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Vita Olgiatese Quindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 14 - 23 Settembre 2018 - € 1,00 www.parrocchiaolgiatecomasco.it “Consultazione”: un termine poco usato nel linguaggio ecclesiastico degli ultimi secoli. Se ci fosse un vocabolario specializzato in questo linguaggio, probabilmen- te non lo riporterebbe nemmeno, perché… vuoto e privo di conte- nuto. Il fatto è che la Chiesa Cattolica si era, via via, verticalizzata, al punto che, poco più di un secolo fa, una defini- zione come la seguente non faceva scandalo ed era ritenuta normale e corretta: La Chiesa è una società perfetta e diseguale dove alcuni (il clero) sono chiamati a comandare e tutti gli altri (i fedeli) a obbedire. Ecco perché anche i vari Sinodi celebrati in tutte le diocesi dopo il Concilio di Trento (1545- 1563), pur dovendo essere, come dice il nome stesso, un “cam- minare insieme”, non avevano bisogno di ricorrere a nessun tipo di “consultazione”. Era il vescovo che, aiutato da qualche consigliere da lui scelto, decideva tutto e il Sinodo serviva solo per comunicare in modo solenne ai preti e ai fedeli quanto già deciso. Ed è questo anche il motivo per cui duravano poco. I dieci Sinodi cele- brati finora nella nostra diocesi di Como richiese- ro, in media, tre giorni ciascuno. Anzi, l’ultimo - il decimo, celebrato dal vescovo Bonomini nel 1953 - si limitò, addirit- tura, a due soli giorni, il 23 e il 24 settembre. (A riprova di quanto detto: ho controllato tutti i numeri di Vita Olgiatese pubblicati nel 1953; non si parla mai del Sinodo diocesano, nemmeno lo si nomina …”tamquam non esset!”) Il Concilio Vaticano II (1962-1965) sconvolse tutto. La Chiesa fu defi- nita “popolo di Dio”, un popolo dove tutti hanno la stessa dignità, un popolo fondato sul Battesimo. Si riprese a parlare di “sacerdozio comune” di tutti i bat- tezzati, di “carismi” che lo Spirito Santo distri- buisce a tutti, di “corre- sponsabilità”, ecc. Ed anche il termine “consultazione”, inco- minciò a riempirsi di significato. Quando nel 2002 il vescovo Maggiolini deci- se di indire un Sinodo, per prima cosa propose proprio una “Consulta- zione Previa”, che coin- volse parrocchie, istituti religiosi, gruppi, associa- zioni, ed anche singoli fedeli, su cinque semplici domande, le quali mira- vano a far emergere i temi che sembrassero più urgenti per un rinno- vamento pastorale. Dopo l’indizione solenne del Sinodo, ci fu addirittura una “Seconda Consulta-zione più mirata e più approfondi- ta, che fornì ulteriori idee e proposte sui temi scelti. I “sinodali” (circa 300 tra preti, religiosi e laici, espressi “democra- ticamente” da tutte le realtà della diocesi), che nel frattempo erano stati nominati e distribuiti in otto commissioni, ebbe- ro l’incarico di predispor- re lo “Strumento di lavo- ro” ufficiale, che sarebbe servito al Sinodo vero e proprio per operare il discernimento comunita- rio in vista dei decreti e delle dichiarazioni finali di competenza esclusiva del Vescovo. Il tutto richiese circa due anni, dedicati praticamente solo alla “consultazione”. Purtroppo il lavoro non si concluse perché il vescovo si ammalò e non se la sentì di gestire la fase finale. * * * L’idea di un Sinodo per la nostra diocesi è stata ripresa dal vescovo Oscar subito dopo il suo insediamento. Per prima cosa ha costituito una Commissione prepara- toria per la consultazio- ne della nostra Chiesa di Como in vista della cele- brazione dell’XI Sinodo diocesano”. Ed ecco, ora, il frutto di questo lavoro: lo “ Strumento per la consultazione”, appun- to, pubblicato a inizio estate e fatto pervenire a tutte le nostre realtà ecclesiali, “dal momento che ogni battezzato ha diritto di parola nella Chiesa e di partecipare alla sua missione evan- gelizzatrice”. Il tema generale scel- to per il Sinodo, Testimoni e annunciato- ri della misericordia di Dio”, viene applicato a cinque aree tematiche e tutto il popolo di Dio è interpellato in ognuno degli ambiti di consulta- zione”. Nella prima, “ Mise- ricordia e comunità cri- stiana”, siamo chiamati a precisare quali sono i passi che come comu- nità cristiana dobbiamo intraprendere affinché il Vangelo della misericor- dia parli ancora al cuore e alla vita della gente. Ecco, allora, la proposta di analizzare la vita con- creta delle nostre comu- nità (parrocchie, vicaria- ti, diocesi), le loro cele- brazioni, la comunione fraterna, lo sforzo per formare nuovi cristiani attraverso il cammino di Iniziazione. Segue, poi, il tema della famiglia: “ Mise- ricordia e famiglia”. E si invita a verificare come le nostre famiglie ricono- scano i segni della mise- ricordia di Dio presenti al loro interno, come si stanno affrontando le situazioni di fragilità oggi molto diffuse, come le famiglie possono diven- tare strumenti di evan- gelizzazione e quali sono gli aiuti che le nostre comunità danno loro. È poi la volta dei gio- vani: “Misericordia e gio- vani ”. Si capisce facil- mente l’importanza di questo tema, perché qui si parla del futuro della nostra Chiesa. Si tratta di capire meglio come dare spazio ai giovani e come aiutarli a crescere sia a livello spirituale che a livello di impegno sociale e politico. Un’attenzione partico- lare è dedicata ai poveri. La quarta area tematica, infatti, ha questo titolo: Misericordia e poveri ”. Partendo dalla conside- razione evangelica che per essere vicini a Cristo bisogna essere vicini ai poveri, la verifica propo- sta verte sulla nostra capacità di ascoltare il grido dei poveri, di esse- re solidali nei loro con- fronti, di diventare noi stessi poveri e di spro- nare la società civile e politica a combattere fattivamente ogni forma di ingiustizia e di sopraf- fazione. L’ultima area temati- ca, “Misericordia e pre- sbìteri”, invita a verifica- re il ruolo dei preti all’in- terno delle nostre comu- nità. Dopo aver ricordato l’importanza del ministe- ro ordinato, si chiedono suggerimenti per aiutare i preti a tornare all’es- senziale della loro voca- zione, a essere più mis- sionari, a reimpostare attorno a loro una nuova organizzazione delle comunità cristiane, più adatta alle esigenze della società attuale. * * * Anche la nostra par- rocchia ha accolto l’invi- to del vescovo e si sta preparando ad approfon- dire in modo serio i temi proposti. Per questo motivo il Consiglio Pastorale Parrocchiale nell’ultima seduta di ini- zio settembre ha deciso di organizzare a breve vari “gruppi sinodali”, gruppi a cui tutti posso- no partecipare, gruppi che approfondiscano, a partire dalla nostra esperienza, le cinque aree tematiche propo- ste. È ovvio che alla gioia di essere finalmen- te consultati deve corri- spondere un impegno serio. Ci aspettano, quindi, alcuni mesi di lavoro straordinario. I contributi dei vari grup- pi, infatti, dovranno essere trasmessi in dio- cesi entro la fine del prossimo febbraio. Spero proprio che i nostri, frutto del lavoro di tante persone, siano ricchi, documentati e costruttivi. don Marco CONSULTAZIONE MALATTIA E GUARIGIONE Un libro del nostro direttore Vittore De Carli - olgiatese di Rongio, giornalista professioni- sta, presidente dell’Unitalsi lombarda e, soprattutto, “direttore responsabile” del nostro giornale - tra l’agosto del 2015 e i primi mesi del 2016 ha vissuto, suo malgrado, un’esperienza drammati- ca: un’improvvisa malattia che l’ha ridotto in fin di vita, vari inter- venti chirurgici d’urgenza, 47 giorni di coma e poi il lungo percor- so della riabilitazione. Passata la bufera e lasciati sedimentare opportunamente i senti- menti, ora ha avuto il coraggio e la lucidità di ripercorrere tutte quelle vicende e di condensarle in un libro. Ha scelto un titolo che dice già tutto: “dal BUIO alla LUCE con la forza della preghie- ra” e l’ha dedicato “ai malati e alle loro famiglie, affinché trovino nel mio viaggio la forza e il coraggio per affrontare insieme la malattia”. Ma ecco, in modo più ampio, le sue stesse parole, riprese dall’Introduzione: Cari malati, voi siete chiusi in ospedale, i vostri familiari con- tinuano la loro vita normale con gli impegni di lavoro e le fatiche quotidiane; inoltre corrono per venire a trovarvi, vedere come state, se c’è un miglioramento. Noi malati vogliamo essere al cen- tro dell’attenzione e a volte ci dimentichiamo quanto i nostri fami- liari stiano soffrendo con noi. Evitiamo di farli soffrire di più regalando loro un sorriso, la riconoscenza per essere con voi. La gioia contribuirà ad alleggerire un po’ questo carico di tristezza in cui vi trovate immersi insieme a loro. Care famiglie e amici, le persone che soffrono non hanno biso- gno di tante parole, è il contatto umano e amorevole quello che il malato cerca. Assumono così un grande valore i piccoli gesti, lo sguardo, il sorriso, una carezza, un bacio, il tenere la mano, lo stare in silenzio ad ascoltare, far sentire con il contatto del vostro corpo che si è lì, insieme, per affrontare qualsiasi situazione. Sono piccoli grandi gesti che ognuno di noi può donare senza nemmeno accorgersi di quanto mettono in comunicazione i cuori di entrambi se dati al momento giusto e con affetto. Spesso sono accompagnati da lacrime che scendono dagli occhi, sono gocce di un’acqua par- ticolare che arriva direttamente dal cuore di ognuno per permet- terci di comunicare in modo efficace con le altre persone. Con questo libro voglio dare coraggio al malato, io ce l’ho fatta. Il libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e introdotto da una prefazione del card. Angelo Comastri, è stato presentato in Vaticano lo scorso 5 settembre e a Lourdes sabato 15 settembre durante il pellegrinaggio della diocesi di Milano alla presenza dell’arcivescovo mons. Delpini. Costa 10 euro e tutti i proventi ricavati dalla vendita, per volere dell’autore, saranno destinati a realizzare una struttura di accoglienza per i genitori che devono lasciare le loro case per assistere i figli ricoverati nei grandi nosocomi milanesi. Si può acquistare anche nel nostro ufficio parrocchiale. L’amico Vittore me ne ha regalato una copia addirittura prima della presentazione ufficiale. Lo ringrazio sentitamente e devo confessare che l’ho letto tutto d’un fiato la stesso giorno. Cosa che mi è capitata per pochissimi altri libri! don Marco I mercoledì del Sinodo Per favorire un lavoro di scambio e riflessione in cui cia- scuno possa partecipare dando un contributo personale alla consultazione sinodale, la comunità parrocchiale è invi- tata caldamente a partecipare ai cinque incontri che costi- tuiscono “I mercoledì del Sinodo”. Questi incontri saranno le occasioni in cui ciascuno potrà ascoltare ed essere ascoltato in un clima di fraternità, di comunione intensa, di partecipazione e di condivisione reale. Gli incontri sono aperti a tutti i membri della comunità cristiana olgiatese perché tutti sono chiamati a questa esperienza profonda di ascolto, di confronto e di discerni- mento. Sarà importante vivere la condivisione in un dialogo sereno, rispettoso e sincero, che possa giungere alla for- mulazione di una risposta alle domande che il Vescovo ci pone: infatti, il fine ultimo della consultazione è quello di suscitare e formalizzare proposte concrete in relazione alle tematiche oggetto della discussione, per individuare ciò che lo Spirito indica oggi alla nostra Chiesa di Como. “I mercoledì del Sinodo” si terranno come indicato nel seguente calendario: 10 ottobre – Misericordia e comunità cristiana 24 ottobre – Misericordia e famiglia 14 novembre – Misericordia e poveri 28 novembre – Misericordia e giovani 12 dicembre – Misericordia e presbiteri Gli incontri si svolgeranno in casa parrocchiale dalle 20:45 alle 22:30. Vedi le domande sul primo tema in seconda pagina.

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Vita OlgiateseQuindicinale della Parrocchia di Olgiate Comasco Anno 74° - N. 14 - 23 Settembre 2018 - € 1,00

www.parrocchiaolgiatecomasco.it

“Consultazione”: untermine poco usato nellinguaggio ecclesiasticodegli ultimi secoli. Se cifosse un vocabolariospecializzato in questolinguaggio, probabilmen-te non lo riporterebbenemmeno, perché…vuoto e privo di conte-nuto. Il fatto è che laChiesa Cattolica si era,via via, verticalizzata, alpunto che, poco più diun secolo fa, una defini-zione come la seguentenon faceva scandalo edera ritenuta normale ecorretta: La Chiesa èuna società perfetta ediseguale dove alcuni (ilclero) sono chiamati acomandare e tutti glialtri (i fedeli) a obbedire.

Ecco perché anche ivari Sinodi celebrati intutte le diocesi dopo ilConcilio di Trento (1545-1563), pur dovendoessere, come dice ilnome stesso, un “cam-minare insieme”, nonavevano bisogno diricorrere a nessun tipodi “consultazione”. Era ilvescovo che, aiutato daqualche consigliere dalui scelto, decideva tuttoe il Sinodo serviva soloper comunicare in modosolenne ai preti e aifedeli quanto già deciso.Ed è questo anche ilmotivo per cui duravanopoco. I dieci Sinodi cele-brati finora nella nostradiocesi di Como richiese-ro, in media, tre giorniciascuno. Anzi, l’ultimo -il decimo, celebrato dalvescovo Bonomini nel1953 - si limitò, addirit-tura, a due soli giorni, il23 e il 24 settembre. (Ariprova di quanto detto:ho controllato tutti inumeri di Vita Olgiatesepubblicati nel 1953; nonsi parla mai del Sinododiocesano, nemmeno losi nomina …”tamquamnon esset!”)

Il Concilio Vaticano II(1962-1965) sconvolsetutto. La Chiesa fu defi-nita “popolo di Dio”, unpopolo dove tutti hannola stessa dignità, unpopolo fondato sulBattesimo. Si riprese aparlare di “sacerdoziocomune” di tutti i bat-tezzati, di “carismi” chelo Spirito Santo distri-buisce a tutti, di “corre-sponsabilità”, ecc.

Ed anche il termine“consultazione”, inco-minciò a riempirsi disignificato.

Quando nel 2002 ilvescovo Maggiolini deci-se di indire un Sinodo,per prima cosa proposeproprio una “Consulta-zione Previa”, che coin-volse parrocchie, istitutireligiosi, gruppi, associa-zioni, ed anche singolifedeli, su cinque semplicidomande, le quali mira-vano a far emergere itemi che sembrasseropiù urgenti per un rinno-vamento pastorale.

Dopo l’indizionesolenne del Sinodo, ci fuaddirittura una “SecondaConsulta-zione” piùmirata e più approfondi-ta, che fornì ulterioriidee e proposte sui temiscelti. I “sinodali” (circa300 tra preti, religiosi elaici, espressi “democra-ticamente” da tutte lerealtà della diocesi), chenel frattempo erano statinominati e distribuiti in

otto commissioni, ebbe-ro l’incarico di predispor-re lo “Strumento di lavo-ro” ufficiale, che sarebbeservito al Sinodo vero eproprio per operare ildiscernimento comunita-rio in vista dei decreti edelle dichiarazioni finalidi competenza esclusivadel Vescovo. Il tuttorichiese circa due anni,dedicati praticamentesolo alla “consultazione”.Purtroppo il lavoro nonsi concluse perché ilvescovo si ammalò enon se la sentì di gestirela fase finale.

* * *L’idea di un Sinodo

per la nostra diocesi èstata ripresa dal vescovoOscar subito dopo il suoinsediamento. Per primacosa ha costituito una“Commissione prepara-toria per la consultazio-ne della nostra Chiesa diComo in vista della cele-brazione dell’XI Sinododiocesano”. Ed ecco, ora,il frutto di questo lavoro:lo “Strumento per laconsultazione”, appun-to, pubblicato a inizioestate e fatto pervenirea tutte le nostre realtàecclesiali, “dal momentoche ogni battezzato hadiritto di parola nellaChiesa e di parteciparealla sua missione evan-gelizzatrice”.

Il tema generale scel-to per il Sinodo,“Testimoni e annunciato-ri della misericordia diDio”, viene applicato acinque aree tematiche e“tutto il popolo di Dio èinterpellato in ognunodegli ambiti di consulta-zione”.

Nella prima, “Mise-ricordia e comunità cri-stiana”, siamo chiamatia precisare quali sono ipassi che come comu-nità cristiana dobbiamointraprendere affinché ilVangelo della misericor-dia parli ancora al cuoree alla vita della gente.Ecco, allora, la propostadi analizzare la vita con-creta delle nostre comu-nità (parrocchie, vicaria-ti, diocesi), le loro cele-

brazioni, la comunionefraterna, lo sforzo performare nuovi cristianiattraverso il cammino diIniziazione.

Segue, poi, il temadella famiglia: “Mise-ricordia e famiglia”. E siinvita a verificare comele nostre famiglie ricono-scano i segni della mise-ricordia di Dio presential loro interno, come sistanno affrontando lesituazioni di fragilità oggimolto diffuse, come lefamiglie possono diven-tare strumenti di evan-gelizzazione e quali sonogli aiuti che le nostrecomunità danno loro.

È poi la volta dei gio-vani: “Misericordia e gio-vani”. Si capisce facil-mente l’importanza diquesto tema, perché quisi parla del futuro dellanostra Chiesa. Si trattadi capire meglio comedare spazio ai giovani ecome aiutarli a cresceresia a livello spiritualeche a livello di impegnosociale e politico.

Un’attenzione partico-lare è dedicata ai poveri.La quarta area tematica,infatti, ha questo titolo:

“Misericordia e poveri”.Partendo dalla conside-razione evangelica cheper essere vicini a Cristobisogna essere vicini aipoveri, la verifica propo-sta verte sulla nostracapacità di ascoltare ilgrido dei poveri, di esse-re solidali nei loro con-fronti, di diventare noistessi poveri e di spro-nare la società civile epolitica a combatterefattivamente ogni formadi ingiustizia e di sopraf-fazione.

L’ultima area temati-ca, “Misericordia e pre-sbìteri”, invita a verifica-re il ruolo dei preti all’in-terno delle nostre comu-nità. Dopo aver ricordatol’importanza del ministe-ro ordinato, si chiedonosuggerimenti per aiutarei preti a tornare all’es-senziale della loro voca-zione, a essere più mis-sionari, a reimpostareattorno a loro una nuovaorganizzazione dellecomunità cristiane, piùadatta alle esigenzedella società attuale.

* * *Anche la nostra par-

rocchia ha accolto l’invi-to del vescovo e si stapreparando ad approfon-dire in modo serio i temiproposti. Per questomotivo il ConsiglioPastorale Parrocchialenell’ultima seduta di ini-zio settembre ha decisodi organizzare a brevevari “gruppi sinodali”,gruppi a cui tutti posso-no partecipare, gruppiche approfondiscano, apartire dalla nostraesperienza, le cinquearee tematiche propo-ste. È ovvio che allagioia di essere finalmen-te consultati deve corri-spondere un impegnoserio. Ci aspettano,quindi, alcuni mesi dilavoro straordinario. Icontributi dei vari grup-pi, infatti, dovrannoessere trasmessi in dio-cesi entro la fine delprossimo febbraio.Spero proprio che inostri, frutto del lavorodi tante persone, sianoricchi, documentati ecostruttivi.

don Marco

CONSULTAZIONE MALATTIA E GUARIGIONEUn libro del nostro direttore

Vittore De Carli - olgiatese di Rongio, giornalista professioni-sta, presidente dell’Unitalsi lombarda e, soprattutto, “direttoreresponsabile” del nostro giornale - tra l’agosto del 2015 e i primimesi del 2016 ha vissuto, suo malgrado, un’esperienza drammati-ca: un’improvvisa malattia che l’ha ridotto in fin di vita, vari inter-venti chirurgici d’urgenza, 47 giorni di coma e poi il lungo percor-so della riabilitazione.

Passata la bufera e lasciati sedimentare opportunamente i senti-menti, ora ha avuto il coraggio e la lucidità di ripercorrere tuttequelle vicende e di condensarle in un libro. Ha scelto un titolo chedice già tutto: “dal BUIO alla LUCE con la forza della preghie-ra” e l’ha dedicato “ai malati e alle loro famiglie, affinché trovinonel mio viaggio la forza e il coraggio per affrontare insieme lamalattia”.

Ma ecco, in modo più ampio, le sue stesse parole, ripresedall’Introduzione:

Cari malati, voi siete chiusi in ospedale, i vostri familiari con-tinuano la loro vita normale con gli impegni di lavoro e le fatichequotidiane; inoltre corrono per venire a trovarvi, vedere comestate, se c’è un miglioramento. Noi malati vogliamo essere al cen-tro dell’attenzione e a volte ci dimentichiamo quanto i nostri fami-liari stiano soffrendo con noi. Evitiamo di farli soffrire di piùregalando loro un sorriso, la riconoscenza per essere con voi. Lagioia contribuirà ad alleggerire un po’ questo carico di tristezzain cui vi trovate immersi insieme a loro.

Care famiglie e amici, le persone che soffrono non hanno biso-gno di tante parole, è il contatto umano e amorevole quello che ilmalato cerca. Assumono così un grande valore i piccoli gesti, losguardo, il sorriso, una carezza, un bacio, il tenere la mano, lostare in silenzio ad ascoltare, far sentire con il contatto del vostrocorpo che si è lì, insieme, per affrontare qualsiasi situazione. Sonopiccoli grandi gesti che ognuno di noi può donare senza nemmenoaccorgersi di quanto mettono in comunicazione i cuori di entrambise dati al momento giusto e con affetto. Spesso sono accompagnatida lacrime che scendono dagli occhi, sono gocce di un’acqua par-ticolare che arriva direttamente dal cuore di ognuno per permet-terci di comunicare in modo efficace con le altre persone.

Con questo libro voglio dare coraggio al malato, io ce l’hofatta.

Il libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e introdotto dauna prefazione del card. Angelo Comastri, è stato presentato inVaticano lo scorso 5 settembre e a Lourdes sabato 15 settembredurante il pellegrinaggio della diocesi di Milano alla presenzadell’arcivescovo mons. Delpini. Costa 10 euro e tutti i proventiricavati dalla vendita, per volere dell’autore, saranno destinati arealizzare una struttura di accoglienza per i genitori che devonolasciare le loro case per assistere i figli ricoverati nei grandinosocomi milanesi. Si può acquistare anche nel nostro ufficioparrocchiale.

L’amico Vittore me ne ha regalato una copia addirittura primadella presentazione ufficiale. Lo ringrazio sentitamente e devoconfessare che l’ho letto tutto d’un fiato la stesso giorno. Cosa chemi è capitata per pochissimi altri libri!

don Marco

I mercoledì del SinodoPer favorire un lavoro di scambio e riflessione in cui cia-

scuno possa partecipare dando un contributo personalealla consultazione sinodale, la comunità parrocchiale è invi-tata caldamente a partecipare ai cinque incontri che costi-tuiscono “I mercoledì del Sinodo”. Questi incontri sarannole occasioni in cui ciascuno potrà ascoltare ed essereascoltato in un clima di fraternità, di comunione intensa, dipartecipazione e di condivisione reale.

Gli incontri sono aperti a tutti i membri della comunitàcristiana olgiatese perché tutti sono chiamati a questaesperienza profonda di ascolto, di confronto e di discerni-mento. Sarà importante vivere la condivisione in un dialogosereno, rispettoso e sincero, che possa giungere alla for-mulazione di una risposta alle domande che il Vescovo cipone: infatti, il fine ultimo della consultazione è quello disuscitare e formalizzare proposte concrete in relazione alletematiche oggetto della discussione, per individuare ciòche lo Spirito indica oggi alla nostra Chiesa di Como.

“I mercoledì del Sinodo” si terranno come indicato nelseguente calendario:10 ottobre – Misericordia e comunità cristiana24 ottobre – Misericordia e famiglia14 novembre – Misericordia e poveri28 novembre – Misericordia e giovani12 dicembre – Misericordia e presbiteriGli incontri si svolgeranno in casa parrocchiale dalle 20:45alle 22:30.Vedi le domande sul primo tema in seconda pagina.

2 Vita Olgiatese23 Settembre 2018

Consiglio PastoraleSeduta del 3 settembre 2018

Don Ambrogio non stavapiù nella pelle. Mancavanoancora più di venti mesi allacelebrazione del CongressoEucaristico, ma la sua gioiosatrepidazione era incontenibile:“Mi pare di poter concludereproprio che le cose vanno bene,benone, benissimo!”. Un fervo-re quasi da ragazzino animava ilnostro don Ambrogio Fogliani,olgiatese DOC, che nel gennaio1937 faceva da vicario parroc-chiale, assieme a don GiovanniDe Girolami e don PietroCaspani, supplendo l'infermitàdell'anziano prevosto donGiovanni Cellina. Quest'ultimoaveva intrapreso la strada trion-fale, seppur onerosa, di portarea Olgiate il IV CongressoEucaristico della nostra diocesi.Ma fin da subito fu donAmbrogio a sobbarcarsi l'orga-nizzazione dei preparativi.

Da una parte don Ambrogioera preoccupato dalla situazio-ne economica: “Si potevatemere che l'inizio della rac-colta fondi sollevasse qualchelamentela per le difficoltà incui ci troviamo”; anche luisapeva bene quanto fosse diffi-cile suscitare nel popolo l'ade-sione ai progetti parrocchialiche comportavano – per tutti –sacrifici economici. Tuttavianotava anche che “gli olgiatesidimostrano di essere attaccatisinceramente, come sempre,alla parrocchia”. DonAmbrogio era contento che lasottoscrizione e le offerte con-tinuassero a gonfie vele e rima-neva stupito e commosso per ilfatto che quasi tutti volesseroche la loro offerta non fossepubblicata: “il dono fatto a Dionell'umiltà e nel silenzio assu-me un profumo più affettuoso epiù bello”. Trovò, tuttavia,degna di nota – forse per laloro simpatia – l'offerta deiCoscritti del 1916, che “hannorisparmiato qualche bicchiere(sic!), e mi hanno dato quaran-ta lire per il congresso. Bravigiovanotti!”. Come sottoli-neerà egli stesso, per tutta ladurata dei preparativi delCongresso ben 115 “collettrici”si sono prestate per la raccoltadei fondi: gruppi di 8/10 fami-glie consegnavano - di media -una lira settimanale ciascunaalla collettrice, che poi a suavolta portava tutto in parroc-chia .

Da buon pastore qual era,tuttavia, don Ambrogio era piùpreoccupato per l'aspetto spiri-tuale della preparazione:“Guardiamoci bene, però, dalcurare solo i preparativi mate-riali: sarebbe il peggiore erro-re”. Da una parte richiamavatutti, ma specialmente giovanie uomini, a vivere con intensitàla vita sacramentale e liturgica,dall 'altra parte voleva cheanche le cose più pratiche emateriali avessero un afflato“religioso”. Per esempio pro-pose due settimane molto parti-colari: la “Settimana del fumo”per i giovani e la “Settimanadel vino” per gli uomini. Ora,con un titolo così, anche oggiriusciremmo a riempire digente le nostre iniziative par-rocchiali; tuttavia il senso diqueste settimane non fu pro-prio quello che una precipitosalettura potrebbe indicarci. DonAmbrogio proponeva, durantela Settimana Santa del '37, aigiovani di risparmiare qualchesigaretta al fine di offrire l'e-quivalente in denaro per l'ac-quisto dell'incenso da usare alCongresso, e agli uomini dirisparmiare qualche bicchieredi vino per comprare il vinonecessario per le Messe dellatanto attesa celebrazione. Non

ci si aspettava chissà qualisomme, giacché era richiesta“non tanto la materialità deldenaro, quanto la spiritualitàdel sacrificio”.

L'aria a Olgiate iniziava acambiare: tutta la vita parroc-chiale ordinaria si era tinta difervore eucaristico e di trepi-dante attesa; e non c'eramiglior modo di prepararsi alCongresso che nel celebraredegnamente le SS. Quarantore.Pure il Vescovo di Como,mons. Macchi, venne di perso-na e inaugurò il primo lavorofatto in vista del Congresso,ovvero il nuovo impianto elet-trico della chiesa parrocchiale.Don Ambrogio, onorato dellapresenza del Vescovo, rimaseentusiasta per il successo dellaprocessione eucaristica (affer-mava, con orgoglio, che “noidi Olgiate le processioni le fac-ciamo proprio bene!”) e sistupì soprattutto per la parteci-pazione corale della comunità,essendo riuscito a coinvolgerecon vera devozione anche igiovani e gli uomini. Al tra-monto di quelle intense giorna-te, vissute come anticipazionedel Congresso, ebbe a scrivereche “la Santa Ostia sorridevacerto di contentezza dal suotrono, guardando a tanteanime che adoravano e si puri-ficavano nel Sacramento dellaPenitenza”.

Uno dei desideri dichiaratifin dal principio da donAmbrogio era quello che lacelebrazione del Congressopotesse essere “una manifesta-zione collettiva ed unanime,nella quale gli olgiatesi parte-ciperanno tutti (matematica-mente tutti) senza neppure undissenso od un malcontento”.La preoccupazione celata die-tro questo desiderio era quellache l 'esaltazione delSacramento della comunione siesprimesse anche in una comu-nità unita e compatta, sotto laguida dei suoi pastori: “ilCongresso deve trovare ilpaese unito proprio in un'ani-ma sola e in un cuore solo”.Per questo bisognava accorcia-re le distanze tra il centro diOlgiate e le sue periferie, tra lachiesa parrocchiale e le frazio-ni. Nel giugno del '37 ebbe lageniale idea: “Nelle domenicheprecedenti il Congresso sipotrebbero fare delle proces-sioni Eucaristiche, una perciascuna delle frazioni”. DallaChiesa di Olgiate si sarebbeandati alla Cascina del Pè, oalla Baragiola, o Somaino,Casletto, Rongio, San Giorgio,

Bontocco, ecc. ecc., affinchénessun cortile, nessuna casa,nessuna via non potesse esserecoinvolta da questo affettoimpetuoso all 'Eucaristia.Rimane anche da segnalare chenel luglio del 1937 si pubbli-cizzava l'imminente vendita diun calendario parrocchiale peril 1938, stampato per la primavolta proprio in occasione delCongresso.

Questo clima fervoroso egioioso venne però toccatoanche da un pesante lutto: lanotte tra il 3 e il 4 agosto morìil Prevosto Giovanni Cellina,infermo già da qualche mese acausa della malattia e rincasatonella sua Orino (VA). Il ricordovibrante di don Ambrogio nonpuò lasciarci indifferenti:“inginocchiato davanti allacara salma ho pregato a nomedi tutti gli olgiatesi. […] Avevodavanti a me la spoglia morta-le di colui che era stato miopadre spirituale, mio padrinodi Messa, mio Prevosto; ed erastato il padre di tante altreanime, generate alla graziadurante trent'anni...”.

Il Prevosto Cellina intende-va lasciare l'opera di restaurodi san Gerardo a ricordo delCongresso eucaristico e donAmbrogio, che gli succedettecome Prevosto di Olgiate, nonlasciò cadere la sua proposta:l'onore degli olgiatesi, con illoro storico pellegrinaggio, laloro nobile tradizione e la lorosecolare devozione non pote-

Verso il Congresso80 anni fa il Congresso Eucaristico Diocesano a Olgiate

vano che corroborare la santaambizione di rinnovare per bel-lezza e decoro la loro chiesettadi san Gerardo, che ormai chie-deva con urgenza dei lavori direstauro.

“Come uno a dodici”: cosìil rapporto matematico, standoai calcoli di don Ambrogio, trale spese preventivate per S.Gerardo e le spese per le esi-genze del Congresso. Fa pen-sare che in un tempo di ristret-tezze economiche, di sanzionie di sacrifici esigiti “per laPatria”, gli Olgiatesi non volta-rono la faccia alla loro parroc-chia, e furono disposti a ulte-riori sacrifici, affinché “il ReEucaristico non conoscessesanzioni!”.

Nel dicembre del '37 donAmbrogio e alcuni membri delComitato del Congresso fecerovisita all 'atelier del prof.Tavani: tanti i disegni, gliabbozzi, i modelli presenti nelsuo studio, ma gli occhi deipresenti erano unicamenterivolti ai sei angeli ceriferi perla nostra parrocchia e alla“figura d'angelo con le bracciaelevate in alto che reggono lacroce, contenente la teca per ilSantissimo”: il preziosoOstensorio, per il quale giàmesi prima si era raccolto 1 kgd'oro, era quasi terminato. Eproprio allora realizzarono chenon mancava molto al “giornodel trionfo”.

(1, continua) don Francesco

La seduta si è aperta con la preghiera per il Sinodo diocesano“Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio”.

Il Consiglio ha poi verificato le attività svolte durante il periodoestivo. La Messa domenicale unificata delle ore 10:30, in vigore finoal 26 agosto scorso, si è rivelata una scelta opportuna sia per la parte-cipazione riscontrata che per l’animazione liturgica. L’affluenza èstata meglio distribuita anche per le celebrazioni a S. Gerardo e aSomaino, quindi l’iniziativa sarà proposta anche per il prossimo anno.

Si sottolinea la necessità di trovare qualche nuovo organistache vada ad affiancare quelli già operanti in parrocchia, così comesi ricercano alcuni animatori liturgici che prestino servizio, dopoun’opportuna formazione, all’interno della comunità.

A proposito dei campi estivi nella casa di Gualdera, la cuigestione oculata ha favorito un bilancio positivo, don Marcosegnala la buona partecipazione al turno delle elementari e la nettaprevalenza maschile nella prima fascia delle medie. DonFrancesco, invece, considerando i turni con i ragazzi più grandi,evidenzia come l’esperienza sia stata spiritualmente ricca. Anche ilcampo giovani in occasione del Perdono d’Assisi è stata un’espe-rienza umana elevata, di cui si vedranno i frutti durante l’anno.Valutazione positiva anche per la festa dei canestri a Somaino eper la prima settimana di Grest.

Successivamente, il Consiglio si è concentrato sulla preparazio-ne al Sinodo diocesano attraverso lo “Strumento per la consulta-zione” reso pubblico a giugno. Dopo aver illustrato la struttura delfascicolo, il parroco ha invitato il Consiglio ad individuare i luoghisinodali in cui attuare la consultazione, cioè la valutazione e lacreazione dei contributi relativi al tema della misericordia. Gliambiti da valutare sono cinque, a partire dalla vita concreta dellacomunità: la famiglia, i giovani, i poveri, i presbiteri e la comunitàstessa. Le riflessioni emerse verranno raccolte in altrettanti docu-menti entro febbraio, così da permettere il lavoro dei sinodali e,quindi, la stesura delle direttive finali da parte del vescovo. Perrendere efficace la partecipazione olgiatese, è stata istituita unacommissione per il coordinamento della consultazione.

Al Consiglio è stato, poi, proposto di valutare una modifica delnumero delle Messe feriali sulla base dell’effettiva realtà olgiatesee delle attuali possibilità dei sacerdoti presenti, ed anche una pic-cola modifica dell’orario delle Messe festive

Nell’ambito delle “varie ed eventuali”, è stata confermata lanascita del vicariato di San Fermo e il conseguente cambio di sta-tus della nostra parrocchia, che entra a far parte del nuovo vicaria-to di Olgiate-Uggiate con vicario foraneo don Giovanni Corradini(Faloppio). Sono poi stati indicati brevemente gli eventi in calen-dario fino a inizio ottobre. Da ultimo, è stata annunciata la realiz-zazione di una mostra per gli ottant’anni del Congresso Eucaristicodi Olgiate Comasco (1938-2018): l’esposizione si terrà a dicembrepresso il Centro Medioevo.

Il Consiglio si riunirà nuovamente lunedì 1 ottobre.

Il fervore del Fogliani

In casa parrocchiale è custodito un album di ricordi preziosissimo, per quanto suigeneris. Lo definiamo sui generis perché di fotografie quasi quasi non ce ne sono.Ma certamente rimane preziosissimo in quanto documenta, con freschezza inalte-rata, la cronaca parrocchiale dei mesi che prepararono il IV Congresso EucaristicoDiocesano, celebrato, per l'appunto, proprio ad Olgiate Comasco. Si tratta dellaraccolta dei numeri di Vita Olgiatese (che sotto il fascismo si titolava Bollettino Parrocchiale) dal gennaio 1937all'agosto del 1939, che raccontano la trepidante preparazione, la trionfale celebrazione e le immediate con-seguenze del Congresso. Lasciando ad altri la ricostruzione storica seria e documentata del grandioso even-to, noi vogliamo solamente “sfogliare” questo album di ricordi, per rivivere le storie, riconoscere alcuni volti,sorridere e commuoverci per l'Olgiate di ieri - che non è poi così diversa dall'Olgiate di oggi.

L'Ostensorio eucaristico, di poco modificato rispetto al pro-getto iniziale, è composto da un angelo di argento, che conle braccia alzate regge una croce di agata incorniciata d'oro.In mezzo alla croce splende la lunetta per l'ostia (dono deisacerdoti nativi di Olgiate), circondata da una raggiera d'oro.Sul piedistallo sono rappresentati due bambini e due bambi-ne che, intorno allo stemma di Olgiate e allo stemma delVescovo Macchi, portano festoni di rose all'Eucaristia.Ancora oggi viene utilizzato per le SS. Quarantore e per lasolennità del Corpus Domini.

In preparazione dell’incontro di mercoledì 10 ottobre

Misericordia e comunità cristianaLa comunità Cristiana,segno luminoso della misericordia di Dio per tutti1. Ti chiedo di indicare quali passi intraprendere affinché lacomunità cristiana (parrocchia, vicariato, diocesi), nel suo impe-gno di annuncio e di testimonianza della misericordia, possa real-mente raggiungere tutti mediante le diverse opere di misericordia.Che cosa possiamo fare perché nessuno si senta escluso, in parti-colare chi è lontano, chi non conosce Dio, chi è alla ricerca dirisposte affidabili alle domande fondamentali della vita?L’incontro sacramentale con la misericordia:Eucarestia e Riconciliazione2. Ti chiedo di avanzare alcune proposte [a.] affinché la celebra-zione dell’Eucaristia domenicale diventi il cuore di ogni comu-nità cristiana (soprattutto parrocchiale) e [b.] come favorire la necessità dell’incontro sacramentale nellaRiconciliazione, vissuta con regolarità, così che tutti possanoavvertire di essere raggiunti e riplasmati dalla misericordia di Dio.La comunione fraterna3. Ti chiedo di indicare in che modo e con quali strumenti possaessere favorita la comunione fraterna all’interno delle nostrecomunità parrocchiali, come anche dei gruppi, delle associazionie dei movimenti, in modo tale che, attraverso i diversi carismi eministeri presenti nel popolo di Dio, tutti possano testimoniare laforza trasformante della misericordia. L’Iniziazione Cristiana4. Considerando alla luce dell’annuncio e della testimonianzadella misericordia il nuovo progetto diocesano di iniziazione cri-stiana, che le nostre comunità stanno sperimentando in questianni, ti chiedo di indicare quali punti di forza vi trovi e qualiaspetti, invece, ritieni piuttosto deboli o critici.

30 settembre 2018

Domenica della ParolaSabato 29 settembre ore 15.30 in casa parrocchialedon Marco Cairoli, insegnante di Sacra Scrittura in

Seminario, presenterà le linee generali di lettura delVangelo di Luca.

(è il Vangelo che leggeremo nelle Messe domenicali ilprossimo anno liturgico)

Sabato 6 ottobre: anniversari sacerdotaliFesteggeremo i 50 anni di ordinazione di don

Gianluigi Vercellinie il 90° compleanno di don Lorenzo Calori

Ore 18 S. Messa. Seguirà rinfresco

Domenica 7 ottobre: prima Messa a Olgiate di don Christian Ghielmetti

Messe delle 9.30 e delle 11.00.Pranzo comunitario in oratorio (prenotazione)

Vita Olgiatese23 Settembre 20183

DALLA SIRIA: TESTIMONIANZA DI PADRE IBRAHIM

D. Domenica 2 settembrepapa Francesco ha lanciato unaccorato appello per il rispettodel diritto umanitario in Siria,esortando le parti in conflitto afavorire gli strumenti del dia-logo e della diplomazia, alfine di salvare la vita dei civi-li. I cristiani di Aleppo, la cuiprovincia confina con quelladi Idlib, come hanno accoltoquesto appello?.

R. Abbiamo sicuramenteaccolto le parole del SantoPadre con entusiasmo e gioia.Ha fatto un discorso moltoequilibrato; non ha fatto rife-rimenti politici: è andatodirettamente all’essenziale,cioè salvare la vita dei civili.In questo momento condivi-diamo la stessa preoccupazio-ne - ed è veramente molto,molto difficile - perché inalcuni villaggi ci sono molticristiani; allo stesso modosiamo preoccupati anche per ifedeli musulmani che in que-sto momento sono sotto il con-trollo dei gruppi armati.Sappiamo che c’è disordine econfusione all’interno deigruppi: non ci sono leggi,regole. Sappiamo inoltre chehanno sequestrato molti civiliin questi giorni, anche tra icristiani. Ci sono molte diffi-coltà sia per uscire che perentrare nella città: nelle setti-mane scorse era possibile pas-sare i check point, i posti dicontrollo militari per andare etornare da Idlib; in questomomento è tutto chiuso. Lasituazione è veramente diffici-le e insieme alla comunità diAleppo abbiamo iniziato adigiunare e a pregare per laliberazione di Idlib, perché lapopolazione non può conti-nuare a vivere in questo modo.

D. La situazione a Idlibsembra estremamente compli-cata. Per noi qui in Europa èdifficile comprendere quale

sia la posta in gioco. Può par-larci brevemente della provin-cia di Idlib, di cosa rappresentae delle forze in campo?

R. Ormai abbiamo la cer-tezza che la crisi siriana è unacrisi internazionale. Moltieserciti governativi sono pre-senti sul terreno siriano, inparticolare a Idlib. Oltre65mila soldati sono presentisul territorio siriano e control-lano le diverse zone della città.Sappiamo che questi gruppiarmati, in particolare quellifondamentalisti come al-Nusra, sono stati armati nel-

l’ultimo periodo e sono prontia difendere “la proprietà”;sappiamo inoltre che ci sonoPaesi che stanno con la Siria ealtri contro. Il governo sirianoinsieme a quello russo, quelloiraniano e nell’ultimo periodoanche insieme a quello turcostanno cercando di risolvere ilproblema, ma dietro tutta que-sta situazione ci sono grandiinteressi da parte di molti altriPaesi. Quindi c’è confusione euna difficoltà a mettersi insie-me per risolvere veramente la

situazione. Tutto questo fa si

che la situazione a Idlib sia

così difficile e delicata in que-

sto momento.

D. Lei ha detto che ci sonoancora delle comunità cristia-

Questa estate non haavuto forse il giusto rilievol’importante modifica intro-dotta da papa Francesco nelCatechismo della ChiesaCattolica. Il Papa ha cancel-lato la pena di morte dalCatechismo, con una letteraa carattere normativo (un“rescritto”, vocabolo di origi-ne latina il cui significato è:risposta scritta con cui l’au-torità ecclesiastica risolveuna controversia) del cardi-nale Luis Ladaria, prefettodella Congregazione per ladottrina della fede, datata 1°agosto 2018 e pubblicatasull’Osservatore Romano il2 agosto scorso.

In essa si dice che “Lapena di morte è sempreinammissibile e va abolitadefinitivamente in tutto ilmondo”. Il Pontefice ha cosìriformato il numero 2266 delCatechismo cattolico, stabi-lendo anche che la Chiesa“si impegna con determina-zione per l’abolizione in tuttoil mondo” della pena dimorte.

Nonostante le deciseprese di posizione degli ulti-mi pontefici come Paolo VI,Giovanni Paolo II eBenedetto XVI, il testo invigore fino al 2 agosto risali-va al 1997 all’epoca di PapaWojtyla e diceva così:“L’insegnamento tradiziona-le della Chiesa non esclude,supposto il pieno accerta-mento dell’identità e dellaresponsabilità del colpevole,il ricorso alla pena di morte,quando questa fosse l’unicavia praticabile per difendereefficacemente dall’aggresso-re ingiusto la vita di esseriumani”. Per altro GiovanniPaolo II intervenne in più

occasioni contro la pena dimorte facendo appello alrispetto della dignità dellapersona e ai mezzi che lasocietà di oggi ha a disposi-zione contro la criminalità.

Dopo circa vent’anni,Papa Bergoglio chiarisce inmodo definitivo spiegandoche: “si deve affermare conforza che la condanna allapena di morte è una misuradisumana che umilia, inqualsiasi modo venga per-seguita, la dignità persona-le”. È una pena “in se stessacontraria al Vangelo perchéviene deciso volontariamen-te di sopprimere una vitaumana”; tutto ciò è: “inam-missibile perché attentaall’inviolabilità e alla dignitàdella persona”.

Bisogna riconoscere chelo Stato della Città delVaticano ha bandito da annila pena di morte, ma nelCatechismo rimaneva anco-ra un’esigua possibilità chesi potesse applicare.Rifacendosi alla Storia, nel

territorio della Santa Sedel’ultima esecuzione capitalesi ebbe il 9 luglio 1870, aidanni dell’omicida AgabitoBellomo. Il Papa di alloraera Pio IX.

In Italia con laCostituzione repubblicana,dal 1° gennaio 1948 la penacapitale fu eliminata per tuttii reati comuni e militari com-messi in tempo di pace.L’ultima esecuzione avven-ne il 4 marzo 1947 a Torino:furono fucilati tre uomini giu-dicati colpevoli di una strageavvenuta due anni prima.

Ai giorni nostri la pena dimorte è ancora prevista in56 Paesi di cui 23 l’hannoapplicata nel 2017 con 993condanne. L’anno preceden-te almeno 1032 persone intutto il mondo sono statemesse a morte. La maggiorparte delle esecuzioni èavvenuta in cinque Stati:Iran, Arabia Saudita, Iraq,Pakistan e Cina in cui sem-brano ancora piuttosto fre-quenti le condanne a morte.

Amnesty International hapotuto accertare, sulla basedi fonti pubbliche cinesi, chetra il 2014 e il 2016 sonostate eseguite almeno 931esecuzioni capitali; ma inCina non esiste un registroufficiale delle sentenze diesecuzione. Il numero dellepersone condannate allapena capitale è consideratoun segreto di Stato.

I favorevoli alla pena dimorte sostengono questaposizione per un’esigenza digiustizia. Lo Stato devedifendere ogni individuo adogni costo; e per alcunetipologie di reato nessunapena tranne la morte costi-tuisce la giusta punizione. Icontrari alla pena capitale sioppongono soprattutto permotivazioni morali. Nessunuomo ha il diritto di toglierela vita ad un altro uomo, aprescindere dalla gravitàdelle colpe da quest'ultimocommesse.

La decisione di papaFrancesco sceglie di elimi-nare ogni ambiguità tenendocome punto di riferimento ilVangelo. Papa GiovanniXXIII a questo propositodiceva “non è il Vangelo checambia, siamo noi che locomprendiamo meglio”.Sicuramente lungo questadirezione, per un autenticocambiamento, si è mossopapa Francesco. Il criterio difondo che deve guidare laChiesa nell’annunciare il suomessaggio non deriva dall’a-deguarsi alle nuove menta-lità o allo spirito del tempo,ma dalla consapevolezzache la fonte del pensare edell’agire dei Cristiani è laparola di Gesù.

P.D.

Il 1° agosto il papa ha riformato il numero 2266 del Catechismo CattolicoLa pena di morte: misura disumana che umilia la dignità della persona

La sera del prossimo venerdì 5 ottobre avremo tra noi p.Ibrahim Alsabagh, sacerdote francescano, parroco di unaparrocchia della città siriana di Aleppo. L’abbiamo già ospita-to varie volte in passato ma è bene ascoltare di nuovo la suatestimonianza, visto che la situazione siriana è sempre inevoluzione e che, soprattutto, si temono nuovi massacrigeneralizzati di civili.Per preparare l’incontro, proponiamo una breve intervista dalui rilasciata via telefono alla Radio Vaticana un paio di setti-mane fa. Arturo Paoli: cent’anni

di fraternità

Il titolo di questo articolo riprende quello di un libro diArturo Paoli: testo che contiene un’antologia dei suoi scrittie una sintesi del suo pensiero.

All’inizio del 1960 fratel Arturo venne inviato in SudAmerica. Nel sub continente trascorse 45 anni vivendo inArgentina, Venezuela e Brasile. Durante la sua permanenzafu predicatore e animatore di comunità. L’esperienza a di-retto contatto con un mondo che, spesso, viveva il dram-ma dell’emarginazione e della povertà estrema favorì la suaadesione alle istanze della teologia della liberazione, cor-rente di pensiero che propugna la “liberazione” integraledell’individuo, quindi l’abbattimento anche delle ingiustestrutture economiche che lo schiavizzano.

Fratel Arturo visse “dentro” le oppressive dittature suda-mericane dell’epoca e maturò una lucida analisi del ruoloche un certo cristianesimo assumeva in quel contesto: “ilmessaggio più importante dell’America Latina è l’aver sco-perto che…c’è il cristianesimo dei generali, c’è la civiltà oc-cidentale che va d’accordo perfettamente col capitalismo,ma questo è avvenuto perché ci siamo addormentati e ab-biamo fatto del cristianesimo esclusivamente un culto e nonabbiamo approfondito a quali conseguenze ci portasse lanostra fede, quale fosse il messaggio di condivisione e diamore che ci veniva dall’Eucaristia. Dell’Eucaristia noi ab-biamo fatto una specie di culto idolatrico, una specie di mi-to” (*). Di qui la sua definizione di fraternità che, evangeli-camente, è un’azione che va a impattare sul terreno econo-mico e politico. Fondamentale conseguenza di questa azio-ne è il recupero di una corretta dimensione relazionale tragli uomini e tra gli uomini e le cose. Infatti “non assumen-do la relazione con le cose, si finisce in un comportamentoludico, in forme grottesche…che lasciano via libera a quantifanno man bassa dei beni del mondo” (*). La modifica deicontenuti della “relazione” permette anche di dare il giustosignificato alla redistribuzione dei beni che non sarà piùsemplice elemosina, ma definitivo mutamento strutturale diuna situazione ingiusta.

È questo il messaggio che i poveri dei paesi eufemistica-mente chiamati in “via di sviluppo” ci inviano anche oggi eche fratel Arturo così sintetizza: “la condizione è che la rela-zione sia vera e non un movimento discendente che va daun superiore ad un inferiore. Non scegliamo i poveri per li-berarLI ma per liberarCI” (*).

Arturo Paoli, durante la sua lunga permanenza in SudAmerica, cercò di farci conoscere il contenuto dirompentedelle conferenze di Medellin e di Puebla affinché anche noi,uomini del ricco primo mondo, potessimo comprenderel’autentico messaggio liberatorio della proposta evangelica.

Nel 2006 fratel Arturo, quasi centenario, rientra in Italiae si stabilisce in una casa sulle colline prospicenti la sua Luc-ca. L’abitazione di fratel Arturo diventa punto di incontrodi persone di ogni età, condizione sociale e credo religiosofino al giorno della sua morte il 13 luglio 2015.

Durante gli ultimi anni della sua vita Arturo Paoli senteancora la spinta urgente a riflettere. Torna a scrivere e ci la-scia alcune considerazioni sulla situazione attuale della so-cietà e della chiesa.

Ribadisce l’importanza di riempire la dimensione rela-zionale di autentici contenuti riprendendo la bella espres-sione del gesuita Teilhard de Chardin di “amorizzare ilmondo”. Così infatti scrive: “oggi il bisogno più urgente èla capacità di stare insieme. Riuscirò a persuadere i mieiamici giovani che questo è il senso vero della loro esisten-za?” (*).

L’osservazione dell’attuale stato della Chiesa lo spingead alcune dure e amare riflessioni: “la Chiesa cattolica hacondannato idee e ideologie dichiarandole in contrasto conle verità di fede (i dogmi), ma non si è opposta all’uso in-giusto dei beni (mammona). Si può continuare a credere inquesta Chiesa?” (*).

L’elezione al soglio pontificio di Francesco è stata saluta-ta con gioia da Arturo Paoli che, peraltro, non ha rispar-miato alcune considerazioni critiche sui predecessori di pa-pa Bergoglio. “È indiscutibile l’eco mondiale che GiovanniPaolo II ha suscitato intorno alla sua persona. Nessuno puòmettere in dubbio la sua coerenza di vita. Ma è anche notoil suo rifiuto di alcune conquiste del Concilio Vaticano II e ilsuo atteggiamento critico verso alcune riforme. Oggi con ilnuovo pontificato di papa Francesco, il Concilio Vaticano IIaiuterà la costruzione di una Chiesa più vicina alla esigenzedei tempi attuali” (*). Ed è pensando ad una Chiesa davve-ro conciliare che fratel Arturo nel suo testamento spiritualecosì scrive: “se mi si chiedesse a quale Chiesa appartengo,quella cui aderisco direi, senza esitazioni, è quella del Con-cilio Vaticano II, è quella della Lumen Gentium, della Gau-dium et Spes”.

(19 – continua)erre emme

NoteTutti i brani contrassegnati con (*) sono tratti dal libro diArturo Paoli “Cent’anni di fraternità” edizioni Chiarelettere.

Profetidel nostro

tempo

La sera di venerdì 5ottobre sarà possibileanche acquistare l’ulti-mo libro di p. Ibrahim:“Viene il mattino”

ne a Idlib e tra queste, c’è unacomunità di francescani, senon sbaglio. Malgrado tuttoriuscite ad avere notizie dellacomunità?

R. Sì. Abbiamo dei contattianche se si tratta di brevi dia-loghi: non possiamo parlare dialcune cose perché tutto è con-trollato, ma cerchiamo dicomunicare con loro tutti igiorni per sapere come stannoe se hanno necessità di qualco-sa. Ci troviamo in una situa-zione veramente difficile. Dopo

anni di occupazione nei vil-laggi da parte dei gruppiarmati, adesso hanno iniziatoa sequestrare i cristiani e achiedere dei riscatti molto ele-vati che nessuno in questomomento può pagare, nemme-no vendendo terreni, case econ molte umiliazioni. Lasituazione è molto difficile peri cristiani e ogni giorno diven-ta più delicata e più difficileanche per la città. Sono incontatto con persone che vivo-no lì che mi dicono:“Preghiamo veramente per laliberazione, perché non pos-siamo continuare così”.

4 Vita Olgiatese23 Settembre 2018

Vita OlgiateseEsce la seconda e la quarta

domenica del mese

Autorizz. Tribunale Como n. 10/82.

Con approvazione ecclesiastica.

Direttore responsabile:Vittore De Carli

Redazione:Marco Folladori, Romeo Scinetti,Francesco Orsi, Paolo Donegani, RolandoMoschioni, Gabriella Roncoroni, ChiaraSpinelli.

Impaginazione grafica:Francesco Novati, Tarcisio Noseda.

Abbonamento annuale:

ritiro a mano: € 20,00spedizione postale: € 50.00

Stampa: Salin S.r.l. - Olgiate C.

Redazione e impaginazione:

Casa ParrocchialeVia Vittorio Emanuele, 522077 Olgiate ComascoTel. / Fax 031 944 [email protected]

sot to i l campanile del f icoDai registriparrocchiali

BattesimiPerfetto Giorgia diFrancesco e Riva Greta,P. Perfetto Domenico eRiva GaiaMarcialis Letizia di Marcoe Lamperti KatiaP. Marcial is Andrea eLamperti MonicaLamperti Letizia di Marcoe Vella AlessandraP. Lamperti Paolo e VellaCristinaLamperti Lorenzo diDavide e Nistor DianaP. Raggiunto Daniele eNistor VioricaNicoletti Nathan diMaverick e Pina StefaniaP. Nicolett i Samuele eRossini ElisaCamelliti Anastasia diLuca e Rosalia FedericaP. Rosalia Benedetto eCamelliti NatalieRusconi Gabriele diAndrea e Rossi AlessandraP. Dell ’Aia Giuseppe eScaglioni Armida

MatrimoniCrupi Emanuele Placidocon Girotto Giada

Sebastianelli Albert conCarugati Stefania

Minotti Francesco conGhilotti Francesca

Per i bisogni della Chiesa

Funerale Dell’Omini Rosa €150 – Off. S. Messa coscritti1958 € 53 – MatrimonioMaurici-Santangelo € 150 –Matrimonio Baietti-Brumana€ 100 – Funerale ParisottoAngela € 50 – FuneraleGuffanti Anna Maria € 250 –Off. Malati € 85 –Matrimonio Crupi- Girotto €100 – Funerale BenzoniAlessandro € 150 – Off.coscritti 1937 per l’oratorio €150 – Funerale GervasoniAntonietta € 100 – In memo-ria di Pini Vincenzo € 100 –Funerale Vanossi Lina € 200– Matrimonio Sebastianelli-Carugati € 250 – NN. Perfunerale € 400 – MatrimonioMInotti-Ghilotti per l’oratorio€ 300 – Off. Battesimi € 255– In memoria di Anna MariaGuffanti per l’oratorio € 150.

Chiesa di SomainoOff. per la chiesa € 38 – Off.per l’oratorio per uso locale €25.

Chiesa di S. GerardoNN. per esposizione reliquie€ 20.

Restauro organoNN. € 20

MortiYeboah Serena di mesi 6,via S. D’acquisto 3Benzoni Alessandro dianni 87, via Campaccio 24Gervasoni Antonietta dianni 92, via Verga 1Vanossi Lina di anni 89,via V° Alpini 27Carrubba Giuseppe dianni 86, via Matteotti 3Selmi Angela di anni 71,via don Luigi Sturzo 8Tolotti Antonio di anni 74,via Martiri della Libertà 1/A

Lo scorso fine settimana siè tenuta la memorabile festadei canestri, perfetta conclu-sione di due settimane diGrest. I ragazzi e bambinidella parrocchia sono statichiamati "all'opera" dai nostrianimatori. Il tema centraledel Grest era infatti il lavoroe il mettersi a disposizionedell'altro.Le settimane sonostate scandite da attività egiochi dal ritmo frenetico,che hanno coinvolto più di200 persone, tra volontari,animatori e ragazzi.

Durante la prima settima-na si è svolta la giornata del-la carità, grazie la quale ibambini hanno potuto cono-scere meglio alcune realtàdel nostro territorio come laCaritas, la casa anziani, “lacasa Paolo e Piera", luoghi incui l'operosità e la disponibi-lità sono fondamenti impre-scindibili.Facendo riferimen-to al tema del Grest, si èinoltre svolta la "giornata deimestieri", durante la quale iragazzi si sono cimentati inattività ricreative messe a di-sposizione dagli adulti vo-lontari del nostro oratorio.Erano presenti laboratori dicucina, sartoria, la prepara-

Sempre “ALL’OPERA”, GREST 2018Sempre “ALL’OPERA”, GREST 2018

zione delle particole e delleostie, il falegname e purel’arrotino.

Anche quest'anno non so-no mancate le gite: la primaad Acquaworld, parco ac-quatico alle porte di Milano,e la seconda a Sondrio, inoccasione del quattrocentesi-mo anniversario del martiriodel beato Nicolò Rusca.

Quest'anno il Grest haaperto i suoi battenti anchedi sera, per l'"oratorio by ni-ght", e di mattina, per darela possibilità ai bambini chelo volessero, di studiare e fa-re i compiti; ovviamente do-po aver partecipato alla mes-sa delle 8.30 insieme agli

animatori.Duranti i pomerig-gi i ragazzi hanno alternatole ore di gioco con la prepa-razione dello spettacolo fi-nale. Si sono impegnati a re-citare, rappare e ballare,dando così vita a performan-ce divertenti e uniche nel lo-ro genere.

Così abbiamo potutoriaffermare la valenza positi-va della proposta che hapermesso ad adolescenti egiovani, insieme a bambini eragazzi, di rafforzare l’intesaper la ripresa dell’anno pa-storale nelle attività ordina-rie della catechesi e dell’ora-torio feriale!

Martina L.

tema western, che sono letteral-mente andati a ruba.

È da sottolineare con parti-colare soddisfazione il “tuttoesaurito” del crotto in entrambele serate, che grazie ai tantivolontari, tra cui i ragazzi e igiovani che curano il servizioai tavoli, ha contribuito note-volmente al conseguimentodegli obiettivi che caratterizza-no l’evento. È doveroso ricor-dare a tal proposito che lanostra festa si basa sul contri-buto di idee, tempo e forzalavoro dei numerosi volontaridi tutte le età, che fanno delloro meglio per garantire aipartecipanti la miglior espe-rienza possibile dello spirito dicomunità cristiana che le animala festa.

La festa dei Canestri di que-st’anno è stata anche occasioneper la presentazione a sorpresadell’idea di partenza per il pro-getto di rifacimento delle strut-ture del nostro oratorio,mediante la proiezione di unbreve video.

Gli edifici che compongono

l’oratorio sono infatti ormaigravati dal tempo e dall’usura enon rispondono più alle esigen-ze funzionali per le quali sonostati edificati.

Per questa ragione, dalloscorso anno si è concretamenteattivata una raccolta di idee,pensieri, riflessioni e “sogni”per progettare strutture più ade-guate alle attuali esigenze.

Partendo dalle informazionicosì raccolte, un gruppo divolontari, impegnati quotidia-namente nelle attività dell’ora-torio e dotati delle competenzeprofessionali necessarie, e ditanta buona volontà, hanno rea-lizzato una prima stesura delprogetto per il nuovo oratorio.

Una prima proposta, unprimo “sogno”, come è statoopportumanente chiamato.Comunque l’inizio di un cam-mino per il quale è buona cosaricordare una frase di sanGiovanni Bosco, patrono delnostro oratorio, “Per fare delbene bisogna avere un poco dicoraggio”.

Riccardo Gaffuri

Gli scorsi sabato e domeni-ca 8 e 9 settembre sono statioccasione della festa parroc-chiale che tradizionalmentesegna la conclusione del peridoestivo e la ripresa delle attivitàordinarie.

Lo scorso numero di VitaOlgiatese, distribuito porta aporta a tutte le famiglie delnostro comune, ha rappresenta-to un particolare strumento diinvito alla festa.

La nostra comunità è statainvitata a condividere momentidi fraternità e divertimento, maanche a raccogliere offerte con-sistenti, per l’ indispensabilesostentamento delle attivitàparrocchiali e per garantire allesue strutture e gruppi la possi-bilità di rispondere in manierasempre efficace alle necessitàdella comunità cristiana, secon-do lo stile del Vangelo che laChiesa propone.

Per l’edizione di quest’annodella Festa dei Canestri è statoscelto il tema “Western”, connumerose opportunità ed inizia-tive aperte a tutti. La festa haavuto inizio con la santa Messaprefestiva di sabato 8 .

Oltre al tradizionale crotto ead alcuni giochi a stand orga-nizzati in collaborazione con lapesca di beneficenza, la primaserata ha visto lo spettacoloconclusivo delle settimane diGrest, che ha coinvolto bambi-ni, ragazzi, animatori ed educa-tori in dimostrazioni, sketch eballi, per la gioia dei numerosigenitori, parenti e amici inter-venuti.

Domenica 9 a pranzo èstata proposta con successo lapossibilità dell’asporto di piattidi trippa.

Nel pomeriggio – favoritidal bel tempo – sono stati orga-nizzati i giochi a stand, condiverse proposte a tema, e lapossibilità di vincere premidella pesca di beneficenza.

Particolarmente apprezzatisono stati il tiro alle lattine e albersaglio nei “saddle shop”, lapesca dei pesci (finti) nel“laghetto delle trote”, il “bar-biere”, uno stand di scuola discherma, e i divertentissimistand della “gogna” e del “toromeccanico”. Grazie alle ottimecondizioni meteo gli stand sonorimasti aperti anche per tutta laserata.

In particolare durante laserata di domenica si è svolta lagara di rodeo sul toro meccani-co, che ha riscosso l’interessedi tanti - non solo bambini eragazzi – e ha offerto un’occa-sione di divertimento per tutti.

Il crotto ha incluso nelmenù alcuni piatti speciali a

Festa dei Canestri 2018

“Chi ha paura dello sparviero?”“Nessuno!”

Eco dai più piccoli.

Se vi fosse capitato di passare vicino all’oratorio aSomaino, tra il 27 agosto e il 7 settembre, molto probabil-mente avreste sentito gridare le frasi sopra a squarciagola,prima di vedere un gruppo di bambini di prima, seconda eterza elementare correre da una parte all’altra del campo dacalcio, con l’unico grande obiettivo di non farsi catturaredagli animatori al centro!

Due settimane divertenti, intense e costruttive, i cuipomeriggi sono stati scanditi da tanti giochi e sfide oltre cheda laboratori di arte, musica e ballo, grazie ai quali i bambinihanno collaborato all’allestimento della Festa dei Canestrifinale. Le squadre Rossa, Gialla, Blu e Verde si sono messein gioco per ottenere più punti e vittorie possibili, per poi riu-nirsi nella pausa merenda e nel gioco libero.

Ogni giornata è stata poi accompagnata da un momentoiniziale e conclusivo di preghiera e riflessione, aiutati daglianimatori che si sono calati nei ruoli di S. Benedetto e deisuoi amici, per capire come potersi mettere “All’Opera”, titoloe tema del Grest, per realizzare qualcosa di bello insieme.

L’esperienza si è conclusa con lo spettacolo di sabato 8settembre, realizzato con l’aiuto della maestra Serena, dovei bambini hanno cantato il “Cantico delle Creature” di S.Francesco insieme ai loro animatori e poi ballato, con tantodi scopettoni, bottiglie e foulards, sulle note di una canzonecountry.

Bianca T.

Sabato 13 e domenica 14 ottobreCASTAGNATA A SOMAINO

Sabato 13 ottobreOre 18,00: Santa Messa (non alle 20,15 come di solito)Ore 19,00: Crotto e animazione

Domenica 14 ottobreOre 10,00: Santa MessaOre 14,30: Pomeriggio organizzato per bambini, ragazzi e

famiglie. Al termine, merenda Ore 19,00: Crotto e animazione

Durante tutta la festa potrete trovare in oratorio: pesca dibeneficenza, formaggi valtellinesi, zucchero filato, serviziobar e, soprattutto, le immancabili caldarroste!

Classe 1938Per festeggiare l’80 compleanno, siete tutti invitati

domenica 14 ottobre per pranzo (ore 12.30) alla trattoria “La Vigna”. Prrenotazione con caparra

entro il 7 ottobre presso la stessa.

Festa dellaMistagogiasabato 13 ottobre

a Somaino

dalle 17 alle 19 (possibilità di fermarsia cena con i genitori

alla castagnata)

Inizio catechismo

superioridomenica 14 ottobre

a Somaino

dalle 17.30 alle 19.00 (possibilità di fermarsi

a cena alla castagnata)

S. Messa coscritti 195429 settembre ore 18chiesa parrocchiale