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WALT DISNEY I PERSONAGGI DI WALT DISNEY...SOLO FANTASIA? tesina di Cecilia Regini 5°A TGP a.s 2011/12

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Walt Disneyi PeRsOnaGGi Di Walt Disney...sOlO Fantasia?

tesina di Cecilia Regini 5°A TGP a.s 2011/12

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inDiCe

intRODUZiOne PaG 5

stORia Dell’aRte PaG 6-7anDy WaRhOl & ROy liChtenstein

inGlese PaG 8the POP aRt

italianO PaG 9-10PasCOli e PeteR Pan FanCiUlli a COnFROntO

stORia PaG 11-12PaPeRinO e la PROPaGanDa antinaZista

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Walt Disney è la passione di grandi e bambini, le storie,i personaggi, le im-magini ,la musica ci fanno sognare e ci portano lontano.Il fascino dei personaggi è indimenticabile, rimane impresso per tutta la vita nella nostra immaginazione.Peter Pan, Topolino, Alice in Wonderland, Paperino: li ho ritrovati anche altrove.Peter Pan l’ho rivisto nel “ fanciullino” di G.Pascoli,Paperino l’ho rivisto in un divertente episodio che tratta della propaganda anti-nazista, Topoli-no nelle espressioni pittoriche della Pop Art degli anni ’60 e infine Alice mi conduce nel mondo fantastico della creatività che mi ha ispirato in molti lavori grafici che ho svolto in questi anni scolastici.La musica inoltre è un elemento fondamentale che ha saputo rendere que-sti personaggi ancora più efficaci ed espressivi,penso al percorso che va dalle Silly symphony, alle magnifiche colonne sonore fino all’ispirazione che ha saputo fornire a musicisti quali i Beatles e Edoardo Bennato.

intRODUZiOne

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Ho scelto la “pop art” come argomento di storia dell’arte perché il personaggio di Topolino è stato rappresentato nelle opere di due importanti artisti di questa corrente artistica : Roy Lichtenstein che ha inventato il fumetto e lo ha inserito in una vignetta con Topolino e Paperino e Andy Warhol che ha raffigurato Topolino con la stessa tecnica con cui ha dipinto Mariln Monroe e altri soggetti.

POP aRtLa Pop Art è un fenomeno artistico che si è sviluppato in America nel 1960 poi si è diffuso in tutto il mondo. Pone al centro dell’attenzione gli oggetti ,esso quindi viene estraniato dal proprio concetto per evidenziare la sua esistenza, concentrando su di essa la nostra attenzione.Il modo di operare di questi artisti prendeva spunto dall’immaginario di massa e da ciò che li eccitavano: pubbli-cità, fumetti, oggetti di consumo, ritratti delle star.

ROy liChtenstein

stORia Dell’ aRte tOPOlinO e la POP aRt

Nato a New York nel 1923 e morto nel 1997 è stato un artista statunitense tra i più celebri esponenti della Pop Art.Coglie uno dei lati più appariscenti dell’immagine contemporanea,il fumetto, sceglie quelli più commerciali : Du-rante gli anni 60, le sue opere sono state esibite ovunque. dai fumetti di Walt Disney ai fumetti avventurosi dove il protagonista è il su-peruomo.Durante gli anni 60, le sue opere sono state esibite ovunque. Il suo lavoro è stato influenzato sia dal-la pubblicità popolare che dallo stile del libro di fumetti. Nel 1957 diventa assistente all’Univer-sità di Stato di New York. La sua pittura si avvicina all’Espressionismo Astratto. Compaiono nei suoi dipinti i primi per-sonaggi dei cartoni animati: Topolino, Paperino e Bugs Bunny.Lichtenstein rappresenta quel filonee della Pop Art che non mirava a puntare il dito sull’alienazione dei cittadini, sempre più sopraffatti dal benessere economico degli anni ’50/’60 e dalla derivante acquisizione di beni di lusso. ,mentre Andy Warhol si concentrava sulla ripetizione ossessiva della stessa immagine e Jasper Johns rifletteva sulla banalità del quotidiano, Lichtenstein si fermava a contemplare quanto una frase, una stanza, una situazione potessero essere semplificate nei colori acrilici del fumetto. La fortuna di Lichtenstein si deve infatti alla grande e simpatica innovazione che consiste nel trasmettere un messaggio importante ed attuale tramite una rappresentazione simbolica e spesso ridicolizzata della vita di tutti i giorni. I colori utilizzati dall’artista sono pochi, per lo più primari e qualche secondario, distesi in superficie senza chia-roscuro, e violenti :come violenta è la pubblicità che ci bombarda.Nella prima fase creativa l’artista isolava dalla striscia di un disegno solo, che a quel punto assumeva una sua indi-pendenza sia dal punto di vista della composizione, sia dal punto della narrazione.

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anDy WaRhOl

Nato a Pittsburgh, 6 agosto 1928 e morto a New York, 22 febbraio 1987, è stato un pit-tore, scultore, regista, produttore cinemato-grafico, direttore della fotografia, attore, sce-neggiatore e montatore statunitense, figura predominante del movimento della Pop art americano.La sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie con l’ausilio dell’impianto serigrafico. Le sue opere più famose sono diventate delle icone: Marilyn Monroe, Mao Zedong, Che Guevara e tan-te altre. La ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva mol-tissime volte la stessa immagine alterando-ne i colori (prevalentemente vivaci e forti).

Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose le sue bottiglie di Coca Cola) o imma-gini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio con la ripetizione dell’immagine stessa su vasta scala.La sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra d’arte, era una provocazione nemmeno troppo velata: secondo uno dei più grandi esponenti della Pop Art l’arte doveva essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale.La partecipazione emotiva di Warhol è ridotta al minimo: fedele alla sua funzione di registratore tratta con la stessa freddezza qualsiasi tipo di immagine.Egli si limita a scegliere e a esaltare le immagini che ritiene rilevanti in quanto, indipendentemente dal loro risvolto ideologico o ideale accompagnano e quindi influenzano la vita di tutti. Tra queste anche l’immagine di Topolino.

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the POP aRt

Pop Art one of the major artistic movement of the 20th cen-tury ,emerged in the mid-1950s in Britain and the USA.The term “POP ART” derives from the English word “po-pular art” or folk art; the artist of this movement wanted to bring life and everyday objects as they main subjects.In their works they reflected the popular culture of the con-sumer society and art itself was a product of that society.The use of repetition were also the basic component of Pop Art.In the US Pop Art promoted the use of packaging as an expression of society and of a culture obsessed with images.The most famous example of this day are 32 paintings of Andy Warhol Campbell Soup Can. Warhol’s work was really mean to make the viewer stop and look at the images that had become invisible in their familiarity. These ideas were to be treated equally by artists Jasper Johns and Roy Lichtenstein and came to be known as Pop Art.Andy Warhol was one of the most influential figures of pop art and became the symbol of American mass culture.In 1960s painting a famous American product Campbell’s sup and Coca-Cola.In the same years,Warhol painting calebrities who had became symbols of American culture.After Marilyn Monroe’s tragic death,Warhol painting a series of work called The Marilyns. He used a photo of the actress and reproduced it in bright colours.

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italianO

DUe FanCiUllini a COnFROntOTutti noi amiamo quest’affascinante personaggio, un po’ elfo e un po’ folletto che incarna con gioia malandrina il mito dell’eterna giovinezza. Eroe di mille avventure, perfetto per il mondo incantato dei giochi infantili, il perso-naggio di Sir James Matthew Barrie ha saputo come pochi altri imprimere la sua orma fiabesca nel mondo degli adulti o per meglio dire la sua ombra. E da questa premessa inizia la mia breve trattazione verso la scoperta di questa insolita fiaba, che è stata la mia compagna fedele di mille avventure, mi ha fatto sognare mille e mille notti sperando un giorno di poter diventare una piccola Trilly e di poter volare. Ho desiderato spesso di poter fermare il tempo e come Peter Pan rimanere per sempre una fanciulla. Ora che sono “grande” mi sento come Wendy e preferisco tenere nel mio cuore il dolce ricordo di un’avventura sull’ Isola Che Non c’è, la sera, quando guardo la luna piena e le nuvole che l’attraversano, mi ritrovo a cercare con lo sguardo un galeone che mai fluttuerà davanti a me. Quindi sorrido e penso ad altro cercando di nascondere il fatto che ancora aspetto un qualsiasi Peter Pan che bussi alla mia finestra e mi porti con sé sull’ Isola Che Non c’è.

la POetiCa Del FanCiUllinOGiovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Roma-gna .La sua vita fu segnata da diversi lutti: nel 1867 morì il padre, nel 1868 la sorella Margherita e pochi giorni dopo morì la madre, nel 1871 morì il fratello Luigi.Compì gli studi classici presso i padri Scolopi di Urbi-no e successivamente ,trasferitosi a Rimini, terminò gli studi a Firenze.Nel 1873 si iscrisse all’Università di Bologna dove fu allievo di G. Carducci.Si laurea a 27 anni ed inizia poi la sua carriera di inse-gnante.Si stabilisce a Massa insieme alle due sorelle Ida e Maria con le quali riformò il “nido “ famigliare.Insegna presso varie Università italiane, avvicinandosi sempre di più all’ideologia nazionalista e il 6 aprile 1912 le OPeReLe principali opere scritte da Pascoli sono:•Myricae: è la prima raccolta di poesie dell’autore ove gli argomenti trattati sono ispirati alle cose umili e mode-ste. Il poeta canta temi familiari e campestri, le piccole cose di tutti i giorni e gli affetti famigliari attraverso uno sguardo nuovo semplice e meravigliato, che in futuro sarà la base della poetica del Fanciullino.•Il Fanciullino: è un saggio pubblicato per la prima volta nel 1897 dove vengono esposte le linee principali della poetica dell’autore. Secondo Pascoli, in ciascuno di noi è nascosto un fanciullino, ma solo il poeta, grazie alle sue capacità di “veggente”(colui che sa spingersi nell’ignoto, attingere al mistero), riesce a dargli voce. Il poeta secon-do Pascoli è colui che sa cogliere e svelare la bellezza nascosta nel significato delle piccole cose. Così la poesia acquista un valore etico e sociale.•I Canti di Castelvecchio•I Primi poemetti•I Nuovi poemettiIl carattere dominante della poesia di Pascoli è costituito dall’evasione della realtà per rifugiarsi nel mondo dell’infanzia, un mondo rassicurante, dove l’individuo si sente isolato ma tranquillo rispetto ad una realtà che non capisce e quindi teme. Pascoli esprime questa sua poetica in uno scritto che intitola “Il fanciullino”.Egli afferma che in tutti noi c’è un fanciullo che durante l’infanzia fa sentire la sua voce, che si confonde con la nostra, mentre in età adulta la lotta per la vita impedisce di sentire la voce del fanciullo, per cui il momento ve-ramente poetico è in definitiva quello dell’infanzia. Di fatti il fanciullo vede tutto per la prima volta, quindi con meraviglia; scopre la poesia che c’è nelle cose, queste stesse gli rivelano il loro sorriso, le loro lacrime, per cui il

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momento veramente poetico è in definitiva quello dell’infanzia. Di fatti il fanciullo vede tutto per la prima volta, quindi con meraviglia; scopre la poesia che c’è nelle cose, queste stesse gli rivelano il loro sorriso, le loro lacrime, per cui il poeta non ha bisogno di creare nulla di nuovo, ma scopre quello che già c’è in natura.

La poesia si presenta quindi con un carattere non razionale, ma intuitivo. L’atteggiamento del fanciullo gli per-mette di penetrare nel mistero della realtà, mistero colto non attraverso la logica, ma attraverso l’intuizione ed espresso con linguaggio non razionale ma fondato sull’analogia e sul simbolo.

Da un lato egli concepisce la poesia come ispiratrice di amore umano, le assegna il compito di rendere gli uo-mini più buoni, ma il poeta non deve proporselo come fine, perché non è un oratore o un predicatore, ma ha unicamente il dono di pronunciare la parola nella quale tutti gli altri uomini si riconoscono. In definitiva il poeta è l’individuo eccezionale che, pur essendo cresciuto, riesce ancora a dare voce al quel fanciullo che c’è in ogni uomo.

Al di là del nido troviamo la “siepe”, che recinge uno spazio che dà autarchia. Con il simbolo della siepe Pasco-li rappresenta la situazione o il desiderio della piccola borghesia contadina che mira ad una vita indipendente dall’esterno e quindi autarchica. Oltre la siepe vi troviamo il “campo santo”: una strada dritta porta dal podere al campo santo, ove giacciono i morti, presenze costanti nella vita del Pascoli e che ritornano continuamente con-fondendosi con i vivi. A questi tre elementi di fondo il Pascoli circoscrive tutta quanta la sua esistenza.Il linguaggio utilizzato da Pascoli fu completamente nuovo, soprattutto per la letteratura italiana, in cui persiste ancora la tradizione classica. Qui la frase si spezza; il soggetto è spesso da solo, senza bisogno di un verbo che lo specifichi. Il tutto è affidato a parole che riproducono suoni (frequentissime sono le onomatopee) oppure a immagini che evocano sentimenti. Possiamo quindi definirlo un linguaggio completamente innovativo nella let-teratura italiana, è qualcosa di istintivo, che risponde perfettamente al suo modo di esprimersi e alla sua visione della vita.Per Pascoli, inoltre, tutto quello che è al di fuori del “nido”, della famiglia è guardato con diffidenza, come una possibile minaccia per la famiglia stessa: da quest’angusto orizzonte sono esclusi soprattutto gli aspetti amorosi, infatti, questo motivo è quasi completamente assente dalla poesia (e dalla vita) di Pascoli, entrandovi al più come minaccia alla sicurezza del “nido”.

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stORia

PaPeRinO e la PROPaGanDa anti-naZista

Paperino che in un incubo legge Mein Kampf, fa il saluto hitleriano e grida ‘Heil Hitler’, Bambi arruolato fra i volontari e Topolino al fronte. Sono solo alcuni degli esempi di cartoni animati di propaganda bellica anti nazista prodotti nei primi anni Quaranta dagli studi della Walt Disney.Nel 1941, mentre stava ultimando i lavori per Bambi, Disney fu contattato dal governo USA: con l’imminente entrata in guerra dell’esercito americano, la Casa Bianca voleva sfruttare la sua fama per intrattenere e istruire i militari, nonché per scopi propagandistici. La presenza della Disney nella vita militare fu così intensa da portare molti reggimenti o squadriglie americane a chiedere agli studi di produrre dei distintivi con i personaggi dei cartoni animati.Der Fuehere’s Face è l’esempio tra i più validi di pro-duzione di questo periodo, tanto che vinse il premio Oscar nel 1944. Emerge da questo cortometraggio tutto il patriottismo americano che si mischia ad una chiara paura per il conflitto e che riproduce gli stereo-tipi provenienti dal Vecchio Continente.In questo cartone si riscontrano alcuni dei caratteri principali del nazismo; dal saluto nazista, il lavoro for-zato, messaggi propagandistici sulla superiorità della razza ariana e sulla gloria derivante dal lavoro per il Fuehrer.

il naZisMONel 1924 grazie agli aiuti economici americani l’econo-mia del paese si risollevò,sul piano politico la Repub-blica di Weimar era basata su una democrazia moder-na ma nonostante ciò nessun partito aveva i numeri per governare da solo. I governi di coalizione quindi erano una necessità.Sotto questo clima nel 1919 Adolf Hitler diede vita al partito operaio tedesco,che poi prese il nome di partito nazista.Nel 1933 Hitler giunse alla conquista del potere attra-verso libere elezioni ottenendo il 37% dei voti.L’ideologia nazista era basata sull’odio verso gli ebrei.I nazisti sostenevano che il vero popolo tedesco discendeva dagli arii, secondo loro gli ariani erano una razza pura e superiore, mentre gli ebrei erano considerati inferiori.Il popolo tedesco inoltre rivendicava per la Germania lo “spazio vitale”e di riunire tutti i tedeschi che si trovavano fuori dalla Germania.Nel Gennaio del 1933 Hitler fu nominato cancelliere e costruì uno Stato totalitario dove ottenne pieni poteri.Avviò una sistematica persecuzione verso gli ebrei allontanandoli dalle cariche pubbliche e furono costretti a in-dossare un segno di riconoscimento.La politica estera hitleriana divenne via via sempre più aggressiva: ignorando i vincoli imposti dal trattato di Ver-sailles, nel corso di pochi anni venne riarmato l’esercito, il 7 marzo 1936 fu rimilitarizzata la zona di confine con la Francia (la Renania), il 12 marzo 1938 fu sancita l’annessione dell’Austria (Anschluss), e con la Conferenza di Monaco, il 1º ottobre 1938, l’annessione della regione dei Sudeti (Cecoslovacchia) e, il 13 marzo 1939, quella di Boemia e Moravia.Alla fine del 1941 gli Stati Uniti d’America furono spinti a entrare in guerra, infatti, il 7 dicembre del 1941 l’avia-zione giapponese senza alcun preavviso attaccarono la flotta e le installazioni militari statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Il giorno dopo gli U.S.A. e l’Inghilterra dichiararono guerra al

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Giappone. Pochi giorni dopo la Germania e l’Italia dichiararono guerra agli Stati Uniti.Il 30 settembre Hitler si tolse la vita. Nella Berlino occupata dai Russi, il 7 Maggio 1945 l’ammiraglio Donitz fir-mava la resa senza condizioni della Germania. L’Italia era stata liberata pochi giorni prima, il 25 aprile 1945. Il 6 agosto 1945 la superfortezza volante americana Enola Gay, pilotata da Theodor Van Kirk e proveniente dall’isola di Tinian, sgancia sulla città nipponica la prima bomba atomica.Se questa è storia nota, probabilmente lo è meno il fatto che Van Kirk potrebbe aver indossato sulla sua uniforme un distintivo raffigurante Topolino!La resa del Giappone avvenne solo dopo che due bombe atomiche sganciate da Enola Gay avevano distrutto le città di Hiroshima e Nagasaki. Il 15 agosto l’Imperatore Hirohito annunciò la resa incondizionata del Giappone, ponendo fine alla guerra. La seconda guerra mondiale si chiudeva con 50 milioni di morti.Ma la Walt Disney non smetterà con la guerra fredda di mischiarsi con la propaganda bellica, è notizia recente, infatti, la volontà di costruire un parco divertimenti a Baghdad. Disneyland diventerebbe così emblema di una cultura del divertimento americano che soppianta le infrastrutture locali ormai distrutte dal conflitto armato, mo-dellando una visione positiva degli USA che ancora manca nel paese invaso.

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