Viaggi e viaggiatori nell’Europa moderna. Itinerari di uomini, merci e culture. Lezioni di...

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Viaggi e viaggiatori nell’Europa moderna . Itinerari di uomini, merci e culture. Lezioni di Pierpaolo Merlin per il Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Internazionale per il Turismo. A.A.2014-15

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Viaggi e viaggiatori nell’Europa moderna.

Itinerari di uomini, merci e culture.

Lezioni di Pierpaolo Merlin per il Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Internazionale per il

Turismo. A.A.2014-15

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Il viaggio: un’esperienza alle radici della civiltà occidentale

• Il “nostos” di Ulisse. La “nostalgia” del ritorno.• L’esodo. Singolo (Abramo), collettivo (popolo ebraico).• Il grande viaggio interiore della “Divina Commedia” (Dante, secolo

XIV). “Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”).• Il viaggio verso nuove realtà: il “Milione” di Marco Polo.• Viaggi nella coscienza contemporanea: “Ulysses” di J.Joyce (1922). La

vita nello spazio di un giorno.

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Alle radici del viaggio.

• Desiderio di conoscenza (esploratori). Senso di inquietudine/insoddisfazione. Confronto con realtà ignote/avventura. Voglia di mutamento. Ricerca interiore (Montaigne).• Europa moderna caratterizzata da grande mobilità. Livello alto (corti

itineranti). Livello basso (varie figure).• Lo spazio si allarga (scoperte geografiche, est europeo). Necessitano

istruzioni, consigli pratici (guide, descrizioni di itinerari).• Domande: come e perché si viaggia? Che cosa si porta con sé e al ritorno?

Viaggiatori «leggeri» (pellegrini, predicatori, soldati, intellettuali). Viaggiatori «pesanti» (nobili, prelati, mercanti). Evoluzione dei mezzi di trasporto (dai carri alle vetture).• Il Settecento: secolo dei viaggi. Nasce il turismo e si afferma il «Grand Tour».• La mobilità vuol dire anche cambiare identità (viaggiare in incognito).

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Tipologie di viaggiatori.

• I Mercanti (prima per terra, poi per mare).• Mercanti: lo scambio motore del viaggio (in tutta Europa ed oltre). Il

mercante «tipo umano» (caratteristica la mobilità).Uomini in viaggio, donne a casa. Il viaggio come «iniziazione» e «percorso di formazione». Il mercante non necessita di guide (se mai le scrive). Casi emblematici (Anversa, Lione, Ragusa). Fiere e mercati (dalla Champagne a Francoforte).• Italiani in prima fila tra XIII e XVI secolo (punto di forza l’organizzazione).

Nel XVII l’economia si sposta dal Mediterraneo all’Europa occidentale. Il mercante è contrario alla guerra (interrompe la comunicazioni e gli spostamenti).

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Tipologie di viaggiatori.

• Gli ambasciatori. Arrivano dappertutto. Affermazione nel ‘500 e consacrazione nel ‘600. • Caratteristiche del «tipo umano»: mobilità, duttilità, sociabilità.• Ambasciatore «creatura» dello Stato moderno: dalla Chiesa (nunzio)

alle grandi monarchie (ambasciatore residente). Il modello italiano: Venezia.• Nel Settecento l’ambasciatore si professionalizza (competenze

specifiche), ma rimane appannaggio dell’aristocrazia (peso del cerimoniale e dell’etichetta esistenti nelle corti «gran teatro del mondo»).

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Tipologie di Viaggiatori.

Gli uomini di cultura (docenti e studenti). Università=mobilità=diffusione cultura. Professori italiani richiestissimi.Anche gli studenti viaggiano (peregrinatio academica). Europa dell’Est italianizzata.I pellegrini (le grandi mete: Gerusalemme, Roma, Santiago, Loreto). Il businness del pellegrinaggio (ospitalità, ricordi, reliquie). Il Giubileo. Pellegrinaggi reali. I «termalisti». Andar per bagni (Spa, Karlsbad, Padova, Lucca). Le terme tappe del Grand Tour.Donne in viaggio. Mobilità femminile aumenta in età moderna, nonostante poche testimonianze. In testa le mogli dei mercanti.

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Il primato degli Italiani.

• I mercanti. Il periodo d’oro (XIII-XVI secolo) tra il Mediterraneo e l’Europa. L’atlantizzazione e la crisi del Seicento. La scoperta dell’Est.• Artisti (pittori, scultori) e architetti. Ingegneri, artigiani (maestranze

edili, orafi). Musicisti e teatranti (la «Commedia dell’arte»). • Militari (soldati e generali). Il mestiere delle armi nella tradizione dei

condottieri.• I professionisti della medicina.• La mobilità continua per tutta l’età moderna.

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Il paesaggio urbano.• Tra medio evo ed età moderna l’immagine dell’Europa è un’immagine

urbana (tre quarti della popolazione vive nelle campagne). Le città tappe essenziali del viaggio e dei ricordi. Il resto del territorio è poco menzionato.• Il viaggiatore descrive, però paragonando. Le cose notabili sono i

palazzi di pietra, i monumenti, le “meraviglie”, le donne . Nelle guide e relazioni in primo piano le città (per l’Italia Venezia, Firenze, Roma, Napoli).• Nell’est europeo si impone altra realtà: lo spazio si amplia (pianure e

steppe). • Nel Settecento scoperta della natura e del paesaggio rurale.

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Itinerari e mezzi di trasporto . I

• Modalità del viaggio: meglio in compagnia che da soli. A piedi (30-40 km al giorno).• Il mulo ossia il Tir dell’Antico Regime (specie negli itinerari alpini e

impervi). Il mulo di don Abbondio. Aziende di trasporto su mulo.• Un mezzo versatile: il cavallo (testimonianza di Montaigne). Oggetto

del desiderio e di scambio di doni. Il servizio di posta. Cavallo status symbol. Cavalleria e nobiltà. Le corti e i servizi di scuderia (gli affreschi di palazzo Te). Allevamenti e fiere (Gonzaga-Ragusa). Il mercato orientale (cavalli arabi e turchi).• Viaggiare d’inverno: la slitta (preferibile all’Est e Nord Europa).

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Itinerari e mezzi di trasporto. IILe vie d’acqua. Bacini idrografici favorevoli (fiumi francesi. Il Rodano via di comunicazione dal Mediterraneo al centro Europa). Province Unite (canali e fiumi, sistema di trasporto uomini e merci). La via del Tamigi.L’asse cartesiano d’Europa (Reno e Danubio). Il bacino del Po (da Torino a Venezia). La via del Ticino. Il sistema dei laghi.La navigazione di cabotaggio nel Mediterraneo (rotta Marsiglia-Genova-Livorno). Insidie e pericoli (tempeste e pirati). Il Mediterraneo mare conteso tra cristiani e turchi (la guerra di corsa). Il problema degli schiaviCarrozze e cocchi (dal secolo XV). Prima oggetti decorativi per i reali poi strumenti per la mobilità. Grande incremento dal Cinquecento. Progressiva evoluzione tecnica (molti modelli). Istituzione di servizi di corriere e diligenze. La vera rivoluzione però con la macchina a vapore e la ferrovia. Rimane però il fascino del viaggio a piedi, vero “cammino filosofico” (Rousseau).

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Viaggiare oltre i confini.

• Dalla frontiera (fronte) al confine (limite territoriale con lo stato moderno). Al di là tutto è diverso (lingua, cultura, religione, politica).• Montagne come frontiera: Alpi (separazione nord/sud Europa). Vero

confine naturale solo con Utrecht (1713). I passi alpini da sempre frequentati: Moncenisio (Francia), Piccolo e Gran S.Bernardo (Francia e Svizzera), Sempione e Gottardo (Svizzera), Brennero (Austria/Germania).Paesaggio alpino per secoli «orrido». I confini segnati da cippi, lapidi, posti di guardia.• Lo stato moderno consolida i confini (fiumi, montagne, limiti «naturali».

I documenti di transito: dal salvacondotto (bolletta sanitaria) al passaporto di identità (1792 con la Rivoluzione francese).

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Le strutture dell’ospitalità.• Dall’ospitalità ecclesiastica (ospedali) all’accoglienza laica (alberghi,

locande, osterie). La mappa dell’accoglienza (fonte i Colloqui di Erasmo da Rotterdam, 1522). Bene in Francia, male in Spagna.• Un dato generale: la promiscuità. Camere singole molto tardive.

Alberghi, locande e affini luoghi della sociabilità e dello scambio culturale. In negativo (la taverna di Renzo), in positivo (clubs and pubs). La società dei «caffè» (Goldoni, 1750).• Verso l’Europa orientale aumentano le scomodità. Calano le strutture

alberghiere. Chi viaggia porta tutto con sé (viveri e giaciglio).• La qualità scende da nord a sud e da ovest a est. Dal XVII secolo si

affermano le strutture inglesi, poi francesi e olandesi. Spagna scarsa e Russia in coda.

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Gli imprevisti del cammino.

• Pericoli: epidemie (peste), banditi, guerra.• Difficoltà: le lingue diverse. Nella prima età moderna il latino lingua

universale (dei colti e degli scienziati) non solo all’ovest, ma anche all’est.• La conoscenza delle lingue requisito indispensabile del mercante (entra

nel suo curriculum). A lungo si mantiene primato italiano e delle lingue romanze (francese, portoghese, spagnolo). Le città commerciali centri poliglotta (Lione, Venezia, Anversa). Necessitano i dizionari in più lingue (Calepino, 1502).• Dal XVII secolo si afferma il francese. Lingua della cultura e della

diplomazia. Il suo primato dura fino a metà Ottocento.

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Nascita delle guide.• Prima le notizie utili ai viaggiatori vengono da mercanti e ambasciatori

(lettere, relazioni, oralità). Poi con la diffusione della stampa nascono guide. Charles Estienne, La Guide de chemins de France, 1552 (molte edizioni).• Il genere si perfeziona: guide per studenti, guide continentali (Methodus

peregrinandi o arte di viaggiare, 1577).• L’Italia oggetto privilegiato di descrizione (38 guide tra 1595 e 1713).

Precedenti illustri: Italia illustrata di Flavio Biondo (1453), Descrizione di tutta Italia di Leandro Alberti (1550). Si afferma itinerario canonico: Roma, Venezia, Firenze, Genova, Milano (Napoli dal Seicento).• Ulteriore passo con le guide urbane: Londra (1598), Parigi (1647). Primato

di Parigi capitale della cultura europea (con l’Italia meta preferita del Grand Tour). Dalla fine ‘700 guide storico-critiche (Voyage en Italie di Jerome Lalande, 1769). Guide di montagna (Voyage des Alpes di Horace de Saussure, 1779-96).

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Viaggiare nell’Europa delle frontiere confessionali.Mobilità obbligata: emigrazione ed esilio forzato religionis causa. Minoranze (ebrei, moriscos, conversos, ugonotti ). Gli esuli dopo la Riforma. Gli spazi svizzeri (Ginevra, Basilea, Zurigo), tedeschi (Francoforte, Norimberga, Augusta), inglesi (Londra), francesi (Lione).Locande, osterie, taverne: locali pubblici luoghi dello scambio culturale.Il viaggio come percorso d’esilio: il caso degli «eretici italiani» (Ochino, Vermigli, Curione, Castellione, Sozzini, Pucci) tra Svizzera ed Europa orientale. Solidarietà tra connazionali.L’est europeo rifugio degli esuli (Polonia, Boemia-Moravia, Transilvania).Isole di tolleranza tra Italia e Balcani: Ferrara estense, Ragusa.Le pratiche del viaggio in «incognito» (nelle vesti di mercante). Il «nicodemismo», atteggiamento condannato.

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La Polonia: un’oasi di tolleranza per gli esuli italiani.

• Un vasto regno: il «colosso» polacco-lituano, un gigante dai piedi d’argilla (scarsa popolazione, strapotere nobiliare, monarchia elettiva, il conflitto perpetuo con la Russia).• Cracovia: la capitale, la corte, l’università. Gli ultimi re Jagelloni (1573)• Il Cinquecento: età d’oro polacca. Cultura umanistica italiana, mediata

attraverso corti padane (Sforza, Este). Presenza di mercanti (fiorentini e lucchesi) e intellettuali.• Pluralità religiosa: luterani, sette (anabattisti), eterodossi italiani (diversi

piemontesi). Dalla Svizzera intransigente alla «libera» Polonia (l’itinerario Praga, Breslavia, Cracovia).• La stretta di fine ‘500. Ricupero del cattolicesimo e della Controriforma (il

ruolo dei gesuiti).

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Ferrara estense: rifugio degli ebrei erranti.

• Ebrei ispano-portoghesi in continuo movimento. L’Italia diventa luogo di accoglienza e transito.• Il piano di Ercole II d’Este (1534-59): Ferrara come centro mercantile

inserito nella rete dei traffici europei (spezie, tessuti e finanza). Reclutamento di famiglie ebraiche ad Anversa e Italia (incentivi al trasferimento) con prolungamenti fino Ancona e Ragusa.• Esodo ebrei portoghesi dal 1536 (scattano misure inquisitoriali).

L’itinerario dell’esilio: Anversa, Lione (Piemonte o Liguria), Ferrara. Contro la polizia imperiale agisce un’organizzazione clandestina (Sedakà). Si viaggia in piccole comitive.

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Le corti itineranti: un fenomeno europeo.• Nomadismo: carattere che passa dal medioevo all’età moderna. E’ un fenomeno generale

(interessa corti maggiori e minori). Uno strumento di consenso: le «entrate gioiose» (tradizione borgognona).

• L’esempio delle grandi monarchie: la Spagna dei re cattolici e degli Austrias. Carlo V, un viaggiatore per necessità. Filippo II, el rey prudente, crea la cintura delle residenze (Escoriale, Aranjuez, El Pardo). I successori rispettano la tradizione. La caccia prima attività ricreativa.

• La Francia: i Valois grandi viaggiatori. Francesco I ed Enrico II e i «castelli» reali. Il viaggio di Carlo IX (1564-66) occasione di conoscenza e presa di possesso del territorio.

• La burocratizzazione favorisce l’abbandono del nomadismo. Ultimo esempio viaggio di Luigi XIV nel 1660.

• Un caso da non dimenticare: l’Inghilterra dei Tudor (Elisabetta I e i viaggi di propaganda).• Alla scoperta dell’est: Enrico di Valois effimero re di Polonia (1573). L’andata: Heidelberg,

Magonza, Francoforte sul Meno, Poznan, Cracovia. Il viaggio occasione di coesione di un gruppo dirigente (Enrico e i mignons) e di studio (pratica che passa al Grand Tour). Il ritorno: Vienna, Venezia, Ferrara, Mantova, Torino. Nasce l’interesse per l’Europa orientale.

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I viaggi di genere (principesse e regine).

• Matrimoni strumento di alleanze dinastiche e relazioni politiche. Forte endogamia (i regnanti sono tutti «cugini»).• L’esempio asburgico (patto di famiglia). Scambio di spose tra Vienna e

Madrid e viceversa. • Il viaggio è organizzato secondo un preciso cerimoniale che assume

significato politico di celebrazione potere dinastico. • Le spose venute da lontano sono portatrici di mode: il caso di Caterina di

Braganza (tè).• Un caso piemontese: Caterina d’Asburgo, duchessa di Savoia (1585-97). Il

viaggio da Madrid a Torino. Importazione del costume e del cerimoniale spagnoli.

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Torino capitale e le residenze sabaude.

Emanuele Filiberto sposta la capitale da Chambéry a Torino (1563). Il baricentro dello stato si sposta in Italia.

Torino città fortezza: non è costruita la reggia, ma la Cittadella (1564). L’insediamento della corte non muta l’assetto urbanistico dell’urbs romana.

Esigenze di loisir molto rustiche. Tenute non palazzi: Regio Parco (giardini e azienda agricola), la «Margherita» in collina, il Valentino. Fuori città: castello di Rivoli.

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I viaggi nel Settecento.

• Secolo di grandi cambiamenti: mentali (crisi della coscienza europea, Illuminismo), logistici (progressi nei trasporti e nella viabilità), cosmopolitismo. Figura tipo: il «viaggiatore filosofo» (Voltaire, viaggia in Europa, ma non in Italia). Viaggio come esperienza a 360°.• Il Grand Tour. Il viaggio non più necessità, ma gusto (conoscenza, piacere). Esperienza

di arricchimento culturale che si realizza attraverso il viaggio e l’osservazione diretta di usi e costumi diversi).Mobilità per ricchi (ci vuole tempo e denaro). • Cambiano le direttrici di marcia: da nord-sud (centro il Mediterraneo) a ovest-est.

Nuovi spazi (Inghilterra, Germania, Polonia, Prussia) e nuove mete (Londra, Berlino, Dresda, Vienna).• L’Italia comunque rimane meta privilegiata: Roma, Firenze, Venezia, Napoli l’itinerario

classico.

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Caratteri del «Turista»• Età giovanile. Presenza del «precettore». Obiettivo pedagogico. • I primi itinerari sono programmati (peregrinatio accademica).• Funzione educativa delle classi dirigenti: il viaggio sostituisce le Accademie nobiliari. Il

viaggio del gentleman: da moda aristocratica ad abitudine borghese. Presenza femminile in aumento.

• La fine della Guerra dei Sette Anni inaugura periodo di pace e favorisce gli spostamenti.• Dal viaggio d’istruzione al viaggio di svago. Il viaggio stimola il ricordo e la scrittura (diario,

memoria).• Periodizzazione: fine XVI-XVIII secolo. Età dell’oro: Settecento. Fine con le guerre

rivoluzionarie e napoleoniche.• Il viaggio dei filosofi. Primato scientifico: Inghilterra. Primato artistico: Italia.• L’Italia però è in crisi economica e politica. Si salva per arte e natura. La testimonianza di

Montesquieu (Il viaggio in Italia, 1728-29). Interessano non più solo le città, ma anche il paesaggio e le strutture economiche.

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L’Italia: meta delle mete del Grand Tour.

• Fascino dell’Italia risale al Rinascimento. La penisola culla di cultura (arte, letteratura, scienza). L’eccezione: la disillusione di Lutero (1510).• Il richiamo della mondanità e delle rovine: Venezia e Roma.• I francesi avanguardia dei viaggiatori. Scrittori e uomini di legge:

Montaigne e Charles de Brosses (1739-40). Non solo uomini, ma donne.• Seguono viaggatori da tutta Europa. La mania del ricordo

personalizzato: il ritratto on the road.• Viaggio in Italia topos della letteratura europea tra ‘500 e ‘700

(Montaigne, Gibbon, Goethe).

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Come arrivare e cosa vedere in Italia.

• Per terra attraverso le Alpi. Ad ovest dal Moncenisio a Torino, poi Milano e Bologna (snodo obbligato). Poi dorsale appenninica (Firenze-Siena-Roma). Da est Brennero-Bologna.

• Per mare. Genova e Livorno (specie inglesi).• Venezia città delle feste: religiose (Ascensione/Sposalizio del Mare), laiche (Carnevale).• Firenze città dell’arte: la «sindrome» di Stendhal». Le città toscane (Firenze, Pisa,

Lucca, Livorno).• Roma e le grandi corti (papale, cardinalizie, aristocratiche). Città rituale: grandi

festività (Natale e Pasqua), processioni, funzioni solenni. Nascita dei musei: Capitolini (1734), Vaticani (anni settanta). Scoperte archeologiche. Si sviluppa mercato dell’arte.

• Presenza di pittori stranieri: Mengs, von Maron, Kauffmann. La moda del ritratto: Pompeo Batoni.

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Altre mete italiane.

• Da metà Seicento nell’itinerario si inserisce Napoli. La città affascina per i contrasti (miseria e nobiltà), la scenografia barocca, il clima mite.

• L’attrazione degli scavi archeologici: Ercolano e Pompei (dal 1738 in poi). Napoli luogo dell’antichità per eccellenza. Bellezze naturali: Vesuvio, Campi Flegrei. Feste popolari (il miracolo di San Gennaro).

• Napoli estremo limite dell’Italia «turistica», confine tra nord e sud del continente. Solo negli anni settanta del ‘700 viene scoperta la Sicilia, che suscita interesse perché crocevia di storia, natura e archeologia. Feste religiose a Palermo, Catania, Siracusa.

• Sardegna e Corsica rimangono ai margini. Sardegna parzialmente conosciuta:«visite» dei viceré (1738 e 1770). Prima descrizione completa nel 1826. Corsica (fino al 1768 genovese) e isole minori sconosciute.

• In ogni caso l’Italia è il paese del sole e delle bellezze naturali. • Una volta scoperto il Meridione, la linea di confine dei viaggi si sposta oltre: la Sicilia ponte verso la

Grecia, l’Egitto e il Medio Oriente.• Un passepartout : le lettere di presentazione. Gli intermediari sono i diplomatici: francesi a Roma

(Accademia di Francia già dal ‘600), consoli inglesi a Firenze (Horace Mann), Joseph Smith (Venezia), William Hamilton (Napoli). Sono spesso anche collezionisti, mercanti d’arte e protettori di artisti.

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Viaggi in incognito.

• Rispetto ai secoli precedenti alcune dinastie viaggiano meno (Borbone di Francia e Spagna). Altre di più (Asburgo d’Austria per la presenza in Italia ).• Si preferisce viaggio in incognito: nel Seicento già Cristina di Svezia, principi

di Danimarca. • Il grande modello: i viaggi dello zar Pietro il Grande sotto pseudomino

aprono una moda.• Esempi illustri: Gustavo III di Svezia, Giuseppe II d’Austria, Paolo Romanov

erede al trono russo).• All’ospitalità sfarzosa viene preferita quella in alberghi di classe superiore

che iniziano ad essere frequentati da clienti altolocati.