Vivere in grotta

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Una guida per conoscere le Gravine della Provincia di Taranto Scopri i percorsi :

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Guida turistica per scoprire le bellezze della Provincia di Taranto

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Una guida per conoscere le

Gravine della Provincia di Taranto

Scopri i percorsi :

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Una guida per conoscere le

Gravine della Provincia di Taranto

Scopri i percorsi :

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Vivere in Grotta

Redazione testi: Francesca Pizzo

Coordinamento gra�co: Valentina Vinci

Si ringrazia: il professore Arcangelo Fornaro dell’Università degli Studi di Bari Facoltà di Lettere e Filo-

so�a (Sede di Taranto) per il materiale bibliogra�co e la disponibilità.

B

Page 5: Vivere in grotta

L’idea di creare una guida turistica dedicata alle Gravine della provincia di Taranto, nasce dalla volontà

di due giovani manager culturali, accumunate dalla passione per il settore turistico e per la propria terra:

la provincia di Taranto.

Il territorio tarantino ha un grosso potenziale culturale ed ambientale che non è stato valorizzato nel

modo giusto. Con la nostra idea vogliamo mettere in evidenza come la riscoperta delle proprie radici

e delle peculiarità del nostro territorio può essere un attore principale nel rilancio dell’arco tarantino e

sicuramente può contribuire allo sviluppo del settore turistico culturale e naturalistico.

Lo sviluppo di questo progetto porta come vantaggio un incremento della visibilità per i vari comuni

della provincia e una comprovata possibilità di crescita di strutture ricettive.

Oltre a ciò bisogna considerare il positivo impatto che avrebbe un incremento del �usso turistico per

tutto il territorio, costringendo le strutture locali ad attrezzarsi tecnicamente anche dal punto di vista di

infrastrutture.

Inoltre vi è un grosso potenziale per lo sviluppo e la di�usione di attività di nicchia come climbing e

biking, che contribuiscono ad attrarre un tipo di turismo specializzato.

Si con�gura quindi uno scenario di crescita e di promozione territoriale che punta i ri�ettori su piccoli

comuni con forti peculiarità.

Crediamo che investire nel turismo, nella cultura e nelle attività sportive sia una buona strada per rival-

orizzare e dare dignità ad un territorio con problematiche sociali ed ambientali. Vogliamo dimostrare

che possiamo competere con le altre bellezze italiane e che Taranto è una realtà con voglia di crescere e

di intraprendere s�de che portino ad uno sviluppo alternativo del territorio.

C

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ITINERARI

D

N.1 Statte e la gravina dei Leucapside

N.2 Paolo VI e la lama Belvedere

N.3 Grottaglie e le sue Gravine

N. 3.1 Grottaglie e la Gravina di Riggio

N. 3.2 Grottaglie e la Gravina del Fullonese

N. 3.3 Grottaglie e la Gravina di Penziere

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PERCORSI

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Percorsi pedonali

Percorsi archeologici

Percorsi ciclabili

Percorsi climbing

Percorsi escursionistici

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SOMMARIO

G

Inquadramento geogra�co, storico, artistico e culturale della

Provincia di Taranto

Il territorio

Evoluzione storica

Le Gravine dell’arco Ionico

Descrizione dettagliata dei luoghi di interesse turistico

n.1 Statte e la gravina dei Leucapside

n.2 Paolo VI e la lama Belvedere

n.3 Grottaglie e le sue Gravine

n. 3.1 Grottaglie e la Gravina di Riggion. 3.2 Grottaglie e la Gravina del Fullonesen.. 3.3 Grottaglie e la Gravina di Penziere

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INTRODUZIONE

Inquadramento geogra�co, storico, artistico e culturale

della Provincia di Taranto

1

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IL TERRITORIO

Sembra quasi sconvolgente pensare che Taranto possa avere un bene ambientale e naturale da mostrare

e raccontare con testimonianze archeologiche, con possibilità di poterci realizzare arrampicate come

accade in altre regioni non molto lontane dalla Puglia.

Il rilievo e la morfologia

Taranto è famosa come la città dei due mari bagnata, a sud dal Mar Ionio che si articola in una rada

chiamata Mar Grande e a Nord bagnata dal Mar Piccolo che a sua volta è divisa in due seni. Proprio Mar

Piccolo presenta un ambiente naturale costituito da piccole gravine o lame che testimoniano la presenza

di frequentazioni "n dall’antichità, esso è un bacino interno con caratteristiche peculiari di temperatura

e salinità, alimentato da alcuni corsi d’acqua perenni ( Galeso, Cervaro e Rasca), da sorgenti carsiche

chiamate citri e dal passaggio naturale di acqua marina fra la Città Vecchia e il quartiere Porta Napoli

e poi, dal XV sec. e ancora maggiormente dalla "ne del XIX, attraverso il canale navigabile. L’area col-

linare si presenta morfologicamente come un altipiano con rilievi poco accentuati, solcata dalle gravine,

profonde incisioni carsiche nel banco calcarenitico. Mentre sui rilievi è presente, in maniera più o meno

integra, la $ora tipica dell’habitat mediterraneo, con pini, lecci e farnie, nel fondo delle gravine le parti-

colari condizioni di soleggiamento e di umidità, hanno causato dei fenomeni di inversione termica, con

la comparsa di specie tipiche della media “alta collina”.

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Confinicomunali

SICZPS"AreadelleGravine"

Scala1:100.000/

02

46

810

1Km

TAV.1.0InquadramentoTerritoriale

Pianificatoreterritorialeedamb.le:

Cartografo:

Espertolegale:

Faunista:

Botanico:

Forestale:

Agronomo:

Architettourbanista

Em./Rev.:4

Data:Novembre2008

Adeguatoallerichiestedell'UfficioParchidellaRegionePuglia-

notaprot.15208del28/10/08

Em./Rev.:3

Data:Settembre2008

AdeguatoaseguitoosservazioniVASesecondavalidazione

Em./Rev.:2

Data:Agosto2008

Adeguatoallerichiestenotaprot.n.8703dellaRegionePuglia

Em./Rev.:1

Data:Luglio2008

Em./Rev.:0

Data:Giugno2008

Gruppodilavoro Ing.SalvatoreAdamo

Dott.FilippoBellini

Avv.BeatriceBernardini

Prof.AlfonsoMatarrese

Dott.EnricoVitoPerrino

Dott.PierfrancescoSemerari

Dott.RobertaSerini

Arch.LeaTenore

DirigenteSettoreAreeProtette:

ResponsabileUnico

delProcedimento:

ProvinciadiTARANTO

Ing.AntonioRuggieri

Arch.PaoloCaramia

Committente:

Provincia

di

TARANTO

RegionePuglia

ProvinciadiTaranto

PORPuglia2000-2006Mis.1.6lineadiintervento1/c

PIANODIGESTIONE

DELL'AREADELLEGRAVINEDELL'ARCOJONICO

SITOSICeZPS"AREADELLEGRAVINE"IT9130007

Em./Rev.:5

Data:Settembre2009

AdeguatoalledisposizionidelComitatoTecnicodiControllo-

Riunionedel21/09/09

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L’idrogra�a

Il ripiano carsico, la super�cie inclinata e i ripiani a gradinata sono oggi dissecati e smembrati dal ter-

zo elemento morfologico fondamentale del paesaggio: le incisioni torrentizie e �uviali. La provincia

tarantina è caratterizzata da una scarsa rete idrogra�ca a causa del clima arido e dell’elevato grado di

permeabilità delle formazioni litologiche in a�oramento e conseguentemente dell’elevata in�ltrazione

da parte delle acque di scorrimento super�ciale. La rete idrogra�ca super�ciale è rappresentata tanto

da piccoli corsi d’acqua temporanei che incidono per brevi tratti le super�ci, quanto da corsi d’acqua

più importanti caratterizzati comunque da un regime variabile. In buona parte essi seguono percorsi

irregolari a volte, data la natura delle rocce, discontinui; rappresentano in ogni modo i relitti di un ret-

icolo idrogra�co che in altre condizioni climatiche e con un livello di base di�erente, più basso, è stato

in grado di raccogliere le acque meteoriche di scorrimento super�ciale e di scavare profondamente le

unità geologiche incidendo profondi solchi di sovraimposizione, di cui le gravine o lame e lo stesso Mar

Piccolo rappresentano gli elementi più appariscenti. Nel reticolo idrogra�co si alternano tratti solcati

dal solo collettore principale a tratti in cui questo riceve tributari a con�gurazione dendritica. Tendenza

della rete idrogra�ca è quella di incidere forre in corrispondenza dei salti fra ripiani e su alcuni di essi,

quelli impermeabili, a depositare signi�cativi spessori di alluvioni. Nonostante l’attuale esiguità delle

precipitazioni in relazione a quelle che li modellarono, comunque, essi rappresentano tuttora una rete

di drenaggio signi�cativa. In essi, oggi, si raccolgono dalle colline circostanti le acque piovane che poi

scaricano nel Mar Piccolo, nel Mar Grande o direttamente nel Golfo e rappresentano per tanto a tutti gli

e�etti la rete idrogra�ca della regione.

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L’EVOLUZIONE STORICA

La provincia di Taranto si presenta già popolata dai tempi più antichi. Nel corso del Neolitico (8.000-

2.500 a.C.) sono senza dubbio frequentati i siti costieri lungo il Mar Grande, ed anche il bacino di Mar

Piccolo che dimostra un notevole addensarsi di insediamenti lungo l’antica linea di costa, più arretrata

rispetto a quella attuale.

Presso il secondo seno di Mar Piccolo è possibile riscontrare testimonianze di epoca protostorica testi-

moniata dal ritrovamento di reperti di ceramica d’impasto ed anche dai numerosi fori di buche di palo,

che descrivono ambienti di forma subcircolare o ellittica. E’ stato anche ritrovato un muro composto da

elementi in pietra reimpiegati che ancora non è stato indagato né archeologicamente né storicamente,

ma è signi�cativo il fatto che mostri diversi rappezzi, tutti comunque piuttosto antichi, e che delimiti

parte dell’area interessata in antico proprio della villa romana San Pietro. Il muro si ipotizza non sia di

epoca romana, quindi è certamente un’antica memoria dell’occupazione del territorio.

All’ alto medioevo sono invece riconducibili le tracce, fatiscenti, d’insediamento rupestre riscontrabili

nella piccola lama sita ad Ovest della masseria, dove era visibile in passato anche una piccola abside

semicircolare a�rescata.

Tutta la zona circostante il Mar Piccolo e la città di Taranto è caratterizzata da una super�cie suboriz-

zontale, debolmente ondulata compresa fra circa 25 m di quota e il livello del mare. Verso l’interno essa

è delimitata da una serie di cordoni dunari ancora ben conservati riconoscibili fra Masseria San Pietro e

Le Lamie a N del Mar Piccolo e presso le Masserie Baronia e Ruina, alla base dell’alto strutturale di San

Giorgio. Essi permettono di riconoscere qui la linea di costa del mare che deponeva le “panchine” – car-

atterizzate da fauna a S. bubonius e a C. caespitosa – e che con esse modellava una super�cie oggi ancora

molto ben conservata nonostante l’estensiva antropizzazione. Quel mare quindi in un tempo ben lungo

ha modellato l’elemento morfologico più evidente fra quelli che circondano il Mar Piccolo per

l’attribuzione cronologica è riferibile al Tirreniano, cioè a circa 125 / 89 mila anni fa.

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Page 16: Vivere in grotta

LE GRAVINE DELL’ ARCO IONICO

Dal con�ne con la Basilicata sino a Taranto e a Nord-Est del capoluogo, sino a Grottaglie, sulla pianura

alluvionale che chiude il Golfo, si a�acciano le cosiddette Gravine. Esse ricreano un vero e proprio arco,

le estreme propaggini delle Murge.

Questa caratteristica conformazione naturale è chiamato da anni “Arco Jonico”.

Le gravine sono delle profonde incisioni causate da erosioni avvenute nei millenni e dallo scorrimento

delle acque meteoriche sulle rocce calcarenitiche pleistoceniche; questo fenomeno geologico ha intacca-

to anche i calcari del Cretaceo.

Oltre alle Gravine, si rintracciano sul territorio anche delle incisioni minori con pareti scoscese chia-

mate Lame. Le Lame interessano le zone da Ginosa a Grottaglie, anche ad Est e a Sud di Taranto.

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Page 17: Vivere in grotta

ITINERARI DI VISITA

Descrizione dettagliata dei luoghi di interesse turistico

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Page 18: Vivere in grotta

N.1 Statte e la Gravina di Leucapside

Statte è un comune della provincia di

Taranto che dista nove Km dal capoluogo.

Questo comune sorge sulla premurg-

ia tarantina. Il nucleo storico della citta-

dina occupa una lama detta “Canale della

zingara”, questo antico agglomerato di abi-

tazioni è scavato nella roccia, formando

numerose grotte, tuttora abitate anche se

recentemente “attrezzate ad appartamenti”.

I siti rupestri sono collocati nella zona del Triglio,

Accetta, e il già menzionato Canale della Zingara.

Nome:Gravine di LeucapsideToponimo: Leukov = bianco splendente; aspiv = scudo

Tipo di percorso: percorso pedonale, archeologico, climbing, escursionistico

Come raggiungere la Gravine di Leucapside:

da Taranto --> lasciando la macchina al parcheggio del cimitero di Taranto, la si raggiunge in una manciata di passi. Si apre all’improvviso con le sue strapiombanti pareti calcaree, forate da una moltitudine di cavità.

L’insediamento del Triglio sito già frequentato dall’uomo preistorico, fu vitale a partire almeno dall’Al-

to Medioevo, spopolandosi alla !ne del XIV secolo. Questa zona oggi è nota come San Michele.

Nell’area di Masseria Accetta Piccola, fu ritrovata una tomba a camera romana reimpiegata in età medie-

vale come luogo di culto. All’interno sono visibili tracce di a"resco e di iscrizioni sia dipinte che gra#te.

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Page 19: Vivere in grotta

Posizione e catatteristiche

Si trova a ovest del centro abitato e in realtà nasce dalla con�uenza di altre due minori, ma anch’esse

notevoli: l’Amastuola e Triglie. Prende i nomi di Accetta nella parte superiore, Leucaspide nel corso me-

dio e Gennarini nell’ultimo tratto. La litologia è caratterizzata da rocce sedimentate di origine marina,

depositatesi in ambienti e tempi diversi.

Origini storiche

Il nome di questa gravina ha probabilmente avuto origine dall’insegna di un soldato greco che si stabilì

presso la contrada. Si parla infatti del paese dei bianchi scudi, dove pare si accampasse una falange di

guerrieri greci, chiamati Leucaspidi che combatterono sotto Pirro la battaglia d’Ascoli.

Ma aspide potrebbe anche dire serpente come a voler sottolineare il decorso bianco (per la pietra) e

sinuoso della gravina.

Flora e vegetazione

La gravina è caratterizzata da una "tta e

rigogliosa vegetazione. Tra le specie ar-

boree più interessanti si ritrovano il pino

d’aleppo, il leccio, il fragno, l’ulivo, il car-

rubo; tra le specie arbustive si riscontrano

il lentisco ( noto come mucchio o stinge),

la "llirea, il mirto, l’acanto, il ginepro, il

corbezzolo.

La �ora è caratterizzata dalla presenza di

piante e specie tipiche dell’habitat di gravi-

na: le orchidee selvatiche, le piante o$ci-

nali e aromatiche, l’alloro, il rosmarino, il

timo, il cappero. Tra le venti specie di or-

chidea bisogna ricordare le ofridi: apifera,

pugliese e la Spiranthes spiralis.

Archeologia

La gravina di Leucaspide, ricca di grotte, di pareti di roccia tenera facile da scavare, di vegetazione e di

acqua (per la presenza delle sorgenti della Valenza e del Triglio), rappresenta da tempi lontanissimi sede

d’elezione per l’insediamento umano.

L’area della gravina è infatti particolarmente ricca di testimonianze archeologiche ascrivibili a di%erenti

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percorso pedonale, archeologico, climbing, escursionistico

1

Gravina di Leucapside

GPS--

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Page 20: Vivere in grotta

periodi: i dolmen riferibili al periodo preistorico situati nelle vicinanze di Masseria Accetta Grande e

di Masseria Accetta Piccola, rappresentate da alcuni monumenti megalitici (dolmen), un villaggio di

età greca con annessa estesa necropoli sulla collina di Masseria Amastuola, a controllo dell’intera piana

costiera, i numerosi villaggi rupestri di origine medievali.

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Page 21: Vivere in grotta

N.2 Paolo VI e la Lama Belvedere

Come raggiungere la Lama Belvedere:

da Taranto --> percorrere il ponte Punta Penna, strada statale 172. Prendere l’uscita per Statte. Svoltare a destra e giungere alla statale 120. Continuare su via Tratturello tarantino !no a raggiungere la zona PIP. Poco distante si apre la Lama del Belvedere.

Nome:Lama belvedere

Tipo di percorso: percorso pedonale, archeologico, escursionistico

Paolo VI è una frazione della città di Taran-

to che dista undici Km dal centro città.

Questo quartiere, sorto nel 1959, si estende

nel territorio compreso in circa trecento ettari

di terreno in località “Macchie” così chiamata

per la presenza della !tta vegetazione della co-

siddetta “Macchia Mediterranea”.

Grazie allo sviluppo dell’imponente industria

siderurgica ITALSIDER, oggi ILVA, il quar-

tiere fu individuato per la nascita di un ag-

glomerato di abitazioni destinate alle famiglie

dei dipendenti che lavoravano nell’acciaieria.

A valorizzare il territorio circoscrizionale vi è la presenza del meraviglioso Parco del Mirto , così

chiamato per la molteplice e spontanea crescita della profumata pianta del mirto. A ciò si aggi-

unge un’altra a&asciannte caratteristica, speci!catamente nel litorale che si a&accia sul primo seno

del Mar Piccolo: il “citro aijedda”. I citri sono delle sorgenti d’acqua dolce in acqua salata e costitu-

iscono sicuramente un’attrativa per la particolarità dei vortici che si formano, tanto da appari-

re degli anelli nel Mare. Il nome deriva dal canale d’Aiedda che costituisce uno dei limiti territoriali.

In poco tempo quel territorio, che si presentava sino ad allora come una vasta distesa vegetativa, divenne

il fulcro alternativo alla città.

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Page 22: Vivere in grotta

Archeologia

Le tracce di frequentazione umana sono

molto diversi�cate. Ad un insediamento

stabile rimandano, tutte nella sponda oc-

cidentale della lama, 2 chiese rupestri (per

cui si vedano le schede che seguono), una

casa-grotta ed una necropoli. Questa è

costituita da una serie di 4-5 tombe a fos-

sa allineate con controfossa, parzialmente

amputate per l’arretramento del fronte

della lama, ed in una importante tomba

con appendice cefalica (a logette), lunga

ben 2 metri, situata in posizione eminente

sopra una delle chiese, orientata ad Est ed

allineata con l’abside sottostante. Tutte ri-

Posizione e catatteristiche

La lama di Belvedere è un piccolo solco erosivo a forma di S giacente all’interno di quel vasto tavolato

che si dispiega ai piedi della corona dei Monti di Martina e degrada, ora gradualmente, ora con più decisi

gradini verso il Mar Piccolo.

Dal punto di vista geologico costituisce un’isola di calcarenite in un vasto mare di calcare duro cretacico,

onde le tracce di attività di cava per l’estrazione di materiale per l’edilizia. Lo strato di calcarenite (tufo)

è sempre sottile, e varia da alcuni decimetri a meno di 2 metri.

Flora e vegetazione

Da un punto di vista botanico il sito è caratterizzato da tipica vegetazione della macchia-gariga medi-

terranea. Questa si presenta più ricca all’interno della lama, ove annovera sia elementi comuni, come

il perastro (Pyrus amygdaliformis), il mirto (Myrtus communis) ed il lentisco (Pistacia lentiscus), ma

anche elementi più specializzati, come, sui �anchi più assolati, l’euforbia arborea (Euphorbia dendroi-

des). Sul pianoro sovrastante si mostra invece nella veste più degradata di pseudosteppa, caratterizzata

da elementi arbustivi a cuscinetto più radi e da piante erbacee a ciclo annuale, fra le quali l’elemento

più caratterizzante è costituito dal lino delle fate (Stipa austroitalica). Si tratta di un habitat, noto come

thero-brachypodietea, tutelato da speci�che direttive europee per la ricchezza di biodiversità in esso

contenuta.

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percorso pedonale, archeologico, escursionistico

2

Lama Belvedere

GPS--

-->

Page 23: Vivere in grotta

salirebbero al Medioevo. Più a Sud si trova una grande calcara per la produzione di calce. Sullo spalto

orientale si trovano un’ ampia cisterna idrica a sezione trapezoidale, la cui ispezione è tuttavia impedita

dalla presenza di una grande pianta di rovo, ed una pila scavata nel tufo, con funzione di abbeveratoio

per il bestiame. Nel pianoro adiacente le tracce di una carrareccia con direzione Sud-Nord. Il territorio

circostante ha inoltre restituito una discreta quantità di materiale ceramico, del tipo d’impasto, risalente

alla protostoria, oltre che (più abbondante) comune da fuoco ed invetriata, medievale e moderna. Inol-

tre si rinvengono scorie ferrose (forse prodotto secondario dell’attività della calcara) e residui di materi-

ale bellico risalente alla seconda guerra mondiale.

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Page 24: Vivere in grotta

N.3 Grottaglie e le sue Gravine

Come raggiungere la Gravina di Riggio:

da Taranto --> percorrere la Statale 7 Taranto- Brindisi, uscita Grotta-glie. Giunti a Grottaglie si percorre sempre dritto per via Ennio, giran-do a sinistra per via Campitelli si segue la strada per Martina Franca e a pochi metri comparirà il segnale GRAVINA DI RIGGIO. Proseguire oltre le cave di Fantiano.

Nome:Gravina di Riggio

Tipo di percorso: percorso pedonale, archeologico, escursionistico

La parte orientale dell’agro di Grottaglie com-

prende le ultime propaggini delle Murge di

Martina, seguite a Sud da uno stretto tavolato

calcareo, appena ondulato in contrada Trullo

Vicentino. (Strada provinciale Grottaglie-San

Marzano di San Giuseppe).

Il centro storico di Grottaglie di Grottaglie

sorge su una serie di terrazzi tufacei digra-

danti a Sud-Ovest, chiuso tra due gravine di

modeste dimensioni, la gravina di S. Elia a

Nord e quella di S. Giorgio a Sud. Com’è noto

le due incisioni ospitano attualmente le fab-

briche di ceramica creando il famoso Quartiere delle Ceramiche.

L’ambiente rupestre di Grottaglie conosce i primi insediamenti stabili nella prima fase del Neolitico me-

dio ( metà del V ai primi secoli del IV millennio A.c.).

Le Gravine di maggiore interesse e che sono state oggetto di studio e ricerche relative alla storia medie-

vale sono quelle di: Riggio, Fullonese, Penziere.

N.3.1 Grottaglie e la gravina di Riggio

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Page 25: Vivere in grotta

Posizione e catatteristiche

Si apre verso sud dei così detti monti di Martina Franca dista quasi 4 Km da Grottaglie. Si giunge ad

essa per mezzo di due strade comunali discretamente carreggiabili: una muovendo da via Diaz, lungo il

primo gradino, attraversa le contrade chiamate Cappitella, Casa Bianca, Malabarba e Belvedere, e porta

all’inizio della valle; l’altra si snoda in pianura, passando per i luoghi detti Canale di sotto, Spartivento.

La contrada è attraversata a Nord e a

Sud dalla più suggestiva delle gravine

grottagliesi. Alimentata dalla acque

della superiore gravina di Buccito e di

incisioni minori della Contrada Co-

luccio, inizia con una serie di strettis-

simi terrazzi, e con uno strapiombo

nel fondo del quale è scavata dalla ac-

que pluviali una marmitta di erosione

nota localmente come caggione.

La parte superiore della gravina ha un

andamento NNE-SSO dopo aver de-

viato verso Ovest, disegna un gomi-

to a 90’’, assumendo una direzione

Nord-Sud. Nella gravina principale

con�uiscono varie e brevi incisioni

secondarie.

L e pareti della gravina di Riggio cadono quasi sempre a strapiombo, tranne in alcuni tratti, ove si arti-

colano in stretti terrazzi.

Origini storiche

Si apre verso sud dei così detti monti di Martina Franca dista quasi 4 Km da Grottaglie. Si giunge ad

essa per mezzo di due strade comunali discretamente carreggiabili: una muovendo da via Diaz, lungo il

primo gradino, attraversa le contrade chiamate Cappitella, Casa Bianca, Malabarba e Belvedere, e porta

all’inizio della valle; l’altra si snoda in pianura, passando per i luoghi detti Canale di sotto, Spartivento.

I Rudini sistematisi nelle nuove residenze, non trascurarono le memorie della gloriosa patria abbando-

nata. Per essi Quinto Ennio, che aveva reso celebre lo loro Rudia con l’attività letteraria ed aveva ricevuto

l’onore d’essere sepolto sia pure per breve tempo, accanto alle spoglie mortali dei grandi Scipioni, per i

concittadini giustamente era considerato un semidio e perciò, anche nelle nuove dimore, ne

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percorso pedonale, archeologico, escursionistico

3.1

La Gravina di Riggio

GPS--

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Page 26: Vivere in grotta

venerarono la memoria dedicando due grotte, una in Grottaglie e l’altra a Riggio. Alle Camene, così

dette le Muse per la dolcezza del loro canto e anche esse “identi�cate a Roma con le Muse greche”.

L’antico storiografo agostiniano Merodio ricorda che nel territorio grottagliese erano ubicate le grotte

di Ennio dette volgarmente le Camene perché in memoria del grande poeta dedicate alle Muse. La tra-

dizione, confermata da relitti toponomastici e archeologici, vuole che la grotta delle Camene in Grotta-

glie sia visibile lungo la via di circumvallazione, dirimpetto all’antico castello. Nel corso dei secoli, e col

di�ondersi del Cristianesimo la suddetta grotta fu adibita a cappella-cripta in onore di S. Andrea, ed in

seguito dissacrata.

Archeologia

La gravina è nota nella letteratura storica regionale per le due chiese rupestri a�rescate e per il complesso

insediamento rupestre medievale che occupa le sue pareti, meno noti sono gli aspetti archeologici della

località. Sullo spalto orientale della gravina, tra l’inizio e la seconda incisione, si raccolgono molti fram-

menti ceramici preistorici e classici. E’ qui che va situato il villaggio capannicolo protostorico e l’abitato

di età classica. Molto di questo materiale viene #uitato dalle acque pluviali sul fondo della gravina.

Sulla sponda opposta tra la prima e la seconda incisione, si raccolgono invece frammenti di ceramica

campana e di terra sigillata chiara. Questo secondo villaggio va attribuito all’età ellenistica e romana.

Dalle numerose ricerche fatte appaiono anche presenti, ambienti rettangolari, aperti all’esterno, con

volte orizzontali, disposti su tre piani comunicanti tra loro attraverso botole parzialmente sagomate a

gradinata, cui si accedeva mediante scale lignee. Il materiale archeologico pervenuto dallo scavo con-

dotto dal Prof. Arcangelo Fornaro nel 1968 risulta essere di due di�erenti fasi di occupazione: il primo

riguarda il bronzo medio recente, il secondo un periodo che va dal VI al III a.C. Della necropoli rupestre

del villaggio dell’età del

bronzo che in origine doveva essere molto più ricca di ipogei oggi restano quattro tombe a grotticella,

Questo perché l’insediamento rupestre medievale deve averne distrutte parecchie.

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Page 27: Vivere in grotta

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Page 28: Vivere in grotta

N.3.2 Grottaglie e la Gravina del Fullonese

Come raggiungere la Gravina del Fullonese:

da Taranto --> percorrere la Statale 7 Taranto- Brindisi, uscita Grotta-glie. Giunti a Grottaglie si percorre sempre dritto per via Ennio, giran-do a sinistra per via Campitelli si segue la strada per Martina Franca e a pochi metri comparirà il segnale GRAVINA DI RIGGIO. Proseguire oltre le cave di Fantiano.

Nome:Gravina del Fullonese

Tipo di percorso: percorso pedonale, archeologico, escursionistico

Posizione e catatteristiche

La contrada , oramai inglobata in gran parte nell’abitato di Grottaglie, è attraversata da una gravina lun-

ga quasi 1 Km. E profonda in alcuni punti anche 40 m. La parte iniziale serpeggiante, ha una direzione

Nord-Sud; dopo 500 m. subisce una lieve #essione. In essa con#uiscono tre piccole incisioni: la prima a

Sud-Est, la seconda e la terza convergono a Nord. Il terreno attraversato è completamente tufaceo, è nella

metà superiore pianeggiante, nell’altra metà terrazzato a stretti gradoni.

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Page 29: Vivere in grotta

Archeologia

Sono stati rilevati parecchi gruppi di fori circolari per l’impianto dei pali delle capannee, tavolta, dei

solchi per l’incannucciata. Poche sono le testimonianze di ceramica buccheroide e a vernice nera. La

maggior parte del materiale archeologico è �uitata sul fondo della gravina, infatti si è raccolta abbondan-

te cocciame, che testimonia la continuità della presenza dell’uomo dal bronzo all’età imperiale. Vi sono

anche qui presenti tombe a grotticella e a fossa rettangolare scavate nel tufo, con le pareti divergenti verso

fondo. Mentre per le tombe a grotticella la cronologia dovrebbe essere tra l’età del bronzo e l’età del ferro,

per quelle a fossa non si è potuto stabilire se appartenessero all’insediamento alla’aperto di età classica

o all’insediamento rupestre medievale. Poche certezze si hanno sul rilevamento di un muro che non si

riesce ancora a inquadrare cronologicamente questo è composto da grandi blocchi tufacei non squadrati

e non è dello stesso tipo delle cinte murarie che caratterizzarono la Puglia nell’età del bronzo tra il XIII

ed il XII a.C. in pietrame a secco e neanche alle cinte murarie delle città daune, peucete e messa piche,

di età oscillante tra il VI ed il III sec. a.C. essendo anche cinte costituite da blocchi isodomi o calcarei

non squadrati.

In via ipotetica si pensa possa appartenere ad epoca protostorica (bronzo recente o �nale).

La gravina del Fullonese è costituita da due tipi villaggi quelli con ipogei a pianta ovale e quelli a pianta

rettangolare, con i dati archeologici rinvenuti dall’analisi dei monumenti funerari si è potuto riscontrare

che nell’età del bronzo �nale sopravvivono solo i villaggi del Fullonese. In questa �nale fase dell’età del

bronzo cessano gli insediamenti in grotta, mentre importanti insediamenti all’aperto vengono abbando-

nati temporaneamente o de�nitivamente, il fenomeno sembra

dovuto all’e�ettivo sopravvento dell’economia agricola su quella pastorale ed all’evoluzione delle primi-

tive forme proto urbane verso una stabile struttura cittadina.

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percorso pedonale, archeologico, escursionistico

3.2

La Gravina del Fullonese

GPS--

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Page 30: Vivere in grotta

N.3.3 Grottaglie e la Gravina di Penziere

Come raggiungere la Gravina di Penziere:

da Taranto --> percorrere la Statale 7 Taranto- Brindisi, uscita Grotta-glie. La gravina é localizzata a sud del centro urbano.

Nome:Gravina di Penziere

Tipo di percorso: percorso pedonale, archeologico

Posizione e catatteristiche

La contrada De Penziere è oramai inglobata nell’abitato di Grottaglie, è attraversata da cinqueincisioni

brevi e poco profonde tra loro parallele e da una grossa lama.

La Lama di Penziere ha nel primo tratto direzione NO-SE; nel secondo, dopo aver formato un gomito

molto accentuato, assume una direzione NE-SO. Nella gravina con#uiscono da Est, nel primo tratto

cinque incisioni minori, nel secondo tratto, profondo $no ad una ventina di metri, si trova uno degli

insediamenti rupestri più interessanti della provincia,

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Page 31: Vivere in grotta

Archeologia

Gli insediamenti rupestri sono composti da varie caverne di origine naturale più o meno adattate dall’uo-

mo, disposte su vari registri, e da una chiesa rupestre molto nota nella letteratura. Non si può escludere

che alcune caverne siano state utilizzate nella protostoria.

I due spalti, sempre nel secondo tratto, sono stati sicuramente abitati nell’età del bronzo in poi. Si notano

molti fori circolari per pali di capanna, scavati nella roccia; egualmente incavate nella roccia tufacea

sono le fondamenta di alcune abitazioni rettangolari, che conservano parte delle pareti posteriori e lat-

erali decorate da nicchie; in mezzo a queste case si apre una grotticella a pianta semiellittica irregolare.

E’ certo quindi che esistevano delle capanne protostoriche, mentre non è altrettanto sicuro a quale epoca

attribuire le abitazioni ricavate nella roccia. Vi sono anche qui tombe a forma rettangolare, un pozzo

a campana e diverse tracce di carrarecce. I resti di abitato e di necropoli ed il materiale archeologico

testimoniano l’occupazione umana del luogo dal medio bronzo all’età romana, forse senza interruzione.

L’abitato medievale probabilmente fu abbandonato nel 1927.

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percorso pedonale, archeologico

3.3

La Gravina di Penziere

GPS--

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Page 32: Vivere in grotta

Bibliogra�a

* Silvia De Vitis, Insediamenti e problematiche dell’archeologia tardoantica e medievale nel territorio di

Taranto (SEC. IV-XV), PROVINCIA DI TARANTO ACCADEMIA DEGLI AUDACI

* Ciro Ca�orio, Riggio casale disabitato nel territorio di Grottaglie, TARANTO PAPPACENA EDI-

TORE ANNO 1961

* Arcangelo Fornaro, Ricerche archeologiche nella Gravine di Grottaglie, GRAFISCHENA FASANO

* Roberto Caprara, Società ed economia nei villaggi rupestri. La vita quotidiana nelle gravine dell’arco

jonico tarentino, REGIONE PUGLIA ASSESSORATO P.I. SCHENA EDITORE

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