VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO - Parrocchia · PDF filemento e il rinnegamento, ci può...

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Page 1: VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO - Parrocchia · PDF filemento e il rinnegamento, ci può separare dall'amore di Dio in Cristo Gesù (cf. Rm 8,39). L'amore dal quale nulla ci può separare

VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO

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Salmo 136

Lodate il Signore perché è buono:perché eterno è il suo amore.2 Lodate il Dio degli dèi:perché eterno è il suo amore.3 Lodate il Signore dei signori:perché eterno è il suo amore.4 Egli solo ha compiuto meraviglie:perché eterno è il suo amore.5 Ha creato i cieli con sapienza:perché eterno è il suo amore.6 Ha stabilito la terra sulle acque:perché eterno è il suo amore.7 Ha fatto le grandi luci:perché eterno è il suo amore.

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8 Il sole per regolare il giorno:perché eterno è il suo amore;9 la luna e le stelle per regolare la notte:perché eterno è il suo amore.10 Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti:perché eterno è il suo amore.11 Da loro liberò Israele:perché eterno è il suo amore.12 Con mano potente e braccio teso:perché eterno è il suo amore.13 Divise il Mar Rosso in due parti:perché eterno è il suo amore.14 In mezzo fece passare Israele:perché eterno è il suo amore.15 Travolse il Faraone e il suo esercito nel Mar Rosso:perché eterno è il suo amore.16 Guidò il suo popolo nel deserto:perché eterno è il suo amore.17 Percosse grandi sovrani:perché eterno è il suo amore.18 Uccise re potenti:perché eterno è il suo amore.19 Sicon, re degli Amorrei:perché eterno è il suo amore.20 Og, re di Basan:perché eterno è il suo amore.21 Diede in eredità il loro paese:perché eterno è il suo amore.22 In eredità a Israele suo servo:perché eterno è il suo amore.23 Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi:perché eterno è il suo amore.24 Ci ha liberati dai nostri nemici:perché eterno è il suo amore.25 Egli dà il cibo ad ogni vivente:perché eterno è il suo amore.26 Lodate il Dio del cielo:perché eterno è il suo amore.

Cantico di Isaia 12,1-6: Ringraziamento a Dio

Ti ringrazio Signore, mio Redentore, ti ringrazio dal profondo del cuore perché tu sei un Dio di misericordia, hai perdonato ogni mio peccato.

Dio è amore, compassione e tenerezza, mi affido completamente nelle sue mani; Dio

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è difensore, sostegno e consolazione, lo lodo e lo ringrazio ogni giorno.

Avvicinatevi al Signore voi tutti che siete stanchi e stressati dal vivere; in lui troverete un ristoro e la sorgente della vera felicità. Nessuno può competere con te, nessuno conoscerti veramente; il tuo modo di amare e salvare è un mistero perfino per i santi.

Dio è luce, verità, bellezza; Dio è sapienza, intelligenza, forza; Dio è pane ed acqua della vita, risurrezione e promessa di eternità. Balbettiamo parole e invocazioni per mascherare la nostra impotenza; solo il silenzio è degno di te, un silenzio d'ascolto e abbandono.

Con riconoscenza ogni giorno cantiamo: «Benedetto il Signore, l'Onnipotente, che perdona e riscatta ogni persona; amore e misericordia è il suo nome!».

A Dio canti e salmi di lode da ogni popolo, lingua e cultura;ogni religione e ogni credente della terra benedica e onori il suo nome.

Ogni cosa è tuo dono, Signore, un dono la vita, la pace e il tempo che corre veloce all'incontro finale con te. Per te Dio, sposo ed amico, la lode, il canto e la festa; per noi grazia, gioia ed attesa di vedere il tuo volto splendente.

Benedici il Signore, o Chiesa, segno e strumento di quel Regnoche Cristo è venuto a fondare nella giustizia e nella verità dell'amore.

Benedici il Signore popolo di Dio riscattato dal sangue di Cristoper essere nel mondo e in ogni tempo faro di riconciliazione e di pace.

Gv 13,33-38

33 Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri».36 Simone Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». 37 Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38 Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte».

1 Gv 4,7-21

7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio,

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perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 10 In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma egli ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.11 Carissimi, se Dio ha amato noi così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 13 Da questo conosciamo che noi rimaniamo in lui ed egli in noi, che egli ci ha dato del suo Spirito. 14 E noi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il Figlio come salvatore del mondo. 15 Chi riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. 16 Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.17 In questo l’amore che è in noi ha raggiunto la perfezione: noi abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18 Nell’amore non c’è timore; anzi l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.19 Noi amiamo, perché egli per primo ha amato noi. 20 Se uno dice: «Io amo Dio», e poi odia il fratello, è un mentitore: chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21 Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.

MessaggioVi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati.Gesù sta per andarsene ma non possiamo seguirlo, anche se lo vogliamo. È necessario prima conoscere il suo amore per noi, poi saremo in grado di amarci con il suo cuore. Allora anche noi saremo dove è lui, perché lui sarà in noi e noi in lui. E noi vedremo il suo volto nel fratello che amiamo, chiunque sia, anche Giuda. E tutti lo vedranno nel nostro volto se ameremo in questo modo. Dal confronto con Giuda passiamo ora al confronto con Pietro, altro lato scuro del nostro cuore. Pietro ama Gesù, vuol essere come lui ed è disposto a dare la vita per lui. Non capisce però ancora la cosa principale: la salvezza non viene da ciò che lui fa per il Signore, ma da ciò che il Signore fa per lui. Origine dell'amore non è lui, ma il Signore! Il suo desiderio di essere come Gesù è buono e giusto. Deve però comprendere che esso non può tradursi in volontà di potenza, ma in accoglienza di un dono. Il desiderio è la facoltà più alta dell'uomo: lo apre a ciò che gli è impossibile fare. Gesù nell'ultima cena predice il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro. L'accostamento è intenzionale. Se in Giuda vediamo il male, in Pietro vediamo «il bene» dal quale Cristo ci salva. È un male profondo e sottile, travestito da bene, più difficile da

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riconoscere. È lo stesso che aveva spinto Pietro a non volere che Gesù gli lavasse i piedi. Fra il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro gli altri Vangeli pongono l'istituzione dell'eucaristia; Giovanni vi incastona il comando dell'amore. Mostra così come la cena del Signore non sia un semplice rito, ma quell'amore concreto con il quale egli ha amato Giuda e Pietro, e chiunque in loro si riconosca. La cena della comunità nuova è come quella che si celebra per Lazzaro tornato in vita: c’è il servizio di Marta, che corrisponde alla lavanda dei piedi, e l'amore di Maria, che corrisponde al boccone dato a Giuda. Questo è il profumo che riempie tutta la casa in cui «si compie» quell'amore con il quale egli ci ha amati.Gesù è tradito da Giuda e rinnegato da Pietro; ma il tradimento e il rinnega-mento rivelano l'assolutezza del suo amore, che liberamente si consegna a chi tradisce e rinnega. Le ombre evidenziano per contrasto la luce. Il v. 33 introduce il tema di Gesù che se ne va e della nostra ricerca di lui; i vv.34-35 contengono il comando dell'amore, mediante il quale il discepolo può incontrare il suo Signore. Uno infatti abita dove ama: sta dove è il suo cuore. Il comando che Gesù ci dà è lo stesso che ha ricevuto dal Padre . Non è una «legge» che «lega», ma un «co-mando» che ci «manda-insieme» verso la libertà del Figlio che ama come è amato. Gesù non solo prescrive, ma dà un comandamento nuovo: «Vi do un comando nuovo». Non si tratta di un 'imposizione, ma di un dono che ci fa per vivere la nostra realtà di figli e fratelli; ed è nuovo perché per la prima volta vediamo un Dio che ci lava i piedi e ci dà se stesso. Noi amiamo solo se ci sappiamo amati: possiamo amare perché lui per primo ci ha amati. Quando dice di amarci come lui ci ha amati, l'avverbio «come» indica non solo il modo: il suo amore per noi, oltre che modello, è fonte del nostro amore reciproco. «Amatevi gli uni gli altri, come io amai voi» si può tradurre: «Amatevi gli uni gli altri con lo stesso amore con il quale io amai voi». I vv.36-38 rivelano il significato profondo del rinnegamento di Pietro, che si dichiara disposto a dare la vita per Gesù. Anche lui, come Giuda, è chiamato a conoscere il dono di Dio (cf. 4,10). Sacrificare la vita per Dio è l'apice della generosità dell’uomo, punto più alto di ogni religiosità. Ma è una religiosità «perversa», di chi vuole occupare il posto di Dio. Nel Vangelo c'è un capovolgimento: è Dio che si sacrifica per l'uomo e non l'uomo per Dio. Infatti «Dio è amore» (1 Gv 4,8b); e «in questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (lGv 4,10). Ora. a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,7s). Per questo possiamo esclamare con Paolo che nulla, neppure il peccato, il tradi-mento e il rinnegamento, ci può separare dall'amore di Dio in Cristo Gesù (cf. Rm 8,39). L'amore dal quale nulla ci può separare è quello che il Padre ci offre nel Figlio; da quello che noi abbiamo per lui tutto ci separa: ogni realtà può essere per noi occasione di tradimento e rinnegamento. È

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importante che Pietro rinneghi e che Gesù glielo predica, come ha fatto con Giuda. Solo così scopre che il Signore è fedele a lui che è infedele. Anche se noi manchiamo di fede, il Signore rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso (2Tm 2,13). Egli infatti è amore fedele per sempre, perché è amore e non può essere altro che amore. Nel suo rinnegamento Pietro capirà che il Signore lo ama gratuitamente. L'amore non è oggetto di merito: o è gratuito o non è amore. Se è meritato è «meretricio». Meritare l'amore è il terribile peccato del giusto: nega l'essenza di Dio, che è amore. Pietro, perdonato nel suo peccato, conoscerà chi è il Signore (cf. Ger 31,34) e sperimenterà che «eterna è la sua misericordia». Così canta il ritornello del Sal 136, che conclude la cena pasquale. È l'inno al quale accenna Mc 14,26 immediata-mente prima della predizione del rinnegamento di Pietro.La coscienza del suo peccato convertirà Pietro dalla legge al Vangelo e lo renderà capace di pascere i fratelli, confermandoli nella fede. La fede infatti è credere alla fedeltà di Dio. Pietro la conoscerà grazie all'esperienza del rinnegamento. Se non avesse rinnegato, avrebbe sempre potuto pensare che il Signore lo amava perché lo meritava. Non avrebbe colto il mistero di Dio. Paradossalmente si può dire che, se Pietro avesse dato la vita per Gesù, non si sarebbe salvato. Perché la salvezza è ciò che Pietro non può né vuole capire: Gesù che gli lava i piedi e dà la vita per lui. L'esperienza che il Signore non rinnega chi lo rinnega farà conoscere a Pietro e a tutti il comando nuovo: sperimenterà l'amore con cui è amato e potrà anche lui posare il capo sul petto di Gesù, aver parte con lui e amare gli altri con il suo stesso amore. Nel c. 13, oltre Gesù, ci sono tre figure: il discepolo che Gesù amava, Pietro e Giuda. Pietro rappresenta la comunità, che sta tra il discepolo amato e Giuda: attraverso la sua infedeltà è chiamato a fare l'esperienza di quell'amore assoluto che si è manifestato nei riguardi di Giuda, per capire di essere anche lui il discepolo che Gesù amava. Non a caso la predizione del tradimento di Giuda è inserita tra la reazione di Pietro a Gesù che gli lava i piedi e la predizione del suo rinnegamento. Gesù mi ha amato e ha dato se stesso per me peccatore (cf. lTm 1,15). Il Signore mi ama e non può non amarmi, perché è amore.La Chiesa riconosce, con Giuda e con Pietro, di non meritare questo amore. Solo così può conoscerlo come tale. Identificandosi con Giuda e Pietro, suoi rappresentanti, può posare il capo sul petto di Gesù, per ascoltare e vedere la Gloria, che si rivelerà nei capitoli seguenti.

Starò in silenzio (solista)Signore, starò in silenzio tutto il tempo necessarioPer attendere una parola che venga da te. Solo allora pronuncerò il tuo nome.Signore, non mi esprimerò su di te finché la tua luce non abbia illuminato il mio spirito.Solo allora parlerò di te, Signore.Prima di lavorare la terra, di aprire le braccia, aspetteremo che il fuoco del tuo amore imprima la tua legge nelle nostre mani. Solo allora cambieremo il mondo, ci abbracceremo e ti acclameremo.

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Preghiamo

Già ci è difficile chiamarti col nome di padre e di madre, Signore; tanto più col dolce appellativo di amore, perché questa parola è troppo legata alla nostra esperienza, esaltante e complessa, coinvolgente e fragile, di amori umani o di passioni travolgenti ed effimere. Spesso l'amore è così segnato dal limite e dal possesso, che lo sentiamo irriverente e dissacrante rivolto a te. Non lo riscattano neppure le sdolcinate e sentimentali sublimazioni di per-sone represse o frustrate. La vera misura dell'amore non siamo noi, neppure l'uomo più puro e disinteressato; è il tuo Figlio e il suo amore, che è specchio del tuo per l'umanità. Aiutaci, Signore, a riscoprirti nostro amante e amico, con tutta la passione e la gioia dei sentimenti più forti e più puri che lo Spirito fa germogliare nel cuore delle persone. Amen.

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