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LA GLOBALIZZAZIONE L’unificazione del mondo dal punto di vista economico, culturale, politico, sociale e dei consumi. Attraverso la tecnologia Viviamo perciò in un “villaggio globale” 1 , i confini tra gli Stati quasi non esistono più. All’origine della globalizzazione ci sono le trasformazioni avvenute in economia, il mercato economico, cioè, è diventato globale: le industrie : multinazionali il commercio : i provengono da tutto il mondo e conquistano tutti i mercati la finanza : l’andamento economico di un Paese influenza quello degli altri (la crisi, per es., investe tutto il pianeta); Fondo Monetario Internazionale le persone : si muovono sempre più liberamente da uno Stato all’altro (per es. nell’UE) Attraverso i mass media i nostri consumi vengono condizionati, diventando uguali in tutti i Paesi industrializzati, e così anche il nostro stile di vita che cerca di allinearsi al modello americano. Tutti frequentano i centri commerciali: sono uguali in tutto il mondo e vi si vendono gli stessi prodotti. Si tende anche ad utilizzare una stessa lingua, l’inglese. Simboli della globalizzazione sono i prodotti di alcune aziende come la Coca Cola, Mc Donald’s e la Nike, che con il loro logo sono immediatamente riconoscibili in ogni parte del mondo. 1 Villaggio globale: espressione coniata da Mc Luhan, sociologo canadese, nel 1964. Cos’è: Attraverso cosa questo è stato possibile: Possiamo metterci in contatto con il resto del mondo in tempo reale Possiamo raggiungere in poco tempo tutti i punti del pianeta (mezzi di Possiamo conoscere i fatti nel momento in cui avvengono (mass media, soprattutto tv, Possiamo accedere a numerosissime fonti per poterci fare una nostra opinione (soprattutto Origine della globalizzazi La globalizzazione si riflette in

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LA GLOBALIZZAZIONEL’unificazione del mondo dal punto di vista economico, culturale, politico, sociale e dei consumi.

Attraverso la tecnologia

Viviamo perciò in un “villaggio globale”1, i confini tra gli Stati quasi non esistono più.

All’origine della globalizzazione ci sono le trasformazioni avvenute in economia, il mercato economico, cioè, è diventato globale:le industrie: multinazionali

il commercio: i provengono da tutto il mondo e conquistano tutti i mercatila finanza: l’andamento economico di un Paese influenza quello degli altri (la crisi, per es., investe tutto il pianeta); Fondo Monetario Internazionalele persone: si muovono sempre più liberamente da uno Stato all’altro (per es. nell’UE)

Attraverso i mass media i nostri consumi vengono condizionati, diventando uguali in tutti i Paesi industrializzati, e così anche il nostro stile di vita che cerca di allinearsi al modello americano. Tutti frequentano i centri commerciali: sono uguali in tutto il mondo e vi si vendono gli stessi prodotti.

Si tende anche ad utilizzare una stessa lingua, l’inglese.Simboli della globalizzazione sono i prodotti di alcune aziende come la Coca Cola, Mc Donald’s e la Nike, che con il loro logo sono immediatamente riconoscibili in ogni parte del mondo.

NO! La ricchezza globale è concentrata in tre zone del pianeta: Europa Occidentale, America del Nord e Asia Orientale (vedi carta p. 129). Qui sono concentrati gli scambi commerciali, gli investimenti, il controllo dell’informazione, il controllo della forza militare.

Qui hanno sede le più grandi imprese multinazionali, che rappresentano il motore del mercato globale.

La

protesta dei “No global” ha preso il via nel 1999 a Seattle in occasione della Conferenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).1 Villaggio globale: espressione coniata da Mc Luhan, sociologo canadese, nel 1964.

Cos’è:

Attraverso cosa questo è stato possibile:

Possiamo metterci in contatto con il resto del mondo in tempo reale (telefonia – Internet)

Possiamo raggiungere in poco tempo tutti i punti del pianeta (mezzi di trasporto molto veloci e frequenti)

Possiamo conoscere i fatti nel momento in cui avvengono (mass media, soprattutto tv, ma anche Internet)

Possiamo accedere a numerosissime fonti per poterci fare una nostra opinione (soprattutto Internet, ma anche giornali, TV…)

Origine della globalizzazione:

La globalizzazione si riflette in ogni aspetto della nostra vita:

MA……questa nuova organizzazione globale ci fa vivere davvero tutti allo stesso modo?

Società che operano sul mercato mondiale, producono in genere nei Paesi in via di sviluppo (basso costo mano d’opera, basso costo terreni, politiche ambientali più blande) e mantengono i settori direttivi e quelli della distribuzione nel Nord del mondo

Le multinazionali sono accusate di contribuire alla crescita del divario tra Nord e Sud del mondo

Nascita dei movimenti “NO GLOBAL”

Nascita dei movimenti “NO GLOBAL” (vedi p. 212 Storia 3B)

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Questi i motivi della protesta:- la libertà totale dell’economia (liberismo selvaggio) favorisce lo sviluppo della ricchezza dove già c’è (Paesi più ricchi e grandi multinazionali) e lo sfruttamento dei Paesi più poveri, delle loro risorse, della loro mano d’opera, senza creare sviluppo sociale;- i piccoli produttori non riusciranno a reggere la concorrenza mondiale e saranno costretti a soccombere;- le conquiste sociali dei lavoratori nei Paesi sviluppati potrebbero essere travolte.

Un rischio è quello dell’omologazione (annullamento delle diversità) e quindi della perdita di identità di ogni popolo. Occorre, invece, valorizzare gli elementi di

diversità, cioè le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria cucina…Ma vi è un rischio ben più grave: la logica del profitto che regola il nostro villaggio globale non potrà che approfondire il divario tra Nord e Sud del mondo (con tutto ciò che ne può conseguire) oltre che contribuire alla distruzione dell’ambiente e all’esaurimento delle materie prime

Il problema non è accettare o rifiutare la globalizzazione, ma piuttosto imparare a sfruttarne i meccanismi a favore di un reale progresso della Terra: occorre, quindi,

realizzare regole valide a livello planetario che tengano conto dell’interessi e del benessere di TUTTI, in modo che non servano ad avvantaggiare solamente gli Stati più avanzati e che lo sviluppo economico di uno Stato sia accompagnato dal miglioramento delle condizioni di vita di tutta la sua popolazione. Solo così si potrà parlare di “villaggio globale”. Inoltre, il progresso deve coniugarsi con il rispetto dell’ambiente, lo SVILUPPO, cioè, deve essere SOSTENIBILE: deve essere in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri.

Rischi della globalizzazione

Cosa fare?