Vivere la Lucania

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VIVERE LA LUCANIA: LA MIA ACQUA E LA MIA TERRA ISTITUTO COMPRENSIVO «R. MONTANO» STIGLIANO CLASSE 1°A A.S.2014/15

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1. VIVERE LA LUCANIA: LA MIA ACQUA E LA MIA TERRA ISTITUTO COMPRENSIVO R. MONTANO STIGLIANO CLASSE 1A A.S.2014/15 2. Nell antichit la regione era chiamata LUCANIA dal popolo dei lucani, che la dominarono prima della conquista romana. Il nome attuale comparve nel Medioevo, quando la regione fece parte dell impero Bizantino, e deriva da BASILIKOS (IMPERIALE): cos veniva chiamato il funzionario mandato dall imperatore (BASILEUS) a governare la regione. 3. Le tappe pi importanti della storia della BASILICATA . NellVIII-VII a.C. i Greci colonizzarono la costa Ionica della regione , fondando citt come METAPONTO ed ERACLEA. Queste citt furono in seguito conquistate dai Lucani , una popolazione che abitava le zone montuose dell interno. Nel III secolo a.C. la regione fu occupata dai Romani, che affrontarono a pi, riprese la tenace resistenza dei lucani. Nel medioevo la Basilicata fu devastata dalle invasioni barbariche e contesa dai bizantini longobardi. A partire dalla dominazione dei Normanni, fu legata alle vicende del Regno di Sicilia , diventato in seguito Regno di Napoli. Sotto il dominio spagnolo e poi dei Borboni , la regione fu abbandonata nella mani dei grandi proprietari terrieri. Si diffuse il fenomeno del brigantaggio. Le difficolt economiche e sociali si protrassero anche dopo linvasione al Regno dItalia. 4. I SASSI DI MATERA Tipici della citt di Matera e simbolo della Basilicata sono i Sassi,abitazioni dallaspetto caratteristico ,scavate nelle rocce e nel tufo,le cui origini risalgono alla preistoria;alcune,infatti,assomigliano pi a grotte che a vere e proprie case-Abitati fino agli anni cinquanta,i Sassi furono dismessi per ragioni di sicurezza e igiene(non avevano n acqua corrente n servizi igienici).Paragonato da Carlo Levi ,allinferno dantesco nel suo libro Cristo si fermato a Eboli,dal 1993 lUNESCO le ha inserite tra i beni architettonici e culturali di importanza mondiale,anche se oggi necessitano di interventi urgenti di restauro e di conservazione. I sassi sono formati da due zone, Sasso Barisano(a nord ovest )e Sasso Caveoso(a sud) ,divisi dal Colle Delle Civita, la parte pi antica dellabitato 5. Collegate tra loro da scale, cunicoli e viuzze,queste primitive abitazioni disponevano di terrazzi, giardini e orti. Nonostante queste case,costruite sul fianco delle montagne,fossero addossate le une sulle altre, vi si potevano trovare piazzette,botteghe e chiese, al cui interno sono talvolta conservati interessanti affreschi in stile Bizantino. A volte,i tetti,oltre ospitare orti e giardini pensili,fungevano anche da cimitero per i defunti. Lacqua piovana veniva conservata in vasche e cisterne attraverso un complesso sistema di canali di scorrimento posti sul ciglio dei gradini. Nelle case la luce arrivava dallalto e la temperatura interna media era di 15;durante lestate i raggi solari perpendicolari e roventi non penetravano direttamente nelle abitazioni,mentre dinverno,i raggi obliqui e tiepidi raggiungevano il fondo delle grotte. La forma pi antica dinsediamento rappresentata da una semplice grotta scavata nel tufo e aperta verso valle.In una seconda fase la grotta veniva chiusa con una parete di tufo,questo muro di tamponamento a Matera si chiama Palombae la grotta viene detta Tamponata. 6. Matera 7. Lo stemma 8. Lo stemma di questa regione ha un significato: La lettera M in alto sarebbe liniziale del nome della citt,mentre le spighe in bocca al bue aggiungerebbero il resto del nome,infatti spiga in greco si dice Ather-Eros,quindi dallunione delle parole si ottiene Mather- Eros,da qui Matera.La corona che il bue ha sulla testa indicherebbe che la citt era libera,cio non dipendente da alcun feudatario ma direttamente dalla corona reale. 9. Matera l'unica provincia della regione Basilicata. Una regione sconosciuta ma grazie, a questa citt che ha avuto molti successi tra cui nell'ottobre del 1930 quando fu dichiarata patrimonio dell'Umanit e quindi anche dell'Unesco e nel 2014 citt culturale Europea. 10. I SASSI NEI FILM 11. Matera divenne famosa nel 49 grazie a Carlo Lizzani che gir un documentario in cerca del paesaggio contadino descritto da Carlo Levi. Quella fu la prima volta che venne girato un film nei Sassi. Inoltre fu anche la prima volta che i Sassi non finsero di essere altro ma raccontarono la loro storia. Ma ce ne sono altri... 12. e Differenti motivi hanno spinto numerosi registi a girare i loro films nei Sassi di Matera. Nel '49 ad esempio, Carlo Lizzani realizza un documentario cercando di indagare su quel mondo contadino descritto da Carlo Levi e ne coglie le contraddizioni. E' l'unica volta che i Sassi di Matera non fingono di essere qualcos'altro o una mera scenografia e raccontano la loro storia. Da qui in avanti infatti i Sassi saranno adattati alle varie esigenze. Lattuada li sceglie per girarvi la Lupa, ed i Sassi diventano un misero paesino siciliano. Dagli anni 60 i Sassi sono ormai completamente disabitati ed il forte senso di degrado, a seguito dell'abbandono, viene utilizzato pretestuosamente per mostrare l'arretratezza meridionale, come ne "Gli anni Ruggenti", "Il demonio", "I basilischi", "Qui comincia l'avventura", "Cristo si fermato ad Eboli" e "Terra bruciata". I Sassi, senza vita, sono ormai una scenografia senza un preciso tempo storico. Pasolini nel suo "Vangelo secondo Matteo" del 1964 ne consacra questo ruolo: ai Sassi viene dato un senso solo se avulsi dal presente periodo storico, e proiettati in un mondo immobile, metafisico, senza tempo. E' il solo modo per farli vivere, altrimenti nettissima la loro separazione dal presente, sembra dirci Pasolini. Curiosamente, una seconda volta i Sassi nell'85 diventano Gerusalemme, con King David, (Richard Gere era l'attore protagonista), ed una terza volta nel 2002 con il film "La Passione di Cristo" di Mel Gibson. Il tempo che non muta nei Sassi sfollati favorisce gli scenari piu' disparati: un paese meridionale del Settecento (il sole anche di notte), di inizio Ottocento (Allonsanfan con Mastroianni), un paese basco del Novecento (L'albero di Guernica), un paese siciliano degli anni Cinquanta (L'uomo delle stelle di Tornatore). 13. La passione di Cristo 14. Un posto surreale, adatto anche al fiabesco "C'era una Volta" con Sofia Loren o allo stravagante "Il tempo dell'inizio". Mai, comunque, sono tornati ad essere i Sassi. Grazie alla splendida scenografia che offrono, assieme al territorio circostante, e grazie all'assenza di popolazione e quindi di trasformazioni, hanno costituito negli ultimi cinquanta anni un ottimo set per decine di registi. Speriamo che i Sassi, restaurati e vissuti, offrano l'opportunit a Matera di raccontare la Storia, e le storie, di questa splendida citt. 2002 - LA PASSIONE DI CRISTO di Mel Gibson. Religioso. Fra gli attori Jim Caviezel nella parte di Ges, Monica Bellucci di Maddalena, Rosalinda Celentano di Satana, Claudia Gerini della moglie di Pilato, Luca Lionello di Giuda, Mattia Sbragia di Kaifa e Sergio Rubini del ladrone buono. Ambientato nel paesaggio mozzafiato dei Sassi di Matera e della Gravina, il film racconta le ultime dodici ore di Ges, dal giardino degli ulivi alla resurrezione con flashback sulla vita passata. 15. Terra Bruciata 16. 1999 - TERRA BRUCIATA di Fabio Segatori. Satirico. Fra gli attori Raul Bova, Giancarlo Giannini, Carlo Croccolo, Francesco Paolantoni, Michele Placido, Peppino Di Capri, Alex Van Damme. Ambientato in un paese dell'entroterra campano, Francesco torna dagli USA per la morte dei genitori. Qui scopre che non sono morti in un incidente ma per guerra di camorra. Per vendicarsi e scoprire i colpevoli, scatena una dura guerra fra i clan, con morti a ripetizione. al termine Francesco si innamora di una ex dioendente dei suoi genitori, Maria, e pensa di aver ucciso il suo nemico Macri', che invece si scoprira' essere emigrato nei Caraibi. 17. 1979 - CRISTO SI E'FERMATO AD EBOLI di Francesco Rosi. Dramma sociale Fra gli attori: Gian Maria Volont e Lea Massari Ambientato nel 1935, quando il medico torinese Carlo Levi viene confinato in Lucania dal fascismo. Qui prender contatto con la popolazione locale e si dar alla pittura. Una volta rientrato a Torino, scriver l'omonimo libro, che fa da soggetto al film, in cui denuncer lo stato di vita della popolazione lucana. 18. IL VANGELO SECONDO MATTEO 19. 1964 - IL VANGELO SECONDO MATTEO di Pier Paolo Pasolini. Religioso Fra gli attori Ninetto Davoli , Enrique Irazoqui ed Enzo Siciliano Ricostruzione fedele del Vangelo Secondo Matteo, dall'Annunciazione alla Resurrezione. Girato interamente a Matera con largo uso di attori non professionisti, si distanzia dagli estetismi e propone un Cristo profondamente radicato nella terra e nel paesaggio. Il ruolo della Madonna affidato alla stesa madre di Pasolini. 20. LE NOTIZIE STORICHE DI STIGLIANO Stigliano fu fondata dai lucani. Il nome antico era Hostilianus, da cui Ostigliano e quindi Stigliano. Caduto limpero romano, Stigliano fu invasa dai Goti che la fortificarono e la adibirino a loro sede. Stigliano pass dopo le invasioni barbariche ai Longobardi,che lo posero nel principato di Salerno. Nel 1070 fu donato al Vescovo di Tricarico. Nel 1269 il feudo pass a Goffredo di Sarzin, gi cancelliere e procuratore del regno sotto Carlo d Angi. Nel 1274 RE CARLO dono il feudo a GIACOMO di BOSCINIAO, ricordato perch il feudatario nel 1276 litigo con l universit di CRACO a causa dei confini. Nel 1289 CARLO II per onorare il PADRE dono il FEUDO a GUGLIELMO della MARRA gi governatore della citt di NAPOLI che lo tenne per oltre due secoli e inseguito pass alla Potentissima famiglia dai Carafa. Dal 1556 al 1638 tutta la propriet di questi pass ad una sua erede che, sposando Don Ramiro de Gusman duca di Medina e Vicere di Napoli, eresse stigliano a primo capoluogo della Basilicata (sec. XVII). Negli anni del Fascismo Stigliano f un luogo di confino dei fascisti dissidenti, in quanto, trovandosi a quasi mille metri dAltitudine, era l unico a sfuggire alla malaria. dkd 21. STEMMA DI STIGLIANO Lo stemma rappresenta un guerriero, armato di lancia, sopra un cavallo che rappresenta il Principe Eligio della marra in atto di uccidere il drago che infestava le campagne di Gannano. La leggenda vuole che detto Principe andato a combattere il drago, nell ora del pericolo invuoco la vergine di Orsoleo in onore della quale poi eresse il monastero. Il drago non compare sullo stemma perch f trascurato dal pittore. 22. LE CHIESE LA CHIESA DI SANTANTONIO E LA CHIESA MADRE 23. LA CHIESA DI SANTANTONIO 24. Il convento risale al XVII, conserva un importante CROCIFISSO ligneo,attribuito a padre UMILE DA PETRAGLIA , creatore di molte opere simili in zona. Tale effigie, secondo la tradizione popolare, si rese protagonista in passato di un prodigioso miracolo, attestato inoltre da una preziosa tavoletta lignea del tempo: liber la cittadina dalla peste. Edificata nel 1530 un nemico cenobio dei cappuccini tra verdi sentieri alberati. La chiesa e stata interamente ricostruita nel XX secolo, ed ancora oggi affidata ai CAPPUCINI. Ledificio presenta un edificio a blocchi di pietra squadrata ed un piccolo porto antistante lingresso a cui si affianca un basso campanile; la chiesa, a navata unica, caratterizzata da un arredo semplice ed intitolata chiesa di santantonio. La chiesa vanta inoltre una facciata barocca del XVII secolo, due preziosi quadri del XVII secolo, atribuiti ad ANTONIO STABILE, uno dei quali raffigura la VERGINE MARIA COL BAMBINO. Un altro dipinto risalente al XVIII secolo raffigurante limmacolata con santo monaco attribuito a DOMENICO GUARINO. 25. LA CHIESA MADRE 26. La chiesa madre e dedicata a SANTA MARIA ASSUNTA, presenta una facciata in stile BAROCCO. Essenzialmente, la CHIESA MADRE o CHIESA MATRICE e la chiesa principale di un paese o di una citt. A reggere tale chiesa avvolte un sacerdote insignito del titolo di arcipiede. Il termine chiesa madre riferibile a differenti edifici di culti. Essa a numerose opere darte tra le quali un sontuoso politico del XVI secolo caratterizzato da una statua dalla vergine e da dipinti con santi, angeli e dio padre. Essa apparteneva al convento di santantonio che f distrutto nel XIX. La struttura e caratterizzata da una splendida volta in legno dorato nella navata centrale e tante cupole nelle due navate laterali. Molto particolari sono il coro in legno intagliato, fatto rifare nel XIX secolo dall arciprete Correale , e l armadio ligneo della sacrestia costruito dalla arciprete Tancredi. Interessante anche la statua della vergine assunta,di scuola veneta , conosciuta come SANTA MARIA DELLA NEVE,che f donata alla chiesa nel 1522. 27. I NONNI RACCONTANO 28. IL GRANO DI SANTA LUCIA Si narra che ogni anno , nella notte tra il 12 e il 13 dicembre , santa Lucia passi dalle case degli stiglianesi per benedire il grano cotto il giorno precedente lasciato sul davanzale della finestra. La santa passandolo lo benedice , lasciando limpronta del suo piede. Il giorno dopo poi , il 13 dicembre , tutti mangiano il grano benedetto. QUANDO NON CERA LENERGIA Quando non cera lenergia eletricca e scendeva la sera , era la fiamma del focolare a illuminare la casa e solo quando arrivava qualche ospite si accendeva il lume a olio. Nelle case dei pi ricchi , invece , si poteva trovare il lume a gas o il lume a petrolio. 29. A SCUOLA CHE AVVENTURA! Tanti e tanti anni fa non esistevano gli edifici scolastici. Le lezioni si tenevano nelle case private e , come spesso raccontano ancora i maestri, in molte di queste non cera il bagno e gli alunni facevano i bisognini... In mezzo alla strada! BRR. CHE FREDDO! Si racconta che durante i mesi invernali gli alunni morivano di freddo ogni uno portava dalle proprie case un pezzo di legna che serviva per accendere il cammino e , a turno , potersi riscaldare. I maestri , invece , si riscaldavano con il braciere pieno di carboni ardenti! PER SCRIVERE Un tempo per scrivere gli alunni usavano un pennino che bagnavano nellinchiostro contenuto nel calamaio. 30. IL CORTEGGIAMENTO E IL MATRIMONIO Quando un uomo si innamorava di una donna e voleva corteggiarla , le faceva delle serenate sotto la finestra; se riceveva un cenno dassenso , allora mandava a casa della ragazza un ambasciatore con le sue tipiche calze rosse , per chiedere la mano della giovane se i genitori erano daccordo , il fidanzamento era fatto , si stabiliva la dote che la donna portava con s , lenzuola , coperte , asciugamani , utensili per la cucina , e si fissava la data delle nozze. Alle nozze partecipavano molte persone e in quelloccasione si gustavano i biscotti fatti in casa , liquori sempre fatti in casa e , solo per chi poteva permetterselo , i dolci freschi. Le feste che allietate dalla musica e si ballava fino a tarda notte. Tra valzer , mazurche , si ballava anche la tarantella. 31. IL LAVATOIO, LE FIUMARE.,IL SAPONE FATTO IN CASA Da ragazza andavamo a lavare alle fiumare,portavamo la cesta con i panni sporchi e il sapone fatto in casa e la cenere per lavarli. Si lasciava asciugare la biancheria sugli arbusti,nel frattempo ci si lavava nell acqua del fiume. Una volta asciugata si ritornava a casa. Nel 1950 fu costruito il lavatoio comunale,una serie di vasche poste una a fianco allaltra. Si portava un secchio,il sapone e al posto della cenere si usava la candeggina e una bacinella grande con i vestiti da lavare,sul capo. Tra la bacinella e il capo si metteva un asciugamano arrotolato per attutire il peso. Una volta lavati si portavano a casa ad asciugarli. Sia durante il tragitto, sia durante il bucato, si chiacchierava e si cantavano vecchie canzoni come La Calabrisella, Quel mazzolin di fiori, Amor dammi quel fazzolettino, ecc. 32. LE FIUMARE Le fiumare sono corsi dacqua frequenti nellAppennino meridionale, in particolare nella Basilicata. Sono caratterizzate da un letto molto largo, formato da ciottoli e ghiaia, che per lunghi periodi dellanno si presenta completamente asciutto o percorso da pochissima acqua. In occasione di piogge abbondanti, lalveo viene invaso da una grande massa dacqua, che scende rapidamente a valle dai pendii delle montagne trascinando con s terra e detriti. 33. IL BUCATO Al tempo dei nostri nonni non esisteva la lavatrice e la biancheria si lavava a mano con una tavola per strofinare i panni e il sapone fatto a mano , le donne andavano a lavare al fiume! Almeno 2 volte lanno per ridare bianchezza ai panni , le donne facevano a lissia: panni , acqua e tanta cenere venivano posti in una pentola di rame rosso , che , a sua volta , veniva messa sul fuoco a bollire. IL SAPONE 34. Il sapone fatto in casa. IL SAPONE SAPONE AL CRUDO INGR. : 1) 1Kg DI POTASSA 2) 5Kg DI FARINA 3) 5l DI SUGNA PROCEDIMENTO: METTERE TUTTI GLI INGREDIENTI DENTRO UNA PENTOLA E FAR GIRARE IL TUTTO PER UN ORA E MEZZA,DOPO VERSARE IL SAPONE IN FORMINE E TAGLIARLO. 35. SAPONE AL CALDO ING. : 1) 24l D ACQUA 2) 5Kg DI FARINA 3) 5Kg DI SUGNA 4) 1Kg DI POTASSA 5) UNA GOCCIA DI PROFUMO O FIORI PROFUMATI. PROCEDIMENTO: METTERE TUTTI GLI INGEDIENTI DENTRO UNA PENTOLA E METTERLO SUL FUOCO E GIRARLO CON UN MESTOLO FIN QUANDO SI ADDENSA. 36. LE LEGGENDE DI STIGLIANO IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO 37. Al tempo della peste ,il popolo Stiglianese, riunito in fervida preghiera ai piedi del crocifisso, invocava la cessazione del flagello: allimprovviso una nube invase la chiesa , offuscando gli occhi del popolo. Diradata la nube i fedeli notarono, con grande meraviglia che la testa della sacra immagine si era inclinata dalla parte sinistra. Un certo Paolo Gaffia mettendo in dubbio laccaduto corse verso chiesa ma mentre stava per varcare la soglia, li si paralizzarono le gambe. Chiese aiuto a gran voce e confess ai presenti del suo dubbio. In seguito, si ricredette, preg fervidamente e dopo aver ricevuto lolio del crocifisso , guari. 38. LE LEGGENDE DI STIGLIANO La mandarra La mandarra era una specie di essere mostruoso. Aveva laspetto di una donna gigantesca. Soprattutto aveva le gambe lunghissime. Essa, la notte stava in agguato e con le sue gambe lunghe era sempre pronta ad afferrrare chi passsava e non la scorgeva. Piantava i suoi piedoni sui tetti delle case o sui massi rocciosi. Stringeva fra le sue gambacce solo le persone cattive. LA LEGGENDA DEL TESORO Un contadino che arava le terre del suo signore ad un certo punto si accorse che laratro si inceppava e chiam il padrone. Questultimo mand via il contadino e si mise a scavare personalmente. Trov una grande anfora piena di antiche monete doro marenghi. Si pensava che quelle monete le avessero sepolte i briganti. Il signore, unico scopritore del tesoro, con quelle monete compr altre terre e divent ancora pi ricco. 39. La leggenda del fiume Agri 40. Pi in alto di santArcangelo esiste ancora una chiesa dove sono conservate le corna di un drago che infestava nei tempi antichi la regione. Tale drago abitava in una grotta vicino al fiume e riempiva le terre del suo fiato pestifero , rapiva le fanciulle , distruggeva i raccolti. I contadini avevano tentato di difendersi , ma non potevano far nulla contro quella bestiale potenza. Ridotti alla disperazione , pensarono , infine , di rivolgersi al pi potente signore di quei luoghi: il principe Colonna di Stigliano. Il principe venne tutto armato , sul suo cavallo ; and alla grotta del drago e lo sfid in battaglia. Ma la forza del mostro era immensa e la spada del Principe pareva impotente di fronte a lei. Ad un certo momento stava quasi per darsi alla fuga , quando gli apparve , vestita di azzurro , la Madonna che lo incoraggi a proseguire la lotta . A questa visione lardimento del principe si centuplic e gli permise di avere la meglio. Bisognava ora ricompensare il Principe per il servizio reso . Si radurarono perci gli abitanti di SantArcangelo , reputati avari e astuti e dissero che dal momento che il drago abitava nel fiume, era una bestia dellacqua , il Principe doveva prendere in ricompensa il fiume e non le terre.LAgri fu offerta al Principe ed egli laccett.I contadini credevano di aver fatto un buon affare e di aver cosi ingannato il loro salvatore,ma avevano fatto male i loro conti,lacqua dellAgri serviva ad irrigare i loro campi ed allora bisogn pagarla al Principe ed anche ai suoi discendenti. 41. LE LEGGENDE DI STIGLIANO LA LEGGENDA DEL PMPNAR (LUPO MANNARO) I lupi mannari sono degli uomini normali che la leggenda vuole nati nella notte di natale , a mezzanotte in punto. Nelle notti di plenilunio diventano simili a lupi e terrorizzano interi paesi. Gli uomini si trasformano e diventano lupi perch vittime di oscuri sortilegi che si possono guarire solo con uno stratagemma: pungere con uno spillo il lupo mannaro. Il sangue perduto permette luomo di ritornare alla normalit. LE GRAVSEJ Fenomeno provocato da persone dotate di particolari poteri magici in grado di causare una sensazione di soffocamento ad individui nemici. 42. LE LEGGENDE DI STIGLIANO LA PROCESSIONE DEI MORTI 43. Era credenza diffusa in tempi remoti che durante la vigilia della ricorrenza del primo Novembre i defunti si recassero in processione in Chiesa a pregare. I vivi erano avvertiti da un suono intenso e prolungato di campane. Un aspetto caratteristico della processione era rappresentato dal fatto che i defunti si presentassero con i segni che ne avevano provocato la morte. Ci naturalmente serviva a rendere ancora pi impressionante la leggenda. Da parte loro i vivi erano obbligati ad andare al letto presto , in quelle notti , poich i propri congiunti estinti al momento del ritorno al cimitero passavano da casa e l consumavano ci che era stato loro lasciato, nella fattispecie: pane , aglio ed origano. 44. I MESTIERI TRADIZIONALI 45. Il campanaro ha il compito di suonare le campane 46. Limpagliatore impaglia le sedie 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 1Trim. 2Trim. 3Trim. 4Trim. Est Ovest Nord 47. Lo Spazzacamino pulisce i camini 48. Il calzolaio ripara le scarpe. 49. Nan z' mrete mang l'acque d' l' scuorpare la crianz d' l' scuoratore l' scuorpatore port l' scarp rott Il calzolaio lavorava molto in paese perch in passato le scarpe non si comperavano nei negozi o nei centri commerciali. Il calzolaio riparava scarpe usate e le faceva con la sue mani con tomaia buona e suola resistente. Il calzolaio realizzava soprattutto scarpe grosse e col tacco ,scarpe che usavano agricoltori e manovali; creava anche scarpe per le feste. Il guadagno tuttavia non era molto,ogni persona aveva al massimo due paia di scarpe,per tutti i giorni e per le feste,che dovevano durare per parecchi anni;c un detto,infatti, che diceil calzolaio,batte batte,rimane sempre povero e mai ricco. 50. Il maniscalco ferra i cavalli 51. Il pastore custode di pecore 52. Il calderaio ripara le pentole 53. Il fabbro Uno dei mestieri pi comuni tra la gente di Stigliano era quello del FABBROche Lavorava molto e con fatica per ferrare asini e cavalli per munirli di zoccoli in ferri Gli animali di cui si faceva largo uso per il trasporto di merci. Tra quanti si servirono Delle mano dopere del fabbro solo alcuni lo pagavano con le monete molti barattavano Con la fornitura ogni mese de latte o con il formaggio e il grano o con la legna. 54. Larrotino affinatore di coltelli e forbici 55. Il Sellaio faceva le selle 56. Il tessitore era addetto alloperazione di tessitura 57. Mia nonna Peppinella:la magliaia D-Nonna perch hai deciso di svolgere questo mestiere? R-Perch a quei tempi era difficile trovare lavoro. D-Eri gi esperta in questo mestiere? R-No,perch la mia mamma mi aveva insegnato a fare la calza con i quattro ferri. D-Quando hai iniziato a svolgere questo mestiere? R-Ho cominciato a svolgere qualche lavoretto negli anni 50,succesivamente nel 1952 anche gli altri componenti della famiglia entrano a far parte di questa attivit. D-Che differenza cera fra il lavoro manuale e quello a macchina? R-La differenza era che a mano si impiegava pi tempo rispetto a quello impiegato dalla macchina. D-Come hai imparato questo mestiere? R-Quando acquistai la macchina,un esperto mi insegn i vari procedimenti per poterla far funzionare. D-Qual era il costo di una maglia? R-Il prezzo di una maglia variava in base al costo del filo di lana o di cotone e al tempo impiegato. D-qual era il ricavo delle vendite? R-Dalla vendita delle maglie ricavavo circa 500 lire. D-Qual era il colore preferito e quello pi usato? R-I colori principali erano soprattutto quelli scuri come:il nero,il blu e il beige. 58. D-Come si svolgeva la giornata lavorativa? R-La giornata si svolgeva in questo modo:sveglia alle quattro del mattino e lavoro ininterrotto fino a tarda notte per poter ultimare il lavoro da consegnare. D-In che periodo dellanno,finalmente arrivavano le tanto desiderate ferie? R-Gli unici giorni di riposo erano:Il Santo Natale,Capodanno,La Santa Pasqua e il 13 Giugno,festa del Santo Padrone. D-Qual era il periodo di lavoro pi intenso. R-Il periodo pi produttivo era soprattutto linverno perch cera maggiore richiesta da parte dei contadini che avevano bisogno di biancheria intima per potersi difendere dal freddo intenso delle prime ore del mattino. D-Nonna,quanto tempo i clienti aspettavano per la consegna? R-Per il troppo lavoro,a volte,dovevano aspettare qualche giorno in pi e nonostante ci erano educati e comprensivi. D-Dove annotavi le ordinazioni dei clienti? R-Avevo un taccuino a quadretti sul quale scrivevo il nome del cliente,la data e il prezzo finale. D-Dove svolgevi lattivit lavorativa? R-Allinizio lavoravo in casa,poi ho cambiato locale perch avevo una clientela molto numerosa. D-Eri soddisfatta del tuo lavoro? R-Inizialmente non ero molto convinta perch molto faticoso.Quando mi trasferii in Piazza Garribaldi tutto fu pi piacevole perch il lavoro era intervallato da discussioni,pettegolezzi e notizie varie. D-In che anno hai smesso di lavorare? R-Ho smesso nel 1992 perch le industrie producevano una gran quantit di maglie. 59. Il lustrascarpe lucidava le scarpe 60. Il barbiere faceva barba e capelli 61. Il sarto era colui che faceva gli abiti 62. Il sarto Un tempo,pochi erano quelli che compravamo vestiti gi confezionati nelle grandi fabbriche. Soprattutto le donne si arrangiavano a mettere su piccole sartorie nelle proprie abitazioni in cui cucivano gonne,vestiti,pantaloni,camicie, servendosi della collaborazione dei vicini di casa. Chi aveva possibilit economiche si rivolgeva al sarto,per lo pi un uomo con una vera e propria bottega o, per risparmiare un po,lo si chiamava in casa per intere giornate,a confezionare,stringere o allargare vestiti che passavano dai figli pi grandi a quelli pi piccini. 63. Il casaro faceva il formaggio 64. IL FORMAGGIO E LA RICOTTA FATTI IN CASA Tempo addietro la mungitura delle pecore e delle capre veniva fatta a mano. Dopo aver munto, il latte veniva filtrato per togliere le impurit. Il latte veniva messo in una apposita caldaia affinch raggiungesse una temperatura di 15-20 gradi ideale per aggiungere il caglio (3 gocce per litro di latte). Per la coagulazione del latte bisognava aspettare 45 minuti. Dopo che la pasta casearia si era coagulata veniva frantumata allinterno della caldaia con un utensile di legno. Si frantumava la cagliata e si raccoglieva con le mani e veniva messa in appositi canestri detti fuscelli. Veniva pressata con le mani e poggiata su un tavolo di legno inclinato per la fuoriuscita del siero. La seconda fase era quella della ricotta. Si agitava il siero e con un cucchiaio di legno si prelevava delicatamente la ricotta e la si trasferiva nei canestri. In seguito il formaggio veniva immerso nel siero per 10-15 minuti per attribuirgli la forma dei canestri. Per la stagionatura il periodo andava da qualche settimana fino a sei mesi. 65. La lavandaia lavava i panni 66. La massaia curava la casa 67. Il contabile era addetto alla contabilit 68. Il vetraio lavorava il vetro 69. Il mulattiere guidava i muli 70. Il boscaiolo faceva la legna 71. Il carbonaio faceva i carboni 72. I carbonai Tra le attivit tradizionali della regione , vi la produzione del carbone di legna . Si tratta di un combustibile di poco valore , ma che sviluppa pi calore e dura pi a lungo della legna . Il procedimento per ottenerlo consiste nellasciugare rami e tronchi di albero , eliminando lumidit attraverso una lentissima cottura , che pu durare fino a un mese . Se fino a qualche tempo fa era frequente vedere nelle campagne coni di legna fumanti , oggi carbonai sono rimasti in pochi. 73. Il bottaio costruiva le botti 74. Il cestaio faceva i cesti 75. Il funaio faceva le corde 76. Il vaccaro era il custode delle mucche 77. Il frese arava la terra 78. Il mattonaio faceva i mattoni 79. Il banditore annunciava le notizie 80. Il banditore Come si faceva in passato per comunicare qualcosa a tutti i cittadini? bene cera una volta il banditore nella persona di LUIGI che dopo aver suonato la trombetta Informava gli abitanti soprattutto dellarrivo in paese dei venditori ambulanti:fruttivendoli, pescivendoli e mercanti di ogni genere.Il compenso che LUIGI riceveva per le sue mansioni,di solito,era proporzionato alla foga che metteva nel propagandare il prodotto! Le parole di Luigi che pi sono rimaste impresse nel ricordo popolare sono: ATTENZIONE, ATTENZIONE, ARRIVA UNA MACCHINA, CHE PORTA UNOTTIMA QUALITA DI PESCE FRESCO, ANDATE IN PIAZZA CHE CE IL FORESTIERE. Le massaie, cosi si affrettavano dai venditori per fare la spesa portando con se una borsa nera e soprattutto capiente. per non far vedere agli altri le quantit della spesa , che a volte era lo stretto necessario! 81. Il potatore potava le piante 82. Il vasaio faceva i vasi 83. Il fornaio faceva il pane 84. IL pane fatto in casa. Il pane ottenuto mediante un antico sistema di lavorazione che prevede lutilizzo esclusivo di semola di grano duro. Il prodotto si ottiene mediante lantico processo di produzione che prevede lutilizzo di lievito madre, semola di grano duro, sale ed acqua. Setacciare la farina su un piano da lavoro. Fare il buco al centro e mettere la pasta madre con sale ed acqua. Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Mettere limpasto a lievitare fino al raddoppio del volume, questo procedimento impiega 3-4 ore. Dopo lavorare limpasto formando delle pagnotte rotonde, che vengono messe nei fazzolettoni bianchi e fatte lievitare per circa unora. Dopo, le pagnotte, vengono poste su una pala di legno, e infornate per circa 2 ore. 85. Il mietitore mieteva il grano 86. Il muratore faceva le case 87. Il mugnaio produceva la farina 88. Il mugnaio Quella del mugnaio era una figura senza dubbio indispensabile nel paese,perch il pane un tempo si faceva a mano e in casa.Il compito del mugnaio era quello di macinare il grano coltivato dai contadini e trasportato al mulino con gli asini o i muli. I mulini erano ubicati in vari punti del paese. Quello pi ricordato, il mulino-pastificioSarubbi perch oltre alla farina produceva unottima pasta secca che veniva,adirittura,esportata in America. Questo pastificio rimasto in funzione fino al 1972-73. Ricordiamo anche il mulinoSantAngelo,il mulino De Sortis e il piccolo mulino di Ottaviano Melfi. Cera sempre tanta confusione perch il grano da macinare era un tempo davvero tanto. 89. Il trebbiatore metteva le spighe nella trebbia 90. Il falegname lavorava il legno 91. Il vignaiolo coltivava le vigne 92. I suonatori suonavano canzoni tradizionali 93. I suonatori Le canzoni servivano ad accompagnare le gioie e i dolori di unesistenza semplice:lamore,il lavoro,lamicizia ecc. 94. Oi mamma mamma Figlia-Oi mamma mamma me more me more pe na cosa ca allorto mo sta. Madre-Si tu vuoi lu funucchill, mo vagg allorto e lu vagg a piglia. Figlia-A quan stupida la mamma mia ca nun capisce la malatia. Figlia-Oi mamma mamma me more me more pe na cosa ca allorto mo sta. Madre-Si tu vuoi lu rafaniell, mo vagg allorto e lu vagg a piglia. Figlia-A quan stupida la mamma mia ca nun capisce la malatia. Figlia-Oi mamma mamma me more me more pe na cosa ca allorto mo sta. Madre-Si tu vuoi lurtulane, nungne sta osce,vene dimane. Figlia-A quant bell la mamma mia ca ha capito la malatia. Figlia-O mamma mamma io muoio io muoio per una cosa che nellorto sta. Madre-Se tu vuoi il finocchietto, ora vado allorto e lo vado a prendere Figlia-Ma quant stupida la mamma mia che non capisce la malattia. Figlia-O mamma mamma io muoio io muoio per una cosa che nellorto sta. Madre-Se tu vuoi il ravanello, ora vado allorto e lo vado a prendere. Figlia-Ma quant stupida la mamma mia che non capisce la malattia. Figlia-O mamma mamma io muoio io muoio per una cosa che nellortosta. Madre-Se tu vuoi lortolano, oggi non c, viene domani. Figlia-Ah quant bella la mamma mia che ha capito la malattia. 95. L ortolano coltivava l'orto 96. Il patanaro vendeva le patate 97. Il massaro Un tempo il lavoro del contadino era molto duro e faticoso ; lintera giornata era dedicata a coltivare i campi e ad accudire gli animali: mucche, capre, galline, conigli... e queste attivit costituivano lunica fonte di guadagno per la famiglia. Nel lavorare i campi si usavano attrezzi manuali ed era necessario la sola forza delle braccia. Tra gli strumenti pi usati cerano la vanga, la zappa, il piccone per zappare la terra, la mazza, lascia per spaccare la legna, la falce per mietere il grano e lerba, il cosiddetto giogo che serviva per tenere la coppia dei buoi che tirava laratro per fare i solchi nel terreno,lo spandiconcime per concimare il terreno e le piante. I prodotti coltivati spesso venivano portati al mercato per essere venduti e il ricavato veniva utilizzato per comperare le stoffe e cucire i vestiti per le feste . Anche le donne,quando erano libere dalle faccende domestiche,aiutavano i propri mariti nel duro lavoro dei campi. Quella del contadino sempre stata una professione dura e spesso anche il temperamento di chi si dedicava al lavoro dei campi risultava un po rozzo, ma da sempre nato un proverbio ce lo rende orgoglioso: il contadino ha le scarpe grosse e il cervello fino. 98. Proverbi 1) Quann chiov dai l'acqua a l'gaddein: quando piove dai l'acqua alle galline. 2) Perdersi in un bicchiere dacqua 3) Fare un buco nellacqua. 4) una ragazza acqua e sapone. 5) A goccia a goccia si scava la pietra. 6) Acqua cheta rompe i ponti. 7) Sotto la neve pane, sotto lacqua fame. 8) Nuvole a pecorelle, acqua a catinelle. 9) L'acqua fa l'orto 10) Acqua e vento, annata d'uva 99. 1) Bue fiacco stampa pi forte il pi in terra. 2) Casa fatta e terra sfatta. 3) Chi ha terra, ha guerra 4) Chi lecca i piatti, deve leccare in terra. 5) Quando il marito fa terra, la moglie fa carne. 100. Le fiumare Le fiumare sono corsi dacqua frequenti nellAppenino meridionale, in particolare nella Basilicata e nelle Calabria.Sono caratterizzate da un letto molto largo, formato da ciottoli e ghiaia,che per lunghi periodi dellanno si presenta completamente asciutto o percorso da pochissima acqua. In occasione di piogge abbondanti,lalveo viene invaso da una grande massa dacqua, che scende rapidamente a valle dai pendii delle montagne trascinando con s terra e detriti. Le vallate in cui scorrono le fiumare sono in genere ampie;la loro forma dovuta non solo allimpetuosit dei corsi dacqua che con violenza ne colpiscono il fondo, ma anche alla natura delle rocce che le compongono, facilmente erodibili e modellabili da pioggia e vento e dalle acque superficiali. Anche i frequenti interventi umani di disboscamento, che hanno reso pi stabili i pendii delle montagne, hanno contribuito alla formazione di queste valli. 101. I raggi del sole riscaldano lacqua del mare,dei laghi e d Questa,cambia stato e diventa vapore acqueo 102. Le goccioline rimangono sospese in aria raggruppandosi in nubi ad alta quota O nebbia se al livello del suolo Se la temperatura diventa bassa,le gocce aumentano di dimensioni e iniziano ad inglobarsi. Quando il peso eccessivo si 103. LACQUA SCORRE NEL SOTTOSUOLO ATTRAVERSO FESSURE E LINEE DI DEBOLEZZA NELLA ROCCIA, MA SI AFFACCIA IN SUPERFICIE LADDOVE INCONTRA STRATI DI ROCCIA IMPERMEABILE, CREANDO SORGENTI. LACQUA CHE SI INFILTRA NEL TERRENO E SI MUOVE NEL SOTTOSUOLO COSTITUISCE LA FALDA 104. L ACQUA LIQUIDA CREA INVECE RIVOLI,RUSCELLI,TORRENTI ED INFINE FIUMI CHE TENDONO VERSO IL MARE 105. LACQUA, NEI CLIMI FREDDI,TENDE A RIMANERE GELATA FORMANDO NEVAI STAGIONALI O VERI E PROPRI GHIACCIAI CHE RILASCIANO ACQUA MA CON RITMI MOLTO PIU LENTI 106. DOPO GIORNI,MESI O ANNI A SECONDA DEI PERCORSI COMPIUTI, LACQUA TORNA AL MARE PER INIZIARE UN NUOVO CICLO ALLA FINE DEL CICLO L ACQUA EVAPORA E UGUALE A QUELLA PRECIPITATA PERO SI DISTRIBUISCE NEL MONDO IN MODO DISEGUALE 107. temperatura alla sorgente c pH alla sorgente conducibilit elettrica a 20 residuo fisso a 180 durezza F CO2 alla sorgente mg/l calcio ca+ mg/l sodio Na+ mg/l silice siO2 mg/l nitrati NO3- mg/l bicarbonati HCO3- mg/l magnesio Mg2+ mg/l potassio K+ mg/l solfati SO42- mg/l nitriti NO2- mg/l floruri F- mg/l 0 500 1000 1500 2000 2500 levissima sveva dolomia sanbenedetto uliveto panna leggera sorgesana solaria lilia ferrarelle rocchetta vitasnella acquadelrubinetto 108. 0 500 1000 1500 2000 2500 temperaturaalla pHallasorgente conducibilitelettrica residuofissoa180 durezzaF CO2allasorgente calcioca+mg/l sodioNa+mg/l silicesiO2mg/l nitratiNO3- bicarbonatiHCO3- magnesioMg2+ potassioK+mg/l solfatiSO42- nitritiNO2- floruriF-mg/l AxisTitle COMPOSIZIONE CHIMICA E PROPRIETA' FISICHE DELLE ACQUE MINERALI levissima sveva dolomia san benedetto uliveto panna leggera sorgesana solaria lilia ferrarelle rocchetta vitasnella acqua del rubinetto 109. MA QUANTA ACQUA CE AL MONDO??? SI TRATTA DI 1400 MILIONI DI M2 DI ACQUA. OVVERO I 3/4 DELLA SUPERFICIE TERRESTRE SONO RICOPERTI DA ACQUA 110. L UOMO STESSO E FORMATO IN MAGGIOR PARTE DI ACQUA E PER MANTENERSI DEVE CONTINUAMENTE REINTEGRARE CIO CHE PERDE 111. LUOMO PRIMITIVO E LACQUA. 112. ACQUA FONTE DI VITA DA SEMPRE! Gli uomini primitivi costruirono i loro primi insediamenti accanto a sorgenti, fiumi o laghi, per dissetarsi, bagnarsi, irrigare la terra coltivata, allevare animali Ma acqua anche come difesa: le abitazioni venivano costruite sullacqua o circondate dallacqua, per tenere lontani nelle oscure notti gli animali feroci o altri uomini nemici pronti a depredare. 113. ACQUA FONTE DI VITA DA SEMPRE! Gli uomini primitivi costruirono i loro primi insediamenti accanto a sorgenti, fiumi o laghi, per dissetarsi, bagnarsi, irrigare la terra coltivata, allevare animali Ma acqua come differenza: le abitazioni venivano costruite sullacqua o circondate dallacqua, per tenere lontani nelle oscure notti gli animali feroci o altri uomini nemici pronti a depredare. 114. I SUMERI. ACQUA PER I MATTONI Gli antichi Sumeri abitavano tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Impastavano con lacqua piccoli blocchi di argilla, che poi facevano essiccare al sole; ed ecco i primi mattoni pronti per costruire! 115. Gli egizi consideravano il Nilo come un Dio, perch le sue acque permettevano loro di vivere: dai giochi sull acqua alla caccia allippopotamo, dalla navigazione alla pesca, dallirrigazione dei campi... alla carta. Il fusto del papiro, una pianta che cresceva abbondantemente nellacqua, veniva tagliato, essiccato, pressato e se ne ricavavano rotoli di carta. GLI EGIZI. DALLACQUA ALLA CARTA:IL PAPIRO. 116. La carta:il papiro 117. GLI EBREI. ACQUA PURIFICATRICE Il Tempio di Salomone, a Gerusalemme, era costruito con travi di legno di cedro ricoperto doro ed era famoso per le sue decorazioni. Nel cortile davanti allingresso si ergeva il mare di bronzo, gigantesco bacile di bronzo contenente lacqua per la purificazione rituale. Nella religione ebraica, come in molte religioni, lacqua era ed simbolo di purezza, capace di rendere puro lo spirito. 118. I FENICI. ACQUA PER TINGERE. 119. I fenici furono famosi nel mondo antico perch sapevano tingere tessuti di lino o di lana. Ottenevano questo colorante naturale da un mollusco marino, il murice. I murici venivano liberati dai gusci e cosparsi di sale; poi erano esposti al sole ad essiccare. Dalla loro decomposizione si ricavava la polvere di tintura: si scioglieva nellacqua che diventava cos di un bellissimo colore rosso porpora. Il tessuto grezzo veniva immerso per parecchie ore, poi lo si faceva asciugare: ed eccolo tinto! Per colorare un piccolo pezzo di stoffa occorrevano tantissimi molluschi. Questo procedimento richiedeva molto tempo e molto lavoro: era perci al quanto costoso. Ecco perch la porpora era anche chiamata il colore del re! 120. I GRECI. ACQUA ALLE FONTANE. Alla fontana pubblica le donne dell antica Grecia riempivano le anfore, che poi portavano sulla testa. I bambini facevano la doccia! Nelle case si usavano grossi catini per il bagno. 121. IL VIAGGIO DI ULISSE. Ulisse un mitico eroe greco. Dopo aver combattuto una lunga guerra, viaggi per il mare aperto con i suoi compagni affrontando incredibili avventure. Dopo molti anni riusc a tornare in patria, lisola di Itaca di cui era re. Pot cosi riabbracciare il figlio Telemaco e la moglie Penelope, che non avevano mai smesso di aspettarlo. 122. 1) CITTA DI TROIA : Ulisse solpa con le sue navi verso Itaca. 2) TERRA DEI CICONI: I venti spingono le navi di Ulisse nella terra dei Ciconi che le accolgono con le armi. 3) TERRA DEI LOTOFAGI: Una tempesta getta Ulisse sulle coste dell Africa Settentrionale. 4) TERRA DEI CICLOPI: Giungono nella terra dei Ciclopi: giganti mostri con un occhio solo. Uno di essi, Polifemo, alcuni dei sui compagni. 5) ISOLA EOLIA: Arrivano all isola di Eolo, il dio dei venti, che regala ad Ulisse un otre nel quale sono racchiusi i venti contrari alla navigazione. 6) TERRA DEI LESTRIGONI: Approdano nella terra dei Lestrigoni, mangiatori di uomini. 7) ISOLA DI EEA: Giungono nell isola di Eea abitata dalla maga Circe. La maga trasforma i compagni di Ulisse in porci. 8) ISOLA DELLE SIRENE: Seguendo i consigli della maga, Ulisse sfugge al canto delle Sirene. 9) STRETTO DI MESSINA: La nave di Ulisse sfugge al mostro Cariddi avvicinandosi agli scogli dove vive il mostro si Scilla. 10) ISOLA DEL SOLE: Finalmente arrivano in Sicilia. I compagni di Ulisse mangiando buoi sacri alDio perdono la memoria. 11) ISOLA DI OGIGIA: Ulisse approda all isola della dea Calipso, dove lo trattiene per ben 7 anni. 12) ISOLA DEI FEACI: Per volere degli dei Ulisse di ferma nell isola dei Feaci e racconta le sue avventure. 13) Dopo 20 anni finalmente arriva ad ITACA. 123. I ROMANI. LACQUA PIOVANA E PREZIOSA. 124. Nella domus romana limpluvium era una vasca rettangolare ricavata nel pavimento dellatrio per raccogliere lacqua piovana, che poi veniva utilizzata per gli usi domestici. 125. LARTE DI TRASPORTARE LACQUA. 126. Gli acquedotti costruiti dagli antichi Romani erano opere monumentali, i cui resti sono ancora oggi visibili in varie parti dItalia e dEuropa. Essi servivano a collegare lacqua di un fiume, di un lago, di una sorgente alla citt, attraverso una rete di canali artificiali detti condutture. Alcune erano poste nel sottosuolo, altre dovevano superare vallate,fiumi e colline. Cos lacqua scorreva nelle condutture sostenute da lunghe file di arcate. 127. LE TERME 128. Erano edifici dove i Romani si recavano per ritemprare il corpo e per lavarsi. Oltre alle vasche di acqua fredda, tiepida e calda, vi si trovavano stanze per i massaggi, saloni da riposo, biblioteche e perfino veri e propri musei! 129. IL LAVORO DEI MONACI Dopo le invasioni barbariche per secoli i monaci lavoravano per dissodare terreni incolti, bonificare paludi, irrigare campi, contribuendo cos alla rinascita anche economica dellEuropa. 130. IL MULINO AD ACQUA 131. Linvenzione del mulino risale ai tempi antichissimi: esso veniva messo in movimento dalla spinta di animali o uomini. Ma fu nel Medioevo che avvenne la diffusione del mulino ad acqua, che rese possibile un grande risparmio di energie umane e animali. Infatti la sola spinta di un corso dacqua metteva in moto le pale del mulino: lenergia del movimento veniva trasmessa ad un torchio che macinava il grano, altri cereali e il sale, elemento importantissimo per la conservazione delle carni. I monaci utilizzarono nei loro monasteri i mulini ad acqua, contribuendo cos alla loro diffusione. 132. La tintura dei tessuti In Europa aumenta la popolazione.Si coltivano soprattutto lino, vite, frutta e olivo. I contadini vengono coinvolti nel lavoro tessile: infatti il lino viene raccolto, macerato in acqua corrente e asciugato allaria aperta in campagna. Le matasse di lino vengono poi trasportate in citt per le lavorazioni pi difficoltose. 133. LE INNUMEREVOLI FACCE DELLACQUA: Mulini a vento: lingegnosit degli olandesi = 134. I Paesi Bassi occupano un territorio al di sotto del livello del mare. Gli Olandesi con mulini a vento, dighe e sistemi di pompaggio vinsero la lotta contro le acque del mare del Nord. I mulini a vento furono utilizzati per macinare, in seguito anche per drenare lacqua e ottenere i polder, terreni abitati o coltivati che costituiscono ancora oggi il territorio Olandese. 135. IGIENE DOVE SEI? Una delle teorie mediche pi diffuse nellantichit sostenevano che lavarsi era dannoso per la salute. Al massimo solo viso e mani al mattino. Si usavano unguento e profumi, anzich acqua e sapone! 136. La rivoluzione industriale: LA SCOPERTA DELLA FORZA DEL VAPORE 137. Linvenzione di una nuova macchina, la turbina a vapore, permise di scoprire una nuova energia: il vapore. Inizi una vera e propria rivoluzione, in ogni campo della vita umana. 138. ACQUA, SCIENZA E TECNICA: lenergia elettrica Lenergia dellacqua proveniente da una diga o lenergia del vapore generato da una caldaia viene trasformata in energia elettrica per mezzo di una turbina collegata ad un alternatore. A Milano il primo esperimento elettrico avvenne l11 Febbraio del 1882: furono accese 92 piccole lampadine presso il Teatro della Scala. 139. Lacqua e la medicina Un grande chirurgo scozzese, Joseph Lister, scopri il metodo asettico: lacqua bollente uccide i microbi. Per la prima volta nella storia della medicina egli utilizz in sala operatoria strumenti chirurgici sterilizzati in acqua bollente. 140. IN AMERICA: lacqua nasconde oro Nel 1849 negli Stati Uniti dAmerica si sparge la notizia che in California stato scoperto loro! I cercatori doro arrivano da ogni parte, dallAsia, dallEuropa, da ogni stato dellAmerica e con ogni mezzo. Setacciano il greto di torrenti e fiumi alla ricerca delle pepite depositate sul fondo tra i sassi. 141. ACQUA IN TUTTE LE CASE 142. Lacqua arriva in tutte le case o quasi in tutte! Nel sud dellItalia spesso scarseggia o viene a mancare del tutto; si ritorna a prendere lacqua alle fontane! 143. Luso agricolo dellacqua per irrigare i campi rappresenta la principale forma di consumo delle risorse idriche mondiali e coinvolge i due terzi della disponibilit mondiale di acqua dolce. Lacqua non uniformemente distribuita sul nostro pianeta, quindi, molto spesso, necessario lintervento delluomo che modifica i corsi naturali dei fiumi e costruisce canali artificiali per portare lacqua dove serve. I fabbisogni idrici in agricoltura dipendono da numerosi fattori tra i quali vi sono il clima, la natura dei suoli, i metodi di irrigazione, i tipi di coltura, ed altri ancora.. Ad esempio, lagricoltura intensiva che si pratica oggi nel mondo e che sfrutta al massimo la produttivit dei terreni richiede molta pi acqua rispetto allagricoltura tradizionale, cos come la quantit dacqua richiesta per irrigare i campi in zone aride e semiaride notevolmente superiore a quella utilizzata nelle zone temperate. 144. Il rapporto tra acqua e religione antico, ha radici profonde e si svolge lungo percorsi che appaiono caratteristici per ogni espressione religiosa. Si potrebbe giungere a dire che acqua e religione siano quasi sinonimi: entrambe provengono dal cielo; luna e laltra hanno a che vedere con la durata del tempo (misurato anticamente con la clessidra, ovvero , chiudo, , acqua, cio il contenitore dacqua che scendeva lentamente attraverso una piccola apertura, assegnando cos il tempo di parola ad un oratore; analogamente anche la religione contempla di fatto un limite di tempo per la vita) -; la richiesta di acqua rivolta a qualcuno , secondo lo storico greco Erodoto, un segno manifesto di sottomissione al destinatario della domanda, parimenti la religione comporta un rapporto di soggezione alla divinit; inoltre, Francesco dAssisi scriveva Laudato si, mi Signore, per sor acqua, la quale molto utile et humile et pretiosa et casta, sottolineando dunque il forte legame fra lacqua ed il Creatore del mondo; ed infine come lacqua va verso il mare cos lanima religiosa anela al suo Dio (Salmi 42, 2-3) e come lacqua necessaria per la sopravvivenza cos la religione che 145. POZZI,FONTANE E FONTANILI 146. Le fontane Nel corso dei secoli stato un serio problema per gli abitanti di Stigliano, poter usufruire di acqua potabile per se stessi e per poter abbeverare i propri animali. Con laumento della popolazione, e quindi con una domanda sempre pi crescente, si pens di poter accedere a riserve naturali dacqua fuori dal centro abitato, per mezzo della costruzione di alcune fontane presso cui tutti potessero recarsi per il proprio bisogno. FONTANA DEI TRE CANNONI FONTANADEL MELO FONTANA DEL LABRUTO Successivamente negli anni 30, precisamente nel 1933, venne costruita la rete idrica dellacquedotto pugliese dalla ditta DEL FANTE Nel paese , nelle case benestanti, si cominci a fare uso di acqua potabile e in ogni rione furono installati dallAmministrazione Comunale i fontanili dove gratuitamente tutta la gente poteva andare ad attingere acqua . Le donne raccoglievano lacqua in appositi recipienti di creta: GOMML e di legno BARILI. 147. Acqua di monte ,acqua di mare, acqua di fiume o di lago fluviale; sorgente che sgorghi fresca e pulita, tu che per noi sei fonte di vita. Acqua di mare infinita e salata, spesso nei fiume scorri inquinata. Acqua pulita non ve ne pi, per questo si chiama anche ORO BLU. 148. Acqua di fiume,acqua di mare, un bene prezioso che non devi sprecare. Non possiamo rimanerne senza, perch fondamentale la sua presenza. Il freddo la ghiacciare, il caldo la fa squagliare. L' acqua L'ORO BLU tu non sprecarla mai pi. 149. l'acqua serve a gli animali ed a tutti i vegetali, che non solo la bevono, ma molti in essa ci vivono. L'acqua serve per lavare, per pulire e cucinare. 150. DIGHE E LAGHI 151. Laghi di Monticchio 152. All'interno del cratere del cono eruttivo del Monte Vulture sono presenti due splendidi laghi. I laghi prendono il nome della localit e precisamente Monticchio. Il Lago Grande copre un'area di 40 ettari e si trova a quota 656 metri sul livello del mare. Il Lago Piccolo, che copre un'area di 10 ettari si trova a 658 metri sul livello del mare. I due laghi sono separati da un sottile lembo di terra e differiscono l'uno da l'altro per la colorazione dell'acqua. Infatti, il Lago Grande ha una colorazione verde olivastro, mentre il Lago Piccolo ha un'acqua di colore verde intenso. Il territorio circostante i due laghi ammantato di una rigogliosa vegetazione. Molte specie floreali e faunistiche devono la loro sopravvivenza grazie a questa rigogliosa vegetazione. E' stupendo ammirare la "ginestra dei carbonai" caratteristica per il colore giallo intenso dei fiori, "l'ontano napoletano" con i tipici frutti simili a piccoli coni, le chiome dei castagni che, qui, formano boschi molto estesi. La diffusione del castagno nell'area certamente giustificata dalla versatilit di questa pianta, in grado di fornire una buona produzione di frutti e fornire il legname, molto richiesto, anche da viticoltori e frutticoltori. Esistono delle testimonianze della presenza, in epoche precedenti, dell'orso bruno e del capriolo. Sono attualmente presenti il gufo comune, il falco di palude, e di particolare importanza la farfalla notturna (Acanthobrahmaea europea Harting) legata alla presenza dei frassini. 153. I laghi di Monticchio, meta turistica e luogo ideale per passare giornate di festivit e scampagnate allaria aperta, dove possibile abbandonare la frenesia di tutti giorni e concedersi lunghe passeggiate e dove ci si pu riconciliare con la natura. Proprio come Federico II di Svevia soleva passare i suoi pomeriggi nel bosco e tra i numerosi alberi di faggio, castagno, frassino, ontano, tiglio e acero che rendono questo luogo un bellissimo ed importante polmone verde della Basilicata. Polmone verde fitto e rigoglioso che nascose nella sua latitanza, il brigante Crocco subito dopo le battaglie per lUnit dItalia. Entrambi circolari, il Lago Grande raggiunge il massimo della sua profondit in 35 metri e le sue acque sono verde oliva tendente al marrone per via del suo fondale fangoso. Le sponde sono poco ripide e le acque ricche di banchi di alghe filamentose. Il Lago Piccolo alimentato da sorgenti subacquee e le acque sono verdastre per via dei fondali formati da pietre vulcaniche e fango. La sua profondit maggiore il punto pi alto raggiunge i 38 metri di profondit e le sue sponde sono ripide. Dal 1971 il Lago Piccolo stato dichiarato Riserva Naturale ed quindi vietata la pesca sportiva. Monticchio famosa in tutta Italia anche per le sue sorgenti di acque minerali che sgorgano naturalmente dai ruscelli. . 154. Lago Pantano di Pignola 155. L'Oasi faunistica del Lago del Pantano di Pignola (la frazione Pantano dista Km.2,5) un'area paludosa prima bonificata e successivamente riempita a seguito della costruzione di uno sbarramento realizzato per scopi industriali. L'area ha acquisito un notevole valore naturalistico in virt della diffusione di una tipica vegetazione palustre (canna, giunchi, tifa) e riparia (salici e pioppi) e della presenza di una ricca ed interessante avifauna. L'area gestita da una associazione e l'area attrezzata per escursioni a cavallo, in bici e rilassanti passeggiate. Molti sono i punti dove poter consumare una colazione all'aria aperta, grazie agli spazi attrezzati o presso le numerose aziende agrituristiche e ristoranti presenti in zona. Il relax garantito soprattutto per il confort che viene offerto dagli alberghi di ottima qualit. La zona circostante ricoperta da una ricca vegetazione boschiva. 156. Lago del Pertusillo 157. L'elemento dominante della Valle dell'Agri il paesaggio e l'ampio bacino artificiale che stato ottenuto mediante lo sbarramento dell'alto corso del fiume Agri e precisamente nei pressi del comune di Spinoso. L'invaso chiuso da una diga lunga 380 metri e alta 98, occupa una superficie di 75 metri quadrati con una capacit di circa 155 milioni di metri cubi d'acqua, utilizzata sia per usi irrigui e potabili e soprattutto per la produzione di energia elettrica. Il paesaggio circostante ricoperto da boschi che scendono fino alle sponde del lago. Il luogo ideale per gli appassionati di pesca e per rilassanti passeggiate. Molti sono i punti dove poter consumare una colazione all'aria aperta, grazie agli spazi attrezzati o presso le numerose aziende agrituristiche e ristoranti presenti in zona. Il relax garantito soprattutto per il confort che viene offerto dagli alberghi di ottima qualit. La zona circostante ricoperta da una ricca vegetazione boschiva. Il lago ricco di trote, anguille e carpe e costituisce unattrattiva per i pescatori non solo locali. Viene utilizzato per la pesca sportiva e per gare di canottaggio nazionale, oltre che tappa obbligata nel ferragosto della Val dAgri. 158. Lago Laudemio 159. Da Lagonegro, percorrendo per Km. 3,5 in direzione nord la strada per Moliterno si raggiunge l'incantevole Lago Laudemio. Il Lago situato a 1525 metri dal livello del mare, compreso nell'omonima riserva naturale regionale. E' situato ai piedi del Monte Sirino, ha origini glaciali e segna il limite meridionale dell'area di espansione dei ghiacciai del Quaternario, attivi fino a circa 12.000 anni fa. L'area protetta caratteristica anche per la presenza di alcuni vegetali la "Vicia sirinicae" e "l'Astragalus sirinicus", due tipi di erbe presenti solo in questa zona del Monte Sirino. La zona il punto di partenza che porta alle stazioni sciistiche del Monte Sirino. Molti sono i punti dove poter gustare prelibati piatti tipici gastronomici grazie alle numerose aziende agrituristiche e ristoranti presenti in zona. Il relax garantito soprattutto per il confort che viene offerto dagli alberghi di ottima qualit. La maggior parte della zona ricoperta da una ricca vegetazione boschiva. 160. Lago di San Giuliano 161. A circa Km.7 da Matera, in direzione della Strada Statale Matera -Ferrandina si trova l'Oasi Faunistica di San Giuliano. E' stata la prima diga costruita in questa Regione, infatti la sua costruzione terminata nel 1950. Ha una capacit di 125 metri cubi d'acqua ed ha un'estensione di circa mille ettari.. Nel 1976 stata istituita, dalla Regione Basilicata, l'Oasi Fauinistica e nel 1977 stato apposto il vincolo paesaggistico. Molti sono i punti dove poter gustare prelibati piatti tipici gastronomici grazie alle numerose aziende agrituristiche e ristoranti presenti in zona. Il relax garantito soprattutto per il confort che viene offerto dagli alberghi di ottima qualit. La maggior parte della zona ricoperta da una ricca vegetazione boschiva. 162. La Diga di Gannano 163. La diga di Gannano una diga costruita negli anni tra il 1949 e il 1956, sbarra il corso del fiume Agri, presso la localit Caprarico, frazione di Tursi e si sviluppa al confine tra i territori dei comuni di Tursi e Stigliano, entrambi nella provincia di Matera. Le caratteristiche tecniche sono quelle di una diga in muratura, a gravit e a paratoie mobili con soglia tracimante. Il muro ha un'altezza di 18 metri, una lunghezza alla base di 161,50 metri e una lunghezza in cima di 204 metri. Lo sbarramento fa parte del complesso delle opere di bonifica del comprensorio di Metaponto, in provincia di Matera 164. Lago di Monte Cotugno. 165. La diga di Monte Cotugno, situata vicino Senise, la pi grande diga d'Europa costruita in Terra battuta. L'entrata in funzione della diga, che sbarra il corso del fiume Sinni nella zona in cui vi il restringimento del suo letto, del 1983. L'acqua del fiume viene invasata per poter essere utilizzata a scopo agricolo, industriale e potabile. Il muro che costituisce la diga, la cui capacit massima di 530 milioni di metri cubi, lungo circa 1850 m., alto 60 m., e largo alla base 260 m. Gli esperti hanno pensato di convogliare nel lago le acque del torrente Sarmento e del fiume Agri per assicurare una pi vasta frequenza di riempimento del serbatoio che compone la diga. 166. Lago Sirino 167. A circa Km.4 da Nemoli, ad un altezza di 788 metri dal livello del mare si trova il Lago Sirino. E' un piccolo specchio d'acqua con una superficie di circa 9 ettari ed una profondit di 5 metri. E' l'ultima testimonianza del residuo di un pi ampio bacino lacustre pleistocenico che occupava tutta la valle del Noce e scomparso in epoca preistorica. Molti sono i punti dove poter gustare prelibati piatti tipici gastronomici grazie alle numerose aziende agrituristiche e ristoranti presenti in zona. Il relax garantito soprattutto per il confort che viene offerto dagli alberghi di ottima qualit. La maggior parte della zona ricoperta da una ricca vegetazione boschiva. La ricca flora che lo circonda contraddistinta da ontani, olmi, castagni, pioppi, diverse specie di conifere e vegetazione palustre. Le sue acque sono popolate da una variegata fauna ittica formata da trote iridee, anguille, capitoni, 168. La leggenda. Secondo un'antica leggenda popolare il Lago Sirino sarebbe sorto da una lacrima divina. Stando al racconto un contadino del luogo trebbiava il grano con i suoi buoi, aggiogati, sull'aia in un giorno di festa comandata. Alcuni dicono si trattasse della Madonna di Sirino. Comunque sia, in una mattinata serena, capit che passasse di l un viandante che chiese il perch non riposassero nel giorno dedicato a Nostro Signore. Il contadino rispose bruscamente e che avevano da lavorare. Non era neppure scomparso dalla loro vista - scrive il Ferrari - quando il cielo cominci ad oscurarsi. Segu una pioggia torrenziale che inond i campi e l'aia, e la collera divina travolse tutto. Quando il cielo torn sereno apparve un'ampia distesa d'acqua in cui si specchiava la vetta del monte (Sirino). 169. Le caratteristiche del suolo e i vari tipi di frane 170. I vari tipi di frane 171. Le frane sono il risultato di processi che provocano il distacco di rocce o di terreni ,che cadono a opera della forza di gravit. La zona in cui inizia la frana si chiama nicchia di distacco. Le frane si distinguono in due grandi categorie : crollo quando la massa cade prevalentemente nel vuoto , scivolamento , quando la massa si muove lungo una superficie. Le frane generalmente interessano aree montuose,ma possono verificarsi anche a quote basse,per lo pi come conseguenza di opere di escavazione e dell attivit mineraria. Un versante una scarpata o una parete rocciosa sono stabili fino a che alla forza di gravit si oppone la resistenza interna del materiale stesso,dovuta alla sua coesione. Diversi fattori , naturali e non ,possono alterare questo equilibrio di 172. Le cause Tra i fattori naturali di disequilibrio i pi importanti sono la natura della roccia che costituisce il versante, la pendenza e la presenza di acqua.La stabilit di un versante compromessa se il materiale per propria natura incoerente(cio i diversi elementi non sono cementati tra loro, ma semplicemente a contatto) o disgregato dallazione degli agenti atmosferici(pioggia,neve,ghiaccio). In queste condizioni la roccia pu resistere allazione della forza di gravit se la pendenza del versante non supera i 30-35. Una roccia o un terreno compatti possono invece formare pendii di qualsiasi inclinazione. In seguito a piogge abbondanti il materiale che costituisce un versante pu diventare saturo-completamente imbevuto-di acqua. In questo caso la resistenza interna dei granuli che costituiscono la roccia o il terreno si riduce fortemente , tanto che la saturazione di acqua considerata la causa primaria delle frane. 173. Frana di Stigliano centro sociale 174. Stigliano di male in peggio. Ogni giorno si fa pi critica la situazione nel centro abitato di Stigliano . le frane ormai stanno divorando il paese. Tanto che dopo lo sgombero il sindaco si visto costretto a emettere un altro provvedimento cautelativo.Il problema principale riguarda soprattutto le strade che collegano Stigliano ai limitrofi centri abitati, infatti, il bosco di Monte Piano, che porta ad Acettura, stato momentaneamente chiuso al traffico, a causa di continue frane che hanno cancellato quasi del tutto la carreggiata. Seppur in difficolt, Stigliano non demorde, e spera in tempi brevi di tornare nuovamente a rifiorire, magari con quel vecchio Feudo nato dal nulla, che ha permesso al contado di entrare nella storia come Capoluogo di Provincia. 175. BOTTI BOTTI PARA PARA c foss murt tatta e no l ciocc(i) l ciocc(i) sheja for e tatta non. l ciocc(i) guadagnav l carrejn e tatta l spenneja n'da la candein . tengh na vignaredd a la jmara a do m'n'who tutt l'jurn. Tengh na zapparedd p zapp ma chesta veita no la pozz fan . Tengh a tattozz meja che je vecchiaridd c'ha s'n'staj semb a l ghgntuidd. E mo s'l'focj n bcqhridd e mo s'l'focj n joscaridd. Quand je bell tattozz meja quann m'facj brjac BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA Quann sceja a fa zeit ch Crstein che la mamm m'attaccav tutt l ser. Na ser vcein l fuc ma vej mangiat p'ch a Cristein l pid l'avei cazzat . La ser appriss invec ma vej sparat p'ch a la feggh l'menn l'avej tquot . S capscieja tann no m casav , je me guajaja da la capa a le pide . Tengh a mgherma pren e tr frasceun . L'muir je pecc e la sauzezz peur BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA Dmenc maggia mett l ponncidd c je la fest d l prttore Sant'Antonio l gnrol l prttore d l pojeis ladda fa v'ne n mol a ceng whol fatg BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA Je so n'Stghianes e m'n'vand p'ch l Stghianeis so brava gend. L Stghianes so brava gende s fann whule ben da tutt quand. E vewj sgneur meuj e s seit Stghianeis je v daw l saleut miw e v gaur l poraveis BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA BOTTI BOTTI PARA PARA MO M'FAZZ NA MANGIAT D SAUZEZZ E RAFANATA