Viceversa Milano N° 00

8
MILANO 00 13 VICEVERSA A LL INTERNO : - In ricordo dei Partigiani della Bovisa. - La Cosa Giusta - Ricostruire una sinistra di governo per affrontare la crisi del sistema - Teatro: Otello Spritz - Cinema: NO i giorni dell’arcobaleno B OVISA : PER NON DIMENTICARE

description

 

Transcript of Viceversa Milano N° 00

M I L A N O 0 01 3

VICEVERSA

ALL’INterNO:- In ricordo dei Partigiani della Bovisa. - La Cosa Giusta - Ricostruire una sinistra di governo per affrontare la crisi del sistema - Teatro: Otello Spritz - Cinema: NO i giorni dell’arcobaleno

B o v i s a : p e r n o n d i m e n t i c a r e

Quando nasce qualcuno o qualcosa, voluto e desiderato, è sempre una festa. Con questo numero, inizia l’avventura di questo piccolo periodico e per noi che lo abbiamo fortemente sostenuto, è una bella soddisfazione. Innanzitutto il titolo: Viceversa. In un Paese dove tutto va alla rovescia, dove aumentano precari e disoccupati, dove le famiglie non rie-scono ad arrivare alla fine del mese e le maggiori forze politiche trovano inciuci e accordi per sistemare solo il proprio orticello, un periodico nuovo cerca di dare respiro e linfa vitale a chi ha meno voce e potere contrattuale. Alle persone “Viceversa” che vivono in questa Italia e ne diventano, così, parte attiva. In secondo luogo il taglio. Un giornale politico, schierato, da una parte sola: quella della legalità, dell’uguaglianza, dei più deboli e meno ascoltati. Una pubblicazione dove le vicende del paese s’intrecciano con quelle del mondo e del no-stro quartiere, scritte e presentante da redattori non professionisti che vivono le realtà quotidiane tra la gente offrendo uno spaccato di mondo diretto e reale. Infine la tiratura: poche copie (circa un migliaio per cominciare in formato cartaceo più molte altre per via telematica), con distribuzione spesso militante. Sì, avete capito bene: lo scopo del giornale è andare tra la gente, vivere tra la gente, parlare e ragionare con la gente. In un momento di forte crisi, di grande perdita di valori e di estrema precarietà, noi veniamo al mondo per dare un contributo, pur minimo, e cercare di vedere le cose in modo diverso, critico ma costrut-tivo, leale ma sempre attento, ergendoci a sentinelle di una realtà, di un paese e di un mondo che vorremmo andasse “Viceversa”. Buona lettura.

BeLLA CIAO

CIAO dON GALLO!

Mentre andavamo in stampa un’altra amica ci ha lasciato.

A 84 anni è morta Franca Rame

Ciao Franca!

In direzione ostinata e contraria. Ho conosciuto don Gallo 11 anni fa durante il G8 di Genova, l’ho rivisto pochi giorni prima delle elezioni al Leoncavallo. Era un prete, don Gallo, vero, onesto, sincero. Il prete dei poveri, di chi non ha voce, delle persone che troppo spesso la chiesa ufficiale ha messo in disparte. Ora non c’è più, e tutti noi siamo un po’ più soli. Ciao Andrea, ti saluto con la frase di un altro amico degli ultimi, Fabrizio De Andrè che hai scritto all’esterno della tua comunità e che hai portato come icona di vita: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. Mi mancherai, ci mancherai.

A C C A d edi Ugo Rossi

edItOrIALe

A C C A d e

Dopo quasi vent’ anni il 20 aprile i tanti amici e iscritti della sezione ANPI - Bovisa sono riusciti ad inaugurare il semplice cippo che ricorda i partigiani del quartiere caduti durante la guerra di liberazione.C’ era tanta gente, sotto una pioggia tor-renziale, ma tutti anche se infreddoliti sono rimasti li’ davanti a quel segno importante, davanti ai nomi dei partigiani dove campeg-giava la scritta “ chi non ha memoria non ha futuro”E la sezione ANPI intestata ad un grande combattente per la libertà, Severgnini, insieme alla gente del quartiere, si è fatta portavoce di quel bisogno di non dimenticare.I Canti delle Voci di Mezzo e la musica della Banda degli Ottoni ha reso ancora più emo-zionante quel momento che attendevano da tanto tempo.È stato difficile complesso e costoso raggiun-gere questo obiettivo, ma ce l’hanno fatta, grazie anche alla caparbietà di alcuni che ci hanno creduto fino in fondo.Tutte le difficoltà affrontate sono diventate un lontano ricordo proprio durante questa giornata con grande emozione e insieme alla pioggia si è confusa qualche lacrima. Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto insieme e grazie a tutta a la gente che ha vo-luto essere presente nonostante il maltempo.

Fiorella Pirola, Presidente ANPI Bovisa

dA

LL

A C

Op

er

tIN

A

Essere antifascisti fino a 70 anni fa, signifi-cava combattere quotidianamente con tutte le forme possibili un regime duro, nemico della libertà, non accettare di essere succubi passivi di leggi inique e raziali.Cosa significa oggi essere antifascisti? Dopo 70 anni di libertà che senso ha mantenere vivo il ricordo di quello che è stato il più oscuro periodo della nostra storia?Ci si trova a dover fare i conti con un perico-losissimo revisionismo storico che tende a mettere sullo stesso piano chi ha combattuto per la libertà di tutti e con coloro che sono stati conniventi col Regime ed a pensare ad una sorta di pacificazione .Essere antifascisti oggi serve non solo per mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato ma, soprattutto, per vigilare su ciò che acca-de ora. Viviamo un periodo di rigurgiti razzisti più o meno mascherati dove tutto è permes-so: si può fare il saluto fascista, vengono venduti oggetti con la testa del duce senza incorrere in nessun tipo di sanzione mentre l’omofobia e’ ancora latente, ma presente al punto da rendere impossibile una qualsiasi legge che la renda realmente punibile.Ci sono, inoltre, associazioni legalmente riconosciute che si rifanno all’ideologia nazi fascista, oltre a partiti e movimenti di matrice fascista che hanno eletto dei loro rappre-sentanti nelle istituzioni. Non dimentichiamo affermazioni pericolosissime di Berlusconi e di esponenti del movimento 5 stelle, che tendono a pensare che il fascismo in fondo non è stato il male assoluto.Nessuno, infine, pensa di mettere in pratica uno dei dettami della nostra Costituzione che vieta la ricostruzione del disciolto partito fascista.Per fortuna la nostra società ha robusti anti-corpi che mettono muri ed alzano barricate, ma bisogna mantenere alta l’attenzione. F. P.

dI FIOreLLA pIrOLA

Bovisa - Inaugurato il “Cippo ai Caduti” Antifascismo: una parola sempre più significativa.

hanno portato il loro contributo all’evento condotto da Tosca: Gad Lerner, Massimo Zedda, Stefano Rodotà, Concita De Gregorio e altri ancora come Azeb Lucà Trombetta (Rete Seconde Generazioni), Cristina Taja-ni (assessore alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano), l’ambientalista Gianfranco Bettin, Monica Pepe, Maria Pia Pizzolante, il giornalista Maso Notarianni, Tiziana Drago, lo scrittore Nicola La Gioia, Paola Ricciardi, Salvatore Carpentieri, Lucrezia Ricchiuti.Massimo Zedda sottolinea citando Queiman-da di G. Pontecorvo:« meglio sapere dove andare senza sapere come, che sapere come andare senza sapere dove». In una sinistra che si pone giustamente interrogativi, le risposte arriveranno strada facendo affron-tando tutte le contraddizioni e i nodi che man mano si presenteranno, l’importante è non perdere la rotta sull’obiettivo finale che ha come meta la sinistra. Per Gad Lerner non è possibile oggigiorno pensare che possano esistere due sinistre che si contendono spazi angusti. Riccardo Terzi afferma che prima del politico occorre considerare la categoria del sociale: pilastri fondamentali sono il lavoro, i beni comuni e i diritti considerando come primo il diritto all’istruzione, valore ripreso da Maso Notarianni come unica possibilità di tra-ghettare l’Italia fuori dalla pesante situazione di sottocultura e analfabetismo di ritorno.L’importanza dei diritti come pilastri portanti della sinistra sono i valori sui quali si soffer-ma maggiormente Stefano Rodotà afferman-do che c’è più bisogno di attenzione e di diritti in tempo di crisi, primi a soccombere, come elemento fondamentale della lotta politica: cittadinanza, ambiente, lavoro,salute. È sul rispetto della Costituzione e della volontà popolare che Rodotà pone l’accento con maggior forza: dobbiamo chiarire quale idea

Un’ assemblea a cielo aperto con la volon-tà di coinvolgere amministratori di città e regioni, movimenti, associazioni, chi opera nel mondo del lavoro, della cultura, della scuola del lavoro: questa è stata la manifestazione di SEL che si è svolta a Roma in Piazza Santi Apostoli sabato 11 maggio. Dal palco si sono alternati momenti di testimonianza, musica, associazioni di precari, esperienze sociali con la partecipazione di numerosi ospiti prima dell’intervento conclusivo di Nichi Vendola.La manifestazione ha voluto essere un contributo per costruire una sinistra mo-derna, europeista che abbia al centro i beni comuni, i diritti civili e sociali, la riconversione ecologica dell’economia, il rispetto per le persone e che vuole uscire dalla logica del berlusconismo, dall’involuzione culturale e di ciò che questa ha portato in particolare sulle generazioni più giovani.Riprendendo quanto evidenziato dal se-gretario nazionale del partito “questa è la manifestazione che non si arrende a una politica che abdica di chi non cede al ricatto della necessità delle larghe intese e dell’i-neluttabilità di una fuga dalla democrazia, di chi vuole adoperarsi per dare risposte a quelle forti domande di cambiamento, di chi pensa che un ‘uscita dalla crisi a sinistra sia possibile e che in Italia possa esistere un soggetto politico capace di costruire un agire collettivo che abbia senso in un Paese impoverito e smarrito con un centrosinistra fatto di macerie è fondamentale, ora più che mai, uscire dalle proprie case,dalle proprie stanze rassicuranti quanto insufficienti, e fare la propria parte in quello che è un processo di apprendimento, una ricerca in campo aperto per provare a costruire tutti insieme una nazione migliore.”Con queste premesse sul palco della piazza

La cosa giusta di Daniela Gianoli

OGGIA C C A d e

di Costituzione abbiamo: non si può pensare di ridiscutere la forma di Stato e di Governo come se i cittadini non si fossero mai espres-si su questo punto. Per tutti la prima cosa giusta da fare è cambiare l’attuale legge elettorale.La manifestazione si è conclusa con l’in-tervento di Vendola. Tra i passaggi più importanti del discorso del Governatore della Puglia, l’affermazione che Sel non farà nes-sun ripiegamento indietro conducendo un’op-posizione critica e leale, misurando l’efficacia dell’agire politico con l’intento di strappare di volta in volta risultati e con la volontà di non rompere il patto con il popolo del centrosini-stra. Non c’ è la volontà di intaccare qualche pezzo del PD o di rinchiudersi nel passato , ma la voglia di costruire in Italia, insieme l’associazionismo e a tutte le realtà di sini-stra, una nuova struttura che assuma i beni comuni, la conversione ecologica, i diritti alla persona e la dignità del lavoro come i pilastri su cui costruire il profilo di governo.Sel si pone come faro illuminante per stimo-lare la sinistra a ritrovarsi con tutte le sue sfumature in un luogo comune per iniziare un percorso di ricerca costante e dinamico, che metta in luce le contraddizioni interne per una proposta progettuale, che dia vita a un go-verno del cambiamento con le forze che sono nello stesso campo, rovesciando l’assioma che in tempo di crisi i diritti acquisiti vengono necessariamente depotenziati smantellando il già debole welfare italiano e considerando l’eguaglianza sociale come contrapposta alla modernità. L’istruzione diventa quindi fondamentale per traghettare l’Italia fuori dalla sottocultura imperante in cui è caduta, manifesto di una repubblica morente, e di cui vediamo i risultati negli insulti alla ministra Kyenge o alla Presidente della Camera Laura Boldrini.È anche sulla necessità di una crescita culturale che la sinistra deve combattere una forte e radicale battaglia delle idee sui valori fondanti di una società democratica. Nella ricerca di una nuova soggettività politica di sinistra in Italia Vendola fa riferimento alla decisione di entrare a far parte della fami-glia del socialismo europeo vivendo questo spazio come un fatto costruttivo; soggettività politica che dovrà essere prima di tutto uno spazio aperto. Sel che in questi tre anni si è data il compito di una sinistra di governo a

vocazione europea, oggi è pronta a mettersi a disposizione di un progetto largo, condiviso, partecipato, soprattutto autonomo nel suo profilo culturale e nella sua proposta politica per un progetto comune, reso allo stato dell’arte più urgente e dovuto a causa di una politica che incaglia nel cono d’ombra quel berlusconismo che avrà ancora una volta la possibilità di essere attore con la formazione del nuovo governo.Per questo nuovo progetto devono nascere in Italia mille cantieri.Durante il comizio Vendola comunica alla piazza che verosimilmente in autunno si terrà il congresso di Sinistra Ecologia Libertà nel quale proporrà di togliere la scritta “Vendola” dal simbolo dell’organizzazione perché affer-ma: io mi riconosco in voi.

Anche a Milano il 15 maggio si è tenuto un primo dibattito pubblico con la partecipazione di Gennaro Migliore (capogruppo di Sel alla Camera dei Deputati) per tutti coloro che non si arrendono alle larghe intese e pensano che ci sia più che mai bisogno di Sinistra e di Cambiamento. Chiara Cremonesi, coordinatrice regionale di Sel, sintetizzza quanto affermato da Vendola l’11maggio in piazza Santi Apostoli e pone l’attenzione in particolare sulla necessità di scrivere una “ nuova carta d’identità” della sinistra che si fondi sui diritti, beni comuni, lavoro. Sel inizia un cammino che sarà molto fati-coso dove occorre dar vita a molti cantieri della sinistra con percorsi aperti a e con più interlocutori possibili, nell’agire collettivo, con il metodo della ricerca e stimolando la curiosità. Prima di iniziare il dibattito, un momento di riflessione per i drammatici fatti accaduti l’11 maggio a Niguarda dalla voce di Aldo Rossetti. Per l’ avvocato Mirko Mazzali, consigliere comunale eletto come indipendente nella lista di Sel, occorre riproporre il metodo parteci-pativo, quell’agire politico, che ha portato alla vittoria Pisapia, cosa che non siamo riusciti a fare nella forma governo. Fabio Mangiafico, dirigente FIOM, ritiene che la cosa giusta sia considerare gli accordi collettivi e i suoi meccanismi come un diritto uguale per tutti riprendendo le battaglie morali sulle regole anche in economia e lavoro. Per Roberto Escobar, docente universitario e critico cinematografico, la nuova sinistra si deve im-pegnare nella comunicazione e nel cambia-mento del linguaggio, facendone un elemento di cultura e di spirito critico. Valentina La Terza dell’ ARCI, vorrebbe un partito “0”, che si ripensa veramente supe-rando la forte dicotomia tra base e gruppi dirigenti. Tutti devono mettersi in discussione perché anche le associazioni e i sindacati in questo momento sono ceto politico. Guido Viale, economista, considera che in Italia c’è una ricchezza straordinaria formata da un fer-mento di movimenti, comitati, associazioni di

fatto dispersi e che non si riescono a mettere in rete. Per Matilde Accurso Liotta, quelli di Calusca, la cosa giusta, che ridà a Sel la funzione originaria della sua nascita, sono i mille cantieri che vede Sinistra Ecologia Libertà come il propulsore di situazioni di confronto, di discussione, di ricerca. Conclude la serata Gennaro Migliore il quale ribadisce che Sel deve essere protagonista di questa battaglia politica e culturale, di co-loro che credono che la parola cambiamento non sia uno slogan, ma si possa realmente realizzare. Dobbiamo sconfiggere, come diceva anche Rodotà durante la manife-stazione dell’11 maggio, la cultura politica dell’auto-isolamento in quanto il problema è unire la sinistra. Dobbiamo imparare dagli errori fatti rispetto alla soluzione di alcune precipitazioni politiche per cui i mille cantieri non sono la costruzione di una nuova sigla, ma aprire nei fatti un percorso che su temi come quello del lavoro, della conversione ecologica, dei beni comuni, dei diritti debba ricostruire un luogo dove ci si possa rincon-trare.Occorre riportare il dibattito sulla sinistra con due progetti: uno a breve termine per sconfiggere il governo delle larghe intese da sinistra, ma dobbiamo anche ammettere che siamo stati sconfitti dal PDL e dalla Lega; uno a medio termine per una nuova forma di organizzazione-partito e movimen-to, che consideri in Italia la democrazia, la rivoluzione culturale nei confronti dell’attuale egemonia.Italia bene Comune è stato il tentativo di-screto su tutti i partiti del centrosinistra della volontà del cambiamento che ci ha coinvolti direttamente. Per questo, quelli che contano politicamente e che hanno capito la serietà del nostro modo di operare, del nostro pro-getto e della nostra volontà, stanno cercando di stroncarci e l’attacco al presidente della Camera Boldrini è stato anche un modo indiretto di attaccare Sel.A seguito di questo primo incontro struttura-to, se ne prevede a breve un secondo aperto agli interventi dei partecipanti.

OGGIA C C A d e

La cosa giusta a Milano

che l’Europa stanzia anche all’Italia e che sono rimasti inutilizzati. I risparmi di spesa sono un altro capitolo di vero reperimento di risorse: nella sanità per gli acquisti di materiali, nelle spese per la politica che molti scandali impongono ora di azzerare dando solo contributi per servizi documentati e non più in denaro a fondo perso, per non parlare dei costi delle province surrogabili con aggregazioni di comuni per funzioni specifiche su base territoriale a cui vanno aggiunti i costi della corruzione, delle mafie e dell’evasione fiscale. Vogliamo però proporre ai nostri lettori una riflessione anche sul tipo di sviluppo economico che ci sembra utile specie per l’Italia. Il futuro non sta solo nella ripresa di investimenti manifatturieri, per i quali va impostata una profonda riconversione ecologica verso un’economia verde, ma bisogna al più presto programmare interventi di grande portata a difesa del territorio, che ogni anno è sottoposto a tragiche e costosissime calamità naturali per l’abbandono dei suoli, la scarsa manutenzione, e l’assenza di piani di forestazione. Enormi occasioni di lavoro sono possibili per un’edilizia eco sostenibile a basso consumo energetico e con l’utilizzo del fotovoltaico e del solare termico. Il campo dei beni e dei servizi culturali, turistici, ambientali e paesaggistici sono una risorsa inestimabile ad alto tasso di occupazione senza dimenticare la sistemazione delle nostre scuole e università così spesso degradate. La ristrutturazione del trasporto, oggi basato quasi esclusivamente sul privato e su gomma, consentirebbe investimenti in infrastrutture ferroviarie per i pendolari e per le merci con enormi risparmi anche sui combustibili e l’inquinamento, senza gli assurdi sprechi tipo ponte sullo stretto di Messina o la Tav Torino- Lione.  Un punto decisivo per noi di SEL è infine la costruzione degli Stati Uniti d’Europa, che soli possono superare la deriva a senso unico dei paesi a maggioranza di centro-destra oggi egemoni nell’Unione e che tanti danni hanno prodotto nei paesi del sud Europa. Come si vede tantissimi sono i campi in cui sarebbe necessario il contributo di idee e la passione civile di forze e componenti della sinistra per il bene del nostro Paese. A noi non interessa lucrare spiccioli di elettorato sulle disgrazie e sulle divisioni del Partito Democratico e di altri partiti, ma siamo ben coscienti che la vicenda di questo innaturale governo PD - PDL non avrà esiti né prolungati né positivi. E pertanto il dialogo a tutti i livelli specie sui contenuti, potrà servire come base per ricostruire una sinistra di governo in un futuro che, ne siamo certi, sarà abbastanza prossimo.

RICOSTRUIRE UNA SINISTRA DI GOVERNO PER AFFRONTARE LA CRISI DEL SISTEMA dI SteFANO FIOrANI La grave crisi in atto da cinque anni in quasi tutta Europa sembra non aver fine . In Italia il crollo degli indicatori economici si accompagna ormai ad un crescente disagio sociale che sfocia spesso nella disperazione e a tutto questo si somma una crisi politica che le ultime elezioni hanno solo drammaticamente complicato. Dal voto nessuna coalizione o forza politica ha conquistato una solida maggioranza oggi assolutamente necessaria per affrontare la crisi. Il centro sinistra, dato per favorito dai sondaggi, complice l’orrenda legge elettorale voluta nel 2005 dalla destra più la lega, ma anche per limiti propri, ha “bucato” il risultato al senato e con l’ aiuto dell’irresponsabile atteggiamento dei grillini indisponibili a ogni mediazione ha chiuso l’esperienza della coalizione nata con le primarie dei tre milioni di elettori di ottobre. Dulcis in fundo, il PD ha infine “bruciato” la candidatura di Prodi a Capo dello Stato con il voto dei famosi 101 traditori per poi consegnarsi al governo con Berlusconi. E’ evidente a tutti l’estrema fragilità di questa soluzione politica. I primi passi del governo Letta sono irti di spine , figli di programmi elettorali contrastanti e degli interessi personali e giudiziari di Berlusconi che bloccano ad esempio ogni ipotesi di leggi anti corruzione e sul conflitto di interessi. Come possono convivere l’abolizione e restituzione dell’IMU sulla prima casa a tutti (ricchi inclusi, costo 8 miliardi) con la gravissima emergenza lavoro di giovani ,cassaintegrati, esodati figli tutti delle nefaste leggi dell’ex ministra Fornero ? Per non parlare di una nuova legge elettorale che i “berluscones” boicottano per tenersi libera l’arma di ricatto di nuove elezioni in questa fase di difficoltà del PD. Non bisogna poi dimenticare che la Commissione Europea tiene i fucili puntati sui conti italiani vincolati a regole ferree imposte dai disastri del duo Tremonti - Berlusconi nel 2011 e accolte dal governo Monti. E’ credibile che sia possibile, con un governo dove è presente una destra che ha ridotto i diritti dei lavoratori nei contratti di lavoro, impostare una misura come il reddito minimo garantito per giovani inoccupati, per precari disoccupati e famiglie in povertà in attesa di proposte di lavoro ? Come pure ridurre la precarietà nel lavoro divenuta un’occasione di sfruttamento delle persone come nei periodi più bui della prima industrializzazione? E, inoltre, come si può pensare di rinegoziare con l’Europa i vincoli che ci strozzano e bloccano ogni ripresa economica stando al governo con questo impresentabile centro-destra? Non c’è niente da fare se non riprendere al più presto il programma di Italia Bene Comune che conteneva le proposte più realistiche e concrete per rilanciare l’economia e l’occupazione in Italia e in Europa. Nel resto del mondo sono in atto politiche espansive che si avvalgono di forti interventi statali, poiché si è dimostrato che il solo mercato e l’azione sregolata della finanza favoriscono pochi capitalisti causando solo povertà e fallimenti. Per non fare demagogia bisogna innanzitutto reperire le risorse per finanziare programmi di primo intervento e nel medio periodo progetti più ambiziosi ma utili per dare continuità alla ripresa . In primis ridurre le spese militari nazionali: non solo per i famigerati velivoli da guerra F35 , ma tutta la burocrazia e le spese improduttive connesse alla “difesa”. In secondo luogo è necessario riequilibrare la tassazione sui redditi e i patrimoni a beneficio dei ceti medi e con imposizioni certe e adeguate ai detentori di consistenti beni finanziari e immobiliari: sanno tutti che in 30 anni 120 miliardi di euro sono passati dai salari ai profitti e che il 10% delle famiglie possiede il 48% della ricchezza. Non va nemmeno dispersa la dotazione di capitali

per l’uccisione. Nessun uomo, purtroppo, pensa di poter decidere. Que-sto fa molto pensare visto il momento di particolare violenza in cui ci troviamo. Insomma uno spettacolo che mischia intellettuale e popolare e che arriva dritto agli spettatori come un colpo di pistola. Il Teatro della Cooperativa viene fondato nel 2000, con l’intento di presidiare il territorio vivendolo. Sarti all’epoca credeva di ritrovarsi a dover affron-tare il disagio della disgregazione delle periferie ma si deve ricredere, e sostiene ora che il quartiere gli ha regalato molto di quello che lui è di-ventato negli anni. Il regista ha preso la solidarietà e la cultura presenti nella zona e li ha trasformati nei suoi punti di forza. Partito all’inizio af-frontando temi di vita quotidiana con singolare serietà e drammaticità, come in Nome di battaglia Lia, è passato poi spinto dall’esigenza del quartiere stesso ad adottare una poetica più frizzante e meno seriosa con il suo primo spettacolo Nave Fantasma e continuando poi il suo cammino su questa strada.

si trova a muoversi consapevole, inoltre, della difficoltà di contribuire alla riuscita di un fondamentale cambiamento del proprio Paese partendo dalle proprie basi di eccellente imbonitore. Pronto, una volta ottenuto l’esito sperato, a tornare a promuovere filmati e telenovelle. Un film interessante nella sua tematica e girato in maniera chiara ed essenziale al fine della comprensione di tutte le manovre e posizioni politiche, forse non a tutti troppo conosciute. Per questo motivo la pellicola è in un certo qual modo avvincente e per nulla noiosa nella sua presentazione di un clima politico a noi distante e gli stralci aggiunti dei reali filmati di repertorio ne aumentano il valore e la resa. Ben calato nella parte di pubblicitario, curatore di tutta la campagna politica, è Gael Garcia Bernal come anche tutti gli altri attori di contorno, che sono però più conosciuti nella loro patria che da noi.

RICOSTRUIRE UNA SINISTRA DI GOVERNO PER AFFRONTARE LA CRISI DEL SISTEMA dI FederICA pIerGIACOMI o t e l l o s p r i t z

dI UGO rOSSI n o i g i o r n i d e l l ’ a r c o B a l e n o

Un luogo, il Teatro Studio di Milano. Uno spettacolo, “Otello Spritz”. Tre attori Renato Sarti, Bebo Storti e Elena Novoselova in una rilettura parti-colare del testo shakespeariano unicamente incentrato sull’ amore as-sassino. Non siamo più in Inghilterra ma nel Veneto, patria dello spritz. Partendo dalla storia del bardo, Otello Spritz vuole raccontarne un’altra, altrettanto tragica e ormai partecipe della nostra quotidianità, quella delle donne che ogni giorno, una ogni tre giorni in Italia precisa il re-gista, vengono picchiate, torturate, uccise da padri, amanti, fidanzati e compagni.Uno spettacolo che dovrebbe arrivare non solo agli spettatori seduti sulle comode panche dello Studio, ma nelle case di tutti gli italiani, le stesse case che spesso sono i luoghi che vedono queste tragedie. Renato Sarti e Bebo Storti sono maestri nel rappresentare sulla scena questo gioco al massacro senza mai risultare pesanti. Lo spettatore ride, la risata, come sostengono i due attori, viene dalle viscere e in qualche modo quello che ti ha fatto ridere ti rimane dentro, fino a por-tarti a ripensare ai temi trattati anche una volta concluso l’applauso finale. Con questo spettacolo il regista cerca, come nella maggior parte dei suoi spettacoli, di trattare temi vivi, vicini alla nostra quotidianità, seri, forse aiutato in parte in questo dal dirigere un teatro, il Teatro della Cooperativa, nella periferia milanese mantenendo pur sempre la sua poetica basata sul mischiare ad argomenti di un certo peso qualcosa di frizzante e spiritoso. Una cosa però lascia allibiti nella struttura del-lo spettacolo. Gli eventi, sapientemente giostrati dal regista portano le spettatrici, quando viene posta loro la domanda se vogliano uccidere brutalmente i due uomini o ricorrere ad un onesto processo, ad optare

1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso alla televisione per 15 minuti. Nasce il fronte del NO che, pur nella sapendo di avere scarse probabilità di successo, si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblicitario : René Saavedra. Un film che affronta in modo diretto uno dei passaggi cruciali della storia cilena recente. Il assaggio dal materiale di repertorio (dichiarazioni di Pinochet e cerimonie che lo vedono presente così come interventi dei rappresentanti dell’opposizione dell’epoca) alla ricostruzione cinematografica diviene così inavvertibile offrendo a pubblico una situazione quasi di un ritorno al passato. Tutto ciò all’interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che bastasse l’accusa di ‘comunismo’ propinata a chiunque la pensava diversamente, per poter vincere. Non manca però anche di sottolineare come tra i sostenitori del NO non fossero pochi quelli che non avevano compreso quanto fosse indispensabile impostare una campagna di comunicazione che andasse oltre la riproposizione delle pur gravissime colpe del dittatore per approdare a una proposta che parlasse di vita, di gioia, di speranza nel futuro e non di morte. E’ in questo ambito che il personaggio impersonato da Gael Garcia Bernal

i l m e r c at i n o d e l l a B o v i s a

UN LUOGO dI INteGrAzIONe, AGGreGAzIONe SOCIALe e, perChé NO, MOtIvO dI INtrOItO eCONOMICO per ChI Ne pUò Avere BISOGNO. QUeStI SONO ALCUNI deGLI SCOpI deL MerCAtINO OrGANIzzAtO dALL’ASSOCIAzIONe GAIA OGNI dOMeNICA NeLLA pIAzzA ALFIerI, AdIACeNte LA StAzIONe deLLA BOvISA. LA CreAzIONe e GeStIONe dI QUeStO IMpOrtANte eveNtO SettIMANALe, dIveNUtO OrAMAI pUNtO dI rIFerIMeNtO per MOLtI CIttAdINI deLLA zONA e NON, dIveNtA UNO deI MOMeNtI dI pArteCIpAzIONe deGLI ABItANtI deLLA zONA ALLA COMpLeSSItà deLLA vItA NeLLA NOStrA CIttà. LA COeSIONe deLLe perSONA, OLtre AL FAttOre eCONOMICO NON CertO dI pOCA rILevANzA IN MOMeNtI dI CrISI COMe I NOStrI GIOrNI, reNdONO IL MerCAtINO UN IMpOrtANte LUOGO dI INCONtrO dI etNIe, CULtUre, GeNerAzIONI e SItUAzIONI Che SI INtreCCIANO e CONvIvONO dANdO UN SeNSO dI FOrte IMpeGNO SOCIALe AL QUArtIere. QUI CreAtOrI dI pICCOLA OGGettIStICA, hOBBIStI, ArtIStI NON prOFeSSIONALI hANNO LA pOSSIBILItà dI eSpOrre, FAr CONOSCere e veNdere I prOprI OGGettI OFFreNdO AI CIttAdINI dI MILANO L’OCCASIONe dI SOCIALIzzAre e pASSAre UNA GIOrNAtA dIverSA.

L’AppUNtAMeNtO per tUttI è OGNI dOMeNICA e ChISSà Che NON CI SCAppI L’AFFAre deL SeCOLO!

VICEVERSA Milano Prodotto dal circolo SEL 30Maggio Zona9 Milano, a cura di Ugo RossiPer informazioni: [email protected]