Visual book B.Severi - Tracce d'Eternità – Archivio PDF book Bruno...Charles Webster Leadbeater ,...
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VViissuuaall BBooookk –– aaggoossttoo 22001100
Idea, progetto grafico, testi e fotografie a cura dell’autore
© agosto 2010 di Bruno Severi. Tutti i diritti riservati.
Edizione elettronica in download gratuito dal portale simonebarcelli.org
L’autore
Bruno Severi ([email protected]) è nato a Bologna nel 1946. Laureato
in Scienze Biologiche, ha lavorato all'Università di Bologna, presso la Facoltà di
Medicina e Chirurgia, come Microscopista Elettronico. Direttore scientifico del
Centro Studi Parapsicologici di Bologna, è uno dei 5-6 studiosi italiani che fanno
parte della Parapsychological Association, la più importante ed esclusiva
associazione parapsicologica esistente al mondo. Appassionato da tutto ciò che è
inerente, o che trascende, la Natura, si è interessato, oltre che di Parapsicologia,
anche di Stati Alterati di Coscienza e di Sciamanesimo. Costante sin dalla prima
giovinezza è stata la passione per i viaggi in luoghi remoti ed esotici. Sei volte in
Sud America, tre in Africa, quattro in India, cinque in Turchia, tre in Iran, e poi nel
Nepal, Tibet, Sri Lanka, Iraq e Afganistan. Tra le tante esperienze fatte, di rilievo le
sue avventure in Amazzonia, dove si è recato ben quattro volte, nel cuore della
foresta Amazzonica peruviana, presso il confine con il Brasile. Qui, con due amici, è
andato alla ricerca degli ultimi sciamani per cercare di cogliere e svelare alcuni
degli aspetti più segreti della loro inquietante realtà: è stato da essi iniziato
all'Ayahuasca, sostanza psichedelica di origine vegetale che gli sciamani di buona
parte dell'Amazzonia consumano per entrare in contatto con il mondo degli Spiriti
e per ricevere da essi insegnamenti utili alla loro particolarissima attività. Su
queste esperienze, che non è esagerato definire estreme, ha scritto vari articoli ed
ha riferito in congressi di Parapsicologia o di Scienze di Frontiera.
VViissuuaall BBooookk –– aaggoossttoo 22001100
Presentazione di Simonetta Santandrea1
"A fronte dei nostri studi e della nostra esperienza possiamo affermare che esistono molte più cose in questo mondo e nel sistema
solare a cui appartiene, di quelle che gli scienziati suppongono e non si tratta di qualcosa di esterno, ma di interno.
Noi conosciamo che esiste un mondo non visto, presente qui ed ora, non lontano da noi, che resta invisibile solamente perché la
maggior parte di noi non ha ancora sviluppato i sensi necessari per percepirlo. Per coloro che hanno sviluppato tali sensi, questo mondo
non è invisibile e tanto meno sconosciuto, ma è alla loro portata e può essere esplorato, investigato e controllato, precisamente come
si potrebbe esplorare qualsiasi area del nostro pianeta.”
Charles Webster Leadbeater , “Il lato nascosto delle cose”
Questo è il pensiero di Leadbeater, esoterista del XX° secolo, da alcuni tenuto in gran conto per le sue intuizioni riguardo
l’esistenza di dimensioni non percepite con i cinque sensi, da altri invece considerato occultista da quattro soldi. Con
quanto ha scritto egli cerca di farci riflettere sull’opportunità di non fidarci solo dei dati sensoriali in nostro possesso (solo
perché conosciuti e indagati, o meglio, compresi dal nostro intelletto di uomini raziocinanti). Al contrario, egli ci spinge a
considerare la possibilità di altri livelli di realtà che, pur non essendo captati dai sensi, fanno parte di quell'unicum della
natura che è composto di multidimensionalità e multisensorialità.
In questo visual book, progetto nuovo nella veste ma dall’intento già noto di proseguire nella ricerca dell’essenza
dell’esistenza in tutti i suoi aspetti, verranno presentate una serie di immagini, dipinti, di alcuni autori che hanno (o hanno
avuto) esperienze sciamaniche a far da guida alla loro arte, o che attraverso questa forma d’espressione artistica hanno
portato al nostro livello dimensioni altre, passando anche attraverso quegli stadi che alcune piante allucinogene inducono
durante le sedute sciamaniche.
1 Redazione della rivista elettronica e del portale “Tracce d’eternità”.
L’uso dei colori, dello spazio sul supporto, delle immagini rappresentate inducono a chiedersi se le “visioni” artistiche non
portino sul piano che convenzionalmente chiamiamo “reale” archetipi presenti in forma latente nel nostro immaginario e
che restano sopiti quando lo stato di “veglia ragionata” governa il nostro esistere, piuttosto che messaggi o esperienze
parallele alla nostra dimensione quotidiana che non riescono a “passare” se osservati dal semplice “occhio”, dal nostro
sguardo, perché non comprensibili o non compresi per mancanza di decodifica.
Witelo, matematico e fisico del XIII secolo, scriveva che "L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il
semplice sguardo (aspectus, semplice visione esteriore), ma sì con l'intuizione diligente (obtudus, sguardo penetrante,
raziocinante)".
L’esperienza sciamanica indotta anche dall’uso di piante allucinogene atte ad aprire dimensioni parallele e superiori alla
nostra, potrebbe rappresentare l’applicazione dell’obtudus quale porta per realtà che esistono nella grande madre Natura
da cui tutto proviene e a cui tutto tende, aperta per la comprensione e la conoscenza.
Per numerose culture e civiltà, e da tempo immemorabile, le cosiddette piante visionarie
sono state un mezzo di fondamentale importanza per metterci in contatto con altre
realtà.
Infatti, queste piante sono state utilizzate come mediatrici tra la realtà ordinaria (quella
della nostra vita quotidiana) e la dimensione spirituale.
In molti casi le piante visionarie sono state considerate come dotate di una loro
intelligenza e come portatrici di misteriose e segrete conoscenze.
Questo è particolarmente radicato nelle culture del Centro e Sud America.
Qui troviamo, ad esempio, gli Huichol del Messico che hanno come principale pianta
sacramentale il cactus chiamato peyote (Lophophora williamsii).
Sempre in Messico sono considerati sacri i funghi allucinogeni del genere Psylocybe,
utilizzati dagli antichi Aztechi per entrare in rapporto con il divino.
In varie parti del bacino amazzonico predomina l’ayahuasca (Banisteriopsis caapi), liana da
cui si estrae una bevanda psichedelica impiegata dagli sciamani per curare e divinare.
Appare limitativo parlare ora solo dell’ayahuasca, essendo il repertorio delle piante
psichedeliche in Amazzonia di una vastità incredibile.
Ed è con questo tipo di piante che gli sciamani di varie culture completano il loro
apprendistato ed acquisiscono le loro particolari capacità.
Da esse sono nati miti e cosmogonie, come pure da esse è data agli sciamani la possibilità
di inoltrarsi e di esplorare il regno degli dèi e dei morti.
Specialmente nel Messico e in Amazzonia le piante visionarie sono la fonte di ispirazione
per la creazione di elaborati motivi decorativi da applicare sia sul corpo delle persone, sia
sulle stoffe dei loro abiti e sui manufatti in ceramica.
In altri termini, sono riportati alla vita di tutti i giorni i motivi sperimentati in stato di
trance psichedelico.
Recentemente, alcuni pittori nativi della foresta amazzonica peruviana hanno espresso il
meglio delle loro capacità artistiche attraverso il ricorso ai principi attivi estratti dalle
piante visionarie.
I loro quadri, prima raffiguranti personaggi e panorami abbastanza convenzionali, con
l’ayahuasca hanno subito una trasformazione che definire radicale è molto limitativo.
Il loro estro artistico si è aperto ad una nuova ed incredibile dimensione caratterizzata da
una incontenibile esuberanza di forme e di colori, mai prima sperimentata, e dal
comparire di un ricchissimo pantheon di motivi simbolici ed archetipici di non sempre
facile decifrazione.
La precedente pittura di questi artisti, ricca di razionalità e di convenzione, è stata di colpo
cancellata per lasciare il posto ad un mondo che nemmeno loro immaginavano di
concepire e di potere graficamente rappresentare.
Infatti, gli indiani del Perù amazzonico credono che l’ayahuasca permetta loro di vedere
l’aspetto sovrannaturale della natura. Inoltre, solo chi assume l’ayahuasca può vedere i
demoni che abitano la foresta e dialogare con essi.
Le visioni dell’ayahuasca
Prendiamo ora in considerazione le immagini più frequentemente incontrate da coloro
che sperimentano l’ayahuasca ed altre sostanze visionarie.
Di solito, una tipica seduta con queste sostanze presenta una successione di fasi
caratterizzate da un diverso contenuto visionario e di vissuti.
Inizialmente l’esperienza psichedelica è caratterizzata da sensazioni fisiche in genere poco
piacevoli: nausea, vomito, sensazione eccessive di caldo e di freddo che si alternano, ecc.
Segue la fase visionaria che inizia con l’apparizione di immagini allucinatorie di tipo
geometrico spesso-caleidoscopico.
Le immagini spesso si susseguono con incredibile velocità tanto da non lasciare il tempo di
memorizzarle.
I colori sono vivacissimi con prevalenza del giallo e del rosso.
Segue una fase in cui le visioni sono di tipo figurativo, sia di fantasia, sia legate a ricordi
personali.
Frequenti sono le visioni di animali con prevalenza di serpenti, dell’anaconda in
particolare, in genere velenosi; altro animale frequentissimo tra chi assume l’ayahuasca è
il giaguaro, oppure altri felini della foresta.
Talora questi animali si presentano con atteggiamento minaccioso come se volessero
attaccare la persona in trance.
Sia i serpenti, sia il giaguaro sono da considerarsi gli animali protettori o alleati degli
sciamani.
Gli spiriti di questi animali parlano agli sciamani svelando cose segrete e impartendo
insegnamenti utili allo svolgimento della loro professione. In questa fase molti si sentono
come trasformati in un uccello o si sentono sollevare in aria per andare, volando, a visitare
luoghi distanti e sconosciuti.
Appaiono loro deliziosi boschi e laghi, città, castelli da fiaba, animali fantastici e gente
sconosciuta.
Poi, all’improvviso si ritrovano a terra dove rientrano nel proprio corpo.
A questo punto, con loro grande terrore, possono imbattersi con animali o entità spirituali
ostili che li minacciano e tentano di ucciderli.
Un viaggiatore occidentale così descrive le prime fasi della sua esperienza con l’ayahuasca:
“Ricordo di essermi trovato a volare in luoghi sconosciuti dove ho visto le cose più
incredibili e più belle: grandi città, torri che toccavano il cielo, parchi stupendi, ed altre
mille cose ancora di questo genere. Poi mi sono visto solo in una foresta dove sono stato
assalito da diverse terribili creature dalle quali ho faticato moltissimo a difendermi. Alla
fine sono caduto in un sonno molto profondo”.
Altri riferiscono di essere stati sopraffatti dal terrore alla vista delle mascelle di un
giaguaro che voleva divorarli o dalla minaccia di numerosi serpenti che si avvicinavano
mentre essi, paralizzati dalla paura, sentivano i corpi freddi dei serpenti avvolgersi attorno
alle loro gambe.
Gli apprendisti sciamani dell’etnia Conibo-Shipibo dell’Amazzonia peruviana vedono in
questi animali minacciosi, anaconda e giaguaro in particolare, i loro futuri spiriti aiutanti.
Dopo averne vinto l’iniziale paura, debbono cercare di farseli amici ed alleati.
Per gli apprendisti sciamani i serpenti che vedono nelle loro visioni rappresentano la liana
dell’ayahuasca.
Se riescono a domarli e a farseli amici, allora ricevono dai serpenti i loro poteri spirituali
aumentando così il proprio potere sciamanico.
Questa capacità degli sciamani di rendere artisticamente i contenuti delle loro visioni ci
permette di entrare maggiormente in contatto con il loro mondo parallelo e di coglierne
meglio i dettagli e le emozioni.
L’antropologo Eduardo Luna, mentre lavorava nell’Amazzonia peruviana, incontrò Pablo
Amaringo, un meticcio che in passato aveva svolto la professione di sciamano.
Questi gli mostrò alcuni suoi vecchi dipinti sulla foresta assai fantasiosi e ricchi di dettagli.
Interrogato al riguardo, Pablo rispose che aveva appreso l’arte di dipingere dagli spiriti
della foresta che si erano presentati a lui mentre era nello stato di trance indotto
dall’ayahuasca.
Allora Luna chiese a Pablo se poteva nuovamente dipingere alcune scene viste sotto
l’influenza dell’ayahuasca al tempo di quando era uno sciamano.
Dopo solo due giorni, Pablo Amaringo gli consegnò due incredibili dipinti con scene
riferentesi allo sciamanesimo amazzonico.
Iniziò in questo modo una proficua collaborazione tra i due personaggi che sfociò nella
pubblicazione di un libro, Ayahuasca Visions, contenente 49 dipinti di Pablo Amaringo
raffiguranti innumerevoli animali, piante, spiriti ed esseri mitologici tutti connessi al
mondo visionario e mitico delle esperienze con l'ayahuasca.
Amaringo rievoca i suoi vissuti psichedelici e sciamanici, indotti dall’ayahuasca, cantando
le canzoni magiche chiamate icaros che vengono intonate dagli sciamani durante le loro
cerimonie nella foresta.
Con la ripetizione protratta e monotona di questi canti egli si reimmerge in quelle realtà
misteriose a lui ben note rivivendone le situazioni e le emozioni.
Il suo talento artistico diviene in questo modo il tramite mediante il quale esprimere
indicibili esperienze legate indissolubilmente al mondo ed ai miti della foresta amazzonica
sempre presenti nell’immaginario di quelle genti.
Pablo Amaringo ha raggiunto una fama internazionale oltre che per il suo talento artistico,
anche per avere fondato nel 1988 nella cittadina amazzonica di Pucallpa, in Perù, una
scuola di pittura particolarmente rivolta alle giovani leve.
Questa scuola, il cui nome è Usko-Ayar, ha conseguito grande fama in quanto ha trovato e
valorizzato diversi ragazzini e ragazzine dotati di un talento pittorico incredibile, i cui
quadri rappresentano costantemente i diversi aspetti della foresta amazzonica, sempre
fonte di ispirazione inesauribile e profonda.
I suoi allievi sono in prevalenza ragazzini orfani od abbandonati dai genitori che lui ha
raccolto disperati nelle strade di Pucallpa.
Io stesso ho acquistato nella cittadina di Pucallpa alcuni quadri di pittori locali che
dipingevano sia in un normale stato di coscienza, sia sotto l’ispirazione dell’ayahuasca.
Anche in alcuni di questi quadri si può vedere la presenza di una inequivocabile astronave
che emerge da una ricchissima ed incredibile trama di forme geometriche e di scene legate
al mondo della foresta o alla sua mitologia.
UFO e psichedelia
Tra l’esuberanza di forme e di colori che caratterizzano la pittura di Amaringo, in diversi
quadri si possono chiaramente riconoscere indiscutibili navi spaziali a forma di disco
volante.
Questo insolito motivo, secondo il racconto di Pablo Amaringo, risale ad una sua
esperienza diretta con un UFO avuta poco prima di essere iniziato alla carriera sciamanica.
Altri contatti di questo genere si sono poi ripetuti nel tempo.
Nonostante la frequenza con la quale Pablo dipinge navi spaziali, egli ne parla raramente.
Secondo lui questi veicoli possono assumere diverse forme, possono raggiungere velocità
fantastiche, e possono viaggiare anche sotto la terra e sott’acqua.
I viaggiatori alieni sono entità spirituali con corpi più sottili dei nostri e che possono far
apparire e scomparire a piacimento.
Essi appartengono a civiltà extraterrestri molto avanzate che vivono in perfetta armonia.
Essi hanno già contattato, in un lontano passato, importanti civiltà del Sud America: i
Maya, i Tiahuanaco e gli Inca.
A parziale sostegno di quanto afferma Pablo Amaringo, rammentiamo che esistono in
tutto il Sud America varie leggende che parlano di viaggiatori provenienti da stelle lontane
che hanno contattato in tempi remotissimi le principali civiltà.
Essi avrebbero trasmesso importanti conoscenze che hanno consentito prodigiosi
progressi sia sul piano materiale, sia su quello spirituale.
Desidero, infine, segnalare alcuni studiosi occidentali che hanno messo in risalto il
connubio esistente tra psichedelica, sciamanesimo e fenomeno UFO.
Il più noto tra questi è l’antropologo americano Terence Mc Kenna che, insieme a suo
fratello, un biologo molecolare, nel 1971 si recò nella giungla amazzonica per avere
esperienze di tipo sciamanico con l’ingestione di piante visionarie.
Tra i vissuti da essi sperimentati notevoli furono quelli riferiti ad incontri con UFO e con
strani esseri mai prima visti, né immaginati
Il Dr. Rick Strassman, autore del libro: DMT: The Spirit Molecule, ha condotto uno studio
durato cinque anni all’Università del Nuovo Messico con 60 volontari a cui ha
somministrato DMT, uno dei più potenti allucinogeni.
Molti soggetti riferirono di avere incontrato esseri assai simili agli alieni che sono
normalmente associati agli UFO.
Alcuni volontari affermarono di avere vissuto una tipica esperienza di alien abduction.
A sottolineare una volta di più lo stretto rapporto frequentemente segnalato tra sostanze
psichedeliche, sciamanesimo e fenomeno UFO contribuisce anche l’antropologo
americano Douglass Price-Williams che nel suo libro Shamanism and UFO Abductions
mette sullo stesso piano le descrizioni che gli sciamani fanno sui loro incontri con le più
disparate entità spirituali (incontri spesso favoriti dall’uso di sostanze psichedeliche) ed il
fenomeno delle UFO abduction.
Kenneth Ring, uno dei maggiori esperti al mondo di NDE (Near Death Experiences) ha più
volte sottolineato lo stretto rapporto esistente tra NDE, il volo dell’anima sciamanico e la
fenomenologia UFO.
Il volo dell’anima è, infatti, una delle caratteristiche principali degli sciamani.
Si ritiene che uno sciamano possa trasformarsi in uccello o possa essere portato in cielo da
entità spirituali.
Probabilmente certi sciamani moderni fanno ricorso a metafore ricavate dalla moderna
tecnologia occidentale per esprimere con maggior efficacia il concetto di volo dell’anima.
Non desta quindi alcuna sorpresa che anche i dischi volanti, che fanno ormai
parte dell’immaginario collettivo, siano utilizzati dagli sciamani per meglio indicare i voli
che la loro anima compie per raggiungere altri piani esistenziali.
E, infatti, come abbiamo visto, quello dei dischi volanti è un tema diffusamente
rappresentato nei quadri di Pablo Amaringo.
Ricordiamo che oltre che pittore, egli è stato anche sciamano.
Con un po' di attenzione è possibile riconoscere delle navicelle spaziali in alcune delle
immagini di Pablo Amaringo che seguono.