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Fondazione ISMU Ventiquattresimo Rapporto sulle migrazioni 2018

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Fondazione ISMU

VentiquattresimoRapporto sulle migrazioni 2018

Nel corso del 2018 l’immigrazione è diventata una delle principali questioni dell’Unione europea e dei Paesi che ne fanno parte. Lo dimostrano gli ampi spazi riservati a questo tema dai media, in particolare quelli italiani, e la crescente attenzione dei dibattiti politici e dell’opinione pubblica.In questo Ventiquattresimo Rapporto Fondazione ISMU stima che la popolazione straniera in Italia, al 1° gennaio 2018, abbia raggiunto quota 6 milioni e 108mila unità e analizza i flussi migratori e i diversi aspetti di tale presenza, partendo dalla constatazione che l’elevata rilevanza assegnata alle migrazioni, e la loro drammatizzazione e strumentalizzazione, si registra in un anno in cui i movimenti migratori verso l’Europa sono molto diminuiti.Il 2018 ha visto il primato degli arrivi di immigrati passare dall’Italia alla Spagna, dove sono giunte oltre 45mila persone da gennaio a ottobre; in Italia, invece, nello stesso periodo sono sbarcati 21mila migranti, un numero inferiore anche a quello che riguarda la Grecia (24mila). Nonostante il considerevole calo degli sbarchi sulle coste europee nel corso dell’ultimo biennio e la diminuzione dei decessi in mare in numero assoluto, è però aumentato il tasso di mortalità, 21 persone ogni mille sbarcati.Oltre alle consuete aree di attenzione (demografia, normativa, lavoro, scuola, salute), il Rapporto analizza gli atteggiamenti degli italiani nei confronti degli immigrati; affronta il rapporto tra Europa e immigrazione, partendo dagli esiti delle elezioni politiche in Italia e toccando alcune tematiche di grande attualità quali il dibattito su Brexit e la crisi del sistema europeo d’asilo; approfondisce alcuni aspetti fondamentali quali la trasformazione delle appartenenze religiose a fronte delle migrazioni internazionali, il fenomeno dei minori non accompagnati e l’attivazione dei corridoi umanitari.

Fondazione ISMU è un ente scientifico indipendente che promuove studi, ricerche, formazione e progetti sulla società multietnica e multiculturale, con particolare riguardo al fenomeno delle migrazioni internazionali. ISMU collabora con istituzioni, amministrazioni pubbliche, terzo settore, istituti scolastici, aziende, agenzie internazionali e centri di ricerca scientifica italiani e stranieri.

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La Collana ISMU raccoglie testi che affrontano, con un approccio interdisciplinare, tematiche relative alle migrazioni internazionali e, più in generale, ai processi di mutamento socio-culturale.Essa, oltre a presentare volumi che espongono i risultati dei progetti re-alizzati nell ambito della Fondazione ISMU Iniziative e Studi sulla Mul-tietnicit ospita lavori che si distinguono per l attualit e la rilevanza dei temi trattati, lo spessore teorico e il rigore metodologico.Tutti i testi sono preventivamente sottoposti a referaggio anonimo.

Direttore Vincenzo Cesareo

Comitato di consulenza scienti ica Maurizio Ambrosini, Natale Ammaturo, Marzio Barbagli, Fabio Berti, Elena Besozzi, Rita Bichi, Gian Carlo Blangiardo, Francesco Botturi, Raffaele Bracalenti, Marco Caselli, Ennio Codini, Michele Colasanto, Enzo Colombo, Maddalena Colombo, Vittorio Cotesta, Carlo Devillanova, Roberto De Vita, Giacomo Di Gennaro, Alessandra Facchi, Patrizia Farina, Alberto Gasparini, Mario Giacomarra, Graziella Giovannini, Francesco Lazzari, Marco Lombardi, Fabio Massimo Lo Verde, Giuseppe Mantovani, Antonio Marazzi, Alberto Martinelli, Alberto Merler, Giuseppe Moro, Bruno Nascimbene, Nicola Pasini, Gabriele Pollini, Emilio Reyneri, Luisa Ribolzi, Mariagrazia Santagati, Giuseppe Sciortino, Salvatore Strozza, Alberto Tarozzi, Mara Tognetti Bordogna, Antonio Tosi, Giovanni Giulio Valtolina, Laura Zanfrini, Paolo Zurla.

Coordinamento Editoriale Elena Bosetti, Francesca Locatelli

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Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo di

Il volume è stato curato da Vincenzo Cesareo, Segretario generale della Fondazione ISMU, con la collaborazione di un comitato redazionale composto da Gian Carlo Blangiardo, Ennio Codini, Nicola Pasini, Mariagrazia Santagati, Giovanni Giulio Valtolina e Laura Zanfrini

Il testo è stato consegnato alla stampa nel mese di novembre 2018

Editing a cura di Elena Bosetti

Progetto grafico di copertina di Giusti Eventi Comunicazione Copyright © 2019 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy

L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. L’Utente nel momento

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Indice SEZIONEI pag. 7 Italia,EuropaequestionemigratoriadiVincenzoCesareo » 9 SEZIONEII » 61 Parteprima–Ilquadrogenerale » 63

1. GliaspettistatisticidiGianCarloBlangiardo » 65

2. LemigrazioniinEuropadiLiviaElisaOrtensi » 83

3. GliaspettinormatividiEnnioCodini » 101

4. GliorientamentieuropeidiAlessiaDiPascale

»

111

Parteseconda–Areediattenzione » 127

5. IllavorodiLauraZanfrini » 129

6. LascuoladiMariagraziaSantagati » 151

7. LasalutediNicolaPasinieVeronicaMerotta » 171

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8.Atteggiamenti e orientamenti degli italiani neiconfrontidegliimmigratidiGiovanniGiulioValtolina pag. 185

Parteterza–Europaeimmigrazione » 197

9. L’immigrazionealcentro: leelezionidel2018 inItaliadiNicolaPasinieMartaRegalia » 199

10. La crisi del sistema europeo di asilo e il nuovoGovernoitalianodiPierreGeorgesVanWolleghem » 213

11. Brexiteimmigrazione:ildibattito,iflussi,lepoli‐tichediNicolaMontagna » 227

12. L’Unioneeuropeael’AfricadiLucaMerotta

»

243

Partequarta–Approfondimenti » 259

13. Icorridoiumanitari

diMaurizioAmbrosini » 26114. Minori stranierinonaccompagnati.La transizio‐

neallamaggioreetàdiNicolettaPavesi » 273

15. LatrasformazionedelleappartenenzereligioseafrontedellemigrazioniinternazionalidiPaolaBarachettieGiovanniGiulioValtolina » 283

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SEZIONE I

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Italia, Europa e questione migratoria VincenzoCesareo

1.Alcunimitidasfatare

Èindubbioche,nelcorsodel2018,l’immigrazioneèassurtaaunadel‐le questioni principali dell’Unione e dei singoli paesi costitutivi di essa.Ciòèdimostratoanchedagliampispaziriservatiaquestotemadaimedia,inparticolareitaliani,edallacrescenteattenzionedell’opinionepubblica.

GiànelprecedenteRapportoISMUquestoargomentoèstatoanalizza‐toprendendoinparticolareconsiderazionelecampagneelettoralisvolte‐si in Europa nel 2017, che nei diversi contesti territoriali hanno vistopremiareleforzepolitichecontrarieallemigrazionieinvecepenalizzarequellepiùomenoaperturiste.Tali risultati sonostati ampiamentecon‐fermatinelleelezionisvoltesiil4marzo2018inItalia.Sullemigrazionisièprogressivamenteaccentuataunaconflittualitàchehacoinvoltolastes‐saUnioneeuropea,laqualenonriesceaelaborareunastrategiacondivi‐sa, come è apparso del tutto evidente nel Consiglio del 28‐29 giugno2018,suscitandononpochepreoccupazioniperlostessoproseguimentodelprocessodicostruzionediunapiùforteintegrazionetraipaesimem‐bri.Daunapartesiregistraungenericoaccordodiprincipionelconside‐rare le immigrazioni un fenomeno che va affrontato necessariamente alivello europeo, dall’altra le modalità per affrontarlo divergono sostan‐zialmentefinoadivenireinconciliabili.

LacriticitàdelfattoremigratoriosièpalesementemanifestataalivellopoliticoinGermaniarischiandodimettereincrisiilGovernosubitodopol’esitodelConsiglioeuropeodifinegiugno2018,crisicheèstatascongiu‐ratadopoaverraggiuntoun faticosoe fragilecompromesso tra ipartitidella grande coalizione. Tali aspetti saranno oggetto di una particolareattenzionenell’ambitodelpresenteRapporto.Peroraèsignificativocon‐statare che l’elevata rilevanza assegnata allemigrazioni, nonché la lorodrammatizzazione e strumentalizzazione, si registra in un anno in cui iflussimigratori verso l’Europa sono drasticamente diminuiti e, comun‐

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que,ilnostrovecchiocontinentenoncostituisceilprincipaleapprododeimigranti.AtalriguardoilRapportoGlobalTrends,pubblicatodall’Agenziadelle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR, 2018), evidenzia che a fine2017erano68,5milionilepersonecostretteallafuga,nuovorecordperilquinto anno consecutivo. Nel totale dei 68.5milioni sono inclusi anche25.4 milioni di rifugiati che hanno lasciato il proprio paese a causa diguerre e persecuzioni, 2,9 milioni in più rispetto al 2016: è l’aumentomaggioreregistratodall’UNHCRinunsoloanno.

SecondoilmedesimoRapporto,sonostateinparticolaredeterminantilacrisinellaRepubblicaDemocraticadelCongo,laguerrainSudSudanelafugainBangladeshdicentinaiadimigliaiadirifugiatirohingyaprove‐nienti dalMyanmar. Ulteriore dato significativo che emerge riguarda ilfattochelepersonecostretteallafuganelmondosonoprevalentementegiovani:nel53%deicasisitrattainfattidiminori,moltideiqualinonac‐compagnatioseparatidallelorofamiglie.Lamaggioranzadicostoro,pariall’85%,èapprodatainpaesi inviadisviluppo,alcunideiqualipartico‐larmentepoveri.Quattrorifugiatisucinque“sifermano”inpaesilimitrofialloro.IlprincipaleStatoospitantealmondo,interminiassoluti,rima‐nelaTurchia(3,5milionidirifugiati,perlopiùsiriani),mentreinLibanoèpresenteilpiùelevatonumerodirifugiatiinrapportoallasuapopola‐zione,anche inquestocasosi trattadi rifugiati siriani.Gli stranieri le‐galmentepresentinell’Unioneeuropea(cifracheincludelesecondege‐nerazioninonnaturalizzatemaescludedal computocolorochehannoacquisito la cittadinanzadelpaese in cui risiedono) sonoquasi39mi‐lioni(38.726.400;7,6%dellapopolazione;+4,5%rispettoal2016)(Eu‐rostat,2018).

Interminiprospetticic’èquindiragionediprevederecheledinamichediquestiflussipotrannoavereunimpattosignificativoanchesottoilpro‐filoculturale,inparticolarereligioso(cfr.cap.15).

Loscenarioplanetariomostraquindicontuttaevidenzachel’Europa,benchésiasenzadubbiosignificativamenteinteressatadaiflussimigrato‐ri,noncostituiscealmenoperorailprincipaleapprododimigrantiepro‐fughi,comespessoerroneamentesisostiene.Ciònontogliechetaleque‐stione sia rilevante e problematica nell’agenda europea anche alla lucedelleprospettivedellamobilitàumanaprevistenelprossimofuturo.Bastipensare che, in base a una ricerca Gallup (2017), più di 700milioni dipersonevorrebbetrasferirsistabilmenteinunpaesediversodalloroat‐tuale, oltre 160milioni dei quali in uno Stato dell’Unione europea, chequindirisultaparticolarmenteattrattiva.

Come ben noto, la mobilità ha da sempre contraddistinto la storiadell’umanitàproprioperchél’umanitàèsemprestataincammino.Ciòhapermessochetralediversepopolazionisipotesseverificarespessopro‐prioquelrilevante“scambiomigratorio”,che,asuavolta,haimpeditola

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formazione delle razze all’interno della specie umana, a differenza diquantosièverificatoinaltrespecie.Inparticolarelosviluppodellescien‐zebiologichehadefinitivamenteevidenziatochenonèinfattiascrivibileagliesseriumaniilconcettodirazza,chenelpassatovenivaerroneamen‐teattribuitosullabasediaspettiesterioridellepersone,cioèalorospeci‐ficiconnotatifisici.Unfondamentalecontributoperconfutarequestatesiè costituito dagli esiti delle ricerche del genetista Luigi Luca Cavalli‐Sforza(mancatoil31agosto2018),perilqualenonècorrettoapplicareilconcettodirazzafacendoriferimentoagruppidipersone.Alcontrariodiciòchesipuòriscontrareinaltrespecie,èquindisoprattuttolacultura,enonlabiologia,aprodurrelenotevolidifferenzechesiriscontranotralediversepopolazioniumaneeaconsentireaquesteultimediadattarsiaidifferenticontestiambientali,nonchéadaffrontareimutamentiverifica‐tisinelcorsodeltempo.

Unaltro falsomitoda sfatare riguarda il fatto cheapartiredalla se‐condametàdelsecoloscorso,aseguitodell’intensificarsideiprocessidiglobalizzazione,lamobilitàumanaèsignificativamenteaumentataalivel‐loplanetario e costituisceormai un fenomeno che si riscontra in tutti icontinenti,seppureconcaratteristichediverse.Inparticolare,adifferen‐za di quanto comunemente si ritiene, sono i paesi a reddito pro‐capitemedio‐basso(dapocopiùdi1.000a12.600dollari)aessereparticolar‐menteattivinell’emigrazionedeipropricittadini:58%dei232milionidiimmigrati complessivi al mondo, mentre nei paesi a basso reddito (damenodi 1.000dollari) tale percentuale raggiunge appena il 15% (Pew,2013).Daquestidatisideducechelepartenzenonavvengonoprevalen‐tementedaiterritoripiùpoveridelpianeta,proprioperchéleloropopo‐lazioni nondispongonodelle risorsenecessarie perpoter affrontareunviaggioimpegnativoecostoso.UnaconfermadiquestatendenzasievincedaunpiùrecentestudiodelCenterforGlobalDevelopmentdiWashing‐ton, chemette in evidenza come i paesi con9‐10.000dollari di redditopro capite all’anno presentano un numero di emigrati triplo rispetto aipaesiconunredditoinferioreai2.000dollari.

L’analisideiflussimigratorichehannointeressatol’Italiavienesvoltanelcapitolo1diquestoRapporto,acuisirimanda.Peroracisi limitaasegnalaredueaspetti:laforteerapidacrescitadell’immigrazioneeledi‐namichedeirecentimovimentimigratori.Ilprimoevidenziache,incircatrent’anni,nel2018gli stranierihannoraggiuntooltre6milionidipre‐senze(dicuiISMUstimagliirregolarisiano533mila).

Ilsecondoaspettoriguardalamobilitàumana, inmeritoallaqualesirilevachenelcorsodel2017sonostateoltre343.000lepersoneiscritteall’anagrafegiuntedaunpaeseestero,dicuicirca300.000stranierimen‐tregliitalianirientratinelnostropaese,dopounperiododipermanenzaall’estero,sonostatioltredi42.000(più4.000rispettoal2016).Hanno

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invecelasciatol’Italia155.000persone,40.000stranierie115.000italia‐ni,unterzodeiqualicostituitodaindividuidietàcompresatra25e39anni, in prevalenza laureati (ISTAT Bilancio Demografico Nazionale2017).

Passando inmodo specifico al fenomeno degli arrivi non autorizzatinel corso del 2018, il primato degli arrivi di immigrati è però passatodall’ItaliaallaSpagna,incuisonogiuntioltre45.000personedal1°gen‐naioal7ottobre(dicui40.000viamaree5milaviaterra),mentreinIta‐lianellostessoperiodosonosbarcati21.000migranti–unnumeroinfe‐rioreancheaquellocheriguardalaGrecia(24.000).Nonostanteilconsi‐derevole calo degli sbarchi di migranti sulle coste europee nel corsodell’ultimobiennioeladiminuzionedeidecessiinmareinnumeroasso‐luto,èaumentato il tassodimortalità.L’UNHCR, l’AgenziadelleNazioniUniteperirifugiati,hainfattiespressoinpiùoccasionilapreoccupazioneperl’aumentodeltassodimortalitàdiquest’anno.Oltre1.700rifugiatiemigrantihannopersolavitaneltentativodiattraversareilMediterraneodall’inizio dell’anno al 10 ottobre 2018 – di cui 1.267 sulla rotta Libia‐Italia–cioè21personeognimillesbarcati,mentreiltassodimortalitàèstatodi18ognimillenel2017.2.Leparolechiavedell’immigrazione

Anche alla lucedella crescente rilevanzadella tematicamigratoria, èopportuno ribadire la mission di Fondazione ISMU, che consistenell’elaborazioneenelladiffusionediunacorrettaconoscenzaeculturadellemigrazioni. Sulla scorta dei nostri valori‐guida, che richiamano lacentralitàdellapersonanellostudiodeifenomenisociali,equindianchedellemigrazioni,eafrontedelcrescenteepreoccupantedeltatraperce‐zioneerealtàdell’immigrazione(cfr.par.3.6ecap.8),èopportunoripor‐tare l’attenzione innanzitutto al linguaggio che si utilizza nel dibattitopubblico.Mai come negli ultimi anni, infatti, esso è stato dominato daltemadell’immigrazione,spessodiscussoepresentato inmodosemplici‐sticoedistorto,outilizzatoinmodostrumentaleedivisivo,conilrisulta‐todicrearedisinformazioneedipolarizzarel’opinionepubblica.Proprioillinguaggiodeveesserequindimessoalcentrodeglisforzidichi,comeFondazione ISMU, è impegnata a contribuire al dibattito pubblico, for‐nendoinformazioniematerialeperlariflessione,basatisuun’attivitàdiricercarigorosaeimparziale.

Atalescopoèutilefocalizzarel’attenzionesualcuneparole‐chiave:siatermini “noti”, dal significato consolidato o ancora oggetto di dibattito,chevengonoevocati conmaggioreominor frequenza (nonsenzaambi‐guitàemalintesi),siaterminicheindicanoconcetti“emergenti”iquali,a

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nostroavviso, richiedonounosforzodi chiarimento.L’intenzione infattinonèquelladisvolgereunmeroeserciziocompilativo,maunapprofon‐dimentochericonducaallaresponsabilitàdiunacorrettacomunicazionein una materia tanto delicata come l’immigrazione. Se è vero che assi‐stiamoaunfenomenodicrescente“normalizzazione”dellaviolenzaver‐bale,conregistrilinguistici,tonielessicosemprepiùoffensivi(quantosidesigna con l’espressione hate speech), ciò appare ancora più evidenteproprio nel caso del tema dell’immigrazione, facilmente sfruttabile perrisvegliare bassi istinti e scatenarepaure irrazionali. Paure la cui diffu‐sioneè favorita inmodoparticolaredaunascarsaconoscenzadel feno‐meno,lacuiindubbiacomplessità,neisuoimolteplicirisvoltianchepro‐blematici, rischia anche comprensibilmente di sfuggire a gran partedell’opinionepubblica.2.1Rifugiato,richiedenteasilo,profugo,migranteeconomicoemigrante

forzato

Benché si tratti di categorie che divengono “etichette” presenti ognigiorno nei titoli di giornali e telegiornali, si verifica spesso che questiterminivenganoutilizzatiinmodoinappropriatoointerscambiabile,conlaconseguenzadigeneraremoltaconfusione.Èinvecefondamentalesa‐perdistinguerequestecategorieedesignareconilnomecorrettoleper‐sonecuiqueste si riferiscono.Di seguitoproponiamoalcunedefinizioniche intendonorispondereacriteridi semplicitàenello stesso tempodichiarezza.a)Rifugiato:terminechesiapplicaesclusivamenteairichiedentipro‐

tezionechehannoottenutolostatusappuntodirifugiato,cheèlaformadiprotezioneinternazionalepiùtutelante.Ladefinizionedi“rifugiato”sibasasull’articolo1dellaConvenzionediGinevrasuirifugiatidel1951esiriferisceessenzialmenteachièvittimadipersecuzioneperisuoiorien‐tamenticulturali,politici,sessualioperlesuecaratteristiche.b)Richiedenteasilo(espressionecheindicailrichiedenteprotezionein‐

ternazionale): cittadini non comunitari che hanno presentato una do‐mandadiprotezioneinternazionaleinmeritoallaqualenonèstataanco‐raadottataunadecisionedefinitivadapartedegliorganicompetenti.Per“protezioneinternazionale”siintendeunatraleseguentiformediprote‐zione previste all’interno dell’ordinamento italiano: status di rifugiato,protezione sussidiaria– che riguardaessenzialmente chi è vittimadellaguerra(traStatiocivile)–,permessopermotiviumanitari.c)Beneficiaridiprotezioneinternazionale:coloroiqualihannoottenu‐

tounaqualsiasidelleformediprotezionedicuialpuntoprecedente.

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Vaevidenziatal’inadeguatezzadeltermine“profugo”,concettoconfu‐soedai contornivaghi, chenonchiariscese lapersonadesignatacometaleabbiagiàottenutoopotrebbeottenereprotezioneinvirtùdeldirittodiasilo.Datalacomplessitàdellacomposizionedeiflussiversol’Europa,descrivereimigranticomeungenericoeindifferenziatoinsiemedi“pro‐fughi”apparealtamentefuorviante.d)Migranteeconomicoemigrante forzato.Alleprecedentidistinzioni

vaaggiuntaquellatramigrazioneeconomicaemigrazioneforzata,cheèoggettodidiscussione.Ataleriguardooccorreprecisareche“migrazioneforzata”nonèunanozionegiuridica,sebbenepossaessereutilmenteuti‐lizzataperdescriverelacondizionedichiècostrettoaspostarsidalpro‐priopaeseper causedi forzamaggiore. Il diritto – tantoquello italianoquantoquelloeuropeoeinternazionale–nonutilizzalaformulaesoprat‐tuttononprevedeinalcunmodounadisciplinaperla“migrazioneforza‐ta”.Conriferimentoaquestanozioneèperòpossibileindividuareunfe‐nomenorilevanteperildiritto,quellodei“richiedentiasilo”,appenacita‐ti.Colterminedi“migrazioneforzata”sifariferimentoatutticolorochemigranoperché“costretti”damolteplicifattori,dallecrisiambientaliallaguerra.Conlanozionedi“richiedentiasilo”ciriferiamoapersone“giusti‐ficate” inquantocostretteda fattorichepossiamodefinire insenso latopoliticiepiùspecificamente(semplificandounpoco)dallapersecuzionedapartedelpotereodallaguerra(traStatiocivile).Quindisolounapar‐tedeimigranti forzatisi trovanel tipodisituazioneascrivibiliairichie‐dentiasilo.C’èchiproponediestendereletuteleprevisteperirichieden‐tiasiloancheaglialtrimigranti forzati,masesiconsiderano letensionisussistentiinmeritoairichiedentiasilocisirendecontodelfattocheog‐ginonsembranoessercilecondizioniperunataleestensione.

Comegiàprecisato,irichiedentiasilosonoprotettidaldiritto:daquel‐lointernazionale,daquelloeuropeoedaquelloitaliano.Piùprecisamen‐te, laConvenzionediGinevraprevede la figuradel “rifugiato”–ossiadichièperseguitatodalpotere–etuteladiconseguenzachichiedeilrico‐noscimentoditalestatus;ildirittoeuropeo,creandol’istitutodella“pro‐tezionesussidiaria”,haestesolostessotipodiprotezioneancheachi lachiedefacendoriferimentoaunasituazionediguerranelpaesediprove‐nienza.DiconseguenzainEuropaabbiamolafiguradel“richiedentepro‐tezione”chepuòpresentarsicomevittimadipersecuzioneodellaguerraecheètutelatoinquantotale.Beninteso,ilrichiedenteprotezione,dettoancherichiedenteasilo,ètutelatocometalefinoaunadecisionedefiniti‐va dell’autorità sul suo caso, dopo di che la sua posizione dipendedall’esito della domanda ed è possibile che egli a quel punto si trovi asoggiornareinunpaesesenzaavernetitolo.Cosìindividuatalafiguradelrichiedenteasilo,emergechiaramentechesitrattadipersoneconunatu‐telaspeciale,diversadaquelladeglialtrimigranti.

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Pertanto,sottoilprofilosquisitamentegiudico,ècorrettodistinguereimigrantinelleseguenticategorie:

‐ richiedentiasilo;‐ migrantieconomiciregolari;‐ migrantiregolaritaliperricongiungimentofamiliare;‐ altrimigranti inposizioneregolare(sitrattadicasiparticolarico‐

mequellodeimotividistudio);‐ migrantiinposizioneirregolare.

Vaprecisatochetalesuddivisionenonsibasasullerealiintenzionidel

migrante,bensìsulladisciplinadicuieglibeneficiaovorrebbebeneficia‐re.Unmigrantepuòessereinteressatoalavorarema,sechiedeasilo,perildirittoèunrichiedenteasiloese, invece,chiededientrareperricon‐giungimentofamiliareehairelativirequisiti,alloraentraperricongiun‐gimento.Acomplicareilquadroè il fattochementreilmigranteecono‐micoregolareètaleperchéhadeterminatirequisitisostanziali,ilrichie‐denteasiloètutelato(èmigranteregolare)per ilsolo fattodiaverpre‐sentatodomandaappuntod’asilo.UnulterioreelementodicomplessitàèrappresentatodalfattocheattualmenteinItaliaeingeneraleinEuropaèdifficilissimoimmigrarecomemigranteeconomicoregolare,perchéladi‐sciplina relativa a quest’ultimo è molto restrittiva. Di conseguenza, chivuoleimmigrarepermotivieconomicise,comeènellapiùpartedeicasi,nonhairequisitiperentrareatitolodiricongiungimentofamiliareoperaltreipotesiparticolari,puòesseretentatodipresentarsicomerichieden‐teasilocosìdabeneficiaredellarelativatutela.

Vainoltreosservatochelespecificazionidiprotezioneinternazionalenonsonodefiniteinmodoprecisoenonsarebbenemmenopossibilefar‐lo.Adesempio:situtelachifuggedallaguerra,compresalaguerracivile,maquale livellodiviolenzapoliticaall’internodiunoStatoènecessarioperché si possa parlare di guerra civile? È chiaro che la disciplina è al‐quantoindeterminata.

Di conseguenza, i flussi di richiedenti asilo risultano spessomisti. Sitrattacioèdipersonechesonospessovittimedipersecuzioniodiguerre,o al contrario sono dei migranti economici che si presentano come ri‐chiedentiasilosoloperavereuncanaledi ingressoinEuropae,nonra‐ramente,sicollocanoinun’areagrigia.

Atalriguardoèimpossibiledisporredipercentualiprecise.Concaute‐la si può prendere come riferimento le domande accolte in Italia dallecompetentiCommissioni.Sequesteultime,comeèavvenutorecentemen‐te,riconosconounqualchetipodiprotezionenel40%deicasiesaminati,èipotizzabilecheilrestante60%deirichiedentiasilosianodifattonellagrandemaggioranzadeimigrantieconomici.

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Anchesottoquestoprofilooccorreprocedereconcautelainquanto:1)lepronuncedelleCommissioni,datiitempid’attesa,siriferisconoaper‐sonearrivatealmenoseimesisenonunannoprima,mentrelasituazioneneipaesid’originecambiadicontinuo,percuièproblematicoconsidera‐requeidaticomeattuali;2) lepronuncedelleCommissioni,quandoim‐pugnate,vengono“bocciate”daitribunaliincircail50%deicasi,sicché,purcalcolandoche le impugnazioniriguardanoper lopiù i casidubbi, inonmeritevolidellostatusdirifugiatoodellaprotezionesussidiariasonomenodiquantorisultasesiconsideranosololepronuncedelleCommis‐sioni;3)inognicaso,c’èl’areagrigiasopramessainevidenzachedeter‐minachenonpochidinieghisianocomunqueopinabili.

Tutti questi elementi inducono a ritenere che non sia irragionevoleipotizzareche,deiflussideirichiedentiasilo‒all’incircalametà‒siaco‐stituitadapersonechefuggonodallapersecuzioneedallaguerrael’altrametàsiacostituitainvecedamigrantieconomici.

Seladistinzionetramigrazioniforzateedeconomichesembrainecce‐pibilesulpianoteorico, lesituazioniconcretemettonoperò inevidenzacometaledistinzionespessononsiaapplicabileanonpochicasiconcreti.Atalriguardo,comegiàsièaccennato,sicreauna“zonagrigia”disitua‐zionichepuòindurreadadottarecriteripiùomenorestrittivinellavalu‐tazionedelledomanded’asilo.2.2Multiculturalismoeinterculturalismo:significaticonsolidatimaancora

problematici

Come abbiamo avutomodo di ricordare anche nelle precedenti edi‐zioni delRapporto ISMU, “multiculturalismo” e “interculturalismo” rap‐presentanoduediversimodidiconcepirelagestionedelledifferenzeet‐niche e culturali in società rese plurali sia dall’esistenza di minoranze“autoctone”, siadall’arrivo edal successivo radicarsi dimigranti prove‐nientidaareegeograficheeculturalidiversedaquelledellasocietàdiac‐coglienza. Benché siano state avanzate diverse concettualizzazioni di“multiculturalismo”(Cesareo,2002),èpossibiledescriverlocomeunapo‐liticachericonosceledifferenzeculturalie levalorizza,assegnandounaseriedidiritti“culturali”ai“gruppi”portatoriditalidifferenze.Ilrischiomaggioreditaleimpostazioneèquello,anostroavviso,difarprevalereil“gruppo”sull’“individuo”,concependolasocietàcomecompostadagrup‐pi(lamaggioranza,leminoranzeetniche,igruppinazionalideimigranti)separatie inscarsocontattotradi loro,econun’eccessivatolleranzadipratiche culturali potenzialmente lesive dei diritti umani universali innomedelrispettodelledifferenze.Acostodi fornireunadescrizioneunpo’ forzata, vi è ragione di ritenere che l’opzione delmulticulturalismo

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sembriinadeguatoaraggiugerel’obiettivodiunapacificaconvivenzain‐teretnica.Alcontrario,l’approcciointerculturaleallagestionedellediffe‐renze può risultare più efficace, in considerazione di una serie di trattichelocaratterizzano.Inprimoluogo,taleapproccioèpiùportatoarico‐noscerecheledifferenzenonsonoentitàfisseeimmutabili,maevolvononeltempoesonofruttodicostruzionesociale;insecondoluogo,mettealcentro,nellapropria ideadiconvivenza, il contattoe ildialogo(Zapata‐Barrero, 2017), secondo l’ipotesi (Allport, 1954) che il contatto riducastereotipiepregiudiziefavoriscalamutuacomprensione;interzoluogo,privilegiaciòcheaccomuna,piuttostocheciòcherendediversi;infine,ecomeconseguenzadi tutti i punti sopra citati, ritiene che l’integrazionesiauncompitocheriguardatutti icittadini,enonsolo leminoranzeo imigranti.Inaltreparole,siamotuttiegualmentechiamatiall’incontroealla conoscenza dell’altro: così facendo scopriremo i (molti) punti incomuneconl’altro,avremomenodiffidenza,ericonosceremocheledif‐ferenzeculturalinonsonounimperativonéundatodinaturaimmuta‐bile,masitrasformanoneltempo,ancheesoprattuttoinvirtùdelcon‐tattoedelloscambio. Intalmodol’interculturalismoapparerealistica‐menteattuabilecomeprogramma,soprattuttoalivellolocale.Èquiin‐fatti che, proprio per questi suoi tratti distintivi, si gioca la partitadell’integrazione, nel concreto dell’esperienza quotidiana, con politichepragmatichealivellourbanoediquartierevolteafavorireilcontattoeloscambioearidurrestereotipiepregiudizi(numerosisonogliesempidipolitichediquestotipomesseincampodamoltecittàeuropee1).2.3Integrazione:unterminefondamentale,maancoradibattuto

Benché venga impiegato quotidianamente, il termine “integrazione”nonrisultaancorascevrodaconnotazioniideologicheoesentedamalin‐tesi.Comeabbiamosopraricordato,inlineaconunapprocciointercultu‐raleallagestionedelledifferenze,riteniamochel’integrazionesiaunpro‐cesso bidirezionale, che chiama in causa allo stesso modo non solo gliimmigrati,maancheglistessicittadinidelpaesericevente–interminididirittieinterminididoveri.Questomettealriparononsolodallederiveassimilazionistiche–chefannoricaderetuttol’oneredell’integrazioneso‐losullespalledeimigranti,ignorandonesenoncancellandonelespecifi‐citàculturalidicuisonoportatori–maanchedaquellemulticulturalisti‐che, che possano portare i “gruppi” a isolarsi tra di loro, in virtù di unmodellocheponetroppapocaenfasisulcontattoesulloscambio.Come

 1 Si vedano i casi riportati dalla ricerca KING – Knowledge for INtegration Governance(www.king.ismu.org)condottadaFondazioneISMU. 

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sosteniamodatempo,l’integrazioneèunprocesso,maancheunobiettivodaperseguireecostruireneltempo,chedevevederel’apportodituttelecomponentidellasocietànellostessomodo.Questosignificariconoscerechel’integrazioneèforsesolounatappaall’internodiunpiùampiocorsoditrasformazionedellenostresocietà,resesemprepiùcomplesse,diver‐sificate e interdipendenti a causa dei profondimutamenti generati nonsolodallemigrazioniavvenutenell’ultimosecolo,maindottianchedaunaserieditrende“novità”dirompenti,connessiaquantogenericamentesidesigna col termine di “globalizzazione” (basti pensare allemodalità dicomunicazioneoall’interconnessionedifenomenidiversisuscalagloba‐le).Talitrasformazioni,tuttavia,devonogarantirecomunqueipilastrideidiritti umani e della democrazia con riferimento al tema specifico deiprocessi di integrazione. Ciò comporta di porre al centro l’immigrato(l’altro)consideratocomepersona.Inlineaconl’opzioneantropologicadifondo fatta propria da Fondazione ISMU, l’immigrato viene considera‐tononcomemero individuoastrattoe fungibile,maappuntocomeper‐sonaconlasuaintrinsecadignità,unicità,concretezza,cultura,dinamici‐tà,storiaerelazionalità.2.4Illessicodellapoliticaattuale:iconcettiemergentidinativismo,sovra‐

nismoeautoritarismo

PartitipoliticicomeilFrontNationalinFrancia,ilPartitodellaLibertàAustriaco, lo Ukip nel Regno Unito, l’Alternativa per la Germania (AfD)negli ultimi anni si sono imposti quali attori di primo piano all’internodello scenario politico europeo. Questi soggetti, all’interno delle analisiscientifiche come nel dibattito mediatico, sono tendenzialmente circo‐scritti entro una specifica famigliapartitica, quelladelle cosiddette “de‐streradicalipopuliste”(radicalrightpopulistparties–RRPP).Ladefini‐zionedi“radicale”alpostodi“estrema”,comespecificanotraglialtriPie‐roIgnazi(2000)eCasMudde(2007),èstatautileaglianalistipolitici,so‐prattuttodaglianniNovantainpoi,perdistinguerelevarieformegrup‐puscolaridelladestraneo‐fascista, totalmenteoppostealsistemademo‐craticoe spessoviolente,daquelle formazionipolitiche–generalmenteappartenentiall’areadidestradellospettropolitico‐integrateneidiversisistemidemocraticimaincontrastocondiversiaspettideiprincipirap‐presentativiecostituzionali.Unaseriedielementiaccomunatalipartitiemovimenti,iquali,alnettodelledifferenzesiainternesialegateaipecu‐liarisistemipoliticiesociali,presentanosimiliconcezionidellasocietàesimili“narrazioni”. Inparticolare,sulpianodelladimensioneculturaleesocio‐economicasirileva:

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i)ilnativismo‒intesocomequell’ideologiapolitica“[che]sostienechegli Stati debbano essere abitati esclusivamente dai membri del grupponativo(ovverola“nazione”)echeglielementiestranei(sialepersonesiale idee) siano nocivi per l’integrità della comunità nazionale (Mudde,2007:19)”.Taleprincipioideologicopossiede,comesievincefacilmente,un chiaro elemento di esclusione, in quanto propugna l’idea chel’ambiente sociale e culturale della comunità debba essere liberata daelementialieni,visticomeunaminacciaallavitanazionale.Tuttaviailna‐tivismovadistintodalrazzismoinsensostretto,poichésequest’ultimovertesuunesclusivismoeunagerarchizzazioneditipoprettamenteetni‐co,ilprimosibasapiùfrequentementesuunadiscriminante“differenzia‐lista”di tipoculturaleereligioso.Piuttostochecon il tradizionalerazzi‐smo“novecentesco” infatti, ilnativismoèpiùvicinoalcosiddetto“etno‐pluralismo differenzialista”, una dottrina filosofica e politica elaboratadallaNuovaDestra francesetra la finedeglianniSessantaeglianniOt‐tanta (Taguieff, 2003) nella quale il principio di supremazia razziale,chiaramenteassociatoall’ereditàfascistaèsostituitodaquellodella“dif‐ferenziazione”voltaapreservare i gruppietnoculturalidalla lorospari‐zione.Ciòtrovaapplicazioniconcretedalpuntodivistaprogrammatico.Adesempio, inambitoeconomico,declinazionedelnativismoè ilcosid‐dettowelfarechauvinism, chepromuoveunmodellosociale incui ladi‐stribuzionedellerisorseeconomichevedegruppiprivilegiati (inativi)egruppi discriminati (i non nativi) sulla base dell’argomento per cui gliimmigrati“pesano”sulloStatoassistenzialeappesantendoletasseacari‐codeilavoratoriautoctoni.DaquestopuntodivistasipuòconsiderarelosciovinismodelloStatosocialeunprodotto(derivatoesecondario)diunprincipio di matrice culturale e ideologica. Un secondo effetto diretta‐mentecollegabileall’ideologianativista,èquellodelrifiutodella“societàmulticulturale”,associatoalcosmopolitismoliberaleeconsideratofontediognidisfunzionedelcorposociale.Ledestreradicalipopulistesipre‐sentano in genere come i difensori della tradizione giudaico‐cristiana,messa a repentaglio secondo loro dalla duplice minaccia dell’ideologia“globalista” (di cui il multiculturalismo è il primo prodotto) edell’islamizzazione. Gran parte di questi partiti, sia nei loro statuti, sianellaloroazioneeretoricapolitica,esplicitanosenzaequivocichelacul‐turanazionaleeilmododiviveretradizionaledevonoessereprotettidainfluenzeesterneedestabilizzanti.

ii) Ilsovranismo‒conessosi intendequella tendenza ideologicachenascedall’opposizioneaiprocessidierosionedella sovranitàdegliStatinazionaliealla“transnazionalizzazione”dellestruttureeconomiche,poli‐ticheesocialideterminatasiconlaglobalizzazione.Sulpianodell’azioneedellaretoricapolitica,l’ideologiasovranistadifendeilritornoalla“sovra‐nitàdelpopolo”,ilqualedeveriaffermarelasuavolontàel’effettivitàdei