Ventilazione protettiva in sala operatoria Un’ulteriore ...

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© Drägerwerk AG & Co. KGaA 1 È indiscusso che l’anestesia generale sia un trattamento medico del tutto sicuro in quanto il controllo del processo è piuttosto avanzato. D’altro canto, la complessità delle procedure è in costante aumento. Di seguito viene riportata una diversa riflessione sugli aspetti che potrebbero ostacolare la conseguente implementazione della ventilazione protettiva in sala operatoria. Ventilazione protettiva in sala operatoria Un’ulteriore riflessione sulle difficoltà associate all’implementazione della ventilazione protettiva

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È indiscusso che l’anestesia generale sia un trattamento medico del tutto sicuro in quanto il controllo del processo è piuttosto avanzato. D’altro canto, la complessità delle procedure è in costante aumento. Di seguito viene riportata una diversa riflessione sugli aspetti che potrebbero ostacolare la conseguente implementazione della ventilazione protettiva in sala operatoria.

Ventilazione protettiva in sala operatoria

Un’ulteriore riflessione sulle difficoltà associate all’implementazione della ventilazione protettiva

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Un'ulteriore riflessione sulle difficoltà associate all'implementazione della ventilazione protettiva

Da un’analisi della letteratura disponibile si evince che sono già state effettuate numerose ricerche in relazione alla distrazione dell’anestesista. Uno studio osservazionale ha evidenziato che sono stati osservati, in media, 34 eventi di distrazione in casi con una durata media di 103 minuti. Tra le fonti di distrazione figuravano, in particolare, gli altri anestesisti, il personale infermieristico in sala operatoria, i visitatori e il chirurgo. Tuttavia, gli eventi con il più elevato livello di distrazione che richiedevano immediata attenzione erano correlati alle apparecchiature in sala operatoria (allarmi, rumori) e agli altri anestesisti. La diffusione delle distrazioni nelle varie fasi dell’anestesia presenta le medesime caratteristiche. Un altro studio ha rilevato che un evento di distrazione aveva luogo ogni 4 minuti e 23 secondi, con maggiore frequenza nei casi di emergenza, con un evento ogni 2 minuti2. Nel primo studio sopra menzionato, circa 8 eventi di distrazione per caso sono stati valutati e considerati dannosi per l’assistenza ai pazienti1. Il secondo studio ha dimostrato che il 22% di tutti gli eventi di distrazione osservati aveva un effetto negativo2.

Si è osservato inoltre che, durante interventi anestetici importanti, gli eventi di distrazione avevano luogo con una certa frequenza, con circa 2 eventi per caso. Il ruolo del rumore di fondo generale in sala operatoria rappresenta un punto controverso. Il rumore di fondo generale in sala operatoria è stato associato al deterioramento dell’efficienza mentale e della memoria a breve termine. Tuttavia, esaminando la natura delle diverse attività, il rumore non sempre ha un effetto negativo. Le attività meno complesse possono essere eseguite in maniera più efficace anche in presenza di un aumento, fino a un certo punto, dei livelli di stimoli esterni (conversazioni, rumore e musica), ma le attività più impegnative possono essere compromesse dallo stesso livello di stimoli esterni1.

Suggerimento: per ulteriori informazioni tecniche, consultare il nostro e-book “technology insights”.

La nostra prospettiva e molto altroAnalogamente alla somministrazione dell’anestesia generale, anche l’applicazione della ventilazione protettiva deve essere considerata, dalla nostra prospettiva, un’attività impegnativa che richiede vigilanza e attento monitoraggio di tutti i parametri che possono essere compromessi dagli eventi di distrazione descritti nella sezione precedente. Questa riflessione può essere sottolineata dalle incidenze riportate. In un caso in Germania, un anestesista ha dimenticato di attivare il dispositivo per anestesia mentre il paziente era intubato. Tra le motivazioni riportate figuravano la distrazione e il livello del rumore ambientale in sala operatoria3. In un altro caso, l’anestesista ha dimenticato di riavviare la ventilazione dopo averla deliberatamente sospesa in corso di chirurgia cardiaca. Tra gli altri motivi riportati: numerose distrazioni4.

L’acceso dibattito attualmente in corso sulla ventilazione protettiva polmonare in sala operatoria pone particolare enfasi sull’importanza di questo argomento e solleva la questione su come attuare l’implementazione nella routine clinica quotidiana. Esaminando le altre procedure, come il riscaldamento attivo dei pazienti in sala operatoria, esistono chiare evidenze in merito e persino le linee guida richiedono misure pertinenti. Tuttavia, l’implementazione nella routine clinica quotidiana sembra essere ostacolata per diverse ragioni. Attendiamo con impazienza i risultati di uno studio di coorte prospettico osservazionale multicentrico di livello internazionale che mira ad approfondire la ricerca nell’ambito delle pratiche di ventilazione meccanica attuali durante l’anestesia generale per ottenere dati significativi sul grado di implementazione della ventilazione protettiva in sala operatoria8. Tuttavia, in futuro, il personale clinico potrebbe avere la necessità di tener conto di una serie crescente di linee guida e procedure standardizzate nell’ambito della relativa routine clinica al fine di soddisfare il cosiddetto standard terapeutico. Questo requisito si applica specificamente all’argomento, alquanto complesso, della ventilazione in sala operatoria.

ComplessitàL’ambiente di lavoro degli anestesisti in sala operatoria è molto complesso e sommerso da un’ampia gamma di informazioni e necessità di multitasking. Nell’ultimo decennio si è assistito a un sostanziale incremento del numero di attività che gli anestesisti devono eseguire quotidianamente e, per questa ragione, sono costantemente chiamati a operare in multitasking in condizioni complesse. In un articolo, Thomas M. Hemmerling ha definito l’anestesista come il pilota della biosfera fisiologica della moderna medicina d’emergenza7.

Quando le riflessioni sopra riportate si combinano con i concetti di distrazione e carico di lavoro mentale a cui gli anestesisti sono esposti, è senz’altro immaginabile l’impatto potenzialmente negativo sull’assistenza ai pazienti.

DistrazioneLe distrazioni sono considerate un fattore determinante nell’insorgenza di errori associati al settore sanitario in un’ampia gamma di incidenti che coinvolgono l’anestesista1. Una somministrazione sicura dell’anestesia richiede vigilanza, partizione del tempo tra più attività e capacità di prendere rapidamente decisioni e intraprendere le azioni appropriate6. È ormai ben noto in altri settori, come l’aviazione, che la distrazione aumenta il rischio di errore. Nell’ambito dell’anestesia, la distrazione è stata chiamata in causa nello sviluppo di incidenze critiche2. Un altro aspetto potrebbe rendere l’intera questione alquanto delicata.

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I summenzionati eventi possono senz’altro essere attribuiti, pur se non esclusivamente, alla disattenzione dell’anestesista o ad altri comportamenti inadeguati. In realtà, tali eventi possono essere il risultato di quei fattori considerati, come illustrato nella sezione precedente, determinanti nell’insorgenza dell’errore umano: ambiente di lavoro complesso, sovraccarico di informazioni, costante multitasking e distrazioni frequenti. Un altro aspetto che è stato esaminato ma non si è ancora dimostrato inequivocabilmente che rappresenti un fattore determinante nell’insorgenza dell’errore umano nell’ambito dell’anestesiologia è il carico di lavoro mentale5. Numerose ricerche sono state effettuate in relazione ai metodi di misurazione del carico di lavoro

mentale ed è auspicabile proseguire con ulteriori approfondimenti5. Tuttavia, questa discussione richiama l’attenzione del settore dei dispositivi medicali sulla necessità di progettare dispositivi in grado di ridurre il sovraccarico delle informazioni, utilizzabili in modo intuitivo e capaci di assistere nelle attività che possono essere effettuate nel rispetto delle regole basate sulle evidenze. I sistemi di assistenza che prendono in carico la gestione di tali attività, pur lasciando all’anestesista la capacità di “guidare il gioco”, agevolando la conformità allo standard terapeutico, liberando le risorse cognitive dell’anestesista e riducendo i potenziali effetti negativi delle distrazioni in sala operatoria, potrebbero contribuire a ridurre il rischio di errore e acquisire maggiore rilevanza.

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Ulteriori informazioni sul nostro sito Web– Ulteriori informazioni sulla ventilazione protettiva in fase di risveglio/emergenza– Ulteriori informazioni sulla ventilazione protettiva in fase di manutenzione– Ulteriori informazioni sulla ventilazione protettiva in fase di induzione– Panoramica sulla ventilazione protettiva

1 Jothiraj H, Howland-Harris J, Evley R, Moppett IK. Distractions and the anaesthetist: a qualitative study of context and direction of distraction. Br J Anaesth. 2013

Sep;111(3):477-82. Link

2 Campbell G1, Arfanis K, Smith AF. Distraction and interruption in anaesthetic practice. Br J Anaesth. 2012 Nov;109(5):707-15. Link

3 CIRSmedical / CIRS AINS, Case No. 28440; URL: https://www.cirsmedical.ch/AINS/m_files/cirs.php?seitennr=cpFBeri; visualizzato il 14.05.2016

4 CIRSmedical / CIRS AINS, Case No. 110537; URL: https://www.cirsmedical.ch/AINS/m_files/cirs.php?seitennr=cpFBeri; visualizzato il 14.05.2016

5 Byrne AJ1, Murphy A, McIntyre O, Tweed N. The relationship between experience and mental workload in anaesthetic practice: an observational study. Anaesthesia. 2013

Dec;68(12):1266-72. Link

6 Weinger MB, Slagle J. Human factors research in anesthesia patient safety. Proc AMIA Symp. 2001:756-60. Link

7 Hemmerling TM. Automated anesthesia. Curr Opin Anaesthesiol. 2009 Dec;22(6):757-63. Link

8 Hemmes SN, de Abreu MG, Pelosi P, et al. ESA Clinical Trials Network 2012: LAS VEGAS--Local Assessment of Ventilatory Management during General Anaesthesia for Surgery

and its effects on Postoperative Pulmonary Complications: a prospective, observational, international, multicentre cohort study. Eur J Anaesthesiol. 2013 May;30(5):205-7. Link

BIBLIOGRAFIA: