Verifica di assoggettabilità ai sensi del D.Lgs 152/06 e s.m.i.,...

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1 IMPIANTO DI RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI Verifica di assoggettabilità ai sensi del D.Lgs 152/06 e s.m.i., parte II, allegato IV: punto 7 lettere r e z.b dell’articolo 20 del D.Lgs 16 gennaio 2008 n. 4 COMUNE SANT’OMERO (TE) – LOCALITA’ FONDOVALLE SALINELLO DITTA POLISERVICE S.P.A. N. IT06/1110 64015 Nereto (TE) - Piazza G. Marconi,10 0861/82809 0861/808255

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IMPIANTO DI

RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI

Verifica di assoggettabilità ai sensi

del D.Lgs 152/06 e s.m.i., parte II, allegato IV:

punto 7 lettere r e z.b dell’articolo 20 del D.Lgs 16 gennaio

2008 n. 4

COMUNE SANT’OMERO (TE) – LOCALITA’ FONDOVALLE SALINELLO

DITTA

POLISERVICE S.P.A.

N. IT06/1110

64015 Nereto (TE) - Piazza G. Marconi,10

0861/82809

0861/808255

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Sommario

1. PREMESSA ................................................................................................................................................. 3

2. UBICAZIONE IMPIANTO ....................................................................................................................... 6

2.1 OROGRAFIA IMPIANTO ..................................................................................................................... 7

3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ........................................................................... 7

3.1 NORMATIVA VIGENTE ........................................................................................................................ 7

3.2 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMAZIONE TERRITORIALE ........................... 9

3.2.1 Piano Regionale Paesistico (P.R.P.) ...................................................................................................... 9

3.2.2 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico ( P.A.I.) ............................................................ 9

3.2.3 Piano Stralcio Difesa Alluvioni ............................................................................................................ 11

3.2.4 Piano Regolatore Generale (P.R.G.) ................................................................................................... 12

3.2.5 Piano Regionale di Gestione Rifiuti .................................................................................................... 12

4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE ................................................................................ 19

4.1 DESCRIZIONE DELLE AREE FUNZIONALI DELL’IMPIANTO ................................................ 19

4.2 OPERAZIONI DI TRATTAMENTO RIFIUTO ................................................................................. 26

5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE .................................................................................... 37

6. ANALISI E VALUTAZIONE DEI POTENZIALI IMPATTI ............................................................. 45

6.1 VALUTAZIONE DEI SINGOLI IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO DELL’IMPIANTO.......... 45

7. CONCLUSIONI ........................................................................................................................................ 49

8. ALLEGATI……………………………………………………….……………………………………………………………49

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1. PREMESSA

La ditta Poliservice S.p.A. è il gestore del servizio di igiene integrato (spazzamento, raccolta,

trasporto, smaltimento, recupero e tariffazione agli utenti) dell’Unione di Comuni “Città Territorio

Val Vibrata”, con Contratto Rep. 2 del 15/09/2005 che, alla luce dell’art.4 del D.L. N. 138/2011

convertito con la Legge N. 148/2001, scade il 14/09/2030.

La Poliservice S.p.A., con la presente richiesta, propone l’implementazione di un impianto

finalizzato allo svolgimento delle seguenti operazioni:

• R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11

• R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1

a R12

• D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12

• D15 Deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14

da effettuare sui rifiuti urbani non differenziati identificati con codice CER 20.03.01 e sui rifiuti

organici con codice CER 20.01.08 e CER 20.02.01; tali attività saranno svolte nel pieno rispetto

dell’ambiente e secondo le norme vigenti in materia, fra le quali si ricordano:

DIRETTIVA 2008/98/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 19

novembre 2008

D.Lgs. 3 aprile 2006, n° 152 e successive modifiche ed integrazioni

Con le attività oggetto della richiesta, la Poliservice S.p.A. si prefigge di ottimizzare la gestione del

ciclo integrato dei rifiuti, di cui è gestore, sia sotto il profilo ambientale sia sotto il profilo

economico, con conseguente vantaggio dei cittadini dell’intero comprensorio dell’Unione dei

Comuni “Città Territorio Val Vibrata” (che comprende i Comuni di Alba Adriatica, Ancarano,

Colonnella, Corropoli, Civitella del Tronto, Controguerra, Martinsicuro, Nereto, Sant’Egidio alla

Vibrata, Sant’Omero, Torano Nuovo, Tortoreto). Le attività di seguito esposte verranno effettuate in

un impianto già esistente e sito nel Comune di Sant’Omero, precisamente in località “Fondovalle

Salinello”, di proprietà dell’Unione dei Comuni “Città Territorio Val Vibrata” e gestito dalla ditta

Poliservice S.p.A. in qualità di gestore del ciclo integrato dei rifiuti per conto dell’Unione stessa.

Il sito sul quale sarà ubicato l’impianto era già stato autorizzato dalla Regione Abruzzo con

Determinazione n. DF3/99 del 08.11.2003 per l’esercizio di un impianto di pretrattamento e

valorizzazione delle sostanze recuperabili (Piattaforma di Tipo B) e, di conseguenza, si ritiene che

tale nuova opera non contrasti con la pianificazione regionale e provinciale.

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Inoltre su tale sito è tuttora presente un Centro di Trasferenza, autorizzato tramite Provvedimento

Dirigenziale n. 3 del 03.01.2012 della Provincia di Teramo (Allegato 1).

Tale Autorizzazione è stata rilasciata alla Ditta Poliservice S.p.A. ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e

s.m.i. art. 208 e della L.R. 45/2007, per la realizzazione e la gestione di un Centro di Trasferenza

per rifiuti urbani ubicato presso l’area denominata “Piattaforma di tipo B” nel territorio del Comune

di Sant’Omero, lungo la Strada Provinciale n. 8 in località Fondovalle Salinello; l’area è individuata

al foglio di mappa n. 21 particella catastale n. 593, area perimetrata come “fabbricato esistente in

territorio agricolo con diversa destinazione d’uso”.

Tale Centro risulta essere al servizio dell’intero comprensorio dell’Unione dei Comuni “Città

Territorio Val Vibrata”.

Le tipologie ed i quantitativi di rifiuti autorizzati ad essere trattati sono:

Codice CER Definizione t/a

20.01.08 Rifiuti biodegradabili di cucine e mense

30.000 20.02.01 Rifiuti biodegradabili

20.03.01 Rifiuti urbani non differenziati

Tab. 1. Tipologie di rifiuti con relative quantità massime trattabili per anno

Lo studio di compatibilità ambientale si rende necessario alla luce delle modifiche introdotte al

D.Lgs 152/2006 dal D.Lgs n.4/2008. L'articolo 20 del D.Lgs 152/2006 prescrive la verifica di

assoggettabilità ambientale per talune categorie di progetti, tra le quali “r) impianti di smaltimento

di rifiuti urbani non pericolosi, mediante operazioni di incenerimento o di trattamento, con

capacità complessiva superiore a 10 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere D2 e da D8 a

D11, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152); impianti di smaltimento di

rifiuti non pericolosi, mediante operazioni di raggruppamento o di ricondizionamento preliminari,

con capacità massima complessiva superiore a 20 t/giorno (operazioni di cui all'allegato B, lettere

D13 e D14 del decreto legislativo 152/2006) e con “capacità complessiva superiore a 10 t/giorno,

mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte Quarta del D.Lgs

152/2006 (Allegato IV, par. 7, punto z.b)”.

Conformemente alla legislazione vigente, il presente Studio è così articolato:

- Quadro di riferimento programmatico;

- Quadro di riferimento progettuale e gestionale;

- Quadro di riferimento ambientale;

- Analisi e valutazione dei potenziali impatti.

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Il Quadro di riferimento programmatico esamina le relazioni del progetto proposto con la

programmazione territoriale, ambientale e settoriale e con la normativa vigente in materia, al fine di

evidenziarne i rapporti di coerenza.

Il Quadro di riferimento progettuale e gestionale descrive le soluzioni tecniche e gestionali

adottate nell’ambito del progetto, la natura dei servizi forniti, l’uso di risorse naturali, le immissioni

previste nei diversi comparti ambientali.

Il Quadro di riferimento ambientale, definito l’ambito territoriale e le componenti ambientali

interessate dal progetto, valuta entità e durata degli impatti con riferimento alla situazione

ambientale preesistente alla realizzazione del progetto stesso.

L’ Analisi e valutazione dei potenziali impatti definisce e valuta gli impatti ambientali potenziali

del progetto, considerando anche le misure di contenimento e mitigazione adottate per ridurre

l’incidenza del progetto sull’ambiente circostante.

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2. UBICAZIONE IMPIANTO

L’impianto oggetto della richiesta di assoggettabilità a VIA ha coordinate (WGS 84):

• 42°46'52.07"N

• 13°49'29.87"E

L’impianto è ubicato su sito idoneo, all’interno del perimetro del sito di Poliservice S.p.A., nel

Comune di Sant’Omero, ex piattaforma di tipo “B”. Di seguito si riporta una indicazione grafica in

Carta Tecnica Regionale 1:5000.

Fig. 1. Carta Tecnica Regionale 1:5000

L’impianto è situato ad una distanza di circa 3 km in linea d’aria dall’abitato di Sant’Omero e di

circa 4 km dal centro di Nereto; inoltre a circa 250 m, in direzione sud-est, è presente il fiume

Salinello.

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Fig. 2. Territorio Comune di Sant’Omero con ubicazione impianto

2.1 OROGRAFIA IMPIANTO

L’area interessata dall’intervento, è situata nel Comune di Sant’Omero. Essa è posta ad una quota di

circa 75 m s.l.m., nel bacino idrografico principale del fiume Salinello.

Il fiume Salinello, posto a circa 250 m dal sito d’intervento, rappresenta quindi il principale corso

d’acqua che scorre nell’area, con andamento all’incirca sud-ovest nord-est.

3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

3.1 NORMATIVA VIGENTE

Direttive comunitarie sui rifiuti:

- Direttiva 2006/12/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006

- Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008

Direttive comunitarie sull’impatto ambientale:

- Direttiva 2011/92/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 dicembre 2011

- Direttiva 2014/52/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio entrata in vigore il 16 maggio 2014

in via di recepimento da parte degli Stati membri

Normativa nazionale in materia ambientale e gestione dei rifiuti:

- D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.

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- D. Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205. Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del

Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune

direttive

Normativa regionale:

- Legge Regionale 19 dicembre 2007, n. 45

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3.2 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMAZIONE TERRITORIALE

Gli strumenti analizzati sono:

1. Piano Regionale Paesistico

2. Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico ( P.A.I.)

3. Piano Stralcio Difesa Alluvioni

4. Piano Regolatore Generale

5. Piano Regionale di Gestione Rifiuti

3.2.1 Piano Regionale Paesistico (P.R.P.)

L’area relativa all’impianto di Poliservice S.p.A. non risulta essere sottoposta a normativa d’uso

paesaggistico (Piano Regionale Paesistico) in quanto ricade in territorio all’infuori di ambiti e zone

con diverso grado di tutela e valorizzazione definiti dal P.R.P. stesso.

Fig. 3. PRP - Piano Regionale Paesistico

3.2.2 Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico ( P.A.I.)

Come si evince dalla cartografia l’area interessata dal progetto non rientra nel Piano Stralcio di

Bacino per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.).

Dall’analisi delle carte tematiche (Carta della Pericolosità che riporta la distribuzione geografica

delle aree esposte a frane ed erosioni e Carta delle Aree a Rischio che riporta la distribuzione

geografica delle aree esposte a diverso grado di rischio), risulta che l’area oggetto di studio non è

interessata da dissesti (Carta della Pericolosità) e non presenta rischi (Carta delle Aree a Rischio),

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pertanto non sono previste prescrizioni puntuali su ciò che è consentito e ciò che è vietato

realizzare, in termini di interventi, opere ed attività.

Fig. 4. PAI – RISCHIO

Fig. 5. PAI – PERICOLO

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3.2.3 Piano Stralcio Difesa Alluvioni

L’impianto in esame, in base alla cartografia allegata al Piano, è localizzato all’infuori di aree

esondabili e quindi non è caratterizzata da vincolo per il progetto proposto.

Fig. 6. PSDA - Piano Stralcio Difesa Alluvioni

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3.2.4 Piano Regolatore Generale (P.R.G.)

Il sito in oggetto è situato sulla Particella 593 al Foglio 21 del Piano Regolatore Generale del

Comune di Sant’Omero. Tale particella pur risiedendo in una zona agricola del PRG risulta come

“Fabbricato esistente in territorio agricolo con diversa destinazione d’uso” di cui all’art. 61 delle

NTA del P.R.G., come da nota del Comune di Sant’Omero (Allegato 2).

Fig. 7. Piano Regolatore Generale

3.2.5 Piano Regionale di Gestione Rifiuti

L’impianto per cui Poliservice S.p.A. richiede la verifica di assoggettabilità alla V.I.A., risulta in

linea con i principi fondamentali del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.

Il Piano, infatti, tiene conto della fondamentale priorità costituita dalla necessità di conseguire

complessivamente migliori prestazioni ambientali e afferma che l’obiettivo di una maggiore

sostenibilità ambientale deve essere progressivamente conseguito grazie allo sviluppo di azioni che

interessino l’intera filiera della gestione dei rifiuti sulla base delle priorità di intervento definite

dalla normativa.

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Il Piano Regionale, quindi, prevede una gestione integrata che include il complesso delle azioni

volte a:

- conseguire una riduzione della produzione di rifiuti e della loro pericolosità

- aumentare i livelli di intercettazione delle frazioni recuperabili dai rifiuti

- minimizzare il ricorso allo smaltimento in discarica

- prevedere, per quota parte del rifiuto prodotto, il recupero di energia dai rifiuti residui non

altrimenti recuperabili

- garantire l’utilizzo delle tecnologie di trattamento e smaltimento più appropriate alla tipologia di

rifiuto

- favorire lo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione

Devono inoltre essere perseguiti obiettivi di carattere generale quali:

- l’adozione di procedure localizzative degli impianti che tengano conto di tutte le previsioni di

carattere territoriale e ambientale interessanti il territorio e che garantiscano il miglior inserimento

ambientale, sia in relazione alle nuove realizzazioni sia per gli eventuali impianti esistenti collocati

in aree critiche

- la distribuzione territoriale dei carichi ambientali, con preferenzialità attribuita alle previsioni

localizzative di impianti collocati nell’ambito delle aree maggiormente deficitarie

Pertanto, il progetto che Poliservice S.p.A. intende realizzare risulta coerente con i dettami

prefissati dal Piano Regionale, permette una corretta gestione dei rifiuti nel rispetto della salute

umana e dell’ambiente, mediante l’avvio a riciclaggio e al recupero delle frazioni riciclabili e, per

quanto non recuperabile, il corretto smaltimento delle diverse tipologie di rifiuto presso impianti

autorizzati.

L’analisi dei vincoli relativi alla localizzazione dell’impianto (P.R.G.R. – ALLEGATO 1 – PUNTO

11.3.4) la si può riassumere nella seguente tabella:

INDICATORE ANALISI

CARATTERISTICHE GENERALI DAL PUNTO DI VISTA FISICO E ANTROPICO IN CUI SI INDIVIDUA

IL SITO

Altimetria

(D.Lgs. n.

42/04 – art.

142 lettera d)

Il criterio escludente nella formulazione dell’art. 142 lettera d) non ricorre nella

fattispecie essendo il sito posto ad una altezza di m. 75 s.l.m..

Litorali marini

(D.Lgs. n.

42/04 – art.

142 lettera a);

L.R. n. 18/83

art. 80 punto

2)

Il criterio escludente nella formulazione dell’art. 142 lettera a) non ricorre nella

fattispecie essendo il sito posto ad una distanza di m. 10.700 circa dalla linea di

battigia.

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USI DEL SUOLO

Aree

sottoposte a

vincolo

idrogeologico

(R.D.L. n.

3267/23 – D.L.

27/07/1984)

Il criterio penalizzante del vincolo idrogeologico non si applica nella fattispecie in

quanto il sito sorge in area ove non vige tale vincolo, né va considerata l’eventualità

della richiesta di nulla osta allo svincolo (vedi stralcio P.A.I.).

Aree boscate

(D.Lgs. n.

42/04 – art.

142 lettera g)

Il criterio penalizzante del vincolo della presenza di foreste e/o boschi non si applica

nella fattispecie in quanto il sito sorge in area priva di aree boscate.

Aree agricole

di particolare

interesse

(D.M.

18/11/1995,

D.M. A.F.

23/10/1992,

REG. CEE n.

2081/92)

Non risultano aree agricole di particolare interesse.

PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DALLE MOLESTIE

Distanza da

centri e nuclei

abitati

Il criterio del vincolo della distanza da centri e nuclei abitati non penalizza

l’impianto, in quanto lo stesso, ubicato in “territorio agricolo con diversa

destinazione d’uso” (art. 61 delle NTA del P.R.G. del Comune di Sant’Omero),

risulta posto ad una distanza di circa metri 1.600 dall’abitato del Comune di

Sant’Omero e a circa metri 3.600 dall’abitato del Comune di Nereto.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE DALLE MOLESTIE

Distanza da

funzioni

sensibili

Il criterio escludente del vincolo della distanza da funzioni sensibili (intese le

strutture scolastiche, asili, ospedali, case di riposo) non penalizza l’impianto, in

quanto le strutture scolastiche più vicine distano almeno metri 1.600 (vedi l’abitato

del Comune di Sant’Omero dove è presente un ospedale e scuole). Le altre strutture

scolastiche, concentrate nel Comune di Nereto, distano dall’impianto almeno metri

3.600.

Distanza da

case sparse

Il criterio escludente del vincolo della distanza da case sparse non penalizza

l’impianto, in quanto, tranne in un singolo caso in cui è presente una casa ad una

distanza di metri 140, poche altre le troviamo in un raggio di metri 200 e metri 600.

PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE

Distanza da

opere di

captazione di

acque ad uso

potabile

(D.Lgs. n.

152/99 e

s.m.i.)

Il criterio escludente del vincolo della distanza da opere di captazione di acque ad

uso potabile non penalizza l’impianto, in quanto, non risultano nelle vicinanze

sorgenti idropotabili. Tutta la rete idrica è servita da acquedotto pubblico alimentato

con acqua proveniente dalle sorgenti del Ruzzo, mentre per le colture praticate in

aree agricole limitrofe alla zona industriale l’acqua utilizzata è fornita direttamente

dal Consorzio di bonifica.

Vulnerabilità

della falda

(D.Lgs. 152/06

Il criterio del vincolo della vulnerabilità della falda non penalizza l’impianto, in

quanto non trattasi di impianto di trattamento di materiali inerti. Tuttavia l’idrografia

della zona mette in evidenza la sola presenza del fiume Salinello che scorre a circa

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– Allegato 7) metri 250 a sud-est del sito dell’impianto.

PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE

Distanza da

corsi d’acqua e

da altri copri

idrici (D.Lgs.

n. 42/04 – art.

142 lettera c) –

P.R.P. e L.R.

n. 18/83 art. 80

punto 3)

Come già esposto in precedenza l’idrografia della zona in esame è caratterizzata

esclusivamente dalla presenza del fiume Salinello il quale scorre a circa metri 250 a

sud-est del sito dell’impianto. Pertanto il criterio escludente/penalizzante in esame

non è applicabile alla fattispecie.

TUTELA DA DISSESTI E CALAMITA’

Aree

esondabili

(PSDA

Regione

Abruzzo)

Il criterio escludente/penalizzante non investe la zona in cui sorge l’impianto in

quanto posto al di fuori di aree esondabili.

Aree in frana

o erosione

(PAI Regione

Abruzzo)

Il criterio escludente/penalizzante non investe la zona in cui sorge l’impianto

essendo la stessa classificata nel PAI della Regione Abruzzo al di fuori delle

classi di rischio R1, R2, R3, R4.

Aree sismiche

(OPCM n.

3274/03)

Il Comune di Sant’Omero è classificato in zona sismica di livello 3 a rischio

basso.

PROTEZIONE DI BENI E RISORSE NATURALI

Aree

sottoposte a

vincolo

paesaggistico

(Piano

Regionale

Paesistico)

L’area relativa all’impianto di Poliservice S.p.A. non risulta essere sottoposta a

normativa d’uso paesaggistico (Piano Regionale Paesistico) in quanto ricade in

territorio al di fuori di ambiti e zone con diverso grado di tutela e valorizzazione

definiti dal P.R.P. stesso.

Pertanto i criteri escludenti/penalizzanti previsti non trovano applicabilità al caso

concreto.

Aree naturali

protette

(D.Lgs. n.

42/04 – art.

142 lettera f)

– L. 394/91 –

L. 157/92)

Il criterio escludente non è applicabile in quanto nell’area in cui sorge il sito non

sono presenti parchi, riserve nazionali o regionali, nonché territori di protezione

esterna ad essi.

Siti Natura

2000

(Direttiva

Habitat

92/43/CEE) –

Il criterio escludente non è applicabile in quanto nell’area in cui sorge il sito non

sono presenti siti classificabili secondo tali normative.

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(Direttiva

Uccelli

79/409/CEE)

Beni storici,

artistici,

archeologici e

paleontologici

(L. n. 1089/39

– P.R.P.)

Il criterio escludente non è applicabile in quanto nell’area in cui sorge il sito non

sono presenti siti o beni meritevoli tutela.

Zone di

ripopolamento

e cattura

faunistica (L.

157/92)

Il criterio penalizzante non è applicabile in quanto l’area in cui sorge il sito non

ricade in zona destinata a ripopolamento e cattura faunistica.

ASPETTI URBANISTICI

Aree di

espansione

residenziale

Il criterio penalizzante/escludente non è applicabile in quanto l’area in cui sorge il

sito è classificata nel P.R.G. del Comune di Sant’Omero come “zona agricola”, ma

come da nota del Comune di Sant’Omero allegata risulta come “Fabbricato

esistente in territorio agricolo con diversa destinazione d’uso”.

Aree

industriali

Il criterio preferenziale non è applicabile nel caso di specie.

Aree

agricole

Il criterio preferenziale, nei casi di realizzazione di impianti di compostaggio e

stabilizzazione, non è applicabile nel caso di specie.

Fasce di

rispetto da

infrastrutture

(D.L.

285/92,

D.M.

1404/68,

D.M.

1444/68,

D.P.R.

753/80,

D.P.R.

495/92, R.D.

327/42)

Il criterio escludente non è applicabile in quanto il sito è stato realizzato

osservando tutte le norme relative alle fasce di rispetto applicabili al caso di

specie.

ASPETTI STRATEGICO-FUNZIONALI

Infrastrutture

esistenti

Il criterio preferenziale è pienamente applicabile in quanto l’area in cui sorge il

sito è servita dalle principali infrastrutture pubbliche. Dall’impianto percorrendo la

S.P. n. 8 in direzione Est ci si collega alla S.S. Adriatica n. 16 in prossimità di

Tortoreto Lido dalla quale procedendo verso nord ci immette sulla S.P. 259 che

indirizza al casello autostradale A14 “Val Vibrata”; procedendo verso sud ci si

immette sulla S.S. n. 16 ed all’altezza di Giulianova ci si immette sulla S.S. 80 per

Teramo che indirizza al casello autostradale A14 “Teramo-Giulianova-Mosciano

Sant’Angelo”.

Vicinanza

alle aree di

maggiore

produzione

dei rifiuti

Il criterio preferenziale è pienamente applicabile in quanto l’area geografica in cui

opera la Poliservice S.p.A. è composta dai 12 Comuni dell’Unione dei Comuni Val

Vibrata e l’impianto in oggetto è situato in posizione strategica rispetto agli stessi

Comuni.

Impianti di

smaltimento

e trattamento

rifiuti già

presenti

Il criterio preferenziale è pienamente applicabile in quanto l’impianto va ad

inserirsi in un’area strategica della provincia di Teramo.

Aree Il criterio preferenziale non è applicabile al caso di specie.

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industriali

dismesse,

aree

degradate da

bonificare

(D.M.

16/05/89,

D.L. 22/9,

D.Lgs.

152/06)

Cave Il criterio preferenziale non è applicabile al caso di specie.

Tab. 2. Analisi dei vincoli relativa alla localizzazione dell’impianto

Dall’analisi degli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale analizzati, il progetto

Poliservice S.p.A. risulta coerente con le attuali indicazioni fornite dalle normative nazionali e

regionali in materia di rifiuti ed è in linea con gli indirizzi programmatici contenuti nel Piano

Regionale di Gestione dei Rifiuti, nonché ai vari atti di pianificazione e programmazione territoriale

e settoriale ai diversi livelli, come di seguito descritto.

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4. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE E GESTIONALE

L’impianto sorge su un’area di circa mq. 5.000, all’interno di un lotto di complessivi mq. 7.000

comprendente sia le aree coperte che quelle scoperte oltre a piccole porzioni di aree a verde

delimitanti il perimetro del sito in esame.

4.1 DESCRIZIONE DELLE AREE FUNZIONALI DELL’IMPIANTO

AREA DI ACCETTAZIONE E SCARICO DEI RIFIUTI: dalla S.P. 8 si accede all’impianto a mezzo

di un cancello scorrevole che immette nel piazzale principale dove il veicolo verrà fatto sostare per

le verifiche, da parte del personale d’ufficio addetto ai controlli, per la regolarità amministrativa

circa il rispetto dei requisiti prescritti dalle norme in materia di trasporto di rifiuti. Nella fattispecie

verranno verificati il possesso delle autorizzazioni al trasporto, della esistenza della documentazione

di trasporto e del rispetto della sua corretta compilazione. Verificata la regolarità amministrativa

della documentazione in possesso del trasportatore, il veicolo verrà fatto transitare sulla pesa a

ponte, modello EXTRIM K54, avente dimensioni di m. 8x3 circa, portata massima 40 tonnellate,

posta di fianco all’edifico ospitante gli uffici amministrativi e tecnici della Ditta, collegata ad un

sistema elettronico di pesatura e stampa posto all’interno degli uffici stessi. Del veicolo verrà

effettuata la pesatura in ingresso registrata nel computer da un software specifico. Terminata la

pesatura in ingresso, il veicolo verrà indirizzato nell’area adibita allo scarico dei materiali, dove

personale tecnico provvederà ad una prima verifica visiva del contenuto trasportato al fine di

verificare l’esattezza dei materiali trasportati rispetto a quanto dichiarato nella documentazione di

trasporto e l’eventuale presenza di materiali estranei. Qualora dall’esame visivo il contenuto dei

rifiuti trasportati, ad insindacabile giudizio della Ditta Poliservice S.p.A., non dovesse risultare

conforme questo verrà respinto. Il personale amministrativo provvederà a regolarizzare l’operazione

annotandone le motivazioni sulla documentazione di trasporto e restituendone copia al trasportatore.

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Fig. 8. Area accettazione e scarico dei rifiuti

AREE DI SCARICO E TRATTAMENTO: dopo l’accettazione, i rifiuti destinati alla diretta

lavorazione verranno indirizzati per lo scarico nelle aree all’uopo destinate, all’interno del

capannone e nei pressi del centro di trasferenza, su piattaforme in calcestruzzo impermeabilizzate e

su cassoni scarrabili. I cumuli verranno successivamente movimentati da mezzi del tipo a pala

meccanica gommata e/o ragno e carrelli elevatori. Un veicolo del tipo pala meccanica provvederà a

gestire i cumuli giacenti in maniera tale da esser tenuti in perfetto ordine nelle predette aree di sosta.

I mezzi che avranno scaricato i rifiuti torneranno sull’impianto di pesa per la registrazione della tara

e del netto scaricato e per il completamento delle operazioni documentali; le aree riservate per

l’esecuzione di operazioni di trattamento del rifiuto rappresentano il cuore dello stabilimento e sono

quelle dove è previsto l’impianto per le operazioni di triturazione e vagliatura sui rifiuti aventi

codice CER 20.03.01.

Fasi dell’accettazione

e scarico dei rifiuti

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Fig. 9. Area per operazioni di trattamento dei rifiuti

Fig. 10. Diposizione a L dell’impianto di trattamento dei rifiuti

AREE DI STOCCAGGIO RIFIUTI: come indicato in Fig. 11, l’impianto collocato nel capannone

principale dispone, a valle della lavorazione dei rifiuti urbani indifferenziati, di due cassoni, uno per

la frazione secca ed uno per la frazione umida del rifiuto in uscita denominate entrambe col codice

CER 19.12.12; una volta saturi i cassoni sosteranno nelle aree indicate nella planimetria allegata per

il tempo necessario ad avviarlo agli impianti di destinazione finale.

Aree per le operazioni di trattamento rifiuto

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I rifiuti stoccati nell’impianto saranno quelli identificati con i codici CER 20.03.01 – CER 20.03.99

– CER 20.01.08 – CER 20.02.01.

I cassoni contenenti i materiali saranno stoccati su piattaforma di calcestruzzo impermeabilizzata

per evitare qualsiasi eventuale ulteriore problema di percolazione.

I cumuli saranno movimentati da mezzi del tipo a pala meccanica gommata e/o ragno ed i container

con muletto o mezzi dotati di impianto di scarramento.

Fig.11. Area stoccaggio rifiuti

AREE DI MOVIMENTAZIONE: l’impianto è dotato di un ingresso carrabile che apre su un ampio

piazzale di circa mq. 1600 utilizzato sia per l’accettazione e la pesa dei materiali in ingresso che per

la movimentazione degli stessi.

Il flusso dei rifiuti in entrata (Fig. 12) sarà regolato in modo da rendere agevole la lavorazione e

minimizzare i tempi di trattamento del rifiuto. I mezzi della Poliservice S.p.A., circa quaranta,

entreranno nell’impianto con un calendario e orario stabilito e finalizzato ad evitare il sovrapporsi di

più mezzi. Come indicato in planimetria i mezzi della Poliservice S.p.A., una volta entrati nel sito

(vedi legenda linea blu), effettueranno l’operazione di pesa, dopodiché si dirigeranno verso l’area di

scarico costeggiando il lato Est dell’impianto per poi uscirvi una volta effettuato lo scarico (vedi

legenda linea rossa).

AREE STOCCAGGIO RIFIUTI

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Fig. 12. Aree di movimentazione

AREA UFFICI: come già descritto in precedenza lo stabile sito all’ingresso dello stabilimento

comprende gli uffici tecnico, amministrativo e contabile con i relativi servizi, che occupano una

superficie di circa mq. 80.

PARCHEGGI: l’area destinata a parcheggio si sviluppa sul lato orientale dell’impianto nei pressi

dell’ingresso e si sviluppa su una superficie pari a circa mq. 45.

PESA: come descritto in precedenza il sistema di pesatura è caratterizzato da una pesa a ponte delle

dimensioni di circa m. 8x3, alloggiata in fossa, portata massima 40 tonnellate, posta di fianco

all’edifico ospitante gli uffici amministrativi e tecnici della Ditta, collegata ad un sistema elettronico

di pesatura e stampa posto all’interno degli uffici stessi.

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Fig. 13. Area Uffici-Parcheggi-Pesa

RECINZIONE, TIPOLOGIA DELLE SUPERFICI, TRATTAMENTO REFLUI: al fine di limitare la

dispersione delle frazioni leggere l’area è dotata di una recinzione che percorre il perimetro di tutto

il sito costituita da una rete a maglia sciolta; inoltre sono presenti una serie di piante ed un telo

ombreggiante a ridosso della recinzione che limitano sia l’impatto visivo dell’area che la

dispersione di frazioni leggere e polveri.

Al fine di ridurre l’impatto causato dalle eventuali emissioni odorigene è già attivo un contratto con

la ditta EUROVIX, per un comodato di un’attrezzatura ad aria compressa per la diluizione di

MICROPAN SOLUZIONE per la riduzione degli odori stessi.

L’area interna del lotto è completamente realizzata su piattaforma in calcestruzzo pesante in cui è

stata realizzata una linea di raccolta per le acque di dilavamento di prima e seconda pioggia, in

grado di convogliare le acque verso le vasche di raccolta poste all’angolo nord-ovest ed all’angolo

sud-ovest del piazzale a supporto dell’intera linea delle acque di dilavamento (Fig. 14). Le vasche,

realizzate in c.a., hanno la funzione di contenere ed alloggiare l’acqua, proveniente da tutto

l’impianto con eccezione di quella proveniente dai tetti dei capannoni esistenti che è convogliata a

parte e destinata al vicino fosso. Le vasche, ognuna con capienza di circa 34 mc sono state

realizzate con le seguenti lavorazioni:

- Scavo a sezione obbligata del piazzale per un’altezza di circa 4,00 m

- Getto di calcestruzzo non armato (magrone), per le fondazione della vasca, di altezza non inferiore

a 10 cm

Uffici - Pesa Parcheggi

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- Armatura mediante casseforme e doppia rete in acciaio rispondente alle norme vigenti in materia,

della platea di altezza 30 cm e successivo getto con calcestruzzo C20/25 B450C

- Realizzazione di soletta pedonabile posta a chiusura superiore della vasca, armata con doppia rete

in acciaio rispondente alle norme vigenti in materia, di altezza pari a 30 cm, e formata con

calcestruzzo C20/25 B450C

Sono già attivi contratti con ditte autorizzate al trasporto e trattamento delle acque con codice CER

16.10.02 che garantiscono il pronto svuotamento delle vasche stesse quando raggiunto un livello di

riempimento superiore ai 20 mc.

Il monitoraggio del livello delle vasche di raccolta delle acque di prima e seconda pioggia verrà

effettuato dagli addetti della Poliservice S.p.A.. Al fine di eseguire un controllo più efficace sono

approntate delle schede di monitoraggio nelle quali saranno annotati i controlli giornalmente

effettuati.

Fig. 14. Linee acque dilavamento e vasche di raccolta acque di prima e seconda pioggia (cerchiate in rosso)

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4.2 OPERAZIONI DI TRATTAMENTO RIFIUTO

Il rifiuto avviato al trattamento è il rifiuto urbano indifferenziato (Codice CER 20.03.01) prodotto

all’interno del comprensorio dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata, servita da Poliservice

S.p.A..

La capacità dell’impianto di trito-vagliatura che verrà utilizzato è di 20 ton/h, pari a circa 240

ton/giorno, se si effettueranno nella fascia diurna due normali cicli di lavoro di 6 h ciascuno, per un

totale di 12 h giornaliere.

La frazione umida prodotta dalla trito-vagliatura (Codice CER 19.12.12), sarà depositata

direttamente su cassoni scarrabili stagni e/o direttamente nei mezzi trasportatori, a servizio delle

successive operazioni di lavoro alle quali verrà sottoposto il rifiuto.

Il sovvallo secco (Codice CER 19.12.12) prodotto verrà anch’esso depositato direttamente su

cassoni scarrabili stagni e/o direttamente nei mezzi trasportatori, a servizio delle successive

operazioni di lavoro alle quali verrà sottoposto il rifiuto.

I rifiuti metallici derivanti dalla fase di deferrizzazione (Codice CER 19.12.02) saranno depositati in

un cassone di adeguate dimensioni e avviati a recupero presso impianti regolarmente autorizzati.

Fig. 15. Planimetria delle aree con allocazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti

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Le attività previste, ai sensi degli Allegati B e C alla parte IV del D.Lgs 152/06, saranno:

• R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11

• R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1

a R12

• D13 Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12

• D15 Deposito preliminare prima di uno delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14

Il proposito operativo sarà quello di avviare quanti più rifiuti possibili ad operazioni di recupero.

In caso di blocco parziale o totale dell’attività dell’impianto, conseguenti al verificarsi di eventi

accidentali, sarà data informazione agli organi competenti. In tale fortuita occorrenza i rifiuti in

ingresso saranno tempestivamente avviati ad appositi impianti di trattamento autorizzati.

ATTIVITA’ DI MESSA IN RISERVA (R13) PER RIFIUTI ORGANICI E RIFIUTI URBANI

INDIFFERENZIATI

La messa in riserva di rifiuti quale mero deposito (nel senso di semplice accumulo e conservazione)

è inteso come lo stoccaggio dei rifiuti di diversa tipologia e provenienza, finalizzata al successivo

invio alle altre fasi di recupero, nello stato in cui i rifiuti sono presi in carico, senza che presso

l’impianto venga eseguito alcun intervento sul rifiuto e sul suo imballaggio, fatta comunque salva

la possibilità della formazione di carichi omogenei purché ciò non comporti una modifica delle

caratteristiche chimico-fisiche e/o merceologiche del rifiuto né l’attribuzione di un diverso CER.

I rifiuti da mettere in riserva (R13) saranno i rifiuti organici aventi CER 20.02.01 e CER 20.01.08

ed i rifiuti urbani indifferenziati aventi codice CER 20.03.01 E CER 20.03.99.

In particolare i rifiuti urbani indifferenziati classificati con il codice CER 20.03.99 “rifiuti urbani

non specificati altrimenti” potranno avere diversa natura e composizione al fine di rispondere alle

esigenze della Poliservice S.p.A. la quale, in quanto gestore del servizio pubblico di raccolta e

gestione rifiuti urbani, si trova nella necessità di gestire, fra gli altri, rifiuti cimiteriali identificati

con il predetto codice CER 20.03.99 (come previsto da pareri ministeriali ed ISPRA) oltre ad

eventuali ulteriori rifiuti di natura non specificabile altrimenti, spesso abbandonati sul luogo

pubblico, che sempre la stessa società è deputata a raccogliere, trasportare e gestire.

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DEPOSITO PRELIMINARE (D15)

Il deposito preliminare D15 (deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da

D1 a D14), è inteso come lo stoccaggio dei rifiuti di diversa tipologia e provenienza, per il

successivo invio alle altre fasi di smaltimento, nello stato in cui i rifiuti sono presi in carico, senza

che presso l’impianto di stoccaggio venga eseguito alcun intervento sul rifiuto e sul suo

imballaggio, fatta comunque salva la possibilità di accumulo per la formazione di carichi omogenei,

purché ciò non comporti una modifica delle caratteristiche chimico-fisiche e/o merceologiche del

rifiuto né l’attribuzione di un diverso CER (tipo accumulo rifiuti quali bombolette, materiali ferrosi,

farmaci scaduti, conferiti sfusi). Di questo accorpamento viene, comunque, sempre mantenuta la

tracciabilità dei singoli incrementi che formano un carico in uscita.

I rifiuti destinati al solo deposito preliminare D15, di norma, non sono oggetto di alcuna

manipolazione, lavorazione, selezione o miscelazione.

Tali operazioni verranno svolte, laddove non possibile l’operazione di recupero, sui rifiuti con

codice CER 20.03.01 e CER 20.03.99.

Può verificarsi la situazione per cui i rifiuti, seppur registrati in carico come deposito preliminare -

operazione D15 - possano di per sé presentare una possibilità di recupero di alcune delle loro

componenti (es. i bancali di appoggio dei rifiuti, conferiti quale parte integrante del carico, frazioni

contenute nel rifiuto che il gestore dell’impianto di conferimento ritiene comunque di poter

recuperare, ecc.).

In tal caso quindi (in ottemperanza ai principi generali del D.Lgs 152/06 che privilegia il recupero

allo smaltimento) potranno essere contemplate operazioni successive all’operazione D15

(consistenti nell’asporto di quelle limitate parti del carico) che non devono comportare modifiche

delle caratteristiche chimico-fisiche del rifiuto in entrata e modifiche del suo CER ovvero

operazioni di stoccaggio, selezione e cernita rifiuti, finalizzate anche al recupero di frazioni

recuperabili.

SCAMBIO RIFIUTI (R12)

Operazioni identificate con R12

Le operazioni, finalizzate al recupero, che comportino una modifica delle caratteristiche chimico-

fisiche e/o merceologiche del rifiuto e l’attribuzione di un diverso CER sono identificate con la

sigla R12.

In particolare l’operazione R12 coincide con le operazioni per le quali non è individuabile un

operazione R appropriata: “In mancanza di un altro codice R appropriato, può comprendere le

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operazioni preliminari precedenti al recupero, incluso il pretrattamento come, tra l'altro, la

cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, l'essiccazione, la triturazione, il

condizionamento, il ricondizionamento, la separazione, il raggruppamento prima di una delle

operazioni indicate da R 1 a R 11.”.

Nel caso specifico verranno svolte le attività di triturazione, deferrizzazione e vagliatura del rifiuto

urbano indifferenziato per il recupero della frazione ferrosa ed organica e delle parti secche

valorizzabili come ad esempio carta e plastica. Tali operazioni verranno meglio specificate nella

sezione LAVORAZIONE.

I rifiuti esitanti dalle operazioni R12 verranno avviati in impianti dove avrà luogo l’effettivo

recupero con operazioni che possono andare da R1 a R9.

RAGGRUPPAMENTO PRELIMINARE (D13) DI RIFIUTI URBANI INDIFFERENZIATI

Il raggruppamento preliminare D13 (prima di una delle operazioni da D1 a D12) sono operazioni

riconducibili a operazioni “In mancanza di un altro codice D appropriato, può comprendere le

operazioni preliminari precedenti allo smaltimento, incluso il pretrattamento come, tra l’altro, la

cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, l’essiccazione, la triturazione, il

condizionamento o la separazione prima di una delle operazioni indicate da D1 a D12.”. Nel caso

in questione è costituito dall’insieme delle operazioni meccaniche e/o fisiche come la triturazione,

l’apertura dei contenitori, sconfezionamento, confezionamento, selezione e la cernita che

consentono di ottimizzare il conferimento dei rifiuti allo smaltimento.

In particolare viene svolta l’attività di triturazione, deferrizzazione e vagliatura del rifiuto urbano

indifferenziato per il recupero della frazione ferrosa ed organica e delle parti secche valorizzabili

come ad esempio carta e plastica. Tali operazioni verranno meglio specificate nella sezione

LAVORAZIONE.

Il successivo smaltimento di tali rifiuti consisterà nell’avvio ad operazioni di smaltimento da D1 a

D12.

LAVORAZIONE (Operazioni R12 – D13)

Le operazioni di trito-vagliatura con deferrizazione, che corrispondono a quelle R12 ed D13 ai sensi

degli Allegati B e C alla parte IV del D.Lgs 152/06, saranno realizzate attraverso un sistema

combinato di triturazione, deferrizzazione e vagliatura. Il sistema di triturazione e vagliatura

DOPPSTADT (integrato da una sezione di de-metallizzazione a carattere magnetico) rappresenta

l’esempio più classico e basilare del trattamento dei rifiuti e di altre materie.

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Esso consta di una combinazione di macchine mobili a combustione interna, variamente e

facilmente disponibili, come di seguito descritto (Tab. 3):

Tab. 3. Modelli utilizzati nel sistema di triturazione e vagliatura

Di seguito si riporta una possibile combinazione spaziale di tali macchine:

Fig. 16. Layout del sistema di triturazione e vagliatura

DESCRIZIONE DEL SISTEMA

Trituratore DW

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L’obiettivo della triturazione è tipicamente la riduzione e omogeneizzazione della pezzatura del

materiale in ingresso per un più agevole trattamento successivo del medesimo e/o l’apertura di

qualsivoglia contenitore di materiali trattabili per separarne successivamente in maniera più agevole

il contenuto.

Quest’ultima lavorazione si evidenzia nel processo di separazione di parti umide e parti secche nel

caso di rifiuti urbani tal quali e, in particolar modo, nel caso di rifiuti organici urbani che vengono

tipicamente raccolti a mezzo di sacchetti chiusi, sia nel caso di raccolta porta a porta che con

cassonetto stradale.

Fig. 17. Modalità del processo di triturazione

Trituratore DW - Deferrizzazione

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Soprattutto nel caso di raccolta di rifiuti urbani tal quali sussiste una sensibile presenza di metalli

(es. lattine) che possono essere separati dal flusso a valle del processo di triturazione con

l’inserimento di un nastro magnetico integrabile al nastro di scarico del trituratore.

Tale nastro magnetico è comandato da una funzione idraulica del trituratore medesimo.

Vaglio SM

L’obiettivo della vagliatura rotante è tipicamente la suddivisione del materiale introdotto nella

camera (tamburo) di vagliatura in due o più flussi in uscita di diversa pezzatura.

Sia si tratti di separazione di parti umide e parti secche nel caso di rifiuti urbani tal quali sia nel caso

di rifiuti organici urbani da raccolta porta a porta o da cassonetto stradale, la vagliatura rotante

suddivide il materiale in due flussi caratterizzati da due diverse pezzature dei quali il flusso di

materiale “grosso” in uscita al retro della macchina è rappresentato dalla frazione secca mentre il

flusso di materiale “fine” raccolto sul nastro inferiore e quindi scaricato a lato della macchina è

rappresentato dalla frazione umida.

Il materiale “grosso” è costituito da materiali da avviare a processo di recupero energetico tramite

combustione.

Il materiale “fine” umido è costituito da materiali da avviare a processo di recupero energetico

tramite produzione di biogas e/o recupero di materia come compost.

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Fig. 18. Modalità del processo di vagliatura

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DESCRIZIONE DELLE ATTREZZATURE PER LE ATTIVITA’ DELL’IMPIANTO

• Sistema di pesatura: pesa a ponte, alloggiata in fossa, delle dimensioni di circa m. 8x3,

portata massima 40 tonnellate, modello EXTRIM K54, matricola 120065, collegata a

sistema ad interfaccia computerizzata per il rilevamento del peso e la stampa dei dati

• Sistemi di movimentazione rifiuti: terna gommata con pala, autoarticolato con ragno, carrelli

elevatori con pinza idraulica per movimentazione balle

• Trituratore Doppstadt DW 2560 dotato di motore diesel EUROMOT di classe III B,

conforme alla normativa CE, assimilabile a semoventi, motori agricoli, motrici ribaltabili,

betoniere

• Vagliatore Doppstadt SM 718 Profi dotato di motore diesel EUROMOT di classe III B,

conforme alla normativa CE, assimilabile a semoventi, motori agricoli, motrici ribaltabili,

betoniere

• n. 1 nastro di scarico del trituratore

• n. 1 vibrovaglio a rete per la vagliatura e la distribuzione omogenea dei materiali da

selezionare

• n. 1 nastro magnetico comandato da funzione idraulica del trituratore

• n. 1 separatore magnetico a nastro per la separazione dei materiali ferrosi

• n. 1 nastro trasportatore reversibile in PVC di fine linea o carico in pressa

• n. 1 nastro trasportatore a cingolo d’acciaio per carico materiali in pressa

• n. 1 quadro elettrico di comando

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RIFIUTI TRATTATI, OPERAZIONI DI RECUPERO O SMALTIMENTO, DESTINAZIONE, TIPO STOCCAGGIO, QUANTITÁ TRATTATE Nella tabella che segue, sono riassunti, divisi per tipologia, i CER dei rifiuti trattati con le relative

attività di trattamento e/o smaltimento, le destinazioni previste, la descrizione del tipo di stoccaggio

e le quantità previste con le relative aree dedicate allo stoccaggio del rifiuto e della materia prima

secondaria prodotta.

CER DESCRIZIONE OPERAZIONI

TRATTAMENTO DESTINAZIONE DESCRIZIONE TIPO

DI STOCCAGGIO

MQ

SUPERFICIE

STOCCAGGIO

RIFIUTI/MPS

POTENZIALITA'

ANNUA IMPIANTO

- 312 GG/ANNO

(T/ANNO)

20.01.08

Rifiuti

biodegradabili di

cucine e mense

R13

Impianti

destinati al

recupero dei

rifiuti organici

Cassoni scarrabili

e/o aree

impermeabili

adibite a

stoccaggio rifiuti

75 20.000

20.02.01 Rifiuti

biodegradabili R13

Impianti

destinati al

recupero dei

rifiuti organici

Cassoni scarrabili

e/o aree

impermeabili

adibite a

stoccaggio rifiuti

60 10.000

20.03.01 Rifiuti urbani non

differenziati

R12-R13-

D13-D15

Impianti

destinati al

recupero dei

rifiuti urbani non

differenziati

Cassoni scarrabili

e/o aree

impermeabili

adibite a

stoccaggio rifiuti

180 40.000

20.03.99

rifiuti urbani non

specificati

altrimenti

R13 – D15

Impianti

destinati al

recupero/smalti

mento dei rifiuti

urbani non

differenziati

Cassoni scarrabili

e/o aree

impermeabili

adibite a

stoccaggio rifiuti

60 5.000

19.12.02 Metalli ferrosi R13

Impianti

destinati al

recupero dei

metalli ferrosi

Cassoni scarrabili

e/o aree

impermeabili

adibite a

stoccaggio rifiuti

15 1.000

Tab. 4. Quadro riassuntivo caratteristiche attività ed operazioni rifiuti

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5. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

Le componenti ed i fattori ambientali considerati nello studio in oggetto sono i seguenti:

• Aria: qualità dell'aria, rilascio di emissioni

• Ambiente idrico: acque superficiali e sotterranee

• Suolo: profilo geologico e geomorfologico

• Rumore: impiego di mezzi durante l’attività lavorativa

• Odori

• Flora e Fauna

• Paesaggio

• Salute Pubblica

ARIA

Per ciò che concerne le emissioni di inquinanti in atmosfera, la normativa di riferimento è

rappresentata dal D.Lgs 152/2006 – Parte Quinta.

L’impianto in oggetto genera esclusivamente emissioni diffuse relativamente alle fasi di transito dei

mezzi in ingresso e in uscita, in quanto i mezzi carrabili trituratore e vaglio sono dotati di motori

diesel EUROMOT di classe III B, conforme alla normativa CE, assimilabili a semoventi, motori

agricoli, motrici ribaltabili, betoniere.

Si specifica che l’area in cui è inserito l’impianto risulta totalmente pavimentata e di conseguenza

non si sviluppano polveri dovute al transito dei mezzi all’interno delle aree di lavoro.

L’azienda ritiene in questo modo di poter garantire il rispetto delle esigenze igienico sanitarie e di

evitare il rischio di inquinamento atmosferico.

Sul sito, inoltre, è stato effettuato uno studio sulle emissioni di polveri ed inquinanti in occasione di

una campagna di attività relativa ad un analogo impianto mobile di trito-vagliatura a cura

dell’ARTA (Allegato 3), in cui si certifica che le concentrazione degli inquinanti monitorati (PM10,

ozono, benzene, IPA, metalli, CO ed ossidi di azoto) rientrano nei limiti di Legge di cui al Decreto

Legislativo 13 agosto 2010 n. 155.

Inoltre va sottolineato come le emissioni diffuse in atmosfera derivanti dalle operazioni connesse

all’attività di recupero (R12) di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dall’Unione dei Comuni

della Val Vibrata, effettuata all’interno del perimetro del sito di Poliservice S.p.A., nel Comune di

Sant’Omero, siano scarsamente rilevanti agli effetti dell'inquinamento atmosferico e rientrino nel

campo di applicazione dell’art. 272 comma 1.

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L’impatto sulla componente atmosferica derivante da una situazione di emergenza quale un

incendio deriva dalle emissioni di polveri e fumi di combustione che si sviluppano dalla

combustione dei rifiuti presenti nell’impianto e/o dei macchinari e/o degli automezzi incendiati.

Considerando le caratteristiche chimico – fisiche dei rifiuti stoccati e trattati nell’impianto e i loro

quantitativi si ritiene che tale impatto sulla componente atmosfera sia di media significatività.

Per quanto concerne gli sversamenti accidentali di rifiuti non pericolosi, l’impatto sulla componente

atmosferica derivante da una tale situazione di emergenza, deriva dallo spandimento su suolo dei

rifiuti solidi polverulenti che, se non prontamente rimossi, potrebbero evaporare o diffondere le

particelle più leggere nell’atmosfera. Considerando le caratteristiche chimico – fisiche dei rifiuti

stoccati e trattati nell’impianto e i loro quantitativi si ritiene che tale impatto sia di scarsa

significatività.

ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE

L’influenza che può esercitare l’attività lavorativa dell’impianto sulle acque superficiali è

rappresentata essenzialmente dal deflusso delle acque di prima pioggia, ossia i primi

5 mm di acqua per ogni evento meteorico per ogni metro quadrato di superficie impermeabile, e

delle acque di seconda pioggia. Di conseguenza, l’impianto è dotato di rete dedicata a raccolta delle

acque di prima; ciò non bastasse, l’impianto raccoglie nelle sue vasche anche le acque di seconda

pioggia che vengono portate ad impianti di recupero/smaltimento da ditte appositamente

autorizzate.

Il regime delle piogge, che ci può dare una stima delle acque di prima pioggia prodotte, presenta un

massimo in tutta la regione a novembre ed il minimo in estate.

I mesi più piovosi risultano aprile e novembre mentre come valore totale può essere considerata una

precipitazione annua di circa 600 mm.

Gli impatti potenziali sull’ambiente idrico dovuti all’impianto sono essenzialmente riconducibili

alle acque di prima pioggia e agli scarichi dei servizi igienici, nelle normali condizioni operative, e

ad eventuali sversamenti di rifiuti, nelle condizioni di emergenza.

Nell’impianto non si originano scarichi idrici industriali in quanto non viene utilizzata acqua in

nessuna fase di processo.

I reflui provenienti dai servizi igienici degli uffici, paragonabili a qualsiasi utenza domestica, sono

raccolti dalla rete acque nere e confluiranno nella rete fognaria comunale.

Non si ha pertanto immissione dei reflui civili nell’ambiente idrico.

Per quanto riguarda le acque meteoriche il sistema di regimazione adottato consente di escludere

ogni possibilità di inquinamento delle acque superficiali e di falda che scorrono nei pressi

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dell’impianto. Le acque meteoriche ricadenti sul piazzale impermeabilizzato adibito a manovra

autoveicoli e stoccaggio rifiuti possono essere inquinate per la presenza di sabbia, terriccio ed oli

minerali leggeri. L’impianto è dotato di una linea dedicata per il convogliamento delle acque

meteoriche provenienti sia dalla copertura dello stabilimento che di quelle che si raccolgono nei

piazzali scoperti. Le vasche di raccolta delle acque di prima e seconda pioggia verranno sottoposte a

prelievi per l’effettuazione delle analisi di caratterizzazione per l’affidamento del servizio di pulizia

e successivo smaltimento in impianti autorizzati dei residui.

Tali acque potrebbero avere un impatto negativo sull’ambiente idrico solo se non correttamente

gestite, quindi l’impatto ambientale negativo è di bassa significatività.

Un eventuale sversamento dei rifiuti stoccati nell’impianto potrebbe determinare un impatto sulle

risorse idriche superficiali e sotterranee, se non prontamente arginato e rimosso. Considerando le

caratteristiche chimico–fisiche dei rifiuti stoccati e trattati nell’impianto e i loro quantitativi si

ritiene che tale impatto sia di bassa significatività.

SUOLO: PROFILO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

Per quanto concerne l’inquadramento geologico, idrogeologico e stratigrafico dell’area su cui

insiste l’impianto è presente in allegato una relazione geologica (Allegato 4).

L’impatto sulla componente suolo e sottosuolo può derivare dalle ricadute al suolo delle emissioni

di polveri e gas di scarico originate dalla movimentazione dei mezzi di trasporto su strada e

all’interno dell’impianto. Considerando, però, le caratteristiche chimico–fisiche dei rifiuti trattati e

il numero dei mezzi di trasporto si ritiene che tale impatto sia di bassa significatività.

In caso di incendio tale impatto potrebbe essere conseguenza della ricaduta al suolo di polveri e

fumi di combustione originati da un incendio che potrebbe coinvolgere i rifiuti, i materiali ottenuti, i

macchinari presenti, i mezzi di trasporto e l’intero sito. Tale impatto negativo si ritiene di media

significatività.

Infine le acque meteoriche di dilavamento con le sostanze presenti nei rifiuti potrebbero avere un

impatto negativo, oltre che sulla componente ambiente-idrico, anche sulla componente suolo e

sottosuolo. Tale impatto negativo è da considerarsi di bassa significatività in quanto per contenere

al minimo il convogliamento di tali acque alle reti è previsto trattamento in continuo di tutte le

acque piovane provenienti da dilavamento piazzali con un impianto di trattamento delle acque

stesse.

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RUMORE

Il Comune di Sant’Omero non si è dotato di un Piano di Zonizzazione Acustica per cui si applicano

i seguenti limiti provvisori (articolo 6, comma 1, del DPCM 1/3/91) (Tab. 5).

Tab. 5. Limiti di accettabilità provvisori di cui all'art. 6 del DPCM 1/3/91

(*) Zone di cui all'art. 2 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444.

L’impatto acustico, nell’ambiente esterno, dell’impianto di trattamento rifiuti esaminato risulta

essere trascurabile essendo al di sotto dei limiti previsti dal D.P.C.M. 01/03/91 così come integrato

dalla Legge 447/95 e dal D.P.C.M. 01/12/1997.

A conferma di ciò, troviamo i valori risultanti dalla valutazione dell’impatto acustico, effettuata in

data 16 luglio 2014, per il precedente impianto mobile (autorizzato tramite D.D. n. DN3/1020 del

10/07/2006) presente in area medesima a quella dell’attuale impianto, che svolgeva le medesime

operazioni di trito-vagliatura dell’attuale impianto (Allegato 5).

ODORI

Le fonti di odori nell’impianto sono principalmente riconducibili alla presenza di rifiuti

indifferenziati ed organici e vista la tipologia di lavorazione che subiscono, l’impatto può ritenersi

poco significativo.

Al fine di ridurre l’impatto causato dalle eventuali emissioni odorigene è attivo un contratto con la

ditta EUROVIX, per un comodato di un’attrezzatura ad aria compressa per la diluizione di

MICROPAN SOLUZIONE per la riduzione degli odori stessi utilizzata anche per il precedente

impianto di trito-vagliatura dei rifiuti trattati.

Gli odori emessi dalla circolazione degli autocarri conferitori risultano poco significativi, in quanto

in tali mezzi il rifiuto è confinato. Si ritiene pertanto che tale impatto sia da considerarsi di bassa

significatività.

FLORA E FAUNA

Il Comune di Sant’Omero appartiene alla regione xeroterica, di scarsa piovosità nei caldi mesi

estivi. Tuttavia l’appartenenza alla sottoregione meso-mediterranea garantisce tra i 40 e 400 mm di

pioggia all’anno.

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Facendo riferimento alla carta della vegetazione provinciale, si può notare come il paesaggio

vegetale del territorio collino-planiziale della provincia di Teramo sia sostanzialmente dominato

dalle coltivazioni agrarie, soprattutto seminativi non irrigui e seminativi arborati, mentre i nuclei di

vegetazione naturale siano relegati ai siti inutilizzabili dal punto di vista agricolo.

Le colture agrarie, con il loro suolo poco coperto e quindi tale da offrire scarsa concorrenza offrono

ampie possibilità di diffusione a specie spontanee locali (apofite) ed ancora alle cosiddette

“avventizie” trasportate più o meno volontariamente dall’uomo (antropofite) e provenienti da paesi

diversi a clima simile o talvolta molto diverso dal nostro. I raggruppamenti di queste “malerbe”

sono ampiamente condizionati dai trattamenti che il suolo subisce in relazione alle coltivazioni ed

alla copertura propria della specie coltivata.

L’impianto della ditta Poliservice S.p.A. nasce in zona agricola e risulta come “Fabbricato esistente

in territorio agricolo con diversa destinazione d’uso”. Allo stato attuale l’area di intervento è

caratterizzata da terreni destinati a coltivazioni. Sono presenti alcuni esemplari di alberi non

disturbati dalle operazioni agricole. La presenza di specie caratteristiche consiste in alcuni

esemplari di Roverella (Quercus pubescens) e qualche gelso (Morus Alba), residuo di antiche

coltivazioni di gelso ad uso dell’allevamento del baco da seta.

Tra le specie avventizie che caratterizzano vistosamente il paesaggio vegetale delle pianure fluviali

come anche dei più bassi rilievi, meritano un cenno la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto

(Ailanthus altissima).

A questo si aggiungano specie invasive tipiche dei fossi non sottoposti più alla cura degli agricoltori

come il rovo ed altre infestanti erbacee (Tab. 6).

Tab. 6. Specie vegetali maggiormente presenti nel territorio oggetto d’indagine

L’area di intervento si inserisce in un territorio non classificato nella Carta delle tipologie forestali

della Regione Abruzzo, ma caratterizzato dai seguenti elementi inerenti sempre ai corsi di fossi e

torrenti: Latifoglie di invasione mista e varia, presente in special modo nel vicino alveo del torrente

Salinello distante 250 metri a sud-est.

Per quanto riguarda la fauna, le condizioni ambientali attuali dell’area di intervento e la componente

residuale di vegetazione autoctona determinano un profilo faunistico poco complesso in termini di

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numero di specie ma anche di poco rilievo se riferito alle specie animali oggetto di particolare

tutela. Trattasi in gran parte di specie ubiquitarie e ad ampia valenza ecologica, opportuniste e

generaliste ed adattate agli stress ambientali dovuti alle lavorazioni agricole tipiche del contesto in

cui sono inserite.

Sulla base dei rilievi faunistici condotti le specie che possono essere presenti nell’area di studio per

ragioni riproduttive e di alimentazione sono (Tab. 7):

Tab. 7. Specie vegetali maggiormente presenti nel territorio oggetto d’indagine

I mammiferi attribuibili a quest’area sono in genere animali schivi e abituati alla presenza

dell’uomo da cui generalmente rifuggono.

Le informazioni sulla fauna nell’area in studio sono state raccolte attraverso ricerche di carattere

bibliografico (siti internet, atlanti, check list dei Parchi Nazionali, Piano faunistico venatorio della

Provincia di Teramo).

I principali problemi di compatibilità ambientale che si ripercuotono sulle specie vegetali ed animali

presenti nell’area riguardano la produzione di polveri, gas di scarico, rumori ed odori.

Le emissioni di polveri e di gas di scarico sono riconducibili alla presenza di rifiuti e al traffico

veicolare dei mezzi di trasporto dei rifiuti in ingresso e in uscita dall’impianto. La ricaduta di tali

emissioni sui terreni circostanti l’impianto può incidere negativamente sulla componente ambientale

vegetazione, flora e fauna. Gli impatti sulla flora sono comunque limitati all'interno dell’area di

lavoro e/o nelle aree immediatamente limitrofe caratterizzate da superfici incolte, o destinate a

colture foraggiere, e con la presenza di specie floristiche di scarso pregio naturalistico.

L’impatto delle emissioni sonore sulla fauna è rappresentato principalmente dal rumore prodotto dal

movimento dei mezzi in ingresso e uscita dall’impianto e dalle operazioni di movimentazione dei

contenitori dei rifiuti che possono arrecare fastidio alle specie presenti nel sito e causare un parziale

e temporaneo spostamento delle stesse verso le aree circostanti. Considerando comunque la

prossimità di diverse altre aziende nelle vicinanze, l’impatto acustico prodotto dall’impianto non è

tale da generare alcun incremento/potenziamento delle emissioni sonore già esistenti. Pertanto, si

ritiene che tale impatto negativo debba considerarsi di bassa significatività.

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Considerando le ipotetiche situazioni di emergenza, un impatto negativo può derivare da un

incendio dei materiali combustibili presenti e dalle conseguenti ricadute al suolo delle polveri e dei

fumi di combustione. L’impianto è collocato in una zona agricola ove la flora e la fauna sono

influenzate dall’impatto antropico, ma la presenza del vicino fiume Salinello, con i suoi animali e la

sua vegetazione, fa sì che l’eventuale impatto negativo debba considerarsi di media entità.

PAESAGGIO

L’impianto è situato fuori dalla frazione abitata, in una prevalentemente di natura agricola. La

tipologia delle lavorazioni non danneggia il paesaggio circostante; inoltre l’area è in parte delimitata

da essenze arboree locali.

SALUTE PUBBLICA

Le problematiche prese in considerazione per quanto concerne gli aspetti igienico – sanitari per i

lavoratori esposti e per la popolazione limitrofa sono:

- variazione del livello sonoro nell’area circostante l'impianto;

- possibile sviluppo di polveri e gas di scarico derivanti dalla circolazione dei veicoli impegnati nel

conferimento del materiale e dalla gestione dell'impianto stesso;

- tutela sanitaria del personale addetto;

- problematiche relative agli insediamenti vicini.

Le emissioni di polveri e gas di scarico originati dalla movimentazione dei mezzi di trasporto su

strada e all’interno dell’impianto hanno un impatto negativo che si ritiene sia di bassa significatività

per i lavoratori e non significativo per la popolazione limitrofa.

Gli odori emessi dalla circolazione degli autocarri conferitori risultano poco significativi, in quanto

in tali mezzi il rifiuto è confinato. Si ritiene pertanto che tale impatto sia da considerarsi di bassa

significatività per quanto riguarda il personale esposto e di nulla significatività per la popolazione

limitrofa.

Le principali emissioni sonore derivanti dall’impianto, come detto, derivano essenzialmente dalla

presenza dei mezzi di trasporto in entrata e in uscita dall’impianto e dalla movimentazione interna

dei rifiuti. I livelli di rumorosità attesi nell’area limitrofa all’impianto saranno contenuti entro i

limiti previsti dalla vigente normativa di riferimento e non si discosteranno significativamente da

quelli oggi rilevabili in assenza dell’impianto. Nel caso della salute pubblica dei lavoratori esposti

tale impatto negativo è da considerarsi di bassa significatività, in quanto l’attività eseguita

nell’impianto non è assolutamente in grado di creare situazioni di aumento significativo delle

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emissioni sonore, mentre per la popolazione limitrofa tale impatto è da considerarsi non

significativo.

Considerando le ipotetiche situazioni di emergenza, tale impatto negativo può derivare da un

incendio dei materiali stoccati, movimentati e trattati, in particolare materiali combustibili quali

carta e plastica. Per il personale addetto tale impatto negativo viene considerato di media

significatività mentre bassa per la popolazione esposta.

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6. ANALISI E VALUTAZIONE DEI POTENZIALI IMPATTI

6.1 VALUTAZIONE DEI SINGOLI IMPATTI IN FASE DI ESERCIZIO DELL’IMPIANTO

Il metodo di valutazione dell’impatto globale prodotto dall’esercizio dell’impianto si basa sulla

valutazione dei singoli impatti derivanti dalle varie fasi del ciclo di lavorazione sulle singole

componenti ambientali.

I parametri valutati sono i seguenti:

- P (peso relativo della componente ambientale considerata)

- I (indicatore impatto fase di lavorazione – componente ambientale)

Il peso relativo indica l’incidenza di una componente ambientale in percentuale e viene calcolato

mediante il criterio della gerarchia dei rischi esplicato dalla matrice di seguito riportata. La somma

dei vari pesi è sempre uguale ad 1.

L’indicatore I permette di stimare l’incidenza di ciascuna fase del ciclo di lavorazione sulle varie

componenti ambientali su una scala da 0 a 4 ed è assegnato sulla base dei dati ricavati e dell’analisi

delle componenti ambientali esposta nel capitolo precedente.

L’impatto globale (IGC) della singola componente ambientale esaminata è pari alla somma degli

impatti delle varie fasi di lavorazione moltiplicato per il peso relativo:

IGC = (∑C x IC) x P (1)

dove:

IC = indicatore impatto componente – fase di lavorazione

P = peso relativo singola componente

L’impatto totale infine è dato dalla somma degli impatti delle singole componenti, così

come calcolate con la (1):

IT = ∑i x IGCi

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MATRICE PER L’INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI GERARCHICI DEI RISCHI

AR

IA

AM

BIE

NT

E

IDR

ICO

SUO

LO

RU

MO

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OD

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I

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INF

LU

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ZA

TO

TA

LE

PE

SO

RE

LA

TIV

O

ARIA - 1 1 0.5 0.5 1 1 0.5 1 5.5 0.17

AMBIENTE IDRICO

0 - 0.5 0.5 0.5 1 1 0.5 1 4 0.15

SUOLO 0 0.5 - 0.5 0.5 1 0.5 0.5 1 3.5 0.13

RUMORE 0.5 0.5 0.5 - 1 1 1 0.5 1 5 0.18

ODORI 0.5 0.5 0.5 0 - 1 1 0.5 1 4 0.15

FLORA E FAUNA

0 0 0 0 0 - 0.5 0 1 0.5 0.02

PAESAGGIO 0 0 0.5 0 0 0.5 - 0.5 1 1.5 0.05

SALUTE PUBBLICA

0.5 0.5 0.5 0.5 0.5 1 0.5 - 1 4 0.15

INFLUENZA 0 0 0 0 0 0 0 0

Tab. 8. Matrice per l’individuazione dei criteri gerarchici dei rischi

La matrice confronta a due a due la varie componenti ambientali assegnando un valore di 1 a quella preponderante, 0 all’altra, oppure 0,5 ad

entrambe in caso di eguale incidenza. Il criterio infinitesimale assegna un valore pari ad 1 comunque ad ogni componente, in modo da

impedire il verificarsi di un punteggio pari a 0 (Tab. 8).

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INCIDENZA DELLE LAVORAZIONI EFFETTUATE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI

LAVORAZIONI EFFETTUATE

TOTALE INDICATORE

SINGOLA COMPONENTE

PESO

RELATIVO

IMPATTO SINGOLA

COMPONENTE

MOVIMENTO AUTOMEZZI

MOVIMENTO MACCHINE

OPERATRICI

TRATTAMENTO RIFIUTI

STOCCAGGIO RIFIUTI

VALORE IMPATTO

ARIA 2 1 1 1 5 0.17 0.85

AMBIENTE IDRICO

0 0 1 1 2 0.15 0.30

SUOLO 1 1 1 1 4 0.13 0.52

RUMORE 2 1 2 0 5 0.18 0.90

ODORI 1 1 1 1 4 0.15 0.60

FLORA E FAUNA

1 0 0 0 1 0.02 0.02

PAESAGGIO 1 0 0 1 2 0.05 0.10

SALUTA PUBBLICA

1 0 0 1 2 0.15 0.30

TOTALE 9 4 6 6 25 1 3.59

Tab. 9. Incidenza delle lavorazioni effettuate sulle componenti ambientali

La matrice mette in relazione le singole fasi di lavorazione con ciascuna componente ambientale. L’incidenza è stimata assegnando un valore

all’indicatore di riferimento variabile da 0 a 4 sulla base dell’analisi effettuata nel capitolo precedente, sommando i singoli impatti e

moltiplicando il risultato per il peso relativo (Tab. 9).

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L’impatto totale è dato dalla somma degli impatti globali ottenuti.

VALORE INDICATORE

IMPATTI

INCIDENZA

0 Nulla

1 Minima

2 Indiretta

3 Diretta

Tab. 10. Incidenza sull’ambiente in base al valore indicatore di impatto

Il valore complessivo ottenuto ( 3,59 ) permette di classificare l’impatto in una delle n.4 categorie riportate nella seguente tabella (Tab. 11).

IMPATTI GLOBALE IMPATTO

0 < I < 4 Nullo

4 < I <8 Minimo

8 < I < 12 Medio

12 < I < 16 Elevato

Tab. 11. Grado di impatto in riferimento al punteggio totale ottenuto

Nel caso in oggetto si conclude dunque che in fase di esercizio l’opera produce un impatto pressoché NULLO.

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7. CONCLUSIONI

Il presente studio ha analizzato i possibili impatti sulle varie componenti ambientali in sede di

attività lavorativa della Ditta ed in sede di preparazione ed esercizio del cantiere durante la

realizzazione del sito.

Nel primo caso si è applicato il metodo della Gerarchia dei rischi assegnando, sulla base delle

valutazioni effettuate, un peso relativo a ciascuna componente ambientale e ricavando

successivamente un valore di impatto globale su di essa e di impatto complessivo pari a 3,59, che

permette di concludere che esso sia NULLO.

Alla luce delle approfondite indagini effettuate sul sito in oggetto, si prevede che l’impatto

derivante dalla realizzazione e dalla messa in funzione di un impianto di stoccaggio e trattamento

rifiuti non pericolosi sia pressoché nullo su tutte le componenti ambientali esaminate.

8. ALLEGATI

ALLEGATO 1 - Autorizzazione Centro di Trasferenza

ALLEGATO 2 - Destinazione urbanistica del sito

ALLEGATO 3 - Valutazione della qualità dell’aria in zona Salinello nel Comune di Sant’Omero

(TE). Campagna di attività di trattamento rifiuti art. 208 comma 15

ALLEGATO 4 - Relazione geologica ed idrogeologica

ALLEGATO 5 - Relazione impatto acustico

ALLEGATO 6 - Planimetria generale impianto

ALLEGATO 7 - Planimetria generale impianto con percorso dei mezzi

ALLEGATO 8 - Planimetria generale impianto con linea acque