Venerdì 24 - Sabato 25 aprile 2015 9 Benessere SPECIALE

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ALLERGIE E REAZIONIAVVERSE AL CIBO

Attualmente ci è consentito conoscereanche gli elementi presenti in traccianell’alimento. In tal modo l’acquirenteè messo nelle condizioni di sapereesattamente cosa mangia eda cosa è contaminato il prodotto.E può, così, evitare di assumerlo

a nostra attuale alimentazione può esse-re definita come la migliore che si possadesiderare di avere poiché, grazie alla

sicurezza dei processi produttivi, siamo in gra-do di raggiungere un’elevata qualità che va tut-ta a vantaggio della nostra salute. Nei secoli pre-cedenti, se i prodotti non erano ben conservati,accadevano molto spesso fenomeni di tossinfe-zioni alimentari.Oggi tali rischi sono davvero ridotti al minimo,ma restano alti quando, ad esempio, si decide direalizzare in casa le conserve che non hanno ri-cevuto l’adeguato trattamento di sterilizzazio-ne o di conservazione. Molti malesseri sembra-no essere senza una specifica causa e si parla direazioni avverse ai cibi che si esplicano con fe-nomeni allergici. Se si vanno ad analizzare i dati,infatti, si scopre che spesso tali inspiegabili rea-zioni allergiche che sembrano essere scatenatedall’assunzione di un determinato cibo sono, inrealtà, dovuti a fattori esterni ed estranei al pro-dotto in sè, cioè sono causati da additivi o daresidui di altro cibo presenti nella catena di pro-duzione e che provocano il rilascio di istamina,motivo scatenante l’allergia. La comunità euro-pea ha realizzato un Decreto (UE 1169/2011) cheè entrato in vigore dal dicembre del 2014 e cheobbliga i produttori ad evidenziare, in etichetta,la lista completa degli alimenti.L’allergia alimentare è definita come una rea-zione immunologica avversa al cibo e si esplicain maniera spesso aspecifica e diversa da sog-getto a soggetto. Una volta che si stabilisce lasua causa alimentare, con specifici tests aller-goligici (PRICK, RAST e PATCH) da eseguiresolo presso medici allergologi, il passo successi-vo è l’esclusione dell’alimento dalla dieta perso-

LLa nostra alimentazione,oggi, senza ombradi dubbio può essereconsiderata tra le migliori.Gran parte del meritova attribuito alla sicurezzadei processi produttiviche contribuisconoa salvaguardare, inmaniera determinante,la salute di ciascunindividuo

nale, che però deve essere studiata e bilanciataper compensare la perdita di nutrienti. Capita,anche, che non sia l’alimento ad essere causadella malattia, ma siano invece gli elementi ad-dizionati per la conservazione dello stesso. Sitratta di elementi chimici che servono per la sta-bilizzazione del prodotto nel tempo la cui pre-senza, anche minima, non è riportata in etichet-ta. Oggi, perciò, è possibile conoscere anche glielementi presenti in traccia nell’alimento pro-dotto, cosi che l’acquirente possa sapere esatta-mente cosa mangia e da cosa il prodotto è conta-minato. E può, in tal modo, evitare di assumer-lo. Le allergie quando si manifestano non sonodipendenti dalla dose: infatti si possono scate-nare anche per la presenza minima dell’elemen-to scatenante l’allergia. Per legge sono 14 gli ali-menti che, se presenti, devono essere riportatiin etichetta: il glutine, i crostacei, i molluschi, ilpesce, le uova, le arachidi, i semi di soia, i semidi sesamo, il lupino, la frutta a guscio, la sena-pe, il latte (lattosio e proteine), il diossido di zol-fo e i solfiti. In tutti i casi, dal momento che nonè possibile stabilire la quantità minima neces-saria a scatenare la reazione allergica, è beneconoscere esattamente non solo gli ingredienti,ma anche gli eventuali contaminanti o additivi.E questo è, ora, obbligatorio per tutti. Obbligo,valido per gli operatori del settore alimentare eche comprende anche i ristoranti che devono as-sicurare al cliente, la garanzia che ogni piattopreparato sia esente da potenziali contaminan-ti allergenici che, se presenti, devono essere ri-portati sul menu.

Martino MartellottaBiologo nutrizionista

Presidente A.BI.Sa.

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antichissima, anche se in molti non lo san-no. È una vera scienza praticata tra l’al-tro, oramai, in ben cinquanta Paesi.

Conosciuta fin dal V secolo, è stata reintrodottanel XIX secolo dal medico e chimico tedesco Sa-muel Hahnemann. Ed al contrario di quanto so-stengono alcuni detrattori che, è risaputo, con-siderano gli eventuali risultati ottenuti con lasua applicazione effetto “placebo” - o ancor peg-gio, effetto della fiducia riposta nel terapeuta - èprovato da più parti che riesca a dare delle ri-sposte laddove, in definitiva, finiscono col falli-re alcuni rimedi propri della medicina tradizio-nale.Non è difficile da credere nella sua efficacia: èsufficiente pensare che al di là degli esempi con-creti, un’idea difficilmente dura per così tantotempo se non ne sia stata dimostrata l’efficacia.Viene spontaneo - dunque - chiedersi cosa, in con-creto, sia in grado di curare l’omeopata.Partiamo dal principio che sostiene questa scien-za per la quale l’uomo, in vita, possiede una for-za vitale, una sorta di energia che si espandeper tutto il suo organismo. Che abbraccia corpoe mente. Armonizza, tra loro, le funzioni fisiolo-giche ed i suoi sensi. E che se in equilibrio, pro-tegge ciascun individuo dai fattori patogeniesterni. L’omeopata, dunque, così come da defi-nizione, “interviene in via preventiva ed effica-ce sull’alterazione di questo equilibrio”.Prima della malattia, per essere ulteriormentechiari, l’omeopata cura il malato.Riconosce, cioè, le caratteristiche individuali direazione del paziente e su queste - non sui sin-tomi comuni della patologia - imposta la sua scel-ta terapeutica.Si prefigge, per essere chiari, l’obiettivo ultimo direstituirgli una salute più duratura, riequilibran-do i sistemi biologici di omeostasi, rinforzando lesue difese, liberandolo dalla “schiavitù” dal far-maco (cosa che, purtroppo, spesso accade quandosi fa un uso ed un abuso dei medicinali tradizio-nali). Previene, ancor prima di curare.L’elenco della patologie che attraverso di essapossono essere contrastate, è piuttosto vasto:l’omeopatia risulta efficace sia nei casi di ma-lattia organica che funzionale, acuta o cronica.Basta... crederci.

L’OMEOPATIA:ANTICA SCIENZAConosciuta fin dal V secolo, è stata reintrodotta nel XIXsecolo dal medico e chimico tedesco Samuel Hahnemann

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Nata come una medicina fondata sulla ricerca, da duecentoanni ad oggi si è sviluppata attraverso diverse pubblicazioniautonome, congressi propri, sperimentazioni sull’uomosano e riviste. Ed è applicata in ben cinquanta Paesi

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QUANDO LASALUTE ARRIVADALLE PIANTELa fitoterapiaè considerataun rimedioalternativo allatradizionalemedicina

L’etimologia della parola chederiva dal greco “phyton”(pianta) e “therapeia” (cura)spiega il perchè le piantemedicinali, anticamente,fossero utilizzate percombattere le malattie

eriva dal greco e vuol dire “colore”: ci riferiamo alla cromote-rapia, termine con il quale vengono indicati una serie di trat-tamenti che utilizzano i colori per curare diversi disturbi.

Le sue radici le fonda nei tempi antichi, quando Egizi, Romani eGreci praticavano l’elioterapia (esposizione alla luce solare diret-ta) ed utilizzavano i colori derivati da minerali, pietre e cristallicome veri e propri trattamenti.Nei tempi più moderni - ma non troppo - si deve ad Edwin Babitted al suo volume “The principle of light and color” (era il 1878)portare alla conoscenza di tutti gli effetti della cromoterapia sul-l’individuo. E non a caso diciotto anni dopo, nel 1896, il daneseNiels R.Finsen, premio Nobel per la Fisiologia, fondò un istituto diluce per la cura della tubercolosi. Attualmente ai colori è ricono-sciuta totalmente la capacità di influire, positivamente, sul nostroumore. A tal punto che in quasi tutti i centri di benessere e spa sonoprevisti percorsi specifici. Per non parlare, poi, nel settore dell’ar-redamento, dell’attenzione posta al colore delle pareti. Soprattuttoquelle della camera da letto: ricordate che i colori più tenui e deli-cati rilassano, le tinte decise hanno un effetto più eccitante.

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BENESSEREMOLTO MEGLIOSE A... COLORIHa origini antiche ed è in grado di condizionareil nostro umore e i sensi: è la cromoterapia

Il suo influire in modopositivo sull’individuoha portato centribenessere e spa a crearepercorsi specifici basatiproprio sulle diversesfumature dei colori

alla cromoterapiaalla fitoterapia: peralcuni solo rimedi al

ternativi alle forme di me-dicina tradizionale. Per al-tri, soprattutto nel secondocaso, la prima forma di me-dicina utilizzata dall’uomo.Lo conferma l’etimologiadella parola stessa: derivadal greco “phyton” (pianta)e “therapeia” (cura). Findall’antichità, infatti, sia gliuomini che gli animali han-no cercato, nelle piantemedicinali, il rimedio amolti disturbi e malattie: illoro uso terapeutico è, infat-ti, conosciuto e citato sin neigeroglifici dell’antico Egitto. Se ne trovano cenni anche nei testi dicultura orientale risalenti ad oltre 5000 anni fa. E ai nostri giornisono arrivate acquisendo sempre più importanza e passando attra-verso i Greci ed i Romani. Tra fitoterapia e farmacologia moderna,tra l’altro, non c’è grande differenza, anche se non tutte le indica-zioni terapeutiche della prima sono state confermate dalla ricercafarmacologica. Ecco, nel dettaglio, le principali differenze: se lametodologia di somministrazione risulta simile diversa, invece, èla sostanza che si utilizza. La molecola che costituisce il principiospecifico di un farmaco - che sia isolata da una pianta o sintetizzatain laboratorio - agisce sempre su un recettore cellulare specifico. Ilcostante risultato che si ottiene dalla sua somministrazione ad unpaziente non è privo, però, di effetti collaterali dovuti alla tossicitàche, inevitabilmente, ogni farmaco possiede.

Se vi sentite contratti e poco elastici, la ginnastica posturalefa per voi: è, infatti, il rimedio più efficace consigliatoa chi desidera migliorare la propria salute, scoprirele posture scorrette e gli errati atteggiamenti muscolari

apevate che esiste la baby ginnastica?Un’attività riservata ai bambini in tene-rissima età, perché imparino a coordina-

re i propri movimenti e possano essere più con-sapevoli del proprio corpo? Forse no.Si scrive psicomotricità e si legge formazione esviluppo di abilità motorie di base in tenera età,attraverso il movimento ed il divertimento congli altri bambini.I più piccoli hanno una naturale predisposizio-ne al movimento ed al contatto: con la ginna-stica adatta, si indirizza al meglio questa pre-disposizione.Se eseguita correttamente, infatti, fornisce labase per un naturale ed armonioso sviluppo fi-sico, potenziando la forza e la flessibilità dellearticolazioni e dei muscoli.I bambini conserveranno così, anche in età adul-ta, un più consapevole atteggiamento corporeo.La ginnastica per i più piccoli insegna che è pos-sibile costruire, sin dalla più tenera età, postu-re corrette e movimenti coordinati.Attraverso gli esercizi i più piccoli sviluppano imuscoli ed aumentano la loro mobilità, miglio-rano la coordinazione in generale e diventanopiù socievoli, perché gli esercizi vengono svoltiin compagnia di coetanei e, perché no, anchedelle mamme.Imitando il comportamento animale, gli atleti“in erba” saltano, ondeggiano, corrono, a volteaccompagnati dalla musica. Durante le attività,è garantita la massima sicurezza e la comple-tezza d’espressione. E si sviluppano, tra l’altro,anche il controllo del corpo e del linguaggio.La crescita psico-fisica, dunque, è garantitacome anche un processo evolutivo naturale, ar-monico ed equilibrato. Non ne siete convinti?Provate, allora, ad assistere ad una lezione diginnastica per piccolissimi. Ne resterete affa-scinati.

SBAMBINI E SPORTBINOMIO PERFETTOIn molti non sanno che esiste la “baby ginnastica” riservataai piccolissimi per aiutarli a conoscere il proprio corpo

ssere anziani non è una buona ragione pernon muoversi più. Al contrario, la cosiddetta terza età dovrebbe essere un periodo della vita

durante il quale si ha più tempo per dedicarsi a sestessi. Perché non scegliere di far muovere il propriocorpo nel modo giusto?Esistono delle ottime pratiche “sportive” consigliatea chi ha raggiunto una certa età, per promuovere laconservazione dell’autonomia motoria e migliorareanche la partecipazione attiva alla vita sociale.La ginnastica dolce posturale è un esempio concretodi attività fisica adatta a tutti, in particolar modoagli anziani. Propone adeguati movimenti di allun-gamento e ammorbidimento delle catene muscolaried è in grado di alleviare fastidiosissimi dolori, scio-gliere rigidità muscolari ed articolari tipici dell’etàpiù adulta. Rispetta, tra l’altro, la fisiologia del cor-po umano ed è adatta alle persone di tutte le età:consente di liberare, per così dire, il corpo, spesso co-stretto a vivere in spazi urbani ostili e soffocanti.Questo genere di attività è consigliato anche a chidesidera migliorare la propria salute, scoprire le po-sture scorrette e gli errati atteggiamenti muscolari.Leggeri e senza sforzi eccessivi, lenti e fluidi, sono imovimenti che la contraddistinguono. Ma prevede,comunque, esercizi di riscaldamento, stiramento, al-lungamento e stretching.I benefici che quest’attività regala sono notevoli: siritorna in forma e si riscopre il valore del corpo dalquale dipende la nostra autonomia.Se vi sentite contratti e poco elastici, dunque, è que-sta l’attività che fa per voi. L’attività in grado di de-contrarre le aree di tensione e ridonare ai muscolil’elasticità perduta.Si riesce ad ammorbidire ogni parte del corpo attra-verso la mobilizzazione delle articolazioni; i movimen-ti fatti durante le lezioni, possono essere eseguiti an-che con l’ausilio di piccoli attrezzi.Siete sempre decisi a voler rimanere lontani dallepalestre?

GINNASTICA: SE ÈDOLCE SI PUÒ FAREEssere anziani non significa lasciarsi sopraffare dalla insanapigrizia. Al contrario ci si può dedicare di più a se stessi

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Attraverso una serie di esercizi mirati, gli atleti “in erba”sviluppano i muscoli ed aumentano, in maniera considerevolee gradualmente, la loro mobilità. E, ancor più, diventanopiù socievoli grazie alle aggreganti lezioni di gruppo

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ondente o al latte. Sogno proibito di mol-ti golosi o alimento addirittura terapeu-tico: l’uno e l’altro, a dire il vero.

Secondo uno studio americano datato 2011, ilcacao è in grado di far perdere peso più dellacorsa. Toglie la spiacevole ed irresistibile vogliadi mangiare e combatte, di conseguenza, il ri-schio di obesità. Difficile da credere.In effetti, simili affermazioni suonano più comeuna giustificazione da parte di chi non riesce,davvero, a far fronte alla tentazione di tuffarsisu una vaschetta di gelato al cioccolato.Qualcosa di buono c’è, ma deve sempre rientra-re nell’ambito di uno stile di vita salutare.Come si legge in tutti i siti dedicati all’argo-mento, è inopinabile la presenza di flavonoli nelcacao.Sostanze, quest’ultime, dalle proprietà ipoten-sive favorite dalla loro azione sulla biodisponi-bilità dell’ossido nitrico, potente vasodilatato-re. E che sembra abbiano, inoltre, un effetto po-sitivo sull’aggregazione piastrinica, sull’infiam-mazione, sull’endotelio vascolare oltre ad un ef-fetto antitrombotico.In sinergia con le Catechine e le Epicatechinedella grande famiglia dei Polifenoli, poi, si dicesiano una sorta di manna per la salute del cuo-re. Almeno, così pare.Diversi studi hanno dimostrato che nei consu-matori di cioccolato, si rileva una riduzione del19% del pericolo di ictus. Meno 29% secondo lametanalisi del British Medical Journal (2011).Non solo: la “dolce” polverina agisce positiva-mente, sia pure in modo parziale, sui grassi delsangue: ovvero, riduce il colesterolo cattivo(LdL), ma non agisce in modo significativo perquello buono (HdL) e per i trigliceridi.Recentemente, lo scorso anno per esattezza, Nu-trition ha pubblicato i risultati eclatanti del-l’Helena CSS (Healthy Lifestyle in Europe byNutrition in Adolescence Cross-Sectional Stu-dy), uno studio condotto su 1458 adolescentieuropei di età compresa tra i 12 ed i 17 anninella cui conclusione si afferma come un altoconsumo di cioccolato sia collegato ad un fisicopiù magro, tanto nel grasso generale, quantonel grasso addominale, al netto di fattori con-fondenti come l’attività fisica.

CIOCCOLATA...CHE PASSIONENon solo delizia il palato di tutti, ma svolge anche un’attivitàpositiva sui grassi del sangue e protegge dal pericolo di ictus

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Secondo uno studio americano condotto lo scorso annosu un campione di 1458 ragazzi di età compresa fra i 12ed i 17 anni, l’alto consumo di cacao è collegato ad un fisicopiù magro al netto di fattori diversi come l’attività sportiva

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