VICENDE FONETICHE
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VICENDE FONETICHE
D E L L ' A L F A B E T O E T R U S C O * .
MEMORIA.
presentata il 7 novembre 1907
dal M. E. prof. ELIA LATTES
SOMMARIO. 1. Alfabeti etruschi. — 2. Alfabeti greco-etruschi e sillabai·,] etruschi. R iassunto . — 3 . Parole
con qu. — 4. Parole con ka, ce, ci. — 5. Altre parole con ka iniziale med iano ο finale. — 6. Parole
con ke contro la regola. - 7. Parole id. con ki ku kv kB kl kn kp kr ks -k k... — 8. R iassunto . —
9. Parole con vh pei' /'. — 10-13. Parole col l 'elemento o. — 13. Parole coll 'elemento b. — 14. Parole
con (j e <1. — 15-10. Gli elementi s' e s. — 17. Inf lusso del l 'al l i t terazione e dell 'alfabeto lat ino sulla
rappresentazione grafica dei suoni etruschi : scambio degli elementi m s', ρ r, ν f φ.
1. L'alfabeto etrusco, quale apparve agli Etruschi stessi in tempi diversi, ci mo-
strano autenticamente dopo le novissime scoperte 1 :
I) Una tazza di bucchero del museo comunale di Grosseto, registrata dal Ga-
murrini sotto Rosolie, coll'annotazione che la sua « provenienza sembra chiusina »,
presso il cui piede si legge
Gain. 57 ace^zhQik lm nps q r s t u ^ x f
nella normale direzione da destra, salvo la ν che per simmetria colla precedente e pro-
cede, come tant'altre volte, da sinistra. YTa questo di certo fra' più antichi documenti
dell'alfabeto etrusco, perchè quantunque la θ non porti la croce, come nelle più antiche
epigrafi etnische, ma sì il punto come in altre bene antiche anch'esse, vi concorrono
* Serve d ' in troduz ione al mio 'Sagg io di un
indice fonetico delle iscrizioni e tn ische ' . 1 Salvo il Deecke, Gott. Gel. Anz . 1880 p. 1411,
nessuno ancora, per quel ch' io so vedere, tenne conto
(cf. p. es. Kirchhoff Stud. z. Gesch. des Griech. Al-
phab. p. 139 [4a-5a ed.] e Pau l i Ven. 146-149 a propo-
sito della q) deH' i inportant issimo alfabeto di Roselle
(num. 1); il Mommsen Unt . Dial . 1-40 ecc. non co-
nobbe ancora, oltre a quel lo, nò i quat tro chiusin i
(num. 2), uè il terzo no lano (num. 4), di cui pr imo
diede notizia il Deecke in Mii l l . Etr. n 528, uè l'alfa-
beto di Fonne l lo (n. 7) da lu i pel pr imo poi d ivu lgato
(v. n. 4), nè il s i l labario d 'Orbetel lo (n. 8), nè l'al-
fabeto di Narce (num. 3); i due u l t im i e così il terzo
no lano e l 'a l fabeto di Fonne l l o non conobbero an-
cora nè il Fabretti Oss. paleogr. 145-152, nè il Corssen
die Spr. der Etr. ι 3-13; e solo dopo il Deecke si
trovarono i n u m . 7.8.9 e dopo il Paul i i n um . 8 e 9.
Meni. li. Ist. Lonib. Voi. XX I , X I I della serie I I I , GÌ. se. mor. e stor.
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insieme oltre che c e A", anche (/; e s'aggiunge che il bucchero cessa in Etruria colla
line del iv secolo a. E. (Gaimtrrini).
2) Due pietre ο are funerarie chiusine iscritte
C1E. 1373 (con F1 103 sg . ) . . . t φ α e ν ζ li θ i k l ni η ρ r . . .
1373 (con F' 166) a e ν ζ li θ i kl ni n p q r t | a e ν ζ ti 6 i kl ni η ρ s'r s t <p u X f
in direzione da sinistra contro l'uso normale etrusco, ma conforme a quello di pa-
recchi fra' i più antichi testi Λ principio della prima iscrizione si legge oggi sol-
tanto . . . / ' , seguito da altro incerto elemento, che tntt'i precedenti editori concordi
(Corssen Deecke Fabretti Gamurrini) repidarono </: sicché ravvisata nell ' i apparente,
come ben lice per analogia d'iiiliniti eseni|)li, la traccia residua di una t originaria, sli-
marono aversi in . . . t φ la line di un alfabeto e ne inferirono essere questo stato
ripetuto anche in quell'ara al modo che nell'altra e, aggiungiamo noi ora, nel
vaso di Formello e altrove; per contro il Manli emenda in r Γ / e legge e l'incerto
segno seguente, senza dire che si voglia codesto ...re da lui, non so perchè, trascritto
semplicemente colla lettera . . .e a parer suo « per errorem retrorsum conversa ». Inclino
io per contro a stare col Palili quanto alla r (non però r) ch'egli legge in tine della
prima pietra e del secondo alfabeto, laddove Fabretti e Gamurrini immaginarono trat-
tarsi di una /' e Corssen e Deecke di una il vero si è che, come il Corssen avvertiva,
e ini risulta pienamente confermato dai disegni (settembre 1.8%) del dott. I>. Xogara.
niente più avanza in quel posto fuorché un'asticina verticale che potè appartenere ad
una /· ο ad una ,s·'. ma non mai certo ad una /', come di certo non fu .s·' (Fa. Ga.),
ma ρ (Co. De. Pa.), il precedente elemento; ora dovendo scegliere fra .s·' e r, e il terzo
alfabeto chiusino mostrandoci ivi questo appunto, ed essendo infatti la .s·' caduta a
poco a poco in dessuetudine, panni ragionevole preferire la r; non adduce però il Pa.
ragione alcuna della sua preferenza, sicché essa r parrebbe evidente e sicura, il che
non credo. Errore più singolare e spiacevole commise il Parili «pianto al terzo alfabeto,
cioè al primo della seconda pietra, dove, contro ogni aspettazione e contro Inlt'i pre-
decessori. vediamo nel suo disegno (Danielsson) e nella sua trascrizione comparire in
luogo della μ niente meno che mia o, bensì semievanida nel primo e non ben certa
nella seconda; ora anche i disegni testé ricordati del Nogara mostrano ivi ben chia-
ramente />; e ciò mi venne poi da Ini espressamente confermato in seguito ad apposita
autopsia per questo preciso intento a mia istanza accuratamente effettuata nell'agosto 1X98:
trattasi adunque, direi, ο di una svista, ο di falsa interpretazione della « descriptio »
al Pauli trasmessa dal Danielsson. — io sto di rimpatto nuovamente col Palili, nel-
Γ interpretare </, secondo che la paleografia etnisca e greca permettono, l'apparente ψ
fra /) e r, contro Corssen Fabretti Gamurrini, che la reputarono veramente y. fuori
d'ogni ordine e modo. — Ben più difficile riesce decidere (pianto ai quattro ultimi
elementi del (piarlo alfabeto chiusino: mentre cioè Ga.. Fa. Co. De. leggono in tine di
esso s' r t (pu X /'. il Pa. trascrive *Ί·*Ιφχψ, e il disegno suo (Da.) e quello del Xogara
danno s'rstiyuip: io preferisco leggere s ' rs tnr /Xf parte secondo i primi, parte secondo
2 Tali le iscrizioni dei vasi di Rnrbarano Ro-mano (§ 3.-'5, 4.1, 13.1), di Narce (§ 3.N), di Pomicilo (§ ^.7), «lei vaso («alassi .<>), del vasellino fal-
lico tarquiniose Fai). 9333,e1', della fibula di Chiusi Pai). SOI», del leoncino del Museo britannico Fai), iió'il : e lale quella di Mazzano Romano (n. 6^).
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il Palili, parte meglio attenendomi al disegno da tutti negletto riguardo agli elementi
ιφ. perchè mentre non mi nascondo la difficoltà sì di emendare l ' i in η e Y n in X
e sì di ammettere in un alfabeto etrusco la /' fa lisca, tuttavia pur questo sembrami
preferibile allo ammettervi la φ ed a porre Γ u dopo φ; già in fine al primo alfabeto forse
l'apparente . . . (φ è ηφ. Checché ne sia, guadagno positivo delle revisioni più. recenti,
del Danielsson cioè e del Nogara, si è la s ricuperata nel maggiore e meno incompleto
degli alfabeti chiusini, dove nessuno prima d'ora aveala avvertita. Alla costante
direzione da sinistra dei «piatirò alfabeti, fa soltanto eccezione la I del terzo (cfr. b
nell'alfabeto di Caere, ι· nel sillabario e </ e ,s· negli alfabeti di Formello); loro ca-
ratteristica, tolta ora di mezzo la presenza dell'ο e la mancanza della s , si è la sur-
rogazione perpetua della k alla e, caratteristica arcaica colla quale ben va la presenza
della <f nel terzo di essi alfabeti, laddove nell'alfabeto di lloselle concorrono ancora
insieme c k e e/, e per converso nel primo nolano manca la k, il cui luogo viene oc-
cupato dalla ripetizione della c. Dei quattro alfabeti chiusini solo forse l'ultimo è re-
lativamente (non c, uè e/) completo, benché guasto in line da figure inesatte e confuse
(nXf) e da trasposizioni almeno apparenti (φιι, cf. Colle aieti. Caere auei); gli altri son
di proposito imperfetti, come il greco-etrusco di Xarce, giacché malgrado lo spazio
abbondante, il primo finisce con /</ ο ιιφ, omessi yj' e forse u, il terzo con rt, omessi
ò· e η φ χ /' (cf. s'qrt omessi nel secondo alfabeto nolano), e appena del secondo lice
attribuire a rottura della pietra, se niente più oggi mai si vede dopo la s'.
3) Una ciotola trovata a Colonna presso Bomarzo, nella parte inferiore della
(piale, ma non sul piede, sta scritto
\\ 243(5 a c e ν ζ h θ i l m 11 ρ s'r t u y χ f (cf. Barnabei Not. d. Se. 1897.509)
in direzione da destra regolarmente. Dopo il disegno del Brunii (Probi, dergriech. \ asen-
malerei nelle Abhandl. der phil. pliilol. ivi. d. Mundi. Akad. 1871 p. 102 n.) e sopratutto
dopo quella del Barnabei, sta ormai ben saldo, in parte contro i predecessori (Secchi
Orioli Conestabile), che Va di Bomarzo presenta figura del tutto osca: fatto che in-
sieme colla mancanza della k, così a Bomarzo, come quasi del tutto a Nola, sembra con-
fermare con 1111 argomento paleografico e con uno fonetico di peso la conclusione cui,
mediante il confronto tecnico di parecchi fra' fittili etruschi ornati d'alfabeto, giunse
il Barnabei; vale a dire la parentela del vaso di Bomarzo coi nolani, questi un pro-
dotto locale, e quello proveniente di fabbrica campano-etnisca. Secondo il Barnabei
sarebbero inoltre tutti tre allo in circa contemporanei e starebbero fra il 111 e il 11
secolo a. E., secondochè già su per giù del resto avea sentenziato il Gamurrini Ann.
inst. Ardi. 1871. 161 sgg., assegnando l'alfabeto di Bomarzo all 'ultimo periodo della
civiltà etnisca prima della preponderanza latina.
4) Tre vasi nolani iscritti
F. 27()() ac e ν ζ li θ i c i ni 11 ρ s'q r s tu φ χ f (cf. Weege Va seni. Ca 111 pan. inss. ital. p. 3 η uni. 1 )
27f>7 a c e ν ζ θ i 1 ni 11 ρ ζ s 11 ν χ f (cf. Weege ih.
Deecke in Milli. Etr. π 528 e col. x tav. a c e v z h O i k l m n (cf. Weege ih. 3)
da destra a sinistra nel solito modo etrusco. Il Barnabei (sup. iium. 3) pone i due
primi fra il in e il ir secolo a. E.; ciò dovrà, se mai, però intendersi, a parer mio,
della scrittura materiale, giacché l'età del primo alfabeto nolano ci porta in realtà ad
epoca ben più antica e quella del secondo ad età alquanto più tarda; dovrà cioè, se
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mai, conghietturarsi che il primo sia copia recente di un archetipo più antico e il se-
condo di uno alquanto più tardo che non l'alfabeto di Bomarzo 3. Invero dall'ini canto
il primo dei nolani mostra ancora la 0 crociata di Caere Formello (vi-v secolo) e Narce
la più antica e più rara forma della 0·', secondo tantosto meglio dichiarasi, e la q di
Formello e Roselle: una q a ino' di 0 romboidale, quasi priva del peduncolo (cf. Gorss.
ι 12 tav. 1.9), in cui certo il Momnisen (Unt. Dial. 6-7) più non ravviserebbe oggi una
inesplicabile ripetizione anticipata e sbagliata della r seguente, dopo che il vaso chigiano
ci diede appunto la q a ino' di r, ina che ancor meno a mio avviso può tenersi per ο
coi Deecke (Gòtt. Gel. Anz. 1886.59) e col .Pauli (Ven. 1 149 Lenin. 1 39), perchè collocata
dopo la ρ fra s' e r, circostanza di grande e decisiva importanza, direi, in alfabeti dove
la serie degli elementi vedesi così rispettata, da esservi senza più ripetuti nei luoghi
che altrimenti sarebbero rimasti disoccupati. D'altro canto, appunto per effetto di sif-
fatta singolare ripetizione, vediamo bensì conservata ancora dal primo alfabeto di Nola
la memoria dell'originaria concorrenza eziandio della k, oltreché colla q, colla c; ma
è memoria attestata ben chiaramente da ciò solo che il luogo della k, essendo questa
ornai venuto in dessuetudine, v'è occupato, 11011 come a Bomarzo e nel secondo alfa-
beto nolano dall'elemento seguente nella serie alfabetica, ma sì da una seconda c,
sicché è insieme indizio di antichità (come la 5 e le figure della θ e della s') e di
modernità. Per contro il secondo alfabeto nolano manca di qualsiasi rappresentazione
della k e della q; mostra la 0 ridotta a mera 0, perchè priva 11011 solo della croce, ma
sì ancora del punto mediano, come nelle iscrizioni etnische più recenti; e ben lunge
da ricordare l'antica figura della s' conservata nel primo alfabeto nolano, appena in-
dica il luogo di codesto elemento, con ripetere in quello la z, come nel luogo della φ
ripete la v. Queste due surrogazioni, di cui Γ una giustificata dalla fonetica etnisca
(§ 15.16) e l'altra spiegabile col suo aiuto e colla confusione delia F etnisca per ν
colla F latina per f (§ 17), riescono tanto più notevoli in quanto il secondo alfabeto
nolano apparisce difettoso e abbreviato, a 1110' del terzo nolano e degli etruschi di
Chiusi e del greco-etrusco di Narce, per volontaria omissione di alcuni elementi {liri).—
Notevolissima, secondo si accennava testé, riesce nel primo nolano la figura bitrian-
golare IX] della s colle due asticine mediane prolungate obliquamente sino ad inter-
secarsi ed incontrare i capi estremi delle due laterali: figura, incontrata anche nella
grande iscrizione di S. Maria di Capua e in più altre campano-etnische, ma solo di rado
nelle etnische (cf. Pauli Yen. 156 sg.), e più antica della 0·' normale a mò di M; essa conferma
quindi la relativa antichità di codesto alfabeto, conforme al carattere generale dei do-
cumenti Ietterai*,] campano-etruschi, che vanno fra' più antichi dell'etnisca lingua, sì
perchè ancora vi s'incontra vìi per f (cf. camp. etr. V h e l m u s con etr. F e l m u s ) , sì
perchè ora cominciano, ora finiscono, colla particola mi, sì perchè attestano la domina-
zione od almeno l'influenza, ne' tempi storici quasi dimenticata, degli Etruschi in Cam-
pania. — Nei secondo alfabeto nolano una terza £ sta nel luogo dell' i e pure una
seconda l in quella dell' u: ma ciò si deve soltanto, secondo probabilità, a negligenza
dell'artefice, come più volte nelle etnische epigrafi, secondo bene intende chi rifletta ba-
stare che una delle asticine dell' η sia più corta per fare ch'essa confondasi colla I.
* Cfr. l 'osservazione del Bttcheier R h . Mus .
LV p. 2 quan to al la grande iscrizione Capuana :
« d i e Schriftzi ige machen insgesammt den E indruck
j i ingerer Zeit, keines so hohen Alters als sich doch
woh l aus dem A lphabe t u n d dem Fundor t erg ib t» ,
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mentre può bastare un lieve trascorrimento del ferro incisore ο l'arbitrio ο l'errore di
una tenue aggiunta ornamentale superiore e inferiore per dar sembianza di ζ alla
scempia verticale dell'/; vuole del resto il caso che s'abbia il fenomeno inverso dell'i
per ζ nell'alfabeto di Colle, cui ora veniamo, per isvanimento verosimilmente delle due
asticine mediane della — Quanto al terzo alfabeto nolano, la presenza in esso della k
concorrente colla c lo rende affatto singolare, e mi lascerebbe esitante circa la sua
provenienza da Nola, se notizia precisa di essa non avesse, come pare, avuto il Deecke
medesimo al museo di-Berlino, dove sta il cimelio.
2. Si danno poi oggidì due siilabarj etruschi associati con alfabeti greco-etruschi,
e uno da solo, e un alfabeto greco-etrusco parimente da solo. E sono:
5) CIE 17Gb a b c d e ν ζ li θ i k l m n i " » . . . | m a m i m e 111 u , il a η θ a . . .
iscrizione dipinta sopra una parete della grotta sepolcrale di Colle (Siena), scoperta nel
1030, poi rovinata e perduta. Come in tutte le simili epigrafi, nelle quali, benché trovate
in Etruriaj si contengono gli elementi b d χ estranei alle etnische e proprj delle greche,
laddove manca l'elemento f ignoto a queste e proprio di quelle, la figura degli altri
elementi non differisce dalla normale etnisca, ma la direzione delia scrittura procede
contro l'uso normale etrusco da sinistra. Il sillabario apparisce capovolto rispetto all'alfa-
beto cui sottostà e contrapposto ad esso, al modo che in parecchie iscrizioni etnische di
più linee (p. e. CIE. 198.922.281 l a ecc.) la linea complementare tinaie rispetto alla (ire-
cedente, cui sta sopra ο sotto; panni quindi che a torto il Pauli premetta nella tra-
scrizione il sillabario (cf. F. 2403 qui appresso). A torto altresì, per me, legge egli
in quest'alfabeto viltfìi: invero, dato il posto occupato dalla prima apparente /. non può
dubitarsi essere essa in realtà il residuo della ζ evanida, come ben vide già il Fabretti
(Oss. pai. 148); inversamente nel secondo alfabeto nolano (§ 1, 4) troviamo £ appa-
rente per i. Più difficile torna decidere circa la lezione degli elementi che nel sillabario
seguono a mu e sono trascritti dal Pauli ita u Oa . . . ; perocché se l 'ultimo elemento
decifrato nell'alfabeto per o, come anche il Pa. ammette, non sembra potersi dubitare
sia o, anziché con lui 0, eziandio l'identico penultimo elemento decifrato del sillabario,
elemento d'altronde diverso dalla 0 regolarmente interposta fra li e k, perchè privo
del punto mediano: per converso mancando all'unica serie superstite del sillabario di
Colle la sillaba ino, come tantosto vediamo mancare la sillaba corrispondente in tutte
le serie del vaso di Caere (F. 2403), se ne dedusse a ragione (cf. Corss. ι 5) esser
quello, non greco, ma etrusco e però aver mancato dell' o, e dovervisi quindi leg-
gere in line col Pauli, non già noci. . . . ma uba... Certo la serie na u . . . con-
traddice alla paleografia del cimelio (o col punto per θ e ο senza punto per o) e riesce
affatto enimmatica: che se al primo guaio si rimedia conghietturaudo essere stato
evanido già alla scoperta della grotta il punto mediano della seconda ο apparente,
sicché il Bellori, unico teste nostro, non potè avvertirlo, l'emmiiia resta sempre. No-
tevoli nell'alfabeto di Colle tornano da ultimo le ligure della c e della ν rispettivamente
confuse colle normali etnische della r e della c; alcun che di simile avvertiamo tantosto
nel sillabario di Caere, e del rimanente c rotonda apparente per ν s'ha p. e. in etr.
CIE. 908 Banxci per 0anxv i , 2137 cel colsi*' per Yel Velsis ' ecc., come inversamente
p. e. 3945a vervn per 39451' Vercn .
6) F. 2403 a 6 c d e vz li θ i k l [m] η ξο ρ s'r s t ιιχφ χ || c i ca c u ce v i va v u ve |
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zi za ζ ; ti ζ e hi ha lu i he [ Oi Oa Ο ιι 0 e mi m |a ni u m e ni η a η η ! ne p i ρ a
ρ li ρ e ri ra n i re si sa su se | ti ta t u [t]e φ'ι φ ά, φιι ψ e χι χ a χ η Χ e, sul
vaso ({alassi di Caere; alfabeto e sillabario graffiti a vaso capovolto, sicché li leggesse
giustamente chi lo avvicinava alla bocca, come p. e. l'iscrizione della tazza vaticana
di Caere appunto (F. 4404) e quella campano-etnisca del vasetto Bourguignon (Iscr.
paleol. 71 n. 37 cf. Weege Vasc. Camp. 34 p. Hi.); quindi in realtà, contro l'apparenza
e conforme a ragione, dovette precedere qui come a (lolle ù2, 5), a mente dell'ar-
tetice, l'alfabeto da lui posto alla base, ossia all'orlo, e seguire il sillabario, onde adornò
la pancia. IJÌ ι lettura del primo non presenta ormai difficoltà, e solo vuoisi notare la b
da destra, contro il modo di tutto il resto; ma bene presenta ancora qualche difficoltà
il sillabario, specie (pianto alle prime due serie: la trascrizione qui offerta, si fonda
sopra tutto sulle osservazioni del Mommsen Uni. Dial. 14-41, del Corssen ι ·"> e del
Pauli Yenet. 148 sg. Manca all'alfabeto e al sillabario di Caere la q conservata, come
si vede tantosto (nuin. 7.), dall'alfabeto greco-etrusco di Formello e da uno fra gli
etruschi di Chiusi (§ I, 4.), come pure dall'etrusco di lloselle (§ 1, 1.) e verisiniihnente
dal primo degli etrusco-campani (§ 1, 4). Di l'impatto, solo fra'cimelj alfabetici greco-
etruschi, il vaso di Caere conservò l'antichissima it quadrilinea, cui risponde la ni di
sei linee illeggibile nell'alfabeto per un guasto, ma chiarissima nel sillabario, dove
concorre colla predetta >/·, che si trova essere identica di figura colla ni latina e colla -s·'
normale etnisca; questa al JLepsius, che male (cf. Palili Yen. 14i>) si sforzò di ravvi-
sarvi la ([, parve identica alla ti etnisca arcaica, laddove al Corssen sembrò una vera
Ò·' etnisca colla lineetta verticale sinistra accorciata. Anche al sillabario di Caere man-
cando l'o, come a quello di Colle (§ 4), se ne dedusse (Lepsius) che rappresentasse la
proiiuncia degli struscili per contrapposto all'alfabeto, che risponderebbe alla pronuncia
greca. Inesplicato rimane in quello il disordine (se disordine può dirsi veramente,
specie dacché lo ritroviamo fra poco tal quale sopra una ciotola arcaica di Cosa) delle
vocali (i a u e). 11011 bene ordinate d'altronde nemmeno in quel di Colle (a i e u); e
forse rannodasi al disordine apparente (Palili 1. e.) pur delle consonanti nel sillabario
di Caere, ossia allo sforzo dell'artefice perchè risultassero ordinate a chi alzava il vaso
in questo ο quel modo: niente vieta, ciò ammesso, di credere che il pittore di Colie
avesse aneh'egli per modello la scritta di un vaso. Notevole assai riesce nel sillabario
di Caere la omissione della serie /, e forse rannodasi alle singolarità fonetiche del
suono rappresentato da esso elemento in etrusco: vale a dire il suo dileguo, almeno
apparente, in certe condizioni (p. e. a per -al), il suo illiquida mento in cert'altre (ci
pi fi i da ci pi fi il) e l'alternazione di l con li nel gentilizio LeOar i II e 0 a r i ο
L e t a r i H e t a r i , alternazione che richiama l'avversione degli Umbri per I iniziale.
Infine anche nel sillabario di Caere, come sopra si disse dell'alfabeto di Colle, c e r
tanto somigliano che quasi confondonsi; onde anche del loro preciso valore si disputò. -
L'alfabeto e il sillabario di Caere vanno per comune sentenza fra' più antichi docu-
menti di tal genere a noi pervenuti: posteriore in sè e per sè a quel di Formello che
spetta circa al vi secolo, perchè mancante della </, ha comune con esso la 0 colla croce:
l'antichità sua venne confermata pochi anni or fanno dal Barnabei (v. a F. 443(5) col-
l'esaine tecnico del fittile così iscritto, ch'egli giudicò «d i età antica indiscutibile».
7) Bull. Inst. Ardi. 1884 p. 88-89 (tav.) a b c d e ν zh θ i k l in η 'ξο ρ s'q r s t u x φ χ,
s a u r u | u l'in' | a s z u a ζ | u a r a r z u a s u a u z a , a b ed e ν z h θ i k l m η £o ρ sV/r ò· t ux φ χ,
a u s a ζ s η a ζ u s a u a a ζ ιι <s· a j m i a t i a η a i a a χ a ρ r i a I i c e ν e il e 1 i s i ν e 10 u r ζ i η a c e
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a z a r u a z a r u a z a r u a s i s c r i z i o n e del vaso Chigi ο di Formello. presso l'antica Veii,
insieme col quale, oltreché altre stoviglie di bucchero nero, si trovò un vaso corinzio
dipinto della line del vi ο del principio del ν secolo a. E. (Robert); spetterebbe quindi
il doppio alfabeto di Formello «al secolo intermedio fra l'espulsione dei Tarquiiij e
la caduta di Veii», e però alla stessa età si potrebbero con verisimiglianza attribuire
«anche il vasetto Calassi (sup. nuiii. 6) e tutti quei monumenti etruschi che mostrano
l'alfabeto arcaico e particolarmente la ΰ colla croce» (Mommsen): caratteristica questa
altresì dell'alfabeto di Narce (num. 9) e del primo e terzo nolano (num. 4), laddove
nell'alfabeto greco-etrusco di Colle (num. ·">), negli etruschi di Chiusi (num. 2), Bomarzo
(num. 3), lloselle (num. I) e nel secondo nolano (num. 4) incontriamo la solita 0 e-
trusca ο col punto mediano od anche senza punto, la quale ultima nel vaso di For-
mello, come in quello di Caere, rappresenta la ο. — 1 due alfabeti di Formello «sono
scritti evidentemente dalla stessa mano», laddove paiono al Mommsen scritte «da
mano diversa ο piuttosto da mani diverse» le due sovrapposte epigrafi. Alla χ del
primo alfabeto succede un gruppo di elementi che scomporrei sa u n i as , sì perchè
propriamente sopra u n i sta in apposita linea di per sè u n i r da solo (cf. c l a n plur.
c l e n a r ecc.), sì perchè da solo occorre uni in altre leggende vascolari (F. 2032 bis
2408. 2.~)97, Xot. d. se, 1887. 494, cf. C. I. E. 3436 u r e Giunte 157 con 270 a 4560 e
Cam. 72 η re); subito appresso separerei z u a , perchè se congiungesi la linea del primo
alfabeto con ([nella del secondo, otteniamo z u a z u a r a r z u a s u a , ossia tre volte z u a
ripetuto e una quarta con s per £ (cf. z a l s a i , z a n e s ' s a n e , z e r i s e r i ecc.); così
leggendo poi, le combinazioni sz ο zs, che tanto sorpresero il Mommsen, si evitano sal-
vochè nel liliale uzs, che trova riscontro nel penezs ' del cippo di Perugia (4538 A l(i).
Che cosa signi fichi no codesti vocaboli, nessuno per ora può dire: però, quantunque le
48 lettere adoperatevi, si riducano in realtà alle cinque a z r s n variamente combinate
(Mommsen), forse contro la comune sentenza che vi si contengono soltanto «forinole
senza propria significazione » sia il fatto che uguale sentenza si profferì eziandio (pianto
all'inciso liliale z a r u a z a r u a ZÌI m a s primachè la Mummia ci desse z a r v a z a r Ν E
z a r v n e O , inciso onde fa parte anche IV/ premessovi, da" primi editori congiunto con
z i nace , perchè l'indipendente esistenza di questo, già consigliala dal confronto con G. 740
ζ i il ce e coll'altre voci etnische in ace ( p. e. z i l a c e m a k r a k e p u l tace) , sta ora ben
salda per la doppia conferma venuta da Narce (Mon. Aut. Line, iv 312, 321 sg. fig. I(>7
L e n i n e s n a s l i a u a z u ζ i η a c e, 332. 330. 34.1 sg. lig. MHj m la χ ut a ζίχιιχβ m l a / t a
a n a z i n a ce ) . A z i n a c e precede la coppia allitterante V e n e l i s i V e l G u r , questo
noto prenome, <jnello derivato in -si del prenome Ve ne l altrettanto noto; del pari
allittererebbero le voci a t i a n a i a a / a p r i a l i c e , se così si scomponga quanto pre-
cede alla coppia anzidetta, subito dopo ni i regolarmente iniziale '. — Nel primo alfabeto
4 V. Mommsen Muli, cit. p. <)!.% e cf. Mirai
Mélanges d'archéol. 1882 p. 403-206, Leu orman t il·.
302-308, Gamurr in i il). 357-361. 5 Forse a t i a n a i a per confronto con a t i a
a t i i a e n a i a li; cfr. a l i c e con a l c e a l i q u a l q n
(§ e a χ a ρ r i con a / a ^ u n a a / a v i su r e pr i-s ' ;
il Mugge Meitr. ι 242'interpreta ' dies schenkte Atia-
naia znr Opfergabe (?) dem Vendi , Velthnr war
zinn* (cioè sila z i l a0 ) ; il Torp Etr. Meitr. ι 40 'dies
Ili il Ieri iess Atianaia Chapri dem Vene l ' ; io manderei
V e n e l i s i V e l 6 u r , col prenome posposto secondo
l 'uso del l 'Etruria meridionale, con CIE. 3884 F a s t i
V e t e s i , 4812 La ιθ i V i p i e s i , 1625 Semo Ni-
nitsi, F.3 70 C a ( e ) A l u s i . Cf. Y e l 6 u r z i n a c e ,
i nsieme a m l a n u t a / i χ ιι χ e, con V i i tu r is' ζ i χ ιι n
in line della grande Capuana, insieme a S ' u r i s e is
* Su ri s deus ' di Sfagliano e della nota lapide.
310 ELIA LATTES, | I4|
di Formello s'ha dvez per (lev*·, nel secondo la q apparisce r per influenza simmetrica
della precedente somigliantissima /> (Monmisen), come spesso nelle etnische epigrafi
e rispetto a ν nella combinazione ve; in tutta la linea del secondo alfabeto la s è sempre
in direzione da destra, laddove in tutta la linea del primo è da sinistra, come il resto,
con figura bicircolare, come nella penultima linea, in luogo della comune figura ser-
peggiante che si avverte nella linea ultima; l'asticina mediana dell'α inclina in ambo
gli alfabeti ora a sinistra ora a destra, laddove nelle due ultime linee procede oriz-
zontalmente; infine da sinistra, come gli alfabeti, procedono anche le due epigrafi ar-
caiche finali, conforme all'uso di parecchie fra le più antiche etnische, specie colla 0
crociata. — Notevolissima torna poi la ripetizione dell'alfabeto, sì perchè lo stesso fe-
nomeno in doppia misura offre il quadruplo alfabeto di Chiusi (num. 2), sì perchè
ripetuto è altresì l'alfabeto di un vaso beotico (Mittheil. Athen. 1892. 122), e due volte
ripetuto, come l'etrusco testé detto di Chiusi, è il latino in un colombario romano
(C. I. E. vi 6832).
8) Not. d. Se. 1885. 242 10 vi va v a ve «lettere iscritte colla stecca d'una mano
mal sicura, quando la terra era ancor molle» sulla «parte esterna» di una ciotola di
tipo arcaico col labbro leggermente rientrante», trovata a Orbetello (necropoli succo-
sana), segnalata dal Milani «fra gli oggetti pregevolissimi», e classificata fra'buccheri
neri del sec. vi-v a. E. Trattasi evidentemente d 'un frammento di sillabario, limitato
alla seconda delle consonanti ed alla seconda fra le serie del sillabario di Caere, colle
vocali nell'ordine proprio appunto di questo (iatre), per analogia del quale può cre-
dersi presupponga la compagnia d 'un alfabeto greco-etrusco iscritto su altro vaso:
certo è che, fuori di questo, nessun sillabario etrusco finora occorse, salvochè insieme
con alfabeti greco-etruschi.
9) Mon. Aut. Line, iv fig. l()5a col. 322 a b e d e νζΐιθί k || a r a , iscrizione di
una tazza trovata a Narce falisca insieme con parecchie altre etnische antichissime;
notevole in quest'alfabeto riesce il quadrato colla croce per h (cf. C. 1. E. 52( H e r a e e
e 1589 H a t r u n i a ) , anziché come a Colle Caere Formello per 'ξ, accanto alla θ pa-
rimente crociata (cf. 52b Giù © u p i t a i insieme con 52'' H e r a e e predetto), come a
Colle e Caere e Formello, e come nel primo alfabeto nolano, in luogo del punto
come a Chiusi. Circa la voce a r a , letta da sola in altri vasi, il Gamurrini vi ravvisò
il prenome Ara(nQia) : io per verità la manderei piuttosto col i 'are finale anch'esso
dell'iscrizione F. 2279 parimenti vascolare, e col i 'ara ο a r (a ) della Mummia (nove volte)
e d'altri testi.
Constò pei'tanto l'alfabeto etrusco, secondo siffatti cimelj, di 22 elementi:
a c e ν ζ li θ i k l m η ρ s'q r s t ηφχ ϊ ( Roselle)
ridotti poi per abbandono di due, k e q, a 20 soli:
a c e ν ζ h θ i 1 m η ρ s' r s t u φ χ f (Bomarzo)
Le fasi intermedie che precedettero alla riduzione, risultano da ciò che dei tre
alfabeti chiusini e de'tre nolani uno solo mostra ancora la q. ed uno dei nolani con-
serva ceke un altro soltanto il luogo già occupato dalla k con ripetere semplicemente
in esso la c, laddove ne'chiusini sì questa, e sì quello, mancano interamente e vi s'in-
contra sempre la sola k nel proprio suo luogo. Insegnano per vero alcune fra le e-
trusche epigrafi a noi pervenute che la q si usò anticamente anch'essa (§ 3) e che la k
lottò a lungo colla c, la quale vinse (§ 4 IO).
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 311
3. Si riconobbe cioè anzitutto negli ultimi anni dopo molti erramenti6 la q nelle
seguenti voci:
1) q il t u il Mon Aut. Line. ìv 321 sg. fig. 167, dopo m i , nell'epigrafe circolare
di un boccaletto trovato, come si crede e pare, a Narce «insieme a'primit ivi vasi co-
rinzi del secolo settimo» a. E. (Gamurrini); cf. c t u n 7 χώΰων; 2) a l i q u Mon. Aut. Line, jv 33(5 sg. fig. 166a nell'arcaica epigrafe cominciante
con mi (cf. 1.5), scritta a spirale da sinistra colia θ crociata, sopra un vasetto rinvenuto,
come si crede, a Narce in una tomba, a camera, che il Barnabei e il Gamurrini asse-
gnano al secolo VII Ο VI a. E. (Riv. Filol. xxiv 10. 20); cf. a l q u a l i c e a l c e a le ;
3) a l q u Not. d. Se, 1898. 408 (Rend. Ist. Lomb. 1899 p. 695-699) nell'arcaica
epigrafe di Barbara no Romano colla β crociata, unica finora fra le etnische, secondo
pare, coll'elemento b, scritta a spirale da sinistra, sopra un orcio di bucchero di tale
impasto e con tali ornati che «ci riportano almeno al settimo secolo » a. E. secondo
il Gamurrini, il quale però a quel medesimo secolo assegnò (Mèi. d'arebéol. 1882 pa-
gine 357-361) anche il vaso di Formello, che Mommsen e Robert pongono fra il vi e
il ν (§ 2. 7); cf. a l i q u a l i c e a l c e a l e e forse nordetr. alko;
4) C e n q u n a s Not. d. Se. 1886 p. 289 in uno degli arcaici epitaffi d'Orvieto,
che offrono più esempli di vii per /' (cf. 6) e di ha con ce ci; cf. CIE. 1273 C e n e u n i a ;
5) T e q u n a s Not. d. Se. 1880 p. 444 e 1886 p. 37 in tre de'predetti (v. 4) epitaffj
orvietani e Teq[u J . . . in un quarto (ih. p. 36), cominciante con mi (cf. 1.2.6. 78) al
pari del primo; cf. tv 117 T e c u m n a l 8 ;
6) e q u F. 2404, voce finale dell'arcaica epigrafe scritta da destra, colla θ cir-
G Pel Corssen Etr. Spr. ι 1t, come pel Fabretti
Oss. pai. § 98 p. 150, gli Etruschi non usarono mai
la q ; il Deecke in Milli . Etr. n 528 sg·. sospettò sol-
tanto che occorra nell 'alfabeto nolano F. 2766 senza
escludere per l'elemento di quello che pareagli pre-
starsi a tale interpretazione il valore di o, quale
infatti egli poi lo tenne Gott. Gel. Anz. 1886 p. C>9,
dopo avere alcun tempo in seguito al la pubblica-
zione dell'alfabeto di Rosette opinato recisamente
che si trattasse di q vera. Bensì erasi la figura del
([oppa greco avvertita in fine dell'imperfetto silla-
bario Galassi (§ 2. 6), e così pure in line di F. 240Ì
e di F.1 444, nonché dal Mommsen Unt . Dial. 18
cf. 16 in fine di F. 2048 : ma leggevasi φ (giusta-
mente nel primo caso) ο f ο θ da tutti, ad eccezione
del Kirchhoff che sempre opinò avere gli Etruschi
posseduta e adoperata la q. Solo nel 1880 il Gamur-
rini, messo probabilmente sull 'avviso dall 'alfabeto
di Roselle da lui medesimo appunto allora divul-
gato nella sua Appendice, riconobbe senza p iù la q
in due fra' T e q u n a s di Orvieto; poi nel 1881 il
Deecke, il quale l 'anno pr ima nella recensione del-
l 'Appendice Gamurr in iana aveva, come testé si disse,
temporariamente mandato riguardo alla q coll'alfa-
beto di Roselle anche il nolano F. 2266, affermò
Ann . Inst. Arch. 1881 p. 163 n. 2 (cf. Litter. Cen-
tralbl. 1881 col. 1185) aversi la q anche in fine di
F. 2404, e lo seguì il Bugge Beitr. ι 38, che poi ram-
ni ise Etr. und Armen. 148 sg. (cfr. Bezz. Beitr. χ 26
η. L) anche in F.1 444. Finalmente nel 1891 il Paul i
Ven. 149-153 ed io Rend. ist. Lomb. 1891 p. 119-123,
indipendenti e contemporanei, raccogliemmo e va-
g l iammo i diversi esempli, non senza qualche di-
versità nelle dichiarazioni, essendo stati negletti da
me allora gli alfabeti di Roselle Chiusi e Nola, ne-
gletto da lui il pr imo, mal giudicati quelli di Nola
e dimenticato l'esemplare orvietano C e n q u n a s . 7 Così leggo quale appare la prima parola del-
l'epigrafe scritta sopra un frammento fittile di Ro-
tzo, Paul i Insch. nordetr. A lph . 31 p. 16, laddove
egli p. 98 emenda i t u n , che sarebbe voce già oc-
corsa altrove per dire ' vaso ' (cf. Paul i Etr. St. n i
301 e 314 p. 107.113): nè mancava un tempo la sua
lezione di probabil ità ; giacché, dal l ' in i canto, come
a Rotzo itun iniziale e c i t i tinaie, così F. 2400d
i l u η a iniziale e c i ufi i i u c i e t inaie; d'altro canto
sì quest'epigrafe, sì la tarquiniese F.8 356 che si-
milmente comincia con i t u i l , adornano, come quella
di Rotzo, dei vasi fittili; ora però acquistato q u t u n ,
parlili conforme a ragione conservare c t u n tal
quale. Cf. Torp Etr. B. Zw. R . 8 «forse 1. guttus». 8 Sembra sfuggito questo riscontro al Pauli ,
sicché ricorse a quello di lat. Decius. La linea dopo
teq... mostra νθιι: pensai qu ind i Rend. Ist. Lomb.
1899 p. 1868 11. 24 a Teq [ un ] a Su con 0u pel so-
lito Qui, come nei nomi femmini l i -u da -ni.
Meni. R. Ist. Lomb. Voi. XX I , X I I della serie III , CI. se. mor. e stor.
310 ELIA LATTES, | I4|
colare puntata e con vìi per /' (cf. 4), sulla tazza vaticana di Caere, il cui primo inciso
comincia con m i n i (cf. 5), il secondo con m a m i , il terzo con m a , l'ultimo con m i
ne ; cf. CI. 9l4bis 554 eku iniziale dell'epigrafe parimenti vascolare di Foiano Bettolle,
oggi (Nogara) al museo di Firenze1';
7) Q u i u s ine. F. 2049 finale di epitaffio con m i e ka (cf. 4.5) inciso su co-
nnet ta d'Orvieto10;
8) R a q u v u s ine. F.' 444, dopo mi (cf. 5), a principio dell'epigrafe scritta con
alfabeto non guari antico su di un orcio conservato a Civitavecchia".
In tutte le quali voci, quasi tutte incontrate in documenti arcaici, r/ sta davanti
ad κ '2 anche in etrusco (cf. § 4.4).
4. Insieme con a l q u 3,3) e Q u i u s (§ 3,7) troviamo rispettivamente:
I) k a r a i (cf. Etr. Sp. ν 139.1 C a r a , F. 31 care G. 804.5 e etr. lai. GIF. 2219
car i ) , e
4) Iva la i r u (cf. C a l e r i a l lat. dateria ) ; insieme poi con e q u (§ 3,6) Ra-
q u v u s (§ 3,8) e T e q u n a s (§ 3,5) troviamo rispettivamente ceOu La ri ce ia e
L a r e c e ; vale a dire come q davanti a n, così k davanti a e c davanti a e e i (cf. Pauli
Yen. 153 «der Gebrauch der (Irei Zeichen ckq ganz dem altlateinischen entspricht »,
a, proposito delle iscrizioni d'Orvieto, come io Riv. Filol. xxin 494 per quelle di Narce).
Così pure le arcaiche iscrizioni di Narce, onde avemmo a l i q u (§ 4,4) e q u t u n ,
ci mostrano:
9 Anche pare sfuggito al Paul i Ven. p. 103 il
riscontro con e k u (se ma i , cf. Isc. pateol. 41 sg.
l'ai, eko lat. eqo eco) g ià da me avvertito Arch.
glottol . ital . supplem. ι 30, dove eziandio mostrai
c omead ec|u preceda probabi lmente m i ne θ un a,
cui segue, non s'tavliel, ma , cred'io oggi, s ' t a ν l iei
9), anziché come il Pauli opina un ignoto na-
s'tav, ο nas'ta, ed un feleqn che andrebbe col f e l i c
del Cippo di Perugia : oggigiorno la m ia lezione
pann i assicurata dai tre 9 u n a della M u m m i a (cf.
(UE. 3338 e G iun te 141) e dal l ' in iz ia le m i ne di
fi. 607 (cf. G. 608 m i n i ) . Circa la lezione e inter-
pretazione del Torp Etr. Beitr. Z\v. Reihe p. 33.
v. § 9 il. 33. 10 P r ima del Corssen leggevasi (Lanzi Momm-
sen Fabretti) <puiiis ο Quius ο fuius; egli Etr. ι 76
preferi kalai ruipuius, che interpretò Καλαΐ; 'Ρυπ«ΐος\
il Pali l i Etr . St. n i 17.64 emendò kaki fnupnns e
Ven. 163 ruquhis. lo trovo nel perugino C a l e r l a !
(cf. lat. Galeria) r iscontro opportuno per Κ a l a i r u ;
quan to a Q u i u s , cf. i perugini C u i e s ' C u i e s a ,
lat. Coius e forse Roehl Insc. Gr. aut . 557 ΟοΙος
μάποίεσεν (che mi sfugge nelle Vaselliuschriften del
Kretschmer) e Premier Hermes xxix 550 Κώιος e
553 Κωος ' d i Coo \
11 11 Corssen ι 773 lesse Ra(mta) Fuvus, il Pauli
Etr. St. n i 13, 38 emendò Bavntus ; io proposi Ren-
dic. ci t. [). 133 di considerare R a q u v u s come afere-
tico di uno Araquvo- (cf. R a n f i a A r a il G ià , R i a -
n a s' A r i a η as', Ne i i η i A η e i η i) per Arquvo- Arcu-
vio- (cf. Me η er ιι va S a l t i v i per Μ e n e r v a S a l v i ) ,
che spetterebbe forse al la famig l ia di etr. A r e m s η a
e di lat. (etr.). Arcumenna Arcosinius. 12 Un altro esempio di q pare a pr imo aspetto
offra l 'epitaff io tarquiniese pubbl icato da A. Pa-
s<|ιιi Not. d. Se. 1900 p. 85 dopo averlo «cor re t to»
per autopsia sopra un « buon apogra fo» inv iato dal
custode degli scavi : esso è d ip in to con lettere grandi
fatte da pennel lo t into di rosso in ini tratto d'in-
tonaco dalla parte a sinistra dell ' ingresso di una
« tomba romana grand iss ima ottenuta eoi tagliare
le pareti di u n a tomba etnisca di età non mol to
a v a n z a t a » , ingresso spettante a l la tomba più an-
tica; io leggerei
S'e fi r e . C u r u η e s j V e 1 u s' | R | a ni fi a A ν e-
na l-c | s a n s ' n a s ' suf i fiarce | p n u m - q p n f i v a c .
e . e u as' le ρ | ζ i I a χ η [ιι 1 h e I . χχι.
con -q per -e: i caratteri non sono tali uè da farci
aspettare la q, nè di escluderla. 11 Torp Etr. Beitr.
π 133 η. I deplora che codesta « wichtige Inschrift
hat durch die Art und Weise in welcher sie (von
Pasqui) wiedergegeben ist, viel an Wert verloren »
ed agg iunge : « jetz t hat man sie, wie ich erfahre
derErde zuriickgegeben », cosa ch ' io non comprendo
trattandosi di un pezzo d ' intonaco d ip in to ; egli legge
Etrusc. Notes p. 31 n um . 13 le tre u l t ime linee ίιηιιιι
')• e 'e | cecasìep (o cecaslel) silaxn[u]ce L . xxi).
[IL J VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETRUSCO. 3 13
3) ka Mou. Aut. Line, iv 344-45 fig. I7la (Kiv. di filol. xxiv 29) cf. i0a v u s v a
ka (Tot)) Waviisvaka ossia EOaus 'va ) con F. 2228 m i η u a ν ne ka . F. 2638 ka
n i l a i c Noi. d. se. 1885 p. 95 m i ka te k r i l su ghiande missili (cf. F. 2620 bis1' n i
lai i i r su altra ghianda e G. 40c-(l k r l qui avanti), F. 2301 t ' esO i /va / a , C1E. 4539.1
c a : s u θ i e 5 c a . Q u i ces'u e anche, se mai, Novil. ca area' taves; cf. inoltre
F. 2666 ka solo, da sinistra «sub pede vasis» (forse K a . ossia Cae . forse ca di ca
Θ e s a s) e cpii avanti 54 ka s u r f e GIE. 3236 ka v i θ u n a (appar. ktviftuna);
4) k a l e m O a s Mon. il). (Riv. il). 28, Torp letaka lemd-asva);
5) k a l i k e Mon. cit. 324.330 t'ig. 170 b (Riv. cit. p. 2 sg); cf. lat. calix e al-
tresì aks 'ke e r k e m qui avanti;
6) k a u i a Mon. cit. (v. 3 e Kiv. cit. 30); cf. Not. d. Se. 181)6.118 k a n a da solo
sotto figura muliebre in un lekyto di Terranova (Sicilia), come ak (v. 190) su cratere
trovato presso Siracusa, e GIE. 15.76.304 con F. 2045l)is 2435 ca ria;
7) k a r a Mon. cit. (v. 5 e Riv. cit. 7), cf. I ;
8) eka Mou. cit. (v. 5 e Kiv. cit. 31); cf. a n i l i n a t u r a n i r i a s eka s e l e t a
ka l em Gas con GIE. 4538 A. 20 t e s i l e eca V e I θ i η θ u r a s' e Magi. A. 3 χΐιηθιη
a v i l s x eca c e p e n ;
9) i k a m Mon. cit. (v. 3 e Kiv. cit. 32); cf. GIE. 52a A9 i c a P u i n e i , G 804.6
s ' e u n a i ca , Mumm. xi γ. 2 r a n n i i ca OluOcva. — Insieme alle quali voci anche nelle
iscrizioni di Narce troviamo ce t u . . . (Mon. cit. Line, iv 321 sg. t'ig. 167 sg. Riv. filol.
xxiv 33), z i n a c e (Mon. cit. v. 2 Kiv. cit. I l) , l e c i v a (Mon. cit. v. 3 e Riv. cit. 29);
troviamo cioè pur sempre, anche in etrusco, come sopra (§ 3) q seguendo η, così k
seguendo a e c seguendo e ο i; sola eccezione finora il ke di k a l i k e (v. 5), dovuto
forse non tanto, direi, ad influenza del k- iniziale (cf. per contro tantosto E r k a c e n a s ) ,
quanto a quella della corrispondente parola greco-latina, che suonò per avventura
anche più vicina alla sua copia etnisca, dei suoi riflessi a noi noti. — Similmente
conforme alla regola abbiamo:
10) Κ a i s i e (cf. 30 Κ a i s i e s) con ni u l ν a η η i c e nell'epigrafe di un bucchero
ceretano (F.s 391), che dall'un canto mostra la θ crociata (11011 più offerta dalla tazza
d'uguale provenienza onde ci venne § 3.6 il finale equ ) ed altre figure proprie dei
testi più antichi (a angolata imi), e d'altro canto porge nel m u l v a n n i c e anzidetto
e nei premessi 0 a n n u r s i a l i n a i i più antichi esemplari etruschi di consonante
geminata1*.
11) a k a s e a r i ce s Not. d. Se. 1886 p. 253 « sull'architrave della porta di una
tomba arcaica» ad Orvieto, la cui necropoli già ci diede esempi della q (§ 3,4.5) ed
altri ci dà più avanti di vii per /'. con ka e ce come nel testo precedente; cf. G. 799.3
a c a s c e c rea l s , F. 39=Pa. Inse. Nordetr. Alph. l l O K u l s ' η l i te ras ' aks 'ke, C1E. 176a
a k a s ecc.
12) E r k a c e n a s F. 572 con ka e ce nella stessa parola (cf. per contro 5
k a l i ke), parimenti in uno degli antichi epitaffj orvietani. Nei (juali poi ancora troviamo:
13) K a v i a t e s F:ì 235; cf. K a v i K a v i ies i e Mumm. V I T I 7 caveG;
13 Cf. q ui avant i 23 k a θ u il i i a e già nette ar- j (Gamurr in i vainiaxta, Torp intatta); anche bur-
caiche orvietane L a r O i i a . . . e c e i i . . . e A r r a n g i a j mepnas d 'Orvieto leggerei io 0 u r m e n n a s pel-
e a Narce (Riv. di filol. xx iv 36 n. 76) v a i n i a t t a I confronto di T e q u n ( n ) a s rispetto a T e c u m n a l .
3 1 4 ELIA LATTES, | I 2]
14) Κ a l a ρ r e n a s Not. d. se, 1880.440: cf. lat. Calabro, ;
15) k a p F. 2051; cf. A r a n c i a k a p con F. 2576 A n i θ a l cp e qui appresso
k p i k a p e k a p e s k a p i , CIE. 142a,1) c a p i e 4538 A. 14 c a pe ;
16) S k a n a s n a s Not. d. Se. 1886.120 e S k a n e s n a s G. 574 tav. 7 (non
S c a n e s n a s ) preceduto da ini V e 11 u r u s. —Conformi alla regola incontriamo altresì
in quegli epitaffj: Cec p i a s e n a Not. d. Se. 1885.185 non ben sicuro, C e O u r n a s
F. 2045ter N. d. Se. 1884. 187, A i a c e η a s F.3 258, a r i c e s (ν. I l) , V i η u c e η a s F. 2049,
V i r c . e n a s N. d. Se. 1885. 185, . . . e c e i i . . . N. d. Se, 1880. 443, © u c e r n a s F.3 296,
L a r e c e n a s N. d. Se. 1880. 445, L a r e c e N. d. Se, 1885. 37 (con § 3.5 Tequnas ) , La-
reces Not. d. Se. 1880. 443, L a r i c e ih. 445 (cf. L a r i c e ia con § 3.8 R a q u v u s ) ,
M a r n a r c e s (cf. qui appresso M a m a c r e s ) F.3 295. 302. 304 e N. d. Se. 1886. 37
come 1887. 62 quattro volte, P e r c e l i s N. d. Se. 1880. 445, P r u s c e n a s N. <1. Se.
1887. 62, F i l e sc i N. <1. Se. 1885. 17, c l e v s u N. d. Se, 1886. 8 (frammento), Ve 1 θιι-
ru s c i e s F.3 307, A c r i e s N. d. Se. 1885. 16, M a m a c r e s N. d. Se. 1880. 443 (cf. sup.
Μ a m a r ces) , M u r c n a s N. d. Se. 1885. 16, T u c m e n a s N. d. Se. 1880. 444 insieme
con A r r a n O i a (cf. sup. 10. Κ a i si e con Θ a η n u r s i a n n a t m u l v a n n i ce); così qui
avanti § 4.44 K a p m a s con Marna rces a Tarquinii. — Mentre però a Narce unica
eccezione alla regola qii ha ce ci trovammo il -he di k a l i k e , troviamo ad Orvieto in
titoli per verità non tutti del pari antichi, e taluno anzi d'alfabeto piuttosto recente
(v. qui appresso): L a r ke s k i k ν i . . . (col i ' . . . e e e i . . . ricordato poc'anzi) Η e r k l ν s,
in tutte le quali voci, anziché h, dovrebbesi conforme alla regola avere c. Di rimpatto
v'incontriamo c per k in C a a i e s N.d.sc. 1886. 120e Cae ib. 1885. 16 (colgià ricordato
A c r i e s ) ; C a i c n a s N. d. se. 1881. 342, laddove K a i k n a s ' § 5.24 a Bologna; C a m u s
N. d. se. 1880.445 (con Larθ i ia cf. sup. A r r a n Q i a ecc.), laddove I vamsa CIE. 373
ad Arezzo e Ka i n a i a con n e v i k u ib. 3234 a Chiusi di contro a Ca r ne i ib. 1941 pure
a Chiusi; C u p u r e s N. d. se, 1881. 51 in epigrafe con due θ crociate. Caso più sin-
golare presenta l'epigrafe del manico di bronzo rinvenuto a S. Feliciano del Lago
presso Perugia e staccato, giusta il Milani N. d. se, 1895. 242 44, da una grande patera
sacrificale, di cui egli riporta la tecnica al secolo in a E.; scritto da destra a sinistra
con due volte due piccole χ una sopra l'altra in luogo del doppio punto e colla θ ero
ciata e gli altri elementi angolati (c ν r), esso ci dà:
17) Κ a u θ as' (cf. Magi. Α. I C a u 6 a s ) insieme con e ca per l'e ka di Narce, e
con t u r k e come neH'etruscheggiaiite iscrizione di Novilara kalatnenis insieme con
ca; e cf. 55.
5. Le altre parole etrusche finora incontrate con ha, sono:
18) Κ a v i da solo su vaso d'Adria N. d, se, 1877. 19 8; cf. sg. e etr. lat.
Kavia secondo lesse il dott. B. Nogara nel settembre 1899 invece di . ..ava nel semi-
etrusco epitaffio chiusino CIE. 789, dietro al Bormann CIE. xi 2388;
19) K a v i i e s i nell'epigrafe arcaica G. 771 (mi) di un vaso cometario (Pauli
Etr. St. rn 59. 200 kaviies Ι, ν 51 kaviiesi); cf. prec. e § 4.13 K a v i a t e s ;
20) K a v i n i con k il i a / in epitaffio di Tavernelle CfE. 320 fra Siena e Chiusi;
cf. ib. 44.433 C a ν i η e i;
21) k a θ CIE. 201 in epitaffio senese arcaico con k da sinistra e θ crociata, e
ka θ . . . ( Bugge Bezz. Beitr. χι 25 kaG[as] F. 2033bis A.a nel sepolcro Golini ad Orvieto
insieme con a c l / i s k l u m i e k r a n k r u k u r p u ; cf. Piac. C a 0 CaOa , G. 799 eaOas:
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 315
22) KaOles ' nell'arcaico epitaffio di una stele bolognese N. d. se. 1884. 304
(cf. 305 [K]a61es'), secondo il Gozzadini «forse del iv certo del ν ο vi secolo di
Roma »;
23) k a O u n i i a su lamina enea F. 2610bis (mi) d'ignota origine; cf. k a O u n i i a
s 'u l (Palili Etr. St. in 86 emenda karn sians'l) con Μ. χ 18. s u l se ve t u eaOn i s , e sup.
$ 4.16 L a r O i i a e subito appresso i i u laO i-con Iva i F a a l k i , oltre che G a a i e s e
Θ a η η ιι r s i ecc. con Κ a i s i e e m u 1 ν a η η i e e ;
24) K a i sul cippo volterrano G1E. 144 in un epitaffio (piasi tutto da sinistra
e di alfabeto recenziore, insieme con F a a l k i e i i u l a G i ;
25) K a i a l nell'etnisca epigrafe d'alfabeto venetico, incisa d. se. 1901. 314
321 sopra una paletta di Padova (St. ital. filol. class, χ 1-17); precede l e u t i k u e seguono
k i il a e k ν i 1;
26) K a i k n a s ' negli epitaffi bolognesi G. 18 sg. arcaici; cf. $ 3.15 C a i c n a s ;
27) K a i z u G. 663 preceduto da mi su rozzo vasetto di Bomarzo; cf. IO
Κ a i s i e e v. 30 Κ a i s i e s;
28) K a i ne i con k η . . . su lastra enea di GIE. 376 di Arezzo; cf. ih. 151.252 ecc.
G a i η e i ;
2'.)) Ka i s ' in epitaffio arcaico GIE. 467 (a quadrata, 0 quadrata senza punto,
r triangolare, t) di Cortona: cf. 3333 ecc. (Jais ' ;
30) K a i s i e s (cf. IO Ka i s i e ) F. 2261 preceduto da m i (colla ut capovolta
p. e. di k u t r a m i s ' qui appresso), come 27 K a i z u sopra idria sepolcrale volcente; cf.
F. 2653l,is G a i s i a s ;
31) ka i nell'epigrafe di una zuppiera Bull. Inst. 1881. 145 trovata a S. Maria
tli Capila; cf. c a i , ossia forse Ca l (u ) , alla I. 21 della grande epigrafe etnisca della
stessa provenienza; verisimilmente ne differisce, e va con 33 tantosto, ka i che sta
scritto da sinistra sul collo di corno potorio tenuto colla destra da un Bacco barbato
dipinto ih. 1880. 50 sg. su di un'anfora cornetana;
(32) kalcitnenis' sulla stele etruscizzante di Novilara 1. 8'.) con lakul
kruv... di contro a 1. I ca e 5.10 tenne; et. Mumm. χ g. 3. c a l a l n a m e suj). § 4.17
Κ a. ιι Gas' con eca parimenti nella stessa epigrafe];
[33) kale da sin. presso la tenia che circonda la testa di una baccante dipinta
sullo stesso vaso dove sup. 31 kai parimenti da sinistra; cf. N. d. se. 1880. 210 cala
Ζ ιι a ρ ι a ossia κ αλτ Ζηνοβία | ; 34) K a l i s n i s ' nell'epitaffio arcaico GIF. 1933 (o angolata, ν coricata, r qua-
d rangolare, a retticurvilinea) chiusino; cf. 1932 ecc. C a l i s u i ;
35) Κ a i n a i a nell'arcaico epitaffio CIE. 3234 di un'olla chiusimi, insieme con
m u 1 u e ν η e k e e ne ν i k ιι ( cf. sup. § 4.5 k a 1 i k e) ;
36) Iva ni sa nell'epitaffio CIE. 373 aretino; cf. § 3.16 C a m u s ;
37) k a o a (§ 4.6); cf. k a n i a c a n a (ih.) e § 6.19!);
38) K a n a l , non ben sicuro, con k l a n nell'epitaffio GIF. 412 aretino del se-
polcreto degli Heinini. dove sempre k e mai c (v. K i l n a l K i l n e i V i s k e V i s k e s a
k I a n); il Pauli legge arkanal, come sembra consigliare anche il disegno del Danielsson,
laddove io preferisco scomporre A r ( n 9 a l ) K a n a l perchè questo (cf. 538 C a n a l e
1882 C a n e i dove Fa. emenda cainal e cainei) allittera con k l a n seguente:
39) K a n e ine. nell'epitaffio CIE. 3195 chiusino, di cui unico teste è un cattivo
disegno del Gori (Pa. em. caie); cf. 38 K a n a l C a n a l C a n e i ;
310 ELIA LATTES, | I4|
40) Κ a u s i l i a i a F. 2184l,is con F.1 p. 110 (cf. Deecke Etr. Forsch. in 299.34)
nell'arcaica epigrafe (m i , a acuminata, 0 quadrata con quattro punti, m n recenziori,
r recentissimo) di un vaso volceute; cf. GIE. 847 G a n z i l a ;
|4l) Kanutie ssini F. 2781, iscrizione di un vasetto trovato a S. Agata dei
Goti, etruscizzante pel Pianta Gr. u 527 e più ancora pel Gonway Ital. dial. ι 98 (cf. n
656 s. v. sim), in ogni caso uno dei pochi esemplari campano etruschi di k (v. A s k l a ie
k a p e s e m u k a O e s a in epigrafe con mi) ; cf. GIE. 4740 C a n u t i a incerto];
42) k a p e e43) k a p e s nell'iscrizione Bull. fnst. 1881. 149 F. 2583+2197 F.3409
di un'anfora dionisiaca probabilmente campano-etrusca;
44) ka pi insieme con k i n a s ' k u r t i n a s ' nell'arcaica epigrafe spirale F.s 83
(cf. Fabretti Oss. pai. § 140 p. 217. a acuminata, r triangolare, ni n) di un vasetto nero
chiusino; cf. k a p k ρ i e n i pi k a p i con Weege Vasc. Camp. 68 p. 30 n i p i c a p i
(appar. iapi) e k i n a s ' k u r t i n a s ' con lai. cortina e forse k a p e m u k a ;
45) k a p p n a s t l incerto nell'epitaffio perugino GIE. 4597 tramandatoci dal
solo Gori; il Parili emenderebbe tarcnas pa. ossia paia; cf. Καππανο (Pianta Gr. ιι 220.2 e
047 Gonway It. Dial. Ι 143.14(5 e Pascal Ardi, glott. suppl. VII 72) e etr. C a l u s ' t i a ;
46) K a p r n a s con Man i a r c e s (t. 782 tav. 3 in un arcaico epitaffio tarqui-
niese; cf. CI E. 1475 C a p r i n a e 1476 C a p r i n a ! ;
47) k a r Gazi e incerto: v. 56 M e l k a r O ine.;
48) k a r k e G. 439 sola epigrafe di una tazza fittile con figure rosse trovala
a Petrignano (Perugia); cf. χαρχψιον (Gamurrini) insieme con k a l i k e e simili nomi
stranieri per 'vaso' accettati dagli Etruschi, e altresì con E v r u ( p a ) H e r c e ( l e ) e
simili;
49) k a r i u u a s ' nell'arcaico epitaffio aretino GIE. 404 (mi , r, ni n, r triango-
lare) e I v a r ( i u n a s ' ) nella sua iterazione G. 860 sopra scodella trovata ad Adria;
50) K a r m u n i s ' F.2 4 nell'arcaico epitaffio (i> m ti) di una stele bolognese;
51) K a r s e GIF. 4667 in epitaffio semiarcaico (r semicircolare, s angolata, a
([nasi quadrata) di Cortona; cf. il). 1962 G a r z i ri e Mumm. χ ρ. 3 c a r s i ;
52) K a s t u r negli specchi F. 108 con Me la kre e P u l t u k e e F.1 252 con
Ρ ul t u k e; cf. F. 304 ecc. Ga s t u r Kaa τωρ e sg.
53) K a s u t r u nello specchio chiusino F. 479 con P u l u t u k e ; cf. prec.
54) k a s u r t CIE. 3236.5 incerto in uno dei frammenti piranesiani di Chiusi:
(cf. Giunte 140 sg.); forse ka s u r f per confronto col s 'urQi della Mummia.
55) k a u e n . . F. 833,er da sinistra con c da destra su frammento vascolare
chiusino; forse Kau9a [ s ] come $ 4.17.
56) a k a n a incerto F.' 182; v. ak ik i e cf. a k n ;
57) a k a s ' nell'arcaico epitaffio CIE. 176* (a ni, mi) dipinto sopra una delle
pareti nella cripta di Colle presso Siena, famosa per l'alfabeto greco-etrusco (S 2.6);
cf. Gap. 4.15 a c a s , F. 2239 tav. 41 a c a z ine,, F.' 419-20 a c a z i ;
58) a n k a r nell'epigrafe semiarcaica F. 70 (r triangolare. /. e .s arrotondati)
di una patera tudertina; cf. A n k a r i a t e con a u k ( a r ) e CIE. 1701 Ancar;
59) A n k a r i incerto nell'epitaffio chiusino d'alfabeto semiarcaico (F. 576 dietro
Lanzi, k a ino'di v, r triangolare, « ti arcaizzanti); il Pauli CIE. 1631 trascrisse dietro
Deecke Etr. Forsch. ni 5.7 A η c a r i come 573. 582 ecc. cf. però sg. ;
60) A n k a r i a s ' nell'epitaffio chiusino CIE. 497 d'alfabeto recenziore (0 cir-
colare schietta senza punto, /· greca); cf. prec.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 317
(il) Al i ka ri a l e F. 71, come 58, ma di alfabeto meno antico, insieme con
a η k (a r);
62) A r i k a ine, su frammento vascolare del museo di Berlino citato dal Fa-
bretti al suo num. 2188, dove s'ba però a r i d i due volte da anfore volcenti; cf. §4 . ' l l
a k a s e a r i e e s ;
63) a ska con m l a k a s nell'arcaica epigrafe F. 2614 quat. (a acuminata, m di
cinque linee, s a doppio semicerchio, due volte l'interpunzione dei quattro punti, m i
mediano) da sinistra di un vasetto d'origine incerta; segue e ie iva η a: cf. αϋχυς e Ιλαΐα (circa col Bugge vaso d'olio);
64) v i k a ine. con a e r k ine. F. 2443. I in uno dei frammenti piranesiani di
Gorneto in altro dei quali I. 4 . . . k a e forse v i k a 6;
65) m u k a ine. F. 2583 anfora dionisiaca d'origine dubbia (v. 43 kape) , con
m i , 0 puntata e m arcaica; così Bugge Bezz. Beitr. χ 34 {nmk »ηιχ), come Pauli Etr.
St. in 52 (mukaBe imiki), interpretano 'poculum' ; cf. k a p e i i i u k a con n i p i k a p i ο
c a p i e m u k a con m u k is' ο m ne uni (cf. N a O u m Tee u m se Gii ni seOasr i ) e
ni u χ e © e s a s ;
66) M e l k a r Q incerto insieme col non meno incerto a y i e k l nell'arcaica epi-
grafe di une «plaquette d'ivoire» trovata a Cartagine (Bi'éal Journ. des Sav. 1899. 63-67
cf. da IL. 1899 639 sg.); meglio però con Martha e Petersen p u i n e l K a r O a z i e
(forse ρ u i n e i ) .
67) P l i k a s ' n a s ' da solo F. 801 su vaso d'argento dorato forse chiusino: cf.
CIE. 1791 PI e cu s', F. 2335a P l e c u s ;
68) keka[s]e G. 822 (cf. Bugge Beitr. ι 119) sulla porta di un ipogeo come-
tario; cf. F. 2280 c e / s e , G. 802.4 c e / a s i e , N. d. se. 1892. 263 ceca e eece.
6. Passo ora in rassegna gli esempi etruschi di ke ki ku, di k seguito da con-
sonante, di le finale e di k solitario. Quanto a ke per ce abbiamo:
69) keka[s]e G. 822 (v. 66): cf. sup. k a l i k e (§ 4.5);
(70) keis Weege Vasc, Camp. 49 p. 23 su patera « reperta prope Sta Maria
ut videtur»; segue din faci is; Conway ι 97 nota che la k «may he ic » e trascrive d
iufahis];
71) K e i s n a s ' nell'arcaico epitaffio N. d. se. 1891. 365 (Θ puntata, r semicir-
colare, -ν angolata, ν η) inciso verticalmente sopra una stele figurata di Crespellano
presso Bologna; cf. CIE. 3505 Ce is i il e i, F. 2339 C e i s i n i s .
|72) Kemrs incerto, nell'epigrafe da sinistra F. 2901 di una coppa trovata a
Castellacelo di Basilicata (Mommsen χεμόΰ, Huschke xeabi, Pianta χεμρι) stimata falsa
dal Conway Italie. Dial. n 530, giudicata osca dal Corssen e dal Pianta, rivendicata
dal Pauli Mem. Soc. Ling. ν 282-295 al dialetto campano-etrusco, salvo quanto all'al-
fabeto che col Corssen reputa greco; cf. CIE. 1081 C u m e r e s ' e Tonts Kemrs potereni
con F1 388 sg. T u t e s e 2261 p u t e r e s i a s Ivais ies].
73) kepen e 74) kep[en] nell'arcaica iscrizione (piadrilinea CIE. 1136 posta
sulla fronte di una grande pietra chiusina (m i , a acuminata, m n) con k e n . . . , ossia
forse di nuovo kep[en] (cf. però k n . . ) , e i u k e n a k v a n i , mentre l'iscrizione a serpe
(m i , θ col punto, a acuminata, m η r) posta sullo spigolo forse già prima, ci dà
L a r k i e η [a s] e | LJa r i k i u; cf. F. 2070 ecc. e e ρ e η ;
75) k a l i k e (§ 4.5) e 7(>) k a r k e (sup. 48);
310 ELIA LATTES, | I4|
77) aks 'ke con K u l s ' nell'epigrafe semicircolare F. 39 (Pauli Insch. Nordetr.
Alph. 110. p. 43 sg.) d'alfabeto semiarcaico (a quadrata, 0 senza punto, ni n) letta su
di una patera trovata fra Adria ed Este; cf. 11 a k a s e a c a s ce e δ k a l i k e ;
78) v e n e u k e incerto, nell'iscrizione di mi vaso cortonese secondo conghiet-
tura Gamurrini 117 608 (Cortellini veneuve cìiaes), che raffrontò οινοχόη e pensò perla
voce seguente a X a e s' per C a e s'; cf. però m u l u e v n e k e ed E ν t u k l e;
79) V i s k e GIE. 410 in altro fra gli epitaffi degli Heiinni donde già forse
avemmo 38 K a n a l con k l a n ; cf. V i s k e s a appresso e GIF. 912. 2131 sg. V i s c e ;
80) F u l n i k e Etr. Sp. ν 95 ρ. 122, colla f superiormente corrosa, insieme a
E v t u k l e ; cf. Πολυνείκης, F. 1070 Φ n i n i c e s, F. 463 Φ u 1 η i s e e F. 2168 V u l u n i c e
M a r t u e ie (Deecke e Korte emendano pulunice eyfìucle) insieme a GIF. 1287 Vrarnaì
apparente per F r a u n a l , 2421 Velnal apparente per F e l z n a l ecc. con /' latina, ossia ν
etnisca, per f etnisca;
81) i u k e con kep[en] (v. 73); cf. F. 2400c i u c i e , 27541' ϊηχ e Rend. Ist.
Lonib. 1901. 1137 i u i k l ine.;
82) m a k r a k e F. 89 in epitaffio di Todi; cf. M. VII 7 ni a e r a ;
83) m a t u r u n k e incerto in epitaffio, secondo il Gozzadini N. d. se. 1882. 371
cf. 368, del iv secolo a. E., epitaffio inciso poco profondamente «come è proprio delle
epigrafi arcaiche» su parallelipipedo rozzo e irregolare di molassa e rinvenuto a Mon-
taguragazza nel bolognese insieme ad alcune statuette votive e a molti pezzi di vasi
fittili; meglio m a t u r u n k e con Deecke Bursian's lahresber. 1885. 262, Bugge Bezz.
Beitr. χ 4 e Torp. Etr. Beitr. [ 7;
84) m u l e n i k e GIE. 105 nell'arcaico epitaffio (s angolata, m t, a latina accie
minata) di un cippo sepolcrale volterrano;
85) e 86) m u l v e n e k e F. 2614 nell'epigrafe di un vaso fittile d'origine incerta
e m u l v u n e k e ο m u l v i i n k e G. 607 sg. (cf. Korte Bezz. Beitr. ι 10 2) nelle epigrafi
di due tazze orvietane; cf. § 4. IO i n n i v a n i i ice con K a i s i e ;
87) m u l u e v n e k e GIF. 3234 nell'epitaffio arcaico (ini, ni n) di un'olla chiu-
simi insieme ai già ricordati K a i n a i a e n e v i k u (35);
88) m u l u v a n e k e N. d. se. 1895. 24-28 cf. (non ike secondo autopsia del
dott. B. Nogara nel sett. 1899 conforme a quella del Danielsson ap. Torp Lenin. 37 n.)
insieme con F l u s k e s ' (Danielsson ih. feluskes) sopra la stele sepolcrale di Vetulonia,
dal Milani reputata anteriore al vi sec. a E., perchè nelle numerose tombe a circolo
di pietre ritte osservate in quella necropoli mai non si trovò alcun vaso dipinto;
89) m u l u . va η i k e Giunte 53 (441) nell'arcaica epigrafe di un bucchero chiu-
sino14 presso il dott. B. Nogara, insieme con k u r i t i ;
90) m u l n u k e incerto in uno dei frammenti piranesiani GIE. 3237 di Chiusi
(apparente pulìuke colla ρ arrotondata, se mai, per in umbro-etrusca come in 273
Ma r e n a i 1024 Ma[rcn]a l e nel bronzo piacentino;
91) ρ i ke sola epigrafe F.2 39 di un vaso chiusino; cf. p i k e lap. 5. 6 p i c a s ;
92) P u l t u k e (v. 50) con K a s t u r ; cf. F. 704 P u l t u c e ;
14 Precede m i n i s p u r i a za , che vuois i oggi,
oltreché con G. 783 m i M a m e r c e s p u r i i a z a s , con-
frontare con Weege 24 p. 11 m i p u t ì ζ a p u r i i a s ,
! (love pr ima falsamente rupiias (cf. altresì s p u r a I
j p u r a l ) ; segue k u r i t i a n a s ' : forse ' i n curia (dei)
ì A n a ' (cf. A n i ' l anus ' )?
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 319
93) P u l u t u k e con K a s u t r u (v. 53);
94) r k e incerto F. 2214P (apparente r he con r e da sinistra) sotto il piede di
un'idria volcente; cf. r k e ni e r k r c ;
941>is) t u r ιι η ke in epitaffio arcaico bolognese (v. 83); cf. t u r u c e t u r k e ;
95) t i u r k f e ] GlE. 1548 insieme con e r i k e z nell'iscrizione arcaica (m i , a m
η arcaiche con r semicircolare) di una grande pietra chiusina; cf. sg. e 437 ecc. t u ree
insieme con F.3 271 P a r t i u n u s per 367 sg. P a r t u n u s ecc.;
96) t u r ke CIE. 1552 dell'iscrizione arcaica (Θ col punto, a quadrata, m quin-
quilinea per s' insieme con s' vera) di una statua virile chiusina;
[97) <j>oke con y o k i a s i a l e nell'iscrizione trilinea di Lenno, nella quale del
resto, come in quella di otto linee, non mai c, ma sempre &;]
98) P e t k e a l con P e r k n a CIE. 444 nell'epigrafe circolare di una grande
pietra cortonese; W. Schulze 87.208 forse petlc- peric·; cf. 371.1 Ρ e te e s' e 3712
Ρ e t e c i ;
99) l . i k e i n u Boll. Museo Civico di Padova 1X 55-58 (cf. Rend. Ist. Lomb. 1907
j). 737 n.) nel castone di un anello d'argento trovato a Padova (Not. di se. 1506.329 sg.);
cf. 170 l i k n e s ' incerto sopra altro anello di vicina provenienza;
100) r k e ni incerto F. 806 insieme con k i p a ed a n c nell'arcaica epigrafe
della fibula chiusina scritta a bustrofedo cominciante da sinistra colle due linee con-
trapposte e colla θ crociata15; cf. r k e r k r c e r e k e t i ;
101) L a k e n a s G. 755 nell'epigrafe (mi ) di un bucchero suanese;
102) P u r k e n a s ' incerto nell'epitaffio CIE. 300 senese conservatoci dal solo
Góri ; cf. § 4.16 Ρ r u s c e n a s ; forse Τ ιι r k e η a s' ;
[103) a k e r nell'iscrizione maggiore delle due tirrene di Lenno (v. 97 y o k e ) ;
cf. etr. a k i l insieme con e v e r k v i l c v i l χ v i i e a / r u m ] ;
104) e 105) 0 u k e r con a k i l in CIE. 388, titolo aretino, come T u k e r u s '
sul fittile F. 809 (mi) chiusino, di contro all'orvietano 0 u c e r n a s (§4.16) e allo © u e e r
F. 49 di Ravenna (0 col punto, li m η arcaici);
105bis) E l u s k e s ' (Danielsson ap. Torp Lemnos 37 n. feluskes) con n iu l r i va-
lle ke (sup. 88) sull 'antichissima stele di Vetulonia N. d. se. 1895 p. 24-27.305; cf.
Rend. Ist. Lomb. 1896.979 gali. Ηλονϋχονως; 106) e n i k e s epigrafe arcaica (s angolata, η arcaica capovolta) di un'accetta
trovata a Tisens e conservata nel museo d' Innsbruck (L. Campi Ard i . Trent. 1901 p. 6
autopsia, cf. L. Mariani Boll, paleoetn. xxv 1899 p. 8 n. 3 estr. che trascrive enekes);
cf. 441 e n i c u s ' i se non si tratta, com'io sospetto, di e η ic us ' i ;
106bis) r i l e k e : sa, epigrafe arcaica (r capovolta aperta rotonda, s angolata) di
rozza piramide trovata a Tavoli nella Naunia (L. Campi, Ard i . Trent. 1901 p. 3 e 9);
107) e r i k e z con t i u rk[e] (v. 95); cf. e ree te ζ li e χ ζ;
108) L a r k e s F.3 301 in uno degli epitaffi arcaici (0 col punto, .9 angolata, r
semicircolare insieme colla r solita recenziore) d'Orvieto (§ 2,4.5.7 e 3.16); cf. CIE.
301.413 ecc. L a ree ;
15 A principio della seconda linea indecifrata
dal Corssen Etr. ι 780, come dal Deecke e dal Paul i ,
che reputava Etr. St. n i 5.8 casuale od ornamen-
tale la c angolata con cui finisce la prima l inea; io
manderei a n c r ke ni con Nt. 1885.512 a il r f iem; il
Bugge Bezz. Beitr. x 12 raccosta r ke-m ο r k era
ad arce .
Meni. B. Ist. Lomb. Voi. XX I . X l t della serie (11, CI. se. nior. e stor. a
310 ELIA LATTES, | I4|
109) V i s k e s a CIE. 411 in altro tra gli epitaffi degli Heimni aretini; cf.
V i s k e (79);
110) t i k e s ' n n F. 2502 con c l a n (cf. 38 Κ a η a l e Κ i I n a l con k l a n ) « in
parvo Apollinis signo aeneo» d'incerta origine; cf. Pauli Insch. d. nordetr. Alpli. 35
p. 17 pi r i kanis'nu sul cavallino di Dercolo (vai di Non) insieme con ρ ir p i r a s
p i r e s (Torp apir ecc.) nella grande iscrizione capuana10;
111) r e k e t i con e k u e r e / u v a nell'epigrafe della tazza G. 912bis 552 di
Foiano Bettolle (cf. sup. 6); cf. r k e m rke ,T.
7. Quanto a k i , abbiamo:
112) ki particola N. d. se. 1880.445 in tine ad uno degli arcaici epitaffj orvie-
tani, come forse altresì F. 2185 a principio (appar. tei) d 'uno di Volci, insieme con
anice (appar. pmve); così pure forse GIE. 370 eikihax se leggasi ei ki kax; cf. F. 2301
ci iniziale e forse CIE. 129 (F. 356) tinaie; diverso, nel parer mio, è Rend. Ist. Lomb. 1901.
1136 sg. k i iniziale dell'epigrafe «scolpita a solchi profondi» sopra una pietra calcare
trovata nella cattedrale di Feltre, epigrafe nella quale seguendo le parole a i s e r T i n i a
ti , pare a me pur sempre probabile si tratti del numerale ο della particola c i ;
113) k i i incerto CIE. 1624 in tine d'epitaffio chiusino; cf. ki ci insieme con
m i i m i , θ i i θ i , t i i t i ;
114) K i l n a t e 115) K i l n e i con k l a n in due fra gli arcaici epitaffj CIE.
408 sg. degli Heimni aretini; cf. CIE. 462 G i i n i F. 2031 C i I n i a ;
115) k i n a sulla paletta di Padova (v. 25) insieme con K a i a l l e u t i k u kv i l ,
e k i n a s ' F." 83 (v. 44) non ben sicuro perchè preceduto da lacuna, ma probabile
perchè allittera col seguente k u r t i n a s ' ; cf. CIE. 48 Iin. 2 c i n a ;
116) k i p a (v. 100), letto kipia dal Secchi, apparente vipa, confermato, se mai,
dall'iscrizione del famoso sarcofago Ceretano (F.3 p. 37) di sincerità disputata, la cui
prima linea finisce con questa voce chiaramente;
117) ik i incerto F.1 82 da destra sopra ak a η a, ossia forse a k a n a , da sini-
stra; cf. F. 2636 iχL sopra ghianda missile;
119) F a a l k i (v. 24) non ben sicuro (Pauli fa alili) e 120) Lark ien[as] (v. 73.81);
121) A k i u s da sinistra, sola epigrafe F. 47 (cf. Fab. Gloss. 56) graffita. (s an-
golata) sotto il piede di un vaso dipinto trovato a Marzabotto; cf. Arcenzios', Her-
k l v s ine., Ν u n n i si vs ine., S e i u s ;
122) [ L j a r i k i u (v. 73.81) e 123) a k i l (v. 104) per l ' a c i l F.1 440 di un gutto
tarquiniese ecc.;
124) Η e k i n a s ' incerto nell'arcaico epitaffio CIE. 51 di un cippo volterrano;
così lesse il Gamurrini e così il dott. B. Nogara nel settembre 1899, laddove il Pauli
hevinas', secondo infatti apparisce dal suo disegno con tanta evidenza, da non potersi
intendere come mai due periti abbiano potuto vedere diversamente; cf. C e ie η a lat.
etr. Cascina appunto di Volterra;
16 Quan to a l l ' A p l u che precede e al c l a n che
segue, cf. H e r c l e U n i a l c l a n del noto specchio
di Vol terra , 17 Qui sopra con m u k a (65) si sarebbe do-
vuto registrare anche F. 2033bis d c ruba: ma ,
com'è ben noto, Schaefer Bugge Deecke preferi-
rono θ u r a (così anche Skutsch Pau ly Wiss . 796) e
Danielsson Beri. Phi l . Woch . 1906.566 dà r u v a e
Torp Lenin. Vi aniOial xxva con larOicil ruka.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 321
124l)is) L e c s k i n i incerto nell'epitaffio perugino CIE. 4762 semiarcaico ( a u r e
recenti, c circolare e θ priva del punto); il Pauli trascive lecstini; cf. CIE. 2395 lesstini
(Bonarota) clie il Pauli emenda parimente l e c s t i n i per confronto con 2393 L e c s li-
t i η i e 2394 L e e s ( t i η i ).
125) m u k i s ' F.2 84 su tazza chiusina (mi) ; Pauli Etr. St. in 52.181 divide
muki S' 'poculum der Sethra'; forse m i l k (come Bugge Bezz. Beitr. χ 34 'poculuin')
e is'; cf. ηιιιχ m u k a u n i c u m is' is e il seguente r a p a n a i a con r a p a n a i a h .
Troviamo poi ku per φι antica e cu recente nelle voci:
126) K u k i i e F. 2530 da sinistra con H e r k l e da destra su gemma d'incerta
origine; cf. Κύκνος ;
127) kuOaOsa incerto in fine della lacunosa epigrafe CIE. 264 senese d'alfa-
beto recenziore;
128) K u l s ' (v. 77); cf. C v l C u l s ' u ;
129) K u r v e n a s ' nell'epitaffio CIE. 383 circolare arcaico (Θ quadrata col punto,
r triangolare, v) di una grande pietra aretina; cf. 2060 C u r v e , 2061 C u r v e s a ;
1291,is) k ιιr i t i Giunte 53 sopra bucchero chiusino insieme con m u l u · va ni k e
(sup. 89 e n. 14);
130) ku r t i n a s ' con k inas ' (v. 115), forse come n i p i k ap i ο cap i e kape m u k a ;
131) k u r p u con a k l / i s ecc. (v. 21);
132) k u s e n k u s nell'epigrafe F. 12 (Pauli Insch. Nordetr. Alpli. 37 j). 17 cf.
33.103) arcaica (/· triangolare diritta e capovolta, s angolata, t a) incisa sopra la situla
enea di Cembra (Trento), epigrafe falsificata (F.1 I Pa. 100 p. 37) sopra una chiave
di bronzo, dove invece di k u s e n k u s t r i η a χ e s'ha skuz trinaxe; cf. Bull. Inst.
1880.149 ha t r e ne u ;
133) K u s i u n a s ' nell'epitaffio CIE. 406 arcaico di Arezzo; cf. C u s u , lat.
Quso e G u s i n e i ;
134) k u s s u incerto, scritto Bull. Inst. 1884.208 da sinistra dopo καλός colle
lettere a grandi intervalli nel campo di una tazza orvietana con scene dell'iliupersis
(Helbig), mentre dall'altra parte pure nel campo si legge suiQ ossia, penso, suOi (cf.
zus'nix marinace heul per Ζ ιι χ η i s' Ma r i c a n e li e l u ecc.) colle lettere parimenti a
grandi intervalli, ma in direzione normale da destra; forse k u s s u u per confronto
con c u s e su insieme a l u u l u ;
135) k u t r a m i s ' da solo nel frammento G. 86.1 di piatto giallo trovato in
Adria, colla ni capovolta, come nel m i F. 2261 d'idria volcente (v. 30 K a i s i e s ) ; cf.
nordetr. F. 14 k u r e r n i e s ;
136) e k u con r e k e t i (v. I l i e cf. § 3.6 equ ) ;
137) l e n t i k u con Iva, i a l k i n a e kv i l (sui). 25) ; cf. Αεώδικος Leudicuin e i
nomi personali etruschi libertini in u(n);
138) nev i k u (v. 87) e 139) η i ku Pauli Archivio Trentino r 1888 p. 136 su placca
enea forata rinvenuta a Yalemporga, di Meda1 8 ; cf. CIE. 4596 N i c u 4078 N i c u s n a l ;
18 Sotto ηi k u si legge « p e l u r i e s i ·' geelvi-
i m a l e (Pa. (peiuriesi e -ule) colta pr ima l del se-
condo inciso da sinistra per simmetria colla seconda
ch'è da destra, come tante volte s con s (p. e. ad
Orvieto), e con υ , ρ con r ο inversamente; già
perciò qu ind i la lezione (peiuriesi del Paul i con l
310 ELIA LATTES, | I4|
[140) e 141) a l k o 1 9 e as 'ko incerti nell'iscrizione da sinistra F. 2Ws (Pauli
Inselir. des Nordetr. Alpi). 15 p. 8) incisa con alfabeto etrusco settentrionale sopra una
pietra di Stabbio; cf. a l q u a l i q u a s k a ; forse A s ' k o n e t i finale come G. 912bis 552
r e k e t i e come altrove S 'ene C u r t u n . ossia lat. Senae Cortonae];
142) M u O i k u s ' nell'epigrafe F. 42 semicircolare arcaica (m quinquilinea, ,s4 an-
golata, θ col punto) di una pietra trovata a Busca;
[143) kos ' da sinistra, sola epigrafe F. 2667 scritta (s' bitriangolare ritto) con
lettere rosse sotto il piede d'un'anfora d'ignota provenienza; cf. ebr. kos' 'bicchiere'];
[144) la kut (v. 32) con kalatnen is' ca ecc.];
145) H e r k o l e F. 1063 da sinistra (r triangolare, li quadrata, e circolare, ο pie-
cola) con Μ e n e r v a da destra su specchio etrusco di Perugia; cf. F. 2483 H e r c e l e .
E mostrano k per c manzi a consonante:
146) k v i . . . incerto Not. d. se. 1880.443 con . . . ece i i . . . (sup. 16);
147) k v i l con K a i a l k i n a l e u t i k u sulla paletta di Padova (sup. 25.115);
cf. t i n s ' c v i l e χ ν i l ;
148) n a k v a n i (v. 73) come leggono Pauli e Torp, ο forse n a k v a n i ο n a k
v a n i per confronto con n a e v a n a c 11 a χ v a n i e s v ane-c e n i ;
149) p i kQe G. 390 su vaso fittile rozzo e molto antico di Chiusi; forse p i k θ e
per confronto con F. 2396 θ e «sub pede cylicis»; cf. altresì qui avanti G. 387b l i k . . e
sul fondo di un vasetto di bucchero ossia forse 1 i k [Θ] e od anzi di nuovo ρ i k [θ ] e con
l etnisca settentrionale, ossia greca ο capovolta come altre volte (v. 151);
150) k l F.2 tav. in, sola epigrafe di un piatto rosso trovato alla Certosa di Bo-
logna; forse k l (an ) , come CIE. 94.904 ecc. c l ( an ) e F. 2596 sex da solo per tutta
iscrizione; cf. 152 ed altresì 153 k l a n i n s ' l ;
151) k l a e nell'epigrafe CIE. 4540 ora smarrita di un cippo di Perugia (appa-
rente kpae insieme con spepG pad per spel i ) 1 aΘ); Bugge Beitr. ι 129 sg. e Torp
Lemnos 22 raffrontano lat. Claius Clavius;
152) k l a n con K a n a l K i l n a l K i l n e i (sup. 38.109.114 sg.); cf. 150 e CIE.
441.714 ecc. c l a n ;
153) k l a n i n s ' l con alfabeto arcaico (ni n) su statua enea CIE. 380 aretina
d'atleta nudo; precede m i e sarebbe secondo il Pauli Altit. St. ι 68 sg. (cf. Etr. St. in
83.251) nome di deità, come altre voci in -s'I ο -si, non diverso da C i l e n s ;
154) k l a t i n i N. d. se. 1891.314 in urna cineraria del museo di Bologna; pre-
cede ν i a, sicché forse ricorda CIE. 3551 A r η θ A η e i L a r θ i a s' ν i a c 1 a η dove i 1
Deecke Etr. Forsch. in 204.64 supplì via{cial);
apparente per i manca , nel parer mio , di sufficiente
fondamento ; ia sua intr inseca improbab i l i t à r isul ta
poi agli occhi mie i sopratutto da ciò che in tal
modo si distrugge la r ispondenza dei due φ e 1, il
secondo dei qua l i non potendosi, causa il seguente
v i n u , secondo avvertì g i à il Pau l i , separare da
g e l i l a v i n u t a l i n a della situla di Gembra, rende
probabi le che esso ψ e I η a ' v a so ' siane appun to de-
rivato e che e I (cf. rpQÀa) non differisca se 11011
foneticamente da G. 839 f e l = F. 2404 ν b e l (§ 9.4):
il Pau l i Etr. St. ν 53 sg. m a n d a f e l con f e l t s ' i
(n. 62) ch'egli emenda felis'i. 19 I I Pau l i legge alkovinos e ne fa p. 73.92.94
un prenome, senz'altro riscontro che il nome del
fiume gal l ico Alcmona, seguito dal genit ivo di un
nome paterno as'koneti pel quale r ich iama gali. Asci-
telns Ascula e s im i l i ; altri pensò ad Alcuinus.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 323
155) k 1 u m i e con a k 1 χ i s ecc. (v. 21);
156) a v i e k l incerto (v. 66); se mai, cf. umb . avickla ecc.; meglio karOazie (47);
156bis) i u i k l incerto Rend. Istit. Lomb. 1901 p. 1135; se mai, graffito sopra una
spatola d'osso bianco trovata a Caverzeno presso Belluno; precede . . . n i , segue r . . . ;
cf. 81 i u k e i u c i e ίιιχ;
157) A s k l a i e F. 2753bis nell'epigrafe con m i , d'alfabeto arcaico (m, r trian-
golare, c s angolate) oscheggiante, posta sotto il piede di un poculo campano;
158) E v t u k l e (v. 80) e 159) [Hera]k le sullo specchio F. 2531bis da sinistra
con Me a η da destra, giusta l'integrazione e l'emendazione (appar. . . .akue) del Deecke
(Bezz. Beitr. u 167);
160) H e r k l e sullo specchio F. 2488 da sinistra con M e n e r v a da destra, e
sopra una gemma (v. 126) da destra con K u k n e da sinistra; così pure
161) E r k l e da sinistra F. 482 sopra gemma (Deecke Bezz. Beitr. n 167 hercle);
e da destra F. 1022i)is sopra specchio cortonese insieme a P a k s t e , entrambi con k
da sinistra; cf. H e r c l e Η e r χ 1 e e Not. d. se. 1877.260 sg. E r e l è dimenticato dal
Deecke 1. e.;
162) H e r k l v s incerto F. 2041 (Deecke Etr. Forsch. i n 111.15 H e r c l e s , au-
topsia del 1875) in epitaffio semiarcaico (li quadrata, r triangolare) di Orvieto; cf. 121
A k i u s , ecc.
163) a k 1 χ i s (v. 21); cf. a e 1 χ a a k i 1 ;
164) k η . . . (ν. 28) con Κ a i η e i ; cf. k a il a k a η i a, Κ a η a 1 ;
165) k n z u s F.1 119 (indecifrato, benché siano abbastanza chiari tutti gli ele-
menti, meno il terzo, nel disegno della tav. v) su diaspro sanguigno della collezione
Maffei a Volterra, rappresentante Ercole che combatte il leone, mentre nel rovescio si
vedono tre cf. F. 2033 ter0 e n z u s e 2033 tera c n i z u s (appar. cui zus);
166) a k n incerto nell'epigrafe GIE. 3198 (a quadrata, k da sinistra), traman-
dataci dal Gori, di un ossuario chiusino (Pauli emenda . . . ni cainal); cf. a k a n a incerto;
167) 168) e 169) K a i k n a s ' (v. 25), P e r k n a con P e t k e a l (v. 98), K u k n e
(ν. 126);
170) l i k n e s ' incertissimo F.3 405 - G. 1 Pauli Inscli. d. Nordetr. Alpli. 83
p. 30) con va l i s-k (cf. θ e su va k) entrambi da destra, ma contrapposti l 'uno all'altro,
sopra anello d'argento trovato, dicesi, in quel di Verona (Fabretti Uh meo. Oberziner
lukmeu, Pauli va osk okmep, Gonnestabile luemev, Gamurrini liicmes); cf. 99 l . i k e i n u
sul castone di anello argenteo padovano;
171) Θ i k i l i incerto nell'epitaffio GIE. 468, di un piccolo ossuario cortonese;
apparente Qekni, che il Pauli emenda 0 i t n i , a favore del quale panil i stare G. 683
Θ i t n a sul cui fondamento CIE. 1634 θ ί . . nei leggo io 0 i [ t ] ne i laddove il Pauli
ba[nsi]nei contro la misura della lacuna;
172) k p i F.1 250 da solo sotto il piede di fittile chiusino; cf. 44 k a p i in-
sieme con c ( a ) p ( i ) ;
173) kp F.1 342 incerto nella guasta epigrafe di una cista perugina; cf. Arn-
0a l cp (15);
174) k r a incerto F.1 81 da sinistra con a latino arcaico, su piccola anfora
della Certosa di Bologna; il Fabretti leggerebbe £[ε]ζ>«; cf. prenest. Cra(isli);
175) k r a n k r u (v. 21) presso un gatto ο pantera, con k u r p u presso la testa
di una piccola figura virile coi capelli irti;
310 ELIA LATTES, | I4|
17(3) k r i i con ka N. d. se. 1885.95 su ghianda missile chiusina; cf. k r l e c r i i ;
[ 177) k r u v . . . (§ 5.32)];
178) k r u i p u u s GIE. 2809 (Pauli /crutpims) in un arcaico epitaffio chiusino;
cf. Riv. it. di Numism. iv 321 ν 42 G r i u e p e u e .
179) k r l G. 40c-d in nesso su due boccali del museo di Firenze; cf. k r i i c r i i ;
180) z k r G. 917 su tazza esquilina; cf. zlt Pauli Inscli. d. nordetr. Alpli. 29
p. 15 su pietra trovata a Sale di Maresino;
181) ni a k ra ke (v. 82);
182) M e l a k r (v. 50) con I v a s t u r e P u l t u k e ; cf. F. 2482 Me l a c i · . 1065
Μ e 1 i a c r ;
183) N u v k r i Not, d. se. 1881.214 nella leggenda arcaica (r triangolare, h qua-
drata, ν m n) di una casside etnisca trovata a Bologna; cf. ose. Nuvkirinum;
184) A k r a O e sullo specchio F. 1062, da sinistra con Me η r va da destra ; cf.
"Ακρατος ;
185) I e k r i a incerto GIE. 8191 in epitaffio chiusino tramandato dal solo Bo-
narota; il Pauli propone pmetrna;
186) k r a n k r u con k u r p u (v. 175);
187) A k r u i incerto GIE. 3203 4610 (Giunte 137) in tine d'epitaffio forse pe-
rugino: cf. 3442 A c r i ;
188) a k s ' k e con K u l s ' (v. 77);
189) P a k s t e con E r k l e (v. 161); cf. F. 2492 P e c s e insieme con U O u s t e
U t use.
Abbiamo poi k tinaie nelle voci :
190) ak F1 74 tav. in (11011 ac·), solo, da sinistra su oenochoe figurata delta
Certosa, e ak Not. d. se. 1903 p. 529 sg. sopra un cratere trovato presso Siracusa,
come k a n a sopra lekyto di Terranova (§ 4.6 e Rendic. lst. Lomb. 1904 ]). 619 sgg.);
cf. ak a n a (v. 56.117) e G. 27 con Not. d. se. 1885.473 a e su vasi fittili e Milani
Mus. 129 n. 123 su piramidetta fittile;
191) cek incerto F. 2280 in un epitaffio arcaico (c s angolate) di Corneto-
Tarquinii, graffito leggermente in direzione verticale lungo il profilo del defunto ac-
canto alla cui testa leggesi insieme col nome c e / a s e ; quindi forse, non cék:ue...
(Fabretti), ma c e k a s e ossia il già registrato k e k a [ s ] e (v. 68) ; Danielsson ap. Torp
Etr. Beitr. r 40 η. 1 dà però anche qui c e r a s e ;
jl9t1, is) OeQik nell'epigrafe etrusco-falisca di Poggio Somma villa (n. 43) forse
per lat. 'dedicai' (cf. n. 4'))]:
192) p i k incerto (v. 149 con 91) e, 193) m u k incerto (v. 65.125);
194) a n k (v. 61 con 58); forse a n k ( a r ) per confronto con a n k a r , senza
disconoscere che pur quello con F' 387 a ne conviene;
195) a e r k incerto con v i k a (v. 64); forse ae rk per confronto con a e a i ( s )
e rke r k e m re;
196) a i k r k incertissimo G. 857 nella parte concava di uu frammento di sco-
della, trovata ad Adria; seguendo p a r n a t . . . , e p a r insieme a n a t i u r a s (Biicheler)
e a i e leggendosi nella grande iscrizione di S. Maria di Capua, sospetto aversi pur qui
a i e (cf. CIE. 1337 helksci apparente per Η e lesa ) e rk (cf. prec. e sg.);
197) rk incerto (v. 189 sg.); cf. r ke r k e m re tutti più ο meno incerti;
[23] VICENDE FONETICHE DELL'ALFA ΒΕΤΟ ETRUSCO. 3 2 5
[198) v a l i s k (v. 170); cf. F. 14 Fa. Inscli. Nordetr. Alptiab. 38 j). 19 Oa-
suva-k 20 con G. 912bis θ e su va];
199) T r s k Rend. Ist. Lomb. 1890.773 (cf. Saggi e Appunti 210.8 e Deecke
Jaliresber. 1896.84) nell'epigrafe arcaica (in quinquilinea, r semicircolare, s angolata,
t li e da sinistra) metrologica trovata a Milano;
200) kkk (v. 165) e 201) k incerto in fine dell'iscrizione F. 2639 di una
ghianda missile; forse k (a ) .
Finalmente k davanti a lacuna occorre nelle parole :
202) 1 i k . . e (v. 149); forse lik|G|e ο p ik[G]e ;
203) r i k . . u 1 N. d. se. 1885.322 (cf. Pianta Gr. ri 530 num. 179) nell'epigrafe
arcaica di mi vasettino del museo di Gapua trovato, dicesi, a Marcianise;
204) t k . . . incerto CIE. 3168 in epitaffio chiusino; precede A r ( n O ) e però ve-
risimilmente Te . . . ο T v . . .
8. Come la q pertanto, e più lungamente e più largamente, visse anche in etru-
sco la A', benché essa ancora solo ne'tempi più antichi ο meno recenti: infatti, come
appena uno (§ 3.8) sopra otto testi colla q apparisce non arcaico, così pochi fra quelli
colla k e talvolta dovuti ad influenza greca. I più antichi, cioè di Barbarano Narce
Orvieto, insieme con q e, secondo tantosto si vede, con vìi per /", mostrano quasi sol-
tanto ka: ma già a Narce incontrammo k a l i k e (§ 4.5) con ke insieme a ka di contro
ad E r k a c e n a s (§ 4.12) e ad a k a s e (§ 4.11) con a r i c e s , ossia ka con ce, d'Or-
vieto, dove però già in epitaffj non recenti occorrono (§ 4.16) Cae C a m u s accanto
a L a r k e s ki, come già nell'epigrafe piuttosto antica di un manico perugino KauGas'
(§ 4.17) insieme con eca, senza dire di a k s ' k e (§ 6.77) intorno ad Adria e di ca
insieme con kala tuoi is' e lakut (§ 5.77) nel testo semietrusco di Novilara. L'as-
soluta prevalenza della k, rappresentata dagli alfabeti chiusini (§ 1.2), trova a Chiusi
applicazione nelle due arcaiche epigrafi (§ 8,73 e 74), una delle quali a serpente, scolpite
sulla grande pietra delle Foci (kep[en] k e n . . . i u k e L a r k i e n a s [ L J a r i k i u nak-
van i ) , negli epitaffj aretini (§ 5,37.189 ecc.) degli Heimni ( K a n a l \'iske V i s k e s a
k l a n ) e nelle brevi iscrizioni apposte alle pitture del primo sepolcro Golini ad Or-
vieto (kaO k u r p u k r a n k r u ak l / is ) , laddove in tutte le altre, e maggiori e minori, così
del primo come del secondo, s'ha sempre c (F. 2033 d{' c l an l u p u c e con ruka appa-
rente, suolsi credere, per Gura, ea [z j i l axnce ma l ce c l an clevsinslG elei, e1' anice
c l a n , f;l canOce ζ [ i 1 a χ ] e e c lan . . . cm. . . , F. 2033ter ci Θ a n u c vi I en zus c n i z u s
[La r j cnas sacnas) . Non mi sembra oggimai però pienamente esatta l'affermazione
del Pauli Inscli. Nordetr. Alph. 61 che nelle iscrizioni etnische da Bologna in su do-
mini «esclusivamente» la k: invero anche in quel territorio i testi dov'essa occorre,
presentano tutti qualche elemento di figura arcaica; e non solo quando manchi ogni
indizio di antichità anche in quel territorio troviamo c in luogo di k, ma ciò accade
pur là eziandio in documenti di scrittura non dei tutto recente; così F. 49 Θuce r e
t u r ce, con li G ni η r arcaiche, a Ravenna; F. 78 tu ree con ν ni η r t arcaici a Car-
pigna presso Urbino; F. 90 Cne i e 91 care E r u c a l a Todi; Pauli ib. p. 16 c tun
(non itun) at t in ie citi , per q u t u n aGmic clGi d'altre etnische epigrafi, con c η η
20 Cf. codesti due -k con gali , iorebo locìto-k 'fecit locav i tque ' di Nìmes (Stokes, Bezz. l ieitr. χι 136).
arcaici a Rotzo presso Bassano; F. 69 Ga fa tes e f r o n t a c nella bilingue di Pesaro
circa a quattro chilometri da Novilara, dove ca insieme con kalataenis' e laliiit
(§ 5.77). Nè mi torna pure pienamente esatta l'asserzione del Corssen (i 12), che gli
Etruschi della Campania rinunciarono «interamente» alla h : così infatti parrebbe ri-
sultare dai due alfabeti di Nola anche in questo ora confermati dalla grande iscrizione
di S. Maria di Capua, ma l'opposto insegnano ka l (§ 5.31) della stessa provenienza e
k a p e kapes (§ 5.42) insieme con m u k a Gesa (§ 5.65) Ask l a i e e forse Κ a unti es e
Kemrs (§ 4,41.6,72.7,157). Del restante le circa 210 voci qui sopra registrate danno
circa 68 esempj di ha per circa 42 di he (nuin. 69-111), circa 13 di hi (mini. 112-125),
circa 19 di ku ο ho (nuin. 126-145), circa 45 di h seguita dalle consonanti ν 0 l η r s
num. 146-189), circa 12 di h finale (num. 190-201) e 3 (aura. 202-204) di h seguita da
lacuna.
9. Le iscrizioni etnische, oltreché documentare l'antico uso dell'elemento q e la
lotta fra questo e gii elementi h e c, insegnano che anticamente anche gli Etruschi
adoperarono la forinola vii in luogo dell'elemento f ~1 dato già da tutti gli alfabeti, e che
la mancanza degli elementi ο b d g, comune parimente a tutti, non risponde nè alla
pratica della scrittura, nè agli abiti della pronuncia. Troviamo anzitutto vii per /'
nelle voci:
1) V h e 1 m ιι s finale dell'epigrafe G. 934 (cf. Not. d. se. 1879.19 e Bull. Inst.
1879.157) sopra un vasetto capuano di bucchero comineiante, secondo l'uso dei testi
più antichi, con m i ; cf. CIE. 35 F e l m u i , 52a A 5 e 114 sg. F e l m u i a l ;
2) V e l v h e r a s tinaie di uno fra quegli arcaici epitaffj d'Orvieto (Not. d. se.
1880 j). 444), onde avemmo tre esempj per qu (§ 3,4.5.7); cf. G. 777 V e l f r e i ; precede
m i A ve le s, come nell'altro arcaico epitaffio della stessa provenienza che ci dà:
3) V li ιι ] χ e η a s (Not. d. se. ih. appai*, vliullenas); cf. F.3 306 H u l / e i i a s in-
sieme con G. 838 H u l / n a s , parimente ad Orvieto, insieme con C a h a t i a l per Ca fa-
t i a l lat. Gafatia natus (CIE. 3763 bilingue perugina), col chiusino H a s t i pel perugino
F a s t i e simili;
4) s'ta v l i e l e qu , parola quest'ultima già allegata (§ 3.6) della epigrafe F. 2404
arcaica scritta sulla tazza vaticana di Caere; cf. fel φ e i a <pe I n a pu l i i 2 2 . — Tutti gli
esempi certi (cf. Giunte 107.280 l'incerto F. 95bis v h e p di Todi forse per f ep di una
tavoletta fittile fiorentina) di vii sono adunque dati da'testi della scrittura più antica,
rinvenuti nei luoghi medesimi che ci diedero i più fra gli esempi di qu e di ha con ce ci.
10. Quanto all'o, devo anzitutto escludere, come infondata, qualsiasi deduzione
che trai* si volesse dall'apparente presenza di codesto elemento (per verità evanido
nel disegno e mal sicuro nella trascrizione) invece della ρ sul terzo alfabeto etrusco
CIE. 1373 di Chiusi: credo infatti, secondo già sopra (§ 1.2) esposi, trattarsi di mera
21 Ne diedi notizia per la p r ima volta nei Rend.
[st. Lomb . 1890 pag. 630-632 (cf. 1891 p. 114-116
pei confront i lat in i venetici e greci); contempora-
neamente e indipendentemente ne trattò il Paul i
Veti. 97-112. 22 V. per ν li e 1 fel sup. n. 17; il Torp Etr.
Beitr. Zw. Bei he p. 23 separa oggi ancora 7tele ο
s imi le gent i l i z io , q u an t unque anche il Pau l i op.
cit. (n. 21) riconosca pur qu i la forinola vh, ch'egli
trova anzi Ven. 113-126 rappresentata in p iù altre
voci da l la sola li.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 327
svista o di errore di stampa, giacché nessuna o, ma bensì ρ , trovò il dott. B. Nogara
nelle ripetute revisioni dell'originale a questo preciso intento da lui fatte, e nessuna o,
ma bensì p, mi accadde avvertire ne' suoi calchi e disegni. Analogamente nul la insegna
per l'o l'alfabeto nolano F. 2766 perchè l'elemento, così più volte (§ 1.4) interpretato,
vuoisi leggere piuttosto r/, sì per la figura e sì pel luogo che occupa fra 0·' e r , quale
appunto quello della q negli alfabeti di lloselle e Chiusi (§ 1,1.2). Il che premesso,
due sono finora la parole prettamente etnische di l ingua e di alfabeto, nelle quali dai
p iù si ammette la presenza dell'elemento 0:
1) f r o n t a c in fine alla parte etnisca della bilingue F. 63 di Pesaro (lat. 'ful-
guriator' coll'o a 1110' di Si chiusa, sicché le asticine laterali presentandosi allungate
e inclinate obliquamente in forma di angolo acuto, pare trattarsi di 0 1-u, ossia di 11
capovolta e attaccata pel vertice al punto mediano inferiore dell'o, quale la leggono
senza esitazione il Fabretti Oss. pai. 92 p. 194, il Deecke EF. iiv 29 e il Paul i Vorgr.
Iriseli. 1 39 contro il Corssen 1 135.151 (cf. 879 11.), che infondatamente lo vuole u.
L'origine pesarese rende probabile l'influenza locale, cui fa pensare l'o della vicina No-
vilara e la relativa frequenza dell'o nell'Italia settentrionale: torna poi notevole aversi
ο come in βςοντν e nel cognato lat. frontesia, laddove u nell'osco frnnter, tutti e tre
colla /' etnisca pel β greco.
2) V e t l u n o m (appar. -oa2:ì), leggenda monetale coll'o di figura identica a
quella del numero precedente, e però così con sicurezza decifrata dal Fabretti 1. e. e
dal Deecke EF. π 81.26, laddove secondo il Corssen 1 879 11. sarebbe «appena visibile»
l'elemento che quelli giudicarono 0 e a lui pare piuttosto t ο u, come ai Carnicci Mon.
Ital. Aut. 28 e ν ο /' e al Milani Museo topogr. 144 n. 42 circa una i osca; ma ai due
ultimi sfuggì la piena concordanza coll'o pesarese, che il Corssen confuse COII'H. —
Insieme con codeste due voci pare doversi tener conto altresì delle seguenti, dove 0
presenta la consueta figura greco-latina e però torna identica col normale θ etrusco:
3) A r i o ns da sinistra sul vaso volcente F. 2216 (a acuminata, r triangolare,
ìi arcaica, « rotonda); cf. etr. lat. CIL. xi 2081 Atos e etr. F. 2425 A r η s pel normale
Ar t i θ (Deecke E. F. ni 45.41 confronta A r n e s ' e Fabretti Gloss. 162 lat. Arriintius),
insieme con etr. lat. Srablio, cred'io, per etr. C r a p i l u n , etr. h e l i u h e l u , A r n i u n i a
a r n u n a , K u s i u n a s G u s u , R e p u s i u n a s R e p u s u n a s , C i c i u n i a s C i c u n i a ,
h i n O i u h i n θ u , m a r n i l i m a r n u , P a r t i u n u s P a r t u n i i s, t i u r k [ e ] t u r k e ecc.
(cf. 13.14).
4) a t o sul fondo di un vaso trovato a Bazzano presso Modena, secondo il
Poggi Contri!). 90.51 che legge atf; cf. Not. d. se. 1875.220 num. 290 a t u in fine alla
epigrafe di un piatto d'Adria, F3 11 a t i sotto il piede di coppa fittile bolognese, oltre
ad a t i a a t i i a a t i a l ;
5) kos ' (§ 7.143) e 6) H e r k o l e (§ 7.145);
7) t o s i a nel testo chiusino CIE. *3269 fra' falsi ο sospetti, fra' quali ih. *3215
dove f u s i a2 4 . — Voglionsi poi, penso, considerare pur qui, benché 11011 propriamente
etnische ed alcune anzi 11011 etnische affatto, le voci:
23 Suolsi leggere -oa: io penso che Γ α finale 24 Cf. nelle iscrizioni venefiche Paul i Nordetr.
apparente sia in realtà A umbro etrusco per m : cf. A lph . 52 Yenet. 278.284 okatah e ukata; nel primo
lat. etr. Vetulonium e l'iscrizione monetale etr. lat. luogo si ricordano anche roman rumati, ma Yenet.
Cozano(m). 269 s'ha rumati e rumanna.
Meni. R . Ist. Lomb. Yol. XX I , X I I della serie 111, CI. se. mor. e stor. 4
310 ELIA LATTES, | I4|
[8-10) alqo vinos insieme con as'ko (§ 7.140 sg.)];
[11) 12) oh alza un preceduto da s'o mezekla i nella parte epicoria della bi-
lingue incisa sotto la parte latino-gallica nella pietra di Voltino F. 13-Paul i Insch.
Nord, etr. Alph. 30 p. 15 cf. 86; cf. etr. Uyale Upelsna ine. Θ u fi 0 i c l a lai sci a
Oivcles Ve ti e ζ α] '2'" ;
[13) e 14) Mattona e Voltiiomnos, il primo F. 1 Pauli Insch. Nordetr.
Alph. 13° p. 8 cf. 70.72 sg. sopra un frammento di pietra trovata in un sepolcro di
Arano presso Lugano, il secondo sopra una delle lamine venefiche di Este, sopra altra
delle quali incontriamo Voltiiomnoh (ih. p. 3 cf. Venet. 275.285); cf. etr. F. 2000b Ma-
t u n a e lat. etr. Voltunina, a 'qual i stano le anzidette parole come p. es. P a r t i u n u s
t i u rk[e] t i i u r s ' a P a r t i i n u s t u r k e t u r i s (cf. sup. 3 ) .— Numerose voci con ο
accanto ed altre analoghe con ύ, offre poi l'iscrizione di Novilara, a circa quattro chi-
lometri da Pesaro, dond'ebbimo f r o n t ac :
[15) vitatos 1. 9. con partenns' 2, eùs 11 e anvs 10];
[16-18) i s'a i r ο η 1. 3, i s ρ er io η 6, m e rp ο η 8.] ;
[19) polem 1. 3. 12 (cf. etr. p u l e ) con vnltes 1. 6 7 (cfr. etr. lat. Otta
Volta)]·,
[20-22) r ottieni 1. 2.5.7, soler 8 e s'o tris 12 con s'ut 11 (cf. etr. su θ e Nov.
s'utnes'i con etr. s u0 i nes ' l ) , lakut 11 e lutuis' 6], — Numerose voci con o, sen-
z'alcuna con u , offrono infine le due iscrizioni tirrene di Lenno, cioè la trilinea la-
terale (i) e l'altra di otto linee (u) che inquadra il busto del guerriero:
[23-26) eptezio ι 2 e lavar zio η 7, h a r alio ι 2, evisfìo ι e n 3J;
[27-28) lo vero η aro ni ι 2 (cf. etr. arus')];
[29-32) ηαφοΰ n 1, aomai ι 3, (foke ι 2 e yok iasiale ι 1];
[33) m orinali li 6, (cf. etr. m u r i η e Μνρίνχ] ;
[34) hot ai e π 1 e hot ai e zi ι 1];
[35) Ζ ero η ai n 6 e ζ ero η ai θ ι 1 π 3].
25 Come i l Deecke Gott. Gel. Anz. 1885.62, legge
il Pau l i Insch. nordetr. A lph . 30 p. 1527 e Vorgr.
Itiseli. Lenin, ι 38 sg. omezeclai, e in fine all'epi-
grafe i n a ; m a laddove al pr imo codeste parole danno
« s u o n o il p i ù possibi le difforme da l l 'e t rusco» , il
Pau l i le reputa del tut to etnische per confronto con
U ^ a l e e i n i n c l a n , colle numerose voci etnische
in -sua e con un suo F. 101 mesune ch ' io col Cors-
sen leggo m e z u n e m u s ' u s . Al l 'or ig ine etnisca ο
semietrusca di quel testo, credo io poi tanto p i ù ,
in quan to credo essere non interpunzione, ma s'
punteggiata , la f igura : · : scritta pr ima dell ' ο di
omezeclai e del l ' i di ina, sicché delibasi leggere
s ' o m e z e c l a i e s ' i n a al l i t teranti (Due iscr. prer. 90
n. 51): infatt i se uniscansi quei c inque pun t i me-
diante due lineette d iagonal i a X e due lateral i , ne
r isul ta l 'elemento che in questa medesima epigrafe
mostra il lat. gal i . Sa{^<]adis, ossia la s' hi triango-
lare delle iscrizioni campano-etrusche, di qua lche
etnisca e di p i ù testi del l ' I ta l ia Settentrionale (Paul i
Yen . 156-159, cf. Rendic. Ist. Lomb . 1900 p. 349
n. 7); uè osta che cosi ammettesi , in u n a stessa
epigrafe, insieme colla scrittura lineare, la punteg-
giata, perchè questo appun to si osserva nell'iscri-
zione F. 59 = Pa. Nordetr. 99 del l 'e lmo di Negau,
la cui leggenda si vede incisa per due terzi linear-
mente e punteggiata pel resto, che apparisce con-
trapposto; d 'a l tronde l 'elemento l ineare a Vol t ino
spetta a l la parte lat ina, il punteggiato al l 'epicoria,
Quan to a s ' i n a , che sta forse a s i n i a di Barba-
ra no come a n i c e i u k e c e / a se ad a m e i e i u c i e
c e d a s i e , cf. Nt. 1883.237 Y e l H e s c a n 0 a n -
^ v e l s a n s ' i n a (W. Schulze Gesch. lat. E igenn.
241 η. 1 etr. ansina lat. Ansius Anusius) con M. iv
19 a n . . . s ' i t i e forse CIE. 3303 F. L a r G i e s Se t ti-
ri s U l u s i i l a , insieme però con U l s i n a l U l u n e i
e W . Schulze 251.259; quan to a U p e l s n a , sta in
F . 1812 (Conestabile), m a il Pauli CIE. 3938 iden-
tifica quel titolo con F. 1452 dove U p e l s i .
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 3 2 9
11. Ben poco varrebbero tuttavolta, a parer mio, codesti documenti contro il
fatto clie nei testi etruschi veri e proprj, come negli alfabeti etruschi, l'elemento ο mai
non s'incontra fuor dei pochi casi più ο meno incerti ο peculiari sovrallegati (§ 10, 1.7);
e contro la testimonianza di Priseiano nel primo libro (Keil n p. 26) che 'o aliquot
Italiae civitates teste Plinio non habebant sed loco eius ponebant u, et maxime Umbri
et Tusci'. Ma si aggiungono, a rincalzo di quei primi, altri numerosi documenti ricavati
dalle iscrizioni etnische d'alfabeto latino ο misto;
36) O l i i Garrucci 488 da solo su piramidetta fittile di Cosa; cf. etr. A u l u
A u 1 i u A u 1 i ο ;
37) 0 t a n i s CIE. 3035 sg. con t etnisca, preceduto da Lari hi a, sopra il co-
perchio di un ossuario chiusino e sopra la corrispondente lamina enea, che il Pauli,
non so perchè, reputa falsa; cf. etr. F. 82 U t a u n i , CIE. 137.248 U f a u n e , 2052
U t a n i s a (appar. upanisa) e W. Schulze 364 lat. Otanius e Utanius Etruscus;
38) a v i o F. 2225 da solo su vaso volcente; cf. etr. CIE. 457 a v e i S e i u s ,
F. 2224 e G. 815 a v i da solo a Yolci, come Danielsson (che in tutti questi e simili casi
opina trattarsi di un prenome 'Avius') Beri. Phil. Woch. 1906.596 a ve sopra stele
orvietana, a v a s ' a v i a l a ν i a t i ecc.
39) a s i o , incerto, Not. d. se. 1878 pag. 18 tav. I su frammento di patella nera
trovata ad Ancarano; apparente . . . rsasiy | ... i.riisi ossia, panni , [La] rs A s i o | a s i i r
i . . , colla prima linea da sinistra e la seconda regolarmente da destra, come comple-
mento dell'altra allitterante in as-; cf. CIE. 57 L[ar|θ A s i e , 50 As i e s ' e G. 816
as'e r ;
40) A u l i ο CIE. 899 su tegolo sepolcrale chiusino; segue L a r c i per La rc i ( s ' )
e però va egregiamente con 1801 A u . A u l u l a u t n i L a r c i a l ο meglio ancora con
1945 A u l i u C a m a r i l i es' la u t n i , sottinteso come altre volte appunto l a u t n i ossia
circa 'l(ibertus)';
41) G a s i l io F.1 381 con s etnisca, da sola nel corpo di anfora vinaria;26 cf.
CIE. 3729 LaO i C a s n i a e G. 590 C a s n e ;
42) C e n c o CIF. 1604 su tegolo sepolcrale di Cetona (Chiusi), preceduto da
A n i (apparente a\ j P a u l i « n i ) 2 7 come lessi con sufficiente certezza nel 1897 al
museo di Firenze; cf. CIE. 1991 C e n c u s , 1922 C e n c u i ;
43) V η r a t r ο , CIE. 1571, fra A u l u e A u 1 η s ; cf. ib. 1566 sg. 1569 Y e r a t r u ,
etr. lat. Ha stia Ver atro ni a;
44) Τ li [a] n i c i ο incerto CIE. 3753 su ossuario perugino al cui coperchio at-
tribuisce anche il Pauli ib. lat. etr. Thania Naeviae liibertae); apparente tii nic io,
Ietto dal Deecke CIL. xi 1988 ThfaJnifaJ; cf. etr. CIE. 592.2668 0 a n i i c u prenome
femminile libertino, insieme con A u l i ο A u l i u A u l u ;
45) ilio F.1 43 colla m arcaica di lat. M(anius) e con ο aperta quadrata, su
fìttile di Marzabotto; cf. F.1 72 m u su coppa bolognese e F. 2275 = 2669 m u (con Λ
umbra-etnisca) su anfora volcente28;
26 Ο sarebbe c a s n i o 'vecchio ( v i no ) ' ? Cf. an-
che lat. etr. Casinerius secondo conghiettura Zimmer-
m a n n R h . Mus. 1907 (3) a proposito di Maccius. 17 Cf. CIE. 4230 A n i dietro autopsia di Pau l i
e Danielsson, laddove Vermigl io l i Fabrett i Cone-
stabile par imente per Autops ia Aia. 28 Cf. anche Cap. l in . 11 s i r i c i m u (Torp
-ima) e M u a n t r n s ' l con M e a n .
330 ELIA LATTBS, [28]
46) S n m o CIE. 1625, seguito dal non guari probabile N i n u s i , sopra te-
golo chiusino; il Pauli emenderebbe Mintici e ravviserebbe Σήμων in S n m o ch'io
mando con etr. 423 S ' emu ; cf. ¥.' 70 Ca(e) A l u s i , F. 542 LarQ V i p i e s i , CIE. 3884
F a s t i V e t e s i già allegati a proposito (§ 2.7) di Y e n e l i s i V e l O u r ;
47) S p e d o CIE. 714, preceduto da Ar(t i6) e seguito da T h o c e r u a l c l a n ,
con ρ etrusca, su tégolo chiusino (Montepulciano); cf. 715 'Ve l S p e d o Thoceronia
natus', 713 ' V e l S p e d o Caesiae'29 ecc.
48) T h o c e r u a l (v. 47) e 49) Τ ο e ro CIE. 818, fra C. R n s ( t i ) e T r p a s su
tegolo chiusino (Montepulciano); cf. etr. T u k e r u s ' © u k e r u s ' (sup. § 6,104 n.) con
etr. lat. CIE. 1573 Τ ο ce [r] ο η ί a, ed etr. 4539 R e s t i a s' e 2693 R e u s t i , 898 Τ r e ρ i a s';
il Pauli legge in fine Tr(e)p(oui)as;
50) A r c e n z i o s ' CIE. 464 da sinistra, con a r latine arcaiche, da solo su la-
mella enea (cf. 38) cortonese spettante probabilmente all 'urna dello stesso defunto;
cf. lat. Argentine etr. A r e n t i ;
51) V e l o s CIE. 858.2278, tinaie di due epitaffj chiusini d'alfabeto latino, pre-
ceduto nel primo da Ve l V i s a n i e , nel secondo da L ( a r t h ) P e t i n a t e ; questo,
scritto sopra una tegola, sta 2279 ripetuto più compiutamente sull'ossario con alfa-
beto etrusco e colle parole L a ( r θ ) P e t i n a t e V e l u s Se t m a l ; cf. anche CIE. 2737
A ( r n ) 9 S c a t e V e l u s ' ecc.
52) Ρ e d r os CIE. 2563 sg. fra C a s i a e l a u t i l i d a sopra un tegolo e una
pietra sepolcrale di Chiusi; cf. ib. 521 0 a n s i P e t r u s l a u t n i , e ib. 1067 H a s t i
P e t r u s ' parimente due volte (cf. sup. 37.49) sull'orlo interno ed esterno di una me-
desima olla, sicché il sospetto del Pauli che uno dei titoli sia falsificato risultami per
doppia ragione, privo di fondamento, generale cioè e speciale;
53) T o s n o s CIE. 1606, preceduto da V i r i d i (§ 13.11) su tegolo sepolcrale
chiusino; cf. F.1 517 V e n e r . T u s n u s ;
54) V i l l o s u i n i CIE. 1058 seguito da Ca i η al, con ο quadrato, s etrusca da
destra, l η arcaiche; il Pauli stimerebbe Γ ο interpunzione ed emenderebbe vel. senti,
laddove io confronto 2154 Vel l i [s]nei e lat. etr. CIL. xi 1794 Volasenna -ennae;
55) A n i c o n a CIE. 834 seguito da [S j en t i a Paper i s , su tegolo chiusino (Mon-
tepulciano); il Pauli propone [Th]cinico via - etr. 0 a n i c u , il Conestabile Anftjicona ed io
An(n)icona, con poca diversità, appunto per Antigona, come CIL. xi 2084 Antigonae
gnatus a Perugia e 2370 Orsminniae Antigonae a Chiusi;
56) P o n t i a s CIE. 1077 preceduto da T h a n i a C a n z i r t l i in ossuario chiusino;
cf. ib. 2875 LarOi T i t i P u n t n a s ' insieme con A c i n i A l f n i per lat. Acilius Alfius e
simili ;
57) N a m o n i a s CIE. 1331 preceduto da A ( u l e ) A n i e; cf. ib. 3225 A n i θ Ane is '
N u m nas ' ;
58) T r a p o n i a s CIE. 1841 preceduto da V i i l C a n T i t i a l su ossario chiu-
sino; cf. ib. 815 T i t i Sc i resa T r e p u n i a s ' sex e p. e. 3857 P a t r u n i per 653.1371
P e t r u n i ;
a° Con S p e d o confronta W . Schulze 236 fra
l 'a l tro lat. Spedius e ose. Σπεάις ; io pensai altresì
ad etr. S p a n t e per lu i 237 η. 1 « g an z ans icher»
(v. G iunte 85 a 1203), e S p a n t u ib. n. 3, e tanto
p i ù vi penserei ora per confronto ib. 236 η. 1 col
campano Σπένδιος e col mer id iona le Spendine; egli
però li r annoda a lat. Spantanus Spanius.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 331
59) e 60) C o r s d i n e Co r s i l i CIE. 2058 sg., il primo fra Ar(nO) e V n l i a s
sopra un «vaso a pignatta», il secondo preceduto da L a r t h i sopra un tegolo sepol-
crale, entrambi di provenienza chiusina; cf. CIE. 4 cu r sn i s ' 4618 Cursn ia l-χ e F.
2070 sg. X u r c l e s X i i r ^ l e s ' insieme con m e n i t l a ®u f l 6 i c l a , ca lus ' t l a l a i s c l a ,
m a r u t l m u n i c l , Ceza r t l e l au tnes ' c l e ecc.
61) P u r g o m s n a CIE. 935 preceduto dal pr. V n l e seguito dal matronimico
genitivo C n u v i a s , con ρ aperta, su ossuario chiusino; cf. ih. etr. 936 ATel P e r g o m s n a
Vel. f(ilius) con ρ etnisca acutangola, ed etr. 1507 A e 1 Perenn i sua, 1508 Percum-
sna l ecc.; Bugge Bezz. Beitr. χι 21 confronta lat. Berejowiws, Y\. Schulze /4 11. 3. Ag-
giunge Pergonia (Volterra);
62) Φ i 11 ο t i s CIE. 871 (F. 711 con Iscr. paleol. 75 n. 103 e Giunte 72) sopra
umetta fittile ; segue S e r t u r u s la ν t n a t a (appar. (pi : lotis e lartnata); cf. ih. Φ i-
l u t i s S e r t u r u s l a u t n t a e 870 Φ i 11 ut-(is) (appar. tullio, ossia oillut col φ privo
dell'asta mediana, come vide acutamente il Parili);
63) soteric F. 2590 preceduto da nunerit su di un « aes signatorism » ; se
si tratta veramente il testo etrusco, potrà confrontarsi sup. 20-22 s'o ter soris di
Novilara e n i s e r i l della grande iscrizione di Capua, dove anche occorrono η u n
η u η θ η ιι η θ e r i ;
64) poter e m F. 2901 preceduto da Touts Kemrs (§ 5.72). — Alle quali
parole date dalle epigrafi, vuoisi aggiungere altresì
65) X o f f e r ο Xos f ' e r 'Tuscorum lingua October mensis' di Papias; Cors-
sen ι 849 η. preferì la lezione xofer, che conghietturò apparente per utofer.
12. Le parole di scrittura affatto ο quasi affatto latina teste riportate, essendo
ora tutte (ad eccezione forse di 46 Sen io , 47 S p e d o , 55 A η i c o n a , 63 so t e r i c ,
64 poterem, 65 Xosfer) prette etnische, e tutte incontrandosi, salvo l'ultima, in
testi più ο meno prettamente etruschi, dimostrano che, quando si scrissero, 11011 ripu-
gnava agli Etruschi pronunciare la vocale o, cui almeno allora ben distinguevano
dalla u, giacché ο e ti concorrono insieme in 36 O l i i e 48 Τ li ο ce r u a l , mentre poi
la stessa epigrafe dà 52 l a u t n i d a con P e d r o s e Ve 1 οs, 63 min con soteric:
siccome poi 51 Ρ e f i l i a t e V e l o s d'alfabeto latino trovasi ripetuto Pe f i l i a t e V e l u s
con alfabeto etrusco, e 52 di contro a, P e d r o s l a u t n i d a d'alfabeto latino sta Pe-
t r u s la u t i l i di alfabeto etrusco (cf. a Pesaro f r o n t a c con t r u t n v t e a Novilara
vilatos' con partenus ed eus'), ne discende che gli Etruschi almeno allora pro-
nunciarono talvolta ο anche alquanti loro u ; e però le allegate (§ 11) parole di Plinio
presso Prisciano debbonsi per quei tempi intendere, penso, della scrittura, dalla quale
a torto forse egli stesso, come i più poi, argomentava alla pronuncia. Ora codesti
tempi non si debbono credere guari lontani ο diversi dall'età delle più fra le iscri-
zioni etnische di lingua e di alfabeto a noi pervenute, le quali mostrano forme gra-
fìche uguali a quelle dei testi già riportati e di altri documenti che insieme fanno pel
presente subbietto ; cioè :
66) CIE. 3057 L a r t : H u l u n i : R a v 9 a s 30 sul coperchio di un'olla chiusina, cui
30 Nel testo etrusco apparisce Quluni, ossia h j lo spazio pei supplement i del Pau l i -on[ia] e -ve[n-
privo delia l ineetta mediana , come p. e. più volte | tji-a; cf. anche CIE. 1017 Larthia Herenuia
in Oele per H e l e ; in quel lo latineggia η te, manca | Uollonis.
310 EL IA LATTES, | I4|
risponde 3058 ii tegolo eoli'iscrizione semietrusca ο semiiatina Larthi. Η olio η [i.]
Ra ve[ηtjia;
07) ib. 3719 Α τ ( η θ ) . L e n s u La ( r 0 a l ) sopra ossuario perugino, rescritto semi-
latinamente sopra il corrispondente coperchio Ar(untia). Le η so La(rtis) f i l i 31
(lat. filici);
ib. 3617 La ( r6 ) . P u m p u . Ρ l a u t e e 3618 L. Pomponius. L f. Plotus (con l
acutangola e ρ aperta) su due ossuarj perugini;
69-70) CIE. 21 Ce i e n a . A(u les ' ) . Τ la ρ u n i e lat. etr. 22 C a e ciuci. L. f.
TI cibo ni, come ib. 19. Ce i e n a C a s p u C a s p a L. (arOa l ) e lat. etr. 20 C ciecitia
Q. f. Ccispo su coperchi d'ossuario a Volterra. Invero anche da codesti documenti
panni risulti che non H u l u n i ο L e n s u ο P u n ì ρ u n i ο Τ la ρ u n i ο C a s p u con
u pronunciarono gli Etruschi, se nella trascrizione ο traduzione latina posero Hollonfi]
e Lenso e Pomponius e Tlàboni e Gaspo, come non P i a n t e propriamente, se posero
Plotus (cf. etr. CIE. 3620.'26 Ρ h i t e, ib. 2583-85 Ρ i u t e e 1648 sg. C i n t e con lat.
etr. Gladio). — S'aggiungono poi a rincalzo le bilingui etrusco-latine, la cui grafia ci
porta essa ancora a'tempi delle più fra le prette epigrafi etnische unil ingui32 : ora
appunto una bilingue già ci diede f r o n t a c (§ 10.1), preceduto, già si avvertì, da
t r u t n v t con u e da lat. L(ucius) L(uci); un'altra, CIE. 428, rende F u l n i con lat.
Folnius e in altre a Z i cu e U n a t a rispondono ib. 1416.3023 lat, Scribonius e Ota-
cilius come a C u p s n a l ib. 1729 lat. Goelia natus; mentre di l'impatto ib. 4190 nella
parte latina d'altra bilingue s'ha Arun(tia) di fronte all'etr. lat. ATOS qui appresso,
e per contro ib. 2965 ci offre etr. lat. Bistro preceduto da Ar. Τ rubi per A ( rn )6
T r e p i della parte etnisca, dove la ο riesce tanto più notevole in causa della tradi-
zione che lat. hister venne d'Etruria33.
Si danno infine parecchie parole etnische e semietrusche colla vocale ο nelle
iscrizioni semilatine ο latine dell 'Eiruria, non poche delle quali contraddistinte dal
matronimico variamente espresso e quasi tutte anteriori all'Impero ο appena contem-
poranee de'suoi primordj 84 ; parole offerte da testi, in cui altre concorrono colla vo-
cale u :
71) Oclie, CIE. 1538, preceduta dal pr. C(aius), seguito da G(ai). f(ilius) e dal
matronimico lat. etr. Lartia gnotus, sopra tegolo chiusino, con c ci angolate e colla
rara interpunzione delle due lineette (in luogo del doppio punto) dopo Oclie, se-
31 Ci'. 3720 F a s t i . G v i n t i a . L e n s u s , donde
r isu l ta doversi con Fabret t i Deecke Pau l i d iv idere
L e n s u L a . e Lenso La., q u a n t u q u e i n sè e p e r s e
Lensula e Lensola, q ua l i appa r i scono , potrebbero
di fendersi p. e. con R a η θ u l a - θ ν 1 a L a r 0 i a 1 i s ν 1 e.
Con Ar. femmin i le , cf. lat . etr. Mesia Arun(tia) del la
b i l i ngue pe rug ina 4190 nel la parte l a t i na per A r .
M e s i del la parte e tn isca . 82 De l l a b i l i ngue C IE . 3763 = C I L . ι 1392 osser-
vava i l Mommsen che « l i t terarum l a t i n a rum fo rma
est aetate impe ra t o r i a : cf. n. 34. 33 Cf. per con t ro^C IL . x i 1585 Subulnius (Fi-
renze) con etr. S u p i n i s u p l u e lat. etr. snònio,
al la parente la col qua le però W . Schulze 153.7 non
crede.
34 Le iscriz ioni la t ine di Perug ia col matroni-
mico C IE . 2044 e C IL . x i 1943 si g i ud i cano dal Bor-
m a n n anter ior i ad Augus t o ed a l l a d is t ruz ione del la
città, perchè la persona in quel le r icordata por ta
il t i tolo di qua t t uo rv i ro , l addove a l la città indi a
poco r icostru i ta presiedettero, pare, duov i r i : cf. ' L e
isc. lat . col ma t r on im i co di proven ienza e t n i s ca '
negl i A t t i del l ' Acc. d i Archeo l . ecc. di Napo l i
voi. xv i i i . 1 (1896), dove si passano in rassegna
p. 29-34 anche le poche r i nvenu te fuor i d 'E t ru r i a .
Na tu ra lmen te s ' i n t endono escluse le epigrafi impre-
ca tone , come l ' a re t ina C IL . x i 1823, perchè in esse
il ma t ron im ico , o g n u n sa, fu r i tua le anche in età
ben tarda , senza relazione co l l ' uso etrusco.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 333
concio il Bormann; interpunzione che ritroviamo nelle tre lineette (in luogo del punto
semplice) offerte dall'epitaffio lat. etr. CIE. 926 e dalla lineetta finale dell'etrusco CIE.
2524, entrambi parimenti di Chiusi35; cf. CIE. 1026 sg. U t i e - s a e 398l L a . P e t r u n i
A n : L a r t i a , che il Pauli leggerebbe A n ( i a l ) L a r t i a ( l ) ;
72) Ο glint a, CIE. 2075, seguito da fi il itisi, matronimico di L(ucius) Varius,
sopra tegolo chiusino di scrittura peculiare (I a ino' di η etrusca arcaica capovolta);
cf. ib. 2571 U e 1 η i a 1, 4010 A u e l i n e i , 4007 A e 1 i η e i , 1650a A e I i η i-s, 651 A c 1 i η a 1,
582 A c l i n e ;
73) Orsminnius -nulo -nniae, CIL. xi 2370, in epitaffio chiusino posto
dal padre A(uhis) a Primo filio e ad Antigonne mairi, oltreché 'sibi et Veturiae Pri-
migeniae uxori ' ; cf. CIE. 3033 (Chiusi) F. 2095 quat. (Volsinii) U r s m i n i e Mumm.
xii 10 U r s m n a l ;
74) Caitho, CIL. xi 2037 sg., due volte (cf. 33.50.52) « in opercolo» di urna
perugina, preceduto entrambe dal prenome A(ultis), seguito la prima da C(ai) f(ilius)
Fabivr, la seconda soltanto da ab, che leggo (H)ab(er) e mando sotto il rispetto grafico
con CIL. xiv 4104 fata insieme ad atos prenestini (Iscr. pai. 76); cf. G. 660 K a i z u
(lat. Caeso) e F. 2610bis ka θ u n i i a , insieme con V e θ i V e z i (nello stesso sepolcro),
Ρ a ρ a θ η a Ρ a ρ a ζ η a , A1 e 0 η a s A1 e s η a s ecc.
75) Spaspo, GIF. 3004, cognome di C. Tutilius L. f. su ossuario chiusino;
cf. col Pauli ad l. ib. 3068 Τ u t n e i S p a s p u (non tutna saspu•);
76) Srablio, CIE. 1297 sg., cognome di G. Titius G. f. Larda natus e del tiglio
ο fratello suo Q. Titius G. f. Coelia natus; cf. etr. C r a p i i u n con S l e p a r i s per Κλεω-πατρίς, s le leQ accanto a s l e l e s ' r e n cve ο s'r e η χ ν e nella Mummia e s ' rancz l
accanto, se mai, a k r a n k r u e umb. krenkatrum e m u n i s v l e O m u n i c l e O ;
77) Fatisatro ine., CIE. 3615, cognome di Vel Vibius Ar(untìs), senza
f(ilius), all'etnisca, con l acutangola, sopra coperchio d'ossuario perugino; così les-
sero Fabretti e Conestabile, laddove il Deecke, seguito dal Pauli, emendò « ex con-
iectura » Pansa Trofmentina tribù)·, cf. etr. CIE. 946 F a s t n t r u , 3038 F a s n t . r u ;
78) Pedro, CIL. xi 2065, preceduto dal prenome femminile [L\artia, in
epitaffio perugino col matronimico Panatia nata (cf. CIE. 4464 P a n i a 0 e s e 4134
P a n i a θ i e 4424 P i a n i a Gè); v. sg. e cf. CIE. 2999 L a r t i a Τ u n n i , 2510 F a ( s t i )
S t i e u ;
79) Trebo, CIE. 959, preceduto dal pr. fem. Thann ia in ossuario chiusino;
cf. num. precedente 3G;
80) Aros, CIE. 3498 e 4326, prenome di Rufis Atinua natus nel primo testo
e di Velesius Tlabnia (natus) nel secondo, entrambi epitaffj perugini; nel primo
35 A l la lineetta con cui finisce il pr imo rigo,
seguono due punt i a principio della seconda: cf.
Ρ e θ η a | : R e m z n a con F. 2604 quat. M l a k a s : 5
e . l a , che male qu ind i si legge selci, anziché e. l a ,
ossia e ( i ) l a (cf. m i l a ei insieme con l-ei-mi) ,
che sono per me le due particole associate anche
nel pr imo rigo della situla di Cembra l a v i s e s ' e
l a ecc. 36 Altre -u femmini l i sono p. e. V e l i c u , 0a-
n i c u , T h a n u - s a , [ © a ] n i a S e cu , S t i c u (Giunte
108, 126), L a s a V e c u (cf. qu i avanti \recui Ve-
cu v i a ) : v. Due isc. prer. 31 n. 51 e cf. anche CIL.
ν 1789 Jutllu Ingenua (Forum lu l ium) , n i 4911 Titiu
Aiterae f. uxor (V irunum) , 5429 Nammonia Materia
(ti. Mur), 548Ì Bindho coniux (ti. Raab) ecc. col
gen. -unis -ouis (p. e. Blendonis Ittunis) ; cf. altresì
W . Schulze 38.7 e pass.
310 ELIA LATTES, | I4|
luogo « sculptor primo ani scripturus postea in aro correxit », sicché Γ ο (aperta) reca
ancora traccie nella sua parte superiore dell'?* originaria; cf. etr. F. 2584 A r u n O ο
A r uη θ i a , sup. 3. A r i o n s ed etr. lat. Aruns;
81) Gargossa, CIE. 1955, preceduto da lat. Flora, su olla chiusina; cf. ib.
etr. 760 V u i s i n e i C a r e u s a , secondo lesse ancora Lanzi, laddove oggi più non si
vede che carcus, e num. sg. ;
82) Η a uno ssa, CIE. 1295, cognome di C. Sentius E. /'. Grania cnat(us), su
ossuario chiusino; cf. ib. 129(5 A ( r η ) 0 H a i i u s a P l a u t i a l insieme cogli altri nume-
rosi esempli di H a n u s a e num. prec,; cf. poi per contro, quanto all'o, etr. lat. 1579
Tanusa Munatia, 1586 mat(re) Tanusa Atina, 1573 Thanu [s] a Toce [r] onta;3'
cf. altresì lat. Calussa con etr. C a l u s a (Saggi e App. 173 e W. Schulze 326.3);
83) Co miniai, CIE. 724, seguito da fi a (lat. fìtta) e preceduto da etr. lat.
Τ ali ni a Anainia, su tegolo chiusino; cf. F. 2105 Cu m i n a i da solo, ib. 2106 C u m l -
n a s La rO in epitaffj tuscaniesi e CIE. 1681 0 a n a A n a i n e i C u m ( l ) n i s a che rida
quasi a parola per parola il nostro testo etrusco-latino;
84) Dertonae, CIL. ι 1345 xi 2726, seguito dal patronimico etr. lat. Vel(ii)
f(iliae) e preceduto dal pr. etr. lat. Taniae, oltreché dalle parole 'Cn. Afreius magister
donum dat', nell'epigrafe circolare scritta « in aerea circulari tabella», che stava in
fondo di una cassetta di tufo ad uso di urna sepolcrale, trovata secondo i più ad
Orvieto, secondo altri a Viterbo (Iscr. pai. 80 num. 134); cf. F.1 435 R a m θ a Z e r t n a i
e fai. Zertenea;
85) Τ hor mena, CIL. xi 2025, preceduto dal pr. A(ulus), seguito da A(uli)
f. Pisto(ria) gn(atus), su coperchio d'ossuario perugino; cf. CIE. 1378 © u r m a n a ,
1377 ecc. Θ u r m η a 2339 T u m i n a ;
86) Laro (ni s) ine. CIE. 2700, seguito da li(berta), preceduto da liuti Tliana,
con l acutangola, su tegolo chiusino; il Bormaun CIL. xi 2419, legge La rO ; cf. CIE.
11 L a r u s ' , F. 26IO1' = F.3 389 G. 853 L a r u s ;
87) Noborsinia, CIE. 3864, matronimico ablativo senza natus preceduto da
L. Petronius L. f., sopra coperchio d'ossuario perugino; cf. ib. 3714 Nu f u r z n a s ' 3717
Nu f r z nas ' e 3758 N u f r z n a l ;
88) Saboni, CIL. xi 2421, seguito da Caerellian(o) Sabonis e preceduto dal
pr. A(uìo) oltreché da 'D(is) M(anibus)', su cippo chiusino; cf. etr. CIE. 1552 e F.1
170b Ve l S a p u ;
89) Achonia, CIE. 374Φ, preceduto dal pr. etr. Thania e seguito dal genitivo
maritale Casceli, su ossuario perugino; cf. ib. 3732 Achonius L. f. Medicus e 3731
L. Aconiiis L. f. Medicus·, inoltre cf. ib. 3447 Aconia C. I. Pnmpua ed etr. 552 sg. ecc.
A χ u η i, 3724 sg. Αχιιηίβ con 3730 A%uni[es'j, 595.850 V e l u a , 4116 m u r z u a , F. 2614
bis V i l i n u a , Mumm. vi (I Oeusnua , VII 9 r enxzua 38. — D'altronde le jiiiì antiche
37 Sta T h a n u - s a a 0 a n a T h a n a (cf. R a n i O a
R a m ò u), come V e l i s a V e l i za a V e l i a : quan to
a l l ' -u v. n. prec. 38 Ricordo ancora : GIE. 3340 Avon i a nata
con etr. 249 A v u s n e i (cf. etr. P e r c u m s n e i Pet-
s n e i R a θ α tu s η a S t a t s n e i con lat. Veryonia-Ber-
yonius Petinitc Ratumenna Statinia e C a p z n e i con
lat. Capenia); 3501 Rufis Cotoni a natus con etr.
3500 R a f i C u t u n i a l ; 1410 Titia: Vesconia col
doppio pun to a l l 'e tn isca e insieme 1409 Titia Ve-
scnia ed etr. 647 T i t i V e s c u n i a e 824 T i t i a
V e s c u n i a ; 1148 Thansius Vetroni a (natus) ed
[33 I VICENDE FONETICHE DE Li/A LFA ΒΕΤΟ ETRUSCO. 3 35
iscrizioni latine si leggono quasi tutte sopra fittili provenienti dall'Etruria meridionale
ο sopra bronzi trovati bensì a Preneste « in intimo Latin», ma tali che «sequuiitur
usum apud Etruscos late sparsimi» (Mommsen C1L. ι p. 23), come sotto il rispetto
grafico l'epigrafe della famosa fìbula d'uguale origine. Ora fra le parole di quei
testi paleolati ni, abbiamo (Iscr. paleol. 43 sgg.):
90) Alixentros' con s' etrusea, sopra specchio « olini Romae » (CIL. xiv 4099),
insieme a Mirqnrios con -s latina, come quella dell'Alixentros d'altro specchio trovato
a Preneste (il). 4103); cf. sup. Arcenzios' e CIE. 1578 Caesia natus';
91) Bioves' parimenti con s etnisca, sopra specchio (CIL. ι 57 e p. 554) tro-
vato a Orbetello « ub i Cosa olim fuit» , insieme a Venos e
92) Prosepnai (altri -ais) inseparabile, pare, da etr. F. 2033 bis c.1' <2>ersipnai
(cf. F.1 406 (Persipnei) ; e vi abbiamo altresì
93) Losna, scritto insieme a Poloces Amuces (CIL. xrv 4095, cf. 4094 Amucos
Polouces) sopra altro specchio trovato a Preneste come nome di una dea col crescente;
cf. etr. L u s / n e i compagna del Sole (Erus) sopra una patera orvietana39. — Colle
(filali voci ben vanno ancora le seguenti, che per lo meno contemporaneamente cor-
revano di certo per le bocche del Lazio:
94) Coza Cozano (cf. sup. Ye t l u nom ) , sopra monete (CIL. ι 14) spettanti,
come pare, a Cosa d'Etruria 40, con 0 contro l'uso latino, sicché fa riscontro alla -s
etnisca di Alixentros' Bioves natus, insieme colla quale già del resto ζ ci occorse in
Arcenzios'; inoltre essa ζ risponde precisamente alla doppia 6* della forma greca Κοΰσα
(Stepli. Byz.) come in U θ ιι ζ e per Όόνσαενς e E i l e i a l i z a rispetto a etr. Aes i a l i s sa
(cf. Caus ' l i n i s s a Presntessa) ; cf. etr. F. 2398 Cus i ax con Run i ax 'Romano ' ,
Ve l z n a / ' Volsiniese';
95) Cortona e Populonia; cf. etr. CIE. 471 C u r t u n insieme con 261 S'ene
per lat. Senae e Ρ u p i n n a ;
96) Vegone ο Vegoia ο Begoe, alterazioni queste due della prima forma secondo
il Deecke Muli. 11 31 11. 45 e 554 v.; cf. Not. d. se. 1886 p. 360 Vecuv i a , CIE. 1499
sg. Vecu i 4 1 ;
97) Nortia; cf. etr. F. 2339 NurOzi 12 e Not. d. se. 1898 p. 449 Nu r z i ;
etr. 3368.3798 ecc. Ve t r a i l i (Paul i petruni) e F. 91
Vet i · 11 ecc. ; CIE . 798 Ρ troni a e 3453 Vibici j
Pironi, 2020 Cocceia Scaturiti, 1686 Voesia ed
etr. V u i s i , 790 Proeni ed etr. 131 P r n i n i 2319
P r u i n i (appar. -int). 39 Cf. Deecke Etr. Fo. v n 5.3; oggi si aggiunge
forse come termine di confronto altresì l u n a s ' i e
nella I. 5 della grande iscrizione di S. Maria di
Capua . 40 Si attr ibuiscono anche a Cosa deg l ' i r p i n i
(che fu Compsa) e a Cosa di Lucan i : ma la testi-
mon ianza dello Strozzi che a lquant i esemplari si
trovarono ad Ansedonia , sembra decidere la que-
stione a favore di Cosa etnisca secondo op inò già
il Garrucci Mon. It . Au t . p. 74-96. e secondo m'in-
segnò colla solita l iberalità l 'amico e collega prof,
dott. Achi l le Coen. 41 11 Fabrett i Gloss. 1903 s. v. registra anche
! v e c u e dal n um . 48U''* del suo Corpus, che ivi
j manca . 42 Contro la conghiettura del Pau l i Etr. St. ν
71.145.156, seguito dal Bugge Beitr. 1 146-148 Etr.
11. Arni. 111-12, che t i u r S z i sia voce numerale , sta
ora, p ann i , l 'a l legato Nursi da solo sopra va-
setto di bucchero, che insieme conferma la lezione
del Forl ivesi e del codice Marucel l iano in confronto
del nupBsi ancora preferito dal Torp Etr. Notes 20
n um . 6 : egli medesimo ib. 53 r icorda nurO « as it
shoa ld perhaps he read » f r a ' n ume ra l i . L 'argo-
mento del confronto fra [Nu] r0z z i n c e e M l a ^ t a
a n a z i n a c e e V e l G u r z i n a c e da me adotto Saggi
e App . 223 sg., cf. Rend ic . Ist. Lomb . 1895 ρ. 1365,
a favore di N u r 0 z i p iù 11011 vale, dacché il Da-
nielsson a]). Torp ib. 22 1 1 1 1 1 1 1 . 23 pare aver letto
G. 740 zi I χ m a n i η ιι / va za | θ r u m ] | h | uθζ zi η ce.
Meni. R. Ist. Lomb. voi. XX I , X I I della serie III, CI. se. mor. e stor.
310 ELIA LATTES, | I4|
98) Porsenna; cf. § 3.10 P ruscenas , CIE. 1228 pur6ne , CIE. 2910 Pu r cesa ,
insieme con (Pulnices e cPulnise e A l e sna s AleOnas ecc., e Bull. Inst. Ardi . 1881
]). 45 purzes ' . — Delle ultime citate voci non intendo come mai i Latini le avrebbero
così tramandate (cf. Corssen n 246 con Pauli, Vorgr. Insch. r 36), se gli Etruschi
avessero nelle corrispondenti loro proprie posto u in luogo di o; e pure nelle prece-
denti dei bronzi prenestini più ο meno impregnate d'influenza etnisca, non pare pro-
babile che ο s'incontrerebbe, se gli Etruschi vi avessero ripugnato; perocché fra le
parole etnische ο semietrusche delle iscrizioni latine, alcune come Co in Ina i Ors-
initinins Pergomsna Strablio presentano aspetto siffattamente etrusco da escludere,
parmi, il pensiero che l'o si debba a consuetudini e necessità fonetiche dei Latini43,
le quali d'altronde in Cortona Xortia Porsenna e simili mal si saprebbero definire.
13. Vengo ora agli elementi b g <1 onde mancano tutti gli alfabeti etruschi, come
ne mancano quasi affatto i testi etruschi di lingua e di scrittura, benché al par dell'ο
tutti s'incontrino al proprio lor luogo negli alfabeti greci dell'Etruria (§ 9 IL 14). La
figura della b greco-latina chiara e schietta
I) occorse per la prima volta or fa pochi anni nell'antichissima epigrafe di
Barbarano, già segnalata per a l q u (§ 2.3) e ka ra i (§ 3.1); in essa cioè l'ultimo dei
tre incisi, separati fra loro dall'interpunzione del punto triplice, onde consta, vale a
dire a i z a r u v a a l q u m a z b a v a n a i a h , ossia per me a i z a r u va a l q u m a z b a va n a i a h ,
offre ben chiaramente la figura normale della b nella ignota incertissima voce -mazba-;
sicché tra per codesta sua condizione, e tra per la novità e singolarità dell'elemento
43 A l Pau l i Vorgr. Inschr. Lem. ι 3(> sg. sem-
brano deporre in favore de l l ' ο in etrusco special-
mente le voci lat ine in -onius r ispondent i alle etni-
sche in -u -ui -uni -una, quan tunque non neghi
che in ta lun i casi l ' o possa doversi ad analogia
coi numerosi -onius dei Latini : p iù però pesano
nella sua bi lancia gli esempli etruschi di u da au,
corneo lat ino i ta l iano francese. Cf. P ian ta Gr. ι 28:
« das A l t umbr . besass keine besondere Zeichen t'iir
ο g d, aber die Lau te waren selbstverstandlich vor-
handen, da sonst deren Hervortreten ini Neuumbr .
vol l ig umbegreif l ich ware» ; e appresso : « ueberall \vo
die lat. Schrift ο g d b bietet sind wir durchaus ge-
nothigt die u k t ρ der a l tumbr . Schrift ebenfalls als ο
g d b zu verstehen ; n icht e inmal zu der A n n a h m e ,
dass ini A l t umbr . ο g d b sicli etwas mehr als ini
Neuumbr . dem Klange ν or u k t ρ genahert hatten,
ist man durch irgend etwas berecht igt» . Quan to
agli Osci, osserva egli p. 45 η. I : «au f fa l l i g mag
scheinen, dass der rege Verkehr mi t den Griechen
der Kiistenstadten (und den Romen i ) nicht zur Aut-
nahme des Zeichens ο tur den Lau t ο f i ihrte; der
Schritt vom a l tgewohnten u her ware eber ein vie!
grosserer gewesen ; viel unwahrschein l icher ist ni ir,
dass ein Unterschied i ti der Aussprache der Grund
gewesen sein solite (Corssen υ 124) ». Ma perchè ed
essi e gli Umbr i abbandonarono quegli elementi"? e
perchè, se ma i , gli E t rusch i ? e perchè gli Etru-
scizzanti di Novi lara non usarono mai u, ma si ο
e ti osca ins ieme? tratterebbesi l'orse di reazione
tentata dai maestri del l 'a lfabeto contro la tendenza
ad oscurare sempre Γ ο in u ed a sempre media-
lizzare le tenui , come tuttodì si avverte in p iù par-
late del l ' I ta l ia merid ionale (cf. p. es. lat. etr.
Ρ ab a Pabaea per etr. P a p a P a p a n i a, Pont-
bulus -buia a Perugia per Pompulus --pulla)?
In ogni caso, secondo W . Schulze 76, « d i e Etru-
sker werden Catius Cattius Cadius schwerlich zu
scheiden vermocht h a b e n » ; cf. 64 « die mange lnde
Unterscheidung vou Media und Tennis ecc. betrifft
nicht hloss die etruskische Schrift ; auch die Auss-
prache liess wenigstens fiir das Olir des Romers
diese Unterschiede n icht m i t der ihm aus seiner
eigenen Sprache gelaufigen Deut l ichkei t undSc l i a r fe
hervortreten» . — Trovo io del resto l 'o due volte
eziandio in upo e feuos dell 'epigrafe, per me,
etrusco-fa lisca di Poggio Sommav i l l a (Not. d. Se.
1896 p. 476 cf. Rendic . Ist. Lomb . 1889 p. 825-827):
il Torp Etr. Beitr. Zw. Reihe ι IO pare la g iud ich i
senza p i ù etnisca, sicché lesse ηρθ la p r ima delle
due citate parole; cf. Rendic . 1907.864 n. 24 ego
argentelom ilom di altra epigrafe etrusco-fa lisca
ancora inedita.
[351 VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETRUSCO. 337
che la rende preziosa, torna ragionevole ricercare anzitutto se questo sia tale vera-
mente ο non piuttosto parvenza d'altro già noto. Potrebbe trattarsi infatti anzitutto
di b apparente per e corinzia, quale abbiamo CIE. 4051 titb rafb apparenti per Ti te
Hate (cf. F.8 bis t. I vbstu per vestii), sicché debbasi anziché mazba, leggere mazea,
un nome femminile a ino'di A r l enea Ca lea Yelea Ve l i ea ©an i e a Pus t e a (cf. lat.
prenest. Metrogenea, paleol. fileni primogeiiea e simili). Può poi ancora sospettarsi che
per caso, ο per errore, ο pei' capriccio dell'artefice, siansi congiunte le estremità su-
periori e inferiori della k, sicché s'abbia veramente mazka, con k regolare davanti
ad a, come c regolarmente davanti ad e nell'analogo mazce (cf. CIE. 52il Β lOmasve)
letto dal Deecke (Jahresb. 1896 p. 101) F. 2033bis ea 3 in luogo del tradizionale
malce. Infine può dubitarsi che l'apparente b rappresenti in realtà alquanto sformata
la /' angolosa della scrittura arcaica; e in tale caso potrebbe mazfa confrontarsi con
F.3 17 zfes' letto sopra una ciotola rossa della Certosa a Bologna. Ma ostano alla
prima ipotesi le altre due e di figura ordinaria offerte nel medesimo testo da eO e
seri η del primo e secondo inciso; osta poi alle altre due ipotesi la chiarezza e pre-
cisione di tutti gli altri elementi, ed osta iti particolare alla terza che in titolo cotanto
antico, meglio di una f quadra sfigurata e dimezzata, s'aspetterebbe vìi per /', senza
dire che il citato zfes'vorrà forse scomporsi in z.fes per confronto col z:: di Tresivio.
Terremo pertanto, se mai, col Gamurrini fino a prova contraria che b veramente ci mostri
l'epigrafe di Barbarano Romano; ma sinché altri antichi esempj 11011 s'aggiungano, né
sarà pienamente sicura, nè molto varrà. — Sicura affatto, ma d'incerto valore per l'e-
trusco. è la b di
[2) F.'- 133 sg. con Pianta Gr. u 525 num. 161 sg. Vibifs:] Smintiis [:] e
Vibis: Smintiis : sum... e Vìbis: Smintiis dipinte in nero sopra due pezzi di fregio
fìttile spettante a tomba capuana (cf. F.3 420 Pianta 165 Vibis Urufiis), notevoli
perchè CIL. xi 1616, cippo marmoreo di Firenze, ricorda appunto un Q. Vibius Smin-
tius (cf. ose. Kavkdis con lat. etr. Caucadius)44] ;
|3) Mittheil. Róm. u 267 Minti s : Beliis : Anei : upsatuh : sent : Tiianei: su vaso
fittile di Suessola ;
[4) bales nell'iscrizione maggiore di Novilara 1. 10, insieme con ρ in 2 par-
tenus paten, 9. 3.12 polem, 6 is'perion, 5 ipieni, 8 nierpon.} — Nè sicura per
contro, nè guari valida, mi sembra la b di testi seguenti :
44 Jl Fabretti ha cibi : simintus : vibis : simin-
tis : su[m] : dietro a l l 'He lb ig Bu l l . Inst . 1873 p. 125;
come sopra corresse il P ianta per autopsia , salvo-
che fra Smintiis e Vibis notò u na piccola la-
cuna, che pann i potersi facilmente colmare coll'in-
terpunzione; dopo su in, egli avverte non vedersi
bene se manch i qualche cosa e quanto . Sì egli, sì
il Conway It. Dial . ι 132 num . 130, pongono queste
due epigrafi fra le osche, ma entrambi registrano
fra le osco-etrusche Luvciies Citai ivies s uni
tanto s imi le (Pianta 552 num . 172 Conway 95
n u m . 91), ed anzi il Conway ιι 618 s. v. es- dà sum
come forma osco-etrusca.
46 Cioè , direi per esempio (Isc. paleol. 38)
'M i nn i u s (et) Bell ius Ann i i operati sunt Teani
ossia celebrarono in Teano la loro l ibazione, cui
a l lude il fìttile così iscritto (cf. n. 14 etr. m u l u .
v a n i Ice k u r i t i a n a s ' per dire forse al i" incirca
'mette et v ino fecit in curia dei Anae" , CIE. 261
a ν . U n i c a η e θ a S 'e η e, 471 ni i U η i a I C u r t u η
insieme con h i l a r 6 u n e e te rt i-e ca Ore e si-
m i l i ) : in sostanza consente meco anche il Pianta
Gr. ι 414.430.518 η. 1 ecc. π 638 num. 172-179; egli
crede però n 528 potersi leggere beriis, che il Con-
way preferisce, laddove Deecke Jahresber. 1896
p. 52 che in tutto il resto accetta la mia interpre-
tazione, preferisce beviis.
5) F. 2546 u i b i a sv , forse per V i b i a s V(el) , scritto da destra secondo Lanzi
(Caylus), su gemma «di antico stile romano» presso un guerriero prostrato a terra
e moribondo;
6) F. 2192 e π b da sinistra in anfora volcente; cf. F. 2886 eh da destra sul)
pede vasis d'incerta origine, ma meridionale;
7) GIE. 935 l av t i con Β latina di mano diversa sopra la c, sicché, se genuina,
ricorderebbe la vicenda fonetica del latino seriore rappresentata da etr. lat. Vibenna-
Vivenna (cf. Wolfllin's Ardi, χ 135 sg. cf. ix 522). — Ben sicuri documenti anche per
la b etnisca ci porgono però anzitutto le seguenti iscrizioni d'alfabeto latino:
8) GIE. 832 Ar Fa bassa A r n t h a l Fran i l a I su lapide di Montepulciano
(Chiusi), cioè Ar (n9 ) P a p a s a e ArnOa l ; cf. sup. etr. lat. Gargossa Hannossa per
etr. C a r c u s a H a n u s a ;
9) GIE. 2182 Tana V u t n i i i Vi b i n a i su tegolo sepolcrale chiusino; cf. etr.
V i p i n a l e V i b i n n a l con etr. Àne Anne , etr. lat. Haerina Haerinna;
10) GIE. 2219 Lar. V i b i n n i C r a sn i s a La V i p i n u car i su tegolo sepolcrale
chiusino della collezione Ancona, sospetto al Bormann e al Deecke, ina, per quanto
sembra (cf. al num. 3236 3297), non al Pauli; e giustamente, a parer mio, salvochè a torto
egli trascrive Cari. Trova infatti La(rQi) V i p i n e (con ρ etnisca) car i (regolare iterazione,
al modo p. e. che 2108 Larce Ve lcxna seguito da L a r ge Ve lxna e, per me, p. es. di 181
Lai'6 Vete ArnOa l i s a 6ui seguito da LarO Vete l ine , di Lar(Oi) V i b i n e i Crasn i sa ,
con -e femminile per ei e car i alliterante con Crasn i sa ) preciso riscontro in Mon.
Aut. IV 324 tig. 170b ka l i ke a p u m i ni ka ra e in F. 91 T u t n i t a Fas t i Ve(lus') e
l(a.) care (cf. m i la ei, 1 ei mi, m i 1, e me 1). Torna qui notevole per la b etnisca
la concorrenza di V i b i n e i (cf. etr. V i p i ne i ) con V i p i n e nel medesimo testo, come
tantosto (12) Treb i con Trep i e più avanti La rge con Larce e G a l i a con Cau l e ;
11) GIE. 2732 H a s t i a : S e t h r n e i | V i b i n n a l 2733 H a s t i a . S e t h r n e i | V i b i n n a l
su «tegula et ossuarium ad eandem personali) spectantia» di Chiusi, la prima nella
collezione Ancona; cf. 9 V i b i n a l ;
12) GIE. 2965 Ar. T r i i b i . H i s t r o , iterazione variata latineggiante (cf. 10 sg.)
dell'epigrafe etnisca di lingua e d'alfabeto A(rn)6 : Trep i : @a nasa , sovrascritta sul
medesimo tegolo chiusino; per Treb i con Trep i , cf. IO V i b i n e i con V i p i n e e gli
analoghi esempj ivi allegati;
13) CIE. 2209 R a m t a . V i b i n s. L| l a n i n i sii tegolo sepolcrale chiusino, cioè
L(arOal) l a u t n i (cf. Pauli, Etr. St. iv 8.39), ossia circa 'liberta' con l au t n i ( a ) fem-
minile invece del solito l au tn iOa ο - i ta ; cf. 2322 0 a n a l au tn iOa E i n i s , F. 1670
0 a n a Lecus t a l a u t n i ο L a u t n i (lat. Lauti ni us), F. 2564his L a r t i L a u t n e i ecc.;
14) GIE. 987 G a v i a La r t l i i | B a r n a e s in tegolo sepolcrale chiusino; cf. 986
lat. etr. Barnaeus ed etr. 594 P a n i a , 603 [Pa]mas' , G. 32 mi Pa r n i e s . — Abbiamo
poi nelle iscrizioni di dialetto misto latino ed etrusco:
15) CIE. 2207 L. V i b i . L . f. C a i n a l , dipinta in nero sopra umetta tittile chiu-
simi; cf. etr. V i p i , sup. 12 Treb i con etr. T rep i , sup. 10 \Tibinei, 928 A. Cnaeus A.
f(ilii) f ( i l i us ) P a c i n n a l , 1755 Ar . P a n c a Ar(untis) ii(lius) A n u a l gna(tus) ecc.
16) CIE. 4252 S lebar i s | Cave l l , sopra coperchio d'ossuario perugino; cf. etr.
4253 Fas t i Cav i l i Pe t run i s , S l epa r i s -ris' rs' (secondo i più per gr. Κλεωπαιρίς) e lat. etr. Cavilius Gavilius;
17) CIE. 2935 A r T i b i l e . P . 1. cioè 'P(ubli i) l(ibertus)', con t etrusca, su te-
[37] VICENDE FONETICHE DELL'A LEA ΒΕΤΟ ETRUSCO. 339
golo sepolcrale chiusino; et'. 2933.34 T i f i l e , lat. etr. Thiphiliae e CIL. χι p. 466 n.
Tibilianu{m);
18) e 19). CIE. 3722 A. B r u t i s Vel. f. e 3723 B r u i t i a A. f., padre e figlio,
come pare, ricordati sopra il coperchio di ossuarj perugini; cf. etr. 2138 Prute-sa;
20) GIE. 22 L. Gaecina . L. f. T l a b o n i . vix. annos xxx e 154 [A. Gaecina. A.
f.| T l a b o n i . vix annos. xx, sopra il coperchio di ossuarj volterrani, dove T l a b o n i è
matronimico declinato all'etnisca, secondo risulta del confronto coll'epitaftio etrusco
di lingua ed alfabeto GIE. 21 [A JCe i cna . A. T l a p u u i . avils'.[xxj, scritto parimenti
su coperchio d'ossuario volterrano. Può quindi sospettarsi qui spetti altresì
21) CIE. 1074 Servilia | A. f. T r e b o n i , epitaffio letto su pietra chiusimi, se
mai. con matronimico latineggiante per l'etr. T r e p u n i ;
22) CIE. 959 T h a n n i a . Trebo| Sex. f., parimenti declinato all'etnisca (§ 12.79).
23) CIE. 1297 C. Ti t ius .C. f. | Farcia . natus S r a b l i o e 1298 Q. Titius. C. f.
S r a b l i o | Coelia natus, padre e figlio, oppure due fratelli ricordati sopra ossuarj
chiusini: cf. etr. C r a p i l u n (§ 12.7(j);
24) CIL. χι 2777 P a b a . A . 1. Philom[ususJ | Acinia . L. 1. Hedo| uesj | Auneia .
Α. I. Chrys[e] | ex. parte . tertia . sua | sibi. et | Pabaea . Α. I. Ruiinfa] | Paba . Α. I. Al-
cimu[s]..., su tavola marmorea di Volsinii (cf. Gamurrini, Not. d. se. 1880 p. 284); il
«singulare nomen gentilicium Paba » sarà sicuramente etr. P a p a (cf. sup. Ρ a bassa
per etr. Papasa e qui subito appresso Paliate), di cui si dà nel nostro testo anche
il femminile Pabaea , circa etr. papaia, foggiato a mo'di K a m a i a K a n s i n a i a Hirmi-
na i a L a r c a n a i a da Cama-s C a n z n a Hermena-s L a r c n a , in luogo dell'etr. P a p a n i a
foggiato come V i l l a n i a Pec i a n i a da Y i l i a Peeia ;
25) CIL. χι 3672 ι 1332 C. P a b a t e . L . f. su colonnetta di Caere; cf. etr. Pa-
pal ina con A sa te Ca l a t e Ma η 9 va te Pe rp ra t e atez ecc. — Colle quali voci docu-
mentate dalle epigrafi, ben va su bu io perchè secondo Varroue 1. I. VII 34 'ita dicunt
tibiciues Tusci ' e secondo Verrio Flacio (Paul, ex Eest. s. v.) 'Tusce tibicen ita dicitur',
laddove CIE. 99 abbiamo mi ma L a r i s s 'up lu , 2459 mas t r (appar. m. a. str) s 'up lu ,
F. 2033 bis f.u . . . a s i l m t u l . l . s u p l u (cf. CIE. 2812 sg. S ' up lun i as ' , 2811 S u p i n i ο
S u p l u n i ) . S'aggiungono poi (cf. Corssen n 34) fra 'nomi etruschi di luogo lat. Blera
e Sabate di contro a Perusia Popnlonia Nepet Salpinum; giacché 11011 s'intende come
mai i primi sarebbero stati così trascritti da' Latini, se, al pari dei secondi, avessero
gli Etruschi nel pronunciarli adoperato la tenue anziché la media; e ciò vale ancor
più nel già ricordato etr. lat. Vibenna, essendo accanto accanto ad esso dalle tavole
lionesi accertata altresì la forma Vivenna. Inime
26) Cab reas 'Tiiscorum lingua Aprilis mensis dicitur' Gòtz The Gloss. ι 159;
cf. Fab. 2584 CaBr ia l , ossia Ca f r i al, dipinto in rosso sul fondo di vaso cretaceo di
origine incerta. — Dopo di che non vedo ragione di escludere nemmeno la glossa esi-
c h i a n a βν^ος κανϋαρος.
11. Quanto agli elementi <j e d, 11011 s'incontrarono finora che nelle iscrizioni
etnische d'alfabeto latino. Yale a dire, quant'a <j:
1) CIE. 93ò Vnl. Pergo in sua j Gnnvias (§ 10.61);
2) CIE. 1596 L. S a r t a g n su tegolo chiusino; cf. qui avanti 4.5;
3) CIE. 2218 Larcn . Viiicxna | L a r g e . Yelxna su tegolo chiusino, con Large
nell'iterazione per Larce del primo testo come sopra (§ 12.10) inversamente V i b i n e i
310 ELIA LATTES, | I4|
nel primo testo aliato a V i p i n e dell'iterazione. — S'aggiungono le seguenti epigrafi
di dialetto misto :
4) CIE. 1597 L. S a r t a g . L . ι >, su tegolo chiusino; cf. sup., e avanti 2.5;
5) CIE. 1598 Vel. S a r t a | gus . Vn l . η , id.; cf. sup. 2.4;
6) CIE. 1955 Flora | Gargossa (§ 11.78). — Abbiamo inoltre:
7) CIE. 988 Thania. G a l i a j Aruntis . f , scritto orizzontalmente sopra tegolo
sepolcrale chiusino, sul quale, sotto di esso epitaffio, in direzione verticale sta ancora
l'etrusco A. C au l e d'alfabeto latino: ora codesto Cau l e pare connesso con Ga l i a ,
circa quanto p. e. ib. 1649 A ci LI [i] C i n t e con 1648 Acilius Clodia natus. — Infine
abbiamo nelle iscrizioni latino-etnische col matronimico:
8) CIE. 2075 Oc/li κ io per l'etrusco U c l n i a l (§ 12.72). Nelle quali iscrizioni
gioverà altresì ricordare pel presente subbietto che ben venti volte s'incontra gnatus per
due cnatus; come pel presente subbietto, fra le parole etnische ο etrusco-latine a noi al-
trimenti pervenute (cf. Corssen ιι 11) voglionsi ricordare Ergenna 4\ Begoe ο Vegone ο
Yegoio, Tages e i nomi locali Gravisiae 'ίγ ν/lat Aegilium Tregenae; nè va dimenticato
voisgra 4T, nè le glosse esiehiane γινίς ο γνίς γέρατος e άγαλψορα παϊόα, che per la base
richiama etr. a ca le e pel suffisso p rue ν net lira (cf. e v i t i u r a s con t u r ke t i u r ke ecc.)
A ne iO l ira e simili.
Quanto all'elemento <1, abbiamo anzitutto fra le iscrizioni etnische d'alfabeto
latino :
9) CIE 819 D a n a T id i | Urinatial, con t etnisca, su tegolo chiusino, dove le
due prime voci ridanno le etnische 0 a n a Ti ti; cf. 15 Ped ros e lat. Tidius secondo
gentilizio del giureconsulto lavoleno.
10) CIE. 856 Va lisa : λ' η d ia e 2156 C. V i i d i , entrambi titoli chiusini, il primo
su tegolo sepolcrale, il secondo sotto l'epitaffio etrusco di lingua e di alfabeto A(rn)6 :
Ye lcs ' na . L u# r i a s ' di una piccola olla; cf. etr. CIE. 1485.3645 Ye6 i, qui tantosto (11)
Ve id i e appresso (23) Vaednia e etr. Ye l i s a Ve l i z a Ye l i z z a con alfabeto latino;
11) CIE. 1606 V ι l i d i Tosnos (§ 10.52); cf. IO e etr. CIE. 743.1757.2087 Ve iz i
con 3900 Yez i ;
12) CIE. 874 Tana (11011 Tania). S u d e r n i a . S a dn a l , su olla chiusiiia, itera-
zione abbreviata di 873 qui appresso (16); cf. etr. SuGr i n i a l e SaOnal ;
13) CIE. 1058 L a r d i a Cernei ] Yetinal, con Λ umbro-etnisca per ni (cf. 18),
su ossuario chiusino; cf. etr. LarOia;
14) CIE 1435 Clepatra Ted sull'ossuario chiusino, cui spetta la tegola iscritta
etniscamente, ib. 1434, C l epa t r a TeOas . l ( au ) . t( ni θ a), cioè l au tn iOa (cf. 15), ossia
circa 'liberta';
18 II mio «contrabbando» lessicale Wolffl ins's
A rd i , χ 180 ecc. circa questo vocabolo (\Y. Schulze
Gesch. des lat. Eigenn. 80). cioè un lat, etr. 'ergenna
sacerdos haruspex ' , potrebbe però trovarsi essere
un giorno per avventura buona merce. St imai infatti
e st imo ancora notevole che mentre Persio Volter-
rano ch iama Ergenna un suo '(sacerdos) haru-
spex' , secondo una conghiettura del Bugge etr.
e r ce e r c é-m , erce : f i s'e, e r ce f as ' , e r s c e avreb-
bero significato al l ' incirca ' fecit ' e 'sacra fecit ' ;
sicché ([liei nome riuscirebbe chiarito e giustificato,
diventando perciò probabile che esso per l 'etimo
suo appunto accenni agli ufficj del personaggio così
chiamato. Pure Torp Etr. Beitr. π 38 riconosce
a proposito di c e ^ a s i e f i u r e r ce f a s ' che « hier
ist gewiss von verschiedenen priesterlichen Funk-
tionen des Verstorbenen die Rede » ; egli però a 71
separa e rce da e rsce che interpreta Svendete ab . ' . 47 Cioè per me forse lat. voliterà etr. -icra -icra
-iscra.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 341
15) GIP]. 2563 Gasia . Fed ros lautn i<la e 25 64 Gasia P e d r o s . l a u t n i d a , ti-
toli chiusini, il primo sopra un tegolo, il secondo (con t etnisca) su di una pietra,
iterazione normale uno dell'altro: v. $ IL'·">-< cf. il numero precedente e sup. 9 T id i
per Τ it i . — Abbiamo poi nelle iscrizioni di dialetto ο d'alfabeto misto:
Mi) GIF. 873 Thania Sude rn ia . Ar. f. Ta. S adna l , su tegolo chiusino spet-
tante all'olla ricordata qui sopra num. 12, che ci diede lo stesso epitaffio abbreviato.
La di S a d n a l sta sotto quella di S u d e r n ia, la quale sta alla sua volta sotto la t
di Than i a , mentre Ta, scritto con lettere più grandi, sta fuori delle tre linee di per
se, davanti alla terza ed ultima, sicché il Pauli lo reputa aggiunta posteriore od errore
di lapicida, clic prima avrebbe inteso notare il prenome colla grafia Ta(nia) in luogo
di Than i a , da lui poi preferito, lo per contro leggo Ta (nas ) S a d n a l , come 1320
T l e sna l 0 a n a s e F. 2127 M a n i a l 0 a n a s (cf. qui tantosto 17 L a r t h i a e i Met l i ae i ,
GIF. 1573 Thania Sella· nata, 1586 maire Tanusa Alina ο Axlna), con Ta (nas ) per
Tha (nas ) , al modo che nell'iterazione del num. 12 Tana pel T h a n i a di questo;
17) GIE. 1138 Ar. Feder i l i Larthiaei. Metliaei, sopra tegolo chiusino; cf. etr.
l 'etrn i peOereni, CIL. xi 2418 Rutilia C. f. Bussinaei, con aei ( ei) -i genitivo ο
ablativo matronimico, come § 12.69 sg. e 13.20 sg. Tlaboni e forse Treboni; cf. però
altresì CIE. 1147 Vae l i z a L a u t i n a e i (Pauli lautinaei per l au tn iOa ) ;
18) CIE. 1015 C. Latinius. C. f. L a d i l e , su tegolo chiusino; cf. 1665.2405
La9li-s, direi, da La(r)6( i ) l i-s;
19) CIE. 1538 C. Od le C. π Lartia gnatus (§ 12.71);
20) GIE. 1578 A. Scandii io A. f. Caesia natus', con s' etnisca (cf. 13)4S su te-
golo chiusino; cf. 2717 A. Scandio Munatiae n[at(us)|; cf. etr. Scans i l a e paleol.
lì et us Gabinio;
21) CIL. 2045 C. Grania . C. f. Ludniae. gnata, epitaffio perugino; cf. etr.
d E . 3779 LarOi Lu t i l i Ceis is ' e 2947 H a s p a l auOnf i ) L ( a r )0 ( a l ) C l a tes ' ;
22) CIE. ι 1345 χι 2626 Cn. Afreius magister donimi dal Taniae Dertone
Vel f. (§ 12.84);
23) CIE. 4769 C. Aufidi . G. f. Iiarisp(ex) Vettia Vaedn[la\ nat(us), su tegolo
chiusino; cf. etr. GIE. 4076 VeOnia l , *3296 V e Olia con etr. lat. CIE. 1147 Vaeliza
Haerina allato a 985.2636 Veliza [ferina. — Infine abbiamo fra le iscrizioni di ap-
parenza prettamente latina trovate in Etruria:
24) CIE. 3545 G. Ad enati s Cafatiae e
25) Not. d. se. 1896 p. 146.1. C. Adenti a Nepos sibi et C. Petronio. C. f.
Lem(onia tribù). Tiróni M. Valerio. M. f. Pedóni Q. Cassio Ghóro f(ieri). i(nssit); la
prima sopra ossuario di Perugia, la seconda sopra un cippo sepolcrale di Bologna
tornato alla luce insieme ad altri commemoranti persone di nome sicuramente etru-
sco ([EJrcennius, Vibias, ileidlus ecc.). Il Pauli trascrive la prima: Cafatlal TJ. Ada-
natis, dove corretto -al, ch'evidentemente è mero errore di stampa, in -ac, resta pur
sempre inesplicabile l'anteposizione di Cafatiae, che non meno evidentemente è com-
plemento, secondo l'uso etrusco ed etrusco-latino, sovrapposto. Anche circa Adanatis
4 ' Π Paul i trascrive natimi, ma a conferma di
ti a t us' s tanno 674 Satellia natus, 678 sg. Al fin natus,
682 Vibinnia natus, 715 Thoceronia natus ecc. ecc.:
d 'a l tronde 3931 L. LussiuM A. 1. S[ep]tlus r da lu i
medesimo trascritto Lussius'; e cf. slip. Dioves' e
Alixentros nei semietruschi specchi di Preneste.
310 ELIA LATTES, | I4|
(cf. lat. etr. fin fi s Snlpicis, paleol. Ferentinatis per etr. Frent inat .e) , non so se bene
Ί Pauli abbialo preferito, dietro il Belfort e il Conestabile, allo Adenatis del Lanzi e
del Bormann; infatti oltre al nome del fiume etrusco And cu π (Liv. 41.19), abbiamo
ora lat. etr. Adelina, come testé si notò, che salva forse l'etr. AvOenna di CIE. 1052
dal Pauli emendato in av(le) herina; cf. anche 384 AuOnal .
Risulta da codesti esempj che etr. lat. <1 risponde per lo più, secondo già dal
Pauli e da me venne ripetutamente documentato, a etr. Θ, non senz'influsso forse della
somiglianza fra le figure di due elementi 4!1, come talvolta etr. φ e χ rispondono a lat.
b e Sino a qua! punto pertanto i testi etruschi e semietruschi teste con d allegati
provino per l'uso di codesto elemento presso gli Etruschi e pel possesso da parte loro
del suono da quello rappresentato presso i Latini, resta per ora dubbio, specie quanto
alla glossa esichiana
26) Jéa tìsà imo Τν$(>ψών (forse niente più che la nota voce latina, appresa
da qualche greco scoliasta per via etnisca); anche le altre simili glosse
27-30) ανόας βόρεας (cf. ανταρ ο αν τ ας αίετός), όάμνος 'ίππος, δροννα ι) αρχή n o n
sembra perciò si possano ornai senza più reputare sospette «già per la loro figurazione
fonetica». Uguale dubbio panili infondato ormai eziandio
31) quanto a lat. etr. fatando- 'cielo' (Paul, ex Fest. 88 -faine dictae ab al-
titudine a fatando quod apud Etruscos significat caelum ; cf. faine 'turres' fnlnricn
'tela', Fnlncer Falerii, etr. fa las ' fa I s t i fa I ζ a - 0 i ) per confronto con etr. LarnO
Lar (n )0 e lat. ο lat. etr. Larnndn
15. Anziché per difetto, come quanto agli elementi q h c (§ 1-8), b c/ <I (§ 13 sg.), ο
(§ 10-12) e alla forinola vh ($ 9). peccano infine gli alfabeti etruschi (§ 1) per eccesso
quanto agli elementi ,s· ,s· e 2·: risulta invero da'testi, che mal risponde agli usi della
scrittura e a'bisogni della pronuncia ne'vari tempi e luoghi la precisa distinzione fra
i tre predetti elementi indicata da tutti quegli alfabeti, salvo 1.4) il nolano F. 2767.
49 Altri esempli di siffatta equazione offrono
forse CIE. 3117 PesGe (cf. P e s t i l i - tus ' ) e 3668
Um i 0e [ a l ] rispetto a lat. Pesidius e Ummidius
(cf. \V. Schulze lat. Eigenn. 91.258 « wenigstens
ehensogut gleich TJmettius »). Inoltre 0 a s i = © a n s i
va con lat. etr. Dasius e 0 u c u con lat. Dodo·,
per Ladini) ia (Fiesole) e Ladinius Volaterras
insieme con Latinius (Chiusi ecc.) e etr. L a t i n i ,
cf. etr. CIE. 29Ì7 l a u Q n 1199 l a u G n i a ; qu ind i θ 11
9 u n a θ ì L r ichiamarono un tempo lat. duo duonus
Duilius, e cosi e θ e efll lat. aede aedilis, e c a ^ r a
lat. quadra, e i0 n u m ® n u n S e n lat. id mundus
nundina; meno infondato parrà (v. 11. 43) forse
oggi ancora il confronto di «e e QeOik nell'epigrafe
etrusco-falisca trovata a Poggio Sommavi l la (Rendic.
Ist. Lomb . 1899 ]). 828) con lat. de dedic(at). 50 Cf. sup. etr. T i f i l e e etr. lat. T i b i l e ; il
Paul i Alt it . St. 111 25 e Venet. 110 manda etr.
Φβ su Φ l a \T e Φ u r s e θ 11 e i con lat. Besonius Bla-
vius Burredius (W. Schulze 90 « sicher fa lsch») ;
(pianto a ^ l a v i ' F l a v e , non può tuttavia dimen-
ticarsi lat. Flavine. Per γ vini petto a lat. g, cf.
Y e / e t i a con lat. Vegetia, p a ^ a n a - c ρ a γ a η a t e
con etr. paganns. A / m e m r u n Αγαμέμνων. 51 Qui spettano forse anche tes i 11 θ ο Tes i η θ
e i nomi di deità L e i η θ V a η θ (cf. lat. Adolenda
Coinquenda ecc.). Anche il Corssen Etr. 1 501. 11 42 sg. 454 (cf. Deecke in Miill . 1 57 sg., Bleitaf. v.
Magi. 23 e Falisk. 25 « das Wort milsste etr. etwa
* falange oder *falan& heissen») pensò a lat. rotuv-
dus secundus e interpretò 'sp lendente ' ; io un tempo
raccostai ce ri - / u n θ e (cf. c e r i / u cer i 1111 ce πι-
π ί 111 c e r u s ) a lat. foe-cundus e rubi-cundus. Torp
Etr. Notes 12 interpreterebbe etr. f a l a s ' 'Ha l f t e ' e
f a l s ' t i = f a l z a f l i 'bei der Ha lb i e rung ' ; a me, con-
siderata l ' indubb ia significazione generale e spe-
ciale funeraria, da tutti ammessa delle epigrafi del
Cippo di Perugia e del piombo di Magliano, pare
pur sempre meno improbabi le sospettare in quelle
voci circa le faìae del rogo e la sua fals'a- ο falza-,
ossia circa 'catasta ' .
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 343
nel quale — suolsi credere per negligenza od errore —- invece dell'elemento s' vedesi
ripetuto al proprio suo luogo l'elemento z, come vedesi ivi ripetuto ν invece di φ, e
come nell'altro alfabeto nolano F. 2766 vedesi ripetuto c invece di k.
Secondo il Corssen (i 14-16) nelle epigrafi dell'Etruria settentrionale e centrale
incontrandosi l'elemento s' per lo più in line di parola, dove appunto spesso cadde,
dovette esso in origine rappresentare la sibilante dolce e debole, e però la forte l'ele-
mento s: il quale per contro d'assai prevalendo nell'Etruria meridionale e campana, do-
vette ivi s' esser divenuto lettera morta. Col Corssen consente, riguardo all'originario
ufficio di questo, il Deecke (Muli. Etr. 11 330.528), che aggiunge essersi però s' e s in
generale avvicendati. — Alla sua volta il Pauli (Etr. St. ν 85 e Yen. 172-174.178) in
parte concordando, in parte maggiore dissentendo, riconosce bensì che -s' prevalse in
fine di parola presso gli Etruschi del settentrione e del centro, come -s presso quelli del
mezzodì e della Campania, ma afferma insieme che senza più i due elementi, sempre
ben separati, uè mai scambiati, si adoperarono da'primi in modo contrario a'secondi;
sicché dove gli uni posero s', gli altri s e inversamente; inoltre s alternandosi con se,
ma non mai, crede egli, così alternandosi s', ne deduce che questa rappresentò la si-
bilante forte e schietta, e quella la palatale, riservata la rappresentazione della sibilante
dolce e debole all'elemento z.— Per mia parte osservo anzitutto: l.° che già in alcuna
tra le arcaiche epigrafi etnische manca l'elemento s', in luogo del quale sta appunto
l'elemento z, conforme alla condizione raffigurata dall'alfabeto nolano F. 2767, condizione
che appare quindi vera e bene antica e però punto errata; 2.° già in taluna di quelle
epigrafi ζ surroga, oltreché s', anche s, e con entrambi gli elementi sempre anche ap-
presso avvicendasi; 3.° i documenti dello scambio di s' con s sono numerosi e certissimi;
4.° non solo s' avvicendasi con se, ma sì ancora s e forse z. Ed ecco le prove anzitutto
per la mancanza antica della s in certi luoghi dell'Etruria e per l'antica sua surroga-
zione con z, conforme al testé ricordato alfabeto nolano, ed altresì con s:
1) Nessuna traccia di s' offre l'antichissima epigrafe di Barbarano (§ 3,3.1.13,1)
con Β q e 0 crociata; dove, separata (Rend. Ist. Lomb. 1899.696-698) a principio del
primo fra'tre incisi la particola e θ (cf. CIE. 4116 e θ f am i , F. 2297 eO s'iOuni, F. 2279.1
eiO f anu , Magi. Β. I eG t uO in , ib. 5, eO zuci), separato in fine col Torp Etr. Beitr.
π 136 η. I e Zw. Reihe 13 at i uOnaO (cf. Mon. Ined. Inst. v m 36 a [t i] utniaO), se-
parati altresì gli omioteleuti a vai e s u z a i (cf. § 3.1 ka ra i ecc. N. d. se. 1896 p. 26
aiias', Et. Sp. ν ρ. 207 η. I av ia l ) , balza fuori θΐζιι che trova riscontro in F. 2330
Ois'u (con za 10ιι pel s'alOu d'altri testi) ο nel tis'n dell'iscrizione etruscheggiante di
Novilara ;
2) nella stessa epigrafe antichissima il testé allegato s u z a i può, almeno nel-
l'ignoranza nostra, mandarsi con F. 2033 bis l'a sii si , (I. 804.4 s i is i , F. 2346 s'usi Ό " 7 7
incerto, CIE. 3324 sus 'na l naper i(n);
3) nella stessa epigrafe a i z a r u a principio del terzo e finale inciso va mani-
festamente con F. 2345 a i s a r u , F. 2033 bis e1 'esar i , F. 226(V' tav. 41 esare , Gap. 56
esares (cf. a i se r as esera , a is 'a is es' es ez);
4) nessuna traccia di ,s·' nemmeno nelle tante antiche iscrizioni di Narce, una
delle (filali Mon. ined. Line, iv tig. 168 col. 323.327.343 suona mi sa za e trova ri-
scontro in F. 2407 m i saxe (cf. sas 'nas' e sacn i ) ;
[5) parimente nessuna traccia di s'nelle tirrene di Lenno, dove hoìaiezi (pokia-
siale rimpetto a etr. LarOia le H u l / n i e s i e aviz sial%viz di contro a etr. av i l s ' ο
Meni. K. Ist. Lomb . Voi. X X I , X I I della serie I I I , CI. se. mor. e stor. tì
310 EL IA LATTES, | I4|
av i l s (cf. F. 2292 us i s ' con us i l s di Piacenza) e a c ia lxus ' ο cealxus'-xus ο c e a l / u z
tutti insieme nella Mummia; così forse ziazi, come etr. c i z i e s ' u l z i e s l z rimpetto
a Ounes ' i θιιηζ e, se mai, e lss ' i "'2, perchè il premesso ηαφοΰ, ossia verisimilmente
etr. n a p t i , rende probabile si tratti di numerale (cf. z a l con z a O r u m s e. se mai.
z ac za χ za in), giacché etr. η a p e r , plurale del vocabolo onde sarebbe n a p t i loc.
singolare, sempre accompagnasi con numerali; così forse altresì eptezio lavar zio,
come etr. a l y a z e i rimpetto a e r a i s ' i e ine. l u n a s ' i e m u r i n a s ' i e P u p a n a s ' i s
s a v l a s i e i s 5 3 t n u c a s i ] . — Ed ecco altri documenti meno antichi dell"avvicenda-
mento di s e ,s* con z;
6) S a l v i CIE. 3537 (cf. 3535).3655.3767.3853.4260 a Perugia, dove altresì 4261
S a l v i a (appare mleia· caia-I, cf. 3853 S ' a l v i C a i a ! s'ec) e 3536 S a l t i v i (una 0 a n i a
di G i r e s , sorella, secondo il Parili, di 3537 F a s t i S ' a l v i C ires ' ) , e Za Iv i F.3 347
a Bomarzo;
7) F. 2166 Ve ! S a t i e s a Volci, come Deecke Bezz. Beitr. ι 109 (cf. Kòrte Jahrb.
(I. k. Ardi . IUst. xrr 1837 p. 61 n. 14) L a rO l S a t i n i e CIE. 4193 V ( e l ) Z a t i e i a Pe-
rugia, come M. viri 13 za ti z a t l / n e allitteranti, ed ivi stesso ni 17 (cf. VITI p. 2)
s 'aOas' come a Chiusi N. d. Se. 1900.215 F a s t i : S ' a t i e s ' (appai*, saiies');
8) CIE. s'alO η a Cortona, F. 2168 s a i θ η a Volci, F. 2330 ζ a 10 u su pietra
tarquiniese, come zlt F. 26b i s=Pa . Itiseli. Nordetr. Apli. 15 num. 29 su pietra mar-
morea trovata a Sale di Maresino (lago d'Iseo), ove sta da solo per tutta epigrafe al
modo che CIE. 2241 za i t a e 2285 s iOu entrambi a Chiusi;
9) N. d. Se, 1893.440 Z e r t u r u s (apparente zelluriis che W. Schulze 228 cf.
337 serba tal quale e manda con lat. Sallorius), preceduto da A v u l es (ossia A v l e s )
su brocca di terra rossa trovata a Poggio Buco presso Pitigliano; CIE. 4460 S'er-
t u r u s ' a Perugia, dove parimenti 3327.3670.3976.4139 S 'er t u r i a l con 3761 Ser-
t il r i a l e 3427 ο 4216 S e r t u r ; CIE. 871 S e r t u r u s a Chiusi dove altresì 1552
Ser t i l i * e 2858 Sert.u;
10) CIE. 672 Zeni n i , fra Ve η ζ a e T i t i a i i s a , nel titolo arcaico («quadrata ,
,s' angolata da sinistra come negli epitaffj orvietani più antichi) di un ossuario chiusino,
e ib. 2280 Zen i η a l in un titolo di scrittura ordinaria della stessa origine; ib. 591
Se i n n i fra Lai* e LarO, parimenti a Chiusi; ib. 279-283 S ' e m n a sopra ossuarj senesi,
e di nuovo F.3 365 Senn i ies sopra un busto acefalo Tarquiniese;
11) Zucre[s ' ] G. 108 tav. TV, preceduto da Av ( l e ) S u r e ; M. vin 4 s 'uc(e)r i
θ ezeri-c, ib. x 14 su ζ e r i non ben sicuro; cf. l ice t i , η se t i , « l u i l n i ces Φ n i n i se ecc.
e (Pauli Etr. St. ν 23) lat, Sucarius e lat. rutulo Sucro;
12) t e z a n CIE. 4538 A. 4 con t e s n s ' t e i s ' (cf. 20.21 t e sne ) a Perugia, come
3235 te s a n te i a e di nuovo 3236 t e z a n t e t a ; cf. F. 2033 bis b1' t e s i n O a Orvieto
e F. 2335 t e s ' a m s a a Tarquinii, come M. vi 5 t e s ' a m i t n ;
52 Omesso forse di proposito dal Pau l i , meta-
tetico pel Bugge, errato pel Thomsen , escluso da l
Torp a parer del qua le non h a che fare coi nume-
rali . — In F.1 2 il P au l i Nordetr . p. 14.97 legge a
pr inc ip io s(uQi) per s ' uS i senza g iusto fondamento ,
perchè ma i questa voce s ' incontrò finora abbre-
v i a t a ; io per contro Z ( e 0 r a ) E s i a che ben va con
S ' ( e 0 r a ) ο S ( e 0 r a ) .
53 Nel la grande C a p u a n a , dove occorrono in-
sieme 5 l u n a s ' i e e 3.5 s a v l a s i e i s e cont igu i 18
p r i s ' l a r u n s e 32 ri ζ e 19 z i z , a b b i amo anche 26
u s ' i i a e 11 u s i e a , 4 is ' (cf. i s ' u n i i s ' e r i s ' ve i ) e
61 is , e 6.28 f u l i n u s ' (cf. 23 c u s n a s ' ) a l la to a 20
a i u s , 16 l i i v u s n i f u s - c , 36 s e r u s .
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 3 45
13) F. 2601 Vu izes , GÌ E. 460 Vuis ' i , G. 601 V a i s i , come CIE. 1257 Vu i s i a ;
cf. CIE. 1220 C u i z l a n i a s con 794 C u i s l a n i a s e 2773 C u i s l a e 795 e 2771 Gu is ' l a ,
tutti di Chiusi e tutti apparentati per via dei Sen t i n a ti ο Sen t i ο S e i a n t e ο Se i a t e ;
14) CIE. 1812 Cu l s ' u a Chiusi, come 437 Cu ls 'ans ' i e 473 Culs'ans'[T] a
Cortona e Guls 'cva nella Mummia V I L I 2; G. 799.6 C u l s u a Tarquinii e Cap. 26
C u 1 ζ i u ;
15) F. 480 h u s r n a n a su specchio senese come h u s i u r CIE. 3754 a Perugia;
J ius'ur F. 2095c su fregio di Volsinii; h u z r n a t r e G. 799.7 a Tarquinii;
16) CIE. 2007 Ucums ' ne i madre di 2005 U c u m z n a l a Chiusi, dove altresì
640 U c u s n a parente di 639 U x u m z n a ;
J7) CIE. 1953 Serr i le i Gaps ' n as madre di 1952 C a p s n a Se6rna l a Chiusi,
dove 1363 Gaps 'ne i che anche a Tuscania F. 2103 è Ga p i sne i , e per contro CIE.
3860 C a p z n e i a Perugia, dove CIE. 3628.3750.3845.4209.4237 altresì Capznas ' ;
18) CIE. 247 Veis ' in epigrafe arcaica (mi) di Siena, come 2719.2796 in epi-
taffi punto antichi di Chiusi; 445 a Cortona e 3870 a Perugia Yels; Pianta Gr. JI
530.177 fff e Weege Vascul. Camp. 85 p. 36 Velz, seguito dall'eti·. Venelus ' , sopra
fittile campano-etrusco;
19) A u l e s ' CIE. 646.663.970.1002 ecc., A u l e s 519.2132.2981 ecc., A u l e ζ 1832
tutti in epitaffi chiusini;
20) T i t i s ' CIE. 3921, T i t i s 4243 e Τ i t i ζ 4052 (cf. sg.) tutti a Perugia;
21) Y i p i a s ' CIE. 2735 a Chiusi, come 1930 Y i p i a s ; 4051 V i p i a ζ madre di
4052 T i t i z (cf. 20) a Perugia;
22) c e a l / u s ' ο c i a l x u s ' e c e a l x u s e e e a l / u ζ predetti (5) nella Mummia,
dove anche VII 13 murs ' s ' di contro a F. 2334 [ inur j ss e a CIE. 4538 A 16 Ρ e ne Ζ s'
(cf. § 2.7), e dove poi gli esempli del semplice avvicendamento di s' con -s- non abbondano
solo, ma sovrabbondano e si scambiano luce con quelli testé ricavati dalle epigrafi
(p. e. 6. S ' a l v i S a l v i , 7. S ' a t i es ' S a t i e s , 8. s 'a lOn s a lGn , 9. S ' e r t u r i a l S e r t u -
r i a l , 10. S ' e m n a S e n i n i e s , 2. s 'us i s u s i , 11. s u e (e) r i su z e r i , 12. t e s ' a m s a
t e s ' a m i t n e te sa η t e s i nO tes i l e , 13. \'uis'i V u i s i a , 14. C u l s ' u C u l s u , 15.
l i u s ' u r h u s i u r , 16. U c u m s ' n e i U c u s n a , 17. G a p s ' n a s G a p s ' n e i e C a p s n a
C a p i s n e i , 18. Ye l s ' A'els, 19. A u l e s ' A u l e s ecc.) e cogli altri che tantosto si ag-
giungono attinti alla stessa fonte54. Abbiamo infatti nella Mummia:
23) per Ò·' che si avvicenda con a , s ' acn i c l e r i sei volte per sa c u i e ie ri
due volte, s ' a cn i e ia s ' a cn i c s ' t r e s ' s ' a c n i c s t r e s ' s ' a c n i c n s ' acn i tu s ' a neve
e s ' a c n i s a (cf. F. 2059.2169 sacn i s ' a ) , come O u m s a di contro a 'quattro s'a di
cui più avanti, s ' a n t i s ' t s ' e s a n t i c s e n t i c, s 'uòce e su θ con s u t a n a s ' ;
M Nell 'epigrafe spirale ili Magl iano, ch' io vorrei
riportare a tempi meno ant ich i dei Korte (Mittheil.
Rom . 1906.369 vi0 secolo) perchè vi manca insieme
colla θ crociata qualsiasi traccia di vh q ο Jc, ben-
ché con lui preferirei età meno recente che il Mi-
lani ( in 0 secolo), perchè la 0 vi è sempre puntata
e angolata , come del restante angolat i fortemente
vi sono tutti gli elementi, e per g iunta la s' s'ac-
costa ancora al la forma p iù antica, cioè bitriango-
lare, abb iamo già nes ' l m a n accanto a t i es l m a n ,
oltre che m u r i a n a s ' i e e t n u c a s i (cf. h u c a e
T u r m u c a - s ) g ià c i tat i ; del resto vi si trovano he-
s 'n i l es 'een i m a r i s ' l e s ' u r i s , ma s a i per z a l e
sempre -s. Sempre -s s 'ha già anche negli arcaici
epitaffj orvietani , dove però S ' a t a n a s e S ' u f l i e n a s
con L a r k e s s 'uSi e s ' uS i he Sii accanto a M u l -
v e n a s s u 0 i . Nessuna s' nel bronzo aruspicale di
Piacenza, dove sempre la A arrotondata umbro-etru-
sca per n i : così S e l v a ( n ) , M a r i s i G i l e n s l Ve-
t i s l ecc., Θ u f I θ a s L e 0 n s L e i m s S a t r e s T i n s
F u f i l i 11 s.
310 ELIA LATTES, | I4|
24) per-ò·'- che si avvicenda con -ò·-, c e s'a s i n c e s a s i 11 (così F. 2279.7 a Tarquinii),
z n s ' l e v e due volte e altrettante ζ u s t e ν e nella medesima colonna (xi 1.8 e 14.16,
cf. z u s ' l e v a z u s ' l e v a - c zus ' l eves ' z us ' l e una volta e per contro Gap. 25 z u s .
I e ν a, 15. ζ u s . 1 e ν a θ, IL ζ u s i e ν a i 9.23 z u s . le), s'a c η i c s't r e s' e s'a c 11 i c s t r e s',
s ' p u r e s ' t r e s ' s ' pu res ' t res ' c e s ' p u r e s t r e s ' , NeOuus ' t due volte e N e O u n s l da
quattro a sei (cf. s u l s le e fa. si e allato a fas 'e i fas ' i t'as'e); ars 'e e eOrse, fa m i s e
e η e χ s e a c n e s e m ρ a i ve i s in , s u l u s i t i n s ' i e c a r s i h u r s i f a r s i (cf. sup. 6
s 'us i s i i s i incerti), r eus ' ce reus 'ces 'c e h a m g i s c a l a i v i s c a , e n a s ' c l a ρ a v-
s'cle e l a i s c l a , Ouns ' na e z a O r u m s n e (cf. r a s i l a come a Tarquinii r a s n a s
r a s n e a s per r a s i l e r a s i i e s ' a Perugia e r a s ' n a l cortonese), e t r a s'a t i 11 θ a s'a
t r i η 0 a s'a t r i t a 11 a s'a e 0 u 111 sa s ' a c n i s a ;
25) per 0·' che si avvicenda con 0·', oltre a ce a lχ u s' ο c ia lχ u s' e c e a l / u s
già registrati (sup. 22), a i s ' a i s e i s , li a 111 ψ e s' e h a m y e s , s ' pu res ' t r e s ' e s'pu-
res ' t r e s , f l e r e s ' (cf. f l e r s ' ) e f i e r e s ; c i l 0 s ' e p uOs ; a i s e r a s ' e i s e r a s ' elucO-
ras ' c l u c t r a s ' ζ i ν as' (cf. ζ i v a s a Tarquinii) l u s a s ' me u à s' p r iOas ' s'a 6 a s' suta-
nas ' e 0 e s a s , a r u s ' r i n u s s ' a r s i i a u s ' ceus ' e c u s (così CIE. 475 a Cortona),
f as 'e i s ' e c a t n e i s , c is ' x'ìs z a O r u m i s ' l i uO is ' l i u p n i s ' esv i s ' c e c a O n i s cat-
II is e p r i s es' is , ν e i ves1 V e 1 θ i 11 es' ve s' z a n e s ' l aes ' m e O l u m e s ' c se ives ' e
Ira 111 φ e 6 e s, 6 u n s ' T i n s ' e 0 a 11 s, a v i l s ' 0 u 11 χ e r s' ρ π ι χ s' n i u r s ' s ' e p u t s . — E
s'aggiungono ora di nuovo dalle epigrafi (cf. sup. 6-21 e il riassunto di 22):
26) GIE. 509 510 epitaffj chiusini sopra « tegula et ossuarium ad eandem
personam spectantia», il primo scritto Ar (nO) .· S e r t v r u Y e l c a i a s , il secondo
A (r 11) 0 · S'er tu r u . \T e I χ a i a s' ;
' 27) CIE. 897 tegola e ossuario chiusini «quae sine dubio ad eandem personam
spectant», una A(rn)0 C r e s p e A s i a s , l'altro C r e s p e As ' i a T r e p i a s ' ;
28) CIE. 1641 sopra ossuario chiusino L u c i C i c u A0. S v e n i a s ' e 1642 sopra
altro ossuario dello stesso sepolcreto A6. C i c u S v e n i a s , fratello evidentemente del
primo :
29) CIE. 1655a « in superiore margine ossuarii» L s : Ve t u : A u l i a s ' e «in
operculo » dello stesso L a r i s : V e t ri : aOnu : A u l i a s ; cf. 1654 L. V. a. L a r i s a i
A u 1 i a s' ;
30) CIE. 2253 tegola sepolcrale chiusina nella quale designasi S l e p a r i s Hal-
t u s T u t n a l a u t ( n i O a ) la liberta designata sul coperchio dell'olla corrispondente
con S l e ρ a rs ' ;
31 ) CIE. 2811 « operculum ossuarii » di Chiusi, V e 1 : S u ρ 1 u 11 i, laddove 2812. '13
sopra il tegolo e l'olla, direi, d'un parente ο liberto A r n za : S ' u p l u n ias ' (cf. 99.2453
s ' u ρ l u a Volterra e Chiusi per F. 2033 bis f.a su ρ I n a Orvieto);
32) CIE. 3018 VI. U m r a n a VI. P a p a n i a s ' e Not. d. se. 1900.215 S i n u n i a
Cic . Ρ a ρ a 11 i a s se c, entrambi epitaffj chiusini ;
33) CIE. 3637 L a r 0 i a G a i a Η u ζ e t η a s A r 116 a 1 i s a C a f a t i s e e ( Yerini-
glioli da Scutillo), 3795 S n u t i H u z e t n a s ' (Danielsson) entrambi epitaffj perugini;
34) CIE. 3736 Ve 1 C a i C e s t u a S i n inO i n a i , 3737 Ls. G a i C e s t u a Ls.
S tn inO i n a i , 3738 L a r O i a C a i a Ls. S i n in 0 i n a i , tutti e tre epitaffj di Perugia, i
due primi secondo l'autopsia del Danielsson, il terzo giusta Vermiglioli e ConestabiÌe;
35) CIE. 4219 Vel A n e i S e n t i n a t e s ' e 4220 Φβ(1) A n e i S e n t i n a t e s ' (con
φ per ν come nel secondo alfabeto nolano e forse in <Z>elnas' per V e l n a s ' ) a Perugia;
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 347
36) F. 2107 e Deecke Bezz. Beitr. ι 10·') (cf. Korte Jalirb. d. d. Ardi . Lust. xu 61)
LarO Sa t i es l ieis atrs ' (appar. velsairs') a Volci, Tarnas . LarO. Sa t i a l . apa hels'.
atrs ' a Castel Musignano, Noci des Vergers l'Etr. in 25.2 (cf. Kòrte ib. LÌ.) 0 a / v i l Ve-
rat i liels a t rs (appar. helcai:s) a Volci;
37) CIE. 739 Cau l i a s ' rescritto Gaulias con alfabeto latino sullo stesso te-
golo (cf. 2471 M i n i a s ' e 1828 Minias con alfabeto latino); per contro
38) CIE. 1578 lat. etr. Caesia natus pel solito natus (cf. 3931 Lussius'
Sfepjtlus); cf. sup. etr. lat. Arcenzios' e nella semietrusca Preneste sii bronzi di
maniera etnisca Alixentros e Uioves (§ 12,90.91 e 14.20 n. 48);
39) tus 'urOi i e tus'urOi tusurO i r , detti entrambi dei Pe t r u n i di Perugia
(CIE. 4552 e 3858.3860); nets 'v is a Pesaro F. 69 e netsv is ' a Chiusi CIE. 978;
prumaOs' ad Orvieto e p r u m f t s a Tarquinii per 'pronepos'; ims' ims ins (Not. d.
se. 1895.3391.6 a Campigiia, F. 2235 a Volci e 2l95al ' 2665a J');
40) S'eOilans' SeOlans 'e SeGlans 'Vulcano', S 'e ivan Selva η lat. Silvanus,
Turms ' Turn i s e Tu r n i u s 'Mercurio', A ivas ' A ivas , A t un i s ' A t un i s , Elajcs'antre
F l axsan t re EIχsutre , Φβνα'β <i>erse, Pu r c i u s ' Φόρκνς, Teras ias ' Te r i a s a l s TsLqé-
σιας, ma Cas 'u t ra ο Cas ' tra per Καααανόρα (cf. lat. prenest. Casenter).
16. Non panni pertanto si possa ornai consentire senza più col Pauli che s' e ,s·
sempre si tennero ben separati, nè mai si scambiarono (Ven. 173 « beide Zeicheu be-
stimmt auseinander gehalten und nicht mit einander vertauscht vverden »), giacché
frequentissimo occorre ne'testi etruschi, come sembra, di ogni tempo e luogo sì l'av-
vicendamento di s' con s, sì quello e di s' e di s con z, così nei nomi proprj, come
negli appellativi, in giusta proporzione co'documenti a noi pervenuti, pur troppo in-
tinitumente più numerosi rispetto ai primi che rispetto ai secondi. La persuasione che
gli elementi s' e 6· rappresentino suoni fra loro diversi fondasi principalmente sul fatto
della diversa loro figura e sulla conseguente probabile presunzione del diverso loro
ufficio, fatto e presunzione confermati dai numerosi esempj del concorso d'entrambi
insieme nello stesso testo e persino nello stesso vocabolo (p. e. esv i s ' es ' is liau-
s t i s' n e t s ' v i s n e t s v i s ' , a ν i 1 s s'a s ο s e m φ s', ρ r i s' 1 a r u η s, Λ1 a r i s' I s ni i n-
Oians , Ve l s C u s 0 u f l 6 a s ' , A r n t u s ' N u m s i s U r n a s i s ) ; e la presunzione si
muterebbe in certezza, se veramente, come insegnò il Pauli, soltanto s, e non mai s\
si alternasse con se e se veramente una parte dell'Etruria avesse fatto dei due ele-
menti uso diverso ed anzi contrario a quello fattone dall'altra. Ma anzitutto, quanto
alla grafia se, il Pauli Ven. 175 avvertì opportunamente S k a n e s n a s (cui vuoisi aggiun-
gere Not. d. se. 1886.120 S k a n a s n a s ) S c e n a t i a S c e s e t u a S cu m a s S c l a f r a
allato a S a il e s η a s' Se η a t i a S e s e t η a S u r il a s S i a f r a δδ ; ma gli sfuggirono
&5 Qui lidi, anziché emendare col Pau l i CIE. 2715
S c a l u t i a in scattiti ia. m i sembrò mig l ior part ito
mandar lo col pel igno Saint ia. Codesto se mi ap-
parisce una mera forinola grafica (alla maniera del
rs umbro , c h ' i o leggerei ds con d osca a i n o ' d i r),
per indicare il suono assibi lato ο palatale del se-
guente e. W . Schulze 279.380.394 manda S c a l u t i a
con lat. Scaline Scalacius: egli st ima 143.6 « unge-
rechtfertigt die W i l l k i i r » con cui «wir f t Paul i scurna
und surna» e «'settate und scenate zusa inmen» , per-
chè quan tunque riconosca che « freilich wechselt
CIE. 511 sq. (Clus ium) (s)cansna und sansna, wo
an der Identitiit des Namens kein Zweifel sein k a n n » ,
giudica che « da ri η wird m a n wohl ein vereinzeltes
und zufalliges Schreibversehen, kein Zeugniss fiir
Laut- oderSchriftgeschichte zu erblicken haben».Sgra-
ziatamente egli 231 non tien conto se non di S e s c t n a
(CIE. 250 sg. cf. 251 S e s c a t u a 255 S e s u c t u n a ) ,
•>48 ELIA LATTES, | i 6 j
a k s ' k e e a c a s c e a k a s e 56, les 'e l e s ' c e m l e s c a n lescul'" '7, l i c l s ' h e i s h e l s c 5 8 ,
come lat. etr. Ruscìnia e Russ inaei entrambi a Chiusi 59. — Quanto poi all'uso
contrario dei due elementi neU'Etruria meridionale e nella centrale e settentrionale, il
ma non tocca di S c e s c t n a (ib. 254) trascritto per
errore sestina, ma oggi assicurato da l l ' autops ia del
dott. B. Nogara che vide il cimelio a Siena nel mu-
seo dei Fisiocrit ici (Giunte 47 al n um . 254) e me ne
mandò accurato disegno, identico per ogni r iguardo
col fabrett iano del Pau l i , il 27 settembre 1903. 56 L ' ident i tà di a k s ' k e (§ 0. 77) con a c a s c e ,
già venne r iconosciuta dal Pau l i , e si ammette da
tut t i ; che pure a k a s e vada insieme, com' io ripe-
tutamente avverti i , riconosce ora anche il Torp Etr.
Beitr. li 101; che poi tutte e tre, come p iù volte
mi accadde affermare, sitino grafie diverse dello
stesso vocabolo, r i su l tami per lo meno assai proba-
bile dal fatto che in k u l - s ' n u t e r a - s ' a k s ' k e e
a c a s c e c rea l-s , come in a k a s e a r i c e-s , sempre
esso accompagnasi con parola in -,s·. Nè osta l'opi-
nione, per me pun to fondata, che a k s ' k e e a c a s c e
siano verbi al perfetto in -ce, giacché verbo al per-
fetto si ammette generalmente essere nella M u m m i a
eOrse equidesinente con a k a s e . 57 Con l e s c a n l e s c u l dei cippi di Volterra e
Perugia, manda meco l es ' cem anche Torp Etr.
Beitr. il 97 η. 1, che non ne tocca poi affatto Etr.
Notes 19 commentando l ' iscrizione di Magl iano, dove
anzi toccando di Β 5 passa da nes ' l m a n ri va χ
a s ' u r i s , e salta g l ' in terpost i l e s ' c e m t n u c a s i ,
evidentemente come affatto en i inmat ic i ; quan to a
l e s ' e G. 799.9, non pare alcuno v 'abb ia ma i badato,
sebbene segua a r m r i e r e precedano p a m \γ an i ce ,
di cui tutti p i ù ο meno trat tarono: inut i le del resto
aggiungere che nel la presente ignoranza nostra del
significato di pure u na fra codeste voci (per me
L e s c a n compagno di L e t e m , ossia, direi, il noto
dio L e t a LeGa L e G a m L e θ m - s , e L e s c u l com-
pagno di M u l m , sono deità), la dimostrazione del-
l ' assun to fonetico torna per ora impossibi le, e con-
viene restare ne' l imi t i della probabi l i tà , contenti di
aver preparato, se ma i , una sol ida base alle con-
ghietture et imologiche ed ermeneutiche, quando po-
tranno avventurarsi . 58 V. sup. n u m . 30 l ie ls ' a t r s ' , h e l s a t r s ' ,
h e l s a t r s che il Pau l i interpretò pr ima Etr. St.
i l i 100 ' a u f eigenen Kosten ' , poi iv 00-65 'Zo-
gl ing (und) E r b e ' ; quan to ad h e l s c di F. 2183bi«
M u r a i . S ' e r r a h e l s c e di F. 2226 be l . se da solo
per tutto epitaffio, entrambi a Vulc i , egli rende il
pr imo con 'Se thra Mura i und (ihr) A l u m n u s ' e
tiene il secondo con Deecke Etr. Fo. n i 139 « tur
unvo l l s t and i g » ; e sta con essi a tale r iguardo an-
che il Torp Etr. Beitr. ι 29 sg. « sicher unvoll-
s t and i g » , il qua le però ivi accetta per h e l s la
p r ima interpretazione ' eigen ' del Pau l i (cf. ib. il
104), ma ricusa e la sua pr ima , e la sua seconda,
quan to ad a t r s che per lui dice ' Sellisi \ sicché
h e l s a t r s 'des eigenen Selbst ' e h e l s c 'κ«ί οί
εαυτόν'; appresso, incontrato da lu i medesimo in un
epitaffio di Bolsena a t i (egli at) , come pare, al-
meno a pr imo aspetto, per ' m a d r e ' , interpretò egli
Etr. Notes 44 h e l s a t r s con ' h i s materna l fami ly \
conservato per bel- il valore di ' o w n ' . Ma, secondo
già in p iù luoghi m'accadde avvertire (Iscr. paleol.
77 n. 108 ecc. G iunte 29 sg. 132), avendosi l a u t n i
h e l u (appar. heul come zus'uix marinare ecc. per
Z u ^ n i s ' M a r i c a n e ecc.) e l a tu a b e l i l i (cf.
Ιιίηθιι h i n f i i u ecc.) e S a u r a h e l u e S a u r e l a u t -
n e s ' c l e e s ' uS i l a v t n i — s ' u0 i 0 a t r s ' r c , a me
non par lecito separare h e l s e a t r s da l a u t n i ;
siccome poi abb iamo per tutto epitaffio CIE. 4105 e t
a il l a ut il (anch'esso, come h e l s c , tenuto da Fa-
bretti Deecke Paul i un tempo « t u r unvo l l s t and ig» ,
poi dal Pau l i Etr. St. iv 64, come dal Bugge Etr. u.
Arn i . 29, g iudicato complet issimo salvo, al p iù , l'o-
missione dell'- /' finale in l a u t n ) , 4624 e 4725
l a u t n ; e t e r i , 4537 e t e r a , non vedo perchè h e l s c
non possa del pari st imarsi integro, con -se per -s'
ο -s, anziché coi solito -c cong iunt ivo ; quan to al
significato, io non so che mandare h e l s a t r s e
h e l s c ο con a p a h e l s ' a t r s ' ο con a t i v u sac-
ni sa a t u r s ' , sicché ο si dica essere stato il de-
funto a p a di un h e l ( u ) o d i h e l ( u ) a t ( u ) r , oppure
che i s u o i h e l ( u ) o h e l ( u ) a t ( u ) r , ossiano l a u t n i
ο ' l i be r t i ' di una certa man iera , per lu i s a c n i sa ,
vale a dire circa 'consecrarono' a lu i la tomba ο
l ' urna ο la cer imonia funebre di cui si tratti. — Cf.
altresì etr. fai. skerfs di Poggio Sommav i l l a (sup.
n. 43) con etr. s ' e r ^ u e e, se mai , umbr . (Jerfe:
inoltre etr. R e s c i a i R e c i a l , F e l s c i a l F e l c i a ,
e r s c e e rce , reu-s 'ee (cf. r e u - χ r e u r ) s 'uO-ce
(cfr. s'ufi novi l . s'iti), e n a- s ' c l a l a i - s c i a Θιιί'Ι-
θί-c la h i u 0 u c l a , l a u t n e - s ' c l e pav '-s 'c le Vel-
0u r u-se l e-s Θ ι ν-c l e-s vogl ionsi altresì per me
qu i r icordare; e forse qu ind i V i s k e V i s c e non
differiscono se non foneticamente da Y i z e e s c a r a
da z a r a ; e scemerà forse un dì qu i nd i la repu-
gnanza ad accettare tali qua l i fai. lat. C IL . xi 3155b
Falico(rum) per ' F a l i s co rum ' (cfr. Deecke Fa i . 257)
e sab. scesna ' c ena ' (cf. P ianta ι 473). Non so p iù
di dove, m i notai ann i sono eziandio Φελεσσκΐοι per
' Falisci '.
59 W . Schulze Lat. Eigenn. 176.221 li separa,
e manda Ruscìnia con Rosela di Perugia e Russl-
nael col cg. Raso; egli r icorda anche etr. CIE. 4576
R u z s n a « zweifelhaft », 894 R u s n - di Chiusi e
CIL . vi 25610 Rusinius.
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 3 49
Pauli trovò 34 av i l s nelle iscrizioni provenienti dal mezzodì, e sempre in -s i numerali e
un solo prenome in -s' per 07 in -s, laddove nei testi della restante Etruria due av i ls ' e 15
prenomi in -s per ben 67 in -.9'; trovò inoltre nel mezzodì sempre -si e per contro sempre
-sia e -alis'la (12 volte) e tre soli -sa per 10 -s'a ο -alisa, laddove inversamente nella re-
stante Etruria due soli -si per 13 -s'i, 11 -sìa per 2 -sia, sempre -sa ο -alisa e uno -slisa
per tre -slisa; infine gli Etruschi del mezzodì preferirono s'uGi e S'eOre (63 per 4 suOi
e nessun Se Or e) e per contro sec (nessun s'ec), laddove gli altri sempre suOi e
SeOre e quasi sempre s'ec (55 per 9 sec). Ora in tutto ciò il fenomeno più note-
vole apparisce la contrapposizione di -s a -s'a· e la concordanza sua con -si, cosicché
nell'Etruria meridionale, dove per lo più -s, ivi s'avrebbe -si con -s'a e -sia, e per
contro nella restante Etruria, dove per Io più -s', ivi s'avrebbe -s'i con -sa e -sia e
-slisa 00: ma in realtà la cosa procede alquanto diversa, perchè appunto -sa (-s'a) ben
lungi dall'essere, come i più tuttodì credono, una fra le precipue caratteristiche della
delineazione etrusca, «nusquam alibi reperitili· quarn in Glusino », secondochè il Pauli
medesimo GIE. 1 p. 412 alquanto esagerando tìl riconobbe, allorché, raccolte e ordinate le
epigrafi di Perugia, s'accinse a scriverne l'introduzione, insieme riconoscendo implicita-
mente, dobbiamo pensare, quanto a torto avesse egli ne'suoi studj statistici circa gli ele-
menti -s' e -s negletti « wegen der Unzahl » (Yen. 172 sg.) i nomi proprj personali. Di rim-
patto i derivati in -si (-s'i) spettano sopratutto all'Etruria meridionale, come del resto
in parte già vide il Pauli, laddove la restante Etruria, e vuol dire più che due terzi dei
monumenti letterati a noi pervenuti, ossiano circa 5000 sopra circa 8000, ne offre nu-
mero assai minore e di diversa maniera ,!2. Similmente av i l s ' e av i l s non servono
00 Non vedo che di codesta discrepanza fra -s
e -s'a da una parte con -s' e -sa dal l 'a l tra , si d iano
conto coloro i qua l i immag inano che -s risalga a
-sa; op in ione di cui del resto anche d iment icano
che fu messa avant i per p r imo dal l 'Aufrecht . 01 Infatt i (Giunte 146) s 'ha L a r i sa in un ar-
caico epitaffio orvietano con ki , V e l i e s ' a in epi-
grafe vascolare capuana e in altra simile forse
m u k a O e s a , che megl io però, come sopra si disse,
gioverà scomporre forse in m u k a e 0 e s a ; inol-
tre a Perugia occorre 4426 M a r c i l i s'a ο Ma rea-
li is 'a e 4583 M a r c n s ' a (Giunte ib. η. 1 e 187).
Ancora Venet. 173, premesso che «ane l i hier sind
die Fami l i ennamen nicht beriicksichtigt ». dà il Pauli
10 -s'a e 3 -sa a l l 'E t ru r i a merid ionale per 45 -sa,
senza un solo -s'a, al la centrale e settentrionale. 62 Da l catalogo degli -si presso Pau l i Etr. St.
ν 84 anzi tutto vuois i ora togliere : 1) per Tarqu in i i
« calese (?) », perchè nessuno ornai dub i ta aversi in
F. 2301 c a l e sece , giacché, a tacer di k a l e c a l a
secondo ogni verosimigl ianza diversi, CIE. 52b ci dà
0 u p i t a i sece t a t i (cfr. zec in z e r i zec e ze r i
I e c- i η i n z ec ) ; 2) per Volterra « letes'i (?), Oens i (?) »
perchè anche CIE. 48 dà chiaramente per autopsia
del Pau l i , come già l 'autopsia del Fabrett i , le te in
e S e n s ' t ; 3) per Telamon lartlisi, perchè (cf. G iunte
144) CIE. 3297 dà L a r t l i z i e G . 64 m i L a r t l i z i
(cf. 2785 L O . t . z i e sup. § 14 num . 18 L a ^ l i - s in-
sieme con LaO i L a O i a l ecc. per L a r O i L a r -
0 i a I ecc.). Tolgo poi a Volterra e Ch ius i A t r a -
nes ' i , anche da l Pau l i loro assegnati dubbiosamente,
perche si lesse sopra fittili di varia provenienza al
par i di A t r a u e A t r a n e s ' (cf. F. 3571»'s e c c i > QIL
χι 6700.2 e Not. d. Se. 1885.245 e 1898.194) perchè,
se ma i , megl io si a t t r ibu irà a Perugia, dove si tro-
varono epitaff'j di A t r a ti e A t r a n e s ' A t r a n i a : cf.
W . Schulze 348 e 531 n. 5 che ricorda anche Atrani di
Salerno, gli Atrani di Pl in io ne l l 'Apu l i a , e il nome
locale odierno Atrano (Marsi); pei fittili predetti, cf.
altresì Iscr. paleol. 33-35 Atrani di lucerna esqui-
l ina, e t« 'Adpiavct κεράμια di Esichio, e la ' f ì rm i tas '
nei vasi Hadrianis secondo Pl in io , e 'Ατοία πυλις
Τυρρψίας di Stefano; Paul i ν 49 confrontò ose. Aa-
dirans. — Restano cosi a Volterra, di cui tantosto
(fui sopra si rileva che sola del la restante Etrur ia
ebbe comune colla mer id ionale il costume di notare
negli epitaff'j l 'età dei defunt i , appena Τ i t e s'i Ca-
les ' i entrambi in testa al cippo CIE. 48; e resta
poi nu l la a Chius i , perchè A le θ n a s i e S u e i t u s i
« s i n d direkt aus Sudelrur ien import i r t », qu i spet-
tando «be i de Geschlechter » (Paul i Etr. St. ν 85); e
qu i spetta eziandio probabi lmente © a n u r s i , che tre
volte incontrato da solo sopra fittili ch ius in i , venne
da l Pau l i registrato g iustamente con riserva fra pa-
rentesi, perchè g ià erasi esso letto ili solenne com-
pagnia sopra un arcaico bucchero di Caere (§ 4.10),
310 ELIA LATTES, | I4|
affatto per la presente indagine, perchè it costume di notare nell'epitaffio l'età del de-
funto fu proprio quasi esclusivamente dell'Etruria meridionale. Perugia, Arezzo, Cor-
tona, Siena, ossia più che un terzo delle nostre epigrafi, non ne danno un solo esempio;
Chiusi ne'suoi più che 2000 epitaffj appena uno, co l i 'av i : l : s dimenticato dal Pauli,
nell'epitaffio CIE. 1304 singolarissimo per più rispetti"3; Volterra ne offre bensì al-
quanti, ma due soli ο forse tre 64 con avi ls ' , e di gran lunga i più con ri ls, ο talora
av i l ri l . Insieme sì per la medesima causa, e sì per altra, voglionsi lasciar da parte
le parole numerali: sì perchè cioè fuori dell'Etruria meridionale mancò in generale l'oc-
mentre poi p i ù tardi un sepolcro orvietano Not. d.
Se. 1880.444 fece conoscere il genti l izio 0 a η tir-
si e[sj. Poco ο nu l l a conta per Siena l 'un ico f e l t s ' i
(Pauli felisi), perchè graffito sopra un bucchero
r invenuto presso il torrente Orci a ed ivi venuto chi
sa di dove ; ed i n somma i -s'i incontrati , fuori del-
l 'Etrur ia mer id iona le , oltre a T i t e s ' i C a l e s ' i so-
praddetti del cippo vo la terrano , si r iducono ad
A u l e s ' i c l e n s ' i del cippo di Perugia e del la sta-
tua perugina del l 'Arr ingatore, e p r e c u O u r a s ' i con
c l e n a r a s ' i nel l ' iscrizione della torre di S. Manno
par imente a Perugia. Invero anche i -si incontrat i
dopo le ricerche del Paul i , ο sono della M u m m i a ,
oppure provennero da l l 'E t rur ia meridionale, dove
fra quel l i da Ini al legati correggo per Vulc i artesi
in T a r t e s i per confronto con T a r t i n a i a e fai.
Tertineo (cf. W . Schulze 242 e 348 n. 1 donde sem-
bra egli meco ammet ta L a rOa contro Pauli e Torp) ;
e sono essi nuov i -si : 1) N. d. Se. 1900.567 = C IL . xi
6717.11 (cf. Wol f f l in ' s Arch. x m 375) S e r [ t ] u r i e s i
(apparente . s. e. rxuriesi da sinistra con s ango-
lata e r semiarcaica a m ò di T) lat ina), solo, su
laminet ta rettangolare tarquiniese (cf. S e r t u r i e s '
S e r t u r i e s [ S e r t u j r i e s e Se r t . Wòlffl . I. e. sopra
« strigiles ex aere» ) ; 2) ib. 1902.613 L a r i c e s i ,
v u n a i e s i , e l i u s i (et. d e n s i ) V e l Q u r u s i nel-
l 'epigrafe arcaica da sinistra, colla θ crociata e con
m i , di un cratere trovato a Mazzano R o m a n o ; cf.
inoltre G iun te 111.163 P u p a n a s ' i - s ' U r n a s i - s
U ( f a l i a s i ecc. Ai qua l i s ' agg iungono per via della
M u m m i a : s u l u s ' i , t i n s ' i , c a r s i , h u r s i e h n r-
s i-e, f a r s i ; cf.altresì f a n u s ' e e a c n e s e i n n e ^ s e
(Orse , a l ^ a z e i , c e s ' a s i n c e s a s i n v e i s i n Oa-
%s ' i n , es'i f a s ' i , u s i , m u t z i con c i t z c iz . Presso
Torp-Herbig trovo 497.20 a r ese (Orvieto) e 508.45
Fu t ' a l s ' e i (Viterbo); inoltre per gli -sin, 493.12 Fa l-
t u s i a (Torontola-Chiusi) , 511.55 L a r i s a l i s ' l a e
512.53 e 517.57 V e l u s ' l a (Tuscania); circa i (piali
-sia osservo darsene circa tant i ne l l 'Etrur ia meri-
dionale, quant i in tutto il resto (cf. il catalogo del
Deecke in Mill i . Etr. n 444 sg. 491 e Etr. Fo. vi 73-87),
e vorrà dire che primieramente p iù abbondarono
nella pr ima , cui appart iene scarsamente un terzo de'
nostri document i ; osservo poi che, se la differenza
fra s' ed s significa qua lche cosa, nè -sa, nè -sia, ran-
nodatisi a -s, perchè dove -s\ ivi -sa ν-sia, i (piali
p iuttosto parrebbero fra loro apparentat i , tanto p iù
che ne l l 'Etrur ia meridionale, dove quasi pun to -sa
e pochi -s'a, ivi parecchi -s'ia. Secondo la revisione
del Danielsson ap. Torp Lenin . 17 in F. 2033bis etl
s 'avrebbe L a r O [ i ] a l i s ' [ a l a ] che farebbe il paio
col già noto A r n Q a l i s ' a l a (Corssen ι 1052.8 cf.
Deecke Etr. Fr. v i 73) per -s'ia. E r i tornando per
finire ai -si, il Torp Etr. Beitr. Zv. Reihe ι 16
scompone akaraisi ni aser in laman ο la man il
secondo inciso in in terpun lo dell 'arcaica epigrafe di
Barbarano (§ 13.1) colla pr ima parola nuova e « un-
deutbar », laddove io proposi Rendic . Ist. Lomb .
1898.698 a k a r a i s i n i a se i · i n tutte voci note e le
due u l t ime al l i t teranti .
63 Pau l i Etr. St. ν 113: « i n C lus ium unti Pe-
rusia scheinen A Itersangaben nie gemacht zu se in» ,
affermazione non a pieno esatta, si per l 'esempio
chius ino sovrallegato (certamente però di famigl ia
non c h i u s i n a , singolare anche ne l l 'E t ru r i a meri-
dionale causa il prenome T i u - s e il suo d im inu t i vo
Τ i u - ζ a che forse r i ch iamano A ίων, m a imparentata
a Ch ius i come insegna il mat ron imico T l e s n a l ) ,
sì perchè si danno a lcun i pochi epitaffj lat ini di
Chiusi e Perugia co l i 'e tà (Giunte 136 a 3187). U n
esempio di « Altersangabe » col semplice numera le
z a O r u m i , seguito da v a come appun to i numeral i
in altri s imi l i casi, offrirebbe a parer m io anche
Siena CIE. 200 (Giunte 45).
84 Oltre che CIE. 21 e 25 di due Ce i e n a si-
curamente volterrani , abb iano a v i l s ' in CIE. 158
ora a Firenze, di famigl ia (EAris ' ) ben di rado in-
contrata, ma da l Pau l i per la « u r n ae et forma et
materia necnon formu la a v i l s ' » con probabi l i tà at-
tr ibuita a Volterra : anche codesto epitaffio, come il
ch ius ino di a v i . l . s , dev'essere stato diment icato
dal Paul i quando scrisse Venet. 173 « gemein etru-
skisch 2 mal a v i l s ' , ke i nma l a v i l s » laddove que-
sto occorre una volta e quel lo tre. Nell ' iscrizione
di Magl iano s 'ha av i l s-χ , nel la M u m m i a sette volte
a v i l s ' ; / is ' . A l l ' u s o de l l 'E t ru r i a merid ionale
sembrano, se ma i , accostarsi i Tirreni di Lenno colla
forinola avis sialy v is maras-m aviz ο maras
mav sialyveiz aviz (Rendic. Ist. Lomb. 1907.
822-837. 856-864. cfr. Skutsch Etrusk. in Paulv-Wiss.
782 sg.).
[49] V ΓΓ. ΕΝ DE FONETICHE DE L E Λ 1j ΕΛΒΕΤΟ ETRUSCO. 351
elisione di adoperarle nei testi a noi tramandati, sì perchè nell'unico esemplare chiu-
sino e nei volterrani coll'età del defunto, questa vedesi espressa da cifre; d'altronde
anche il Pauli avvertisce non potersi quanto ai numerali in -s parlare di opposizione
fra l'Etruria meridionale e la settentrionale e centrale, perchè fuor della prima sono
quelli «nielit belegt». In verità l'opposizione si riduce propriamente a -s·' e -sia di
queste per -s e -sia di quella ed a 'suoi s i 10 i S'e6re see pei suOi S eOre s'ec delle
altre: ora, sta. bensì che pur così limitata non torni lecito attribuirla al caso, ma sta
insieme per me che mal si possa concordare la deduzione della diversità fonetica di s' e s co' numerosissimi esempli teste veduti del loro avvicendamento, e con documenti
quali, fra'molti, GIE. 44(3 Vels Cus 0u f lOas ' , 2835 Tet inas ' La rces , 3679 p u i a
A rn t u s ' N u m s i s Urnas i s , F. 2933bis d.c av i l s sem^s ' , F. 2094 Mar is ' I sm inG ians ,
tutti con -s e -s consecutivi di ufficio assolutamente identico a Cortona Chiusi Pe-
rugia Orvieto. Per quel eli' io so vedere, trattasi ornai di un problema non fonetico,
ma paleografico: di un problema che rientra in quel capitolo della storia futura del-
l'alfabeto greco-italico, che ricercherà perchè a Novilara contro l 'uso greco ed italico,
fra s' e s siasi preferita la s', e inversamente dai Tirreni di Lenno, conforme a quello
e contro l 'uso etrusco, la s; perchè nelle tavole eugubine, in mezzo ad infinite s, due
volte occorre s\ entrambe nella stessa tavola (ii a 18 s'ala 'salem' e 24 s'evita 'servato'),
ed anzi una in tale voce (scritti) che vi s'incontra scritta con s ben 30 altre volte; perchè
fra' Greci ora sia prevalsa per rappresentare l'elemento s la figura di cinque linee a
mo 'd i s' diritta, ora la trilinea preferita sempre in Italia e da noi medesimi dopo il suo
arrotondamento ereditata, laddove i Tirreni di Lenno, come talvolta gli Etruschi, le
adoperarono tutte due insieme nel più breve de'loro due testi, malgrado il pericolo di
confusione col somigliantissimo s. Oso io poi sospettare che in origine la discre-
panza fra l'Etruria meridionale e la centrale e settentrionale quanto agli elementi ,s·'
e s, provenne da causa analoga a quella per cui τω ντο το γράμμα το Λωρίεες μεν σαν καλεονϋι "ίων ε ς òè σίγμα (Her . ι 139 cf. A t hen . Nr 30 ρ. 467 το δε σαν αντί σίγμα δωρικώς
ειρήκασιν), e che a quella prima causa s'aggiunsero in progresso altre minori e minime,
diverse ne'diversi casi, le quali, appunto perchè piccole e varie, più difficile torna a
noi di rintracciare 65. Per effetto eli quella prima causa — vale a dire verisimilmente per
influsso delle usanze grafiche di quelli fra'Greci co'quali ebbero nel tempo ili cui si
tratta più frequente consuetudine gli Etruschi meridionali da una parte e dall'altra i
65 Perchè mai Umbri e Osci rifiutarono dap-
prima elementi di cui la loro pronuncia abbisognava
e gli Osci, malgrado l ' influsso greco, piuttosto che
ammettere 1'o, inventarono la loro ά (sup. n. 43)?
perchè i Novilaresi usarono questa in luogo dell '» ,
comune a tutti gli altri accoglitori dell'alfabeto
greco-italico, insieme a l l ' ο che gl ' inventori della ύ
aveano ricusato al par degli Etruschi loro parenti
per la l ingua e degli Umbri loro v ic in i? perchè
nelle tavole di Gubbio due solo volte occorre la 0,
entrambe per t semplicemente (farfati e purtuviftu)^
perchè ivi tre volte la parola per 'sedens ' si scrisse
con se-, laddove se- sette altre, come sempre in tutte
le forme per 'sede' e 'sedere'? Non si contano poi
gli eninimi insoluti circa le figure strane assunte
dallo stesso elemento nei varj tempi e luoghi , come
pur testé avverti Gercke Hermes XLI 540 sgg. : al
quale proposito, rileverò qui che le due s di Lenno
occorrono insieme anche nella nuova epigrafe sa-
licilica Not. (I. Se. 1903.4, dove anche occorre una
s' bitriangolare. — Tra le cause minor i e min ime,
insieme con quelle della materia iscritta e dello spa-
zio, della s immetria e assimmetria (negli arcaici epi-
taffi d'Orvieto, se p iù s stanno nella stessa parola
ο nel medesimo testo, si vedono p iù volte contrap-
posti, uno procedendo regolarmente da destra con-
forme alla direzione d'esso testo e l 'altro di si-
nistra), vuoisi porre di certo anche il capriccio e
l ' ignoranza di chi scrisse e, sospetto altresì, talora
le superstizioni numeral i .
Meni. li. Ist. Lomb. Voi. XX I , XII della serie III, CI. se. mor. e stor.
3 5 2 E L I A L A T T U S , [ 5 0 ]
centrali e settentrionali — fra s' e s preferirono questi, nel parer mio, la s' e quelli la s,
senza escludere però del tutto nè l'una, uè l'altra, alla maniera degli Umbri e dei Veneti
e dei Sabelli, anziché colla rigorosa coerenza dei Tirreni di Lenno e degli Osclri e dei
Latini rispetto alla s' e di quei di Xovilara rispetto alla s. Così accadde che nei nostri più
antichi testi etruschi prevalesse la s, perchè vale a dire provengono essi quasi tutti dal-
l'Etruria meridionale dove ia .s· si preferì alla s , sebbene questa vogliasi di per sè stessa
reputare indizio di maggiore antichità, come quella che cadde a poco a poco in dissue-
tudine in ogni parte dell'Ktruria, laddove la s, comune anche a 'Romani , sempre si man-
tenne e giunse lino a noi. Che se i documenti bastassero già ora all'indagine, forse po-
tremmo constatare che i pochi -sa dell'Etruria meridionale, ivi portati secondo proba-
bilità da famiglie di origine chiusimi, conservano l'ortografia, originaria di quel suffisso
a Chiusi, dove poi scadde naturalmente a -sa, quale mostrante i nostri tardi testi; così
forse inversamente -si, essendo secondo verosimiglianza passato non senza difficoltà dal
mezzogiorno nella parlata di Perugia, paese di s', si scrisse ivi per lo più -s'i; infine
anche S'eOre s'uOi see colle loro s' e s ricordano forse rispettivamente la patria
d'origine settentrionale ο centrale e meridionale, e l'antichità maggiore ο minore della
passata nell'una ο nell'altra.
17. Fra le cause minori che fecero preferire a volta a volta gli elementi s ο s,
11011 panni dubbio doversi porre la libidine delle allitterazioni, che gli etruschi ebbero
non solo comune colle altre genti dell' Italia antica, ma cui più delle altre sfrenata-
mente obbedirono. A quali eccessi, direi quasi puerili, siffatta passione potesse talfiata
condurre, mostrano, panni pur sempre, luminosamente le lamine di Volterra, dove
(Correz. e Giunte p. 12) abbiamo prima
CIE. 52a Π ί I Φ a ves et ra φ ν i
poi nel rigo che segue
A 12(1:5) Β 12 Fu l una. Ous'cv f v i m v ;
abbiamo cioè (fui le due parole cpxì e f v i m v , di certo apparentate, con diversa orto-
grafia, ossia l'ima con /'- l'altra con φ-; ora a questa precede Φ a v e s , a quella Fu l u n a ,
entrambi i quali vocaboli diventano mercè di siffatte artificiose diversità, allitteranti
rispettivamente con φνι e f v i m v ; non mi sembra quindi potersi dubitare che appunto
per ottenere tale illusoria allitterazione rispettivamente si scrissero ad arte iu diverso
modo. Similmente -'»236.4 V l i t a ve pel normale U h f a v e , affinchè allitterasse col se-
guente Ve l fus ' J ; così 3542 Lumpuui apparente per P u n ì ρ u n i , perchè precedendo
LarO, parve all'artefice potersi I etnisca surrogare all'etnisca p, causa l'identità della
figura di questa colla l greca e venefica, la quale infatti più volte nelle etnische epigrafi
s'incontra in luogo dell'elemento l (§ 7.151 cf. 1.49); così 4794 vedesi ripetuto il bisillabo
I n n i di A p l u n i , perchè seguono gli allitteranti Lex[us '] la u t n i , che così di due
diventavano tre conforme alla religione del numero trino. E venendo ora agli elementi
s' e s, abbiamo nella Mummia xu II s'a cu i e η . e i I 0 . c e / a . sa I come vii 6 7 s'ae-
n i t n e i 1Θ . c e / a n e . s a i . s'uc i ν 11, ma χ 20 ζ 11 0 e ν a ζ a l , ossia sa i ο ζ a l secondo
conviene all'allitterazione, senza distinguere fra s' e s secondo conviene ad ini testo in cui
essi elementi di continuo si avvicendano 15.23-25); parimenti Gap. 28 sed im i sa i ,
ma 26 za i te i z a l r a p a z a l ; così pure Μ. χ 17 su 1 χ va . m a θ c ν a e . ρ r uO . se r i,
|Γ)11 VICENDE FONETICHE DELL 'ALFABETO ETRUSCO . 3 5 3
come si n i a s e r i n a Barbarano (§ 13.1), ma Μ. ν 2 ιχ 1 e 8 9 z e r i le ci LI in zec
e ν 22 z e r i zec6 e . Vuoisi poi anche quanto all'uso degli elementi s' e s tener
conto dell'influsso crescente che l'alfabeto latino, incontratosi e incrociatosi coll'etrusco
esercitò sopra questo da tempi bene antichi sino alla sua scomparsa: abbiamo p. es.
infatti già nell'arcaico epitaffio di una stele bolognese (§ 6.83.941)is) sruris apparente
per S p u r i s ' , come CIE.897 cresre per 898 C r e s p e e persino 1158 JLmi futi reris pel
notissimo P u l f n a P e r i s , con evidente confusione della ρ latina, che rappresenta
nell'alfabeto etrusco il suono r , colla ρ etrusca, confusione tanto più facile in quanto
concorreva nello stesso vocabolo una vera r; similmente abbiamo CIE. 2421 s'aìSatmi
velznal (Gamurrini) sull'olla della figlia di 2420 Fe l z [n]e i Ma nO va t e s a , sicché ne
risulta essersi nel primo epitaffio scambiate fra loro le figure identiche della m latina
colla s' etrusca e della ν etrusca colla / ' lat ina e doversi esso leggere Μ a u9 ( v ) a t n e i
F e l z n a l . Così ancora per l'elemento s', CIE. 200 forse zannisi per zaOruin i e certo
1509 piis'pu per P u m p u , come F. .'502 Tlas'unu 477l,is Sis'e 478 Artus'i 2235 is's 2435
Arìes 2421 Lucus'u 2481 Unisci Oc 2589 Lavu%s'es 2592 Ras'eVas per Τ la m u n i i (Τελα-
μωνιος) S ime (2tuog) A r t u m i Ar tem L u c u m u PrumaOe (cf. CIE. 1124 Prus'aQne solo
forse apparente per P rumaOne secondo Giunte 81) ims ' (§15.39) L a v u / m e s (cf.
Laud ine) RameOas (cf. RamOa) ; similmente CIE. 207 Gven ie s'i per m i , come
F. 446 s'i t a u r a n a e 2435 s'i c ana e 2614bis s'i V i l i n u a (cf. Pauli Etr. St. n i 65.210
e 75.238 con ν 88) e 2408 s'i ι us rsas per mi e m i i ; e del pari persino F. 20331)is dc
prumaOs' av i l s ses'cps' per sem^s' , nonché p. e. CIE. 1552 mapu per S 'apu inversa-
mente e F.2 110 alniin[as] nel sepolcro degli A l s ' i n a e Not. d. se. 1900 p. 509 ranamu
certamente per Ranas ' u , come insegna il confronto con R a n a z u R a n a z u s a . Il quale
incontro e incrociamento dei due alfabeti, torna sotto il riguardo fonetico sopratutto no-
tevole per gli elementi ν e /', de' quali un tempo, quando quello non era stato per anco
avvertito, si potè credere che in etrusco si avvicendassero; già vedemmo invero CIE.
2121 velznal per la figlia di una Fe l zne i , epperò apparente per Fe l za l , con sostitu-
zione della f latina di figura identica a quella della ν etrusca; inversamente incon-
triamo nella Mummia n 11 zarfneO zus ' le nui iOen allato a iv 7 zarvneO zus' leves'
βύ V. circa l 'a l l i t terazione ne' testi etruschi i
miei ' S t u d i metrici i n to rno al l ' isc. della M u m m i a '
p. 1-12 e cf. Sku tsch in Vo lmol ler ' s Jahresber . iv
85 (1895) ed ora altresì Thu l i t i ftal ische sakra le
Poesie u nd Prosa (Berl in 1906) p. 8 sgg. A l qua le
sembra che l 'aversi la for inola s ' a c n i c s ' t r e s ' c i tOs '
s p u r e s ' t r e s ' c e n a s ' ora a pr inc ip io ed ora in line
di r igo, bast i a d imostrare falsa l a m i a op in ione che
nel la M u m m i a « j e de Zeile ein \rers fili* sich i s t » :
m a ciò potrà so l tanto d imostrare che non possa
trattarsi di questa ο que l l a qua l i t à di verso; invero
come spiegare a l t r iment i , tenuto conto delle abitu-
din i grafiche degl i E t rusch i (St. metr . ρ. I cf. P au l i
Venet. 200-204), la met icolosa tenacia con cui lo
scrittore delle Bende vol le che c iascuna l inea finisse
con paro la comp iu t a , ad on ta del la d ispar i tà gran-
d iss ima nel n ume ro delle si l labe e del la distribu-
zione in due linee diverse di parole norma lmen te
cont igue in u n a sola (St. cit. p. 2)? come spiegare
il caso di M. u 12. ιχ γ 2. χ 19 e γ 5, dove all 'ul-
t ima paro la vedesi sovrapposto i l complemento de l la
lettera ο della s i l laba r imasta fuori del la l inea , piut-
tosto che portar la ne l la seguente, come p. e. nel C ippo
di Perugia dove s'Iia sue | i slyjiy e e \ pie ecc. Del
restante non ritenterei oggi la classif icazione me-
trica di quel le l inee, perchè, essendo persuaso ornai
anch ' i o non potersene per anco osare l 'esplorazione
et imologica , m i mancherebbe il f ondamen to che al-
lora credevo avere, conforme al supposto che p. e.
c e n n i a- pareggiasse lat. pren. Genina sotto i l ri-
guardo lessicale e q u i nd i , s ino a prova contrar ia ,
ez iandio sotto il r iguardo metr ico: m a ciò d imost ra ,
come dal m io pun t o di vista, il tentat ivo metr ico
ancora non mancasse di base, q u a n t u n q u e dovesse
g iudicars i errato da coloro che tale r i pu t avano que l lo
sotto il r i gua rdo ermeneut ico.
310 ELIA LATTES, | I4|
nu i iOen : ora, quantunque appunto l'elemento ν di za rvneO appaia dubbio sulla
benda originale, risulta esso assicurato (Saggi e App. I l ) da ix 1.8 z u s i e v e z a r v e
con vi 14 s ' a rve e da z a r u a z a r u a z a r u a s di Formello (§ 2.7 ); quindi male l'errato
zarl'neO si surrogherebbe (Krall p. 48 ad 1 ) nel secondo luogo al giusto za rvneO , nè
v'ha dubbio per me che la /'- del pr imo si debba a confusione causata dall ' identità
della figura per la ν etnisca e per la /' latina, ed alla ingiusta inavvertita surrogazione
in un luogo della seconda alla prima, giustamente conservata in tutti gli altri. Similmente
Fatinial Feiani Feles' per V a t i n i a l V e i a n i Y e l e s ' 6 7 , assicurati i due primi anche
da lat. Vatiìiius e Veianius; e di l'impatto CIE. 1287 vravnal pel normale F r a u n a l
e altrove Vulunice per F u i u n i ce F u l u n i k e (§ 6.80), assicurato da Φ u l i l i c e ossia
Πολυνείκης; il quale ci dà modo fors'anche d'intendere l 'enimmatica φ rossa esterna
con e nera interna sul coperchio dell 'umetta chiusina CIE. 558, ossia forse epe. pel V e ( l )
dell'epitaffio scritto sull'ossario, conforme alla ν per φ nel secondo alfabeto nolano
(§ 1.4). Difficile per contro decidere fra S c e f i e S c e v i , perchè anche nelle epigrafi
latine concorrono Scaefius e Scaevlus con prevalenza del pr imo: forse (cf. W . Schulze
Lat. Eigenn. 226 sg. n. 7) però si tratta di voluta diversificazione a danno del secondo,
solo giusto e solo un tempo, come tante volte accade pure oggidì dei nomi di fami-
glia e dell'influsso conservato dalla scrittura entro certi confini per ia condizione
propria di certe parole sulla loro pronuncia 68.
CORREZIONI E GIUNTE 6 9
§ 3 (4) p. 9, CIE. 5047; (5) p. 9, ib. 4949.5052.5054 sg.; (7) p. IO, ib. 5022: Da-
nielsson tiene sicura soltanto la (/, fondata la lezione qutus e 11011 illecito ruquius (cf.
sg. e v. a § 4(16) Cupu r e s ) . — § 4 (2) p. 10, CIE. 5022: Danielsson, incerto circa la
lezione (cf. prec.), dubita del raccostamento a C a l e r i a l e Galerii; l ' interpretazione,
anche da Ini accennata, K a l a i r u ( s ) O u i u s ο Q u t u s , troverebbe riscontro in 4934
07 Del pr imo CIE. 3825 chiede W . Schulze lat.
E igenn. 132 n. 5 se vada con F a t i m i 4091 sg. e
lat. Faclius Fadus (cf. 249 V a t i n i ) ; il secondo vide
in F. 1219 il Conestabile, ma Pau l i CIE . 4027 pre-
ferisce dietro al Vermig l io l i V e i a n i noto e nor-
male specie in causa del suo riflesso lat ino e però,
direi, meno probab i le : cf. 4817 sg., 2082 V e i a n i a ,
3885 V e i a n i a ] , Not. <1. se. 1882.371 V e i a n e ; del
terzo, veduto in 4742 da Degering e Nogara, toccai
G iunte 283 contro Pau l i che già nel disegno pose
veles'. 68 Non so però dimenticare nè la difficoltà «li
chiarire la relazione fra osco -cvffed e lat. -acid
-avit, nè gli esempi volgari de l l 'avv icendamento di
ν con f : cf. p. e. Bir t Av r um 50 e Z immermann
Uh. Mus. Lvil i 1903 p. 316 sg. — Al l ' i n f lusso della
scrittura sul la pronunc ia p a nn i pur sempre (Iscr.
paleol. p. 57 e I 15) potersi attr ibuire paleolat. Melo
per ' N i l o ' ossia, sospetto, Νε(ΐ)λος con m quadri-
linea. 69 L ' ausp ica t i ss ima esimia pubbl icaz ione del
CIE. il l (Orvieto 4918-5152, Bolsena 5153-5210),
dovuta alle feconde cure del Danie lsson, a profittar
delle qua l i m i r ano pr inc ipalmente queste u l t ime li-
nee, avvenne quando la s tampa del la presente scrit-
tura era quas i compiuta .
[ 17] VICENDE FONETICHE DELL'ALFABETO ETKUSCO. 3 55
Ave le (s ) Pe learas , 4952 V h u l u e n a s R u t e l n a ( s ) , 4955 Lar i ce ( s ) Mu lvenas , 5055
Larece(s) T e q u n a s e 5164 V i p i n e i V ipe(s ) (cf. 5034 A r m n e s \Tipes coll'ultima-s
sovrapposta), fra'titoli orvietani più ο meno antichi. — § 4 (3) p. 11, Danielsson
Beri. Phil. Woch. 1906.596 avle; cf. a GIE. 5062 e in contrario Rend. Ist. Lomb.
1907.824 n. 13.— § 4 (11) p. 11, CIE. 5046: Danielsson e Pauli leggono akas lariceti
perchè «qu inta a principio littera miram e inversae speciem praebet, cum paenul-
timo loco (-ces) legitima eius elementi forma inveniatur» (cf. qui avanti Caa ies Cu-
pures e arrangia Ourmepnas. — § 4 (12) p. I l , CIE. 4967: Danielsson preferirebbe
veler kacenas. -— § 4 (13) p. I l , ib. 4980. — § 4 n. 13; come già pel Gamurrini, cosi
ora 4951 il Danielsson stima la r geminata di A r r a ng i a errore dell'operaio e 4948
poco probabile che il « non ferendimi » burmepnas sia apparente per © u r m e n n a s ; cf.
a n n a t Oannurs i m u l v a n n i c e in epigrafe colla θ crociata e Caa i es LarOi ia qui avanti
a § 4 (16). — § 4 (14) p. 12, CIE. 4940; (15) p. 12, ib. 5024 ...arancia kapfenqs/, secondo
la copia dell'anonimo gamurriniano. — §4(16) p. 12, S k a n a s n a s ib. 5079, S k ane sna s
4970, Cecp i a sena ine. 5044 (Pauli cecnasena, Danielsson forse [marnar]ces plaseuafs),
CeOurnas 5074, *Aiacenas 4983 è A tecenas ; ar ices v. sup. §4 (11 ) ; V i n u c e n a s 5021,
V i r c . enas 5043, . . .ecei i . . . 4935 (Da, forse ecenfas]), *0uceriias 4891 è Θuce r u s , La-
recenas 4956, Larece (leg. Not. 1886) 5055, Lareces 4938, Lar i ce 4955, Mani arce s
4980.'87.'89.'34.'23.'25.'29, *Perecelis (non -eclis) 4953 è Perceles, P r u scenas 5049, Fnesc i
5041, c levsu 5045, Ve lOurusc les 4966, Acr ies 5039, Mamac res 4937, M u r e n a s 5040,
T u c m e n a s 4951; ArranOia ine. a n n a t Θ a η η u r s i m u l v a n n i c e , v. a § 4 n. 13; L a r ke s
4896 (Da. e Pa. larices perchè «k in bis Yolsiniensium veterum titulis nisi ante a non
legitima est» ; cf. § 4(5) kai ike a Narce); ki kvi 4956.4935 (Danielsson emenda in
ambo i luoghi per l'anzidetta ragione kq . . . e propone kqfes] ; *llerklvs 5033 è Her-
cles; Caa ies 5060 («qu id autem de « geminato iudicandum sit nescio » nota il Da-
nielsson, che reputa «falsa aut incerta» ad eccezione di P i u t a a l gli esempj di aa
addotti Jscr. paleol. l(i (cf. ora Gorrez. Giunte 133 sg. a 3135), e pur Caa ies ammette
eolla riserva «si recte a Manchilo meque descriptum » ; il Pauli dapprima « in cavfies
emendandum esse censuit»; cf. LarOi ia e sup. a n n a t Ar ranO ia ine. ecc. e ose. Gaaviis
Gaavifeis] insieme con Pianta Gr. ι 77 sg. 195 e con W. Schulze Lat. Eigenn. 464.6);
Cae 5039, Ca i cuas 5901 cf. 5071, C a m u s e LarOi ia 4945; C u p u r e s 5000 (la più an-
tica fra le iscrizioni orvietane e la sola colla 0 crociata; il Danielsson l'assegna al 600
a. E. ed opina che « quod autem ante η non q sed c scriptum est, casui tribuendum
videtur»; cf. sup. arrangia Curmepnas, akase arices, Caaies) . — § 5(21) p. 12, kaO. . .
CIE. 5078, akljcis (non acl%is) 5086, k l u m i e 5084, k r a n k r u 5095, k u r p u 5096; n. 14:
anche cf. s p u r a n a p u r a n a e lat. etr. curia Asernia a Caere insieme con Aesernia ed
etr. aesar (W. Schulze 129.478) asar(Gorrez. Giunte 2 74)70. — §6(108) p. 17, v. sup. §4. ( 1(>).
- § 7 (112) p. 18, CIE. 4956 (v. sup. § 4(16) e Danielsson a 4920, dove preferisce leg-
gere sulla pietra di Feltre kiaiser tinia tifnskvilj); ib. (121) *Herklvs, corr. sup. Her-
cles; n. 17: GIE. 5092 raua, 5093 η iva, 5094 nifi a], 5096 0 uva che Danielsson emenda
runa; ib. (131) p. 19, v. sup. a § 5 (21); ib. (154) p. 20: tocca di cotesto v ia Danielsson
a 4945* e inclina e negarne la sincerità; il). (155) v. sup. a § 5 (21); ib. (162) p. 21,
Herklvs, v. sup. (121); il). (163), v. sup. a § 5 (21); ib. (165) p. 21, CIE. 5103 C n z u s ,
70 A § 5 (44) n i p i k a p i e n i p i c a p i (et-, k i n a s ' k u r t i n a s ' e forse k a p e m u k a ) fa riscontro in
([uest 'ult ima.epigrafe medesima / u l i ^ n a c u p e s .
3 5 6 ELIA I.ATTES, VICENDE FONETICHE DEU /ALFABETO ETRUSCO. [54|
5104 C u e z u s ; il). (175) e (INO) p. 21 sg., v. sup. S 5 ( ^Π ; ib. (200) ρ. 23, togliere le pa-
role 'forse k(a)'. — § 8 p. 2-1, sup. $ 4-7 alle rispettive voci; CIE. 5092 sgg., 5097 eanOe
e ... .vice con r «fortasse non prorsus certum», sicché non impossibile ancora ζ [ i 1 a χ ] 11 e e
suggerito dal seguente me θ h i ni. — § 0 (2) p. 24, CIE. 4943; (3) il». 4952, dove si pre-
ferisce la mia prima lezione Y h u l u e n a s confermata ora dal nuovo prezioso esempio
di vh 5005 V h u l v e n a s — S 10 (2) p. 25: cf. \V. Schulze 573.2; ib. ». 25 p. 26: se-
condo CIE. 5117 cf. 5115, sicuro Aus i l ia e però sempre più anche U l us i na . — § 12
(76) p. 31 e § 13 (23) p. 37: inutile ornai ricorrere all'etr. C r a p i l u n , dopoché felice-
mente il Danielsso» 4990 restituì S r a p l u u i a in luogo di *Scalidia; ib. (S4) p. 32. corr.
Bertone. — § 13 (1) p. 35, CIE. 5093 maxce (p. 62 anche Danielsson reputa « nova ni
Deeckii lectioneni ecc. satis probabilem ac fortasse verani esse»); ib. (35) p. 37, CIE.
5097 (Da. p. 67 v. 7 « supln nome» gentil, esse Torp [Beni, zu der etr. Insclir. S. Maria
v. Capua 20] recte statui t»; anche a W. Schulze 151 sg. e 153.7 s 'up lu s u p l u non
sembrano essere mai appellativi, nemmeno in mas t r s 'up lu , che per me dietro Deecke
dice pur sempre probabilmente ' magister subu lonum' ; certo Correz. Giunte 27 è nome
personale in LO. S ' up l u e ΑΘ S ' up l u di Campiglia ο Monte Pitti). — § 14· ti. 50 p. 49:
cf. ora anche 5189 Κοχίιι con lat. Rcgiilus, che richiama altresì G. 912 bis r e / uva
reket i ; ib. n. 51 : circa le Vota scribunda ossia 'scriventi' di Rendic. Ist. Lomb. 1900.560,
v. ora Birt Neue Jalirb. 1907.718 sg. che vi riconosce una creazione etrusco-romana.
- § 15 (2) p. 41 e (24) p. 44, CIE. 5097 e p. 67 v. (5 *su si è cns i od anzi per Da-
nielsson LarO Cus i , come già Torp Betnerk. etr. Insch. S. Maria von Capua 20; ib. (3),
esar i 5094; ib. (5): per contro nella semietrusca epigrafe di Noviluni, nessuna traccia
di s, surrogata sempre, vuoisi credere, da s': ib. (0): cf. ora anche 5166 U r a i s i e s ; ib.
(15) bu s ' u r 5181; ih. (39) p. 39 *prnmfts è CIE. 50971.5 cf. p. 67 p r u i n s t e , che Torp
1. e. scompone prnms' (sic) te [e] e 72 ; ib. n. 62 p. 48 arese, CIE. 5152". cf. sup." num. 6
LTraisies e Correz. Giunte I I I sg. a 2197 e 162 a 3679 Urnasi-s U y a l i a s i , questo
chiusino, quello perugino come Petes' i Petisi-s'. — 8 16 P· 46 e n. 56: cf. sup. a
§4 (11 ) la nuova lezione proposta akas larices, che duolnii non sapere intendere finora
nè sotto il riguardo paleogratico, nè sotto l'epigrafico; assai opportunamente avverte
anche qui il Danielsson come, secondo l'Helbig, quest'epigrafe spetterebbe agli ultimi
decennj del 6 0 a. E. § 16 p. 46 n. 58 in f., ad ogni buon conto ed a rincalzo,
se mai, di V i ze Viske Visce ecc. ricordo anche CIE. 5064 Fe lza con 4513 Ee lsc ia ;
ih. n. 55 p. 45: non *Scalutia, ma sup. § 12 (76) S r ap . l un i a .— S 17 p. 51, CIE. 5092
*ses'fs' è sem<ps'; cf. però già 5061 a i Us'eles per mi in testo arcaico (/· triangolare
e θ puntata).
71 Impor tante anche pel vh è il c u l c f n a per
c u i e h i la c u i χ η a , teste l'atto conoscere dal Weege
R h . M u s . LXI I 1907 p . 550 .
72 Per il. 54 p. 43 L a r k e s , cf. sup. § 4 (1C>)
l ' emendaz ione larir.es proposta dai nuovi editori :
confesso di sospettare p iut tosto che 5146 iculni sia
apparente per K u l n i ossia C u I n i (cf. sup.
§ 4 (10) C u p u r e s per qii- e § 7 k u r p u ecc.).