Vivere Maruggio N° 2 - Ottobre 2013

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OTTOBRE 2013 NUMERO 2 V IVERE M ARUGGIO Giorgio Napolitano, già nello scorso anno e al termine del suo primo mandato, aveva nominato senatore a vita Mario Monti, ti- cket per fargli accettare l’incarico di Presi- dente del Consiglio e garantirgli una sorta di rete di protezione in caso di insuccesso, come poi è accaduto. Ora, anche in questo caso bisogna porsi le stesse domande: perché? Si sta preparando la formazione di una nuova maggioranza (post Berlusconi) con l’aiutino dei senatori a vita, così come era accaduto con il gover- no Prodi? Era necessario? Il Presidente della Repubblica può nomi- nare cinque senatori a vita, ma non è ob- bligato a farlo. Le famiglie, cittadini ed elettori, chiamate ad enormi sacrifici nell’intento di salvare il bene comune e l’interesse nazionale, non chiedono costosi simboli ridotti a nu- meri, ma le grandi riforme; chiedono più rappresentanza e meno burocrazia, più lavo- ro e meno sprechi. Dal Capo dello Stato ci attendevamo altri e più efficaci interventi sul nostro sistema D urante giorni assai tumultuosi per la nostra democrazia, alla fine di un’estate che ci rimanda ad un autunno caldo, non certa- mente per le temperature, Il Presidente della Repubblica e Capo dello Stato ha inteso esercitare sue specifiche prerogative. Questi i fatti: il 30 agosto Giorgio Napolitano ha nominato quattro senatori a vita. Non vi è alcun dubbio che la Costituzione italiana glielo consenta, si tratta di cittadini che hanno illustrato la Patria (così come prevede l’art. 59 della Costituzione italia- na); anche se è da dire, che la cultura eleva- ta non li rende automaticamente capaci poli- tici e parlamentari. Dai resoconti parlamentari emerge che nelle precedenti legislature, il lavoro dei senatori a vita si è caratterizzato soprattutto per assenteismo e scarsa iniziativa legislati- va e c’è da aspettarsi che anche nel caso dei nuovi nominati ciò accada nuovamente. È assai improbabile, ad esempio, che la neo senatrice Cattaneo, lasci la sua attività di ricerca e di studio. istituzionale, laddove da diverso tempo c’è un sistema parlamentare delegittimato, un governo della Repubblica impossibilitato a concretizzare la propria azione di indirizzo politico per veti incrociati e una magistratu- ra impegnata a coprire gli spazi lasciati vuo- ti dalla politica. C’è chi ha detto che questa notizia, come un bicchier d’acqua, è stata buttata giù in due sorsi e si è esaurita! Usando la stessa metafora, viene da dire che, appena alcuni giorni dopo, siamo stati costretti a mandar giù ancora un altro sorso. Occorreva sistemare un altro alfiere nella scacchiera ed ecco che Giorgio Napolitano nomina Giuliano Amato, giudice della Cor- te Costituzionale. Amato, conosciuto come il “dottor sotti- le”, aveva mancato in diverse circostanze la nomina alla Presidenza del Consiglio, alla Presidenza della Repubblica, ma comunque era stato nominato Presidente dell’Enciclopedia Treccani (finanziata dallo Stato). Tutto corretto, il Presidente della Repub- blica, recita l’art. 135 della Costituzione, nomina un terzo dei giudici della Corte Co- stituzionale. Lo può fare e lo ha fatto. Ma perché Amato? È possibile che in Italia non si possa prescindere da questo nome? In questo clima, meteorologico e non, le risposte concrete che si aspettano non arri- vano. Intanto la fiducia nelle Istituzioni continua a diminuire mentre la distanza tra rappresentati e rappresentanti continua ad aumentare e, voglio concludere, diventerà sempre più difficile ed improbabile che gli italiani continuino a bere nel calice amaro qualunque cosa gli venga versata. Anna Maria Marotta L’Italia dei nominati IN RILIEVO Note di cronaca Pag. 2 Libero pensiero Pag. 3 L’urdicula Pag. 4 Maruggesi d’autore Pag. 5 Pensando allo sviluppo Pag. 6 Ambiente e territorio Pag. 7 Vivere sociale Pag. 8 Vita politica Pag. 9 Eventi e sport Pag. 10 Cultura Pag. 12 I mminenti appuntamenti elettorali, na- zionali, europei e soprattutto comunali, metteranno in movimento ogni tipo di in- contri e scontri, su ogni forma di traffico pre-elettorale. Frustrati, insoddisfatti, sconfitti, ma in particolar modo coloro che intravedono la vecchia strada del voto di scambio o del possibile “affare” nella politica, si daranno da fare. È il momento in cui ogni candidato (ad eccezione delle elezioni politiche, in cui si deve ingoiare il candidato che ti impongo- no) mostrerà il suo “lato debole” all’esercito di coloro che, dopo un po’ di tempo, avran- I giorni dello sciacallo no l’occasione per ritornare alle accuse ed alle offese, a decongestionare le frustrazioni nascoste. È un mondo torbido ed inquieto che si muove ovunque, che spesso vede contrap- posti parenti ed amici e che fa spazio al tra- dimento. Quanti siano disposti ad ascoltare discorsi di odio o incontri di segreti tradimenti o stupide e false lusinghe non lo sappiamo, ma speriamo siano sempre meno: è questo un vecchio e nuovo modo di far politica che stanca, opprime e allontana. Continua a pag. 5 Pagine di Opinione, Informazione, Politica e Cultura Senato della Repubblica

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Giornale online

Transcript of Vivere Maruggio N° 2 - Ottobre 2013

OTTOBRE 2013 NUMERO 2

VIVERE MARUGGIO

Giorgio Napolitano, già nello scorso anno

e al termine del suo primo mandato, aveva

nominato senatore a vita Mario Monti, ti-

cket per fargli accettare l’incarico di Presi-

dente del Consiglio e garantirgli una sorta

di rete di protezione in caso di insuccesso,

come poi è accaduto.

Ora, anche in questo caso bisogna porsi le

stesse domande: perché? Si sta preparando

la formazione di una nuova maggioranza

(post Berlusconi) con l’aiutino dei senatori

a vita, così come era accaduto con il gover-

no Prodi? Era necessario?

Il Presidente della Repubblica può nomi-

nare cinque senatori a vita, ma non è ob-

bligato a farlo.

Le famiglie, cittadini ed elettori, chiamate

ad enormi sacrifici nell’intento di salvare

il bene comune e l’interesse nazionale,

non chiedono costosi simboli ridotti a nu-

meri, ma le grandi riforme; chiedono più

rappresentanza e meno burocrazia, più lavo-

ro e meno sprechi.

Dal Capo dello Stato ci attendevamo altri

e più efficaci interventi sul nostro sistema

D urante giorni assai tumultuosi per la

nostra democrazia, alla fine di un’estate che

ci rimanda ad un autunno caldo, non certa-

mente per le temperature, Il Presidente della

Repubblica e Capo dello Stato ha inteso

esercitare sue specifiche prerogative. Questi

i fatti: il 30 agosto Giorgio Napolitano ha

nominato quattro senatori a vita.

Non vi è alcun dubbio che la Costituzione

italiana glielo consenta, si tratta di cittadini

che hanno illustrato la Patria (così come

prevede l’art. 59 della Costituzione italia-

na); anche se è da dire, che la cultura eleva-

ta non li rende automaticamente capaci poli-

tici e parlamentari.

Dai resoconti parlamentari emerge che

nelle precedenti legislature, il lavoro dei

senatori a vita si è caratterizzato soprattutto

per assenteismo e scarsa iniziativa legislati-

va e c’è da aspettarsi che anche nel caso dei

nuovi nominati ciò accada nuovamente. È

assai improbabile, ad esempio, che la neo

senatrice Cattaneo, lasci la sua attività di

ricerca e di studio.

istituzionale, laddove da diverso tempo c’è

un sistema parlamentare delegittimato, un

governo della Repubblica impossibilitato a

concretizzare la propria azione di indirizzo

politico per veti incrociati e una magistratu-

ra impegnata a coprire gli spazi lasciati vuo-

ti dalla politica.

C’è chi ha detto che questa notizia, come

un bicchier d’acqua, è stata buttata giù in

due sorsi e si è esaurita!

Usando la stessa metafora, viene da dire

che, appena alcuni giorni dopo, siamo stati

costretti a mandar giù ancora un altro sorso.

Occorreva sistemare un altro alfiere nella

scacchiera ed ecco che Giorgio Napolitano

nomina Giuliano Amato, giudice della Cor-

te Costituzionale.

Amato, conosciuto come il “dottor sotti-

le”, aveva mancato in diverse circostanze la

nomina alla Presidenza del Consiglio, alla

Presidenza della Repubblica, ma comunque

era s ta to nomina to Presid en te

dell’Enciclopedia Treccani (finanziata dallo

Stato).

Tutto corretto, il Presidente della Repub-

blica, recita l’art. 135 della Costituzione,

nomina un terzo dei giudici della Corte Co-

stituzionale. Lo può fare e lo ha fatto. Ma

perché Amato? È possibile che in Italia non

si possa prescindere da questo nome?

In questo clima, meteorologico e non, le

risposte concrete che si aspettano non arri-

vano. Intanto la fiducia nelle Istituzioni

continua a diminuire mentre la distanza tra

rappresentati e rappresentanti continua ad

aumentare e, voglio concludere, diventerà

sempre più difficile ed improbabile che

gli italiani continuino a bere nel calice

amaro qualunque cosa gli venga versata.

Anna Maria Marotta

L’Italia dei nominati

IN RILIEVO

Note di cronaca Pag. 2

Libero pensiero Pag. 3

L’urdicula Pag. 4

Maruggesi d’autore Pag. 5

Pensando allo sviluppo Pag. 6

Ambiente e territorio Pag. 7

Vivere sociale Pag. 8

Vita politica Pag. 9

Eventi e sport Pag. 10

Cultura Pag. 12

I mminenti appuntamenti elettorali, na-

zionali, europei e soprattutto comunali,

metteranno in movimento ogni tipo di in-

contri e scontri, su ogni forma di traffico

pre-elettorale.

Frustrati, insoddisfatti, sconfitti, ma in

particolar modo coloro che intravedono la

vecchia strada del voto di scambio o del

possibile “affare” nella politica, si daranno

da fare.

È il momento in cui ogni candidato (ad

eccezione delle elezioni politiche, in cui si

deve ingoiare il candidato che ti impongo-

no) mostrerà il suo “lato debole” all’esercito

di coloro che, dopo un po’ di tempo, avran-

I giorni dello sciacallo no l’occasione per ritornare alle accuse ed

alle offese, a decongestionare le frustrazioni

nascoste.

È un mondo torbido ed inquieto che si

muove ovunque, che spesso vede contrap-

posti parenti ed amici e che fa spazio al tra-

dimento.

Quanti siano disposti ad ascoltare discorsi

di odio o incontri di segreti tradimenti o

stupide e false lusinghe non lo sappiamo,

ma speriamo siano sempre meno: è questo

un vecchio e nuovo modo di far politica che

stanca, opprime e allontana.

Continua a pag. 5

Pagine di Opinione, Informazione, Politica e Cultura

Senato della Repubblica

PAGINA 2 VIVERE MARUGGIO NOTE DI CRONACA

VIVERE … IN PARROCCHIA

Da pochi giorni è avvenuto il passaggio di consegne tra Don Gregorio Mastrovito, che

dopo circa 3 anni ha lasciato la guida pastorale della nostra comunità religiosa e don An-

tonello Prisciano. Il primo, in esito al documento vescovile del 30 agosto scorso, ha rag-

giunto la Parrocchia “San Pietro in Bevagna” di Manduria, mentre Don Antonello, prove-

niente dalla Parrocchia di Campomarino è il nuovo Parroco di Maruggio.

Che tali cambi avvengano per ordinarie ragioni di avvicendamento, sapientemente valu-

tate dal nostro vescovo Mons. Vincenzo Pisanello, è anche il bonario pensiero del fedele parrocchiano che a pensar bene, comunque, riflette sul perché in quest’ultimi anni i sacer-

doti della parrocchia di Maruggio sono stati trasferiti con insolita periodicità rispetto al

passato.

Dalla cronotassi dei parroci della nostra Chiesa Matrice, infatti, si evince come un tem-

po questi avevano una maggiore durata del proprio ministero, tanto è vero che, a partire

dal 1952, don Pietro Chirico è stato 13 anni, successivamente don Pietro Pesare 17 anni,

don Teodoro Tripaldi 9 anni e don Raffaele Giuliano 16 anni, mentre don Tommaso Pez-

zarossa e subito dopo don Gregorio Mastrovito, entrambi, solo per tre anni.

Si può comprendere che, essendo quest’ultimi giunti a Maruggio in età più avanzata ri-

spetto a tutti i predecessori, con comprensibili disagi dovuti al nuovo adattamento, abbia-

no accettato l’incarico con fedele obbedienza all’autorità ecclesiastica; ciò è da ritenere

plausibile per il fatto che entrambi non hanno preferito fissare la propria dimora nel nostro comune, pur disponendo di

un’antica, ma ampia e ben ristrutturata casa canonica.

Considerevole allora diventa l’età giovanile dei “curatori di anime”, specie in questo periodo di dilagante secolarizzazione

dove occorre un notevole impegno per rigenerare quell’entusiasmo nella partecipazione alle pratiche religiose dei parrocchiani

ed evitare così, quanto meno, l’immagine del “banco vuoto”, che tanto duole a tutta la cristianità.

È vero pure che i giovani preti sono ormai sempre di meno anche nella nostra diocesi, per la ben nota crisi delle vocazioni.

Basti pensare che attualmente il numero dei seminaristi è drasticamente ridotto se paragonato, come i più anziani ricorderan-

no, a quello presente nell’ex seminario di Campomarino. Il nostro Vescovo trova oggi, quindi, notevoli difficoltà

nell’affidamento amministrativo delle parrocchie a sacerdoti in giovane età.

Comunque sia … noi rivolgiamo i saluti di commiato, con un sincero grazie dal profondo del cuore, a Don Gregorio Mastro-

vito che, sia pur in tre soli anni di permanenza nella nostra comunità ha saputo sapientemente guidarci per accrescere la nostra

fede, accettando tutte le prove, le gioie e i dolori che gli sono stati posti davanti.

Al più giovane Don Antonello Prisciano, nativo della vicina Avetrana, di cui già abbiamo avuto modo di apprezzarne le ca-

pacità nella nostra parrocchia di Campomarino, và il più caloroso benvenuto nella nostra Maruggio molto legata alle proprie

tradizioni culturali e religiose. Unitamente gli auguriamo una serena e proficua attività pastorale arricchita dalla viva speranza

che insieme, vivendo in mezzo alla gente, si possa camminare per accrescere la fede della nostra comunità.

l’or.ma

FRANCO: L’AMICO DEL QUALE SI ERA ORGOGLIOSI DI ESSERE AMICI

T utto mi sarei aspettato dalla vita,

tranne che avrei dovuto piangere

l’amico Franco. Con lui si è spenta una luce

che ai giovani maruggesi indicava la via

della fiducia verso l’avvenire, che offre op-

portunità e può condurre a mete lusinghiere

chi si impegna a perseguirle.

Essere studenti, nel dopoguerra, a Marug-

gio era una specie di rivoluzione sociale,

sognando una vita migliore di quella vissuta

dai genitori, che conoscevano solo la fatica

e i sacrifici di un mondo rurale. Le scuole

superiori più vicine erano a Manduria e

c’era chi ci andava in bicicletta. Sembrava-

mo tutti uguali gli studentelli.

Franco però non lo era. Franco aveva più

determinazione a sfondare nella vita. Il suo

sogno segreto era diventare attore, cantante,

uomo di spettacolo insomma. Andare

all’Università a Roma significava avere una

simile opportunità con l’Accademia d’Arte

Drammatica e Cinematografica a portata di

mano. Non fu pos-

sibile. Il padre vo-

leva un figlio avvo-

cato e Franco si

laureò in legge.

La carica che aveva

dentro, comunque,

lo portò a essere un

magistrato. Non

voglio qui stilare il

suo iter professio-

nale, voglio solo

ricordare un paio di occasioni di grande e-

mozione e orgoglio di noi amici, a Marug-

gio, quando nel 1978 la stampa si occupò

abbondantemente di lui in occasione del pro-

cesso a Marco Caruso, il parricida minoren-

ne, nel quale Franco vestiva i panni di Pub-

blico Ministero e quando lo vedemmo in

televisione e sui giornali, nel dicembre 1996,

accanto all’allora Presidente della Repubbli-

ca, Oscar Luigi Scalfaro in visita alle carceri

minorili di Bari e di Lecce; allora Franco

era Direttore dell’Ufficio Centrale per la

Giustizia Minorile al Ministero di Grazia e

Giustizia.

Ha concluso la sua carriera professionale

come Magistrato della Corte Suprema di

Cassazione, senza mai dimenticare di esse-

re maruggese.

Franco era il modello, l’esempio da se-

guire per i giovani maruggesi che volessero

fare sul serio. Superfluo sottolineare lo sbi-

gottimento degli amici e lo sconcerto dei

maruggesi nell’apprendere della sua pre-

matura fine.

L’intera redazione ed i collaboratori di

questo giornale esprimono ai famigliari del

giudice Franco Malagnino il proprio cordo-

glio e quello dei maruggesi, certi di inter-

pretare il sentimento di tutto il paese.

PAGINA 3 LIBERO PENSIERO

VIVERE MARUGGIO

F ondamentalmente sono anti -

democratico. E spiego il perché. Non ho

alcuna fiducia nei governi prodotti da que-

sta democrazia. Il termine significa

“governo del popolo” ma, mai come oggi,

il popolo nutre un profondo disprezzo ver-

so chi lo governa.

E allora? A meno che il popolo in un ec-

cesso di autocritica finisca con il disprezza-

re sé stesso, è logico dichiarare, almeno

etimologicamente, il fallimento della parola

democrazia.

Meglio tacere poi sul suo meccanismo

giustificatore che è il voto. Penso che il

voto politico attualmente sia solo un inutile

placebo, qualcosa di cui si possa serena-

mente fare a meno.

La sua unica funzione è quella di illudere

il votante di essere in grado di decidere

qualcosa. In realtà è stato tutto già pianifi-

cato in altre sedi, magari all’ultimo piano

di una banca che non ha neppure domicilio

fiscale in Italia, magari dai soliti plutocrati

che, fosse per me, in Italia non li farei più

coloro che, senza legittimazione alcuna

(peggio che in una qualunque dittatura),

impartiscono ordini da salotti teutonici o

giù di lì e prendono decisioni che produco-

no i loro effetti (disastrosi) sul popolo...

“sovrano” (sic!); l’opinione di chi ancora,

ostinatamente e convintamente, continua a

fare i conti con la lira.

Sesto Pomponio

IN NOME DEL POPOLO SOVRANO (?) Oggi il nome “democrazia” è rimasto

alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite

una parola accademica-mente corretta, ma forse

meno comprensibile, che significa: dominio dei

prestatori di denaro. Ezra Pound

nemmeno rientrare, o magari da qualche Cor-

te che risponderà solo a Dio.

Son convinto che se votare servisse davvero

a qualcosa, questi individui troverebbero il

modo per impedirci di farlo.

La realtà è che questa fantomatica democra-

zia è stata così brutalmente svuotata affinché

l’italiano non conti nulla.

E non mi si venga a parlare di idee eversive.

Perché questa è l’opinione di chi non crede

alle soluzioni proposte da chi causa i proble-

mi; l’opinione di chi pensa che eversivi siano

Ideologie e Proprietà Privata

N el concetto medioevale di feudalesi-

mo, quel particolare tipo di assetto politico

sociale e quindi economico, che si ebbe in

Europa ed in Italia a partire dal secolo IX e

più tardi nei secoli XII e XIII, è da ricercare

l’origine, la genesi, anche se allo stato em-

brionale, della proprietà privata.

Il feudalesimo si basava essenzialmente

sull’esercizio della classe guerriera e si reg-

geva sul rapporto di sudditanza del vassallo

nei confronti del signore feudale, il quale

aveva ricevuto, a sua volta, il feudo da parte

del re o dell’imperatore impegnati in guerre

per la conservazione della propria suprema-

zia: si pensi ad esempio alla lotta secolare

tra papato e impero; quindi il possedimento

del feudo era semplicemente il riconosci-

mento da parte del re o dell’imperatore ver-

so quei condottieri o cavalieri che avevano

messo la propria vita e il proprio valore al

servizio e in difesa della causa del proprio

sovrano.

La proprietà diventava così il frutto della

fedeltà, del coraggio del suddito vassallo-

guerriero nei confronti del proprio signore,

fosse il re o l’imperatore o qualsiasi altro

grande feudatario. Un fulgido esempio di

dedizione e fedeltà al proprio sovrano è

quello di Farinata degli Uberti citato e, sta-

rei per dire, celebrato da Dante nella Divina

Commedia. Farinata nella battaglia di Mon-

taperti del 1260 per ben due volte sconfisse

e disperse i nemici in difesa del proprio im-

peratore e della causa ghibellina.

Naturalmente nel corso dei secoli con

l’avvicendarsi di nuovi assetti sociali e nuo-

ve ideologie la proprietà privata assunse

connotazioni diverse.

Con l’avvento del liberalismo e l’ascesa

della borghesia al potere fra il 1850 e il

1870 la proprietà privata divenne il riflesso

della capacità d’iniziativa, di intraprendenza

e di intelligenza dell’individuo, divenne in

altre parole la testimonianza evidente di un

talento intrinseco dell’individuo stesso.

Oggi non è più così, e in un certo senso

bisogna dire purtroppo.

Con l’affermarsi, negli ultimi decenni del

XIX secolo di ideologie non più liberali ma

autoritarie e di sinistra, a volte anarcoidi

come ad esempio fu il socialismo utopistico

di derivazione francese (dovuto a teorici

quale Proudhon, il quale dette alla proprietà

privata un’accezione estremamente negativa

tanto da indurlo a dire “la proprietà è un

furto”); o pensatori ed economisti, come

Karl Marx, fondatore insieme ad Engels del

“manifesto del partito comunista” e acerri-

mo nemico di ogni capitalismo e quindi del-

la proprietà privata. È indubbio che queste

ideologie a un primo impatto con la storia si

dovessero rivelare erronee e fallimentari

come dimostrarono alcuni eventi, quali la

caduta del muro di Berlino o il sistematico

disfacimento dei paesi dell’Est compresa

l’Unione Sovietica, che di quelle ideologie

fu il caposaldo.

Ora è necessaria una riflessione: il posse-

dere la terra o qualunque altro bene è insito

nell’animo umano, qualora l’acquisto av-

venga con onestà, fatica e sacrificio.

Anche nella nostra letteratura italiana è

possibile scorgere la legittimazione e difesa

della proprietà privata, basti pensare al no-

stro Giovanni Verga e al suo concetto quasi

ossessivo di “Robba”.

La cosa più sorprendente e inquietante è il

constatare che malgrado la scomparsa, pur

graduale, sul palcoscenico della storia di

ideologie rivelatesi funeste persistano anco-

ra alcune frange che le sostengano, sia a

livello locale che nazionale.

Avviandomi verso la conclusione vorrei

far rilevare un aspetto che nel suo piccolo

ha contribuito a migliorare e ad alzare il

tenore di vita di molte famiglie contadine:

la mezzadria. La mezzadria è stata, soprat-

tutto nella prima metà del novecento e oltre,

una vera risorsa e un’autentica fonte di so-

stentamento per le famiglie più indigenti e

bisognose.

Ebbene il mezzadro è stato visto, special-

mente da una certa area sindacale e politica,

come una specie di servo della gleba conti-

nuamente angariato e vilipeso dal

“padrone”. Ad onor del vero, bisogna one-

stamente dire che molti mezzadri grazie

all’avvento di questa antica consuetudine si

siano potuti costruire la propria casa con

fatica e sudore della fronte anche dell’intera

famiglia, arrivando così a migliorare la pro-

pria condizione e il proprio destino.

Mario Massa

VIVERE MARUGGIO PAGINA 4

Scuola: genitori attivi e genitori passivi Quando la politica non dice tutta la verità

LU PRUTIMIENTU TI … L’URDICULA

È comprensibilissimo che nel bel mezzo di questa crisi

economica, le famiglie cerchino in tutti i modi di far

quadrare i conti, che sempre più spesso, non tornano.

Persino le spese per un diritto come quello allo studio anche

nella scuola dell’obbligo, possono diventare onerose da so-

stenere.

Ci sono libri da comprare, spese di viaggio, tante esigenze

con cui la famiglia deve fare i conti per dare ai propri figli un

futuro migliore. È facile cogliere queste difficoltà tra la gen-

te. La Politica con la “P” maiuscola ha il dovere di aiutarla.

Spesso però gli avvoltoi girano intorno alle prede in diffi-

coltà con l’intento di agguantarle nel momento opportuno. È

allora che la politica sceglie di rimpicciolire la “p” e creando

false aspettative, specula sui poveretti illudendoli con

l’intenzione di rubacchiare qualche voto. Spesso chi fa politi-

ca di questo genere, prima o poi si scopre, lasciando una pes-

sima immagine di sé.

È accaduto anche a Maruggio che alcuni genitori si siano

organizzati per trovare aiuto nelle Istituzioni. È nato così, in

buona fede, un comitato di genitori, che definendosi “attivi”,

hanno voluto agitare lo stagno della crisi economica. Sin qui

tutto comprensibilmente giusto, se non fosse stato che qual-

cuno, con le intenzioni di trovare per l’appunto un tornaconto

in termini di voti, ha voluto ergersi a loro protettore, caval-

cando ed alimentando la protesta contro l’Istituzione locale:

il Comune.

ANNO REGIONE COMUNE TOTALE

2009/2010 € 14.470 € 7.400 € 21.870

2010/2011 € 12.194 € 7.278 € 19.472

2011/2012 € 13.982 € 7.012 € 20.999

2012/2013 € 13.496 € 6.414 € 19.910

2013/2014 € 5.524 da approvare in bilancio ---------

Ovviamente solo e solamente contro il Comune, che deve apparire agli occhi dei più come la causa di tutti i mali, come l’orco cattivo che

mangia i bambini.

«Devono mettere più soldi nel bilancio Comunale!». Questa è la parola d’ordine inculcata nella mente dei “genitori attivi” dal loro inte-

ressato consigliere. La protesta si è spostata quindi nelle stanze del Municipio, dove l’accoglienza e la comprensione non è mai mancata.

«Sino ad ora si è sempre assicurato un buon contributo alle famiglie più bisognose per l’acquisto dei libri di testo e per i progetti della

scuola, ma se arriveranno ulteriori tagli dalla Regione Puglia non sapremo come fare.» - Fu sostenuto dal Sindaco e dagli Assessori in

quell’incontro.

Alcuni mesi sono trascorsi da allora; gli alunni e con loro, i genitori e le polemiche sono andati in vacanza: passività assoluta.

Oggi che si è tornati tra i banchi sono ritornate le discussioni, le polemiche, le difficoltà e ... le speculazioni della politica con la “p” mi-

nuscola.

Nel frattempo nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, è stata pubblicata la deliberazione della Giunta regionale, presieduta dal Go-

vernatore Niki Vendola (n. 1336 del 16 luglio), che contiene il “Piano regionale per la fornitura gratuita o semi-gratuita dei libri di

testo per l’anno scolastico 2013/2014”. Immediatamente si nota la misteriosa assenza dell’Assessore al diritto allo studio, prof.ssa Alba

Sasso; quindi, leggendo gli allegati, in maniera tangibile ci accorgiamo dei tagli ai contributi per l’acquisto dei libri di testo. Sono stati più

che dimezzati! Si è passati da un contributo per Maruggio di € 13.436 dello scorso anno, ai 5.524 euro. Mancano più di 8.000 euro!!!

Questi i fatti che i genitori attivi e, a questo punto anche quelli passivi, dovrebbero tenere bene in mente per capire come vanno le cose.

Ad ogni buon conto e per soddisfare anche i più dubbiosi, di seguito si riportano le somme impegnate dal Comune di Maruggio per

l’acquisto dei libri di testo negli ultimi anni scolastici.

Questi i fatti, cosa dirà il solito pifferaio magico quest’anno ai genitori per incantarli ancora? Chi vivrà vedrà.

L’urdicula

PAGINA 5 VIVERE MARUGGIO MARUGGESI D’AUTORE

Il sentimento di appartenenza ad un luogo, qualunque esso sia, passa necessariamente attraverso la conoscenza della sua geomorfologi-

a, della sua storia e della storia dei cittadini che ad esso hanno dato lustro e spessore culturale e morale. Se molto si è detto su geogra-

fia e storia di Maruggio poco sappiamo dei suoi personaggi illustri e proprio di loro ci occuperemo in questa rubrica.

Si trasferì a Roma e anche qui la sua fama lo

fece balzare agli onori del giudizio dei Lette-

rati e della Corte. Fu allora nominato

“qualificatore”, cioè teologo, del

Sant’Uffizio ed Esaminatore Sinodale.

Fu annoverato tra i dotti e gli eruditi della

Chiesa tanto che Papa Innocenzo X volle

premiarlo con un Vescovato che egli umil-

mente, ma con forza rifiutò. Gli fu così con-

cessa una

pensione di 100 Scudi elevata di altri 100 da

Papa Alessandro VIII e di altri 50 come sus-

sidio per le sue pubblicazioni da Clemente

IX.

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA

I GIORNI DELLO SCIACALLO

Intanto i riflettori sono puntati su Marug-

gio, sarà una competizione leale? Saprà Ma-

ruggio e la “bella politica” come sento dire

da qualcuno, elevarsi di qualche gradino e

mostrare il suo lato evoluto ai cittadini in

ascolto? Noi ci crediamo poco, tenteremo

comunque, ancora una volta, di offrire il no-

stro contributo in questi termini, sperando

che i segnali siano compresi.

Nel frattempo vediamo avvicinarsi inutili e

squallidi episodi di sciacallaggio politico,

con la solita maschera dell’anonimato.

Sono proprio in arrivo i soliti opportunisti,

è il loro momento, sono i loro giorni, per loro

non conta la lealtà, per loro non c’è il rispetto

dell’avversario, per loro non ci sono disponi-

bilità al confronto, sono proprio i giorni …

dello sciacallo.

Poi di colpo tutto finirà, si ritroveranno

vecchi e nuovi rancori in un bicchiere picco-

lo di un paese sconvolto dalla bufera verbale.

Qualcuno vorrà dimenticare presto e ritor-

nare al proprio ruolo, … ma che sciocchezze

litigare con parenti ed amici per quel candi-

dato o per dar retta all’amico e che imbaraz-

zo trovarsi insieme a persone amaramente

criticate per motivi di parte.

Ma il giorno è passato, le elezioni sono fini-

te, è stato eletto un nuovo sindaco, si raccol-

gono i cocci dello scontro, uno strano vento

asciuga un’aria intrisa di stupidi rancori, i

giorni dello sciacallo sono finiti.

Federico II

Chi era Tommaso del Bene? T ommaso del Be-

ne da Maruggio, na-

sce il 5 luglio 1592,

sin da fanciullo mo-

stra una spiccata pre-

disposizione per lo

studio. Diventa erudi-

to in Studi Umanisti-

ci, Lingua Latina e

Greca, Filosofia, Teo-

logia alle quali si ag-

giungono Astronomia e le altre Arti Liberali.

Dopo aver acquisito tanto sapere, mosso da

desiderio di vita privata e religiosa, chiese ed

ottenne di entrare nell’ordine dei Teatini,

presso la chiesa dei SS. Apostoli di Napoli e

lo stesso ardore mostrato nello studio lo ri-

versò nella cura dello Spirito.

Divenne insegnante di Teologia e Filosofia

stimato ed apprezzato dai “primi Uomini”

della città Partenopea.

L’ANGOLO L’ANGOLO L’ANGOLO DELDELDEL FOCOLAREFOCOLAREFOCOLARE

a cura di Rosmary

Esplorando posti nuovi e sconosciuti è naturale e spontaneo meravigliarsi di ciò che

osserviamo. La novità ci attrae, ci fa fantasticare e immaginare scenari verosimili.

Difficile è invece sorprendersi di ciò che si ha sempre sotto gli occhi.

“Chi prova un senso di dubbio o di meraviglia riconosce di non sapere”, affermava

Aristotele (Met. I 2, 982 b) e proprio il senso di meraviglia e la curiosità rappresenta-

no quella possibilità da cui può germogliare la volontà di conoscere e scoprire. Pro-

seguiamo dunque il nostro viaggio alla ricerca della nostra identità culturale e sociale

attraverso cunti, miti e leggende locali con la speranza che si possa guardare ogni

cosa con occhi nuovi e pieni di curiosità.

Il lupo alle pecore

S i narra che tanto tempo fa, quando per sopravvivere le famiglie più povere

erano costrette a mandare i propri figli maschi a far da guardiani alle greggi

di pecore di ricchi possidenti, un giovanotto soleva pascere le pecorelle vicino al

promontorio ove oggi sorge la Cappella della Madonna dell’Alto Mare,

“Madonnina” per esprimerci in termini locali.

Un giorno mentre era intento ad osservare il mare vide con enorme sorpresa aprir-

si davanti ai suoi occhi una botola … incuriosito si avvicinò e notò che vi era una

scalinata che sembrava portare in una grotta sotterranea … titubante, ma incuriosito

ed attratto dal mistero che si poteva

celare iniziò a scendere pian piano i

gradini … ad un tratto si ritrovò in

una grande stanza piena di oro,

gemme e pietre preziose, vi era un

vero tesoro sepolto lì sotto. Anfore

ricolme di ogni ricchezza e avvinto

ad una di esse un enorme serpente

che sembrava lo invitasse ad avvici-

narsi, il giovanotto era quasi giunto

vicino al tesoro quando dall’esterno

si udì una voce di donna che grida-

va: «Il lupo alle pecore, il lupo alle

pecore!». Quasi come destatosi da

un sogno il giovane pastore volò su

per le scale, ma uscito fuori vide che

non c’era né il lupo né la donna …

Si voltò per tornare indietro, ma la

botola alle sue spalle era scomparsa

… Aveva forse sognato? O era stata la Vergine Maria a salvarlo dalla tentazione e

dall’avidità? Non avremo mai risposte certe, ma vero è che dove il pastore aveva

visto la scalinata sorge ora la Cappella della Madonnina.

Le sue opere furono di ampio respiro e

spaziarono dalla Giurisprudenza Eccle-

siastica alla Teologia, trattarono di mo-

rale e di educazione.

Nel 1672 morì a Roma, nel Monastero

di S. Andrea della Valle dove fu sepolto.

(Fonte V. Coronelli, Biblioteca Univer-

sale sacro – profana, Gennaio 1704 Ve-

nezia)

A Tommaso del Bene sono stati intito-

lati una via e l’Istituto Comprensivo di

Maruggio. Rosmary

VIVERE MARUGGIO PAGINA 6 PENSANDO ALLO SVILUPPO

L’INTEGRAZIONE SULL’OLIO D’OLIVA È SALVA

«Soddisfazione per il risultato del voto

in Commissione». È quanto è stato dichia-

rato dall’on. Sergio Silvestris, componente

della Commissione agricoltura del Parla-

mento Europeo, al termine dei lavori che

hanno licenziato i Regolamenti sulla nuova

Pac (Politica agricola comune).

«Nella proposta iniziale del Commissario

Dacian Ciolos, - ha affermato l’onorevole -

i regolamenti erano assai penalizzanti per

l’agricoltura pugliese. La distribuzione de-

gli aiuti era, infatti, prevista in base agli

ettari e non alla tipologia delle colture; tutto

ciò rischiava di distruggere un’agricoltura

diversificata e di qualità come la nostra. I

nostri oliveti e frutteti avrebbero ricevuto lo

stesso misero sostegno destinato ai pascoli e

ai cereali duri dei Paesi del nord Europa».

Quali le novità: la riforma della Pac avrà

inizio nel 2015 e non nel 2014, con un pro-

babile ulteriore slittamento di un anno.

Le colture come ulivo, pomodori e semi-

nativo, che oggi percepiscono l’integrazione

legata al premio storico, non subiranno tagli

drastici. La riduzione del premio, sarà lieve

e graduale e, al termine del periodo di con-

vergenza di sette anni, ciascun agricoltore

perderà al massimo il 25% dell’attuale valo-

re degli aiuti.

Il che, rispetto alla previsione iniziale che

riduceva gli aiuti a poche decine di euro a

ettaro, è un risultato eclatante.

A tutto ciò l’Italia potrà aggiungere

un’ulteriore quota di aiuto accoppiato vo-

lontario, pari al 15% del plafond nazionale.

E per la prima volta, con l’approvazione

dell’emendamento proposto dai deputati del

Partito Popolare Europeo, Silvestris-

Baldassarre, l’Europa avvierà un Program-

ma di promozione del consumo di olio

nelle scuole, analogo a quello già da tempo

avviato per frutta e latte.

L’ARTE DEGLI ANTICHI MESTIERI

U na volta il frantoio era tanta fatica e

poco riposo, tutto veniva svolto manual-

mente.

Le olive giungevano al trappitu e scaricate

nella sciaja (deposito). Dopo qualche gior-

no venivano prelevate e versate nella vasca

per essere macinate da ruote di pietra rotanti

girate dagli asini. Trasformate in pasta, si

riempivano i fisculi di giunco e si armava lu

cuènzu (incolonnamento dei fiscoli) da

mettere sotto i torchi per la spremitura.

Man mano che la pressa andava giù, l’olio

colava nei pozzetti e subito dopo veniva

raccolto e messo negli zzirri (orci). I fran-

toiani nell’alternarsi dei turni di lavoro, ri-

posavano tutti vestiti su dei sacchi di paglia,

poiché il ciclo di lavorazione si svolgeva

per tutte le ventiquattrore. Uno di loro prov-

vedeva a preparare i pasti, cucinando sul

fuoco del camino, in tegami e pignatte di

creta. Quasi sempre si mangiavano fave e

verdura, ceci, fagioli ed altri legumi. Il pane

di grano che non mancava mai veniva ar-

rossato sui carboni e condito con abbondan-

te olio, sale e pomodori.

ancora, il più giovane dei lavoranti, colui

che aveva svariati compiti, come curare gli

animali, accendere il fuoco, lavare i reci-

pienti ossia lu turlicchju ed infine, c’era lu

trappitaru, che provvedeva a trasportare

l’olio dal frantoio alle case dei clienti pren-

dendo i soldi della macinatura delle olive,

per consegnarli al capo squadra o fiduciario.

I frantoi aprivano alla fine di ottobre e

chiudevano ad aprile dell’anno dopo, utiliz-

zando manodopera specializzata di altri pa-

esi, generalmente Póppiti (abitanti della

provincia di Lecce). Terminata la campagna

olearia, i frantoi chiudevano e tutto il perso-

nale tornava dalle proprie famiglie, che at-

tendevano il ritorno del capofamiglia per

poter disporre dei soldi guadagnati con tan-

to sacrificio.

La sera prima della partenza si festeggiava

l’addio cu lu capucanali (una cena allegra e

abbondante) dove si mangiava qualcosa di

diverso con dell’ottimo vino nero.

Rosa Lina Bovo

Il lavoro dei trappitari (frantoiani) era tal-

mente organizzato da richiedere una ripartizio-

ne precisa delle mansioni: dapprima veniva il

caposquadra, colui che faceva le veci del pa-

drone, lu nagghjiru.

In ordine di responsabilità c’era poi il vice

capo squadra, lu sotta nagghjiru; il vice del

vice, lu cuenzu friscu o lu sotta tlu sotta nag-

ghjiru (l’addetto al riempimento dei fiscoli) ed

PAGINA 7 VIVERE MARUGGIO AMBIENTE E TERRITORIO

QUANDO IL RISULTATO COMPENSA L’ATTESA ANCHE A MARUGGIO UNA PIAZZA IN ONORE DEL FONDATORE DEGLI SCOUT

È risaputo che attendere la realizza-

zione di un desiderio non è mai bel-

lo. Questa volta però il risultato ha

ricompensato l’attesa di tutti quelli

che, come me, aspettavano di vedere

accolta una vecchia istanza fatta al

nostro Comune.

Nel 2007 in occasione del bicente-

nario della scomparsa di Robert Ba-

den Powell (fondatore degli scout) il

Gruppo scout Maruggio protocollò

una richiesta per l’intitolazione di

una piazza a suo nome.

Nell’occasione, fu anche indicata

una specifica area pubblica abbando-

nata sulla via per Avetrana.

Tutto sembrava essersi perso negli

Uffici Comunali, ma questa estate con gran-

de sorpresa sono venuto a conoscenza che

la vecchia proposta era stata ripresentata al

vice-sindaco, Giovanni Maiorano, che ave-

va promesso in un incontro con i Capi-scout

il proprio impegno personale al fine di sod-

te riqualificata.

Non potevo mancare alla serata

inaugurale alla quale ho partecipato

con grande gioia, ma anche con un

po’ di malinconia per i bei tempi

passati negli scout.

Mi ha fatto piacere ascoltare che

Piazza Baden Powell è il frutto

dell’impegno e della volontà di tutta

l’amministrazione.

È a tutti loro che voglio esprimere

i miei ringraziamenti per il lavoro

svolto. Con questa iniziativa hanno

saputo recuperare un angolo della

nostra Maruggio, che uscita dallo

stato di “abbandono” è stata resa

piacevole e fruibile da tutta la citta-

dinanza.

Hanno inoltre ripagato, in una certa ma-

niera, tutti quelli che da anni si impegnano

nello scoutismo, offrendo così a tanti dei

nostri ragazzi un occasione in più per cre-

scere nel migliore dei modi.

Un “ex” scout

APPROVATO DALLA GIUNTA REGIONALE IL PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale)

disfarla.

Finalmente questa estate ho visto anche a

Maruggio un’area intitolata al fondatore

degli scout Robert Baden Powell; un’area,

che fino a poco tempo fa era del tutto anoni-

ma e brutta, ora ha un nome ed è degnamen-

“Il limite del nuovo Piano paesaggistico è

quello di proporsi come sintesi delle tutele e

dello sviluppo, quando in realtà si esprime

solo in termini di norme e divieti e non in

termini propositivi intersettoriali per

l’agricoltura, il turismo, l’industria, il ter-

ziario così da prefigurare la futura struttura

socio-economica del territorio regionale”.

Questo è il parere espresso, in una intervi-

sta rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno

del 15 settembre scorso, dall’arch. France-

sco Pellegrino, già redattore del PUG

(Piano Urbanistico Generale) del Comune

di Maruggio.

Secondo l’urbanista, professionista di fa-

ma nazionale, le opinioni favorevoli al

PPTR si spostano sempre di più sul versante

dell’integralismo in quanto nel piano “…

completamente assente è la verifica della

sostenibilità delle norme di tutela una volta

che incidono così pesantemente sull’attuale

configurazione del territorio, quasi come

una o più fatwa emesse da una lontana au-

torità sovraordinata dai tanti ulema

dell’Islam ambientalista … senza tener con-

to dei diritti acquisiti, … di un sistema di

sviluppo ormai consolidato che hanno avu-

to origine con il prevalente contributo pro-

prio del la Reg ione a t traverso

l’approvazione di innumerevoli varianti …

ma non si può nascere due volte!”.

Ed aggiunge: “A fronte di un imponente

report cartografico, (scaricabile sul portale

regionale, ndr), in sostanza il PPTR si e-

sprime in termini astratti, utilizzando i pa-

rametri metrici per definire i contesti pae-

saggistici. L’area litoranea, ad esempio, è

definita nei 300 metri di profondità dalla

costa, dove lo stesso sistema di tutela è pre-

visto sia che riguardi un valore paesaggisti-

co eccezionale (come le dune di Campoma-

rino, ndr) sia se si tratti dell’impianto Enel

di Cerano, così come la fascia di rispetto di

un bosco è di 100 metri, anche se il bosco è

un parco urbano interno all’edificato”.

Ma quali saranno le conseguenze, pratiche

ed immediate, delle misure di salvaguardia

contenute nel PPTR già scattate dal momen-

to della sua pubblicazione? Ad esempio,

chiunque demolirà (per qualunque motivo)

un vecchio fabbricato nella fascia dei 300

metri dal mare, potrà ricostruirlo solo oltre

tale limite ed ancora, la realizzazione di

opere pubbliche (strade, acquedotti etc.), se

ricadenti in area sottoposta a vincolo, dovrà

essere sospesa anche se il progetto aveva

rispettato tutte le normative sino ad allora

previste ed anche se i lavori siano già stati

appaltati e avviati.

L’auspicio è che la Regione Puglia so-

spenda queste norme.

Quale misure di salvaguardia, se non si

garantiscono i diritti dei singoli e della col-

lettività?

Sono una miriade le obiezioni al Piano

giunte assai prima del 6 novembre, termine

fissato per il recepimento delle osservazio-

ni. Obiezioni che provengono dai Comuni,

dagli Ordini professionali, dalle imprese e

dai singoli privati. Se ne tenga conto, per-

ché altrimenti lo sviluppo della nostra regio-

ne, già ingessata da lacci e laccioli, riceverà

dal PPTR il colpo di grazia.

SI SCATENA UN VESPAIO DI PROTESTE

VIVERE MARUGGIO PAGINA 8 VIVERE … SOCIALE

SANITÀ 2.0 Le App per la salute

O rmai la salute è sempre più questione di App.

Gli sviluppatori forniscono ogni giorno nuove applicazioni

scaricabili su tablet e smartphone che danno informazioni utili

per il proprio benessere,

anche in chiave preven-

tiva.

Negli App-store se ne tro-

vano centinaia e anche

molto curiose, per genito-

ri, bimbi, giovani ed anche

per anziani.

Sabato sera con gli amici,

discoteca e qualche drink di troppo? L’applicazione GottoJab -

Alcol Test stima in tempo reale il tasso alcolemico, incrociando

i dati dell’alcolico bevuto con peso, altezza, sesso e altre info.

Ti indica se puoi metterti alla guida, e in caso contrario, quanto

dovrai attendere prima di essere sobrio.

Il nonno ha nel cassetto decine di pastiglie e per di più prive

di scatolo e bugiardino? MyMedications è l’applicazione che

permette di avere un piccolo database di tutti i propri farmaci,

inserendo le sveglie agli orari di assunzione ed alert alla data di

scadenza.

Sei una mamma tecnologica in dolce attesa e vuoi

un’applicazione che ti accompagni durante la gravidanza? i-

Mamma è un’apprezzatissima App che calcola i giorni che

mancano al parto, indica in agenda gli esami da compiere, pro-

pone articoli interessanti in gravidanza, ti consiglia alimenti, e

puoi appuntare persino i calcetti del tuo bebè.

E per i bimbi più pigri che trovano una noia lavare i dentini al

mattino, c’è StarTeeth, una curiosa App che permette di sce-

gliersi un partner di lavaggio virtuale e di strofinare a ritmo di

musica.

Insomma ce n’è per tutte le esigenze e per tutte le età. È suffi-

ciente una rete internet, un cellulare evoluto e la vostra salute

sarà a portata di...App!

Dott.ssa Fabiola De Cataldo

E ra un modo per allontanare i bambini quando in casa

si doveva discutere di qualcosa d’importante o co-

munque di questioni non adatte alla loro fascia d’età.

Allora si diceva ai bambini di andare dal nonno o da altre per-

sone adulte e di chiedere se avevano lu ‘ntartieni. Allora il non-

no capiva e lo tratteneva facendo finta di cercare lu ‘ntartieni,

dopo un po’ di tempo lo faceva ritornare dai genitori a mani

vuote, in quanto quasi sempre era finito o non lo si trovava.

Oggi non si usa più questo modo simpatico di allontanare

temporaneamente i bambini. Non ci si trattiene più nei discorsi,

si parla in maniera libera trasmettendo ai bambini alcuni pensie-

ri o stati d’animo non adatti allo loro età. Forse si pensa che essi

siano già grandi? E lo sono davvero? È davvero così grande da

poter assistere ad un litigio tra mamma e papà? Anche perché si

sa, quando ci si arrabbia spesso e volentieri si dicono parole che

non si pensano, volte esclusivamente a ferire l’altra parte. E

magari si va ad innescare nel bambino un senso di colpa che

non gli deve appartenere con la conseguenza di farlo crescere

con dei disagi.

Non che come nel passato ci debbano essere dei tabù, ma ogni

questione ha bisogno del suo tempo per essere compresa.

Maturare troppo in fretta a volte non è un bene.

GND

VACANZE APPENA FINITE CATTIVE SORPRESE?

Ai danni ci pensa il Codice del Turismo

U na volta nella vita è accaduto a tutti noi di rimanere delusi

da una vacanza tanto attesa quanto desiderata.

La vacanza è occasione di svago, riposo e piacere, ma talvolta,

questo sogno si può trasformare in incubo, costringendo il malcapi-

tato turista, vittima di inadempimenti o situazioni sfortunate ed

infelici, a ricorrere al giudice per ottenere almeno il risarcimento

per i disagi subiti nelle situazioni più disparate (ad esempio, l’hotel

non è quello proposto nel depliant pubblicitario o non ha servizi

adeguati, il trasferimento in hotel dall’aeroporto non è compreso).

Naturalmente non deve trattarsi di piccoli inconvenienti, che pos-

sono capitare a chiunque durante lo svolgimento di un viaggio, co-

me la giurisprudenza ha ripetutamente statuito.

Oggi finalmente il danno da vacanza rovinata è disciplinato e-

spressamente dal Codice del turismo, introdotto dal D.lgs.

79/2011.

L’art. 47 prevede che il turista, in questi casi possa chiedere il

risarcimento del danno subito (patrimoniale e non), correlato al

tempo di vacanza inutilmente trascorso e all’irripetibilità

dell’occasione perduta (ad esempio, un viaggio di nozze).

Moti interni dell’animo quali stress, delusione, insoddisfazione per

il trattamento ricevuto, sconforto per le aspettative tradite, senso di

frustrazione per dover attendere nuovamente parecchi mesi prima

di potersi concedere un nuovo periodo di relax, com’è facile intuire

non sono affatto semplici da provare ai fini della determinazione di

una somma economica di ristoro, così il giudice utilizzerà il crite-

rio di liquidazione equitativa per il danno morale.

Sarà l’organizzatore e/o l’intermediario a risarcire il danno, se-

condo la rispettiva responsabilità; a meno che non provi che il

mancato o inesatto adempimento, sia stato determinato da una cau-

sa a lui non imputabile (caso fortuito o forza maggiore).

Dott.ssa Federica Santoro Lu ‘ntartieni …

VIVERE MARUGGIO PAGINA 9 VITA POLITICA

AD UN ANNO DALLE ELEZIONI

Ritenendo importante che fra amministratori ed elettori venga mantenuto un rapporto di reciproca conoscenza, ad un anno dalle prossime

elezioni amministrative, di numero in numero, proporremo ai lettori una serie di interviste ai protagonisti, di maggioranza ed opposizione,

della vita amministrativa del paese. In questo numero è stato intervistato l’assessore al bilancio, Armando Maiorano.

P ersonalmente non mi sono mai sot-

tratto dall’ascoltare e riflettere sulle

critiche che mi vengono rivolte

(soprattutto da quando ho l’onere e l’onore

di essere un amministratore locale). Ho

sempre creduto che da esse si possa trarre

qualcosa di positivo, per migliorare e mi-

gliorarsi.

Capita però che a volte le critiche giun-

gano da “strani personaggi” che, motivati

forse da un personale disegno politico o

magari affetti da uno strano tipo di conte-

stazione, danno rilievo ad ogni piccolo

problema, pur di sparare a zero contro

quelli che non la pensano come loro.

Tali luminari però, non riescono a com-

prendere (o forse fingono di non capire)

che con tale atteggiamento, oltre che dan-

neggiare l’immagine della nostra Marug-

gio, rischiano di arrecare danni ben più

gravi anche ai piccoli imprenditori locali

che da anni si sforzano di investire nel

commercio e nel turismo e che, contestual-

mente, riescono a garantire sia servizi per

l’intera comunità sia qualche posto di la-

voro.

La ricerca costante di opportunità offerte

dai bandi provinciali, regionali o ministe-

riali ci ha permesso e ci permetterà di in-

vestire diversi milioni di euro sul territo-

rio senza toccare le tasche dei cittadini o

le casse comunali.

Spero che in futuro mi venga data

l’opportunità di indicare tutti gli obiettivi

finora raggiunti.

Nel frattempo mi rivolgo ai “cari amici

criticatori”, provate a farvi una passeg-

giata per Maruggio, potreste partire dalla

zona industriale, passare per il centro

storico, soffermarvi nei pressi dell’Istituto

comprensivo e magari spingervi fino a

Campomarino.

Chissà forse durante la passeggiata,

guardando con occhi diversi ciò che vi

circonda, potreste notare anche voi i lavo-

ri conclusi e quelli ancora in corso finaliz-

zati al miglioramento del nostro territorio.

Magari con una mente libera dagli attac-

chi politici strumentali potreste riuscire

anche voi a dare un contributo più profi-

cuo. Solo così riusciremmo a crescere

insieme per il bene comune!

Giovanni Maiorano

QUANDO LE CRITICHE SONO STRUMENTI POLITICI … NON SI CRESCE ! Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta dal vice-sindaco di Maruggio

Quando verrà discusso in Consiglio Co-

munale il bilancio? È previsto un aumen-

to della pressione fiscale locale?

Il 31 agosto scorso il Parlamento ha proro-

gato il termine ultimo per l’approvazione

del bilancio al 30 novembre. L’Ufficio Ra-

gioneria, in collaborazione con gli altri uffi-

ci comunali, è comunque al lavoro per ela-

borarlo al più presto, secondo gli indirizzi

forniti dalla Giunta e dall’intera Ammini-

strazione. Nel frattempo l’Amministrazione

ha potuto assicurare i servizi primari alla

cittadinanza utilizzando in dodicesimi le

somme impegnate nei vari capitoli del Bi-

lancio 2012. Il ritardo nell’approvazione del

Bilancio 2013 deriva principalmente dalla

mancanza dei dati relativi al Fondo di Soli-

darietà Comunale spettante al Comune di

Maruggio, dati che devono essere pubblicati

sul sito del Ministero dell’Interno, ma che a

causa dell’incertezza politica non sono an-

cora noti. Circa la seconda domanda, allo

stato attuale non è possibile prevederlo.

Certo è che, qualora il Fondo di Solidarie-

tà assegnatoci non ci consentisse di mante-

nere gli equilibri di bilancio e quindi di assi-

curare ai cittadini maruggesi i servizi prima-

ri a cui sono abituati, non possiamo esclude-

re, oltre ad attuare una politica di taglio del-

le spese superflue, un piccolo aumento della

pressione fiscale.

Per quali servizi vi sarà il maggior impe-

gno di spesa?

Tutti i settori sono adeguatamente consi-

derati, anche per dare spazio all’azione am-

ministrativa dei vari assessorati. Sicuramen-

te le voci principali sono quelle relative alla

realizzazione delle opere pubbliche, alle

opere di urbanizzazione, alla manutenzione

degli immobili comunali (scuole, strade,

fognatura e acqua), senza tralasciare i setto-

ri dei Servizi Sociali, della Pubblica Istru-

zione e della Cultura e Spettacoli. Purtroppo

la coperta è sempre più corta, quindi politi-

camente siamo chiamati a fare delle scelte

oculate sulla distribuzione della spesa, assi-

curando in ogni caso il mantenimento dei

servizi essenziali.

In tempi di spending review, il Comune

di Maruggio avrà una riduzione dei tra-

sferimenti statali?

Sicuramente il Comune di Maruggio avrà

una riduzione dei trasferimenti statali.

Ho già detto che manca l’ufficialità della

quantificazione del Fondo di Solidarietà

Comunale per il 2013 ma visto il trend ne-

gativo degli ultimi anni ci sarà sicuramente

una riduzione. Spero comunque che tale

riduzione non arrivi ad un saldo negativo,

così come paventato nelle comunicazioni

pervenute dall’ANCI, che ci porterebbe ad-

dirittura a restituire somme allo Stato.

I nostri conti sono a posto? C’è disavanzo

o avanzo non spendibile?

Posso con orgoglio affermare che i conti

del Comune di Maruggio sono sotto con-

trollo. Siamo tra i Comuni che rispettano il

Patto di Stabilità grazie all’impegno sinergi-

co tra la Giunta, impegnata a recuperare

finanziamenti ai vari livelli e i diversi uffici

comunali. Vi assicuro che è difficile.

Nell’ultimo bilancio consuntivo si è evi-

denziato un avanzo di amministrazione di

circa € 1.782.000,00 di cui € 1.230.000,00

sono fondi vincolati ed € 518.000,00 fondi

non vincolati da destinare a quanto previsto

dall’art. 187 del T.U.E.L e cioè alla coper-

tura di debiti fuori bilancio, all’eventuale

copertura di precedenti disavanzi, nonché al

finanziamento per spese di investimento.

Questo significa che teoricamente il Co-

mune potrebbe spendere in opere pubbliche

circa € 500.000,00 se non ci fosse la regola

del rispetto del Patto di Stabilità. Infatti da

una parte potremmo impegnare le predette

somme per opere e servizi, ma dall’altra, ci

sarebbe impedito il pagamento delle opere

alle ditte appaltatrici in quanto tutto ciò pro-

durrebbe uno splafonamento sulla cassa. In

pratica è come il cane che si morde la coda;

vorrei proprio vedere quale ditta effettue-

rebbe dei lavori con la sicurezza di non es-

sere regolarmente remunerato.

Non intendo dire che Maruggio sia priva

di problemi, voglio invece ricordare a colo-

ro che, spesso e con superficialità, si adope-

rano per diffondere attraverso i mezzi di

comunicazione solo le notizie che denigra-

no il nostro territorio, che in realtà Marug-

gio negli ultimi anni è cresciuta e si è mi-

gliorata.

Rifacimento Villa comunale di Maruggio

PAGINA 10 VIVERE MARUGGIO EVENTI E SPORT ...

L’ASD “Maruggio Calcio” chiude

D opo l’ultima mazzata inflitta,

l’ASD “Maruggio Calcio”

vende il titolo sportivo.

Sono stati anni di successi insperati

che hanno portato il calcio maruggese a

livelli molto alti sino a disputare il cam-

pionato di Eccellenza confrontandosi

con squadre più blasonate come il Mar-

tina Franca, il Manfredonia, il Bisceglie,

il Manduria, il Fasano etc..

Oggi si chiude e si vende il titolo.

La interminabile crisi economica ave-

va già reso difficile andare avanti ed

affrontare anche campionati modesti

come quello di prima categoria.

Ora è anche arrivato “il colpo di

grazia”.

Una interrogazione da parte dei consi-

glieri del gruppo “Maruggio democrati-

ca città futura”, rivolta al Sindaco e al

revisore dei conti ha fatto in modo che il

Comune chiedesse il rimborso spese dei

consumi elettrici ed idrici alle società

che utilizzano il campo sportivo.

Ad ogni buon conto teniamo a ricor-

dare che:

1) l’Asd Maruggio calcio non è stato

l’unico soggetto ad usufruire della strut-

tura sportiva.

2) è stato l’unico a versare nelle casse

del Comune circa € 9.000 solo negli

ultimi anni.

3) Il Sindaco e la giunta, con delibera

del 2004, avevano provveduto a far i-

stallare un’antenna di telefonia mobile

per finanziare lo sport con ben 13.000 €

all’anno.

Comunque riteniamo che lo sport e

quindi il calcio siano discipline che rie-

scono a svolgere un ruolo socialmente

importante nella Comunità.

Con i buoni propositi di riscrivere in

futuro pagine importanti per il Calcio

Maruggese, vogliamo ringraziare tutti i

tifosi che ci sono stati vicini in questi

anni ed hanno condiviso con noi i mo-

menti belli ed i meno belli, il Sindaco

dott. Alberto Chimienti che è stato sem-

pre il nostro primo tifoso, tutti i Presi-

denti che si sono succeduti alla guida

della Società e tutti i collaboratori diri-

genziali e tecnici che hanno prestato,

volontariamente e con sacrificio, il loro

impegno in questi anni .

Ripartiamo come “Nuova Marug-

gio” dai giovani con i campionati gio-

vanili convinti che il calcio possa far

crescere meglio i nostri figli.

Riceviamo e pubblichiamo

N ell’ambito della manifestazione estiva “La

strada dei saperi e dei sapori”, il 18 agosto

scorso si è svolto, presso un noto lido del nostro li-

torale e in uno splendido tramonto a fare da cornice,

un interessante incontro con il sen. Luigi

D’Ambrosio Lettieri, che ha presentato il suo libro,

Le ragioni di un impegno, a numerosi amici, ammi-

nistratori locali e turisti interessati.

Il politico barese, maruggese d’adozione, ha spie-

gato che la pubblicazione è nata dal desiderio e dal

dovere. Il desiderio di rivivere attraverso il lavoro

svolto, nel rigore della responsabilità, i cinque anni

di impegno trascorsi in Senato e il dovere di docu-

mentarli per darne conto, nel rispetto del patto di

fiducia sancito con i suoi elettori.

Attraverso le pagine del libro ha voluto raccontar-

si, parlare non solo alla ragione, ma anche al cuore

delle persone. Non a caso il tema dei diritti è stato il

più declinato nel corso dell’intera legislatura: sicu-

rezza, carceri, lavoro, salute, giustizia, mobilità.. È

tutto agli atti, raccontato con i numeri e con la forza

dei fatti.

In un clima di anti-politica ci è parso un atto di

coraggio la scelta di presentarsi ai cittadini con il

proprio bilancio.

D’Ambrosio Lettieri

Storia di una legislatura

H a avuto

grande suc-

cesso a Maruggio

la raccolta di fir-

me tesa a pro-

muovere i refe-

rendum abrogati-

vi sulla giustizia.

Sembra che i quesiti più sottoscritti siano stati

quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e

sulla separazione delle loro carriere.

In pochi giorni il coordinamento cittadino del

Pdl, guidato dal dott. Alberto Chimienti ne ha

raccolte circa cinquecento. Bisognerà, comun-

que, attendere per sapere se si è raggiunta quota

500.000, così come previsto dall’art. 75 della

Cost.

REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA

AMO: non solo dialetto

I l mese di luglio di questo 2013 è stato un mese ricco di soddisfazioni per

AMO.

Il 9 ha visto la luce il suo “Palòri -lessico maruggese”, frutto di ben tre anni e

mezzo di gestazione. Si tratta di un volume corposo di 408 pagine, caposaldo del

dialetto maruggese, considerando che non vi sono altri autori che abbiano testi-

moniato la lingua maruggese antica.

Il 29 si è visto assegnare il primo premio (ancora uno!) al Concorso Nazionale

di Scrittura Creativa “Antonio Bruni”, V Edizione, Sezione maschile, indetto

dal Centro Culturale GS - Giulia Selvaggi di Manduria, con cerimonia svoltasi

presso l’Hotel Corte Borromeo. L’opera per la quale AMO ha conseguito

l’ambito riconoscimento, è la poesia in lingua italiana “Come stella era”.

Come stella era

Quando una stella

dal cielo cade

in cielo non ritorna:

cade e finisce.

Così

cadde l’amore nostro

che come stella era.

Ci felicitiamo con AMO per questi traguardi. Ad majora.

VIVERE MARUGGIO PAGINA 11

ORIZZONTALI

1. Foto n. 1 6. Contiene gioielli 10. La fine del sultano 11. A capo della monarchia 12. Personal compu-

ter 13. A favore 15. Pietra in tedesco 17. Uno e trino 18. In inglese open 20. Aeronautica italiana 21.

Congiunzione avversativa 22. Dio greco delle arti 24. Sigla di Avellino 25. Poco clamore 27. Ancona

28. Foto n. 2 31. Foto n. 3 34. Garibaldi incontrò Vittorio Emanuele II 35. Offesa, ferita 36. Provincia

della Basilicata 37. Italo Balbo 38. Foto n. 4 41. Foto n. 5 43. La voce della Ricciarelli 44. C’è quello

d’armata 46. Viene dopo la effe 47. Farina per dolci 48. Il primo pronome 49. In provincia di Cuneo

VERTICALI

1. Vi tornava Lassie 2. Non è moderna 3. Eroe senza inizio 4. Contenitore di voti 5. Nord-est 6. Una no-

tizia da prima pagina 7. Altro nome del cavalluccio marino 8. Alla fine delle sagre 9. Nucleo Operativo

Radiomobile 12. Piano per gli insediamenti produttivi 14. Foto n. 6 16. In cima 17. Una delle Goggi 18.

Ha dei palchi in testa 19. Tasso annuo nominale 23. Lira italiana 26. Cinquantacinque romano 27. Sulla

testa del laureato 29. Squadra di Milano 30. Negazione 31. Famoso quello di Oz 32. Simona, regista ita-

liana 33. Famoso quello di Buridano 37. Una vecchia imposta 39. Divinità nordiche 40. Sotto in greco

42. Ha scritto Il nome della rosa 45. Simbolo del piombo

Direttore responsabile Nando Perrone

Direttrice di redazione Anna Maria Marotta

Comitato di redazione

Rosa Lina Bovo

Fabiola De Cataldo

Oronzo Massa

Stefania Moccia

Gianfranco Pisconti

Rosmary Pisconti

Federica Santoro

Foto 1 = 1 orizz.

Foto 2 = 28 orizz.

Foto 3 =31 orizz.

Foto 4 = 38 orizz.

CRUCI … MARUGGIO LE MASSERIE

Foto 6= 14 vert.

Chi volesse inviare un articolo per proporre la sua pubblicazione deve indirizzar-

lo a: [email protected].

L’articolo non deve superare la lunghezza complessiva di 2000 caratteri, deve

essere preceduto dalle indicazioni sull’autore (nome, cognome e indirizzo). Il comitato di redazione si riserva la decisione di pubblicazione eventualmente

anche su un numero successivo a quello di imminente uscita e il diritto di modi-

ficare e/o tagliare quanto inviato per renderlo adatto alla pubblicazione. Al me-

desimo indirizzo è possibile anche inviare segnalazioni di fatti ed eventi.

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VIVERE MARUGGIO PAGINA 12 VIVERE … CULTURA

Esploriamo il Pianoforte

A lla fine dello scorso anno scolastico, nei

locali dell’I.C. “T. Del Bene” di Marug-

gio si è concluso il progetto “Esploriamo il Piano-

forte”, coordinato dalla prof.ssa Rita Moccia, do-

cente di Educazione Musicale. Nelle attività proget-

tuali sono stati coinvolti alcuni alunni della seconda

classe: Ugo Chimienti, M. Giulia Pro e Albano

Taurino e alunni della terza classe: Marco Pulieri e

Francesca Summa che, avendo frequentato assidua-

mente per tre anni, sono stati premiati con un atte-

stato di merito.

Al saggio hanno anche partecipato, suscitando

ammirazione per la loro bravura, il prof. Umberto

Summa che ha eseguito al vibrafono brani di Bill

Molenhof e la prof.ssa Rita Moccia, che lo ha ac-

compagnato al pianoforte.

I genitori, Massimo Corrado (trombettista) e Da-

niela Fusco (cantante) hanno eseguito, accompa-

gnati sempre dal pianoforte, dal vibrafono e dalla

batteria suonata dall’alunno Francesco Santoro,

brani di musica jazz e brani tratti dalle colonne so-

nore di alcuni film.

Alessandro Fusco, alunno di terza media, si è esi-

bito in due minuetti di J.S. Bach, mentre brani di

musica jazz, tratti da Little Stories in Jazz, sono

stati suonati perfettamente dagli alunni, Marco Pu-

lieri e Francesca Summa.

Sono stati eseguiti brani di Bayer: Studio nume-

ro 3 per pianoforte a quattro mani dall’alunno Ugo

Chimienti e Studio numero 74 dall’alunno Marco

Pulieri, nonché brani del metodo Bastien: Il valzer

degli elefanti, dall’alunna Giulia Pro; Minuetti di

J.S.Bach, da Alessandro Fusco; da Juvenilia,

L’eco dall’alunno Albano Taurino; dall’Antologia

didattica per pianoforte, Sonatina di L. van Bee-

thoven dall’alunna Francesca Summa.

Il saggio si è concluso con l’esecuzione del brano

When the saints go marchin’in e Now we are

free, tratto dal film “Il gladiatore”, da parte di Rita

Moccia al pianoforte, Umberto Summa al vibrafo-

no, Francesco Santoro alla batteria, Daniela Fusco

voce e Massimo Corrado alla tromba.

Al termine della serata applausi di approvazione e

convinta partecipazione da parte dei genitori e dei

docenti presenti, con la promessa di esserci anche

nel 2014 per la continuazione del Progetto e per

ascoltare buona musica.

Il 19 settembre, ricorre l’anniversario della

morte di mia zia Elisa Springer, deportata

nel campo di sterminio di Auschwitz e so-

pravvissuta alle barbarie naziste. Voglio pro-

porvi alcune sue frasi con l’intenzione di

provocare una attenta riflessione nel variega-

to mondo dei giovani:

“Ho vissuto per non dimenticare quella

parte di me, rimasta nel lager, con i miei

vent’anni. Ho vissuto per difendere e rac-

contare l’odore dei morti che bruciavano

nei crematori, per difendere la memoria di tutti i miei cari e di tanti in-

nocenti, memoria che oggi si tenta ancora di infangare. Ho vissuto per

raccontare che le ferite del corpo si rimarginano con il tempo, ma quelle

dello spirito mai. Abbiamo vissuto la degenerazione ma siamo soprav-

vissuti cercando di cancellare la nebbia ed il buio dalla nostra mente. La

nostra sofferenza, il nostro disagio, il nostro riscatto sono diventati

l’eredità dei nostri figli che soffrono il nostro passato. Ciò che davvero

conta è imparare a riconoscere e respingere ogni forma di dittatura e di

razzismo”.

Elisa Springer

Nel ricordo, la nipote

Dove c’è musica c’è vita

La banda di Maruggio tra passato e presente

A breve sarà intitolata una via del nostro paese alla memoria di Giuseppe Pi-

chierri, padre fondatore della banda di Maruggio, su richiesta dell’intero

Consiglio Direttivo dell’Associazione musico-culturale “G. Pichierri”, composto

da Fabio Caforio (presidente), Fabio Valentini (vicepresidente), Damiano Palum-

mieri (segretario), Cosimo Guarino (tesoriere) e Cosimo Guida (consigliere). L’associazione era nata come associazione musicale, dopo la morte del Maestro

Pichierri (avvenuta nel 1995) anche se le sue radici sono ben più profonde. Già nel

1970, infatti, il Maestro Giuseppe Pichierri di Sava era stato invitato

dall’Associazione Nazionale delle bande e dei gruppi folkloristici (ANBIMA) a

creare nel nostro paese una scuola ad orientamento musicale. La risposta dei giova-

ni maruggesi non si fece attendere e in pochi anni il Maestro diede vita ad un orga-

nico in grado di eseguire sia marce sinfoniche sia arie tratte dalle più celebri opere

liriche. La banda era stata battezzata con il nome di Santa Cecilia, patrona della

musica.

Da allora le attività dell’associazione si sono ampliate: organizza, infatti, con suc-

cesso il Raduno Nazionale delle Piccole Bande, giunto alla XIV edizione; partecipa

da alcuni anni al Raduno Nazionale di Bagnoli Irpino (AV); organizza concerti in

occasione delle festività natalizie e pasquali, che ottengono sempre un ottimo ri-

scontro; si esibisce in Puglia e nel sud Italia e prende parte attivamente alle iniziati-

ve promosse dalle altre associazioni del nostro paese. Di conseguenza nel 2009 ha

modificato la denominazione in Associazione musico-culturale “G. Pichierri” e, al

suo interno, è anche nata una scuola di musica.

La direzione artistica, prima affidata al Maestro Giuseppe Pisconti (nel 1996,

quando ne assunse la guida, aveva da poco completato gli studi presso il Conserva-

torio di Salerno), dal 2012 è passata alla giovanissima Maestra Clelia Rizzo, diplo-

mata in tromba e trombone, che si avvale della collaborazione del Maestro Michele

Colluto e del Maestro Michele Vitale, diplomati rispettivamente in clarinetto, trom-

ba e trombone.

Sempre nel 2012 l’Associazione ha avuto l’onore di esibirsi all’Udienza Generale

per gli artisti dello spettacolo viaggiante di tutto il mondo dinanzi a Papa Benedetto

XVI, dando lustro all’intera comunità maruggese.

Dal febbraio 2013, attraverso il suo delegato Antonio Calasso, è divenuta vicepre-

sidente della Consulta delle Associazioni del Comune di Maruggio.

Ci sembra che il gesto di riconoscenza del percorso cominciato dal Maestro Pi-

chierri sia doveroso e crediamo che egli dall’alto sicuramente gradirà.