Violenza contro le donne e i bambini

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olenza contro le donne e i bambini Aspetti istituzionali e Psicologici a confronto per una strategia globale di contrasto alla Violenza Dott.ssa Rosa Maria Muratori Psicologa e psicoterapeuta individuale e di gruppo Il valore di essere persone

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Violenza contro le donne e i bambini

Aspetti istituzionali e Psicologici a confronto per una strategia globale di contrasto alla Violenza

Dott.ssa Rosa Maria Muratori Psicologa e psicoterapeuta individuale e di gruppo

Il valore di essere persone

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Definizione di ViolenzaSi può considerare violenza ogni comportamento

di abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, economico,

psicologico. Questi diversi tipi di violenza possono presentarsi isolatamente, ma spesso

sono combinati insieme, in modo da rendere il controllo una modalità totalizzante e pervasiva che paralizza il soggetto o i soggetti che ne sono vittime. Ciò accade soprattutto quando autori e vittima di violenza sono legate da un rapporto

affettivo (è il nostro partner, nostro padre, l'amico di famiglia...)

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Quali tipi di violenza

• La maggior parte delle violenze sessuali è opera di persone conosciute. Ex partner,

amici, vicini di casa, parenti, partner, colleghi con i quali esiste un rapporto e che si sentono autorizzati a non rispettare i nostri "no", in qualunque momento essi vengano pronunciati.Perché ci sia un abuso non è necessario che avvenga un rapporto fisico: anche essere forzata ad assistere violenza. Per quanto riguarda i bambini/e vittime di violenza sessuale spesso si inizia con dei giochi molesti a carattere sessualmente implicito e indiretto.

• Violenza fisica

Le aggressioni possono essere evidenti (spinte, calci, pugni...), ma anche sottili, si rivolgono a qualcosa a cui la vittima/e tiene (animali, oggetti, effetti personali, documenti, strumenti di lavoro ecc.) Sono sempre e comunque dimostrazioni implicite o esplicite di crudeltà e potere coercitivo.

• Violenza sessuale

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Costanti critiche, umiliazioni, comportamenti espliciti o impliciti di sarcasmo insulti ridicolizzazioni da soli o in presenza degli altri. Inseguimenti, controllo degli spostamenti, isolamento dai familiari e dagli amici. Sovente il partner violento minaccia di fare del male alla donna vittima o ai figli o addirittura a se stesso, tenendola in trappola in una prigione di paura e sensi di colpa.

• Violenza economica

Vengono impediti o sabotati i tentativi di lavorare o trovare un lavoro, non è persmesso (spesso accade alla donna) avere un conto corrente, la compagna o moglie è tenuta all'oscuro delle entrate familiari, ci si è appropria dei suoi averi.

• Violenza Psicologica

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Violenza assistita intrafamiliare

Questo termine fa riferimento ad una realtà drammatica. Si parla di bambini, testimoni di violenze familiari, che senza un aiuto sociale e psicologico adeguato rischiano di avere delle conseguenze di enorme gravità sul piano psicologico e comportamentale.

Per violenza assistita intrafamiliare si intendono gli atti di violenza – fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica – contro un elemento della famiglia (nella maggior parte dei casi si tratta di una madre vittima di un marito violento) che avvengono nel campo percettivo di un minore. Le stime dei dati da parte degli organi di competenza, tribunali dei minori, servizi sociali territoriali, operatori della salute mentale rivelano uno scenario ampio che è destinato ad incrementarsi dato che il sommerso sembra essere di proporzioni maggiori anche perché la violenza intrafamiliare resta custodita nel segreto delle mura domestiche, protetta dal pudore delle vittime.

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La violenza nella coppiaIl clima di violenza si instaura in modo graduale attraverso litigi, nati per motivi banali, che con il tempo divengono più frequenti e più intensi, fino a quando la situazione precipita ed esplode l'aggressività, ogni volta più pesante. Quasi sempre ai maltrattamenti seguono periodi di "luna di miele", scuse, promesse, magari effettivi cambiamenti da parte del partner, che però sfortunatamente non reggono a lungo. Così si ricomincia da capo... E’ questo il “ ciclo della violenza”....e spesso è questo anche il percorso delle donne che lo vivono: avvertire i segni premonitori, subire l'escalation dell'aggressività, perdonare o cercare di far finta che non sia successo niente quando la situazione si calma per poi ricominciare daccapo.

La situazione evolve con un aumento della frequenzae dell’intensità degli scoppi d’ira e si viene a creareun clima di tensione e di isolamento. Il maritoviolento non sente più il bisogno di mascherarsi e incolpa la donna delle proprie reazioni come se fosselei a costringerlo a comportarsi in quel modo.

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Stalking" Insieme di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, controllo, ricerca di contatto e di comunicazione nei confronti di una vittiva che risultainfastidita e preoccupata da tali attenzioni moleste"

Stalking familiare• tra partner avviene mentre la relazione è ancora in corso in una coppia

nella quale è presente anche violenza domestica

• tra ex partner normalmente ha luogo quando uno dei due decide di porrefine alla relazione, si intensificano controlli, appostamenti, minacce...., da un punto di vista psicologico è ancora più devastante e pericoloso di quellotra estranei

• tra genitori e figli comprende i casi di stalking nei quali la relazione autore-vittima coinvolge un genitore e un figlio anche in modo alternato

In tutti i casi si manifestano una sere di condotte indesiderate alla vittima checon comunicazioni indesiderate, contatti indesiderati, comportamentiassociati.

Lo stalking familiare è sottostimato rispetto alle altre tipologie e sovente è pericoloso in quanto associato ad eventi violenti nella relazione domestica.

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Alcuni pregiudizi Socio-culturali

1. Si ritiene spesso che la violenza: sia entro certi limiti accettabile, perché dovuta alla naturale componente di aggressività maschile.

2. Si tende a relegare l'origine del comportamento violento all’effetto di uno specifico “ problema “ in chi agisce la violenza quali l' assunzione di alcool / droghe, o la presenza di disturbi della personalità.

3. Colpisca donne “fragili“, “vittime passive“, cresciute in un clima familiare violento.

4. Debba trovare soluzione tra le pareti domestiche. Infatti è comunque importante che la famiglia resti unita per evitare che i figli soffrano l’assenza di un genitore.

5. Sia provocata dalle donne, che hanno parte attiva all’interno del rapporto.

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Caratteristiche personali• Gli uomini che maltrattano utilizzano la forza

per affrontare le discussioni all’interno della coppia.

• Sentono minacciato il loro potere e temono di perdere il controllo sulla propria famiglia.

• Tendono ad essere controllanti ed invasivi, definiscono come "gelosia" comportamentivolti a limitare in modo ossessivo la libertàdella partner.

• Tendono a perdere facilmente il controllo, hanno frequenti scoppi di ira alternati a momenti di calma e "gentilezza".

• Sovente danno la colpa alla partner per giustificare i loro errori e comportamentiviolenti.

• Isolano e svalutano le compagne, minacciano di fare del male o farsi del male.

• Sul piano della struttura di personalità, spessoassociata al versante psicopatologico, troviamostrutture di tipo paranoideo-narcisistico contratti ossessivo-compulsivi.

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• Donne che hanno vissuto situazioni di violenza all’interno della coppia provanosentimenti e paure e ambivalenza traamore-odio. Questo porta le donne a convincersi di essere inadeguate, colpevolie di meritarsi il maltrattamento. Inoltre è difficile spezzare un legame in cui hannocreduto ed investito affettivamente, soprattutto se sole e senza appoggio. “Dargli un’altra possibilità” diventa unmodo per tentare di salvare la relazione e tenere unita la famiglia.

• Tendono ad adottare un comportamentopassivo per evitare di peggiorare la situazione: mentalmente cercano di eliminare tutte le possibili fonti di litigio. La scelta di lasciare il partner è molto difficile. Ciò deriva in parte dal lavoro psicologicodell’abusante che distrugge la loroautostima e la loro capacità di scelta al punto che finiscono col credere di non potercela fare da sola e quindi "megliorestare in una situazione conosciutasebbene difficile".

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Conseguenze?• La violenza psicologica è la causa di stati

depressivi e ansiogeni, perché le vittime(donne e figli) sono incapaci di reagire, inoltree anche quando la donna decide di denunciarela violenza, la legge italiana con difficoltà ne tiene conto senza prove fisiche di lesioni, in questo caso il rischio di una secondavittimizzazione è molto alto.

• Con il tempo, se non si è ricevuto il sostegnoadeguato, si possono sviluppare conseguenze e disturbi più evidenti e definiti, quali attacchi di panico, fobie,disturbi alimentari, disturbi del sonno (incubi, sogni ricorrenti), malesseri o malattie di tipo psicosomatico, dipendenza da sostanze.Un vero e proprio disturbo posttraumatico da stress, caratterizzato da sintomipsicologici e fisici, compromettendonel’attività lavorativa e le relazioni sociali.

• Parlando di famiglie quindi un nucleo congenitori e figli, si perde la capacità di funzionegenitoriale in quanto i bambini tendono a prendere le parti di uno dei genitori, sviluppando sentimenti ambivalenti difficili da integrare in un oggetto unitario, causandotraumi e conseguenze psico-fisiche a lungotermine, che ne inficiano le capacità affettivo-relazionali.

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Cosa fare?• Adottare un approccio multidisciplinare a carattere Bio-Psico-Sociale

• Bisogna informare, educare, parlare, battersi, creareopinioni, comunicare, aiutare chi non può difendersi da solo, sensibilizzare l'opinione pubblica e fare in modo che le istituzioni, in particolare i gruppi formatisi a sostegno dei più deboli si pongano come obiettivo la salvaguardia dell'inviolabilità e del rispettodella personalità.

• Un'altro elemento necessario è la concertazione e il confrono tra le diverse istituzioni sociali che in un modo o nell'altro entrano in contattocon le vittime di violenza intrafamiliari intercettando le criticità a più livelli (magistratura, forze di polizia, carabinieri, servizi sociali, centrianti-violenza, dipartimenti di salute mentale,consultori, scuole...), in modo tale da creare protocolli definiti e strutturati di presa in carico edintervento.

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Come aiutareTrovarsi vicino ad una donna che ha subito violenza significa fare i conticon sentimenti e reazioni che ci possono sorprendere o spiazzare. Puòcapitare di sentirsi distanti da quanto le sta accadendo, oppure di sentirsicosì coinvolti e confusi da non riuscire a prendere iniziative.

Aiutarla vuol dire soprattutto mettere a fuoco alcuni atteggiamenti che si rivelano più vantaggiosi per lei. Per questo è importante:

• Ascoltarla, ricordando che l'ascolto è la prima azione concreta per identificare e delineare la situazione

• Mantenere la riservatezza su quanto ti racconta

• Non giudicarla e non colpevolizzarla anche se non sei d’accordo.

• Aiutarla a riconoscere di aver subito una violenza, non minimizzando la situazione.

• Rispettare i sui tempi di decisione e di azione.

• Non imporle consigli. Non sostituirsi a lei nelle decisioni.

• Darle riferimenti di Centri e strutture a cui rivolgersi e accompagnarlase lei te lo chiede

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Riferimenti utili!• Contattare le forze dell'ordine 112 Carabinieri 113 Polizia di stato

• Chiamare il numero verde e gratuito 1522 un servizio di accoglienzatelefonica rivolto alle vittime di violenza

• Rivolgersi personalmente e/o contattare un centro antiviolenzalocale publico o privato: gli operatori saranno vicino alla vittima e ad eventuali figli minori durante tutto l'iter posto in essere necessario, fornendo sostegno psicologico, consulenze mediche e consulenzelegali, eventuale rifugio in case protette nei casi più urgenti!!!

• www.leonde.org sito dell'associazione le Onde Onlus di Palermo

• www.antiviolenzadonna.it sito specializzato nella violenza di generecontro le donne (linee guida)

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Dott.ssa Rosa Maria MuratoriPsicologa e psicoterapeuta individuale e di gruppo

Il valore di essere persone

" Anche la più prigioniera custodisce il posto del Sè Selvaggio, perchèintuitivamente sa che un giorno ci sarà una feritoia, un'apertura, una possibilità, e vi si butterà per fuggire"(C.P. Estès "Donne che corrono coi lupi")