscio romagnolo e della filuzzi bolognese.
A marzo del 2013 registra il secondo CD del progetto Choro de Rua, dal titolo Aeroplanando, in duo con
Marco Ruviaro. Sempre nel 2013 inizia a collaborare con il pianista e compositore Giovanni Guaccero e
Marco Ruviaro ad un progetto di composizioni inedite di impronta choristica, che nel 2015 confluirà nella
registrazione di un CD dal titolo “A roda dos planetas errantes”.
Ore 19:30 – Acquario Massimiliano Dosoli SUPERPOSTHARDBOP 4tet
Massimiliano Dosoli – Clarinetti, Andrea Carta Careddu- Batteria e percussioni
Andrea Leone – Sax Tenore, Jonathan Ho – Contrabbasso
Degustazione guidata prodotti tipici10 €
Il tramonto all’Acquario, alle 19,00, sarà lo scenario del classic jazz del Superposthardbop 4tet (Massimiliano Dosoli – Clarinetti, Andrea Carta Careddu- Batteria e percussioni Andrea Leone – Sax Tenore,
Jonathan Ho – Contrabbasso), nato per iniziativa di Massimiliano Dosoli e il cui repertorio spazia da
composizioni originali ad arrangiamenti molto rivisitati di brani di Ellington e Monk, Jim Black e Julian Lage).
Il progetto nasce dalla volontà di Massimiliano Desli di espandere i confini della sua musica e di avere un
gruppo stabile che possa dar voce alle sue composizioni e idee.
Il repertorio della band spazia da composizioni originali ad arrangiamenti molto rivisitati di brani del repertorio
jazz (Ellington e Monk, ma anche brani di Jim Black e Julian Lage).
La sonorità del gruppo è caratterizzata dalla scelta di usare due fiati, il clarinetto basso e il sax tenore, al
posto di uno strumento armonico.
I due fiati, spesso armonizzati o accompagnati dal contrabbasso suonato con l’arco, creano un mondo
sonoro che prende spunto dal jazz degli esordi, (soprattutto dai suoni grezzi di New Orleans e del primo
Ellington) ma che spesso si colora di toni vicini al Free jazz e al rock alternativo.
La sezione ritmica è formata da Andrea Carta, dalla Sardegna, che letteralmente gioca con la batteria,
spesso utilizzando catene o vecchi campanacci da pecora sardi, per accentuare i colori cupi e acidi dei due
fiati, e Jonathan Ho al contrabbasso, che si butta spesso in groove distanti dal mondo del jazz e più legati all
estetica del rock elettronico.
Tom Waits, Jim Black, Ornette Coleman e Ben Goldberg sono tra le influenze principali della band.
La band è ora molto attiva nella scena live di Rotterdam e sta concorrendo per le semifinali del prestigioso
Erasmus Jazz Prijs, competizione di spicco nel panorama musicale Olandese.
Ore 21:30 – Lungomare Palmasera -Il villaggio del Jazz- (*)
OZMOSYS
Omar Hakim – drums, Rachel Z – piano, Linley Marthe – bass, Kurt Rosenwinkel - guitar
in apertura Fabrice Eulry piano
Gratuito
Salutiamo l’edizione 2019 al Lungomare Palmasera -Il villaggio del Jazz alle 21,30 con l’apertura di
Fabrice Eurly, il “pianiste fou” francese, virtuoso di musica classica, contemporanea e jazz, reduce dalla
maratona di oltre 13 ore di piano ininterrotte, infrangendo ogni record mai registrato.
Gli Ozmosys (Omar Hakim – percussioni, Rachel Z – piano, Linley Marthe – basso, Kurt Rosenwinkel -
chitarra) capitanati dalla leggenda della batteria Omar Hakim, già musicista di Miles Davis, David Bowie,
Madonna e Daft Punk, insieme alla tastierista Rachel Z, concludono la 32esima edizione del Cala Gonone Jazz Festival con un grande spettacolo tra fusion, funk e acid jazz.
Omar Hakim: la batteria di Omar ha supportato un'incredibile varietà di musica più popolare negli ultimi 30
anni.
Da Weather Report, Miles Davis, Sting, Dire Straits, David Bowie, Madonna, Everything But the Girl,
Journey, Kate Bush e il successo mondiale di Daft Punk "Get Lucky", Omar è probabilmente il batterista più
versatile nella musica moderna.
Rachel Z è emersa per la prima volta come membro brillante della super band Steps Ahead, ha continuato a
firmare come artista solista della CBS, ha avuto una collaborazione di alto profilo con Wayne Shorter nel suo
album "High Life" e successivamente ha anche girato il mondo con Peter Gabriel e Pino Daniele. Ha 10
album all’attivo come artista solista al suo nome.
Linley Marthe: originario di Mauritius, con sede a Parigi, il vero emergere di Linley sul palcoscenico
mondiale è stato con il più grande scout-talent scout al mondo: Joe Zawinul. Linley è stato membro della
band di Joe per gli ultimi 5 anni della vita di Joe che lo ha definito "il migliore del mondo".
Kurt Rosenwinkel: dall'emergenza di Kurt con Gary Burton alla fine degli anni '80 / primi anni '90, si è
rapidamente affermato come chitarrista della sua generazione. Il suo album "The Next Step" ha segnato
un'intera nuova era nella composizione e nel sound del piccolo gruppo jazz. Da allora Kurt ha girato il mondo
dirigendo i suoi gruppi e, tra le molte altre cose, ha collaborato con Eric Clapton che lo definisce "un genio".