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VESPASIANO E LA SCUOLA Progetto Pilota Nazionale (DDG n. 100 del 16/12/2011) Inquadramento geologico dell’area romana Analisi geologica dell’Anfiteatro Flavio Istituto Tecnico per il Turismo CRISTOFORO COLOMBO Via Panisperna – Roma Classe 3° sez. A SIRIO Prof. Salvatore Liguori (Geografia Turistica) Anno scolastico 2011 - 2012

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VESPASIANO E LA SCUOLA

Progetto Pilota Nazionale (DDG n. 100 del 16/12/2011)

Inquadramento geologico dell’area romana

Analisi geologica dell’Anfiteatro Flavio

Istituto Tecnico per il Turismo

CRISTOFORO COLOMBO

Via Panisperna – Roma

Classe 3° sez. A SIRIO

Prof. Salvatore Liguori (Geografia Turistica)

Anno scolastico 2011 - 2012

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La Roma dei Flavi

INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA ROMANA

La storia geologica dell’area romana inizia da almeno 200 milioni di anni fa, quando sul fondo di un oceano, chiamato Tetide, si depositarono i sedimenti da cui si sono poi formate le rocce che oggi costituiscono l’Appennino centrale.Intorno a 5 milioni di anni fa, il settore occidentale della neonata catena appenninicainiziava ad assottigliarsi e a sprofondare, mentre andava formandosi il Mar

Tirreno

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA ROMANA

Lo sprofondamento non fu omogeneo ovunque: diversi settori rimasero al di sopra del livellodel mare, originando una serie di isole (fra cui il M. Soratte ed i Monti Cornicolani,rispettivamente a Nord ed a Nord-Est di Roma) L’attività vulcanica interessò inizialmente l’area a Nord di Roma, dando origine al Distretto Vulcanico dei Monti Sabatini.

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA ROMANA

Successivamente l’area vulcanica che interessò il territorio laziale fu quella dei Colli Albani . Alla fine dell’attività vulcanica, nei coni dei vulcani ormai spenti si impiantarono gli attuali laghi vulcanici (Bolsena, Bracciano, Martignano, Vico, Albano, Nemi, ecc.)

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA ROMANA

L’azione dei fiumi nel tempo ha inciso la piattaforma tufacea (plateau vulcanico) che ricopriva il territorio romano, dando origine ai 7 colli di Roma: Aventino, Palatino, Campidoglio, Palatino, Celio, Quirinale, Esquilino.

La città di Roma, la prima Roma di Romolo, sorse proprio sul colle Palatino: la conformazione del territorio e le particolari caratteristiche

geologiche che lo contraddistinguono hanno avuto un ruolo decisivo nella storia di Roma.

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NERONE E LA DOMUS AUREA

Dopo l’incendio del 64 d.C. che distrusse anche la residenza dell’imperatore, Nerone decise di costruire alle pendici del Palatino, su un’area di circa cento ettari, la sua nuova dimora, la Domus Aurea ("Casa Dorata" in latino).

La Domus Aurea era una costruzione vastissima e la maggior parte della superficie era costituita da giardini che comprendevano, oltre a padiglioni per feste o soggiorni, vigne e boschi. Nella valle tra i colli esisteva un laghetto semi-artificiale.

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LA GENS FLAVIA

Alla morte di Nerone seguì la Damnatio memoriae: il terreno della Domus Aurea venne restituito al popolo di Roma e fu privata da tutti i suoi rivestimenti più preziosi. In quell’area sorsero le terme di Tito, l’Anfiteatro Flavio, le Terme di Traiano e il Tempio di Venere.

In circa quaranta anni la Domus Aurea fu seppellita dalle nuove costruzioni-Furono gli anni della Gens Flavia.Le gesta della dinastia Flavia sono rappresentate da Vespasiano (69-79), dal primogenito Tito (79-81) e dal figlio minore Domiziano (81-96).

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LA GENS FLAVIACon Vespasiano e soprattutto con l’ultimo principe della dinastia, Domiziano, raggiungono il pieno sviluppo la grande architettura di rappresentanza, ma anche l’urbanistica e l’architettura dei quartieri privati e residenziali: sorgono così i monumentali complessi del Templum Pacis, del Colosseo, del grandioso palazzo dinastico sul Palatino (la Domus Flavia), e ancora il Foro Transitorio, il Tempio di Giove

Capitolin, e sorgono anche - alla luce del disegno di propaganda dinastica elaborato da Domiziano - i vari edifici destinati al culto della gens Flavia: il

Tempio di Vespasiano divinizzato (nel Foro), il Divorum (nel Campo Marzio), e

il Templum Gentis Flaviae (sul Quirinale).

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ANFITEATRO FLAVIO

L'Anfiteatro Flavio, detto comunemente, fin dall'Alto Medioevo, il COLOSSEO, o per la vicinanza con il Colosso neroniano o per le sue dimensioni colossali, e considerato il simbolo dell'eternità di Roma. È il monumento più grande della romanità e il più nobile per austerità e purezza di stile.Fu incominciato da Vespasiano nel 72 nel luogo dello stagnum o laghetto della Domus Aurea, prosciugato e riempito con ogni sorta di materiale, e inaugurato dal figlio Tito nell’80.

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LA GEOLOGIA DELL’AREA DEL COLOSSEO

L'Anfiteatro Flavio è stato costruito in parte su dei sedimenti alluvionali e lacustri: il luogo infatti comprendeva anche uno specchio d’acqua artificiale che faceva parte del vasto complesso di edifici, parchi e giardini che costituiva la Domus Aurea di Nerone.Questo laghetto, costruito probabilmente mediante una diga artificiale, era situato lungo il corso del Fosso Labicano.Dopo la morte di Nerone, il laghetto fu prosciugato e l’imperatore Vespasiano vi progettò la realizzazione dell’Anfiteatro Flavio

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LA GEOLOGIA DELL’AREA DEL COLOSSEO

Il Colosseo venne dunque edificato per metà sulle rocce che costituiscono il basamento solido della città (conglomerati e sabbie vulcaniche), e per l’altra metà sui sedimenti alluvionali derivanti dall’attività del Fosso Labicano.In particolare, se la parte a nord è su una piattaforma vulcanica di tufo di certo solida, quella a sud è appoggiata a sedimenti di origine fluviale e lacustre indotti dal Fosso Labicano. Risultato: la prima è più stabile e conserva i quattro livelli originali degli archi, la seconda, più esposta e interessata dai crolli in passato perché i terremoti l’hanno colpita maggiormente, conserva solo due livelli completi e il terzo in parte.

Nei sondaggi geologici, sotto il podio del Colosseo sono stati rinvenuti alcuni metri di materiale carbonizzato risalente a all’evento tragico dell’incendio di Roma del 18-19 luglio 64 d.C.

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FOSSILI DELL’AREA ROMANA

Quando tra il 1885 e il 1911 venne costruito il monumento al primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, si decise di abbattere un intero quartiere, con case, palazzi e chiese, che dalle pendici del Campidoglio si estendeva sulla maggior parte dell’attuale piazza Venezia. Per questa operazione fu necessario aprire un vastissimo scasso sul fianco del Campidoglio. Durante gli scavi vennero alla luce diversi resti romani. Inoltre, a 14 metri di profondità, si incontrò lo scheletro fossile di un elefante preistorico del Pleistocene. In quell’epoca infatti la campagna romana, compresa l’area dove poi sorse la città, era percorsa da branchi di elefanti.

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TERREMOTI A ROMA

Si tratta di una credenza popolare, il “mito” che Roma sia un territorio immune dai terremoti. Chi fantastica di una certa sicurezza della città a seguito dei vuoti nel sottosuolo (catacombe),

commette un errore madornale.Roma non è direttamente un centro sismogenetico (luogo dove le faglie attive scatenano un terremoto con produzione di onde sismiche), ma ha un rischio sismico elevato perché risente certamente dei terremoti che si originano nelle aree appenniniche.

Infatti i sismi avvertiti a Roma in epoca storica hanno origine in tre diverse aree:

i terremoti con epicentro nel raggio di 15 km dal centro città

i terremoti con epicentro nei Colli Albani

i terremoti provenienti dall’area appenninica

All’ingresso del Colosseo una lapide ricorda la generosità di Decio Mario Venanzio Basilio, che elargì denaro per la riparazione del

monumento per i danni subiti a causa dei terremoti del 443 e 484 d.C.

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TERREMOTI A ROMATerremoti nella seconda metà del V secolo danneggiarono la parte impiegata per i residui spettacoli, per cui a poco a poco il Colosseo venne abbandonato e fu oggetto di incendi e spoliazioni, usato come rifugio e perfino come cimitero e fortezza.Il Colosseo fu inglobato nelle fortificazioni della potente famiglia aristocratica dei Frangipane. Si deve arrivare a metà del XVIII secolo perché papa Pio VII ne curasse il restauro ponendo fine a un abbandono attribuito all’essere ritenuto sede di persecuzioni ai cristiani; del resto il terremoto del 1703 che colpì la zona appenninica, e in particolare L’Aquila, vi aveva provocato dei crolli. Con Benedetto XIV il Colosseo fu consacrato alla Via Crucis, rito che si ripete tuttora nella notte del venerdì santo con la partecipazione del papa.

A partire dal XV sec. l‘Anfiteatro Flavio divenne una vera cava di travertino, da cui si trasse il materiale per costruire il Palazzo Venezia, quello della Cancelleria, il porto di Ripetta.

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COSA CI RISERVA IL FUTURO SULLA STABILITÀ DEL COLOSSEO?

Purtroppo, la Storia ci ha insegnato che nulla è eterno.Negli anni i lavori di manutenzione sono stati innumerevoli: a seguito di un altro terremoto nel 1806 furono iniziati dei restauri guidati da Raffaele Stern per puntellare vari conci pericolanti con l’aggiunta di uno sperone in mattoni. Dal 1815 e nel 1823 il restauro fu seguito dall’architetto Giuseppe Valadier e durante le operazioni tra le altre cose venne chiuso l’anfiteatro mediante cancellate e rinforzato l’anello perimetrale che si trova sul lato dei fori.Di certo, la costruzione della metropolitana in corrispondenza del Colosseo non ha preservato il grande monumento

Oggi il Colosseo necessita di urgenti lavori di restauro e di messa in sicurezza