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Editoriale

Ogni tempo presenta delle nuove sfide. Da soli siamo sprovvisti dei mezzi per affrontare gli ostacoli che sipongono nell’immediato e quelli che verranno. Per questo motivo personalità spiritualmente potenziate han-no lavorato senza sosta per darci consigli chiari e profonda ispirazione attraverso opere scritte. Molti deipunti di dissenso di natura filosofica o storica, sorti nell’appena nata comunità mondiale dei Gau∂îya, sonogià stati riconciliati e risolti nell’opera di predica dei nostri precedenti åcårya. Qualsiasi problema sia sortonel passato, i nostri åcårya hanno risposto brillantemente alla necessità del momento con soluzioni valide.Quando esaminiamo i loro scritti constatiamo che la maggior parte delle battaglie da noi oggi affrontate so-no già state vinte ma non dobbiamo sottovalutare la loro perenne salienza. Sfortunatamente la maggior par-te degli articoli scritti dai campioni sostenitori della verità come Ûrîla Bhaktivinoda Thåkura, PrabhupådaÛrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Thåkura, Ûrîla Bhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja e Ûrîla A.C. Bhak-tivedånta Swåmî Mahåråja, giacciono nascosti alla vista del mondo che non parla il Bengali, aspettando pa-zientemente negli archivi delle varie succursali della Ûrî Gau∂îya Ma†ha.

Nel tentativo di rimediare a questa situazione presentiamo qui le traduzioni degli autorevoli scritti dei gran-di luminari dell’universo Gau∂îya così che il mondo possa avvalersi della vasta ricchezza della loro saggezza.Pure è nostra intenzione rendere disponibili gli estratti e le lezioni di alcuni dei più anziani ed esperti Vaiß∫avaviventi come Ûrîla Bhaktivedånta Våmana Gosvåmî Mahåråja, Ûrîla Bhaktivedånta Trivikrama Mahåråja eÛrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Questi veterani viventi della Gau∂îya Sampradåya, con alle spal-le una carriera devozionale di sessanta o settanta anni, hanno servito personalmente la maggiorparte dei pre-minenti discepoli di Ûrîla Prabhupåda Bhaktisiddhånta Sarasvatî Thåkura, perciò la loro giuda non è solo diaiuto e di valore, ma positivamente essenziale.

In conclusione, lasciateci aggiungere che questa rivista aspira a seguire lo spirito del Ûrî Sajjana Toßanî. Laparola sajjana, sat+jana indica coloro che sono al cento per cento dedicati a sat, la Verità Assoluta, Ûrî ÛrîRådhå-K®ß∫a e la forma combinata di Ûrî Yugala, Ûrî Caitanya Mahåprabhu. Toßanî si riferisce alla loro sod-disfazione. Quindi, Sajjana Toßanî è la pubblicazione che ha lo scopo di nutrire i sentimenti devozionali dichi possiede le ventisei qualità Vaiß∫ava. Non si alimenteranno in nessun modo i capricci di quegli imposto-ri che ripetutamente ruotano attorno ai margini della bhakti-abhåsa (l’ombra della bhakti) non volendo ac-cettare veramente una guida. Noi non siamo interessati a promuovere l’armonia sociale compromettendo ilsiddhånta. In questo mondo di falsità, la verità appare come qualcosa non praticabile e impopolare. Ma ciònonostante viene ricevuta con entusiasmo dai sajjana. Anche se solo questi ultimi saranno compiaciuti del-la nostra umile offerta, tutti i nostri sforzi avranno avuto buon esito.

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Sommario

Primo Raggio √ Guru-tattva

L’ultimo vyasa-puja del ventesimo secolo ... 5Ûrîla Bhaktivedånta Våmana Gosvåmî Mahåråja

Ûrî guru-bhakti ........................................... 18Ûrîla Bhaktivinoda Thåkura

Secondo Raggio √ Rådhå-K®ß∫a-tattva

Ûrî Rådhikå .................................................. 12Ûrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Thåkura Prabhupåda

Ûrî Ujjvala-nîlamani-kira∫a ....................... 15Ûrîla VîΩvanåtha Chakravartî Thåkura

Terzo Raggio √ Mahå-mantra

Ûabdera-Ωakti .............................................. 21Ûrîla Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Quarto Raggio √ Canzoni Vaiß∫ava

Ûrî Dåmodarå߆akam ................................... 24Satyavrata Müni

Quinto Raggio √ Ûuddha-bhakti

Il seme della pianta della devozione.......... 26 Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Sesto Raggio √ Forum

Bhagavanera-kåtha, il messaggio di Dio ... 39Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja

Settimo Raggio √ Pubblicazioni

Jaiva-Dharma ............................................ 42Introduzione

In copertina:Ûrî Rådhå-Råmana , Vrindåvana

Retro copertina: Il nuovo simbolo di Raggi di Armonia, ispiratoda Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Vi sono i quattro sim-boli che rappresentano Ûrî Viß∫u e i quattro simboli che rappre-sentano Ûrî Caitanya Mahåprabhu. Disegnato da Kaliya Dama-na Dåsa, grafica di Syama Priya Dåsî.

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Libri Pubblicati

in inglese

The Nectar of Govinda-LilaGoing beyond Vaikuntha

Bhakti-RasayanaSri Siksastaka

Venu-GitaManah-Siksa

Sri Bhakti-Rasamrta-Sindhu-BindhuPrabandhavali

Pinnacle of DevotionTheir Lasting Relationship

Sri UpadesamrtaBhakti-Tattva-viveka

The Essence of all AdviceThe True Conception of Sri Guru-TattvaSrila Bhakti Prajnana Kesava Gosvami

His life and TeachingsLetters from America

My siksa Guru and Prya bandhuArcana-Dipika

Damodara-Lila MadhuriThe Secret Truths of the Bhagavatam

Gaudiya Giti-GuccaSrimad Bhagavad-gita

Jaiva-dharma

in italiano:

Il Nettare della Govinda-LilaAndare Oltre Vaikuntha

Lettere dall’AmericaLa Vera Concezione di Sri Guru-Tattva

L’Essenza di tutte le istruzioniJaiva-dharma

Raggi di Armonia

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:Sri KeΩavajî Gau∂îya Math

Mathura (U.P) 281001, India

A.V.G.V.Cantone Salero 5 - 13865 Curino (BI)

tel.: 015-928173ccp:10130136

e-mail: [email protected] web: www.gaudiya.net/avgv

mailing list: [email protected]

Rivista della International Gau∂îya Vedånta Pubblication e

dell’Associazione Vaiß∫ava Gau∂îya Vedanta

Sotto l’egida dellaÛrî Gau∂îya Vedånta Samiti:

Fondatore-åcåryaNityå-lîlå pravista om viß∫upada paramahaµsa 108

Ûrî Ûrîmad Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Presidente-åcåryaÛrî Ûrîmad Bhaktivedånta Vamana Mahåråja

Vice-PresidenteFondatore di Raggi di Armonia

Tridandi Swåmî Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Edizione italiana curata daÛrîman Lîlå Purusottama dåsa

Traduzione e bozzeÛrîmatî K®ß∫a-Devi dåsî

GraficaÛrîman Ambharish dåsa

Il nostro scopo è di spargere raggi di illuminazione nellospirito dei Gau∂îya Vaiß∫ava seguendo il desiderio di

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja. Il nostro re-taggio è la rivista 'Harmonist' o 'Ûrî Sajjanatosani' fon-data da Ûrîla Bhaktivinoda Êhåkura, più tardi pubblica-ta da Ûrîla Bhaktisiddånta Sarasvatî Prabhupåda. Possa-no i Vaiß∫ava presenti concedere la loro grazia divina sui

nostri tentativi di compiacerli.

Raggi di ArmoniaGiriråjajî Mandira, Sevå Kuñja

V®ndåvana 281121Mathurå Distr., U.P., India

Telefono/Fax 0091-565-445294E-mail: [email protected]

Sito Web: www.gaudiya.net/raysπ

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Primo Raggio √ Guru-tattva

5Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Gli Ωåstra ci dicono che se vogliamo fare il bhaja-na abbiamo bisogno di un consigliere spirituale, unguru:

tad vijñånårthaµ sa gurum evåbhigacchetsamit-pånih Ωrotriyaµ brahma-ni߆ham

"Una persona che vuole il proprio bene e deside-ra avere la realizzazione diretta della realtà supremae assoluta, la conoscenza pratica della prema-bhakti,deve avvicinare un sad-guru che conosce la k®ß∫a-tattva e tutte le spiegazioni delle scritture rivelate, ar-rendersi umilmente a lui portando la legna per ac-cendere il fuoco del sacrificio (samidhå), ovvero ilcorpo, la mente e le parole.” (Mu∫∂aka Upanißad1.2.12)

Perciò requisito essenziale per compiere il bhaja-na è accettare un sad-guru, e questo sarà l'argomen-to principale del discorso di oggi.

Inizia il ventunesimo secolo.

Oggi nel mondo ci sono molte persone nåstika,atee che non vogliono accettare questo fatto e lo con-siderano inutile. Da domani comincerà il ventunesi-mo secolo. Le persone educate del ventesimo seco-lo pensano che questa sarà l'era della Scienza e delRinascimento. Durante il Rinascimento fiorirono lafilosofia, l’arte e la scienza e si svilupparono l'indu-stria, la letteratura e così via. E’ definito Rinasci-mento quando fiorisce l'arte e appaiono molte per-sone dalla mente brillante. Coloro che seguono laspiritualità hanno però una visione differente.

Il punto di vista Aryano è differente da quello del-le persone moderne. Dalle scritture apprendiamoche l'India è stata guidata dai santi; in tempi antichi,tramite i santi, i müni e i rishi, l'India dava l'educa-zione spirituale alle masse. Gradualmente questatendenza è più o meno cambiata. Per questa ragio-ne oggigiorno il sanåtana-dharma, la religione eterna,si propaga nel mondo su scala minore.

Un indiano molto famoso disse: "L'India sarà an-cora grande. Prima l'India era in alto e guidava tut-to il resto del mondo, in futuro lo sarà ancora." Du-rante il Medioevo in un modo o nell'altro il mondocessò di accettare l'India come la nazione più eleva-

L'ultimo vyåsa-püjå del ventesimo secoloOµ viß∫upåda

Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Våmana Gosvåmî Måhåraja

Ûrî Devånanda Gau∂îya Ma†ha, Ûrî Navadvîpa Dhåm, 31 dicembre 1999

ta, ma leggendo i manoscritti degli Ωåstra abbiamo ca-pito che le nazioni occidentali sono diventate pro-sperose accettando alcune istruzioni dei rishî e deimuni. Ora però le persone sono solo interessate amangiare, dormire, al loro tenore di vita e a guada-gnare qualcosa.

Cos’è avvenuto della moralità e dello standardideale di vita (nîti-ådarΩa)? Non deve forse esserepresente nella vita di una persona anche questoaspetto? Certo, deve essere presente. Ma questamoralità e standard ideale ora sono stati aboliti e l'in-tero mondo sta cadendo, l'intero mondo sta diven-tando nåstika, ateo. Noi studiamo i Veda, le Upa-nißad, il Vedånta, la Gîtå, lo Ûrîmad-Bhågavatam egrazie a ciò comprendiamo che senza moralità e sen-za uno standard ideale l'uomo non può essere chia-mato essere umano.

Per prima cosa Bhagavån creò l'acqua, tre quartid’acqua e un quarto di terra. Poi creò gli alberi, lepiante, e gli esseri viventi acquatici. In questo modocreò ogni cosa. Ma premamayî Bhagavån (Krishna,l'incarnazione completa del divino amore) non Sisentiva soddisfatto. Così creò l'uomo a Sua immagi-ne e somiglianza. Perchè? Lui diede molte qualitàall'uomo. Creò gli uomini e poi fece gli arrangia-menti perchè potessero mantenersi. Oggigiorno lepersone spendono tutte le loro energie per mante-nere il corpo, ma in una società divina basterà segui-re le regole e i precetti. L'uomo però ha dimentica-to queste regole. Se prendiamo in considerazione ciòche è affermato nelle scritture, notiamo che ci sonodifferenti livelli: quelli che non seguono Dio, le re-gole e i precetti della società non vanno consideratiuomini; poi ci sono quelli che accettano Dio e i Suoiprecetti e si trovano ad un livello più alto perchè ac-cettano nîti (moralità) e ådarΩa (standard ideale). Cisono poi i mukulita-cetana, le persone che si pongo-no sotto la guida e hanno una coscienza che sta ini-ziando a risvegliarsi. Poi vengono i vikacita-cetanacoloro che seguono il sådhana-bhajana, la cui co-scienza è sbocciata. Infine ci sono i pür∫a-vikacita-cetana coloro che hanno la coscienza pienamentesbocciata. Questi ultimi sono i siddha-måhåtmå, leanime liberate.

Gli esseri umani sono divisi in due categorie: chiha una natura divina e chi una demoniaca. Nella Gî-ta (16.6) c'è scritto: dvau bhüta-sargau loke'smin dai-va åsura eva ca: "In questo mondo ci sono due tipi

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Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 26

di esseri: i daivika o divini, e gli åsurika o demoniaci."I Viß∫u-bhakta sono devatå, divini. La società attua-le comprende i credenti (åstika) e gli atei (nåstika).E' un luogo comune dire che nella società tutti sonouguali; ma gli Ωåstra dicono che questa considerazio-ne è sbagliata. Perchè? Se vivete in questo mondo,dovete seguire nîti-ådarΩa, la moralità e lo standardideale. Quelli che non vogliono seguire queste rego-le non sono da considerare esseri umani. Loro nonpossono entrare nel paramårthika-kßetra, nel regnospirituale.

Ma i nostri santihanno accettato in tut-ti i modi questo nîti-ådarΩa. Con i precettie le benedizioni di que-sti santi, l'India è consi-derata santa e pura.Ora le persone non lopossono realmentecomprendere, loropensano che il cibo e lacasa siano la cosa piùimportante. Possiamovedere che nei luoghidove jñåna (conoscen-za) e vijñåna (scienza)sono molto sviluppatenon c'è scarsità di ciboe di rifugio; questo pro-blema è stato risolto,ma non c'è ancora pa-ce.

Quando c'è råja-nîti,una società gestita dapolitici, arrivano moltiproblemi. Ora il mon-do brucia nella violen-za, nella rabbia e nel-l'intolleranza. Nessu-no accetta o tollera glialtri, tutti voglionosconfiggere e prevarica-re gli altri. Dobbiamo analizzare molto minuziosa-mente perchè c'è questa condizione. Se cerchiamo,troveremo la risposta nel nîti-ådarΩa E' detto chel'essere umano è colui che segue il nitî-ådarΩa. Senon metteremo in pratica il nîti-ådarΩa, tutti si com-batteranno, la guerra diventerà un affare senza finee questo sarà la causa della nostra sofferenza. Lascienza materiale ci ha dato delle facilitazioni e deivantaggi ma quando entrano in gioco i politici si crea-no molti problemi. Loro possono solo fare dei pro-clami: "Vivremo tutta la vita insieme e in modo ami-chevole." Ma in realtà questo non accade. Se non sivive una vita semplice e rispettosa come ci si potrà li-berare dalle sofferenze e dai dolori? Oggi il mondosta soffrendo molto, quindi abbiamo visto che quelliche sono educati e pensano a queste cose cercano ditrovare una soluzione. Prima di tutto un uomo cer-ca di risolvere il problema del cibo e della casa.

Primo Raggio √ Guru-tattva

Quando questo problema è risolto, allora potrà chie-dersi se Dio esiste oppure no. Ma i precetti del sanå-tana-dharma non sono così.

Il mondo d'oggi è pieno di persone atee, nåstika.Esse dicono: "Prima di tutto khaba-thaka, dove vi-vere e cosa mangiare; poi dhårmika, pensare allequestioni religiose." Ma è esattamente l'opposto diciò che va fatto! I saggi e i santi ci dicono: "Se un uo-mo si impegna solo in khaba-thaka evitando nîti-ådarΩa, allora non potrà essere considerato un uo-

mo." Cosa si devefare? Le personedicono anche:"Dio, dacci oggi ilnostro pane quoti-diano." Anche nelnostro paese alcunipregano in questomodo.

In questo mondoci sono sempre pro-blemi; ci sono moltipericoli e problemi.Dobbiamo accetta-re questo fatto e su-perarlo. Lo Ûrîmad-Bhågavatam ci dice:tasmad idaµ jagataΩeßam pür∫aduhkha-duhkham,'Questo mondo èpieno di sofferenzee dispiaceri.' Sequesto mondo èpieno di duhkha,come potrà essercipace? Tentando diottenere la pace e lafelicità, fino a chepunto risolveremo ilproblema? GliΩåstra però ci dico-no che i problemi ci

sono ora e ci saranno sempre. Perchè? Perchè inquesto mondo sono insiti problemi e sofferenze.

Un criminale sarà punito dal tribunale. Dopo lasentenza verrà messo in prigione. Bhur, Bhuvah,Svah, Mahar, Jana, Satya, Tapa, Tala, Vitala, Maha-tala, Atala, Sutala, Rasatala, Talatala, Patala; questiquattordici mondi sono la prigione di mahåmåyå.Entrati in questa prigione, vi cerchiamo la felicità e ilcomfort. Quante cose sono state scoperte dagliscienziati? La scienza ha fatto molte scoperte mamolti dei problemi del mondo rimangono irrisolti.

La scienza ha creato la bomba atomica ma se ve-nisse usata tutti gli alberi, le abitazioni e tutto il restoverrebbe distrutto. Quando quest'arma sta per es-sere usata ci convinciamo e diciamo: "Non deve es-sere usata." Ma in realtà è già stata usata! Forse loavete sentito, hanno dato il nome Mafory alla bom-ba. Un essere umano non può fare queste cose. Se

Ûrîla Bhaktivedånta Våmana Gosvåmî Mahåråja

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Secondo Raggio √ Guru-tattva

7Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

trarne?”Se nella nostra vita seguiremo le Sue istruzioni ri-

ceveremo dei benefici. Se non seguite queste istru-zioni anche svayam bhagavån Ûrî Krishna non potràfare nulla. Oggi nessuno accetta le Sue parole. Pen-sano che Lui sia un uomo comune, le persone Lo ri-fiutano. Ma negli Ωåstra sta scritto: ‘iΩvaraµ vacanaµsatyam. Tutto ciò che viene detto da Dio è la verità.’Se Dio dà istruzioni e noi abbiamo dei dubbi, comepotremo trarre benefici? Al bambino si insegna l’al-fabeto; se lui chiederà: “Perchè non mi insegni la sto-ria della lingua?” l’insegnante non glielo insegneràperchè il bambino non comprenderà il soggetto sa-rebbe assurdo. Ma tutte le persone nel mondo fan-no la stessa domanda del bambino. Nella Gîtå (4.34)è affermato: tad viddhi pra∫ipåtena paripraΩna se-vayå. Un discepolo deve arrendersi, obbedire ed es-sere umile. Ma ancora si pongono domande percomprendere il soggetto. Se state imparando qual-cosa o state leggendo qualcosa, naturalmente ver-ranno delle domande. Ma è necessario avere unobiettivo, un fine nella nostra mente tentando di im-parare qualcosa.

Un insegnante potrebbe metterci alla prova po-nendoci una domanda, ma non ci sarà risposta per-chè non abbiamo un atteggiamento sottomesso. Sesi desidera avere delle risposte alle nostre domande,bisogna avvicinare il precettore con un sentimentodi servizio. Quando gurudeva vede queste tre quali-fiche, pranipat, pariprasna e seva, allora darà le ri-sposte. Ma a noi mancano queste qualifiche; abbia-mo solamente domande da porre ma non siamopronti per il servizio o non vogliamo essere umili. Ilguru e il discepolo non sono sullo stesso piano.

Oggigiorno il mondo è caduto in un grande peri-colo. Molti anni fa abbiamo sentito di un vice-can-celliere di un’università che stava per essere uccisodagli studenti. Ciò è accaduto veramente: gli stu-denti, uomini e donne, lo hanno ucciso. Se cose delgenere avvengono nel mondo, chi onorerà chi e chiporterà avanti gli ordini degli altri? Dobbiamo ri-flettere su ciò.

Un uomo potrebbe fare uno sbaglio ma per unosbaglio non si fa una rivoluzione. Molti pensano chese ci deve essere una rivoluzione deve essere pacifi-ca, non si deve spargere del sangue. Uccidendo nonsi otterrà la pace nel mondo. Tutti i problemi devo-no essere risolti con l’amore e l’affetto. Come si po-trà realizzare? Questa considerazione non albergain noi esseri umani. Se si critica un altro non ci po-trà essere pace. Gli Ωåstra descrivono molto benequesta situazione.

Se non seguiamo la via dei santi dovremo soffrire.Questo è spiegato negli Ωåstra. In che modo dobbia-mo procedere? Noi viviamo senza accettare le leggidegli Ωåstra, ma gli Ωåstra descrivono ogni possibilesituazione. Nella legge Indiana e in quella Britanni-ca, ovunque ci sono vidhi, regole e niseda, proibizio-ni. In origine queste leggi furono trasmesse dai san-ti e da esse sono stati tratti i codici civili moderni.Noi viviamo in India, quindi dobbiamo seguire le

agisce così non è da consederare un essere umano.La scienza materiale è avanzata, ma ci sono dueaspetti, quello buono e quello cattivo. In qualchemodo il buono è bloccato e il cattivo è al lavoro.

"Ama il prossimo... ma quando porgi la mano..."

I filosofi e gli scienziati pensano al perchè di que-sta situazione ma non riescono a giungere alla con-clusione giusta. Uno scienziato e filosofo Occiden-tale, Bertrand Russel, una volta disse in modo sarca-stico: "Ama il prossimo è il precetto positivo dei Cri-stiani, ma non appena porgi la tua mano verso il pros-simo verrai perseguitato." Egli era un Cristiano econ dispiacere affrontò questa questione. Con di-spiacere sarcasticamente ha detto questo.

Ma gli Aryani, i rishi, conoscendo questa mula-tatt-va, questa verità originale, fin dall'inizio danno deiprecetti su come un uomo dovrebbe vivere in questomondo. Un grande uomo disse una volta: "L'Indiaspirituale concede la sua beneficenza agli altri." Ilmondo ha avuto del beneficio da questo. Ci sono pa-role come gentilezza, benevolenza, misericordia, manon vengono messe in pratica, nessuno ha più mise-ricordia, dayå. Cosa dobbiamo fare? Esistono mol-te religioni che si prefiggono di propagare il dharma,ma cosa s'intende veramente per dharma? Se si trat-tasse di åtmå-dharma (religione dell'anima) il mon-do potrebbe vivere in pace e amicizia. In Satya-yu-ga c'era una sola adorazione ed una sola casta. InTreta-yuga le caste si moltiplicarono e da lì iniziaro-no i problemi; differenti tipi di uomini avevano dif-ferenti tipi di adorazione. Anche questo crea pro-blemi perchè nessuno può tollerare l'altro. Perciò seci fosse una sola adorazione, un solo processo, ununico sadhana-bhajana ci sarebbero meno problemi.I santi ci hanno dato dei consigli specifici, persinoKrishna stesso ci ha dato dei consigli, ma noi non pos-siamo accettare le Sue istruzioni. Per raggiungere lapace usiamo la nostra intelligenza e educazione. Maè assurdo pensare di ottenere la pace in questo mo-do.

L'originale Persona Suprema, Dio, è Krishna, manoi non accettiamo i Suoi consigli. Pensiamo che siasemplicemente un essere comune, un capo politico.Che risultato potremo ottenere? Ci sono dei supe-riori e dovremmo accettarli e rispettarli. Senza ac-cettarli non potremo ricevere nessun beneficio. Du-rante l'infanzia abbiamo imparato l'alfabeto e ave-vamo bisogno di un insegnante. Nessuno nasce giàeducato. Nell'età moderna la gente pensa che tuttosia uguale. Tutto è mischiato: il vecchio e il giovane.Cosa si deve fare? Se tutti sono alla pari chi libereràgli altri? Chi accetterà le istruzioni, upadeΩa? I no-stri antenati, i santi, la nostra guru-varga danno del-le istruzioni meravigliose. Ci sono molte istruzioni eregole negli Ωåstra! Tutto ha un grande valore. Se leseguirete avrete del beneficio. Noi però non voglia-mo accettare istruzioni. Dio in persona dà le diretti-ve ma noi abbiamo dubbi: “Quale beneficio posso

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Secondo Raggio √ Guru-tattva

8 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

leggi del governo indiano. Perchè? Chi le seguiràpotrà vivere in India. Ma le persone non possono ac-cettarlo a causa del loro cattivo carattere. I santi han-no dato una verità universale, una verità assiomatica,una verità assoluta. Questa non può essere cambia-ta. Nonostante ciò, questo paese sta correndo in mo-do tale che se non si è soddisfatti si procederà all’al-terazione di queste verità. Prima di tutto dobbiamocomprendere le leggi e i regolamenti. Il Sole sorgead oriente ogni giorno; questo è accettato da tutti. Sequalcuno dicesse: “Tra pochi mesi il Sole inizierà asorgere ad occidente.” Nessuno lo accetterà. Per-chè? Perchè và contro la legge, l’originale e immu-tabile legge.

Questa tattva-darΩana ossia la filosofia della realtà,è descritta in modo bellissimo negli Ωåstra. Lì si deli-neano una logica e degli esempi molto belli. Noi tut-tavia seguiamo degli schemi, vogliamo vivere in que-sto modo e allo stesso tempo avere la pace. Se ilmondo è fatto di dispiaceri e sofferenze, da dove ven-gono allora la pace e la felicità? Quando acquisiamouna qualche esperienza di pace e di felicità è in ge-nere per breve tempo. Supponiamo di mettere apunto un grande piano e tentare di realizzarlo con laconvinzione che ne potremo trarre la pace; non potràmai avere successo. Se si dice che deha-dharma (lareligione del corpo) e mano-dharma (la religione del-la mente) sono il vero dharma, significa essere nel-l’errore. Ma se noi seguiamo la religione dell’anima(jaiva-dharma) allora il mondo intero avrà la pace.Questo è ciò che insegnano i saggi. Perchè allora cistiamo dimenticando di questi insegnamenti?

Oggigiorno la gente accetta le cose false pensan-do siano vere. I paesi occidentali hanno già svilup-pato jñåna e vijñåna (conoscenza e scienza) ma sononåstika, atei. Nel mondo di oggi i credenti (åstika) egli atei (nåstika) sono sullo stesso piano; gli viene da-to pari rispetto. Ma gli Ωåstra non accettano questofatto. I capi stessi non accettano chi è più anziano, iloro superiori; essi non accettano nè onorano nessu-no, in effetti chiedono: “Seguite le mie parole!”Dobbiamo vedere il siddhånta, la vera filosofia inogni cosa. Questo è il consiglio degli Ωåstra e di Dio.In questo mondo ci sono molte categorie di nåstika-våda, dottrine atee. I santi ci dicono cose meravi-gliose, ci consigliano di accettare il buono ed evitareil cattivo. Se noi però non accettiamo nessuno, se ri-gettiamo tutti, chi seguirà noi? La pace non si puòraggiungere con la guerra, non è mai successo e maisuccederà. Questo è il verdetto degli Ωåstra.

Dobbiamo dar credito a nîti-ådarΩa, alla moralitàe agli ideali. Questa è la prima istruzione. Il dharmanon è qualcosa per il godimento della mente e delcorpo. Il dharma è la religione dell’anima, il sanåta-na-dharma. L’India ha già dato questo insegnamen-to al mondo nel passato e di nuovo noi dobbiamodarlo, dobbiamo predicarlo. Seguendo la via dei san-ti, tutto il mondo avrà la pace.

Noi vogliamo andare avanti con la forza dellamente senza seguire le istruzioni dei santi ma in que-sto modo dovremo affrontare molti problemi. Que-

sta è la lezione, l’insegnamento dell’åtmå-dharma lareligione dell’anima.

Pensiamo di rendere tutti uguali. Ma questo è unaråja-niti, una tattica politica a buon mercato. E’ pos-sibile rendere tutti uguali. Non esiste la classifica-zione sociale, la Ωre∫i-hîna samåja. Non esistono clas-si sociali. Siamo tutti uguali. E’ facile affermarlo maè difficile da realizzare. Nella realtà le classi esisto-no e in ognuna ci sono anche delle gradazioni. Chedelle gradazioni esistano è innegabile. Come possia-mo comprendere la realtà? Sådhu e asådhu, santi epeccatori, verità e falsità, è tutto uguale? Mai. Pri-ma di tutto dobbiamo sapere questo.

Ma la tattva-siddhånta è talmente dura che voglia-mo evitarla. Questa è la nostra sfortuna.

Siddhånta baliyå citte nå kara alasa

‘Non bisogna essere pigri nel conoscere le conclu-sioni filosofiche (siddhånta).’

Ihå haite k®ß∫e låge Ωud®∂ha månasa

‘Queste discussioni che riguardano Krishna raffor-zano la mente.’ (C.C. ådi 2.117)

Per conoscere ogni cosa bisogna ascoltare, impa-rare dagli altri. Con il nostro cervello, le nostre ca-pacità non possiamo sapere, abbiamo bisogno di unaguida. Abbiamo bisogno della guida del Guru e deiVaiß∫ava. Noi abbiamo il desiderio di seguire gli or-dini di Krishna, e così la verità combinata di Rådhå-Krishna, Ûrî Caitanya Mahåprabhu, è apparsa in que-sto mondo e ha proclamato: “Fate tutti il bhajana diKrishna e in questo modo avrete del beneficio. Sa-rete fortunati e avrete dei vantaggi.” In che modo siotterrà questo? Se non c’è una corretta comprensio-ne, come potremo risolvere i problemi? Dobbiamoconsiderare ciò.

Ci saranno sempre delle classi sociali, dalla più al-ta alla più bassa, dall’uttama all’adhama. Com’è pos-sibile mettere tutti sullo stesso piano? Se trasciniamoin basso chi è elevato, potrà veramente diventareuguale agli altri? E se prendiamo quelli che sono inbasso e li promuoviamo, diventeranno tutte personedi alta classe? Cosa faremo? Nei nîti-Ωåstra, le scrit-ture riguardanti la moralità, c’è questo verso: kriya-te hi vati߆atam, hînaya saha Ωamah ramat, samståi sa-matam iti, viΩißta ca viΩißtatam. Cosa significa?ΩamanåΩaya viΩißta: nella via del bhajana tutti sonouguali. Che fare? Dobbiamo avere l’associazionedei devoti di alta classe. Sådhau sangah svato vare:associarsi sempre con i sådhu. SajåtîyåΩaye snigdhesådhau sangah svato vare (B.R.S 1.2.91). C’è qual-cosa di sbagliato in questo consiglio? Se c’è un ele-mento cattivo nella mia stessa classe, allora non lo ac-cetterò, non mi associerò con lui. Mi devo unire so-lamente ai devoti avanzati. Per esempio: se vi asso-ciate con chi ha un’intelligenza pari alla vostra nonavanzerete; ma associandovi con quelli più intelli-genti, la vostra intelligenza aumenterà. Se state in

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Secondo Raggio √ Guru-tattva

9Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

compagnia di grandi uomini diventerete anche voigrandi. Questo non si può negare.

Guru-våda dharma, vedånuga dharma: noi seguia-mo le istruzioni di Gurudeva e dei Veda. Questo è ildharma vedico. La Suprema autorità e i Suoi servi-tori, come potete considerarli uguali? E’ un’assur-dità. Allora cosa dobbiamo fare? Nella Gîtå (3.21)Krishna dice: yad yad åcarati Ωresthas. Darò la spie-gazione a questa affermazione dopo aver fatto delleconsiderazioni. Oggi il mondo non può accettarequesto tipo di cose. Come lo risolveremo? Dobbia-mo obbedire; questo và accettato. Se non l’accettia-mo non potremo realizzare la tattva-darΩana, la filo-sofia trascendentale.

Vyåsa-püjå tithi ossia Guru-püjå

Oggi è vyåsa-püjå tithi, oguru-püjå. Se non seguiamol’ordine di Gurudeva alloranessuno ci seguirà. Prima ditutto dobbiamo portareavanti l’ordine dell’autoritàpiù alta, poi i più giovani ciseguiranno. Questo è l’inse-gnamento degli Ωåstra. Seaccettate gli insegnamentidegli Ωåstra così come sono,se seguite i precetti degliΩåstra, se fate il sadhana perraggiungere Dio e ottenerela pace, allora avrete del be-neficio. Nella Gîtå (2.40)Krishna dice: nehåbhikra-ma-nåΩo ‘sti pratyavåyo navidyate, svapam apy asyadharmasya tråyate mahatobhayåt; ‘Gli sforzi compiutisulla via del bhakti-yoga nonverranno mai perduti nè sa-ranno senza frutto. Ancheun piccolo progresso liberadalla paura e dai pericoli piùgrandi di questo mondo ma-teriale.’

Sto parlando del sånata-na-dharma. Nel corso dellanostra vita pratichiamo an-che solo un poco, il risultatoacquisito non svanirà,verràdepositato e nella prossima vita nasceremo nella ca-sa di un devoto e avremo ancora l’opportunità dicompiere il bhajana. Gli Ωåstra lo confermano. Mol-te persone ora pensano che non dovranno rinascere;in alcuni paesi ci sono religioni che lo confermano emolti accettano queste teorie. Ma se si compiono del-le cattive azioni andremo in un mondo infernale. Inquesto mondo esiste sia la prigione che il paradiso, èuna incontrovertibile realtà. Siamo obbligati ad ac-cettare janmåntarvåda, la dottrina della trasmigra-zione perchè è una realtà, una verità. Leggiamo nel-

la Gîta (6.41): Ωucînåµ Ωrîmatåµ gehe, yoga-bhra߆o’bhijåyate. ‘Egli nascerà in una famiglia purae giusta di bråhmana aristocratici.’

Krsna stesso proclama di essere il Signore Supre-mo, ma non tutti sono pronti ad accettarLo. Chi nonseguirà Dio non avrà una felice sorte. Il guardianodel mondo intero, il Signore Supremo lo dice. Dioproclama il suo dispiacere: avajånanti måµ mü∂hå(Gîta 9.11) ‘Gli sciocchi dall’intelligenza mondanaMi mancheranno di rispetto.’ Chi è sciocco e non co-nosce gli Ωåstra non sa che Krishna dice così perchè èil Signore Supremo. Essi pensano che sia un esserecomune. Questa errata comprensione è sempre sta-ta presente nella società degli sciocchi atei. Ma la fi-losofia divina (tattva-darΩana) è eterna.

Krishna dice: “La Mia nascita è apråk®ta, sopran-naturale.” Ma chi èsciocco non vuole ac-cettarlo. Quando lepersone pensano cheDio sia un essere co-mune cosa avviene?Diverranno dei per-denti e faranno sba-gli. Cos’è la tattva-darΩana? Dobbiamoaccettare il SignoreSupremo e i Suoi or-dini. Se non accet-tiamo Dio perdere-mo qualcosa. Nonpotremo neppureavere la conoscenzaspirituale basilare senon prendiamo que-sta strada. Krishnadice nella Gîta:‘pitåham asya jaga-to.’ Krishna dice diessere la radice delsanåtana-dharma. Ilsanåtana-dharmanon è stato creato daDio; è l’åtmå-dhar-ma naturale, è ildharma originale.Se qualcuno chiedes-se: “Dio ha creatoquesto mondo machi ha creato questo

dharma?” Sarebbe sbagliato. Krishna, il Signore Su-premo era presente prima ancora dell’esistenza deltempo materiale, chi Lo ha creato? Se Lui diventa ilfiglio di qualcuno è un Suo passatempo, perchè inrealtà Lui non nasce. Se Lui accetta qualcuno comesuperiore, bene; Dio è tanto gentile da trasformareun corvo nell’aquila Garuda.

I nitya-siddha mahåtmå, anime eternamente libe-rate, mentre si trovano in questo mondo sono liberedall’attaccamento, nessun attaccamento materialepuò toccarli. Essi vivono in questo mondo per dar

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piacere a Lui, non hanno nessun problema. Noi peròessendo anime condizionate siamo soggetti ai pro-blemi. Krishna lo afferma ma questo mondo ateonon può accettarLo.

Svayaµ avatarî Ûrî Krishna Caitanya Mahåprabhuè venuto in questo mondo e ci ha ordinato di fare ilk®ß∫a-bhajana così tutti avranno la pace. ‘Sa Ωantimapnoti na kåmakåmi’, soddisfando i propri desiderinon si potrà avere la pace. Bisogna essere liberi daidesideri. Cosa significa niskåma? Essere arresi aipiedi di loto di Krishna, questo è niskåma. Chi si èarreso è un vero devoto di Dio. Queste anime sotto-messe non vivranno le sofferenze di questo mondo,saranno sempre sottomessi.

Al tempo di Ûrî Caitanya Mahåprabhu vivevanåmåcårya Haridåsa Thåkura. Lui si sentiva triste eMahåprabhu conoscendo la sua tristezza, andò da luie gli chiese: “Haridåsa, cosa ti affligge?” Egli rispo-se: “Non ho problemi, l’unico problema è che nonposso terminare il mio sankhya-nåma, il numero pre-fissato di giri. Ogni giorno canto trecentomila nomima ora non posso completarli e così mi sento male.”

Il Signore rispose: “Tu sei un siddha-mahåtmå. Tunon hai problemi, sei liberato. Non è necessario checanti così tanto.” Ma nåmåcårya Haridåsa Thåkurarispose: “Questo è il mio voto e il servizio che offroal Signore. In questo mondo le sofferenze sono di uncerto tipo, ma le mie sono spirituali perchè non pos-so cantare.”

Anche quando si fa il bhajana ci sono delle soffe-renze e dei problemi. I Vaiß∫ava dicono che se unVaiß∫ava incontra dei problemi dobbiamo conclude-re che per lui è la suprema trascendentale felicità.“Nel servizio a Te, mio Signore, qualsiasi sofferenzaè felicità. Questo tipo di sofferenza ci libera dalla na-scita e dalla morte.”

Quando serviamo il Guru e i Vaiß∫ava possonogiungere dei problemi ma non dobbiamo preoccu-parci di quella sofferenza. Il proprio interesse và sa-crificato per il servizio al Guru e ai Vaiß∫ava. Que-sto è l’insegnamento dei mahåjana. E’ una benedi-zione essere nati in India ma ora le persone non lopossono capire. Il poeta ci dice: ‘bharata-bhumitehaila manusya janma jara (C.C. ådi 9.41).’ Avremoun’altra possibilità nascendo in India come esseriumani? In India ci sono moltissimi santi che com-piono austerità, sådhana. Oggi però non si insegnaalla gente che chi nasce in India deve compiere ilbhajana. Quindi non si insegna la cosa giusta fin dal-l’inizio. Ora stiamo andando nella direzione sba-gliata e nel futuro continuerà così. Come può alloraquesta India essere corretta? Bisogna ascoltare dainostri veri guardiani.

Quindi dobbiamo amare Dio. Dobbiamo amare iSuoi consigli, dobbiamo credere alle Sue vanî, alle di-rettive contenute negli Ωåstra. Non dobbiamo sem-pre cercare solo il nostro interesse personale. NegliΩåstra viene data una bella spiegazione: ‘na te viduhsvartha-gatih hi viß∫u.’ Svartha-gati, dobbiamo ac-cettare Bhagavån il Supremo. Le persone mahå-nå-stika (atee) non credono a nulla. Queste persone non

accettano nulla di divino. Anche se a volte esclama-no: “O Dio dammi la Tua misericordia!” Loro di-cono così quando si sentono indifesi e hanno bisognodi aiuto. Da dove viene la nostra forza? Abbiamoricevuto i sensi da Dio anche se ora sono difettosi. Seabbiamo questi organi difettosi, perchè parliamo tan-to orgogliosamente della nostra forza? Perchè sia-mo così orgogliosi? Tutto è stato spiegato chiara-mente negli Ωåstra e noi dobbiamo comprendere tut-to ciò. Dire di sapere tutto, di non aver bisogno diaiuto e di una guida è assurdo. Dobbiamo imparare,diventare educati e progredire. Sopra di noi ci sonodei superiori e noi dobbiamo accettarli. In questomodo ci sarà una direzione. Dobbiamo onorarli eadorarli praticamente. Questo è il vyåsa-püjå.

Il significato dell’adorazione di Vyåsadeva, il gu-ru, è che và adorata tutta la nostra guru-varga. “I ca-pelli grigi vanno rispettati”. Questo è stato detto, male persone nåstika non lo accettano. Vediamo che inuna famiglia i giovani pensano che gli anziani e ledonne debbano essere cacciati. Che tipo di nîti, mo-ralità è questa? Sono le regole politiche degli uomi-ni nåstika. La cattiva morale contro una soluzionefacile. La società è divisa in quattro classi: bråhma-na, kßatriya, vaiΩya e Ωudra. Gli uomini nåstika di-cono che questo è un errore, un errore dei santi, deirishi. Ma i santi non commettono errori. Munimanca mati bhrama, ora viene detta questa frase: “An-che un santo commette errori.” Ma questo non è difatto esatto.

Brahmå, Viß∫u e MaheΩvara, Chi è superiore?

Una volta molti santi si riunirono sulle rive del fiu-me Sarasvatî. In quel momento Dio fece sorgereuna questione nella loro mente di modo che il mon-do intero ricevesse un insegnamento. Qual era la le-zione? Ci sono tre Divinità, Brahmå, Viß∫u eMaheΩvara, chi è il supremo? Le tre Divinità furo-no messe alla prova.

Mettere alla prova Brahmå, Viß∫u e MaheΩvaranon è così facile. Chi fu scelto per metterLi alla pro-va? Venne scelto un uomo di nome Bh®gu. Così egliapparve davanti a Brahmå. Brahmå il supremoguardiano è il padre di Bh®gu, così quando Bh®gu sipresentò davanti a lui non gli offrì omaggi e inoltresi sedette sul suo trono. Brahmå si arrabbiò moltis-simo e disse: “Buttatelo fuori di qui!” Allora Bh®gusi recò da Ûiva Thåkura. Ûiva Thåkura è il fratellomaggiore di Bh®gu. In genere i fratelli quando si in-contrano si abbracciano, ma Bh®gu non abbracciòÛiva. Ûiva però voleva abbracciarlo e gli si avvicinò,ma Bh®gu disse: “Non toccarmi! Tu vivi in un cre-matorio. I tuoi associati sono i bhuta (fantasmi), ipreta (spettri) le pisaca (streghe), gli esseri malvagi emalefici. Non devi toccare nessuno!”

Ma Ûiva Thåkura è il più caro devoto del Signoreed è un Vaiß∫ava. Ûiva e Ûivani (Parvati) pensanosempre a Dio in meditazione. In quel momento però

Terzo Raggio √ Guru-tattva

10 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

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affetto per i più giovani. Non disonorate nessuno severamente volete avere la pace. Se onoriamo gli al-tri, non avremo mai problemi. Offriamo ora le no-stre preghiere a tutta la nostra guru-varga e chiedia-mo le loro benedizioni.

Anch’io vorrei ricevere le benedizioni dei mieiconfratelli. Desidererei passare il resto dei miei an-ni rispettandoli. Quanti giorni ancora avrò da vive-re in questo mondo non si sa, ma sono sempre an-sioso di ricevere le loro benedizioni e i loro auguri.Così sarà ritorno a Dio, ritorno a Casa.

Terzo Raggio √ Guru-tattva

11Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûiva si arrabbiò molto, il suo aspetto diventò feroce eprese la forma di Mahåkala murti. Per distruggerel’universo Ûiva assume questa forma e Ûivani quella diMahåkali e così inizia la distruzione e la devastazio-ne. A quel punto l’esame a Ûiva fu completato.Bh®gu voleva lasciare quel luogo offrì omaggi a ÛivaÊhåkura ed andò da Bhagavån per mettere alla pro-va anche Lui. Giunto nella dimora di Viß∫u nell’av-vicinarsi Lo colpì subito con un piede. Cosa fece il Si-gnore? Il Signore, dopo aver ricevuto il calcio, disse:“O Bh®gu, sei tu! Quando sei arrivato? Non sapevodel tuo arrivo! Ti prego, perdonami!” Bh®gu veden-do questo comportamento iniziò a piangere. Il Si-gnore continuava a dire: “Perdonami! Perdonami!”E consolava Bh®gu in molti modi. Ma Bh®gu non ac-cettava quelle parole gentili: “Ho commesso un gra-ve errore. Devo ricevere una punizione da Te altri-menti la mia mente non troverà pace.”

Un piccolo bambino a volte colpisce i genitori equesto procura loro felicità. Allo stesso modo il Si-gnore Viß∫u diceva: “Tu sei mio nipote, e Io sentomolto affetto per te. Terrò questo tuo calcio sul Miopetto per sempre!” Ma Bh®gu insisteva: “O Prabhu,puniscimi, puniscimi! Il mondo imparerà qualcosa daquesto.” Il Signore alla fine disse: “Va bene. Neik®ß∫a-lîlå, quando scenderò sulla Terra tu diventeraiun cacciatore e mi lancerai una freccia nel tallone.Così tutto è risolto.” Dopo aver ascoltato queste pa-role, Bh®gu tornò all’assemblea dei saggi sulle rive delSarasvatî e raccontò tutto. Tutti giunsero alla con-clusione che il Signore Viß∫u era molto tollerante eche quindi era Lui la divinità suprema. E’ sempre mi-sericordioso, e pensa agli altri sempre con misericor-dia, la Sua misericordia è illimitata. Questa tattva-darΩana, verità filosofica, è una lezione per il mondointero.

Il sanåtana-dharma è un argomento molto elevatoe oggi nessuno ne parla. Tutti pensano di non avernebisogno. Le persone materialiste possono solo esse-re critiche o parlarne come si trattasse di semplici sto-rie, ma essi non seguono nè accettano questo inse-gnamento. E’ un fatto deplorevole che pur vivendoin India, nella terra dei santi non si riescano a segui-re le loro istruzioni. Questa è la nostra sfortuna.Dobbiamo parlare del sanåtana-dharma molto at-tentamente e se vogliamo fare il k®ß∫a-bhajana dob-biamo imparare ad essere tolleranti. Se volete vive-re in pace, come potete senza la tolleranza? La solu-zione a tutti i problemi è contenuta nel sanåtana-dharma. Dobbiamo sempre avere rispetto per gliΩåstra, i superiori e Dio. In questo modo riceveremorispetto e avremo del beneficio.

Le nostre preghiere vanno rivolte a tutta laGuru-varga

La notte è giunta. Qui presenti ci sono molti ri-spettabili e affezionate persone che mi sono obbe-dienti vorrei che rispettino i loro superiori e mostrino

Ûrî Rådhikå

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Ûrî Krishna soltanto è Dio. Ûrî Rådhikå soltanto ser-ve Ûrî Krishna. Questa è l’unica Verità Assoluta. ÛrîKrishna è la Sorgente Ultima di tutti i veri ricettacolidel servizio. Ûrî Rådhikå è la Sorgente Ultima di tuttii veri servitori. L’infinita varietà dei passatempi di ÛrîÛrî Rådhå-Krishna costituisce l’unica Realtà.

E’ Ûrî Rådhikå identica a Krishna? La risposta è af-fermativa. Ûrî Rådhikå è la Metà predominata del-l’Assoluto. L’Assoluto, in altre parole, in quanto Metàpredominante, non è un Intero. La Natura Assolutadella Personalità di Ûrî Rådhikå si completa sul pianodella Personalità Assoluta di Ûrî Krishna. Ûrî Krishnaè il consorte di Ûrî Rådhikå. L’Assoluto è una coppia enon una singola persona.

Il monoteismo è tanto caro al cuore di tutte le per-sone razionali di questa era che pochissimi accettereb-bero Due Dio, anche se gli venisse assicurato che Essisono complementari l’Uno all’Altra. Il riferimento nu-merico viene illogicamente applicato per porre limitiall’Assoluto. Viene considerato come un obbligo chel’Assoluto debba essere una singola entità nel senso co-mune. Ma la visione degli pseudo monisti è orientataa distruggere la Personalità di Dio in funzione del vuo-to e indifferenziato Brahman. Nessun credente do-vrebbe essere pronto a ridurre il Divino, che và adora-to, ad uno zero assoluto.

L’unica soluzione a questo problema fondamentaledel teismo è presentare il fatto che Ûrî Krishna è eter-namente Coppia. Lui è sia Ûrî Krishna che Ûrî Rådhikå.Ûrî Rådhikå è tanto Assoluto quanto Ûrî Krishna Stes-so. Ûrî Rådhikå è esattamente identica a Ûrî Krishnama è anche eternamente distinta da Ûrî Krishna. ÛrîRådhikå è la Metà Predominata dell’Assoluto, mentreÛrî Krishna è la Metà Predominante. Ûrî Krishna è ilMaschio, Ûrî Rådhikå è la Femmina. Sono due Perso-ne distinte e complementari, ma non sono maschio ofemmina in senso materiale limitato. Il Maschio Asso-luto e la Femmina Assoluta sono, da un punto di vistamateriale, una pura e semplice contraddizione di ter-mini. Questa contraddizione di termini però si armo-nizza veramente nell’Assoluto a dispetto di tutti i ca-noni del cosiddetto giudizio razionale. E’ questo fattostupefacente che rende l’Assoluto una concentrazione

di tutti i nettari invece che privarLo di tutti i nettari.La singolare concezione empirica di Dio releghe-rebbe tutto il nettare alle parti frazionarie e rende-rebbe l’Intero una personificazione di insipidità. Lalogica formale veramente non ammette l’esistenzadi nessuna entità.

Coloro che sono ansiosi di trovare ogni pretestoper negare la Natura Assoluta della Personalità diÛrî Rådhikå come compagna femminile di Ûrî Kri-shna, si ritrovano senza appoggio nell’iniziare a sta-bilire un qualsiasi tipo di relazione con l’Assoluto.Nella Metà Predominante il riferimento numericosingolare è veramente e logicamente ammissibile. IlPadrone Assoluto non ha nessun compartecipantenel Suo Dominio. Molti Padroni porterebbero aduna perdita di dolcezza nel Dominio Assoluto. Nonsarebbe più in una posizione veramente predomi-nante rispetto alle altre entità. La pluralità di fem-mine non si oppone viceversa alla dolcezza infinita.L’unicità della Metà Predominata sarebbe una ne-gazione dell’infinito campo d’azione e di Dominiodella Metà Predominante.

Perciò vi sono più di una consorte femminile di ÛrîKrishna, il Quale è l’unico Maschio. Qual è l’inter-relazione di questa pluralità di consorti con ÛrîRådhikå? Ûrî Rådhikå è la Sorgente Assoluta di tut-te le consorti di Ûrî Krishna. I servizi compiuti da tut-te le consorti sono aspetti complementari del servi-zio di Ûrî Rådhikå. Ûrî Krishna lasciò il cerchio del-la danza delle pastorelle di Braja non appena ÛrîRådhikå stessa si ritirò da essa. In altre parole l’in-sieme delle pastorelle di Braja ottiene il servizio aÛrî Krishna solo in associazione con Ûrî Rådhikå esotto la Sua direzione.

L’essere consorte di Ûrî Krishna non deve però es-sere confuso con nessun’altra relazione mondanaanaloga. L’Assoluto Predominante è l’unico Mae-stro di tutte le entità. Egli è anche il Maestro di ÛrîRådhikå. Egli non è Maestro solo di nome. Il Suodominio è veramente assoluto. Ma Ûrî Rådhikå èanche l’unica entità assolutamente dominata. Lei èl’unica Femmina Assoluta. Vi è un’infinita varietàdi falsi e veri maschi e femmine. Tutta la reale e ir-

Terzo Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

12 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûrî Rådhikå Ûrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Gosvåmî Prabhupåda

√√

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reale mascolinità è rappresentante di Ûrî Krishna.Nessuna mascolinità può esistere se non in relazioneal supposto o reale dominio sulla femminilità. Quin-di in ogni entità vi sono congiuntamente due aspettidella persona-lità. Ogni fem-mina implica lapresenza delmaschio comemaestro.

L’anima indi-viduale (jîva) è,per propria veranatura, un’entitàfemminile. Ciòperchè tutte leentità, eccetto ilDivino, sonoservili. La Sin-golarità dell’As-soluto Predomi-nante si deve ri-conoscere senzariserve. Vi sonotuttavia ancheun’infinità diPersonalità Di-vine. Ma tutte lePersonalità Di-vine sono com-pletamente Di-vine. Nessuna diloro ha un mae-stro. Le pasto-relle di Braja so-no espansioni diÛrî Rådhikå aLei identiche.Ma la jîva nonappartiene alla categoria delle compagne che sonoun tutt’uno con Ûrî Rådhikå. La jîva appartiene allamanifestazione decentralizzata. Ûiva è il Centro Di-vino di questo principio di esistenza decentralizzata.A questo scopo Ûiva è accoppiato a Mahåmåyå. Ûivae Mahåmåyå sono in stretta connessione con la jîva.Ma la connessione della jîva con Ûiva e Mahåmåyånon è identica alla connessione che ha con Ûrî Krish-na e Ûrî Rådhikå. La connessione della jîva con Ûivae Mahåmåyå si stabilisce solo quando essa si dissociadalla coscienza di servizio per Ûrî Ûrî Rådhå-Krish-na.

Nè Ûiva nè Mahåmåyå possono dare alla jîva il ser-

vizio a Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna. Al contrario, la lorofunzione è di illudere la jîva facendole desiderare co-se ambite in questo mondo per un proprio suppostovantaggio. Ûiva non è indipendente da Krishna. Ûiva

è una PersonalitàDivina; in questosenso Krishna eÛiva sono identici,sono entrambimaschi. Ma Ûiva èun Funzionario enel suo ufficio èassociato con l’e-nergia illudente diÛrî Krishna. ÛrîKrishna non siunisce mai con laSua Potenza Illu-dente. La divinitàdi Ûiva è adultera-ta dalla non divi-nità, mentre ÛrîKrishna è eterna-mente immacola-to, privo di adulte-razioni con Måyå.Il servizio di Ûiva eMahåmåyå non èsolamente incom-patibile con il ser-vizio a Ûrî ÛrîRådhå-Krishna,ma implica un’av-versione per il ser-vizio a Ûrî ÛrîRådhå-Krishnache si estende alservizio verso tut-te le Personalità

Divine non contaminate dall’associazione con Måyå.I differenti avatara di Viß∫u non possono essere ado-rati con dei presupposti mondani di qualsiasi tipo.

Ogni errata comprensione riguardo la natura del-l’adorazione di Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna è assimilabile,con differenti gradi di affinità, alle varie implicazio-ni del piano mondano. La cosiddetta adorazione diÛrî Ûrî Rådhå-Krishna che sfortunatamente si prati-ca oggigiorno su larga scala in questo paese da dif-ferenti sette di filantropi, è una grande offesa ai pie-di di loto di Ûrî Ûrî Rådhå-Krishna, ancora di più del-l’aperta ostilità degli adoratori di Ûiva e Mahåmåyå.L’adorazione delle pastorelle di Braja si trova al più

Terzo Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

13Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûrîla Bhaktisiddhånta Sarasvatî Thåkura

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alto livello di servizio spirituale e trascende ogni con-cezione di adorazione mondana che viene posta nelcervello delle anime condizionate da Ûiva eMahåmåyå.

Il soggetto dell’Amore Divino deve essere avvici-nato con un’attitudine di sottomissione intima. C’è ilLegame d’amore tra Ûrî Krishna e Ûrî Rådhikå e c’èun agente che porta all’unione della Coppia Divina.L’intermediario possiede una personalità che è inconnessione con Entrambi tramite una relazione dicoincidente identità. Tutto ciò è logicamente neces-sario.

A tutto questo si aggiunge lo stigma dell’amore diamante che và contro ogni legge. Ûrî Rådhikå amaKrishna a dispetto di tutte le sontuosità delle rela-zioni d’amore mondane. Ciò non è accidentale madeliberato. E’ questa caratteristica che porta ad unapur distante analogia con l’amore illecito degli aman-ti. Ûrî Rådhikå abitualmente sacrifica, rendendoloun punto fisso, ogni altro interesse per il Suo Amoreverso Ûrî Krishna. Anche questa è una caratteristicadel servizio d’amore delle pastorelle di Braja, tra lequali Rådhikå è la Suprema.

La relazione da amante è l’analogia più infelice dalpunto di vista delle persone morali di questo mondo.Nessun credo religioso di questo mondo dà un inco-raggiamento, nè considera giusto l’amore mondanoillecito. La santità del legame del vincolo coniugaleviene universalmente vista come suggello e corona-mento dell’intimità civile tra i sessi. L’amore sessua-le libero è allo stesso modo universalmente denun-ciato come segno di animalità. Non abbiamo nessu-na intenzione di contraddire questi indubbi e giustipunti di vista riguardanti la forma legittima della re-lazione sessuale in tutte le società civili. Sebbenepossa apparire paradossale, è però nondimeno veroche ciò che è completamente immorale in questomondo è analogicamente la cosa più morale nel Re-gno dell’Assoluto, essendo là ogni cosa perfetta. NelRegno Spirituale di Krishna non c’è un’istituzioneparagonabile al matrimonio convenzionale. Le pa-storelle di Braja sono del tutto libere da ogni tinta disensualità. Esse possiedono corpi spirituali fatti inmodo tale da essere in grado di impegnarsi comple-tamente nell’esclusivo servizio a Krishna.

La vera difficoltà che incontriamo sulla strada del-la realizzazione della natura dell’amore trascenden-tale è che noi non possiamo avere la necessaria con-cezione di base della natura del corpo spirituale. Tro-viamo quindi necessario un corpo fisico anche in re-lazione all’anima pura, la quale non è gravata dallagrossolanità e dalle limitazioni dei difettosi movi-

menti fisici. Le idee di grossolanità, immoralità e co-sì via, si applicano solamente al piano mondano. Lapersonalità spirituale delle pastorelle della trascen-dentale Braja deve essere realizzata invece che criti-cata dalle inadeguate risorse della nostra esperienzamondana.

Il fatto che un considerevole numero di personesiano state in realtà deviate dal tentare di seguire ipredicatori della religione dell’amore spirituale nonconvenzionale, non è cosa da lasciare sulla porta del-la religione stessa. Sfortunatamente ci sono statimolti pseudo predicatori della religione che hannousato gli insegnamenti del Bhågavatam allo scopo dicondonare e incoraggiare la carnalità illecita. Que-sti predicatori sono senza dubbio un grande fastidioe si trovano sotto le clausole penali della legge civi-le che salvaguardia la decenza e la moralità. Essiperò rappresentano anche una pretesa popolare ve-ramente esistente di dottrine funeste che essi diffon-dono tra la gente. Le clausole penali della legge ci-vile non possono raggiungere le predisposizioni in-terne delle persone. Non funzionerà semplicemen-te ignorare questo stato molto deplorevole di cose,nè lasciare che questa tendenza cresca. In un’epocademocratica e razionale diventa necessario fornirela giusta direzione per una naturale attitudine utiliz-zando un’intensa contro propaganda.

Tutte le correnti religiose sono praticamente si-lenziose su questo soggetto in particolare. Ma nondeve essere considerato senza importanza poichèignorato dai religiosi. Il metodo preventivo e sco-raggiante non offre nessuna cura positiva ed è statodi fatto praticamente inutile.

La verità è che vi è un piano reale per l’eserciziomorale della disposizione amorosa che è parte inte-grante della nostra anima. E’ necessario realizzarela natura di questo piano per essere sollevati dai no-stri pericolosi errori riguardo la relazione sessuale.Una sorta di convinzione deve precedere l’effettivaadozione di un qualche metodo proposto. LaGau∂îya Mission si propone di porre davanti a tuttele persone il punto di vista del Signore Caitanya cheè anche conforme agli insegnamenti di tutte le reli-gioni autentiche. La Personalità di Ûrî Rådhikå for-nisce la soluzione a questo eterno problema. Ûrî Rü-pa ha offerto un’esposizione dettagliata del sogget-to nei suoi monumentali lavori e Ûrî Jîva ha spiega-to il vero significato di quelle parole. La Gau∂îyaMission sta tentando di rendere disponibili alla ge-nerazione attuale le interpretazioni degli åcårya delservizio d’amore al Divino.

Terzo Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

14 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

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pür∫a o perfetto a Dvåraka, pür∫atara o più perfet-to a Mathura e pür∫atam o il più perfetto a Gokula.Queste sono le tre distinte personalità nåyaka di Kri-shna.

Ognuna di queste tre personalità nåyaka si dira-ma in quattro categorie: dhîrodåtta, dhîralalita, dhî-roddhata e dhîraΩånta. L’atteggiamento di Ûrî Rå-macandra è grave (gambhîra), cortese e diplomatico(vinayî), segue l’etichetta dell’onore e del rispettoverso tutti (sammånakårî) e ha altre caratteristicheche esemplificano la personalità dhîrodåtta.

Kamadeva (Cupido), colui che incanta le preyasî ole pastorelle di Vraja, ha una natura spensierata(niΩcinta), è sempre giovane (nava-yauvana), inge-gnoso e arguto (vidagdha), apprezza la bellezza e ilfascino estetico (rasika), è saggio (catura), abile e de-stro (pa†u); esemplifica così la personalità del nåyakadhîralalita.

L’atteggiamento di Bhîmasena è arrogante e al-tezzoso (uddhata), presuntuoso e spaccone (åtmå-Ωlådhå-paråya∫a), ha un temperamento tanto colle-rico da approfittare degli altri fino a diventare imba-razzante (roßa-yukta) e ha altre caratteristiche cheesemplificano la personalità del nåyaka dhîroddha-ta. L’atteggiamento di Yudhi߆hira è devoto e reli-gioso (dhårmika) auto controllato e contraddistintodalla conoscenza degli Ωåstra o scritture autorevoli(jitendriya) ed è l’esempio della personalità dhîra-santa.

Questi quattro tipi di nåyaka vengono ulterior-mente divisi in due categorie: pati e upapati. Il patisi esemplifica nell’atteggiamento dei brahmana eru-

Ûrî Ujjvala-Nîlama∫i-Kira∫a

Un raggio del gioiello della corona dell’Ujj-vala-Rasa di Ûrî Ûyåmasundara

Ûrîla ViΩvanåtha Cakravartî Êhåkura

Nåyaka-bheda, Classificazioni di eroi

Athojjvala-rasas-tatra nayaka-cudamani sri krsnah pratha-mam gokula-mathura-dvarakasu kramena purnatamah pur-

natarah purna iti tri-vidhah. Dhirodattah dhiralalitah dhi-roddhatah dhirasantah iti pratyekam catura-vidhah. Tatra ra-ghu-natha-vat gambhiro vinayi yatharha-sarvva-jana-samma-na-karityadi-gunavan dhirodattah. Kandarpa-vat preyasi-vasoniscinto nava-tarunyo vidagdho dhiralalitah. Bhimasena-vat

uddhata atma-saladha-rosa-kaitavadi-guna-yukto dhiroddha-tah. Yudhis-thira vat dharmmiko jitendriyah sastra-darsi dhi-rasantah. Punas ca paty-upapati-tvena pratyekam catur-vidah.Ekasyam eva nayikayam-anuragi anukulah, sarvvatra samodaksinah, saksat priyam vyakti parokse apriyam karoti yah

sathah anya-kanta-sambhoga-cihnadi-yukto’pi nirbhayah mit-hyavadu yah dhrstah.

Evam sad-navati-vidha nayaka-bhedah.

Kira∫a-kiñjalka-v®ttiIl tenero germoglio di loto del kira∫a

Commento di Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Måhåraja

Prima di tutto offro i miei umili omaggi ancora edancora ai piedi di loto del mio benedetto guru, nitya-lîlå pravi߆a oµ viß∫upåda a߆ottara-Ωata Ûrî ÛrîmadBhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî; poi alla mia Ωrîrüpånugå guru-varga e a Ûrî Ûrî Gaurånga-Gåndhar-vikå Giridhårî Ûrî Ûrî Rådhå Vinoda-Bihårî. Questabassa e caduta anima Li prega di concedere la Loromisericordia senza causa e le Loro misericordiosebenedizioni avendo iniziato questo bhåvånuvåda ocommentario, chiamato Kira∫a-kiñjalpa-v®tti del ÛrîUjjvala Nîlama∫i-kira∫a di Ûrî ViΩvanåtha Cakra-vartî Êhåkura. Nella parte finale del Ûrî Bhakti Ra-såm®ta-Sindhu questo ujjvala-rasa è stato breve-mente descritto come il più dolce nettare dell’amo-re coniugale. Nell’ujjvala-bhakti-rasa Ûrî Krishna èdefinito il gioiello della corona tra i nåyaka, Dio, l’e-roica e amorevole Suprema Persona.

Il gioiello della corona dei nåyaka, Ûrî Krishna è

Quarto Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

15Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

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Quarto Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

16 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

diti e degli assistenti delle cerimonie sacrificali i qua-li hanno delle figlie che seguono i riti vaidika del vo-to del matrimonio (på∫i-grahana). Gli upapati rap-presentano l’atteggiamento di coloro che sono con-trari e non seguono le leggi religiose e si rifugianonella compagnia di donne adultere. Negli Ωåstra enella società materiale gli upapati e le donne adulte-re vengono riconosciuti come estremamente arro-ganti e capricciosi, adatti ad essere abbandonati. Ciòè riferito però agli eroi mondani, ma non avviene ne-cessariamente in relazione a Ûrî Krishna perchè ÛrîKrishna è il müla-avatårî, l’origine di tutte le incar-nazioni e maestro della religione e dell’irreligione.La natura eterna di Ûrîmatî Rådhikå è di essere lapotenza di piacere (hlådinî) dell’energia suprema diKrishna. Le altre pastorelle sono dirette espansio-ni (kåya-vyüha) di Ûrîmatî Rådhikå, che sono sia Suemanifestazioni (prakåΩa) che Sue porzioni plenarie(aµΩa-svarüpa). Quindi Ûrî Krishna e le Sue poten-ze interne (svarüpa-bhüta-Ωakti) sono parti inte-granti dei Suoi passatempi puri e trascendentali(viΩuddha vilåsa).

Inoltre tutti questi eroi nåyaka hanno quattro ca-ratteristiche: anuküla, dakßina, Ωa†ha e dh®ß†a. Unnåyaka che manifesta un attaccamento amorevoleper una sola eroina (nåyikå) viene definito anuküla.Un nåyaka che manifesta il suo atteggiamento d’a-more verso molte eroine è definito dakßina. Quelnåyaka che parla dolcemente e piacevolmente da-vanti alla sua cara (preyasî) ma che è maldicente al-le sue spalle è definito Ωa†ha. Infine il nåyaka che èbugiardo e non ha timore di avvicinare un'altraamante nonostante le prove esplicite del suo incon-tro d’amore è un nåyaka dh®ß†a.

In conclusione, vi sono novantasei tipi di nåyakaKrishna, ovvero: pür∫a Dvåraka Krishna, pür∫ata-ra Mathura Krishna e pür∫atama Gokula Krishnache a loro volta sono di quattro tipi (dhîrodåtta, dhî-ralalita, dhîroddhata e dhîraΩånta) per un totale didodici. Ognuno di questi dodici nåyaka manifestal’aspetto di pati o upapati e diventano così veniquat-tro. Infine questi ventiquattro tipi di nåyaka hannoulteriori quattro caratteristiche (anuküla, dakßina,Ωa†ha e dh®ß†a) rivelando così novantasei tipi di per-sonilità nåyaka di Krishna.

Nåyikå-vibhågaClassificazioni di eroine

Athasrayalambana-nayikah prathamam sviyah parakiya itidvi-vidhah. Katyayani-vrata-paranam kanyanam madhye yagandharvana vivahitah tah sviyah. Tad-anya dhanyadayahkanyah parakiya eva. Sri radhadyas tu praudhah parakiya

eva. Kiyantyah gokule sviya api pitradi-sankaya parakiya eva.Dvarakayam rukminyadyah sviya eva. Tatas ca mugdha,

madhya, pragalbha iti tri-vidhah. Vakrokti pavitra bhartsana-karini ya sa adhira-madhya. Misrita-vakhya ya sa dhiradhira-madhya sri radha. Tatra pragalbhapi dhira-pragalbha, adhira-pragalbha, dhiradhira-pragalbha ceti tri—vidha. Tatra nija-ro-sa-gopana-para surate udasina ya sa dhira-pragalbha palika

candravali bhadra ca. nisthura-tarjjanena karnetypalena pad-mena ya krsnam tadyati sa adhira pragalbha syamala. Rosa-sangopanam krtva kincita tarjjanam katori ya sa dhiradhira

pragalbha mangala. Mugdhati-rosena mauna-matra-para eka-vidhaiva evam tri-vidha madhya pragalbha tri-vidha mugdhaeka-vidha iti sptadha. Sviya-parakiya-bhedena catura-darsa-

vidha. Kanya ca mugdhaivaika-vidha iti manca-dasa-vidha itipanca-dasa-vidha nayika bhavanti iti.

Kira∫a-kiñjalka-v®tti

Le prime due categorie di eroine (nåyikå) sonosvakîyå e parakîyå. A Vraja quelle pastorelle che so-no sposate con Krishna secondo il rito Gandharva eosservano il voto del kåtyåyanî-vrata pregando Yo-gamåyå, sono dette svakîyå e sono da differenziarsidalle altre pastorelle che sono parakîyå. Praudha Ûrî-matî Rådhikå e le altre che sono del gruppo delleamanti di Krishna sono dette parakîyå. Oltre questidue tipi di eroine, ci sono a Vraja delle ragazze ado-lescenti (kiΩorî) sposate ma libere dal timore per i ge-nitori, fratelli, parenti e così via che in definitiva ap-partengono al gruppo delle parakîyå. A DvårakaRukmi∫î, Satyabhåmå e tutte le altre regine sonodette svakîyå. Nel Bhakti-rasåm®ta-sindhu-binduviene spiegato che il sentimento dominante(sthayîbhåva) presente nell’ujjvala-rasa o madhura-rasa (amore coniugale) viene definito priyatå-rati.Quando l’amore (prîti) delle amate pastorelle (preya-sî) di Ûrî Krishna, si manifesta nel cuore assieme alsentimento di considerare Krishna come la propriavita e anima, ciò che ne deriva è questo priyatå-rati,ovvero tutte le preyasî si sostengono (åΩrayålamba-na) con questo tipo di risorsa. Questo priyatå-ratiscaturisce da degli stimoli (uddîpana) come ad esem-pio l’ascoltare del bellissimo aspetto (rüpa), dellequalità divine (gu∫a), dei dolci nomi (nåma) e cosìvia. Perciò rüpa, gu∫a, nåma e così via sono gli sti-moli che ricordano la Coppia Divina.

Riassumendo:le svakîyå sono le figlie dei bråhmana vipra e dei

preti addetti alle cerimonie che hanno intrapreso vo-ti di pati-vratå e si sono sposate secondo le regole e iprecetti delle scritture.

Le parakîyå sono quelle signore che abbando-nando il dovere sociale vedico di regole e precetti sisono offerte con profondo attaccamento d’amore al-la Suprema Persona.

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Quarto Raggio √ Ûrî Ûrî Rådhå-K®ß∫a

17Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

drå sono esempi di dhîra-pragalbhå. Quelle che rim-proverano implacabilmente, aggrappandosi alleorecchie di Krishna decorate da fiori di loto sonoadhîra-pragalbhå. A Vraja Ûyåmalå è un’adhîra-pra-galbhå. Chi tiene nascosta la propria gelosia e rim-provera solo leggermente è dhîradhîra-pragalbhå. AVraja Ma∫gala è un esempio di dhîradhîra-pra-galbhå.

Le nåyikå mugdhå sono solo di un tipo: esprimo-no una condizione estrema di rabbia e reagisconocon un silenzio assoluto.

Concludendo, i tre tipi di madhyå, tre tipi di pra-galbhå e un tipo di mugdhå fanno un totale di setteche moltiplicate per le due categorie di svakîyå e pa-rakîyå diventano quattordici tipi di nåyikå. Lekanyakå mugdhå sono solo di un tipo quindi, in con-clusione, quattordici tipi di nåyikå più l’unico tipo dikanyakå fanno un totale di quindici tipi di eroine trale quali Ûrîmatî Rådhikå è la suprema.

Ûrîla ViΩvanåtha Cakravartî Thåkura

Le kanyakå sono giovani ragazze che non sonosposate (avivåhita), sono riservate e modeste (salajjå),educate e affettuose verso i genitori, ribelli e avversenei loro giochi con le altre amiche e che sono del ge-nere delle nåyikå mugdhå (vedere descrizione di se-guito).

Le prau∂ha sono delle giovani Vraja-nåri sposatecon giovani pastorelli ma che mantengono un intensodesiderio e voglia (sambhoga-lålaså) di incontrarsicon Krishna e che non hanno ancora avuto prole.

Le svakîyå e parakîyå si dividono a loro volta in tretipi: mugdhå, madhyå e pragalbhå.

Le mugdhå sono ragazze sempre giovani (nava-yauvana), amorevoli ed animate da un desiderio diunirsi a Krishna (kåma o smara), hanno un attacca-mento (rati) di sinistra (våmå), ovvero sottomesse dinatura (vaΩîbhüta), molto riservate nel manifestare iloro sentimenti e riescono a nascondere molto benela loro perseveranza nel cercare di vederLo. Esseguardano con vergogna il loro eroe, come se fosserooffensive. Non mostrano alcun sentimento di rabbia(måna) nè si affidano ad argomenti piacevoli e spia-cevoli.

Le madhyå sono ragazze sempre giovani (nava-yauvana) che hanno una natura matura, insolente efranca (pragalbhå). Il loro sentimento (bhåva) è ca-ratterizzato sia da un’intensa lussuria (kåma) che damodestia e riservatezza (lajjå). Quando si manifestaun sentimento di gelosia (måna) alcune diventano te-nere e altre dure fino a diventare crudeli, altre anco-ra diventano ferme e risolute (dhîra) o irrequiete eimpazienti (adhîra); altre ancora manifestano una na-tura che comprende entrambi questi sentimenti (dhî-radhîra). Le madhyå nåyikå quando manifestano ge-losia (måna) si suddividono in tre tipi: dhîra-madhyå,adhîra-madhyå e dhîradhîra-madhyå. Quelle nåyikåla cui espressione diventa completamente grave nelloro rimprovero sono dhîra. Quelle che con rabbiausano parole crudeli sono adhîra; mentre quelle cheusano espressioni di rimprovero sia dolci come miele(m®du) che rigide e inflessibili (ka†hora) sono le dhî-radhîra.

Le pragalbhå sono ragazze sempre giovani (nava-yauvana) che sono accecate dalla passione(madåndha) ed estremamente bramose verso il lorooggetto d’amore (rati-vißaya). Anche le suddette pra-galbhå nåyikå quando manifestano gelosia (måna) sidividono in tre categorie: le dhîra-pragalbhå, le adhî-ra-pragalbhå e le dhîradhîra-pragalbhå. Quando con-trollano la rabbia o diventano distaccate ed indiffe-renti agli abbracci e ai gesti d’amore di Krishna sonodhîra-pragalbhå. A Vraja Candråvalî, Pålikå e Bha-

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Quarto Raggio √ Guru-tattva

18 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûrî Guru-bhakti

Ûrîla Saccidananda

Bhaktivinoda Êhåkura

La jîva accecata dall’illusione di måyå e prigioniera nella vasta rete dell’esistenza materiale, vaga senza me-ta. Accattivata dalla speranza di felicità, essa la cerca nella conoscenza, nell’intelligenza, nell’onore, nella ric-chezza e così via senza mai trovarla. In questo modo trascorrono molte vite. Come risultato dell’aver accu-mulato una quantità di suk®ti nel corso di molte vite, nel cuore della jîva viene trasmessa Ωraddhå (fede) peril bhajana. Solo nel bhajana c’è una possibilità di ottenere la felicità. Ûrî Krishna è svayam Bhagavån e la jî-va la Sua eterna servitrice. Ûraddhå è la ferma e determinata fede che ci fa realizzare come compiendo labhakti per Ûrî Krishna si disperderanno tutte le sofferenze ottenendo la propria posizione costitutiva di k®ß∫a-dåsya. Sviluppata questa fede la jîva molto presto troverà rifugio ai piedi di loto di un sad-guru, poi, unica-mente in virtù della grazia di Ûrî Guru, raggiungerà tutte le perfezioni.

I Vaiß∫ava dalla misericordia infinita sono gli amici supremi delle anime cadute di questo mondo. Sapen-do che la jîva è diventata avversa a Ûrî Krishna, essi predicano la bhakti-tattva. Sviluppando fede nella bhak-ti-tattva la jîva si rifugia ai piedi di loro di un Vaiß∫ava che come Guru la istruisce sul bhågavat-bhajana. Quan-do il discepolo manifesta delle qualifiche adeguate, avendo individuato uno scopo che persegue con senti-mento di esclusività e un’esperienza nel bhajana, riceverà da Ûrî Guru la sua misericordia e la capacità di ve-dere il ricettacolo della trascendenza, Ûrî Krishna. Tale è la misericordia infinita dei Vaiß∫ava. Come Ûrî Gu-rudeva, il Vaiß∫ava benedice le jîve estremamente cadute ed insignificanti piene di cattive abitudini (ånartha),tormentate da måyå in vari modi e immerse completamente nell’oceano dell’esistenza materiale, dandogliun posto ai suoi piedi. Egli accetta personalmente il peso della vita di questa jîva che è privata del bhajana.Con l’esempio del suo carattere supremamente puro e con la forza del suo bhajana, Ûrî Guru la attrae e glitrasmette la potenza nel cuore. Il discepolo assimila questa forza e gradualmente progredisce sul sentiero delbhajana. Non c’è, di fatto, nulla che si può paragonare alla misericordia infinita di questo Guru. E’ meravi-gliosa, e per questa ragione Narottama Dåsa Êhåkura MahåΩaya ha scritto:

Ωrî guru karu∫å-sindhu, adhama janåra bandhulokanåtha lokera jîvana

hå hå prabhu kora doyå, deho more pada-chåyå,ebe jaΩa ghußuka tribhuvana

cakßu-dåna dilå jei, janme janme prabhu sei,divya-jñåna h®de prakåΩito

prema-bhakti jåhå hoite, avidyå vinåΩa jåte,vede gåya jahåra carito

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Quarto Raggio √ Guru-tattva

19Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûrî Guru può contraddistinguersi per due sue funzioni: come dîkßå-guru e Ωîkßå-guru. Il dîkßå-guru è co-lui da cui si ricevono i mantra e il Ωîkßå-guru è colui da cui si ricevono le bhajana-Ωîkßå, le istruzioni su comeprogredire lungo la via della devozione. Un discepolo deve mostrare pari rispetto a entrambi e deve com-prendere che entrambi sono la manifestazione della Ωakti di Krishna. Se egli mantiene un’opinione diffe-rente verso di loro, sarà un offensore.

Nella Ûrî Caitanya-caritåm®ta (Adi 1.44-45-47) è affermato:

yadyapi åmåra guru – caitanyera dåsatathåpi jåniye åmi tå∫håra prakåΩa

guru k®ß∫a-rüpa hana Ωåstrera pramå∫eguru rüpe k®ß∫a k®på karena bhakta-ga∫e

Ωîkßå-guruke ta ‘jåni k®ß∫era svarüpaantaryåmî bhakta, Ωre߆ha ei dui rüpa

Considerare Gurudeva come fosse Dio la Suprema Persona è una mentalità offensiva, perchè questa ideaporta alla concezione dell’unità della jîva con l’IΩvara, la mentalità måyåvådî. Tuttavia se si compie la bhak-ti con la comprensione che Ûrî Guru è la speciale manifestazione di Ûrî Bhagavån Stesso o della Sua Ωakti, nonci sarà errore. “Ûrî Bhagavån, la personificazione di prema, Si è manifestato in Ûrî Gurudeva e mi ha datol’iniziazione.” Se questo pensiero rimane nella mente del discepolo, sarà benedetto. Egli nutrirà una fermafede nelle parole di Ûrî Guru e svilupperà una devozione irremovibile verso di lui.

Quelle jîve che possiedono fede devono rifugiarsi in un sad-guru in modo accurato e con impegno. Poi-chè ha raccolto informazioni da svariati Ωastra, Vaiß∫ava åcårya Ûrîla Sanåtana Gosvåmî, nel suo libro Hari-bhakti-vilåsa, ci ha descritto i sintomi di Ûrî Guru e del discepolo. La conclusione di tutti gli argomenti con-tenuti negli Ωåstra al riguardo è che chi ha un forte carattere scaturito dalla pratica della bhakti, che è unviΩuddha-bhakta (un supremo puro devoto) ed è il migliore tra i bhagavata, è l’unico guru delle jîve. Sola-mente quel discepolo che è libero da peccati, che ha il cuore puro ed è sottomesso è adatto a ricevere istru-zioni. Se viene ignorato questo consiglio, sicuramente appariranno delle anartha sulla via della devozione.

Ûrîman Mahåprabhu stesso ha pronunciato queste parole: “yei k®ß∫a-tattva-vettå sei ‘guru’ haya” e “guru-yatha bhakti Ωunya tatha Ωißya-gana”. “Colui che è illuminato nella scienza di Krishna è il Guru e dove c’èun guru senza bhakti, il discepolo non potrà che essere uguale.” Le parole di Ûrî Caitanya Mahåprabhu so-no sempre la verità, su questo non vi è dubbio.

Negli Ωåstra viene detto che il guru esaminerà il discepolo per un certo periodo di tempo, e il discepolo an-che osserverà il carattere del guru. In questo modo dopo aver compreso la purezza di entrambi, si stabiliràuna relazione. La relazione guru-discepolo non dura solo pochi giorni; continuerà ad esistere anche dopoquesta vita. Se il discepolo non può rifugiarsi da un sad-guru (anche dopo aver cercato con grande cura), de-vierà dal sentiero dello scopo ultimo perchè non è riuscito a trovarlo. Se il guru non è adatto, il discepolo do-po averlo lasciato, deve accettare un sad-guru. Se il discepolo è caduto e Ûrî Guru non è in grado di rifor-marlo, allora deve lasciarlo.

E’ giusto che il discepolo segua con fede determinata le istruzioni ricevute da Ûrî Gurudeva. Se il disce-polo non lo fa e segue istruzioni differenti di varie altre persone, per eccessiva bramosia non riuscirà a fareil bhajana. Se sembra che Ûrî Guru abbia dato un ordine contrario agli Ωåstra, allora con il cuore semplice, ildiscepolo deve esprimere se stesso ai suoi piedi e poi riconciliare il tutto con le parole degli Ωåstra. Ma se ildiscepolo non segue le direttive di Ûrî Gurudeva applicando cura e fermezza speciali, non otterrà in nessunmodo la sua misericordia.

Semplicemente desiderandolo Gurudeva, che è il supremo tra i bhagavata, può trasmettere la potenza nelcuore del discepolo e così renderlo un parama-bhagavata. Naturalmente questa inclinazione non appariràin Ûrî Gurudeva se il discepolo non è adatto. Il discepolo che porterà avanti con grande vigilanza le istruzionidi Ûrî Guru, presto diventerà qualificato a ricevere la ricchezza della misericordia di Ûrî Guru. Solamente al-lora egli potrà realizzare il vero significato di guru-k®pa.

Finchè permarranno le anartha nel compimento del bhajana, il discepolo deve proseguire sul sentiero del

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Quarto Raggio √ Guru-tattva

20 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

bhajana secondo le istruzioni di Ûrî Gurudeva, seguendo prudentemente le leggi e le proibizioni contenu-te negli Ωåstra. Quando, per misericordia di Ûrî Gurudeva, si attraversa l’oceano delle anartha e si giungenel regno di ni߆hå e ruci, la misericordia di Ûrî Guru inizierà a scorrere con forza. In quel momento ÛrîGurudeva diventa la ricchezza della vita del discepolo. Nel cuore del discepolo appare mamatå, un sensodi possesso nei confronti di Ûrî Gurudeva, e gradualmente aumenta l’attaccamento per il bhajana. Mentrel’attaccamento per il bhajana aumenta, il senso di mamatå si matura e si espande, un sentimento di servi-zio (dåsya-rasa) senza precedenti verso Gurudeva si manifesta. In quel momento con grande attenzione ildiscepolo offre la sua vita ai piedi di loto del suo Gurudeva.

Finchè non nasce un naturale affetto per Gurudeva, per ottenere la sua misericordia, il discepolo deveassolutamente rendergli servizio. Portare avanti meticolosamente le parole di Ûrî Gurudeva diventa allo-ra il suo principale servizio. Molte persone non manifestano alcuna determinazione nell’eseguire le istru-zioni di Ûrî Gurudeva, tuttavia sembrano molto occupati in un modo o nell’altro a provare a massaggiare isuoi piedi o a sventagliarlo. Se questi servizi vengono compiuti con un naturale ed innato affetto, se netrarrà molto beneficio ma, se il discepolo mantiene dell’insincerità nel suo cuore pensando: “Con questo ti-po di seva diventerò molto caro a Ûrî Gurudeva,” allora non gli sarà di nessun aiuto. Non si può diventarecari a Gurudeva in quel modo. E’ portare avanti gli ordini di Ûrî Gurudeva che conferisce al discepolo gran-de soddisfazione. Massaggiare o sventagliare il guru non è certo una cosa brutta. Il risultato di quel tipo diservizio è che si sviluppa sufficiente forza per seguire le istruzioni di Ûrî Guru, fondamentale presuppostoper ottenere la sua misericordia. La soddisfazione è il risultato finale che si raggiunge con il seva (servizio)svolto con un naturale e innato affetto o prîti.

(Articolo tradotto dal Ûrî Gau∂îya Patrika)

Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare,

Hare Råma, Hare Råma, Råma Råma, Hare Hare

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Quarto Raggio √ Mahå-mantra

21Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

“Ûabdera Ûakti “La potenza della vibrazione sonora trascendentale

Oµ Viß∫upåda Ûrî Ûrîmad Bhakti Prajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

Sappiamo che chi ha Ωakti, potenza, è di fatto Ωaktiman, il possessore della Ωakti. Perciò quel suono (pa-rola) che è intriso di Ωakti è Ωaktiman stesso. C’è qualche dubbio a proposito? Poichè il suono materiale èdi natura inerte e incosciente, la sua potenza è limitata e non può agire in modo indipendente. Tuttavia lavibrazione sonora del mondo trascendentale possiede una Ωakti inconcepibile. Essendo libero da ogni tin-ta o ostruzione di måyå, il suono trascendentale non è differente dalla sorgente del suono stesso e, posse-dendo una potenza senza paragoni, può raggiungere ciò che è estremamente difficile da raggiungere. In al-tre parole può rendere possibile l’impossibile. Nelle scritture è affermato:

nåma cintåmanih k®ß∫aΩcaitanya-rasa-vigrahah

pür∫ah Ωuddho nitya-mukto‘bhinnatvån nam-nåminoh

(B.R.S. Divisione orientale 2/108)

kali-kåle nåma-rüpe k®ß∫a-avatåranåma haite haya sarva-jagat-niståra

(C.C. Adi 17.22)

Bhagavån Ûrî Krishna Si è manifestato in questo mondo nella forma di Ωabda-brahma. Ûabda-brahmaÛrî Hari è un’entità che và oltre le qualità materiali (nirgu∫a) Noi esseri umani nati in questo mondo per-meato dai modi della natura (virtù, passione e ignoranza), non siamo perciò in grado di realizzarLo nè disperimentare la Sua potenza e dolcezza illimitata. Essendo nati in questi modi materiali, i nostri sensi so-no specificatamente adatti a sperimentare solo le forme, i gusti, gli odori, i suoni e il tatto materiali. La so-stanza che nasce dai modi materiali, i sensi, non possono aiutarci ad avvicinare l’entità che si trova oltrequesti modi, Bhagavån. Perciò con questi sensi materiali noi sperimentiamo solo gli oggetti materiali e tem-poranei. Se, con i nostri sensi, rimanessimo assorti nella mondanità, ci risulterebbe impossibile risvegliareil nostro stato cosciente. Perciò anche senza contravvenire ai limiti delle necessità vitali dovuti alla nostraassociazione con gli oggetti materiali, è giusto impegnarci nella direzione della realizzazione dell’entità nir-gu∫a. Sarebbe forse improprio essere ansiosi di realizzare la nostra forma spirituale (svarüpa) così comequella dell’åtmå dei nostri parenti supremi, Hari, il guru e i Vaiß∫ava? I nostri cari amici non prenderannoin considerazione questi pensieri? Se non si può sviluppare la propria coscienza fino a comprendere la pro-pria posizione costitutiva, che beneficio c’è nell’avere la forma umana?

E’ appurato che la realizzazione della realtà trascendentale (nirgu∫a-vastu) arriva solo in un modo: at-traverso le orecchie. Allo scopo di concederci la sua misericordia, l’illuminazione spirituale, la potente ha-ri-kåtha o vaiku∫†ha-Ωabda, proveniente dalle labbra di sådhu viventi e spiritualmente illuminati, appare inquesto mondo, il regno della percezione umana. Se riceviamo a cuore aperto Bhagavån che si porge nellaforma di suono, allora dopo essere entrato nelle orecchie, questo Ωabda-brahma entrerà nel profondo delnostro cuore. Poi, dopo aver completamente distrutto la sporcizia e l’oscurità del cuore, Egli stesso indub-biamente Si stabilirà lì sul Suo trono trascendentalmente puro.

L’entità nirgu∫a o il suono può giungere in questo mondo di modi materiali per Suo dolce volere. Quel-la entità o suono viene in questo regno materiale per il beneficio del mondo intero. Questo vaiku∫†ha-Ωab-da appare in questo mondo attraverso la guru-paramparå. Fluisce all’esterno come un fiume attraverso le

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Quarto Raggio √ Mahå-mantra

22 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

labbra di Ûrî Gurudeva e dei Vaiß∫ava, i quali sono la personificazione di saccidånanda (la forza spirituale,la conoscenza e la felicità). Perciò la lingua spiritualizzata del sådhu che si impegna puramente nel bhaga-vata-kîrtana, è definita la madre di Ûrî Nåma.

Molte persone pensano che quando questo suono nirgu∫a giunge in questo mondo dal piano trascen-dentale, debba accettare la forma di un’entità nata nei modi materiali. Tuttavia si può facilmente com-prendere che questa concezione speculativa e adulterata è anti devozionale e si oppone alle conclusioni del-le scritture. Gli sforzi di queste persone tesi a stabilire velatamente che il supremamente affascinante e on-nipotente controllore di måyå sia subordinato a måyå, o a dubitare della natura onnipotente di Ûrî Bha-gavån, sono espressioni della loro stupidità. Si dice perciò che, vista la verità sul Ωabda-brahma che consistenell’essere il supremo e indipendente autocrate, la Sua natura trascendentale non è mai perduta. La vibra-zione sonora proveniente dalle labbra di un sådhu è pienamente cosciente, spiritualmente illuminante e il-limitatamente potente. Viceversa qualunque cosa venga detta da persone come noi, nati nell’energia ma-teriale e i cui sensi sono composti da materia inerte, appartiene al mondano. Il suono materiale sale nel cie-lo materiale, vi rimane per un certo periodo di tempo e alla fine torna indietro. Questo suono ci porterà al-l’inferno. Questa vibrazione sonora pervade il cielo materiale della gratificazione dei sensi e si manifesta so-lamente per darci problemi. Mangiare, bere, dormire, riprodursi e poi morire sono le uniche attività di que-sto mondo, ma il suono che entra nelle nostre orecchie attraverso la guru-paramparå ha un tale potere so-prannaturale ed incantevole da entrare immediatamente nel cuore tramite le orecchie e far sbocciare la na-tura spirituale costituzionale dell’essere umano. Questo suono trascendentale giunge da Vaiku∫†ha in que-sto universo attraversando i quattordici sistemi planetari, dopo aver attraversato Brahmaloka. Esso liberala jîva da måyå e la attrae al trascendentale servizio d’amore a Ûrî Bhagavån. Superando poi Viraja e Brah-maloka, esso di nuovo torna a Vaiku∫†ha. Questa è la potenza del Nåma. Il suono trascendentale soltantoè la divinità adorabile e l’unico sostegno di tutte le jîve. Non esiste altro mezzo di liberazione per la jîva senon questo Ωabda-brahma. Perciò Sriman Mahåprabhu ha detto:

hare krsna hare krsna, krsna krsna hare harehare råma hare råma, råma råma hare hare

prabhu kahe, kahilåma ei mahåmantraiha japa giyå sabe kariyå nirbandha

(C.C. Madhya 23.76-77)‘Vi ho dato questo mahå-mantra. Tutti voi dovete conti-

nuare a cantare un numero fisso di giri.’

ihå haite sarva-siddhi haibe sabårsarva kßa∫a bala ithe vidhi nåhi åra

(C.B. Madhya 23.78)‘Cantando questo mahå-mantra tutti voi otterrete ogni

perfezione. Continuate a cantare ogni momento. Non ci so-no regole o restrizione al canto.’

ki bhojane ki sayane kibaå jågara∫eaharniΩa cinta k®ß∫a balaha vadane

(C.B. Madhya 28.28)‘Mentre mangiate, dormite o siete desti, di giorno o di not-

te, dovete impegnare la vostra mente nel pensare a Krishnae la vostra bocca nel cantare il Suo nome.’

k®ß∫a-mantra haite habe saµsåra-mocanak®ß∫a-nåma haite påbe k®ß∫era carana

(C.C. Adi 7.73)Ûrîla Bhaktiprajñåna KeΩava Gosvåmî Mahåråja

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Quinto Raggio √ Mahå-mantra

23Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

‘Cantando il k®ß∫a-mantra ci si libererà dall’esistenza materiale. Cantando il nome di Krishna si rag-giungeranno i Suoi piedi di loto.’

kali-kåle nåma-rüpe k®ß∫a-avatåranåma haite haya sarva-jagat-niståra

(C.C. Adi 17.22)‘In questa età di Kali Krishna è apparso come santo nome. Cantando il santo nome ci si associa diretta-

mente con il Signore. Chiunque faccia questo sarà certamente liberato.’

nåma binå kali kåle nahi åra dharmasarva mantra såra nåma ei Ωastra marma

(C.C. Adi 7.74)‘In questa età di Kali non c’è altro principio religioso se non cantare il santo nome che è l’essenza di tut-

ti i mantra Vedici. Questa è la conclusione di tutte le scritture.’

kubuddhi chå∂iyå kara Ωravana-kîrtanaaciråte påbe tabe k®ß∫a-prema dhana

(C.C. Antya 4.65)‘Ûrî Caitanya Mahåprabhu disse a Ûrî Sanåtana Gosvåmî: “Abbandona tutti i tuoi pensieri illogici e non

devozionali perchè non sono di aiuto per raggiungere i piedi di loto di Krishna. Impegnati meticolosamentenel canto e nell’ascolto; con ciò molto presto otterrai la suprema ricchezza, k®ß∫a-prema, l’amore per Kri-shna.”’

Rifiutare o restare indifferenti a questo Ωabda-brahma e mostrare invece il proprio ‘coraggio’ nell’adot-tare il suono impuro di questo mondo, sarà senza dubbio causa di problemi. Se non si è fortunati abba-stanza non si potranno comprendere le glorie di questo Ωabda. Le persone sfortunate pensano di aver ascol-tato hari-kåtha, invece nel vero senso, non hanno ascoltato nulla; sono stati imbrogliati. Se, per buona for-tuna, sviluppiamo un’attitudine di servizio per bhajanîya vastu Ûrî Bhagavån, questa hari-kåtha entrerà nelnostro cuore. In altre parole solo allora potremo ascoltarLo, trattenerLo e comprenderLo. Perciò è nostrosupremo dovere dare tutta la nostra attenzione a quella sorgente, all’anima realizzata dentro il cui cuore siè risvegliata la funzione intrinseca di amare Krishna e da cui l’illuminazione spirituale, hari-kåtha si mani-festa. In questo mondo vi sono lakh e lakh di associazioni i cui membri stanno semplicemente esercitandole loro lingue e le loro menti nelle regole grammaticali e nella punteggiatura sprecando le loro energie incontorsioni mentali. Essi non possono realizzare il vero significato del suono spirituale che scende dal pa-ravyoma, il cielo spirituale. Anche se sono oratori di hari-kåtha, giorno dopo giorno dovranno cadere nelpozzo del godimento dei sensi. Perciò è imperativo abbandonare completamente la cattiva associazione(asådhu-sanga) e ascoltare le scritture (Ωabda-brahma) in compagnia dei sådhu. Come anche gli Ωåstra af-fermano:

tato duhsangam utßrjyasastu sajjeta buddhimån santa evåsya chindanti

mano-vyåsangam uktibhih(S.B. 11.26.26)

‘Una persona intelligente deve perciò rigettare la cattiva compagnia e cercare invece l’associazione deidevoti santi le cui parole tagliano l’eccessivo attaccamento materiale della sua mente.’

(Tradotto dal Ûrî Gau∂îya Patrika)

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Quinto Raggio √ Canzoni Vaiß∫ava

24 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Ûrî Dåmodarå߆akam

√√Versi pronunciati da Satyavrata Müni durante una conversazione con Nåra-

da Müni e Ûaunaka Rishi contenuta nel Padma Purå∫a

√namåmîΩvaraµ sac-cid-ånanda-rüpaµlasat-ku∫∂alam gokule bråjamånamyaΩoda-bhiyolükalåd-dhåvamånaµ

paråm®ß†am atyaµ tato drutya gopyå

Adoro l’IΩvara Supremo, Ûrî Krishna, la cui forma è sac-cid-ånanda, piena di conoscenza,eternità e felicità, i cui orecchini a forma di pesce ondeggiano e giocano sulle Sue guanceed è supremamente magnifico nel dhåma trascendentale di Gokula. Dopo aver rotto ilcontenitore dello yogurt, avendo paura di Madre Yasoda, salta giù dal mortaio di legno escappa via inseguito da Yasoda, ma alla fine lei Lo cattura prendendoLo dalle spalle.

rudantaµ muhur netra-yugmaµ m®jantaµkaråmbhoja-yugmena såtanka-netram

muhu˙ Ωvåsa-kampa-tri-rekhånka-ka∫†ha-sthita-graivaµ dåmodaraµ bhakti-baddham

Adoro quel Dåmodara che, impaurito dal bastone che Sua madre tiene in mano, piangee si strofina gli occhi con le Sue mani di loto. I Suoi occhi esprimono un’estrema paura, ementre singhiozza fa sobbalzare la collana di perle e i gioielli che porta al collo segnatoda tre linee, Lui che è stato legato alla vita dalla devozione di Sua madre.

itîd®k sva-lîlåbhir ånanda-ku∫∂esva-ghoßaµ nimajjantam åkhyåpayantam

tadîyeΩita-jñeßu bhaktair jitatvaµpuna˙ prematas taµ Ωatåv®tti vande

Con grande amore ancora ed ancora adoro Dåmodara Ûrî Krishna che, con passatempicome quello di farSi legare da una corda, immerge perpetuamente gli abitanti di Gokulain laghi di estasi pura ed informa quei devoti desiderosi di conoscere il Suo aspetto di opu-lenza e maestà, di essere conquistato solamente dalla pura devozione d’amore dei Suoi de-voti .

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Quinto Raggio √ Canzoni Vaiß∫ava

25Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

varaµ deva! Mokßaµ na mokßåvadhiµ våna cånyaµ v®∫e ‘haµ vareΩåd apîhaidaµ te vapur nåtha! Gopåla-bålaµ

sadå me manasy åviråståµ kim anyai˙

O Signore! Sebbene Tu sia capace di concedere ogni grazia, non Ti prego per ricevere laliberazione, la vita eterna di Vaiku∫†ha nè qualsiasi altra benedizione si possa ottenerecompiendo i nove processi della bhakti. O Natha! Possa la Tua forma di pastorello rima-nere per sempre manifesta nel mio cuore; non ho bisogno di altre benedizioni.

idam te mukhåmbhojam avyakta-nîlair-v®tam kuntalai˙ snigdha-raktaiΩ ca gopyåmuhuΩ cumbitam bimba-raktådharaµ me

manasy åviråståm alaµ lakßa-låbhai˙

O Signore! Possa il Tuo viso di loto che è circondato da una cascata di boccoli neri, che ècontinuamente baciato da Madre YaΩodå ed è abbellito da labbra rosse come il frutto bim-ba, rimanere sempre visibile nel mio cuore; milioni di altri risultati sono inutili.

namo deva! Dåmodarånanta viß∫o!prasîda prabho! Du˙kha-jålåbdhi-magnam

k®på-d®ß†i-v®ß†yåti-dînam batånug®hå∫eΩa! Måm ajñam edhy akßi-d®Ωya˙

Omaggi a Te Signore dalla bellezza divina! Dåmodara Tu sei celebrato per l’affetto ver-so i Tuoi devoti! Sei Ananta dall’inconcepibile potenza! Onnipervadente Viß∫u! O miomaestro! Supremo indipendente IΩa! Sii compiaciuto di me! Sono profondamente im-merso nell’oceano della sofferenza, mostrami il Tuo favore inondandomi con la pioggiadel Tuo misericordioso sguardo, a me anima arresa così pietosamente caduta concedi ilTuo darΩana diretto.

kuveråtmajau baddha-mürtyaiva yad-vattvayå mocitau bhakti-bhåjau k®tau ca

tathå prema-bhaktiµ svakåµ me prayacchana mokße graho me ‘sti dåmodareha

O Dåmodara! Seppur legato al mortaio con le corde di Madre YaΩoda, hai liberato mi-sericordiosamente i due figli di Kuvera che furono maledetti da Nårada a diventare al-beri e hai donato loro la prema-bhakti. Similmente Ti prego, concedi anche a me la stessaprema-bhakti. Questa è la mia unica aspirazione, non desidero nessun altro tipo di libera-zione.

namas te ‘stu dåmne sphurad dîpti-dhåmnetvadîyodaråyåtha viΩvasya dhåmnenamo rådhikåyai dvadîya priyåyai

namo ‘nanta-lîlåya devåya tubhyam

O Dåmodara! Offro i miei omaggi all’esaltante corda che ha legato i Tuoi fianchi. Offroomaggi al Tuo ventre che è la sorgente dell’effulgenza del Brahman e la culla dell’interouniverso. Offro omaggi a Ûrîmatî Rådhikå, la Tua più cara amante e offro omaggi centi-naia di volte anche ai Tuoi meravigliosi e speciali passatempi.

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Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

26 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

ticolar modo della Krishna-tattva, della Rådhå-tatt-va, della prema-tattva e della rasa-tattva. Là furonospiegate delle cose che persino nei Veda e nel Bhå-gavatam non sono così chiaramente descritte. Mahå-prabhu fece delle domande molto belle a RåyaRåmånanda su rasa-tattva, rasaraja-mahåbhåva, do-mande che prima non erano mai state poste; ciò è digrande rilievo nella storia della bhakti ed è stato il piùgrande dono alla jîva.

Ci fu anche un dialogo tra Svarüpa Dåmodara eÛrîvåsa Pandit al festival dei carri, e K®ß∫adåsa Ka-viråja nella Caitanya-caritam®ta lo ha presentatocome una cosa di grande valore per le jîve.Poichè siamo nella linea di Mahåprabhu e di Rüpa

Gosvåmî, siamo molto fortunati ad avere tutte que-ste cose. Oltre a Mahåprabhu, molte altre incarna-zioni di Krishna sono apparse e sono venuti anchemolti åcårya come Råmanuja, Madhvåcårya,Nimbhaditya, Viß∫usvåmî e molti altri che hannopresentato alle anime condizionate doni di grandevalore. Loro hanno dato il dono della bhakti, ma nonhanno mai spiegato il bhakti-rasa. E’ particolarmen-te questo che sostanzia la nostra buona fortuna ad es-sere nella linea di Mahåprabhu e di Rüpa Gosvåmî;ma se ci impegnamo solo sui discorsi riguardanti lavaidhi-bhakti che questi åcårya hanno portato, nonavremo molte opportunità.Come ho spiegato in breve ieri, Mahaprabhu è ve-

nuto per dare l’unnatojjvala-rasa ciò che non era maistato in precedenza dato neppure nel corso di ungiorno di Brahma. Se siamo nella linea di Rüpa Go-svåmî dobbiamo sapere cos'è il rasa, cos'è raganuga,di cosa ci ha arricchito Mahåprabhu e qual è la spe-cialità di Rüpa Gosvåmî e dei rupanuga åcårya. Tut-ti i giorni, due o tre volte al giorno diciamo 'Rupa-nuga-guru-varga ki-jaya!', ma cosa significa rupanu-ga-guru-varga? Dobbiamo conoscere tutti questi si-

Bhakti-lata-bija

Il seme della pianta delladevozione

Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

Italia, Viareggio,11-12-13 e 14 Aprile 1999

Prima di tutto offro i miei illimitati umili omaggi aipiedi del mio maestro spirituale nitya-lîlå pravi߆a oµviß∫upåda Ûrî Ûrîmad Bhaktiprajñåna KeΩava Go-svåmî Måhåraja, e nello stesso tempo li offro ancheal mio maestro spirituale Ωikßa-guru nitya-lîlå pravi߆aoµ viß∫upåda Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Swå-miîMåhåraja.Sono molto felice di essere qui in Italia, anche se ve-

do che la maggioranza dei devoti vengono dall'In-ghilterra, Olanda e America. In ogni caso sono quiper far crescere la bhakti nel cuore dei devoti e peraiutare la missione di Ûrîla Prabhupåda.

Nella lezione di ieri ho detto che siamo molto for-tunati di essere nella linea di Ûrî Caitanya Mahå-prabhu e che dobbiamo sapere quali istruzioni ci halasciato e donato. I nostri Gosvåmî come SvarüpaDåmodara, Råya Råmånanda, SarvabhaumaBattåcårya, Rüpa Gosvåmî, Sanåtana Gosvåmî, JîvaGosvåmî, K®ß∫adåsa Kaviråja, Kavi Karnapura emolti altri, hanno tutti scritto molto su Ûrî CaitanyaMahåprabhu. In particolare queste istruzioni sonostate date da Ûrî Caitanya a Ûrîla Sanåtana Gosvåmî(Sanåtana-Ωikßa) a KaΩi, Varanasi e a Ûrîla Rüpa Go-svåmî (Rüpa-Ωikßa) a Prayåga. Ûrî Caitanya istruì Rüpa Gosvåmî sul bhakti rasa e

sulla raganuga-bhakti; a Sanåtana Gosvåmî parlòdella vaidhi-bhakti e spiegò chi è la jîva, chi è måyå,come può una jîva ottenere la bhakti e qual è la na-tura di Krishna. Lui spiegò tutto questo e molte al-tre cose a Sanåtana Gosvåmî.Inoltre al sud India Mahåprabhu incontrò ancheRåya Råmånanda sulle rive del Godavari e là spiegòtutto sulla bhakti, dalla base alla cima. Parlò in par-

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Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

27Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

gnificati.Quelli che non hanno impressioni dalle vite passate,

non possono raggiungere queste cose facilmente; maMahåprabhu è molto misericordioso e persino i de-voti nuovi che vengono nella linea di Mahåprabhupossono ricevere questa ricchezza.Voglio spiegare tutti questi temi: Sanåtana-Ωîkßå, Rü-

pa-Ωîkßå, Råya Råmånanda-samvada e anche il di-scorso tra Svarüpa Dåmodara e Ûrîvåsa Pandit al fe-stival dei carri.

Per prima cosa spiegherò il discorso tra SanåtanaGosvåmî e Caitanya Mahåprabhu, ma specialmenteparlerò del dialogo tra Rüpa Gosvåmî e Mahå-prabhu.A Prayaga Mahåprabhu disse a Rüpa Gosvåmî che

esistono 8.400.000 specie di esseri viventi, tra cui so-lo 400 mila hanno la forma umana. Tra questi esseriumani, sono molto rari quelli che riescono a com-prendere la scienza spirituale. Tra loro sono ancorapiù rari i devoti di Rådhå-Krishna coniugali, e traquesti ultimi è molto difficile trovare il devoto che rie-sce a realizzare e praticare: 'Anyabilasita-sunyam jna-na karmadi anavrtam, anukulyena krsnanu silanambhaktir-utthama'. Tra migliaia di questi devoti è mol-to raro trovare colui che ha ottenuto bhava, rati, e traquesti devoti che hanno ottenuto rati è raro trovarecolui che ha ottenuto prema. Tra chi ha ottenuto pre-ma è molto raro colui che serve Rådhikå. State at-tenti altrimenti non potrete capire. Mahåprabhu èvenuto per dare queste cose.Prima di tutto dobbiamo realizzare di essere:

jîvera svarüpaya k®ß∫era nitya dåsak®ß∫a tatha߆ha-Ωakti bhedabheda-prakaΩa

Noi siamo eterni servitori di Krishna e Lui è Dio laPersona Suprema, ma specialmente è Brajendranan-dana Syåmasundara, Rådhånåth, Gopîjanaballabha,non il Krishna di Mathura o Dvaråka.

Stiamo vagando nell'oceano di nascite e morti datempo immemorabile, ma se incontriamo un devotodi alta classe e ci associamo con lui, allora il nostro va-gare sta giungendo a termine. Se stiamo in associa-zione con questi devoti seguaci di Rüpa-Raghunåtha,le nostre sofferenze, dolori e il ciclo delle nascite emorti stanno per terminare. In compagnia di questidevoti tutti i passatempi di Krishna come in una se-quenza si manifestano e il nostro cuore viene tinto diKrishna-prema.

k®ß∫a-bhakti råsa-bhåvita-mati˙kryatam yadi kuto ‘pi labhyate

tatra laulyam api mulyam ekalamjanma-koti-suk®tair na labhyate

(C.C. Madhya-lîlå 8.70)

Il nostro cuore diventa come un rasagulla pieno dirasa; dobbiamo offrirci completamente ai piedi di lo-to di questi Vaiß∫ava. Dobbiamo lasciarci trasporta-re nella corrente di rasa della compagnia di questi pu-ri Vaiß∫ava. Ascoltando k®ß∫a-katha dalle labbra delpuro devoto nel cuore immediatamente si stabiliscequella rara bhakti nella forma di Ωraddha (fede).Ûraddha è il seme della pianta della bhakti. QuestaΩraddha è solo un aspetto esterno; dobbiamo sapereche ha un nucleo interno ed è il desiderio di servireKrishna. In compagnia di questi Vaiß∫ava nasceΩraddha che a sua volta fa germogliare il bhakti-lata-bija, il seme della pianta della devozione e poi verràil desiderio di servire Krishna. Se noi ascoltiamo ha-rikåtha per anni e anni, ma il desiderio di servire Kri-shna non viene significa che quell'associazione equi-vale a zero. Ascoltando continuamente harikåtha,dal seme di Ωraddhå spunterà una piantina.Se siete qui e cantate Hare Krishna, ma non prova-

te gusto nell'ascoltare harikåtha, allora tutta l'asso-ciazione col guru e il vostro cantare equivale a zero.Se uno si trova in una posizione intermedia e non gu-sta nè l'harikåtha e il canto, nè le cose materiali, sitrova in una posizione molto difficile. Può aver pre-so sia Harinåma che Dîkßa ma si trova in una situa-zione delicata perchè non ha ancora gusto nell'a-scolto dei passatempi di Krishna e allo stesso temponon vuole tornare alla vita materiale. Questa situa-zione è molto critica.Questi devoti stanno cantando ma la loro mente và

qui e là e ci sono solo desideri materiali; questo nonè un vero canto.

Cosa succede allora? Questi devoti cominciano acriticare i Vaiß∫ava, il guru e a fare molte offese per-chè non hanno fede nell'Harikåtha e nel canto. Lo-ro non credono nel loro guru, non lo seguono e co-minciano a criticare i Vaiß∫ava. Non hanno neppurepaura di fare Vaiß∫ava-aparadha, nåma-aparadha eseva-aparadha; pensano di essere nel giusto e vannoavanti per la loro strada. Questi devoti fanno diffe-renze tra Ωikßå-guru e dîkßå-guru e così facendo il lo-ro gurudeva è costretto a dar loro solo insegnamentiesterni. Queste persone pensano di essere gli uniciVaiß∫ava esistenti in questo mondo, pensano di es-sere grandi sannyåsî che cantano da 20 anni e poi co-minciano a raccogliere soldi e donne.

Dobbiamo stare molto attenti e non criticare nes-sun Vaiß∫ava sia iniziato o no. Se siamo madhyama-

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Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

28 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

adhikari possiamo dare dei consigli ma mai esserecritici verso gli altri Vaiß∫ava. In modo particolarechi è stato iniziato da gurudeva deve ricordarsi tutti imantra, e se gurudeva non ha avuto il tempo di spie-garli, deve andare da un altro gurudeva e farseli spie-gare.Dovete sapere che il Ωikßå-guru non è differente dal

dîkßå-guru perchè entrambi sono qualificati. A vol-te il dîkßå-guru è superiore allo Ωikßå-guru o vicever-sa e a volte dîkßå-guru e Ωikßå-guru sono la stessa per-sona.

Se si ha il desiderio di servire Krishna e se si è sin-ceri dobbiamo porci delle domande: cosa posso fareper servire Krishna? Se il guru non ha tempo di ri-spondere, allora bisogna andare da un Ωikßå-guru. Avolte col dîkßå-guru abbiamo una relazione impron-tata più sul rispetto perchè lo consideriamo come unpadre, ma col Ωikßå-guru possiamo aprire il nostrocuore e fargli delle domande perchè è il nostro mi-gliore amico; con lui possiamo confidarci e parlarglidei nostri problemi faccia a faccia. La cosa migliore sarebbe che Ωikßå-guru e dîkßå-gu-

ru corrispondano ad una sola persona, così sarà sia ilnostro amico che la persona da onorare e adorare.Può succedere che al momento dell'iniziazione era-vamo come bambini immaturi e non abbiamo com-preso il vero significato del guru e del bhajan. Poi ab-biamo cominciato a chiederci: come si fa il bhajana?Come ascoltare e praticare? A questo punto è ne-cessario un Ωikßå-guru; se siamo veramente sinceri eabbiamo il desiderio di servire Krishna, allora Luifarà di tutto per farci incontrare un Ωikßå-guru che cifaccia avanzare. Il Ωikßå-guru chiederà se siamo sta-ti iniziati e noi risponderemo di sì, ma che non ab-biamo potuto capire il significato del bhajan e dellavita spirituale e quello che voleva dire gurudeva. Orasono necessarie delle risposte; allora il Ωikßå-guru viparlerà di tutto e vi rivelerà molti segreti che lui stes-so ha sperimentato durante la sua vita.

Come quando Gopa-kumara incontrò il suo guru-deva che gli disse: "Oh, tu vieni da Prajotisapura, seistato a KaΩi e in molti altri luoghi dove hai incontra-to molte persone." Gopa-kumara meravigliato ri-spose: "Come fai a sapere tutte queste cose?"Quando avrete fede nel vostro guru, egli vi rivelerà

i segreti dei passatempi di Krishna; ma prima di tut-to vi rivelerà il significato di tutti i mantra. Non c'ènessuna differenza tra Krishna e il guru, e la stessacosa vale per il Gopala-mantra che è Brajendranan-dana Stesso, Gopîjanaballabha e K®ß∫a-prema che èl'incarnazione del Kåma-gayatri. Questi due mantra

insieme sono l'incarnazione di akhila-rasam®ta-sindhu Krishna, il possessore di tutti i rasa. Quindiquesti mantra sono akhila-rasam®ta-sindhu.Il guru-mantra e il guru-gayatri sono l'incarnazione

del guru; il gaura-mantra e il gaura-gayatri sono l'in-carnazione di Sacinandana Gaurahari. Questo è ilprocesso per ricordare tutti questi mantra, così po-tremo realizzare che l'incarnazione di tutti i mantrasono Rådhå-Krishna coniugali e di seguito realizza-re la nostra svarüpa trascendentale. Il guru ci diràcome cantare i mantra, ma ci indicherà anche chi èl’I߆adeva di ogni mantra. Nel Gopala-mantra peresempio l'I߆adeva è Gopîjanaballabha. Il guru inol-tre ci dirà anche qual è la relazione tra noi e l'I߆ade-va; ci darà la vera concezione per capire questi man-tra e qual è la relazione contenuta nei mantra.

Per esempio, se si ha una moglie molto casta mamolto ammalata, come agirà il marito? La porteràda un dottore che dirà: “Questa malattia è molto gra-ve, per farla guarire dovrai spendere molti soldi.” Ilmarito sarà disturbato di spendere tutti quei soldi?No, anche se non li avesse farà in modo di procurar-seli. Questo avviene perchè c'è una relazione. Se ve-desse invece un barbone molto malato, non arriveràa spendere tutti quei soldi per guarirlo; al massimoproverà un po' di compassione e di solidarietà.

Per prima cosa dobbiamo stabilire la relazione tranoi e l'I߆adeva; il vero gurudeva è quello che dà larelazione, come per esempio nel Gopala-mantral'I߆adeva è Gopîjanaballabha.

Forse in quel momento non eravate ancora prontiper ricevere la conoscenza della relazione, ma è es-senziale realizzarla. Per prima cosa bisogna saperechi è l'Istadeva di quel mantra, e poi la relazione tral'I߆adeva e noi. Il guru darà anche prapatti cioè pensare: “quel man-

tra è il mio I߆adeva.” Non dobbiamo pensare che ilmantra sia solo una parola; il mantra è il nostroI߆adeva ed è Krishna Stesso. Prapatti significa pen-sare che quel mantra sia ciò che ci protegge e ci so-stiene e di conseguenza è il nostro rifugio. E' comese una persona dipendesse da un'altra, su quest'ulti-ma graverà la responsabilità. Quando prenderete ri-fugio nel Gopala-mantra, Krishna sarà costretto adaiutarvi; poi verrà saranagati.Ci sono sei tipi di saranagati che vanno seguiti rigi-

damente. Per prima cosa ci sono le cose favorevoliche vanno accettate: l'associazione di quei devoti checi aiutano nella bhakti. Se il padre, la madre, il ma-rito, i fratelli, i parenti, gli amici o persino il guru cri-ticano i Vaiß∫ava, non cantano e non ricordano, allo-

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dîkßå-guru non ha trovato il tempo di spiegarvi tuttequeste cose, dovete cercare un Ωikßå-guru. Ma que-sto è solo l'inizio.

Tutte queste cose sono l'inizio della vaidhi-bhaktiche Ûrî Caitanya Mahåprabhu ha spiegato a Sanåta-na Gosvåmî. Quindi se uno ha avuto un dîkßå-guruautentico che non gli ha spiegato tutto, deve cercare

un Ωikßå-guru che rie-sca a dargli tutta que-sta conoscenza perprogredire nellavaidhi-bhakti. Poiverrà la raganuga-bhakti.

Dopo aver accettatodîkßå da un guru di al-ta classe, bisogna di-ventare forti, coscientie risoluti. Dovete ac-cettare le cose favore-voli e rigettare subitole cose sfavorevoli. Senon agite così la vostrapratica della bhaktisarà come zero. Vichiedo quindi di ab-bandonare tutti i desi-deri materiali, tutti iproblemi con il mari-to, la moglie, i figli ecosì via ed essere sod-disfatti con ciò cheKrishna vi manda. Daoggi dovete seguire;

siate come Rüpa e Sanåtana, come Raghunåtha Då-sa, ViΩvanåtha Cakravarti Êhåkura, Ûrîvas Pandita,che siate sposati o rinunciati non importa. Provatead ascoltare ma fate in modo che queste cose non viescano dalle orecchie, altrimenti qual è l’utilità delbhakti-yoga?Se praticheremo il bhakti-yoga ci sentiremo soddi-

sfatti con quello che Krishna ci ha dato; se arrivanodelle sofferenze o dei problemi bisogna pensare:“Oh, benvenuti!” Dovete essere come PariksitMahåråja; anche se la morte stava arrivando, lui erasoddisfatto.Dovete accogliere i problemi con un sorriso, dove-

te pensare che tutto quello che accade è il risultatodelle attività compiute nelle vite precedenti, che siabuono o cattivo. Perchè allora non sorridere? Do-vete anche continuare a cantare Hare Krishna Hare

Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

29Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

ra dobbiamo lasciarli subito senza esitare perchèquella compagnia non è favorevole alla bhakti, comefece Bali Mahåråja col suo guru.

Se ci rifugiamo nell’I߆adeva, Lui sarà costretto aproteggerci. L'I߆adeva può dare qualsiasi cosa in unmomento; Lui può distruggere o creare l'universo inun istante. Dobbiamo avere una forte fede in que-sto. Dobbiamo cercare di segui-re l’esempio di Haridås Thåkur ePrahlåda Mahåråja; loro non ab-bandonarono mai il canto e il ri-cordo, nemmeno quando eranosul punto di morire. Dobbiamoessere molto forti e non dobbia-mo preoccuparci del nostro man-tenimento.

Se abbiamo questa forte fedenell'I߆adeva e nel guru, lui cidarà tutto e anche di più. Luiaprirà il cielo per noi anche senon siamo in grado di prenderetutto; lui ci sosterrà e ci darà an-che più di quello di cui abbiamobisogno.

All'inizio il mio gurudeva midisse di andare a predicare, manon mi ha mai dato nemmeno unpaisa e in un modo o nell'altrosono sempre riuscito a fare ciòche mi aveva detto. E ora Krish-na mi manda dei devoti comeSyamarani, V®ndåvana Vilasini,Vrajanåth, e anche Lîlå Purusot-tama e K®ß∫a Devî.

Bisogna sempre avere una forte fede nell'I߆adevaed essere sempre umili:

t®nad api sunicena taror api sahisnunaamaninå manadenåkîrtanya sada hari(ÛikΩåstakam 2)

Bisogna sempre rispettare gli altri Vaiß∫ava, e nonpensare di venire da Goloka V®ndåvana e di esserequi per farci servire. Chi lo ha fatto, anche se erasannyåsî da 20 anni, è caduto con le donne e col de-naro.Poi c'è atma-nivedanam, donare il nostro cuore e la

nostra anima a Krishna. Dobbiamo riconoscere ilΩikßå-guru e il dîkßå-guru allo stesso modo. Se il

Ûrîla Bhaktivedånta Nåråya∫a Mahåråja

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teriali e rigetterete le cose trascendentali. Dovetescriverlo nel cuore, da oggi cercate di seguire se vo-lete essere felici; altrimenti non potrete lasciare ilmondo materiale.

Ora vi voglio spiegare delle cose che vi saranno diaiuto. Ci sono due tipi di passatempi: quelli di Kri-shna e quelli dei Suoi devoti. Quali sono i più favo-revoli per noi? Quelli dei Suoi devoti, perchè ci in-segnano a come servire Krishna che è l’oggetto del-l’amore e quindi ci aiutano a raggiungere lo scopo.Quando Mahåprabhu era a Puri, i Vråjavasi andava-no a trovarLo e Lui chiedeva: “Come stanno Rüpae Sanåtana? Cosa stanno facendo? Come si man-tengono? Come fanno il bhajana e come prendonoprasada?” I devoti rispondevano: “Loro cantano ericordano 24 ore al giorno, scrivono libri, ascoltanoharikåtha e vivono a Vråja molto felicemente. Nonhanno casa e ogni notte dormono sotto un albero di-verso.” A quel tempo era molto pericoloso dormireall’aperto per via della foresta e degli animali feroci.Noi pensiamo che loro cambiavano albero perchèerano rinunciati e non erano attaccati a nessun luo-go, ma questa non è la verità. Li crediamo devoti diquel tipo ma non è così. Rüpa e Sanåtana stessi di-cevano: “Questi alberi sono qui da quando è appar-so Krishna e Lui si è arrampicato su di loro. Questialberi hanno visto i passatempi di Rådhå e Krishnaquindi non sono dei semplici alberi, sono entità tra-scendentali. Rüpa e Sanåtana pregavano: “O albe-ro, tu sei trascendentale, ti prego, sii misericordioso.Tu hai servito Rådhå e Krishna con i tuoi fiori e i tuoifrutti.”Rüpa e Sanåtana a volte andavano a Nandagaon, a

volte a Vamsivat o al Rådhå-kunda, a volte erano aBandiravan dove Rådhå e Krishna Si sono sposaticon il rito gandharva. Loro pregavano: “O Bandira-van, sii misericordioso con me! O Vamsivat, tu haivisto e realizzato la danza di Krishna con le gopî, haiservito tanto, per favore sii misericordioso!” In que-sto modo Rüpa e Sanåtana vivevano ogni giorno sot-to un albero diverso.

Anche voi dovete piangere dentro e pregare:“Quando verrà quel giorno che sarò a V®ndåvana?In quel momento pregherò Vamsivat, Bandiravan,Giriraja Govardhana, il Rådhå-ku∫∂a e il Syama-ku∫∂a.”Anche noi dobbiamo piangere così: “Quando avrò

la fortuna di andare a V®ndåvana, quando a Na-vadvîpa dove Mahåprabhu predicò con GadadharaPandita e cominciò il sankîrtan? Quando andrò aPuri, a Gambhira e gusterò i sentimenti lì espressi?

Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

30 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Krishna, Krishna Krishna Hare Hare, Hare RåmaHare Råma Råma Råma Hare Hare. Penso che do-vete scrivere queste cose nel vostro cuore, non scri-vete sulla carta che poi si getta via. Se arrivasse unagrande calamità o un problema dovete pensare chesia il frutto delle attività passate oppure, se siete deiveri devoti, dovete pensare che Krishna ha fattoquesto arrangiamento per mettervi alla prova, co-me fece con Draupadî così le sue glorie vennero co-nosciute in tutto il mondo.

Dovete sempre sorridere e affrontare i problemicol sorriso, che siate g®ha߆ha o rinunciati. Nonpreoccupatevi per i problemi altrimenti non potre-te fare il bhajana. Avete già gustato tutte queste co-se nella forma di maiale, cane o deva. Con questaforma umana invece, con questo corpo forte e conun guru autentico, dovete sempre cercare di prati-care il bhakti-yoga e se arriva qualche problemaprendetelo come il prurito.Se volete essere felici in questa vita e nella prossi-

ma, dovete avere bhakti. Fate la promessa di nondesiderare niente, di desiderare solo la k®ß∫a-bhak-ti. Siate forti e non fate nessuna richiesta materiale,non cambiate marito o moglie, siate soddisfatti, al-trimenti diventerete come i cani e i porci che cam-biano marito o moglie 40-50-100 volte. Quando sen-to di devoti iniziati che vogliono cambiare la moglieo il marito, allora penso che sarebbe meglio esserecome cani o porci.Voglio sentire solo: “Oh, Gurudeva! Ho un gran-

de problema! Dov’è Brajendranandana? Dov’èRådhikå? Dov’è Lalitå? Come posso servirLi? Co-me posso avere gusto nell’ascoltare hari-kåtha?” Iovoglio solo sentire questi problemi. Dovete saperecon chiarezza che esiste solo un problema: aver di-menticato Krishna. Questo problema è la radice ditutte le sofferenze. Krishna è molto misericordiosoe attraente. Lui vuole sempre dare la misericordiaa tutti, ma noi non la vogliamo. Questo è la causa ditutto, cercate di risolvere questo problema così tut-ti gli altri se ne andranno. Se siete venuti da un pu-ro devoto, da un guru autentico, dovete lasciare tut-ti i cattivi desideri del cuore e diventare come il flau-to che al suo interno è vuoto.Quando vi rifugiate in un guru autentico dovete la-

sciare tutti i pensieri su come avere successo nellavita e ascoltare solo harikåtha. Dovete pensare:“Ora mi rifugio in te.” Così il guru sarà misericor-dioso e darà tutte le tattva nel cuore. Se coltivate deidesideri materiali non le potrà dare. Se non sietecompletamente arresi a lui svilupperete desideri ma-

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a߆a-prahara k®ß∫a-bhajana cari da∫∂a sayanenåma-sankîrtane seha nahe kona dine

‘Compiono il bhajana sia di giorno che di notte, dor-mono soltanto un’ora e mezza e a volte non dormo-no affatto.’

kabhu bhakti-rasa-Ωåstra daraye likhanacaitanya-kåtha sune kare caitanya-cintana

‘Sono impegnati nello scrivere opere sul bhakti rasanell’ascoltare i passatempi di Ûrî Caitanya e nel pen-sare a Lui.’

Questo è il modo e il processo per praticare la bhak-ti in questo mondo. Non bisogna solo mangiare, man-giare e poi fare escrementi. Rüpa e Sanåtana canta-vano sempre, ricordavano, scrivevano e leggevanodei passatempi del Signore Caitanya e di Rådhå-Kri-shna. Questo è il metodo per seguire la k®ß∫a-bhak-ti, non c’è un altro modo.Quando Caitanya Mahåprabhu sentiva queste cose,

diventava molto, molto felice e nel suo cuore si alza-vano onde di felicità e diceva a tutti: “Siate così an-che voi.” Anch’io voglio che voi siate come Rüpa e Sanåtana;

se non potete seguire totalmente, iniziate con poco epoi gradualmente cercate di incrementare. Dovetepensare che Krishna ci proteggerà e penserà a tutto,dovete avere fede in Krishna come quella di Rüpa eSanåtana Gosvåmî. Per noi esiste solo un problema:come poter seguire. Se risolviamo questo problema,anche tutti gli altri saranno risolti molto facilmente.Quando Ûrî Caitanya partì da Puri per recarsi a

V®ndåvana, attraversò la foresta Jarikandha e diedela Sua misericordia alle tigri, ai leoni, agli elefanti, agliorsi e a tutti gli animali che cominciarono a cantareHare Krishna. Anche gli alberi cantavano Hare Kri-shna. Era un miracolo, tutte le persone dei villaggidella foresta furono molto fortunate ad avere ildarΩan di Mahåprabhu e ascoltare il mahå-mantradalla Sua bocca.Poi Mahåprabhu arrivò a Vraja e divenne pazzo (un-

mata) di k®ß∫a-prema. Vedendo la Yamuna, le fore-ste, Govardhana, non potè controllarsi e pensò: “Serimango qui tutti verranno a sapere che io sono Kri-shna, quindi devo andare via subito.”A quel tempo V®ndåvana era piena di foreste, ma in

molti luoghi non c’erano le tigri e i leoni, c’erano i cer-biatti, i pavoni e i cucù, e Mahåprabhu era sempre

Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

31Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

O Krishna, sii misericordioso, o Rüpa e Sanåtana!”Questo è il problema; i Vaiß∫ava non hanno nessunaltro problema, è questo l’unico loro problema.“He Rådhe-vråja devike ca Lalite! He Nanda-sunokutah.. O Rådhike! Dove sei? O Lalitå! Dove sei?O Nanda-suno, Krishna! Dove sei? Sto morendo,per favore vieni e dammi il Tuo servizio!” Questodev’essere il sentimento dei devoti.

(Un devoto inizia a leggere la Ûrî Caitanya-cari-tam®ta Madhya-lîlå, capitolo 19 versi 126-127-128-129-130). Traduzione di Ûrîla Bhaktivedånta SwåmîMåhåraja:

kaiche asta-prahara karena Ωrî-k®ß∫a-bhajana?tabe prasamsiya kahe sei bhakta-gana

‘I compagni del Signore Caitanya chiedevano:“Come fanno Rüpa e Sanåtana a impegnarsi nel ser-vizio devozionale per ventiquattr’ore al giorno?”Allora i devoti che venivano da Vraja glorificavanoÛrîla Rüpa e Sanåtana.’

aniketa dunhe vane yata v®kßa-ganaeka eka v®kßera tale eka eka ratri sayana

‘In realtà i due fratelli non hanno residenza fissa.Vivono sotto gli alberi; una notte sotto uno e unanotte sotto un altro.’

Dovete sapere che io leggo e seguo sempre le istru-zioni di Swåmîji. Anche voi dovete cercare di scri-vere tutte queste cose nel vostro cuore.

(Il devoto continua a leggere):

vipra-g®he sthula-bhikßa, kahan madhu-kariΩiska-ruti-cana civaya bhoga parihari

‘Ûrîla Rüpa e Sanåtana Gosvåmî vanno ad elemo-sinare un po’ di cibo nelle case dei brahmana. Poi-chè hanno lasciato ogni genere di piacere materialeprendono solo un po’ di chapati duri e alcuni cecifritti.’

karonya-matra hate kantha chinda bahirvasak®ß∫a-kåtha k®ß∫a-nåma nartana-ullasa

‘Portano con sè soltanto un contenitore per l’acquae indossano una coperta strappata. Cantano sem-pre i santi nomi di Krishna, parlano dei Suoi diver-timenti e danzano colmi di gioia.’

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pazzo di k®ß∫a-prema. Quando andò a Kalya-gath siricordò: “O, io ero lì e ho controllato Kaliya.” Quan-do era a Govardhana pensava: “O, mi ricordo quan-do ho alzato Govardhana con il mignolo della manosinistra ed ho anche fatto molti passatempi con legopî suonando il flauto in modo molto dolce.”

Così Mahåprabhu vagando per tutte le foreste diV®ndåvana si ricordava dei passatempi. I cucù can-tavano come per dire: “Krishna è superiore a tutti!”Ma le femmine dei cucù rispondevano: “E’ Rådhikåsuperiore. Krishna è bello solo quando è in compa-gnia di Rådhikå, altrimenti no. Krishna porta la piu-ma di pavone solo perchè sopra c’è scritto il nome diRådhikå e la posiziona sul lato sinistro della testa per-chè Rådhå è sempre alla Sua sinistra e la piumavuole toccare i piedi di Rådhikå!” Ascoltan-do questi discorsi Mahåprabhu diventavasempre più pazzo.

In questo contesto BalabhadraBattåcårya accompagnò Mahå-prabhu a Puri e per la strada si fer-marono a Prayaga, il luogo dovesi incontrano il Gange e la Ya-muna e lì incontrò Rüpa Go-svåmî. Caitanya Mahåprabhudisse a Rüpa Gosvåmî: “Orati darò una goccia dell’ocea-no di rasa e con quella potraicapire tutto ciò che vi è con-tenuto.” Gli diede la Suamisericordia e Rüpa rea-lizzò ogni cosa.

brahmanda brahmite ko-na bhagyavan jîva

guru-k®ß∫a-prasade payabhakti-lata-bija

(C.C. Madhya 19.151)

‘Se vagando per l’universo insvariate specie di vita, un esse-re vivente, per grazia di Krish-na, ha la fortuna di incontrare unmaestro spirituale autentico, rice-verà da lui il seme della pianta del-la devozione.’

Cos’è il bhakti-lata-bija? E’ il desiderioo la tendenza a servire Krishna, avere unaforte fede nelle parole del guru, dei Vaiß∫ava edegli Ωåstra. Se un guru non segue le parole

degli Ωastra e del suo gurudeva, significa che c’è qual-cosa che non va in lui; ma se il guru è un puro devotoe dice qualcosa che non è scritto apertamente negliΩåstra, le sue parole devono essere considerate più de-gli Ωåstra perchè è un Vaiß∫ava di alta classe. Invecese il guru è in contrasto con gli Ωastra e i puri Vaiß∫ava,allora deve essere rigettato. Se però il guru dice qual-cosa che non è scritto ma che tutti i devoti accettanoe approvano e inoltre canta e ricorda sempre ed è unpuro Vaiß∫ava, allora le sue parole valgono più degliΩastra e quindi deve essere accettato.Il seme della pianta della bhakti (bhakti-lata-bija) è

il desiderio di servire Krishna e noi dobbiamo svilup-pare solo questo desiderio: “Mio marito deve servi-

re Krishna, mia moglie deve servire Kri-shna, i miei figli devono servire Kri-

shna, tutti i miei amici devono ser-virLo.” Ma se sono sfavorevoli

allora vanno lasciati subito.Se qualcuno pianta il seme

della bhakti-lata nel cuoredi una persona, allora èun guru; se però non dàquesto desiderio di ser-vire Krishna non lo è.

Voglio raccontarviciò che mi è accadu-to questa mattina.Ero andato sullaspiaggia per cantarei giri e stavo ricor-dando specialmen-te questo verso(SB. 11.2.40):

evamvratah sva-priya-nama-kîrtya

jatanurago druta-citta uccaih

hasaty atho roditirauti gayaty

unmadavan n®tyatiloka-bahyah

Quei devoti che hanno svi-luppato k®ß∫a-prema, che

hanno superato lo stadio dibhåva e hanno raggiunto rati-

sthiti, il primo bagliore di prema,cantano sempre il nome del loro amato:Govinda, Dåmodara, Mådhaveti,

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Ûrî Rati Mañjarî

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33Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Rådhånåtha ... Questi devoti abbandonano ogni timidezza e diven-tano unmata, pazzi: a volte piangono di felicità e sirotolano per terra, a volte ridono senza una ragionee altre volte piangono molto amaramente. I devotigenerici pensano che questi devoti siano pazzi, chenon ci sia ragione di piangere o ridere, loro non pos-sono capire. Persino Brahma non potrà capire il lo-ro comportamento. Chi non ha molto attaccamentoper Krishna e chi non ha un amore come quello del-le gopî non capirà. Ma questo è il sintomo di un amo-re ed affetto di alta classe, noi non possiamo neppu-re immaginare perchè piangono e si rotolano per ter-ra.

Così camminavo sulla spiaggia e ricordavo questoΩloka, quando vidi una scena molto patetica che miha toccato il cuore: là c’era un cane, era molto tra-sandato e aveva gli occhi incrostati di lacrime. Eraun pastore tedesco, da giovane doveva essere statomolto bello e forte, ora però era vecchio e trascura-to e cercava qualcuno. Lui andava a vedere e ad an-nusare tutte le macchine che arrivavano e con gli oc-chi molto tristi poi si sedeva. Ho chiesto ai devoti:“Sta aspettando il suo padrone che sta camminandosulla spiaggia?” Ma loro mi hanno risposto: “No, no.Questo cane è stato abbandonato perchè era vecchio,il padrone ha pensato di non prendersene più cura elo ha abbandonato qui d’estate quando migliaia dipersone vengono al mare.” Ora il cane pensa:“Dov’è il mio padrone? Lui mi amava molto e mi la-vava con le sue stesse mani, mi voleva molto bene.Ma ora dov’è? Forse mi ha perduto. Lui un giornotornerà e mi farà salire sulla sua auto.”Ricordando l’affetto che il padrone aveva in passa-

to, il cane sta lì seduto e ricorda e piange. I devoti so-no così; perchè le gopî piangono per Krishna? Per-chè Rüpa e Sanåtana piangevano cantando: “HeRådhe! Vraja-devike! He Lalite!”? Quel cane pian-ge per il padrone e a volte pensa: “Devo morire, vo-glio entrare nel mare e annegare.” Ma poi torna in-dietro pensando: “Il mio padrone potrebbe ritorna-re.” è per questo che non muore.Le gopî sono così, vogliono morire ma poi pensano

che Krishna potrebbe tornare perchè quando è par-tito ha detto: “Domani o dopodomani tornerò.”Anche voi potrete realizzare il cuore delle gopî o di

quei devoti che a volte piangono e a volte ridonopensando: “Krishna di sicuro verrà.” Se persino uncane può pensare così perchè non noi? Quel suo cru-dele padrone però non tornerà perchè il suo amoreed affetto è finito. Ma l’amore di Krishna è trascen-dentale e quindi sicuramente Lui tornerà, invece

quel padrone non tornerà mai più dal cane. Il caneperò è sempre lì che aspetta il padrone, nessuno lo cu-ra, gli dà da mangiare e nessuno lo porta nella sua au-to, ma quando vede arrivare qualcuno pensa: “Oh, ilmio padrone sta arrivando.” Ma poi piange ancora.

Questo mondo è fatto per ricordare, è come unascuola dove possiamo comprendere molte cose. Og-gi ho potuto realizzare perchè le gopî piangono tan-to amaramente e si lamentano. Dobbiamo realizza-re queste cose, ma non siamo in grado di farlo a cau-sa delle speculazioni della mente, perciò abbiamo bi-sogno dell’aiuto di un devoto di alta classe.Un giorno quel cane morirà e quel crudele padrone

non tornerà. Ma Krishna non è crudele, Krishna èsempre misericordioso e il devoto non morirà. Kri-shna torna dalle gopî volta per volta a rappacificarlema loro credono sia un sogno e pensano: “Sono di-ventata pazza, credo di aver visto Krishna, ma inrealtà non L’ho visto.” In questo modo Krishna pu-rificherà il devoto che potrà sviluppare facilmentek®ß∫a-prema, come fecero Bilvamangala e Mådha-vendrapuripåda.

ayi dina-daya®dra nåtha hemathura-nåtha kadavalokyaseh®dayam tvad-aloka-kataram

dayita bhramyati kim karomy aham(C.C. Madhya 4.197)

Le gopî piangono sempre così: “O mio amato Si-gnore! Per favore vieni, io sto morendo. Devi dar-mi il Tuo darΩan e il Tuo servizio!”

ha nåtha råmana pre߆hakvasi kvasi mahå-bhujadåsyas te k®panaya me

sakhe darΩaya sannidhim(SB 10.30.39 e C.C. Adi-lîlå 6.71)

“Mio Signore, Mio caro amato! O Signore dalleforti braccia! Dove sei? O caro amico, rivelaTi allaTua servitrice che soffre per la Tua assenza!”

Le gopî non moriranno, ma il cane sì ed anche il suopadrone. I devoti e Krishna non muoiono mai e ungiorno Krishna sarà costretto a dare il Suo darΩan eil servizio. Anche noi dobbiamo essere così.

Ci sono due tipi di Ωraddhå. Il devoto è come ungiardiniere e il guru gli dà la misericordia di Krishnae la sua; il guru dà il seme, il bhakti-lata-bija e ilsådhaka giardiniere pianta quel seme nel cuore e loannaffia con l’acqua di Ωravana (ascolto) e kîrtana

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Sesto Raggio √ Ûuddha-bhakti

34 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

(canto). Dovete sapere che gurudeva vi dà il semedella bhakti ma se il terreno del vostro cuore non èfertile, il seme non germoglierà. Il devoto deve per-ciò esaminare sè stesso e vedere se il suo cuore è ari-do e se ci sono pietre da togliere.

Il maestro spirituale prima di tutto ara il terreno,rendendolo soffice, rimuove cioè le anartha più gros-solane e le concezioni sbagliate dal cuore del devotoe poi pianta il seme. Il devoto quindi all’inizio ascol-terà dal maestro spirituale su come superare gli osta-coli sotto forma di anartha. Il devoto poi inizia a da-re l’acqua al seme ascoltando dal guru e dai devotiche hanno dato il loro cuore al servizio di gurudeva.Come fece Pariksit Måhåraja che ascoltò da Suka-deva Gosvåmî, come Raghunåtha das che ascoltò daSvarüpa Damodara, Mahåprabhu e Rüpa Gosvåmî.Quindi dobbiamo ascoltare dal nostro gurudeva o daun puro devoto, dal Ωikßå-guru. Ci sono molti Ωikßå-guru ma tra tutti uno deve essere preminente, con luipossiamo aprire il nostro cuore e così vi scriverà tut-to come in un libro aperto.Dopo l’ascolto verrà kîrtana. Kîrtana non significa

solo cantare le canzoni. Sukadeva Gosvami era il mi-glior kîrtanîya del mondo ma non fece mai il kîrtancon i karatala e la m®danga, lui fece k®ß∫a-kåtha quin-di è il miglior kîrtaniya. Dobbiamo perciò ascoltareda questi kîrtanîya e poi compiere anche noi il kîrtancosì.Ûraddhå è di due tipi: la prima è lokiki-Ωraddhå e la

seconda è la Ωraddhå trascendentale. Lokiki-Ωraddhånon porterà nulla; è quando si rispettano i genitori ei parenti. La Ωraddhå trascendentale è di due tipi:quella basata sulle affermazioni degli Ωåstra, cioè ser-vire Krishna e non lasciare mai il bhajana come fe-cero Haridasa Êhåkura, i Pandava e Draupadi. L’al-tra Ωraddhå trascendentale è lobhamayi Ωraddhå chenasce ascoltando i passatempi di Krishna come adesempio il Dåmodara-lîlå, quando Krishna piange esi fa legare dall’amore e dall’affetto di madre Yasho-da. Quando sviluppiamo il desiderio di servire Kri-shna come fanno Yashoda, i pastorelli o le gopî, na-sce la lobhamayi Ωraddhå. Se c’è solo fede negliΩåstra e si pensa: “Devo servire Krishna altrimentisoffrirò” si manifesta Ωravana e kîrtana di un certotipo. Quando invece avrete lobhamayi Ωraddhå, fe-de con del gusto per servire Krishna, allora deside-rerete ascoltare il lamento delle gopî, di come ama-no Krishna e vorrete servire anche voi in quel modo.Dovete sempre ascoltare dai devoti di alta classe al-trimenti cadrete. Quelli che hanno cantato pervent’anni e continuano a cadere pensando: “Sono un

rinunciato.” Non sono mai stati devoti. Loro hannopreso il da∫∂a e i vestiti color zafferano ma la loromente e il loro cuore non sono mai stati tinti dak®ß∫a-prema. Queste persone cadute non possonodistinguere una persona caduta da un grande devoto.Dovete pregare Krishna e chiederGli di poter incon-trare un devoto di alta classe e se siete sinceri Krish-na arrangerà ogni cosa. Dovete sapere bene questecose altrimenti non potrete ascoltare da nessuno,neppure in futuro. Queste cose sono molto confi-denziali.

Dovete cercare sempre associazione di alta classecosì lobhamayi-Ωraddhå giungerà molto presto e sisvilupperà il desiderio di servire Krishna. Sådhu-san-ga è sempre necessaria perchè senza sådhu-sanga lafede sarà sempre debole e alla fine si abbandonerà ilprocesso e anche se la pianta della bhakti-lata è giàcresciuta, alla fine si seccherà.

Quando, per misericordia di Krishna, gurudeva viha dato quel seme della bhakti, lo avete piantato nelvostro cuore e lo avete annaffiato con Ωravana e kîr-tana, germoglierà e spunteranno due foglioline. Dovete ascoltare attentamente; so che in tutti que-

sti anni non avete mai ascoltato questi argomenti. Idevoti coi quali vi siete associati non possono inse-gnarvi queste cose perchè non le conoscono. Ascol-tate e scrivete queste cose nel vostro cuore.

Quando il seme germoglierà spunteranno due fo-glie: kleyasatni e subhada. Quando spunta la primafoglia significa che tutti i tipi di sofferenze se ne van-no per sempre. Ci sarà solo un problema: “Krishna,dove sei? O gurudeva dove sei?” Se seguite questoprocesso tutti gli altri problemi materiali se ne an-dranno, non dovete avere dubbi. Tutti i tipi di mise-rie, papa, tutte le cattive impressioni causate da atti-vità peccaminose e la tendenza a commettere pecca-ti se ne andranno con l’apparizione della prima fo-glia.

La radice di tutte le attività peccaminose è avidya,aver dimenticato Krishna, per cui abbiamo dovutoprendere un corpo materiale e soffrire. Le sofferen-ze sono dovute alle impressioni delle vite preceden-ti, al prarabdha-karma. Persino i sannyåsî brahma-vadi che hanno raggiunto il livello del brahman e lohanno realizzato devono subire il prarabdha-karma.Ma se si canta e si ricorda sotto la guida di un devo-to avanzato, vedremo distrutti il prarabdha-karma,l’aparabdha, l’avidya e tutto il resto. Quando spun-terà la prima fogliolina tutto verrà bruciato e non do-vremo più provare queste sofferenze, questa kleya-satni è molto potente.

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Quinto Raggio √ Ûuddha-bhakti

35Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Quando all’inizio spuntano sono chiuse su se stesse ela parte esterna che è un po’ ruvida rappresenta lavaidhi-bhakti che si pratica nelle sampradåye autenti-che, la Råmanuja, Viß∫uswåmî ecc.; poi quando que-ste foglioline si aprono, mostrano la parte internamorbida e tenera che rappresenta la raganuga-bhaktinella linea di Ûrî Caitanya Mahåprabhu.La pianta deve essere continuamente annaffiata; Ωra-

vana e kîrtana è l’acqua da dare alla pianta. Ci sonoperò molti tipi di Ωravana e kîrtana. Anche prima diprendere l’iniziazione da gurudeva Ωravana e kîrtana

sono l’acqua, ma è acquacomune. Dopo aver ri-cevuto l’iniziazione cisarà un tipo speciale diΩravana e kîrtana. Prah-lada Måhåraja ascoltòda Nårada Muni di mol-te cose in genere, maRaghunåtha dasa Go-svåmî ascoltò da Svarü-pa Damodara e da RüpaGosvåmî altre cose piùconfidenziali, quindiquesti due ascolti sonodiversi. Raghunåtha da-sa dopo aver ascoltato,chiese a Svarüpa Damo-dara: “Cosa devo fareora?” Svarüpa Damo-dara rispose: “Esterna-mente devi praticare lavaidhi-bhakti, mentre in-ternamente devi pensaredi essere una gopî; nellatua siddha-deha devi ri-cordare di essere Rati-

mañjarî. Internamente devi servire completamenteRådhå e Krishna ma esternamente nessuno deve com-prendere i tuoi sentimenti.” Questa è una cosa moltoelevata.

Bisogna sempre sapere che acqua dare alla nostrapiantina. Dobbiamo prendere solo l’acqua pura cheviene dal fiume, cioè bisogna sempre ascoltare da undevoto nella linea di Rüpa Gosvåmî. Questo fiume èsenza fine e scorre nel cuore del devoto. L’acqua cheviene dalla linea di Rüpa Gosvåmî è molto speciale epotente. Dobbiamo cercare la fonte di quest’acqua efinchè non si trova il devoto da cui proviene questoΩravana e kîrtana non dobbiamo mai fermarci. Il giar-diniere deve essere sia esperto che intelligente, altri-

Poi verrà la seconda fogliolina, subadha, e con leitutte le auspiciosità. Nascerete in una famiglia didevoti nè troppo ricchi nè troppo poveri e avretel’opportunità di associarvi facilmente con iVaiß∫ava. Non sarete malati e avrete un aspettomolto bello. La bhakti verrà gradualmente e nonavrete neppure il problema del divorzio perchènon vi sposerete. Con questa seconda fogliolinadella bhakti-lata verranno tutte le cose favorevoli.Vi voglio dare delle cose molto preziose; non dor-

mite. Quelli che non ascoltano queste cose sonodefiniti åtmå-kati, uccisori del-la propria anima. Loro com-mettono un peccato peggioredel suicidio perchè non ascol-tano hari-kåtha. Per loro tuttosarà per sempre perduto.

Quando la piantina è un po’cresciuta spuntano altre due fo-glioline: mokßalakuta-k®ta e su-durlabha. Cosa significamokßalakuta-k®ta? E’ quandonon si ha più interesse per la li-berazione. Vi faccio un esem-pio. Una persona vi sta soffo-cando e voi state per morire. Inquel momento però arriva Kri-shna che vi salva da quel de-mone e voi siete molto grati,questo è mokßa. Tutti in que-sto mondo soffrono così, ma secantate il nome di Krishna tut-ti i problemi se ne andranno,questo è mokßalakuta-k®ta.

Ûravana, kîrtana e tutto il re-sto è molto, molto più elevatodi mokßa. Non penserete maidi essere liberati, penserete invece: “Voglio servi-re Krishna, il nome e ascoltare hari-kåtha.” Que-sto è il sintomo della terza fogliolina.La quarta foglia è sudurlabha. Significa che questo tipo

di bhakti è raro; non si otterrà con le pratiche; solo con lamisericordia di Krishna e del devoto si potrà ottenere.Anche seguendo le regole ed i precetti per milioni di vitenon potrete averla, specialmente quella di Rüpa Manja-ri. Quindi sudurlabha significa ricevere quella bhakti mol-to rara.

Poi crescono altre due foglioline: k®ß∫a-karcit eviΩesåtmå che significa servire costantemente Kri-shna ed essere sempre colmi di ananda. Ognunadelle sei foglie ha una parte esterna ed una interna.

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menti verrà imbrogliato. Se prende l’acqua da untorrente in cui si trova del sale e la darà alla pianta,farà bruciare le radici. Dobbiamo essere moltoesperti e riconoscere quale acqua è buona da darealla nostra pianta. All’inizio dobbiamo anche fareattenzione a non dare troppa acqua cantando: ‘gupi,gupi, gupi’, e ascoltando dei segreti confidenziali de-gli a߆a-kaliya-lîlå, della rasa-lîlå e dei passatempiamorosi di Rådhå-Krishna nei cespugli, altrimenti ilseme non germoglierà ma marcirà nel terreno. Ilgiardiniere diventa esperto in queste cose perchèascolta prima di prendere l’iniziazione e quando tro-va quest’acqua molto potente vedrà crescere moltovelocemente le prime sei foglie che saranno moltoforti e grandi.A questo punto iniziano a spuntare cinque dirama-

zioni: sono i cinque rasa coi quali il devoto serve Kri-shna con ananda (santa, dåsya, sakhya, våtsalya emadhurya). Krishna penserà: “Come sono dolci,soffici e fragranti!” e verrà attratto. Solo adesso ini-zia ad apparire la piena bhakti. Dovete conservaretutti questi rami e onorarli, ma dovete prendervi cu-ra particolare del ramo del madhurya-rasa.

upajiya bade lata ‘brahmanda’ bhedi yaya‘viraja’, ‘brahma-loka’ bhedi ‘para-vyoma’ paya

(C.C. Madhya-lîlå 19.153)

‘Annaffiando il bhakti-lata-bija, il seme della pian-ta della bhakti germoglia e gradualmente la piantacresce fino a superare le coperture dell’universo eraggiungere il fiume Viraja che divide il mondo ma-teriale dal mondo spirituale. Raggiungerà così Brah-maloka, la radiosità del Brahman e superando quel-lo strato arriverà al cielo spirituale e al pianeta Go-loka V®ndåvana.’

In questo mondo materiale quando una piantina su-pera il metro di altezza ha bisogno di un sostegno.Questa pianta invece non ha bisogno di nessun so-stegno materiale finchè non supera la copertura ma-teriale. La bhakti-lata supererà l’universo materia-le e tutti i desideri materiali. Questo corpo è pienodi desideri materiali ed è composto da cinque ele-menti grossolani ma quando si arriverà a Svarga nonci saranno questi desideri. Più salirà più i desiderimateriali se ne andranno. Si supereranno Bhur Bhu-var Svaha dove vivono i quattro Kumara. La pian-tina supererà tutti questi sistemi planetari: Svarga,Bhur, Bhuvar, Svar, Tal, Talatal, Patala, Sutala, Ra-satala, ecc e arriverà a Viraja. A Viraja si trova Ka-

Quinto Raggio √ Ûuddha-bhakti

36 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

ranodakasayi Viß∫u dove c’è la linea di confine, la ta-ta߆ha-bhåva. A questo punto il devoto non ha gustonè per le cose materiali, nè per il servizio a Krishna.Questo è un punto molto delicato e il devoto dovràascoltare di più dal guru altrimenti non potrà prose-guire oltre Viraja e salire fino a Brahma-loka. Lì tuttoè sattva, non esiste tamo e raja-guna; a Brahmaloka c’èsolo il desiderio di servire Krishna. Se ascolteremo daun devoto elevato potremo superare anche Brahma-loka ed entrare a Ûiva-loka. Qui il Signore Ûiva saràmolto misericordioso e ci manderà direttamente al pa-ravyoma, dove vivono Laksmi e Nåråya∫a. Cos’è il pa-ravyoma? E’ Vaiku∫†ha. Qui c’è la bhakti ma è pre-sente dell’opulenza, c’è Lakßmi che serve Nåråya∫acon opulenza. Lei non può abbracciare Nåråya∫a, Lopuò solo adorare. Lakßmi qui non può controllareNåråya∫a come fa Rådhikå con Krishna, Lei non puòservirLo in un modo dolce, non è come le gopî che pro-vano gelosia per Krishna. Lakßmi non può servire co-sì. Quindi se il devoto vuole solo la raganuga-bhakti eascolta hari-kåtha da un devoto nella linea di Rüpa Go-svami, non si sentirà soddisfatto e supererà ancheVaiku∫†ha. Ma ora per superare Vaiku∫†ha la piantinaavrà bisogno di un supporto, se non si ha un supportola pianta si fermerà e c’è anche il rischio che si spezzi.

tabe yaya tad-upari ‘goloka-v®ndåvana’‘k®ß∫a-carana’ kalpa-v®kße kare arohana

(C.C. Madhya-lîlå 19.154)

“Situata nel cuore e annaffiata da Ωravana e kîrtana, lapianticella della bhakti cresce sempre più. In questomodo raggiunge il rifugio e il sostegno dell’albero deidesideri dei piedi di loto di Krishna che è situato eter-namente sul pianeta conosciuto come Goloka V®ndå-vana, nella regione più alta del cielo spirituale.”

Spiegazione di Ûrîla Bhaktivedånta Swåmî Måhåraja:Nella Brahma-samhita è detto:

ananda-cinmaya-rasa-pratibhavitabhistabhir ya eva nija-rupataya kalabhihgoloka eva nivasaty akhilatma-bhuto

govindam adi-purusam tam aham bhajami‘Adoro Govinda, il Signore primordiale che risiede nelSuo regno di Goloka insieme a Rådhå, la personifica-zione della Sua potenza di felicità (hladini). Intorno aLoro stanno le compagne confidenziali di Rådhå chesono espansioni della Sua forma corporea e sono ispi-rate e permeate dal Suo stesso rasa spirituale colmo difelicità.’Goloka V®ndåvana è il pianeta più alto del mondo spi-

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Settimo Raggio √ Ûuddha-bhakti

37Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Questo accade perchè non si comprende il cuore digurudeva che prima di tutto è un vaiß∫ava, lui non èseparato dai devoti e chi è invidioso di altri devoti èun falso devoto. Non dobbiamo mai criticare ed es-sere invidiosi, dobbiamo invece sempre cantare e ri-cordare così la pianta della bhakti crescerà altrimen-ti verrà distrutta e cadremo. Dovete anche sempreonorare il dîkßå-guru e il Ωikßå-guru. Non dovete fa-re differenze tra dîkßå e Ωikßå guru altrimenti la pian-ta della bhakti morirà.

yadi vaiß∫ava-aparadha uthe hati mataupade va chinde, tara sukhi’ yaya pata

(C.C. Madhya-lîlå 19.156)

“L’offesa ai piedi di un vaiß∫ava commessa dal de-voto mentre coltiva la pianta della bhakti nel mondomateriale, è paragonata ad un elefante impazzito cheentra nel giardino e sradica la pianta distruggendola.In questo modo la pianta si secca e muore.’

Dovete stare attenti a questo elefante pazzo che puòsradicare la vostra piantina o mangiare le foglie. Inquesto caso le foglie potrebbero ricrescere di nuovoma se verrà strappata la radice, non ci sarà rimedio.Il termine upade in questo verso significa ‘fare offe-se volontariamente’ se sono inconsapevoli forse ria-vrete una possibilità. Nell’altro caso non sarà possi-bile. Se fate un’offesa consapevole e poi vi rifugiatenel Vaiß∫ava che avete offeso e continuate a cantarel’harinåma, forse Krishna vi perdonerà. Perciò ilgiardiniere deve stare sempre allerta affinchè nessunelefante pazzo possa entrare nel suo giardino. Nonscherzate troppo con i Vaiß∫ava, potreste commette-re aparadha. Dovete scherzare in modo dolce e umi-le, come facevano Mahåprabhu e NityanandaPrabhu, altrimenti il vostro scherzo potrà diventarevaiß∫ava-aparadha.

kintu yadi latara sange uthe ‘upasakha’bhukti-mukti-vancha, yata asankhya tara lekha

(C.C. Madhya-lîlå 19.158)

‘Talvolta delle erbacce non volute come la grami-gna dei desideri materiali e della liberazione dalmondo materiale crescono insieme alla bhakti-lata.La varietà di queste piante indesiderabili è illimita-ta.’

‘nisiddhacara’, ‘kutinati’, ‘jîva-himsana’,‘labha’, ‘puja’, ‘pratisthadi’, yata upasakha-gana

(C.C. Madhya-lîlå 19.159)

rituale. Per entrare nel mondo spirituale dopo aversuperato la copertura dell’universo materiale, biso-gna superare Brahma-loka, la radiosità spirituale.Nel mondo spirituale ci sono anche altri pianeti, chia-mati Vaiku∫†ha, sui quali Nåråya∫a è adorato con ri-spetto e venerazione. Su questi pianeti predomina ilsanta-rasa e alcuni devoti che vi abitano sono legati aDio da un sentimento di servizio detto dåsya-rasa.Per quanto riguarda il sentimento di amicizia frater-na, a Vaiku∫†ha è rappresentato da gaurava-sakhya,l’amicizia con rispetto e venerazione. L’altro rasa diamicizia (viΩrambha) su un piano di uguaglianza, simanifesta solo sul pianeta Goloka V®ndåvana. Su-periore a questo servizio offerto al Signore è il vat-salya-rasa (l’amore parentale) e al di sopra di tutti c’èla relazione col Signore nel madhurya-rasa (l’amoreconiugale). Questi cinque rasa sono pienamente esi-biti nel mondo spirituale nella relazione col Signore.Perciò nel mondo spirituale la pianta della bhakti-la-ta trova rifugio e sostegno ai piedi di loto di Krishna.”

Ûrîla Nåråya∫a Mahåråja: I piedi di loto di Krishnasono come l’albero kalpa-v®kßa, come pure i piedi diloto di Nåråya∫a, ma non pienamente. Se chiedetea Nåråya∫a: ‘Voglio servirTi come Nårada o un altrodevoto.’ Lui ve lo concederà. Ma se chiedete: ‘Vo-glio sevirTi come fanno le gopî.’ Non potrà conce-derlo. Invece i piedi di Krishna non hanno limite epossono concedervi tutto: il santa, dåsya, sakhya, våt-salya. I piedi di loto di Krishna possono portarvi alpunto più alto.

Se date l’acqua alla radice la piantina farà i fiori epoi i frutti. Il giardiniere si trova qui sulla Terra e conl’ascolto la pianta assorbe l’acqua e nutre le foglie, ifiori e i frutti che sono lì a V®ndåvana. Il rasa è giànella radice, ma ora non si può sentire il suo gusto; ilsucco si potrà gustare solo quando i frutti sarannomaturi e dolci. Quando il frutto è maturo e un pap-pagallo lo becca, diventerà ancora più dolce. L’ha-rikåtha che si ascolterà qui verrà trasformata in unsucco molto dolce.C’è però un problema: se il sådhaka è qui e sta dan-

do l’acqua potrebbe entrare un elefante pazzo nelgiardino che strapperà la radice e la piantina sec-cherà. Bisogna proteggere sempre la piantina daquesti elefanti pazzi, se non lo fate migliaia e migliaiadi elefanti pazzi entreranno e strapperanno la pian-tina. Questi elefanti pazzi sono le vaiß∫ava-apa-radha. Dobbiamo sempre preoccuparci delleVaiß∫ava-aparahda altrimenti penseremo: ‘Per il be-ne del mio gurudeva taglierò la testa a quel devoto.’

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‘Le erbacce che crescono assieme alla pianta so-no: avere un comportamento non adeguato per chidesidera diventare perfetto, un comportamento du-plice e ipocrita, un comportamento violento, colti-vare il desiderio di profitto materiale e il desideriodi ricevere riconoscimenti e onori.’

seka-jala pana upasakha badi’yayastabdha hana mula-sakha badite na paya

(C.C. Madhya-lîlå 19.160)

‘Se non si strappano le erbacce e si dà acqua sen-za discriminazione, le erbacce cresceranno mentrela bhakti-lata cesserà di crescere.’

Ci sono due tipi di upasaka, erbacce: quelle checrescono attorno alla pianta e la soffocano e quel-le che spuntano dalla radice della bhakti-lata e cheformano delle vere e proprie piantine. Queste ul-time vanno tagliate altrimenti la pianta della bhak-ti non crescerà forte. Le altre erbacce che rappre-sentano tutti i vari tipi di desideri materiali, di muk-ti e le cattive abitudini, vanno sradicate completa-mente. Se darete acqua alla vostra pianta senzastrappare le erbacce, queste assorbiranno tutta l’ac-qua e la pianta si indebolirà sempre più. Non do-vete invece sradicare quelle piantine che cresconodalle radici della pianta perchè altrimenti la dan-neggerete. Questo tipo di piantine rappresentanoi diversi tipi di bhakti, la sanga-siddha-bhakti, l’a-ropa-siddha-bhakti, la jñåna-miΩra-bhakti, la kar-ma-miΩra-bhakti e la yoga miΩra-bhakti. La bhakti

Settimo Raggio √ Ûuddha-bhakti

38 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

di Dhruva non è bhakti pura perchè ci sono dei desi-deri materiali, la bhakti di Prahlåda non è vera bhaktiperchè c’è aiΩvarya, consapevolezza dell’opulenza delSignore. La bhakti di Hanuman è pura ma lui non puòsvolgere ogni tipo di servizio, è limitato. I Pa∫∂avahanno una bhakti più pura. Loro sono della famigliadi Krishna ma allo stesso tempo sanno che Lui è Dio.Uddhava è più dei Pa∫∂ava perchè è l’amico intimo diKrishna ma anche lui è limitato. Anche la bhakti diVaiku∫†ha e quella di Rukmini e Satyabhama sono ra-mi che vanno tagliati, come pure il santa-rasa, ilsakhya-rasa, il dåsya-rasa e il våtsalya-rasa. L’unico ra-mo che dovete lasciare è il madhurya-rasa nella lineadi Rüpa Manjari. Se volete potete servire Nåråya∫a,Jagannåtha, dipende da voi dove volete essere; dipen-de dalla posizione costituzionale della jîva, ma se sie-te nella linea di Caitanya Mahåprabhu siete dei Vraja-vasi. La pianta della bhakti-lata giunge a Gokula poi pro-

segue per Govardhana e giunge infine al Rådhå-kun-da. Qui ci sono bellissimi boschetti, tantissimi fiori euna buonissima fragranza. La pianta si ferma e iniziaa fiorire e a fare i frutti. Il devoto si trova qui, nel mon-do materiale e gusta il frutto degli a߆a-kalya-lîlå maha un forte desiderio di essere là. Lascia così il corpoe diventa siddha e in un attimo si trova là a servireRådhå e Krishna direttamente.Questo è lo scopo ultimo di ogni jîva ma ci deve esse-re solo pura bhakti.

Gaura Premanande!

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Settimo Raggio √ Forum

39Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Farò sacrifici, farò la carità e così potrò gioire.’ Cosìqueste persone sono illuse dall’ignoranza.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.13-15)

“Perplessi per varie ansietà e prigionieri della retedell’illusione, essi diventano molto attaccati al godi-mento dei sensi e cadono nell’inferno.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.16)

“Compiaciuti ed impudenti, illusi dalla ricchezza edal falso prestigio, essi egoisticamente compiono sa-crifici che sono tali solo di nome, senza seguire nes-suna regola o precetto.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.17)

“Confusi dal falso ego, dalla potenza, dall’orgoglio,dalla lussuria e dalla rabbia, le persone demoniachediventano invidiose di Dio la Persona Suprema che èsituato nel loro stesso corpo e nel corpo di ogni esse-re e bestemmiamo contro la vera religione.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.18)

“Chi è invidioso e cattivo, il più infimo tra gli uo-mini, viene da Me gettato nell’oceano dell’esistenzamateriale, all’interno di varie specie di vita demonia-che.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.19)

“O figlio di Kunti, nascendo ripetutamente tra spe-cie di vita demoniache, queste persone non possonomai avvicinarMi. Gradualmente vengono immersinella più abominevole tra le esistenze.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.20)

Questi Ωloka della Gîta ritraggono le tendenze de-moniache. E’ da tempo immemorabile che esistonodue tipi di esseri umani nel mondo. Il primo tipo ècostituito dai devatå, l’altro dagli asura che sono ten-denzialmente all’opposto dei devatå. I n tempi anti-chi vi erano uno o due asura, come ad esempio Ra-vana che travestito da sannyåsî rapì Sita-devî, la spo-

“Le persone demoniache non sanno cosa và fattoe cosa non và fatto. In esse non c’è nè purezza, nècomportamento corretto, nè verità.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.7)

“Queste persone dicono che questo mondo è ir-reale, non ha fondamento e nessun Dio che lo con-trolla. Dicono che è il prodotto del desiderio di ses-so e non ha altra causa se non la lussuria.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.8)

“Seguendo queste conclusioni le persone demo-niache, che hanno perduto sè stesse e son prive d’in-telligenza, si impegnano in attività nefaste e orribilicon lo scopo di distruggere il mondo.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.9)

“Rifugiandosi in un’insaziabile lussuria e assortinella concezione di orgoglio e di falso prestigio, lepersone demoniache così illuse, prestano sempre giu-ramento ad attività empie e sono attratte dal non per-manente.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.10)

“Essi pensano che gratificare i sensi sia la primanecessità della civiltà umana; così fino alla fine dellaloro vita la loro ansietà non conosce limiti. Prigio-nieri di una rete composta da centinaia di migliaia didesideri e assorti nella lussuria e nella rabbia, essi siassicurano il denaro per la gratificazione dei sensicon mezzi illeciti.”

(Ûrîmad Bhågavad-gîtå 16.11-12)

“Le persone demoniache pensano: ‘Oggi ho que-sto denaro e secondo i miei piani domani ne avrò dipiù. Oggi possiedo questo e in futuro sarà sempre dipiù. Lui è mio nemico e devo ucciderlo e lo stessofarò con tutti gli altri miei nemici. Io sono il padro-ne di tutto. Sono il goditore. Sono perfetto, potentee felice. Sono l’uomo più ricco circondato da paren-ti aristocratici. Nessuno è più potente e felice di me.

Bhagavanera KåthaIl Messaggio di Dio

Ûrî Ûrîmad Bhaktivedånta Swami Måhåraja

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Settimo Raggio √ Forum

40 Raggi di Armonia Vol. III ~ N.2

Bhagavån Råmacandra incontrando così lasua distruzione.

Attualmente le persone della dinastia diRavana sono aumentate di milioni di volte eognuna di esse si impegna in una competi-zione per rapire Sita. Come risultato di ciò osulle basi dei loro ideali che spaziano in mol-te direzioni, gli asura sono diventati nemicigli uni degli altri. Ognuno di loro pensa fur-bescamente di poter gioire di Sita-devî, laLakßmi di Bhagavån. Tuttavia, come Rava-na, tutti incontreranno la distruzione propriae quella della loro dinastia. In questo mondosono nate persone estremamente potenti egrandi come ad esempio Hitler. Invasi daldesiderio di gioire della Lakßmi di Bhagavån,tutti furono distrutti, stanno per essere di-strutti e saranno distrutti. Questo tipo di ten-denza ingiustificata per il godimento sta allabase dell’affermazione: “Nella dispensazio-ne della provvidenza l’uomo non può aver ri-poso.”

I demoni non possono comprendere inquali attività impegnarsi e da quali trattener-si. Mentre si cura un malato, bisogna consi-derare ciò che gli può essere favorevole e ciòche gli può essere sfavorevole. Infatti allo scopo difermare le tendenze demoniache degli uomini, che simanifestano nella malattia di sannyåsî ipocriti comeRavana, è imperativo cambiare gli istinti delle per-sone. Mentre si cura un malato bisogna porre atten-zione alla pulizia di ciò che lo circonda e proibirgli lecose che non gli sono di aiuto. Similmente nel tenta-re di trasformare gli istinti demoniaci, bisogna stabi-lire una società umana che pratichi la purezza, il com-portamento corretto e la verità. E’ impossibile cura-re la malattia ingannando le persone con afferma-zioni del tipo: “Tante strade quante opinioni,” e con-siderare perciò che non c’è differenza tra la purezzae la contaminazione, tra il comportamento corretto escorretto, tra la verità e la menzogna.

Gli asura che si sono rifugiati nella menzogna, sitrovano in un’ignoranza tale da accettare il propriocorpo come l’unico centro di azione, nonostante spe-rimentino la natura temporanea del corpo ad ogniistante. Essi non capiscono che l’anima è il vero sog-getto e che il corpo è irreale. Illusi dalla teoria del-l’evoluzione, sono giunti alla conclusione che anchenel gigantesco corpo dell’universo non vi è anima.Essi non ricercano l’åtmå o la coscienza, ciò che oc-cupa il corpo materiale. Similmente, sommersi dal-l’illusione, essi non possono comprendere che l’uni-

verso, il corpo gigantesco, ha un’anima che lo pre-siede. Essi guardano al gigantesco corpo dell’uni-verso come a semplice materia inerte, proprio comeessi si identificano con il loro corpo grossolano.

Quando prendono in considerazione una qualsia-si questione, gli asura fanno delle affermazioni con-clusive dicendo semplicemente che tutto è naturale.Tra queste persone, chi possiede un’intelligenza ma-teriale più avanzata risolve la questione riferendosia tutto come impersonale o non manifesto. Tuttaviaesiste una natura eterna che si trova oltre la creazio-ne manifesta e non manifesta, ma gli asura non han-no il pur minimo interesse ad investigare su ciò.

Avendo perso la loro intelligenza e capacità di ve-dere nel futuro, queste persone compiono molte at-tività feroci che sono dannose per il mondo. Come ri-sultato di tutte queste azioni malvagie, oggi è statainventata la bomba atomica. I loro piani non saran-no mai di nessun beneficio per il mondo.

In tempi antichi rifiutando Ûrî Ramacandra e la-vorando apparentemente per il bene delle personecomuni, Ravana fece dei piani per costruire una sca-la che conducesse in paradiso. Alla fine tuttavia eglinon ebbe successo nel soddisfare i suoi desideri. Si-milmente gli asura di oggi hanno fatto molti piani peril bene delle persone comuni, ma i piani di un asura

Ûrî Ûrîmad A.C. Bhaktivedånta Swåmî Mahåråja

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esprime in questa affermazione: “Nella dispensazio-ne della provvidenza, gli uomini non possono trovarriposo.”

Gli asura pensano sempre a quanti soldi hanno ri-sparmiato: “Oggi ho guadagnato tanto con questoaffare losco. Domani aumenterò il prezzo di questamerce e avrò più profitto. Il mio saldo in banca cheoggi è così, domani diventerà così. Nel futuro potròquindi aumentare il mio conto in banca.”

“Quel mio nemico è stato distrutto e l’altro saràpresto rovinato. Molto presto mi libererò così datutte le ansietà. Siccome sono molto abile nel di-struggere i miei nemici, sono di fatto Bhagavån. Chebisogno c’è di cercare Dio?”

In questo modo, immersi in questi pensieri demo-niaci, gli asura non si prestano all’ascolto degli argo-menti immortali e del messaggio di Bhagavån. Essidichiarano: “Chi è Bhagavån? Io sono Bhagavån!Poichè sono abile nel godere del mondo accumu-lando ricchezza con metodi illeciti, io solo sono Bha-gavån. Io solo sono il goditore, sono felice, potentee perfetto. Chi è privo di potere e ricchezza mi ono-rerà accettandomi come Bhagavån. A che scopochiamare qualcun altro Bhagavån?”

Pensando in termini di ricchezza e seguaci, gli asu-ra non considerano nessuno più grande di loro. Il-lusi dall’ignoranza essi suppongono che la loro ric-chezza resterà salva nei depositi degli yakßa, i devacelebrati per la loro ricchezza. In questo modo le lo-ro menti li imprigionano nel luogo della delusione ecadono in una vita infernale impura caratterizzatadalla lussuria e da altri desideri sensuali.

Qualunque tipo di yajña compiuto dagli asura vie-ne fatto al solo scopo di ottenere ricchezza, onore eprestigio e viene compiuto con egoismo e violenza.Gli asura compiono yajña (sacrifici) con orgoglio, so-lo per ottenere fama e senza seguire le regole degliΩastra. Spinti da un’intelligenza contaminata dal fal-so ego, dall’orgoglio di considerarsi potenti, dallarabbia e dalla lussuria, essi pensano: “Questo è ilmio corpo, quello è il suo corpo, io sono Hindu, luiè Musulmano, sono Bengali, lui è Tedesco, lui è unInglese,” e così via; in questo modo essi si impegna-no in atti di violenza uccidendo le persone.

Bhagavån fa in modo che la Sua daivi-måyå stra-zi questi crudeli e violenti nårådhama (i più bassi tragli uomini) con il suo tridente epoi li getta in vari ti-pi di vite inauspisiose, impure e demoniache. Aven-do così ottenuto ripetutamente nascite demoniache,questi sciocchi asura non sono in grado di compren-dere Ûrî Bhagavån e i discorsi riguardanti il Suo nå-ma, la Sua rüpa e i Suoi lîlå.

Settimo Raggio √ Forum

41Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

non sono in armonia con i piani degli altri asura. Al-cuni dichiarano che i loro piani sono perfetti e chequindi tutti devono votarli e appoggiarli. Il gruppoopposto dice che anche i loro piani sono i migliori eche perciò sarebbe giusto che tutti li appoggiassero.In questa epoca di votazioni, chi bisogna appoggia-re? Poichè tutti hanno opinioni discordanti, il pianodegli asura di costruire la scala che porta in paradi-so, fallisce prematuramente. Essi non sono in gradodi dare la pace al mondo poichè hanno perduto l’in-telligenza e sono privi di visione. Ma tutti sono co-munque sempre d’accordo su un punto: gioire dellaLakßmi di Bhagavån e rigettare Lui.

Ogni asura orgogliosamente sente che non esistenessuno intelligente e degno come lui. Influenzatodall’illusione e dall’irreale, i desideri che lo spingonoad agire sono tutti maligni. Nonostante ciò ogni asu-ra persiste in queste attività irreali e prova ad espan-dere il suo dominio con l’imbroglio e la furbizia.

Le linee di pensiero degli asura che sono impuri eche si sono rifugiati nell’irrealtà, sono illimitate. Tra-vestiti da cosiddetti capi di stato e pensando di faredel bene alle proprie nazioni, essi si fanno trasporta-re completamente nel vortice di questi pensieri. Fi-no alla fine della loro vita rimangono assorti nel farearrangiamenti per le proprie facilitazioni: “Il mio go-dimento, il godimento dei miei figli, il godimento deifigli dei miei figli, il godimento dei loro figli e il godi-mento dei loro figli.”

In questo modo gli asura pensano costantementeal godimento dei loro sensi, inventano vari metodi digodimento dei sensi per rafforzare i loro affari. Tut-tavia il loro godimento dei sensi porta solo sofferen-ze. Desiderando mitigare le sofferenze e soddisfareil loro godimento dei sensi, gli asura raccolgono sol-di con mezzi ancora più illeciti e si impegnano sem-pre più nella violenza e nell’uccidere. Nonostanteraccolgano crore e crore di rupie per soddisfare il lo-ro illimitato godimento dei sensi, i loro desideri nonvengono mai soddisfatti.

Colui che è esperto nell’accumulare soldi con mez-zi illeciti diventa preminente. Gli asura non sonotranquilli nell’accumulare un’enorme ricchezza conmezzi illeciti poichè sono prigionieri di centinaia ecentinaia di desideri e sono devoti della lussuria edella rabbia. Dall’altra parte i loro oppositori nonsono meno esperti nel rubar loro la ricchezza conmezzi illeciti perchè sono anch’essi prigionieri deglistessi desideri. Come può la competizione tra gli asu-ra di accumulare ricchezza portare del beneficio allasocietà umana? Le azioni degli asura non possonomai portare a una soluzione del problema che si

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Settimo Raggio √ Pubblicazioni

42 Raggi di Armonia Vol. III ~ N. 2

Jaiva-dharmaSeconda Parte

“Quasi tutte le tradizioni religiose del mondoadottano vari metodi per propagare le loro idee.Con questo obiettivo vengono pubblicati libri inmolte lingue. E’ evidente che nel regno dell’edu-cazione secolare, vi sono livelli elementari, inter-medi e avanzati, così come branchie della cono-scenza ad un livello basso e altre ad un livello piùalto. Allo stesso modo, è evidente e ammesso uni-versalmente da coloro che leggono e sono profon-damente eruditi nello studio comparativo delle re-ligioni, che vi sono delle gradazioni di conoscenzanegli insegnamenti metafisici delle diverse tradi-zioni religiose. Tra tutte queste ideologie religio-se, le istruzioni date da Ûrî Caitanya Mahåprabhusulla religione di prema (puro amore) sono le rive-lazioni più elevate da tutti i punti di vista. Sicura-mente se i pensatori impaziali venissero esposti aquesta sublime comprensione, accetterebberoquesto dato di fatto senza discutere.

Tutti vogliono essere ispirati da insegnamenti eideali elevati ma come può questo desiderio posi-tivo portare frutti? E’ con questo pensiero in men-te che la grande personalità liberata e gioiello del-la corona tra l’elite educata, Ûrîla BhaktivinodaThåkura con il suo personale esempio stabilì il su-premo ideale di vita spirituale e scrisse molti librisul vaiß∫ava-dharma in diverse lingue. In questolibro scritto con un linguaggio semplice, è possibi-le trovare una vera descrizione degli insegnamen-ti di Ûrî Caitanya Mahåprabhu. E’ per questo chei pensatori religiosi del mondo considerano questoJaiva-dharma la quintessenza di tutti i libri.

In questo mondo gli scritti più antichi sono i Ve-da. I loro corollari che includono le Upanißad e al-tre opere scritte da Ûrî Vyåsadeva (come il Vedån-ta-Ωutra, il Mahåbharata e lo Ûrîmad-Bhågavatam)sono tutte opere conosciute. Nel corso del temposono stati scritti vari libri ispirati dagli ideali enun-ciati in questa letteratura. Essi sono stati diffusilargamente e perciò sono molto popolari. In que-sti libri non troviamo solo una varietà di pensieri edi punti di vista distinti e contrastanti ma ancheuna reciproca esclusività, una polarizzazione didottrina e una filosofia speculativa. Ne sono risul-tati sconvolgimenti e calamità della realtà religio-sa che continuano ad essere presenti anche oggi.

In queste precarie circostanze, la Persona SupremaSvayaµ Bhagavån, la Verità Assoluta, è apparso circa500 anni fa nel supremo tra i sette luoghi sacri, Ûrîdha-ma Måyåpura a Navadvîpa dhåma, per liberare gli es-seri viventi condizionati. A quel tempo il Signore po-tenziò specificatamente alcuni dei Suoi cari associati aredigere libri che contenessero la vera spiegazione edessenza di tutti gli Ωåstra Vedici. Tramite questa lette-ratura il Signore desiderò instillare nel cuore di tutte lepersone la bhakti che è la radice della divya-jñåna, laconoscenza trascendentale. Tutti questi libri, ad ecce-zione di tre o quattro, furono scritti in Sanscrito.

Ûrî Rüpa e Ûrî Sanåtana Gosvåmî furono tra i più ele-vati e confidenziali associati di Ûrî Caitanya Mahå-prabhu e Û®îla Jîva Gosvåmî che era molto caro a ÛrîRüpa e Ûrî Sanåtana, estrasse l’essenza di tutti gli Ωåstrae scrisse i Sa†-sandarbha e altri libri in Sanscrito. At-traverso i loro sforzi, Svayaµ Bhagavån manifestò ilSuo confidenziale desiderio esprimendo il Suo lîlå di li-berare le jîve di questo mondo.

Coloro che sono incapaci di accertare il vero signifi-cato degli Ωåstra sono obbligati ad interpretarli secon-do la loro comprensione relativa. In alcuni casi questepersone accettano solo un significato parziale degliΩåstra; in altri casi la loro interpretazione copre il verosignificato e in altri casi ancora adottano una visione op-posta all’intenzione originaria. Ûrîla Jîva Gosvåmî nonsi trova in nessuna di queste tre categorie di persone ele istruzioni che fluirono dalla sua penna sono le istru-zioni conclusive di Ûrîman Mahåprabhu, che equival-gono alle istruzioni contenute nei Veda, Upanißad,Mahåbharata e Ûrîmad-Bhågavatam. Prendendo comebase l’impeccabile e completa spiegazione di questeistruzioni, circa quattrocento anni più tardi, Ûrîla Bhak-tivinoda Thåkura, conosciuto come settimo Gosvåmî,(che apparve non lontano da Ûrîdhåma Måyåpura, illuogo di nascita di Ûrî Gauranga), essendo di cuore te-nero e immedesimandosi con le pene delle jîve, scrisseil Jaiva-dharma in lingua Bengali. Questo libro è di be-neficio per tutti gli esseri umani, essendo oltre le di-stinzioni di razza, casta, religione, luogo e tempo. Nonsolo questo, è di beneficio anche per le jîve che nasco-no in altre specie di vita, siano pietre, animali, uccelli,insetti, pesci o altre entità mobili e immobili.”

(Dall’introduzione di Ûrî Ûrîmad Bhakti PrajñånaKeΩava Gosvåmî Mahåråja)

E’ imminente l’uscita della Seconda Parte delJaiva-dharma tradotto in Italiano.

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“La Ûrî Gau∂îya Vedånta Samitista lavorando per il genuinobeneficio e l’auspiciosità delmondo predicando il bhakti-

vedånta e io consideroimperativo che ogni Vaiß∫avacooperi con questa Samiti.”

Û®î Û®îmad Bhaktivedånta Abhay Caranaravinda Dasa

Da un articolo intitolato ‘Vedåntavitta Krishna’ pub-blicato nel Ûrî Gau∂îya Patrika nel 1957.

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