VECCHI Flash e NUOVE fotocamere digitali....come, quando e perchè???

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VECCHI FLASH E NUOVE FOTOCAMERE Dopo varie e circostanziate ricerche sull’uso dei vecchi flash con le attuali fotocamere digitali e non avendo trovato in giro alcun approfondimento sull’argomento salvo specifici topic di club vari italiani e stranieri, sono arrivato alla conclusione che possa essere utile, soprattutto in questi momenti di crisi, avere un articoletto che riassuma tutto quello che conosco sull’uso di vecchi flash, questo per comodità mia e di chi, spesso, chiede delucidazioni in merito. Nel susseguirsi del discorso userò spesso allo stesso modo il termine “tensione di trigger” o “corrente di trigger” senza però fare la giusta distinzione che l’elettrotecnica ci da fra tensione e corrente, questo per il semplice fatto che in rete i due termini sono spesso usato come sinonimi. Allo stesso modo quando parlo di “diminuire la potenza di un flash” non mi riferisco al termine, sempre facente capo all’elettrotecnica, di “potenza” come risultato fra tensione e corrente ma al termine comunemente usato per indicare la riduzione della potenza del lampo, riduzione che avviene non con metodologia elettrotecnica ma semplicemente riducendo il tempo di emissione del lampo stesso. 1.0 Premessa 1.1 La corrente di trigger dei flash Prima dell’avvento delle fotocamere digitali, parliamo quindi di fotocamere analogiche, la potenza dell’impulso che comandava il flash, detto anche corrente di trigger non aveva particolari limitazioni, variava da pochi volt a diverse centinaia di volt ma questi voltaggi non rappresentavano un problema per la fotocamera. Le attuali fotocamere digitali, tutta elettronica, purtroppo sono molto più sensibili al voltaggio della corrente di trigger, Nikon parla di max 250 volt, Canon, addirittura, di 6 volt (anche se molto probabilmente si tratta di un valore precauzionale). A questi indirizzi si trova un vasto database della corrente di trigger di molti vecchi flash http://www.botzilla.com/photo/strobeVolts.html http://www.plainpix.com/zuendspannungs.php 1.2 La corrente di trigger dei trigger ottici e radio Anche i trigger attualmente sul mercato non sono particolarmente diversi dalle fotocamere, anch’essi sono soggetti a corrente di trigger ed il voltaggio di tale corrente deve essere compreso entro certi limiti per non danneggiare i circuiti. In linea di max si parla di 12 volt per cui montare un vecchio flash su un trigger recente, sia esso ottico che radio, potrebbe quindi non essere salutare per il trigger. 1.3 Accessori per la riduzione della corrente di trigger Per alcuni vecchi modelli prestigiosi, tipo i vecchi flash a torcia, che hanno corrente di trigger anche di 500 volt, quanto detto precedentemente potrebbe sembrare un funerale, in realtà qualcosa si può fare, esistono in commercio riduttori di tensione e trigger che reggono correnti sino a 400 volt.

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flash e camera

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VECCHI FLASH E NUOVE FOTOCAMERE

Dopo varie e circostanziate ricerche sull’uso dei vecchi flash con le attuali fotocamere digitali e non

avendo trovato in giro alcun approfondimento sull’argomento salvo specifici topic di club vari

italiani e stranieri, sono arrivato alla conclusione che possa essere utile, soprattutto in questi

momenti di crisi, avere un articoletto che riassuma tutto quello che conosco sull’uso di vecchi flash,

questo per comodità mia e di chi, spesso, chiede delucidazioni in merito.

Nel susseguirsi del discorso userò spesso allo stesso modo il termine “tensione di trigger”

o “corrente di trigger” senza però fare la giusta distinzione che l’elettrotecnica ci da fra

tensione e corrente, questo per il semplice fatto che in rete i due termini sono spesso usato

come sinonimi. Allo stesso modo quando parlo di “diminuire la potenza di un flash” non mi

riferisco al termine, sempre facente capo all’elettrotecnica, di “potenza” come risultato fra

tensione e corrente ma al termine comunemente usato per indicare la riduzione della

potenza del lampo, riduzione che avviene non con metodologia elettrotecnica ma

semplicemente riducendo il tempo di emissione del lampo stesso.

1.0 Premessa

1.1 La corrente di trigger dei flash

Prima dell’avvento delle fotocamere digitali, parliamo quindi di fotocamere analogiche,

la potenza dell’impulso che comandava il flash, detto anche corrente di trigger non

aveva particolari limitazioni, variava da pochi volt a diverse centinaia di volt ma questi

voltaggi non rappresentavano un problema per la fotocamera. Le attuali fotocamere

digitali, tutta elettronica, purtroppo sono molto più sensibili al voltaggio della corrente di

trigger, Nikon parla di max 250 volt, Canon, addirittura, di 6 volt (anche se molto

probabilmente si tratta di un valore precauzionale).

A questi indirizzi si trova un vasto database della corrente di trigger di molti vecchi flash

http://www.botzilla.com/photo/strobeVolts.html

http://www.plainpix.com/zuendspannungs.php

1.2 La corrente di trigger dei trigger ottici e radio

Anche i trigger attualmente sul mercato non sono particolarmente diversi dalle

fotocamere, anch’essi sono soggetti a corrente di trigger ed il voltaggio di tale corrente

deve essere compreso entro certi limiti per non danneggiare i circuiti. In linea di max si

parla di 12 volt per cui montare un vecchio flash su un trigger recente, sia esso ottico

che radio, potrebbe quindi non essere salutare per il trigger.

1.3 Accessori per la riduzione della corrente di trigger

Per alcuni vecchi modelli prestigiosi, tipo i vecchi flash a torcia, che hanno corrente di

trigger anche di 500 volt, quanto detto precedentemente potrebbe sembrare un

funerale, in realtà qualcosa si può fare, esistono in commercio riduttori di tensione e

trigger che reggono correnti sino a 400 volt.

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Per quanto riguarda i modelli di trigger non ho fatto alcuna citazione ma per questi

particolari e spesso unici accessori devo fare dei riferimenti specifici. In particolare

citerei

Wein Safe-Sync Hot Shoe to Hot Shoe High Voltage Sync Regulator (SSHSHS), in rete

a circa 50 €.

Per quanto riguarda i trigger i Cactus V4 e V5 supportano una tensione sino a 300 volt,

potrebbero esservene altri in commercio ma non ne sono al corrente.

Cactus V5

Si trovano inoltre in rete schemi per autocostruirsi un riduttore, questo è un esempio

Avevo trovato in rete anche una ditta Americana che costruiva dei cavetti PC con

inserito in riduttore di tensione ma non riesco a ritrovarla, ricordate, per inciso, che

taluni in rete affermano che collegare allo fotocamera il flash con un cavetto PC

sostituisce il riduttore di tensione, NON E’ VERO, sono tutte balle !!!!

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1.4 Misurazione della corrente di trigger (nel caso il flash non fosse nel database

botzilla.com o plainpix.com)

Partiamo dal presupposto che il piede del flash dispone di contatti elettrici, tali contatti

possono essere 2 o più

Piede con più contatti Piede con 2 contatti

Se osservate bene la foto di sinistra noterete che a prima vista è presente un solo

contatto, in realtà il 2° contatto in entrambi i piedi è sul lato della slitta nascosto entro

essa.

Il discorso è diverso se parliamo di piede del flash in metallo (improbabile nei vecchi

flash) in cui tutto la base metallica sostituisce il vecchio contatto laterale

Passiamo ora alle modalità di misurazione della corrente di trigger. Il contatto laterale

si nota meglio nella foto successiva.

- come prima cosa occorre ricaricare il condensatore (spesso i vecchi flash sono rimasti

a lungo nei cassetti) facendo emettere una 20 di lampi in successione.

- prendere il voltimetro digitale, settandolo per la max sensibilità, e posizionare sul

punto centrale il contatto positivo + (rosso) e sul laterale (nascosto dalla slitta) il

contatto negativo – (nero), è importante verificare la polarità del flash con il polo positivo

+ al centro ed il negativo – sul lato. Qualora il polo positivo fosse sul lato il flash non è

utilizzabile perché con polarità invertite.

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- a questo punto effettuate la lettura del voltaggio, rifate la lettura durante il lampo

(schiacciando il pulsante Test del flash) per verificare se vi sono variazioni notevoli del

voltaggio durante il lampo.

2.0 Tipi di vecchi flash che comunemente si trovano attualmente.

Non starò qui a fare un elenco di Marche e modelli flash, faro solo una piccolissima distinzione

- flash da posizionare sulla fotocamera (qui modelli con la testa inclinabile sono detti anche flash

tipo cobra

- flash a torcia

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Flash a torcia Flash tipo cobra

In linea di massima questi vecchi flash potevano essere ulteriormente distinti in

- flash manuali > la potenza dal lampo di regolava manualmente sul flash in frazioni di

potenza

- flash automatici > la potenza veniva regolata automaticamente dal flash (allora non si

parlava di TTL) tramite un sensore, tali tipi di flash venivano denominati “Thyrisistor”

i sensori individuati in alcuni modelli

Tralasciando i flash manuali, il discorso si sposta ore verso gli automatismi di un flash

“Thyristor”, automatismi tuttora di una certa validità come dimostra la presenza di tale

funzione sui vari Nikon SB 700/800/900 ecc. e su recenti Nissin Di688. (Canon non dispone

di questa funzione neanche sul modello top e così credo anche le altre marche più note.

I flash Automatici normalmente disponevano anche del modo Manuale ma alcuni modelli

non potevano essere settati in manuale se non alla max potenza.

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Più avanti spiegherò come ridurre la potenza di un flash a valori inferiori rispetto a quelli

previsti o dove non è possibile ridurre la potenza del lampo.

3.0 Utilizzo di un flash Automatico con le moderne fotocamere digitali

I tipi di vecchi flash Automatici son numerosissimi, cercherò, in questo paragrafo, di esaminare

i modelli più significativi affinché chi ne possiede uno possa sfruttare al max le sue possibilità

non avendo più a disposizione, con molta probabilità, il manuale d’uso.

Premetto che la sensibilità della pellicola/sensore ha diverse sigle

- DIN vecchia denominazione dea sensibilità delle pellicole

- ASA denominazione più comune della sensibilità

- ISO denominazione attuale della sensibilità, tenete conto che ai fini pratici ASA = DIN

Preciso che il valore degli ISO è impostato da noi in funzione delle necessità dello scatto e

della luce della scena.

Di molti vecchi flash è possibile scaricare il manuale d’uso originale su questo sito

http://www.butkus.org/chinon/index.html

su questo sito si trovano anche vecchi manuali di fotocamere, ecc.

Passiamo ad alcuni esempi

Flash manuale in cui si setta il diaframma in funzione degli ISO/DIN

In questo caso si lavora sulla linea orizzontale e poi su quella verticale, sulla orizzontale alta

individuiamo il valore ISO impostato sulla fotocamera, sulla verticale di dx individuiamo la

distanza flash/soggetto. Nel caso in esame a 100 ASA (ISO) , la colonna verticale evidenziata

in rosso ci fornisce tutte le aperture possibili, sempre nel caso in esame il soggetto si trova a 3

mt. per cui sulla fotocamera si dovrà impostare un f. 5,6 per avere un esposizione corretta. Nel

caso di voglia compensare l’esposizione flash sarà sufficiente usare f. 8 per sottoespore di uno

stop o f. 4 per sovresporre di uno stop.

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Il tasto Test serve per provare il lampo , normalmente questo tasto trasparente si illumina per

segnalare flash pronto.

Flash Auto e Manuale

In questo caso le cose cominciano a complicarsi, il flash è sia Auto che Manuale

Sul fronte del flash vediamo un cursore che ha 3 posizioni, rossi, blu, M, le regolazioni variano a

seconda che si operi in M (manuale) oppure in giallo/blu (Auto). Questo siginfica he abbiamo due

possibili diaframmi di lavoro in automatico.

- Operando in M (Manuale) credo si debba andare per tentativi, in M credo venga emesso il lampo

a potenza max.

- in Auto, la cosa è molto semplice, si imposta sul davanti (foto sx) il cursore su rosso o blu e poi si

procede in questo modo

- si imposta con nl cursore il valore ASA che è in macchina

- si imposta il valore del diaframma indicato sotto la freccina blu o rossa, le righe orizzontali rossa o

blu indicano i metri del raggi d’azione dell’automatismo, es. a f. 5,8 l’automatismo lavora da 7,0 a

1,2 mt. er tutrto quanto fotografato in tale raggio sarà correttamente esposto.

Per compensare l’esposizione occorre ingannare il flash aprendo o chiudendo di un diaframma per

ogni stop in +/- che vogliamo compensare.

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Questa dovrebbe essere una tabella di un flash Nikon ma non so quale esattamente, Lavorava in

TTL con le vecchie macchine ma non sulle nuove ma mantiene sempre la possibilità di lavorare in

Auto.

Anche qui occorre esaminare le righe verticali e quelle orizzontali.

Orizzontale bianca distanze coperte in auto (sopra in pollici sotto in centimetri), la riga azzurra

verticale sx indica il valore degli ISO, a questo punto incrociando a verticale o l’orizzontale

troviamo il diaframma da impostare. Es. a f. 8,0 (nel riquadro nero) e 100 ISO (riga verticale blu)

corrisponde un automatismo funzionante a 60/70 cm.

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Questa è una classica tabella circolare presente spesso nei flash a torcia. Anche qui, anche se

non ho trovato la foto completa, dovrebbe essere possibile settate la potenza in Auto con un

cursore, in questo abbiamo addirittura la disponibilità di quattro possibili diaframmi che possono

lavorare in automatico.

Il settaggi avviene in questo modo

- imposto ruotando con la manipola il settore circolare sino a posizionarlo sul valore ISO impostato

sulla fotocamera.

- scelgo il valore di diaframma disponibile in Auto (f. 2,8 blu – f. 4,0 verde – f. 5,6 giallo – f. f. 11) e

lo imposto sulla fotocamera (lavorare in M)

- il mio flash lavorerà in auto entro un raggio in metri individuato dagli archi di circonferenza del

colore corrispondente all’apertura scelta.

Il settore circolare centrale serve per l’uso del flash in manuale, si nota infatti la presenza delle

frazioni di lampo (full per lampo piena potenza – ½ - ¼ - 1/8 – 1/16 – 1/32)

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Ancora un flash Auto, in questo caso è possibile scegliere due diaframmi di lavoro in Auto e la

modalità manuale.

In Manuale l’apertura si determina incrociando i valori ISO con la distanza del soggetto

In auto, a seconda del colore rosso o verde prescelto, in corrispondenza agli ISO impostati in

macchina ed alla distanza del soggetto nellle righe orizzontali verde o rossa si leggerà il diaframma

da impostare in macchina per una corretta esposizione.

Adesso un flash più completo, con parabola zoom manuale

Il flash può lavorare in due modalità

- Manuale (regolando la potenza direttamente sul flash) spostando il cursore anteriore su M

- Auto (grazie al sensore Thyrisistor incorporato, il buchino sul davanti sopra all'interruttore A - M)

spostando il cursore anteriore su A.

Andiamo ora sul pannello posteriore,

questa è la sequenza operativa per lavorare in Auto:

- impostare sul flash il valore degli ISO che sono impostati sulla fotocamera (naturalmente il valore

sulla fotocamera lo si imposterà a seconda delle esigenze di luce)

- regolare la parabola del flash in funzione della lunghezza focale della lente montata sulla

fotocamera (28-35-50-85 mm.)

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- impostare sulla fotocamera il diaframma che si legge in corrispondenza del tratto verticale giallo

(il diaframma varia a seconda della lunghezza della parabola impostata)

- verificare che il soggetto si trovi entro una distanza compresa nei valori in metri corrispondenti a

quelli individuati dalla riga gialla orizzontale.

in questo modo e così settato il flash, entro le distanza di copertura, ti espone correttamente,

questa è la sequenza operativa per lavorare in Manuale:

- impostare sul flash il valore ISO della fotocamera

- impostare la parabola in funzione della lunghezza focale della lente

- cercare la distanza dal soggetto in corrispondenza della riga gialla verticale

- impostare il valore dell'apertura che si legge in verticale sopra al valore della distanza del

soggetto.

In questo caso la parabola si regola allungando la testa del flash manualmente, è possibile

impostare 4 focali (28-35-50-85 mm.) e nella finestrella trasparente sula testa del flash (dove si

leggono i valori del diaframma) i valori variano a seconda della lunghezza focale impostata.

Questa volta passiamo ad un Metz,

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Questo flash lavorava in TTL ma tale funzione non credo possa essere usata oggi, restano

comunque la modalità Manuale e quella Automatica, regolabili con il selettore in basso a sx. Qui la

parabola è fissa (credo35 mm.) ma abbiamo 3 possibili diaframmi di lavoro in Automatico.

Anche qui occorre impostare il valore ISO che è presente nella fotocamera (settore di dx in alto

(triangolino nero), avremo ora i diaframmi di lavoro indicati dalle linee colorate verticali (il riscontro

di quella usata si vede nel selettore in basso a sx in corrispondenza della A (gialla) – A (blu) – A

(rossa), nel caso della foto avremo ISO 25 - A gialla – f. 4 – distanza di lavoro (linea gialla

orizzontale) da 0,7 a 4 mt.

In manuale credo si debba procedere per tentativi.

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Abbiamo ora uno Sarblitz

Flash abbastanza sofisticato per l’epoca, era dotato di due flash, quello superiore con parabola

orientabile e quello sul frontale per una luce di riempimento, penso che l’attivazione avvenga sul

frontale per mezzo della slitta con scritto Flash 1-2.

Per quanto riguarda l’esposizione abbiamo i comando A ed M che stanno ad indicare Auto

Thyristor e Manuale e dalla tabella si ricava che sono possibili 3 aperture per l’automatismo (la A

verde in cima alla tabella) f. 2,8-4-8 apertura che corrispondono ad una copertura in automatico

compresa fra 1,5 e 6 mt.

La restante parte della tabella (numeri bianchi) con sopra la scritta M ci permette di determinare in

funzione degli ISO e dei metri di distanza del soggetto quale apertura impostare sulla fotocamera

(es. a 3 mt. con ISO 100 impostare f. 8)

Nela parte superiore della tabella si legge che la stessa è calcolata con posizione dello zoom in S

Nella parte superiore sopra la tabella vi è un pannello con cursore che ci avvisa della variazione

della distanza in funzione dell’inclinazione della parabola probabilmente in funzione dello zoom

(nella foto a 28 mm.)

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Maxwell DT-700 Zoom

Questo flash mi è particolarmente caro in quanto appartiene alla mia dotazione personale, sono

sicuro che lavori a 12 volt come corrente di trigger per cui risulta possibile montarlo tranquillamente

sulla slitta.

Sulla parte anteriore è visibile solo il foro della fotocellula, il discorso cambia osservando il retro.

Questo flash appartiene alla categoria dei flash che possono (per come si potesse dialogare

all’epoca) con diverse fotocamere, nella parte bassa della parte posteriore (vicino al piede) è

presente una slitta con le lettere O-N-M-C-P-S decifrabili in Olympus, Nikon, Minolta-Canon-

Pentax-Varie (?)

Sulla mia Nikon, con il cursore settato esattamente, è possibile vedere il simbolo del flash e se in

carica nel mirino, potrebbero esserci altre possibilità ma non le ho mai testate.

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Abbiano ora (dal basso verso l’alto) una tabella con un cursore che può essere fatto coincidere con

la lettera M o con delle righe orizzontali, una rossa e l’altra blu.

Mettendo in M noi settiamo il flash in manuale e facendo scorrere il cursore al centro della raggera

bianca possiamo regolare la potenza del lampo da 1/1 a 1/64.

Lo stesso cursore serve per settare gli ISO se lavoriamo in automatico Thyristor, si vede infatti il

valore degli ISO che spazia da 32 a 1000 ISO.

Lavorando in automatico avremo (inseriti nelle righe corrispondenti) i diaframmi da impostare, ad

esampio (nella foto) il cursore laterale è impostato su ROSSO, quello centrale su 200 ISO cui

corrisponde un apertura da impostare in macchina pari a f. 8.

Nella parte superiore i classici bottoni di accensione, test, prova.

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Passiamo ora alla parabola, orientabile con rotazione di 90° a sx o dx e inclinabile sino alla

verticale (90°), la parabola è inoltre movibile per impostare lo zoom manuale.

Per avere la copertura in metri dell’automatismo di esposizione occorre impostare anche qui il

valore ISO e nella finestrella si leggerà (sempre per valori compresi all’interno delle righe

orizzontali rossa o blu) la portata in mt o piedi.

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Con questo ultimo flash ho completato una non esaustiva ma sufficiente elencazione di vecchi

flash automatico, no è possibile fare un elenco esaustivo completo ma solo per modelli principali e

spero di esservi riuscito.

Un ultima considerazione, a tutt’oggi risulta in vendita a circa 20 €. un flash cinese solo Auto

Thyristor (senza possibilità di regolazione manuale), lo YINYAN BY-24ZP

http://www.ebay.com/itm/Pro-new-BY-24ZP-Flash-Speedlight-Canon-Nikon-Pentax-Olympus-Panasonic-

DSLR-/281037015547?pt=Digital_Camera_Flashes&hash=item416f1c89fb che, da quello che ho letto,

funziona discretamente, chiaramente con tutti i suoi limiti.

4.0 RIDURRE LA POTENZA DEL LAMPO IN UN LAMPEGGIATORI

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In molti vecchi flash Automatici non risultava possibile regolare la potenza del lampo in

manuale o tale funzione non risultava presente.

Facciamo ora l’esempio del flash che meglio conosco, il Maxwell DT-700 Zoom,

come risulta possibile notare dalle foto la potenza può essere ridotta partendo da 1/1 (max) ad

1/64, in altri modelli è possibile lavorare da 1/1 a 1/32, i più recenti flash arrivano ad 1/128 o, in

rari casi, a 1/256, anche nei recenti flash manuali non sempre il limite del 1/64 non è superato.

Come fare, a questo punto per ridurre ulteriormente l’emissione, semplice, ricorre ai filtri in

gelatina o gel.

Molti conoscono i filtri di correzione della luce per correggere le dominanti che sono presenti

quando si lavora con luce flash e luce artificiale, parliamo dei CTO o filtri arancioni, i verdi, i

blu, poi esistono gelatine colorate per dare una colorazione artificiale allo scatto ad uno sfondo,

ma non tutti conoscono i gel ND, i filtri flash parenti stretti dei filtri ND che montiamo sulla lente

delle nostre fotocamere.

I filtri flash in gel ND esistono e sono in grado di ridurre la luce emessa dal flash di 1/3-1/2-1-2-

3 stop, cioè ci consentono di diminuire il 1/68 portandolo ad 1/128 di potenza lampo e così via.

Naturalmente questi filtri vanno montati davanti alla parabola del flash con appositi portafiltri e

non sono da mettere sulla lente.

Purtroppo in rete è difficile trovare un venditore di tali filtri per cvui, per chi fosse interessato

riporto il link dell’unico fornito che ho trovato dopo lunge ricerche.

http://www.ebay.it/itm/8-pcs-Strobist-Flash-Lighting-GEL-FILTERS-2x5-ROSCO-Neutral-Density-ND-

Power-Mod-/251124147856?pt=Camera_Flash_Accessories&hash=item3a782a6690#ht_1352wt_952

5.0 RELAZIONE NUMERO GUIDA – DIAFRAMMA – DISTANZA SOGGETTO

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Poiché in queste righe si è parlato spesso di apertura del diaframma, ISO, Numero guida (NG),

distanza, non posso esimermi dal fare due considerazioni riguardanti questi parametri e dalla

relazione che esiste fra loro.

La potenza di un flash viene indicata dal valore NG o Numero Guida, espresso per un

determinato valore di ISO e per una focale zoom di riferimento. Normalmente i produttori

indicano come riferimento 100 ISO a focale zoom 35 mm. (ultimamente occorre porre

attenzione in quanto, per alzare apparentemente il NG, la focale di riferimento è spesso quella

alla massima estensione zoom).

La formula fondamentale che viene utilizzata per determinare i valori da impostare sul flash è

la seguente

NG = Distanza * Diaframma

Da cui derivano

NG / Diaframma = Distanza ( flash con NG 40, f. 4 avremo NG 40 / f.4 = 10 mt.)

Oppure

NG / Distanza = Diaframma ( flash con NG 40, soggetto a 8 mt. avremo NG 40 / 7 = f. 5,6 mt.)

Il calcolo, come vedete non è particolarmente difficile ed abbastanza veloce.

Dobbiamo però ora inserire alcune variabili, in particolare, come varia il valore del NG con il

variare degli ISO o, allo stesso modo, come varia, sempre al variare degli ISO il valore del

diaframma.

Variazione del numero guida al variare degli ISO

Ogni incremento di sensibilità ISO il NG va moltiplicato per 1,4. Ad esempio:

a 100 ISO avrò NG 30 x 1.0 = NG reale 30 (riferimento iniziale)

a 200 ISO avrò NG 30 x 1.4 = NG reale 42

a 400 ISO avrò NG 42 x 1.4 = NG reale 59

a 800 ISO avrò NG 59 x 1.4 = NG reale 82

a 1600 ISO avrò NG 82 x 1.4 = NG reale 115

E quindi un flash con NG 30 a 100 ISO può diventare un flash con NG 115 a 1600 ISO

Questa tabella è un altro modo di presentare i valori di moltiplicazione, forse più comodo

ISO 100 200 400 800 1600 3200 ...

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Fattore X 1 1,4 2 2,8 4 5,6 ...

Variazione del diaframma al variare degli ISO

Ogni incremento di sensibilità ISO il valore di diaframma subirà un incremento di 1,4. Ad

esempio:

a 100 ISO f. 5,6 x 1 = 5,6 (riferimento iniziale)

a 200 ISO f/5.6 x 1.4 = f/8

a 400 ISO f/8 x 1.4 = f/11

a 800 ISO f/11 x 1.4 = f/16

a 1600 ISO f/16 x 1.4 = f/22

anche qui può risultare più comoda l’applicazione della tabella precedente.

Soprattutto su quest’ultimo esempio è possibile notare che ad ogni aumento del valore ISO

corrisponde l’incremento di uno STOP infatti, se ci fate caso partendo da f. 5,6 avremo in

successione la scala dei diaframmi

f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64

Questo è facilmente spiegato in quanto ad aumentare del valore degli ISO aumenterà la

sensibilità alla luce recepita dal sensore, che diventa più sensibile, il valore ISO andrà quindi

moltiplicato per la radice quadrata di 2 (pari a circa 1.4), lo stesso identico ragionamento

avviene per il diaframma in quanto i valori in successione sono legati dalla stessa relazione

La sequenza dei valori di numeri f è una progressione geometrica di ragione (circa 1,4)

standardizzata al congresso di Liegi nel1905. che comprende i seguenti valori

f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64

L'intervallo tra i diversi valori del diaframma viene comunemente indicato stop in gergo

fotografico.

Chiaramente, con l’aumentare del valore del NG in funzione della variazione degli ISO e, come

visto, dai diaframmi di lavoro, anche la distanza dal soggetto subirà variazioni, come è

possibile calcolare dalla formula NG / Diaframma = Distanza inserendo i nuovi valori di

diaframmo o ISO variati in funzione dell’aumento del valore ISO

Un ulteriore elemento modificatore dei parametri sino ad ora visti potrebbe essere l’inclinazione

della testa del flash per cui il ragionamento che dovrà essere fatto è deducibile dal disegno che

segue

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Un ultima cosiderazione fa fatte in merito alla possibilità di un flash di avere una parabola zoom

(la parabola regola la sua apertura in funzione della lunghezza focale dell’obiettivo montato

sulla fotocamera. In questo vcaso solo le tabelle allegate al manuale del flash ci potranno dare

la variazione del NG in funzione della lunghezza dello zoom. Non esiste, in realtà una formula

specifica, esistono formule empiriche che sono, peò troppo complesse per poter essere

applicate praticamente.

Questa tabella, tratta un sito americano, vi dice la variazione degli stop in funzione di

modificatori di luce, variazioni ISO, applicazione di filtri in gel

Stops Factor Notes

9,0 22,63

8,0 16,00

7,0 11,31

6,0 8,00

5,0 5,66 ISO3200

4,0 4,00 ISO1600

3,0 2,83 ISO800

2,5 2,45

2,0 2,00 ISO400

1,5 1,73

1,0 1,41 ISO200

2/3 1,29

1/2 1,22

1/3 1,15

0,0 1,00 ISO100

-1/3 0,87 1/2 Gel

-1/5 0,82 Speed grid

-2/3 0,77 Full Gel

-1,0 0,71

-1,5 0,58

-2,0 0,50 Shoot Through

-2,5 0,41 Sto-Fen Filter

-3,0 0,35

-4,0 0,25

-5,0 0,18

-6,0 0,13

-7,0 0,09

-8,0 0,06

-9,0 0,04

purtroppo è un po limitata ma per il momento in rete non ho trovato altro.

Page 20: VECCHI Flash e NUOVE fotocamere digitali....come, quando e perchè???

In molti moderni flash sul monitor posteriore, fra le varie funzioni, ci viene indicato il raggio

della portata in metri in funzione degli ISO e dell’apertura, questo sia in modalità Manuale che

in modalità TTL, una vera comodità !!

Flash Canon in cui è leggibile la portata in metri (0,70-10) Flash Nikon è visibile da portata da 0,6 a 7,5 mt.

6.0 CONSIDERAZIONI FINALI

Dopo aver parlato, forse troppo o troppo poco dell’argomento, vorrei fare un paio di

considerazioni

- Non montate mai, prima delle opportune verifiche, un vecchio flash su una fotocamera

digitale, potreste rovinarla

- Non pensiate che collegare un vecchio flash alla fotocamera digitale tramite cavo PC vi salvi

da un corrente di trigger troppo alta, è una leggenda metropolitana.

- Verificate sempre sul manuale della vostra fotocamera la max corrente di trigger supportata

- Se usate un trigger radio sappiate che, in genere, non regge una corrente di trigger superiore

ai 12 V. nel caso di flash con corrente superiore prevedete già di dover comprare un trigger

tipo i Cactus V4-5 o altro modelli che reggano sino a 500 V.

- Topo tanti NO vi rallegrerà sapere che un flash Auto Thyristor funziona in Auto sia se montato

sulla fotocamera, collegato tramite cavetto PC o in slave radio o ottico. La funzionalità Auto è

indipendente dalla fotocamera, è solo un dialogo del flash con se stesso, quindi, una

funzionalità autonoma al 100 % in qualsiasi condizione d’uso.