VARIAZIONE DEI PARAMETRI FISIOLOGICI DEL BINOMIO ... · canicross è una nuova disciplina...

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “TOR VERGATA” Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea Magistrale “SCIENZE E TECNICHE DELLO SPORTVARIAZIONE DEI PARAMETRI FISIOLOGICI DEL BINOMIO CONDUTTORE-CANE NEL CANICROSS Relatore: Candidato: Ch.mo Prof. Dott. Mattia Minori Stefano D’Ottavio Correlatore: Dott. Gianluca Briotti A.A. 2015/2016

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA

“TOR VERGATA”

Facoltà di Medicina e Chirurgia

Corso di Laurea Magistrale

“SCIENZE E TECNICHE DELLO SPORT”

VARIAZIONE DEI PARAMETRI

FISIOLOGICI DEL BINOMIO

CONDUTTORE-CANE NEL

CANICROSS

Relatore: Candidato:

Ch.mo Prof. Dott. Mattia Minori

Stefano D’Ottavio

Correlatore:

Dott. Gianluca Briotti

A.A. 2015/2016

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RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare: il prof. Stefano D’Ottavio relatore, Gianluca Briotti correlatore di

questa tesi e Mauro Taraborelli, per la grande disponibilità e cortesia dimostratami, oltre

che per l’aiuto fornito durante la stesura.

Un grazie va al mio veterinario di fiducia Dottor Marco Ruffini, per avermi fornito gli

strumenti e importanti indicazioni fisiologiche sul cane.

Un sentito ringraziamento ai miei genitori, che, con il loro incrollabile sostegno morale

ed economico, mi hanno consentito di raggiungere questo traguardo. Entrambi hanno

fatto in modo che non mi mancasse nulla e mi hanno aiutato a realizzare i miei progetti

di vita. Grazie anche ai nonni, quelli che ci sono e quelli che non ci sono più, e a tutta la

mia famiglia. Tutti hanno sempre fatto quadrato intorno a me, insegnandomi, ciascuno a

proprio modo, il bello della vita.

Desidero infine ringraziare la mia ragazza e il mio cane, che mi hanno sostenuto e

amato in questo percorso formativo.

Grazie: questo lavoro è dedicato a tutti Voi.

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INDICE

RINGRAZIAMENTI…………………………………………………………………….1

INTRODUZIONE……………………………………………………………………….4

CAPITOLO PRIMO

1.1 FEDEREAZIONI E ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA.………………………7

1.2 REGOLAMENTO…………………………………………………………………...9

1.3 ATTREZZATURA…………………………………………………………………23

1.4 COMANDI………………………………………………………………………....26

1.5 ADDESTRAMENTO………………………………………………………………27

1.6 BENEFICI DEL CANICROSS…………………………………………………….33

1.7 INDAGINI CONOSCITIVE SUL CANICROSS………………………………….34

CAPITOLO SECONDO

2.1 I BENEFICI DEL RUNNING PER IL BENESSERE……………………………..38

2.2 BIOMECCANICA DELLA CORSA NELL’UOMO……………………………...40

2.3 ESERCIZI PER MIGLIORARE LA TECNICA DI CORSA E PER PREVENIRE

GLI INFORTUNI………………………………………………………………………52

2.4 BIOMECCNICA DELLA CORSA NEL CANE…………………………………..58

2.5 DIFFERENZE STERRATO-ASFALTO…………………………………………..62

2.6 MODELLO DI PRESTAZIONE NEL CANICROSS……………………………..65

CAPITOLO TERZO

3.1 OBIETTIVI DELLA RICERCA…………………………………………………...67

3.2 MATERIALI E METODI DELLA RICERCA…………………………………….68

3.3 RISULTATI OTTENUTI…………………………………………………………..70

3.4 PARAMETRI FISIOLOGICI………………………………………………………72

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CAPITOLO QUARTO

5.1 DISCUSSIONE DEI RISULTATI…………………………………………………82

5.2 CONCLUSIONI……………………………………………………………………87

5.3 INDICAZIONI UTILI PER L’ALLENAMENTO…………………………………88

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA…………………………………………………….95

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INTRODUZIONE

Osservare un cane che corre su un prato o in un bosco, è una delle esperienze più

semplici e gioiose che si possa vivere. Correre insieme al proprio animale, formando

un’unica, coordinata, creatura a sei zampe, è un modo per rendere ancora più saldo

quell’indissolubile legame formatosi tra le due specie, oltre quindicimila anni fa. Il

canicross è una nuova disciplina cinofilo-sportiva, che coinvolge cane e padrone, nella

corsa su un percorso sterrato, uniti tramite una cintura, una linea e un imbrago. Durante

la corsa, l’uomo deve sempre andare dietro o di lato al cane, ma mai davanti. Questa

disciplina fonda le sue radici in Europa e ad oggi è ampiamente praticata in molte

nazioni, in modo particolare in

Inghilterra, Belgio, Spagna e in

generale nei paesi nordici, dove è

maggiormente sviluppata. In Italia è

ancora poco conosciuta. La nascita

del canicross è strettamente legata ad

una disciplina ben più diffusa che

Fig. 1 Un musher insieme alla sua muta di cani. è lo sleddog ( il termine " sleddog" significa

letteralmente " cane da slitta" , ma viene univocamente utilizzato per definire

l'attività sportiva, nella quale i cani corrono trainando una slitta guidata da un

conduttore, il musher.). La pratica di correre facendosi trainare dai propri cani, è stata

utilizzata in principio dai musher, che nei mesi estivi continuavano ad allenarli,

aspettando pazientemente la neve. Solo successivamente, questa, diventa uno sport vero

e proprio con tanto di campionato europeo. La differenza con lo sleddog è che per

praticare il canicross, non è necessaria né la neve, né una slitta, ma occorre

semplicemente un percorso sterrato e una persona che corra, attaccandosi il cane con

una cintura e una linea attaccata a sua volta all' imbracatura di questo. Facciamo subito

una precisazione: andare a fare jogging accompagnati dal proprio cane, non significa

fare canicross. Il canicross è una disciplina che va insegnata al proprio cane, in modo

che animale e padrone formino un binomio sempre più affiatato, in cui il cane aiuta,

trainandolo l’essere umano; occorre un addestramento e un’attrezzatura specifici. Per

fare canicross, bisogna insegnare al cane a mantenere un’andatura costante per tutta la

durata del percorso e serve tanto allenamento da parte nostra, perché, dopotutto, siamo

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noi l’anello debole del binomio. Il nostro cane potenzialmente può correre molto più di

noi! Uno dei principali vantaggi del canicross è che si può praticare a tutti i livelli: può

essere fatto a livello amatoriale,

semplicemente per condividere

tempo, sport e esperienze con il

proprio cane, per divertirsi con

altri praticanti, oppure per

inserirsi in vere e proprie

competizioni a livelli più "seri".

Una delle caratteristiche

principali del canicross, è che tanto Fig. 2 Io e Simba dopo un allenamento di gruppo.

le gare, quanto l’allenamento, sono praticate in luoghi dove il paesaggio è molto bello,

dove si è circondati dalla natura e lontani dal rumore e dal caos cittadino. Poi ci sono

persone che praticano tale sport anche in città o in riva al mare. In prima battuta, è facile

potersi avvicinare a questa pratica, iniziando a correre con il proprio cane senza bisogno

di attrezzature particolarmente complicate. In ogni caso, il canicross è uno sport molto

economico, infatti, la spesa per l'acquisto del materiale è minima. Il tempo e la passione

potrebbero trasformare un semplice hobby in qualcosa di molto più impegnativo. Non è

da sottovalutare l'aspetto cooperativo, atletico ed empatico, che quest’attività riesce a

generare tra conduttore e cane ma anche tra gruppi di persone. Lo scopo del canicross è

di divertirsi nella natura, insieme al proprio cane e di rafforzare la relazione del

binomio, nel massimo rispetto delle sue esigenze. Alla base della disciplina vi deve

sempre essere un buon rapporto tra uomo e animale il quale e possedere gli elementi

basilari dell’educazione e dell’obbedienza. Ho scelto di svolgere questa tesi, perché

sono un appassionato di cinofilia e di sport. Fin da bambino ho amato gli animali,

soprattutto i cani, poi a causa degli studi e gli impegni sportivi ho trascurato questa mia

grande passione. Ora l’ho riscoperta e valorizzata ampiamente grazie all’adozione di un

cane meticcio di nome Simba. Questo cucciolo, ha risvegliato in me sensazioni e

sentimenti che avevo messo da parte, perché dopo la morte dell’ultimo cane la mia

famiglia mi aveva impedito di prenderne altri proprio a causa dei troppi impegni. Ora il

mio tempo libero è tutto per lui, la mia vita è cambiata, sono tornato quasi bambino e mi

sono chiesto come ho fatto, per tanto tempo a rinunciare ad un amico a quattro zampe.

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Avere un cane, è come avere un bambino: bisogna prendersene cura e dedicargli il

proprio tempo ogni giorno. Nel mio caso questo impegno quotidiano mi rende felice e

consapevole delle responsabilità che conseguono nel farsi carico di un altro essere

umano. Dopo l’adozione di Simba, grazie all’associazione cinofila che l’ha agevolata,

ho iniziato a svolgere un corso di obbedienza di base con lui. Pian piano mi sono

documentato e informato sulle moltissime cose che si possono fare con un amico a

quattro zampe. La mia passione per lo sport ovviamente è sempre viva e poiché mi

piace allenarmi e tenermi in forma, ho ricercato gli sport che si potessero praticare con il

proprio cane, per unire le due passioni. Ho quindi frequentato diversi corsi con Simba,

mi sono documentato sulle discipline sportive, per capire quale fosse la più adatta ad

entrambi, ed è così che abbiamo scoperto la corsa a sei zampe. L’obiettivo principale

della tesi è di vedere le differenze che si riscontrano tra la corsa con e senza il cane, per

comprendere e analizzare scientificamente questa nuova disciplina. Ho svolto venti

sedute di allenamento, dieci con Simba e dieci senza; ho monitorato le variazioni dei

miei parametri fisiologici con l’utilizzo di un cardiofrequenzimetro, e quelle del cane

con un saturimetro veterinario. Le sedute di allenamento sono state svolte su una

distanza di tre chilometri, perché questa lunghezza è un ottimo allenamento per una gara

di cinque chilometri e perché la maggior parte delle gare è di questa distanza. Le sedute

sono state svolte con un tempo di recupero, tra l’una e l’altra di almeno ventiquattro ore.

Dieci rilevazioni sono state svolte su un percorso sterrato di tre chilometri, conosciuto

da entrambi, facendo cinque rilevazioni con il cane e cinque senza ad andatura

volontaria. Le altre dieci rilevazioni, sono state svolte su cinque percorsi di tre

chilometri, differenti tra loro, per valutare quanto influisce il comportamento del cane

sui miei e i suoi parametri fisiologici, durante un percorso conosciuto ed uno

sconosciuto. Su ognuno dei cinque percorsi sconosciuti a entrambi, è stata svolta una

misurazione con Simba e una senza. Dopo aver esaminato ed elaborato tutti i dati,

questi sono stati utilizzati, per fornire indicazioni utili per l’allenamento.

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CAPITOLO PRIMO

“Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato. ”

(Arthur Schopenhauer)

1.1 FEDEREAZIONI E ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA

Come tutte le principali discipline cinofile sportive, il bacino di appassionati è

rappresentato da diverse federazioni. In Italia il principale lavoro di organizzazione dei

vari eventi sul

canicross, è gestito

dalla F.I.S.C e dallo

CSEN, mentre a livello

europeo troviamo

l’E.C.F. (Federazione

Europea

Fig. 3 Logo F.I.S.C. di Canicross.). La F.I.S.C.

“Federazione Italiana Sport Cinofili” è l’unica Fig. 4 Logo CSEN

Federazione riconosciuta dalla Federazione Internazionale Sport Cinofili - IFCS per

l'Italia. La F.I.S.C. è stata iscritta nel registro del Parlamento Europeo al n.

934526112723-85, al fine di poter contribuire attivamente al processo decisionale

dell'UE, assicurandovi che i responsabili politici dell'UE siano a conoscenza dei loro

pareri o interessi o di chi rappresenta. In tal modo si potrà dare la propria competenza

specifica pluriennale nell'ambito sportivo, sociale e in particolare per il "mondo del

cane". La Federazione opera per fini sociali con lo scopo di promuovere attività

sportive, culturali, iniziative educative, d’assistenza, ricreative, formative per giovani, di

socializzazione nell’integrazione dei diversamente abili, curando in particolare lo

sviluppo della professionalità dei giovani che si avvicinano alla cultura cinofila. Un

altro importante obiettivo è stato raggiunto dalla Federazione Italiana Sport Cinofili, che

con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stata ufficialmente

riconosciuta come Ente Nazionale di promozione Sociale, e iscritta nel relativo Registro

Nazionale al n. 190. Questo importante riconoscimento va a suggellare ulteriormente

tutta l'attività formativa e sportiva fatta su tutto il territorio italiano con una diffusione

sempre più capillare. L'importante riconoscimento, mette il sigillo di qualità sulle

attività finora svolte, rappresentando un nuovo stimolo per continuare nella direzione

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intrapresa e migliorare sempre di più le attività rivolte a tutti i soci che ogni anno

ripongono nella Federazione la loro fiducia. La F.I.S.C. promuove numerosi sport

cinofili, di cui la posizione principe è sicuramente occupata dall’agility, già riconosciuta

come disciplina sportiva a livello internazionale dal GAISF. Oltre all’agility sono

sicuramente da menzionare la “combinata man/dog”, l’obedience, l’utilità e difesa,

l’huntering, lo scent game, la dog dance, il disc dog, la rally obedience, il dog

endurance, il mondioring, il canicross ecc... La F.I.S.C. si è anche distinta per la qualità

della sua formazione adottando il "rinforzo positivo", tutti i suoi centri affiliati, tecnici e

tesserati accettano il codice etico ed il regolamento antidoping. La F.I.S.C. ha stilato

le “Norme per la tutela del benessere del cane”, che dopo attenta analisi hanno ottenuto

il patrocinio del Ministero della Salute. La F.I.S.C. è un punto di riferimento tecnico

per più Enti di Promozione ed Enti Nazionali. Ha inoltre già avviato il lungo e

complesso iter di riconoscimento dal CONI come Federazione - D.S.A., per raggiungere

l'obiettivo di entrare nell'Osservatorio. La federazione auspica che gli sport cinofili

possano ambire a divenire uno "sport olimpico", considerata la presenza di un cane in

una famiglia su tre. Lo CSEN “Centro Sportivo Educativo Nazionale” è un ente di

promozione sportiva riconosciuto dal CONI (Art.31 D.P.R. 2-8-1974 N°530 e D.lgs.

242 del 23/7/99 Delib. Cons. Naz. CONI 1224 del 15/5/2002) e Dal CIP (Comitato

Italiano Paraolimpico). L’Ente nazionale con finalità d’assistenza è inoltre riconosciuto

dal Ministero dell’Interno (D.M. 559/C. 3206. 12000.A. (101) del 29 febbraio 92) e dal

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (iscrizione al n°77 del Registro Nazionale

delle Associazioni di Promozione Sociale – legge 383/2000) ed è iscritto all’Albo

Provvisorio del Servizio Civile Nazionale. L’Ente è dotato di personalità giuridica, ed è

iscritto nel registro delle persone giuridiche ai sensi del D.P.R. 10 feb. 2000 n° 361. E’

inoltre in possesso di certificazione ISO 9001: 2008 (certificato RINA n° 28746/13/s) fa

parte come membro del Consiglio Internazionale della Scienza nello sport e

dell'educazione fisica con sede in Berlino ed ha aderito allo SNAQ (Sistema Nazionale

di Qualifica dei Tecnici Sportivi – Scuola Nazionale dello Sport del C.O.N.I). Le sue

finalità come ente sono: perseguire uno scopo promozionale e di propaganda sportiva di

alto valore sociale, contribuire allo sviluppo della pratica sportiva e alla realizzazione

dell’obiettivo di uno sport per tutti e di tutti, creare le condizioni di un più largo

sviluppo dell’educazione fisica, dello sport e della salute, collaborare con il C.O.N.I. e

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le Federazioni Sportive, con la scuola, con le Regioni e gli Enti Locali, con le forze

sociali e politiche e con le libere associazioni di altri Paesi, stimolare la crescita delle

Società Sportive, e operare su tutto il territorio nazionale senza fine di lucro. Lo CSEN è

organizzato in venti Comitati Regionali, 105 Comitati Provinciali e venticinque

Comitati di Zona. E’ composto da circa 1.700.000 Tesserati e 21.000 Associazioni. Tra

le attività principali abbiamo: creare Centri di Formazione Sportiva, promuovere e

organizzare manifestazioni amatoriali e agonistiche per tutte le età, organizzare

campionati e tornei per tutte le categorie maschili e femminili, organizzare: attività di

formazione e di aggiornamento per dirigenti, tecnici, operatori sportivi e istruttori

attività di ricerca, studio e sperimentazione e attività culturali, ricreative e del tempo

libero. Tra i vari servizi offerti troviamo: promuovere e affiliare Associazioni Sportive

fornendo adeguata assistenza per gli aspetti civilistici, fiscali e assicurativi e offrendo

loro grazie ad apposite convenzioni (Siae – Sai Fondiaria) risparmi sulle spese di

gestione e promuovere e affiliare Circoli di promozione sociale ricreativi culturali e del

tempo libero, fornendo adeguata assistenza per gli aspetti civili, fiscali e amministrativi

e consentendo loro grazie al riconoscimento del Ministero degli Interni, l’ottenimento

delle autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande.

1.2. IL REGOLAMENTO

INTRODUZIONE:

Il regolamento del campionato italiano segue le linee guida dell’ECF cioè la

Federazione Europea di Canicross. Di seguito vengono riportati i punti salienti del

regolamento ed anche le regole per l’organizzazione delle gare. Il comitato tecnico si

riserva la facoltà di apportare modifiche al presente regolamento in qualunque momento

senza alcun preavviso.

1. DEFINIZIONE DEL CANICROSS:

La parola “Cani-cross” deriva dall’unione dei termini inglesi “Canine” e Cross-Country.

Il canicross è una manifestazione sportiva che mette in luce le doti del conduttore e del

cane nel compiere percorsi in stile campestre di varie lunghezze nel minor tempo

possibile, salvaguardando sempre e comunque l’integrità del cane, impiegando le

andature adatte al terreno e le velocità conformi all’allenamento e alla condizione fisica

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del cane stesso. La gara condotta con il cane prevede il raggiungimento di un traguardo

che precede, ad esempio, l’attraversamento di fiumi, di scollinamenti, di tratti in acqua

con boe e passerelle, di corsa, di ostacoli naturali e via dicendo. Diventa quindi

importante ai fini della classifica, esclusivamente il tempo finale. Sono così esaltate

oltre che le necessarie capacità d’interazione con il cane, anche le capacità di

coordinamento e velocità di cane e padrone. Una tipologia di gara quindi con chiari

contenuti agonistici in cui diventa fondamentale il rispetto di un percorso, la sinergia,

l’agilità e la velocità con cui si porta a termine. La gara definita di velocità è una vera e

propria disciplina agonistica che richiede allenamento e preparazione. Si tratta di

un’attività educativa e sportiva intesa a favorire l’integrazione del cane nella società.

Questa disciplina implica una buona armonia tra il cane e il suo conduttore che porta a

un’intesa perfetta tra i due.

2. ISCRIZIONI:

La domanda d’iscrizione del binomio deve pervenire attraverso l’apposita modulistica

messa a disposizione dall’Ente reperibile sul proprio sito e consegnata secondo le

tempistiche stabilite. Si considera valida l’iscrizione quando il modulo è accompagnato

dalla somma prevista per la partecipazione alla gara. I moduli dovranno

obbligatoriamente riportare i seguenti dati: nome del cane, sesso, data di nascita, codice

identificativo (tatuaggio e/o microchip) e nome, cognome, e data di nascita del

conduttore. Il Comitato organizzatore si riserva il diritto di rifiutare le iscrizioni oltre i

termini e le modalità previste dalle norme stabilite.

3. CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE:

Per partecipare è indispensabile: essere assolutamente coscienti della lunghezza e della

specificità della gara ed essere perfettamente preparati, aver acquisito prima della corsa,

una reale capacità d’autonomia personale in montagna per poter gestire al meglio i

problemi legati a questo tipo di prova. E’ importante: saper affrontare da soli, senza

aiuto, condizioni climatiche che potrebbero diventare difficili a causa dell’altitudine

(vento, freddo, pioggia o neve) ed essere in grado di gestire i problemi fisici e

psicologici dovuti alla stanchezza, dolori muscolari o articolari, o a piccole ferite. Tutti

devono rispettare gli orari di arrivo per l’inizio delle gare. Tutte le comunicazioni e le

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variazioni sono disponibili sul sito dell’ente organizzatore. Durante la manifestazione è

d’obbligo il massimo rispetto per l’ambiente e per l’Amministrazione ospitante.

4. CANI:

Il canicross è una disciplina aperta a tutti i cani con o senza pedigree, ma

obbligatoriamente muniti di microchip. Non possono prendere parte alle prove: le

femmine in periodo di gestazione, le femmine in estro, i cani che soffrano di evidenti

malattie infettive o contagiose, i cani aggressivi, sordi, feriti o con zoppie, e i cani sotto

terapia farmacologica o dopati. Eventuali casi particolari saranno valutati dal veterinario

di gara e ammessi (o esclusi) a suo insindacabile giudizio. I cani devono avere il

Certificato Sanitario in corso di validità. L’età minima dei cani deve essere di dodici

mesi. Possono partecipare alle gare agonistiche solamente i cani che anno già compiuto

diciotto mesi, mentre per l’happy dog bastano dodici mesi. Non sono ammessi cani in

libertà durante la gara. Il cane non deve mostrare aggressività nei confronti altri cani o

concorrenti. In caso di aggressività saranno applicate delle penalità differenti, secondo

la gravità della circostanza, la penalità minima è di un minuto ma si può arrivare fino

alla squalifica immediata. Nessun cane può essere abbandonato sul percorso. Ogni cane

deve essere condotto dal proprietario al guinzaglio con pettorina o imbrago nei momenti

di sosta. Si precisa che non è consentito l’utilizzo del collare a strangolo. Ogni

concorrente dovrà pulire, dove il proprio cane sporca con gli appositi strumenti in sua

dotazione. E’ assolutamente vietato lasciare i cani legati e incustoditi o liberi. Le ciotole

per l’acqua sono dotazioni personali e ognuno provvederà per sé.

5. CONDUTTORI:

I partecipanti dovranno: conoscere e rispettare il regolamento generale ed essere in

possesso della tessera di affiliazione per la federazione organizzatrice valida per l’anno

in corso. E’ richiesto da parte dei concorrenti un comportamento corretto. Qualsiasi atto

di brutalità contro il proprio cane, o del cane altrui, da parte di un conduttore sarà

severamente punito con squalifica immediata. Altri procedimenti potranno essere

comunque presi a carico dell’interessato.

6. TENUTA IN GARA:

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Il cane deve indossare un imbrago che non rechi nessun disturbo o danno fisico e ne

permetta il libero movimento. La linea deve essere dotata di ammortizzatore e non deve

avere una lunghezza inferiore ai 2 metri. Ci sarà una valutazione preliminare di accesso

alle prove.

7. CATEGORIE CANINE:

Le cinque categorie sono: l’Extrasmall (cani con altezza al garrese fino a 30 cm), la

Small (cani con altezza al garrese da 30 cm a 35 cm, la Media (cani con altezza al

garrese da 35 cm a 43 cm), la Large (cani con altezza al garrese da 43 cm in su) e

l’Extralarge (cani con altezza al garrese superiore a 43 cm o oltre 35Kg).

8. CATEGORIE UMANE:

Le categorie sono suddivise in primo luogo in uomini e donne poi vi sono altre

sottocategorie in base all’età dei soggetti. Negli uomini abbiamo le categorie: ragazzi

(dai sette ai dieci anni compiuti), allievi (dagli undici a quattordici anni compiuti),

giovani (dai quindici ai diciotto anni compiuti), adulti (dai diciannove ai trentanove anni

compiuti), adulti veterani I (dai quaranta ai quarantanove anni compiuti) e adulti

veterani II dai cinquanta anni compiuti e oltre. Nelle donne abbiamo le categorie

ragazze (dai sette ai dieci anni compiuti), allieve (dagli undici a quattordici anni

compiuti), giovani (dai quindici ai diciotto anni compiuti), adulte (dai diciannove ai

trentanove anni compiuti), adulte veterane I (dai quaranta ai quarantanove anni

compiuti) e adulte veterane II dai cinquanta anni compiuti e oltre. Il numero delle

categorie è stabilito in base al numero degli iscritti.

9. CONTROLLI:

Il canicross ha lo scopo di preservare e assicurare la buona salute e il benessere del cane

durante la competizione, quindi alla partenza di ciascuna gara ogni concorrente è

sottoposto al controllo del proprio cane e del proprio equipaggiamento da parte del

direttore di gara o dal personale da egli incaricato, per questo ciascun concorrente dovrà

presentarsi sul luogo del controllo almeno un’ora prima dell'orario di partenza. Ogni

concorrente si dovrà presentare al controllo veterinario munito di: certificato del proprio

Medico Veterinario attestante il buono stato psico-fisico del cane per la pratica di

attività sportiva, il libretto sanitario, che dovrà riportare l’elenco delle vaccinazioni e il

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numero di registrazione all’anagrafe canina (chip sottopelle o tatuaggio). La

presentazione dei cani alle visite veterinarie, sia iniziali che finali, dovrà avvenire entro

dieci minuti dall’arrivo e tutti i cani che non supereranno la visita veterinaria saranno

eliminati. I partecipanti dovranno conoscere e rispettare il regolamento e lasciare una

copia del certificato medico sportivo. I cani che non avranno fatto il controllo

veterinario non potranno accedere alla partenza. I cani che portano bendaggi al fine di

evitare ferite da taglio o per proteggere ferite in corso di guarigione, devono avere

l’autorizzazione del veterinario preposto alla verifica in accordo con il giudice di gara. Il

veterinario o il giudice potranno in ogni momento visitare il cane per verificarne

l’idoneità. La decisione della Giuria, che ratifica quanto raccomandato dalla

Commissione Veterinaria, è insindacabile e quindi non è ammissibile ricorrere in

appello. La visita preliminare ha lo scopo di controllare l’identità del cane tramite il

documento di riconoscimento e di determinare se è nelle condizioni di poter partecipare

alla gara. La visita finale, che avviene al termine dell’ultima fase di gara deve

determinare se il cane è ancora in buone condizioni fisiche. Tutti i dati inerenti alle

ispezioni e visite dovranno essere annotati su una scheda veterinaria individuale per

ogni cane che deve essere disponibile a tutte le successive ispezioni e visite poiché

ciascun cane deve essere esaminato tenendo conto della sua scheda veterinaria. Tutti i

dati dei controlli effettuati sui cani partecipanti saranno raccolti in un unico archivio

dove verranno costantemente aggiornati e dove saranno scritte anche le restrizioni o

squalifiche apportate al binomio.

10. SEGNALAZIONE PERCORSO:

Lungo il percorso di gara saranno posti cartelli e segnali a miglior indicazione del

percorso, nello specifico possiamo trovare: curva a destra (cartello rosso dalla parte

destra della pista),curva a sinistra (cartello rosso dalla parte sinistra della

pista),procedere dritto (cartello blu), attenzione o pericolo(cartello giallo o arancione),

area di partenza (30 m dalla linea di partenza), fine area di partenza (minimo 30 m dalla

partenza), cartello con scritto `30 metri´ sui due lati della pista, area di assenza di

priorità, inizio area senza priorità (a 800 metri dall'arrivo), cartello con scritto `200

metri´ sui due lati della pista. I cartelli indicanti i percorsi per categorie e difficoltà

saranno posti alle biforcazioni delle varie piste.

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11. DISTANZE:

Le distanze delle corse devono essere indicate chiaramente e normalmente variano dai 5

Km, ma, in caso di terreni e luoghi adatti si possono estendere fino a 7 km. Le eventuali

variazioni di lunghezza, causate principalmente da condizioni meteorologiche estreme,

possono essere apportate soltanto prima della partenza della gara, tra i fattori più

importanti da tenere in considerazione per il benessere del cane abbiamo: l’umidità e le

temperature troppo elevate (oltre i 20°), queste possono indurre a ridurre la lunghezza

del percorso e dovranno essere comunicate a ogni concorrente. Le gare potranno

svolgersi in un giorno solo, in questo caso sarà disputata la corsa a lunga distanza (vale

a dire il percorso dovrà misurare tra i cinque e i 7 km). Se invece si svolgerà su due

giorni, il sabato si disputerà la corsa veloce (max. 3 km), e la domenica la corsa a lunga

distanza con una lunghezza che dovrà comunque essere tra i cinque e i 7 km. I percorsi

non dovranno avere delle forti pendenze max. 200 m di dislivello, distribuito su tutto

l’itinerario. La distanza del percorso dei bambini non dovrà superare la metà della

distanza degli adulti e comunque dovrà essere inferiore ai 2 km. Quando la temperatura

atmosferica sarà, sul campo gara, oltre i diciannove gradi centigradi, misurata a un

metro dal livello del terreno, la distanza sarà ridotta. Se supererà i ventidue gradi, la

gara sarà annullata. Gli organizzatori devono valutare attentamente che le condizioni

climatiche siano opportune per permettere che la gara sia svolta in completa sicurezza.

Oltre alla temperatura è bene tenere presenti l’umidità, il vento ed eventuali

precipitazioni. Non più di un terzo della distanza totale del percorso dovrà essere su

substrato duro vale a dire asfalto, pavé ecc.…

12. LIMITI DI TEMPO:

In una competizione può essere previsto il limite di tempo. Tale previsione sarà

comunque evidenziata nel programma della manifestazione predisposto

dall'organizzazione.

13. CRONOMETRAGGIO:

Il cronometraggio è obbligatorio, la procedura utilizzata dovrà essere affidabile e

incontestabile.

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14. PETTORALI:

L’organizzazione provvede e consegna i pettorali, che dovranno essere ben visibili

frontalmente. Non sono ammessi pettorali adesivi. L’atleta si presenta alla partenza con:

il pettorale fissato sulla pettorina in modo che possa essere ben visibile; Il pettorale

identificativo dovrà riportare il numero a egli attribuito.

15. PUBBLICITA’:

E’ ammessa pubblicità da parte di sponsor solo sul concorrente.

16. ORDINE DI PARTENZA:

Le modalità degli ordini di partenza sono lasciate alla facoltà dell’Organizzatore, è

consigliato tuttavia stabilirli sulla base delle suddivisioni dei raggruppamenti. Prima

della partenza ci si pone davanti alla linea di partenza, pronti a partire. Tutti i

concorrenti partiranno uno per volta, secondo l'ordine prestabilito dalla classifica

generale delle gare precedenti, in caso di partecipanti presenti a più manifestazioni,

mentre i concorrenti che non sono presenti nella classifica, saranno posti in fondo in

ordine d'iscrizione. La partenza può essere fatta anche a piccoli gruppi, questo sarà

stabilito in base al numero d’iscritti e alla grandezza del luogo di partenza. La modalità

e l'ordine di partenza saranno comunicate dall'organizzazione. L'ordine di partenza, è

determinato attribuendo a ogni conduttore un numero in ordine crescente, partendo dal

numero uno. L'intervallo, che intercorre tra la partenza di un conduttore e l'altro, deve

essere lo stesso per tutti i concorrenti, ma in caso di necessità, il Direttore di Gara può

anche decidere che sia differente. Alle griglie di partenza, si accede solo per chiamata

del responsabile incaricato dall’organizzatore della gara. Nel restante periodo i cani

potranno sostare, sempre tenuti al guinzaglio, in prossimità delle griglie di partenza.

Ogni proprietario è responsabile del corretto comportamento del proprio cane. Chiunque

lo volesse, può portare un trasportino personale o recinto smontabile all’interno del

quale far riposare il cane. Al fine di mantenere l’ordine, i trasportini o recinti mobili

saranno posti all’interno di un’area delimitata. L’organizzazione declina ogni

responsabilità in merito alla conservazione dei trasportini o recinti lasciati incustoditi

durante lo svolgimento delle manifestazioni sportive. Chi prende il via in ritardo, non

deve essere d'intralcio o ostacolare gli altri concorrenti. Un concorrente dichiarato in

16

ritardo sarà ammesso a impegnare l'area di partenza, solo durante la prima metà

dell'intervallo di tempo che lo separa dalla partenza del concorrente successivo.

Trascorso quest'intervallo di tempo, il concorrente sarà autorizzato a partire solo dopo

l'ultimo partecipante della sua categoria e rispettando l'intervallo determinato per la

partenza dei concorrenti di quella stessa categoria.

17. SORPASSI:

Quando un concorrente ha intenzione di superare il binomio che lo precede, il più

veloce può chiedere “pista” quando il suo cane di testa è arrivato almeno a 15 metri

dall'altro concorrente. Il concorrente che sta per essere sorpassato, e a cui è stata chiesta

pista, deve lasciare spazio al concorrente più veloce che lo vuole superare ponendosi su

un lato della pista e rallentare, se non lo fa, ostacolando il concorrente in sorpasso, potrà

anche essere squalificato. I concorrenti superati devono adoperarsi per liberare la pista e

non creare ostacolo.

18. ZONA IN ASSENZA DI PRIORITA’:

Nella zona d'assenza di priorità, opportunamente segnalata in prossimità della linea

d'arrivo, non vale l'obbligo di consentire il sorpasso.

19.CAMPIONATO E COPPA ITALIA:

Il campionato e la Coppa Italia hanno luogo ogni anno. Sono entrambi costituiti da un

insieme di gare e a ognuna di esse viene assegnato un punteggio che si andrà a sommare

alle gare successive. Il campionato può essere composto da un numero variabile di gare,

mentre la Coppa Italia sarà composta da un massimo di dieci gare e un minimo di

cinque. Le gare sono organizzate, in tutta Italia, dai centri affiliati. Le gare selettive per

la Coppa Italia sono omologate dal selezionatore della nazionale. Il binomio vincitore

della Coppa Italia verrà stabilito in base ai punteggi guadagnati durante le gare. Si

precisa che il punteggio è assegnato al binomio cane e conduttore. Uno stesso

conduttore può gareggiare con diversi cani costituendo diversi binomi. Il Campionato

Italiano Assoluto si svolgerà su gara singola su due prove, nelle quali verrà poi

decretato il Campione Italiano per ogni categoria.

20. SELEZIONE PER L’EUROPEO:

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Durante la Coppa Italia quattro gare sono selettive per l’Europeo. Saranno presi

in considerazione gli atleti che hanno portato a termine almeno due gare (delle quattro

selettive). Per la partecipazione al Campionato Europeo, il 90% dei binomi della

squadra italiana, verrà selezionato in base ai risultati delle gare di selezione, il

selezionatore si riserva la decisione per il restante 10%. Chi farà parte della nazionale

italiana dovrà avere obbligatoriamente il certificato medico agonistico per la pratica

dell’atletica leggera. Per partecipare al Campionato Europeo, i cani devono essere

vaccinati per rabbia, tosse canina, eptavalente ed essere muniti di passaporto. I campioni

italiani in carica, entrano di diritto in nazionale. Gli elementi selezionati per la nazionale

devono partecipare obbligatoriamente al raduno. Inoltre si può gareggiare in Italia con

più cani. Chi gareggerà con più cani, rientra nella classifica generale, ma non in quella

di categoria valida per il Campionato Italiano e per la selettiva del Campionato Europeo.

21. CLASSIFICHE E PUNTEGGI DI MERITO:

I binomi che hanno portato a termine la gara rispettando il regolamento (limite di tempo

per l’ingresso alle visite veterinarie, frequenza cardiache ecc…) e che non siano stati

eliminati per ragioni veterinarie o squalificati dalla giuria, accedono alla classifica che è

effettuata in base al miglior punteggio dei binomi. Nel caso dello stesso punteggio,

vince il binomio con la minor frequenza cardiaca del cane (Best condition) alla visita

finale e nel caso di ulteriore parità, vince il binomio con il minor tempo di presentazione

del cane alla visita finale.

Punteggi Campionato Regionale e Nazionale:

1° classificato 25 punti

2° classificato 20 punti

3° classificato 15 punti

4° classificato 10 punti

5° classificato 8 punti

6° classificato 6 punti

7° classificato 4 punti

8° classificato 3 punti

9° classificato 2 punti

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10° classificato 1 punto

Premio Best Condition 2 punti

Premio Fair Play 5 punti

22. PUBBLICAZIONE DEI RISULTATI:

La pubblicazione dei risultati ufficiali di gara è affidata all'organizzazione e sarà siglata

dal Direttore di Gara.

23. CONTROLLI ANTI-DOPING:

L’organizzatore della gara può fare dei controlli anti-doping, quando lo ritiene

necessario durante la gara. Questi sono finalizzati a reprimere il fenomeno del doping.

Quando un cane è stato destinato al controllo, il concorrente deve essere presente allo

stesso e dichiarare, per iscritto al veterinario di gara o alla persona preposta, tutti i

farmaci somministrati al cane nelle settantadue ore precedenti la partenza della gara. I

concorrenti che si rifiutano di fare il controllo, vengono immediatamente espulsi dalla

gara. I concorrenti che risultano positivi, sono squalificati ed esclusi dalla

manifestazione. I primi tre concorrenti di ogni categoria, possono essere

automaticamente controllati.

24. PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI:

Il Direttore di Gara deve rendere pubblici i provvedimenti disciplinari assunti,

annunciandoli immediatamente, ove possibile, ai diretti interessati e a tutti i concorrenti,

al più tardi due ore prima della partenza. Nel caso di controlli anti-doping, non sarà

applicato quanto detto precedente, poiché si devono attendere gli esami di laboratorio e,

dopo questi risultati, le eventuali audizioni dei diretti interessati. In tali casi le decisioni

in merito alla revisione delle classifiche sono assunte dal club organizzatore.

25. PENALITÀ’:

Il Regolamento prevede penalità che sono definite di volta in volta in relazione al

percorso da effettuare. Le penalità sono espresse in termini temporali, a loro volta

espresse in punteggio in aumento o diminuzione. Qualora il giudice di gara riscontrasse,

durante la gara, dei comportamenti scorretti da parte del conduttore nei confronti del

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proprio cane, sanziona lo stesso con un addebito di cinque minuti per ogni abuso che il

cane subirà. Al terzo addebito, anche non nella stessa gara, il binomio sarà squalificato.

E’ facoltà del giudice di gara eliminare il binomio qualora riscontrasse dei

comportamenti violenti nei confronti del proprio cane. Inoltre, se durante la visita al

cancello veterinario, il medico riscontra lesioni provocate da qualsiasi tipo di

maltrattamento, ha la facoltà di eliminare il binomio immediatamente. Sul percorso

sono presenti dei giudici di gara, autorizzati a verificare il rispetto del regolamento da

parte dei concorrenti. I giudici di gara sono autorizzati a effettuare la squalifica

immediata e comunicare alla giuria di corsa le infrazioni riscontrate. La giuria di corsa

applica le penalità in base alle seguenti regole: se durante un controllo viene rilevato un

guinzaglio più lungo di 2 m. oppure senza ammortizzatore, la penalità sarà di un

minuto; se il pettorale non è visibile, s’incorre in una penalità di ¼ d’ora; se durante la

competizione il concorrente causa danni a terzi, sarà immediatamente squalificato e i

danni causati dal proprio cane devono essere pagati. Per questo si deve essere in

possesso d’idonea assicurazione. Le polizze assicurative contro gli incidenti di

responsabilità civile, che includono il proprietario e il suo cane, sono obbligatorie.

L’organizzatore non può in nessun caso essere ritenuto responsabile di un qualsiasi

incidente o dei danni causati da un concorrente o da un suo cane; in caso di mancato

rispetto del percorso ufficiale, il cane e il proprietario vengono immediatamente

squalificati in seguito a un rapporto del commissario di gara e nel caso di una lunga

scorciatoia, la penalità è di un’ora; in caso di partenza anticipata viene attribuita una

penalità di trenta secondi; durante la competizione, un concorrente può chiedere “pista”

prima di compiere un sorpasso: al concorrente che rifiuterà di dare “pista”, sono

applicate le seguenti penalità: un minuto al primo rifiuto, e squalifica di cane e

concorrente al secondo rifiuto; il rifiuto di farsi controllare o ottemperare a un ordine

della direzione di corsa, di un giudice di gara, di un responsabile di un punto di

controllo, di un medico o soccorritore, porta alla squalifica immediata; anche il mancato

passaggio a un posto di controllo porta alla squalifica; mentre l’utilizzo di mezzi di

trasporto porta alla squalifica immediata a vita; tutte le penalità sono cumulabili.

26. SEGNALAZIONE DELLE VIOLAZIONI DA PARTE DEI CONCORRENTI:

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I conduttori che segnalano violazioni al presente Regolamento, commesse da altri

conduttori partecipanti alla competizione, devono avvisare verbalmente e di persona il

direttore di gara immediatamente dopo il termine della gara nella quale è stata

riscontrata l'irregolarità, dettagliando l'accaduto. Tutti i reclami verbali da parte di

concorrenti possono essere presi in considerazione dal direttore di gara soltanto se sono

seguiti da un dettagliato reclamo scritto, il quale sarà consegnato al Direttore di Gara

entro, e non oltre un'ora dalla comunicazione verbale.

27. DIRITTO DI RICORSO:

Il ricorso è possibile in caso di risultato positivo al controllo anti-doping, la stessa cosa

è valida per il cane. L’atleta ha trenta minuti per presentare ricorso contro la sua

squalifica. L’atleta può far riferimento al capo dei commissari di gara e chiedere di

essere sottoposto (lui e il cane) a un secondo controllo da parte di un altro veterinario.

Se dopo il secondo controllo, il risultato sarà ancora positivo, la squalifica diventa

definitiva e le doppia analisi è fatturata all’atleta. Nel caso in cui il secondo controllo

dovesse essere negativo, invece, il caso viene esaminato dai veterinari e dalla

commissione tecnica. La decisione presa non può essere oggetto di un nuovo ricorso,

perché definitiva e potrebbe anche essere valutata l’ipotesi di escludere un atleta dalle

competizioni temporaneamente o a vita.

28. SICUREZZA ED ASSISTENZA MEDICA DURANTE LA GARA:

Per lo svolgimento della gara è obbligatorio un veicolo di soccorso sanitario (ambulanza

attrezzata) alla partenza, con la presenza anche di un Medico Veterinario. Sono

predisposti su tutto il percorso, diversi punti di soccorso collegati via radio o via

telefono con la direzione di gara. La maggior parte del percorso è accessibile con un

mezzo di soccorso, al fine di permettere l’intervento in caso di necessità. Un veicolo

ufficiale può entrare nel percorso in caso d’incidente o di problemi tecnici o sanitari.

Alle gare sono presenti ambulanze, protezione civile e un’equipe di medici durante tutta

la durata della gara. I posti di soccorso sono destinati a portare assistenza a tutte le

persone in difficoltà, coni mezzi propri dell’organizzazione o tramite organismi

convenzionati. Ogni corridore in difficoltà può chiamare i soccorsi, presentandosi a un

posto di soccorso chiamando la base o chiedendo a un altro corridore di avvisare i

soccorsi. Ogni corridore deve prestare assistenza a tutte le persone in difficoltà e

21

avvisare i soccorsi. Tutti i concorrenti possono ricevere assistenza da parte dei

commissari che si trovano lungo il percorso. I concorrenti possono aiutarsi tra loro

anche vicendevolmente durante la competizione, a condizione di rispettare lo spirito

sportivo e di non danneggiare altri concorrenti. Tali comportamenti sono giudicati dal

Direttore di Gara. Un corridore che fa appello a un medico o a un soccorritore si

sottomette, di fatto, alla sua autorità e s’impegna a rispettare le sue decisioni. I

soccorritori e i medici ufficiali sono abilitati a: sospendere i concorrenti giudicati

inadatti a continuare la gara invalidando il pettorale, a evacuare con tutti i loro mezzi i

corridori giudicati in pericolo ea ospitare i concorrenti che necessitano di un ricovero.

Tutti i concorrenti devono rimanere sui sentieri tracciati, colui che si allontana

volontariamente dai sentieri segnalati non è più sotto la responsabilità

dell’organizzazione.

29. ORGANI DEL CANICROSS:

a) GIURIA:

E’ composta dal tecnico di canicross in possesso di autorizzazione del comitato

nazionale, dal giudice di gara di canicross e da un veterinario.

b) COMMISSARI DI CORSA:

Alcuni commissari di corsa devono essere disposti lungo i differenti percorsi,

specialmente nei tratti più difficoltosi. I commissari di corsa rispondono direttamente

agli ordini del capo dei commissari di corsa della manifestazione. I commissari di corsa

non hanno il potere di prendere decisioni, solo la commissione tecnica può deliberare su

fatti accaduti durante la corsa e costatare i fatti. Essi però, fanno rapporto di tutte le

irregolarità che rilevano durante la gara, da parte del binomio, proponendo di apportare

dei punti disqualifica, qualora avvengano dei comportamenti scorretti da parte dei

partecipanti. Hanno la responsabilità per tutta la durata della manifestazione,

dell’idoneità del terreno di gara e spettano a loro le decisioni in caso di controversia o di

dubbi. I commissari di corsa sono dotati di materiale tecnologico, con il quale

documentano lo svolgimento della gara stessa. Il commissario di corsa deve essere

tesserato e deve seguire un apposito corso di formazione.

c) LA COMMISSIONE VETERINARIA:

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Ha il compito di effettuare i controlli nei cancelli veterinari sia alla partenza, per

valutare l’idoneità del cane, sia durante la prova per monitorare l’andamento, sia al

termine della gara per definire la condizione finale. Il giudizio della commissione

veterinaria è insindacabile ed ha la facoltà di eliminare il binomio dalla prova.

d) LA SEGRETERIA DI GARA:

Verifica la regolarità delle iscrizioni da parte dei concorrenti partecipanti, garantisce la

regolarità dei risultati e l’esattezza dell’eventuale ripartizione del montepremi e della

sua attribuzione. Si occupa inoltre di consegnare ad ogni partecipante il numero di

partenza. Al termine di ciascuna categoria, la segreteria ha l’obbligo di pubblicare le

classifiche finali e/o i punteggi di merito con l’indicazione dell’orario e la firma del

presidente di giuria che ha organizzato la gara.

REGOLE PER ORGANIZZARE UNA GARA DI CANICROSS:

Per organizzare una gara, il Comitato Organizzatore (C.O.) deve rispettare quanto

indicato nei seguenti paragrafi:

a) È necessario spedire un’apposita richiesta all’ufficio preposto della Federazione

Italiana Sport Cinofili all'indirizzo [email protected] utilizzando l'apposito modulo.

b) Il C.O. deve predisporre il programma di Gara che dovrà essere inviato per

l’approvazione al Comitato Regionale di competenza, oppure al Comitato Nazionale

canicross secondo il caso, almeno quattro settimane prima che la Gara venga disputata.

c) Deve stipulare un’idonea polizza di R.C.T. che copra tutti i rischi della

manifestazione. Qualora i C.O. siano enti affiliati, ai fini dell’autorizzazione della gara

non sarà richiesta altra copertura assicurativa oltre quella derivante dal rinnovo

dell’affiliazione per l’anno in corso, fermo restando che la responsabilità verso terzi dei

C.O. sussiste anche per i danni eccedenti le coperture assicurative possedute. Ogni

partecipante deve avere la tessera associativa dell’ente promotore e questa si può fare in

loco e/o tramite tesseramento on line, chi ha una tessera deve consegnare il proprio

certificato medico non agonistico al centro cinofilo di riferimento.

d) Devono essere presentate al Comitato Nazionale tutte le autorizzazioni rilasciate

dalle autorità competenti necessarie allo svolgimento della manifestazione.

e) Il tipo di terreno, le distanze e i vari dislivelli devono essere specificati nel

programma di gara. All’atto dell’iscrizione dovrà essere fornita ai concorrenti e

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all'assistenza una planimetria del percorso, una descrizione dettagliata di esso e le

indicazioni per raggiungere i punti di assistenza previsti.

f) Devono essere predisposte adeguate misure di sicurezza per il pubblico e allestiti, in

funzione della manifestazione, servizi di ristoro e servizi igienici per le persone.

g) Deve essere garantita la presenza di personale per l’assistenza e il supporto alla

Commissione Veterinaria e alla giuria.

h) E' obbligatoria la presenza di un’ambulanza per le gare con un numero superiore ai

cinquanta partecipanti. E’ obbligatorio avere un medico a disposizione per tutta la

durata della manifestazione nelle competizioni ufficiali di categorie superiori.

i) Deve essere predisposto il servizio di rilevazione tempi utilizzato dalla Federazione

Italiana Cronometristi. I C.O. potranno utilizzare servizi di rilevazione tempi diversi da

quanto sopra riportato soltanto con l’autorizzazione del Comitato Nazionale Canicross.

j) Deve essere predisposto un servizio di controllo dei passaggi lungo il percorso per i

“Giudici di Gara”.

k) Deve essere predisposto il servizio per la Segreteria Ufficiale in una zona coperta e

idonea. I centri che organizzano le gare in quest’area devono mettere in mostra i premi,

e la bacheca ufficiale con: il programma della manifestazione, la cartina, l’altimetria e la

descrizione del percorso, gli ordini di partenza e le classifiche e i numeri di telefono utili

(C.O., Ambulanza, Medico, Protezione Civile, Segreteria, ecc.).

1.3 ATTREZZATURA

L’errore più comune per chi inizia a praticare questo sport è di portare il cane a correre

con il collare o con la normale pettorina in attesa di comprare l’attrezzatura adatta.

Questo, oltre a essere sbagliato “il semplice jogging con il cane non è canicross”, è

anche pericoloso per la salute del nostro amico a quattro zampe; quindi, per fare le cose

in sicurezza, è bene non essere troppo smaniosi di iniziare e munirsi prima

dell’attrezzatura adatta, studiata per prevenire infortuni a noi e al cane. L’attrezzatura è

composta da:

- Cintura: s’indossa legata alla vita e ad essa va agganciata la linea. E’ realizzata in

materiale sintetico ed è provvista di una parte imbottita nella zona lombare, per evitare

che la schiena sia troppo sollecitata nel caso di brusche accelerazioni del cane.

24

Fig. 5 Cinture canicross.

- Imbrago da traino: imbrago appositamente studiato, da non confondere con le

comuni pettorine. Pensato per distribuire al meglio la forza e il carico dell’animale

quando tira, senza provocare pericolosi attriti sulla pelle e senza ostacolare la

respirazione e il movimento degli arti. Realizzato in materiale sintetico, impermeabile e

imbottito nelle zone del collo e del torace, per garantire un confort ottimale durante il

traino.

Fig. 6 Imbrago canicross.

- Linea ammortizzata: corda in materiale sintetico che collega, tramite moschettoni, la

cintura all’imbrago. Ha la particolarità di avere una prima parte elastica

(ammortizzatore) così da attutire eventuali strattoni e variazioni di velocità che possono

causare traumi alla schiena del nostro cane. La linea deve essere dotata di due

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moschettoni, di cui almeno uno a sgancio rapido, obbligatorio e molto utile per

sganciare il cane in caso di pericolo. Nella versione con due attacchi è possibile

collegarla a due imbraghi per allenare due cani contemporaneamente.

Fig. 7 Linea canicross.

- Booties: sono gli “stivaletti” per i cani; non sono obbligatori (a meno che i cani non

abbiano già piccole ferite alle zampe) ma sono utili nel caso di percorsi sterrati e per

cani con polpastrelli delicati. Sono molto consigliati per chi ha la possibilità di allenarsi

solo su percorsi asfaltati.

Fig. 8 Booties canicross.

L’attrezzatura, è prodotta e messa in commercio da diverse marche. Tra le varie marche

che producono l’attrezzatura, si possono trovare delle piccole differenze, poi sta ai vari

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binomi scegliere quella più adatta a loro. Tutto l’equipaggiamento è prodotto anche da

piccoli sarti su misura. Nella foto sottostante troviamo le principali marche e loro

relativi siti che si trovano sul mercato nazionale e internazionale.

Fig. 9 Le principali marche nazionali e internazionali produttrici dell’attrezzatura per il canicross con i loro relativi

siti.

1.4 COMANDI

Essendo veri e propri sport e non semplici passeggiate nella natura, il cane deve

rispondere a ben precisi comandi (gli stessi utilizzati nello sleddog) i quali permettono

al conduttore di guidarlo lungo il percorso scelto. Generalmente, si utilizzano i comandi

internazionali, anche se va benissimo anche il semplice “destra”, “sinistra”, ecc. o

comandi propri e personali del conduttore. Il vantaggio dei comandi internazionali è

che, se il cane dovesse cambiare conduttore, non avrà difficoltà a capire l’ordine.

Inoltre, il comando internazionale è verbalmente corto e incisivo, quindi di rapido

apprendimento e difficilmente fraintendibile. I comandi internazionali derivanti dalla

terminologia comune alaskana sono:

- Stay: (pron. stèi) perché il cane stia fermo al suo posto per essere imbragato, per

essere attaccato alla linea, durante le soste, o per togliere l’imbrago e staccarlo dalla

linea;

- Line: (pron. làin) stare in linea col muso rivolto in avanti, tenendo la linea ben tesa, sia

in corsa che da fermo;

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- Hike/mush/go: (pron. hàik/màsh/go) via, partenza;

- Ahead: (pron. ehèd) diritto, avanti (in caso di incroci o sorpassi);

- Gee: (pron. gi) destra; - Come gee: (pron. camgi) inversione a 180° a destra;

- Haw: (pron. ha) sinistra; - Come haw: (pron. cam ha) inversione a 180° a sinistra;

- Easy: (pron. ìsi, con la “s” di “rosa”) rallentare;

- Whoa/Stop/Alt: (pron. uooò) fermo.

1.5 ADDESTRAMENTO

Prima di iniziare a spiegare come addestrare un cane a fare canicross vorrei fare una

piccola considerazione personale. E’ possibile iniziare ad approcciare i cani a questi

sport anche da cuccioli ma io consiglio di aspettare. Poiché iniziamo questi sport per

scopi puramente ludici, a mio avviso, ci sono altre attività da fare insieme per imparare

a conoscersi e per instaurare un giusto e solido rapporto. E’ quindi opportuno dedicarsi

prima alla socializzazione del

cucciolo, alla condotta al

guinzaglio e all’obbedienza di

base, prima di iniziare a

praticare un qualsiasi sport

cinofilo.

Fig. 10-11-12 Da sinistra verso destra Simba da cucciolo mentre svolge alcuni esercizi di obbedienza come il dare la

zampa e il terra e durante i primi approcci con il guinzaglio.

Detto questo, vediamo come iniziare l’approccio a questo sport. Ci sono molti metodi

per iniziare a fare canicross e molte scuole di pensiero su

come insegnare al cane i comandi di base: l’unico

consiglio che mi sento di dare è quello di vivere questa

esperienza come un vero e proprio gioco insieme al

nostro migliore amico e quindi scegliere il metodo che lo

gratifica maggiormente. Il primo passo per iniziare

questo sport è far familiarizzare il nostro cane con

l’imbrago da traino. Per infilare l’imbragatura al

Fig. 13 Simba Imbragato. cane, bisogna metterlo in piedi e tenerlo saldamente con le

ginocchia all’altezza delle reni, quindi, afferrata l’imbragatura con due mani, va infilata

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prima una per volta dalla testa e successivamente alle zampe anteriori. Se il cane si

mostra spaventato dall’imbrago, è importante non forzarlo e aspettare che sia tranquillo,

a costo di compiere l'azione in più fasi. Indossato l'imbrago occorre premiare sempre il

cane sia verbalmente sia con tante coccole. Il cane, soprattutto se adulto, potrebbe non

trovarsi a suo agio con l’imbrago e potrebbe quindi tentare di sfilarselo o di morderlo.

Questi comportamenti sono normali: il mio consiglio è di lasciarlo fare, di accarezzarlo,

lodarlo e invitarlo al gioco così da abituarsi all’imbragatura senza “traumi”,

ammonendolo con un semplice “no” solo se e quando cercasse di morderla. Per ottenete

subito ottimi risultati, occorre un cane ben socializzato con gli uomini e con gli altri

cani e che conosca molto bene i comandi di base. Per creare un binomio vincente si

deve iniziare con lunghe passeggiate a guinzaglio prima e con lunghe sedute di dog

trekking poi. I nostri cani vengono addestrati a camminare al piede, in modo da

insegnargli a non tirare. Infatti, una delle più grandi preoccupazioni dei proprietari è

proprio questa: “Dopo aver impiegato molto tempo ad insegnare al cane a non tirare, ora

lo stimoliamo a farlo?” La risposta ovviamente è: “SI!” Semplicemente bisogna

insegnare al cane una cosa nuova e molto divertente. E’ fondamentale che il cane

capisca, che non sta andando a fare la solita passeggiata, ma sta svolgendo un’attività

diversa, che richiede il rispetto di certe regole, per questo è utile utilizzare la pettorina

per la passeggiata e l’imbrago per la corsa. Se differenziamo il suo abbigliamento (ad

esempio pettorina per la passeggiata e imbragatura per la corsa) lui capirà quando deve

stare davanti e quando invece deve rimanere al nostro fianco. Diversamente, rischiamo

che il cane impari a tirarci anche durante le passeggiate. Sarà perciò importantissimo

creare una routine che faccia capire al cane l’attività che stiamo andando a svolgere.

Durante la corsa il cane non potrà fermarsi liberamente a fare i bisogni, ma dovrà farli

solamente durante le soste; inoltre dovrà imparare a correre davanti a noi, tenendo

un’andatura costante e senza deviazioni. Quindi, dovremo iniziare con brevi tratti e

aumentare la distanza gradualmente, lodandolo con la voce ogni volta che esegue

”l'esercizio” nel modo corretto. Quando il cane sbaglia, dobbiamo correggerlo con un

segnale vocale secco come un “no”, che gli faccia capire l’errore. Essendo il cane due

metri davanti a noi, è importantissimo il rapporto di fiducia reciproca che riusciamo a

creare, soprattutto per la sua e la nostra sicurezza, infatti, la comprensione di pochi e

chiari comandi è indispensabile. Tenete presente che per quanto piano corriate, la

29

velocità sarà comunque sicuramente superiore a una normale passeggiata.

L’addestramento inizia con l’insegnamento dei comandi, che deve avvenire su percorsi

poco frequentati (in modo che il cane abbia poche distrazioni), a temperature non

elevate, su percorsi aventi bivi e che non presentino salite ripide o discese scoscese. Si

possono insegnare i comandi durante le passeggiate al guinzaglio, oppure durante i dog

trekking, oppure in un campo di addestramento. L’importante è che tutto sia percepito

come un gioco. Il cane deve imparare a mantenere

un’andatura costante, se si mostra troppo esuberante, sarà

compito nostro avere pazienza e dissuaderlo dal mantenere

questo comportamento, fermandoci e ripartendo solo quando

si sarà calmato. Dovrà anche imparare a tenere il sentiero,

senza cedere alla tentazione di esplorare i dintorni: per

abituarlo sarà sufficiente ammonirlo quando abbandonerà il

percorso. Per insegnare i comandi di partenza e di arresto, è

sufficiente associare all’azione: “Go!” l’inizio a della

camminata/corsa e allo “Stop!” l’arresto. Per i comandi

direzionali, consiglio questa procedura: a una decina di metri

prima di un bivio rallentare Fig. 14 Simba mentre segue il percorso.

l’andatura e iniziare a dare il comando ritmicamente. In

procinto della svolta, continuare a dare il comando

ritmicamente, osservare dove svolta il cane, se svolta

correttamente (anche se per puro caso), elogiatelo e

ricompensatelo con la voce; se sta per sbagliare direzione,

fermatevi prima del bivio, correggetelo con un secco “no”

seguito dal comando giusto che si desidera sia eseguito. Nel

momento in cui il cane prende la giusta direzione riempite

Fig. 15 Io mentre uso la linea per direzionare Simba. il cane di lodi e incoraggiamenti. Per

facilitare l’apprendimento occorre dedicarsi prima solo all’allenamento delle curve a

destra, poi solo a sinistra o viceversa. In alcune fasi iniziali è utile usare la linea

tenendola per mano come un guinzaglio, in modo da suggerirgli manualmente la

30

direzione prima del bivio. Ovviamente i comandi vanno ripetuti più volte in modo che il

cane li assimili. Inizialmente consiglio percorsi brevi, soprattutto se il cane non è

abituato. Per la prima corsa con il vostro cane, scegliete un percorso familiare. Portatelo

a correre in un luogo conosciuto che visita abitualmente e che magari conduce in un

posto a gradito, come per esempio l’area cani, dove gioca con i suoi simili. Vedrete che

tutto verrà più naturale in quanto la motivazione

nell’animale è fondamentale come nell’uomo. Un

percorso conosciuto è meglio di un campo aperto,

perché il cane sa già qual è la direzione da

prendere e ha già in mente la strada. Il metodo a

mio avviso più semplice per iniziare, è quello

d’uscire a correre con un amico che ci faccia da

lepre e che corra davanti al cane, se poi è Fig. 16 Simba impegnato in una curva a destra.

qualcuno che già corre con il cane, è ancora più

facile, perché il nostro cane sarà portato

istintivamente a inseguirlo e a imitarlo. Nei cani

timidi e molto legati al proprio proprietario un altro

metodo è di legare il cane a un conoscente o amico

e lasciare al proprietario il compito di fare la lepre

e correre davanti all’animale, in questo modo

Fig. 17 Io mentre faccio da lepre a Simba. vedrete immediatamente grandi risultati. Appena

vediamo che il cane ci corre davanti, dobbiamo essere molto tempestivi nel lodarlo con

un bravo (dobbiamo essere un po' attori esagerando nei complimenti perché il cane è

due metri davanti a noi, per cui non abbiamo la possibilità di premiarlo con il cibo, ma

solo con la nostra voce). Se invece iniziate da soli, il processo è un po' più lungo: in

questo caso il mio consiglio è di cercare un sentiero o una stradina molto stretta, in cui il

cane sia costretto a stare davanti (l'ideale è in montagna) e iniziare con un Dog

Trekking. In altre parole si tratta d’una passeggiata, in cui il cane è davanti a noi, questo

è molto utile anche perché si utilizza la stessa attrezzatura. Quando il cane avrà

imparato a camminare davanti possiamo iniziare con dei brevi tratti di corsa, il tutto

sempre accompagnato da gratificazioni nel momento in cui il cane esegue correttamente

l'esercizio. Dobbiamo sempre ricordarci che il nostro cane è due metri davanti a noi

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legato con una corda, per cui, per la sua sicurezza, la nostra e di chi ci sta intorno,

dobbiamo sempre guardare sia cosa succede davanti, sia cosa fa il cane ed essere pronti

ad anticipare le sue mosse. Ad esempio sarà molto importante che il cane non si fermi

ad annusare o a fare i bisogni, quindi appena vediamo che la sua attenzione è catturata

da qualcos'altro dobbiamo anticiparlo con un “no” deciso (ricordiamoci che non lo

stiamo sgridando ma gli stiamo dando un comando). Durante le prime uscite è

consigliabile fare corsa breve anche alternata con fasi

di cammino e fermarsi ancor prima che il cane sia

stanco. Le prime sessioni non devono superare i

trenta minuti. Inizialmente, almeno fino ai sei mesi di

età del cucciolo, i chilometri delle uscite vanno

dall’uno e mezzo fino ai tre, ma non oltre, perché il

piccolo è alle prime armi ed è in fase di crescita

scheletrica e muscolare. E’ importante, inoltre,

correre su un percorso sterrato dove non ci siano

grossi dislivelli nelle salite e nelle discese. Per un

buon allenamento di formazione, si consigliano due

tre sedute a settimana alternate da un giorno di

riposo. Durante i primi allenamenti è molto importate

Fig. 18 Io e Simba in una seduta di allenamento agli inizi. anche adeguarsi alla velocità del proprio

cane, soprattutto se siamo più veloci di lui. E’ bene osservare sempre lo stato del nostro

animale, durante e dopo l'allenamento. L’adattamento fisiologico e metabolico

all’allenamento richiede del tempo, come accade per l’uomo; essendo necessario molto

tempo per raggiungere ottimi risultati, è bene non cercare di forzare troppo il cane.

Durante le uscite è consigliabile fare alcune soste, per abbeverarlo e premiarlo anche

con dei bocconcini, perché il rischio principale per i cani quando fanno attività è la

disidratazione o il colpo di calore, soprattutto nei mesi estivi con temperature e tassi di

umidità elevati. E’ importantissimo portare sempre con sé una ciotola e dell’acqua, a

meno che non ci siano delle fontane o fontanili sul percorso. E’ importante non fare

uscite nelle ore centrali quando è caldo, soprattutto durante i mesi estivi, in questi

periodi è meglio allenarsi la mattina presto o la sera tardi, quando la temperatura e il

sole non sono così forti. L’ideale sarebbe correre in sentieri con zone d'ombra, come i

32

boschi o vicino a corsi d'acqua, così il cane può rinfrescarsi, se necessario. E’ buona

norma controllare la temperatura atmosferica prima di ogni seduta di allenamento e in

caso di temperature elevate è meglio rimandare o allenarsi da soli. Sarebbe utile abituare

il cane a fare i propri bisogni nei primi cinque minuti di passeggiata, ma se ciò non

accade soprattutto durante le prime uscite, non rimproveratelo se si ferma a marcare o

ad annusare. Se il nostro cane si ferma di continuo, si rischia sia di inciampare nella

linea, sia di creare disagi alle altre persone che corrono. Il mio consiglio è di creare una

routine in cui il cane ha modo di strutturare alcuni comportamenti, ovvero ha tempo di

sporcare nei primi minuti di

uscita e appena prima di

rientrare, mentre non lo deve

fare durante la corsa nella parte

centrale dell’allenamento. E’

buona norma, controllare lo

stato di salute generale del cane,

facendo particolare attenzione

alle zampe, ai cuscinetti e agli Fig. 19 Io e Simba in un prato dove la concentrazione deve essere

massima per entrambi poiché non c’è il sentiero che ci guida.

spazi interdigitali durante e dopo la sessione di

allenamento, soprattutto in caso di uscite

particolarmente lunghe e impegnative e in presenza di

terreni aspri o nevosi. Se il cane è svogliato o stanco

interrompete l’addestramento. Conclusa l'uscita, è

importante togliere l'imbrago al cane e rimetterlo al

guinzaglio. La ripetizione di tale situazione porterà in

breve tempo il cane a scindere le due tipologie di

passeggiata. Anche durante l’addestramento è

importante tener presenti le norme di sicurezza, perché

Fig. 20 Simba con la pettorina a passeggio. è importante che lo sport praticato procuri benessere

a noi, al cane, e a tutti quelli intorno. In tal senso, mai portare il cane a correre con il

collare! Questo è l’errore più comune e potenzialmente più dannoso per il nostro

animale, infatti, in caso di un brusco scatto in avanti o, ancora peggio, d’ostacolo

improvviso lungo la strada, come ad esempio un palo o un cartello stradale, potremmo

33

procurare seri danni al nostro migliore amico. Non solo, il collare non permette al cane

di distendere il collo in avanti mentre corre e questo, a lungo andare potrebbe creargli

problemi. E’ vivamente sconsigliato anche correre tenendo il guinzaglio in mano! Il

guinzaglio tenuto con la mano, infatti, sposta il baricentro del nostro corpo, per cui se il

cane dovesse accelerare bruscamente o svoltare di colpo, è molto probabile per noi

cadere a terra. Per non parlare dell’effetto traumatico che la mancanza di oscillazione di

un braccio può avere per la schiena e le articolazioni. Indossando la cintura, le mani

sono libere e si può correre con il corpo in modo simmetrico. L’ultimo consiglio che mi

sento di dare è il seguente: la parola “canicross” è formata da due termini cani e cross,

quindi è già di per sé esplicativa; privilegiate percorsi sterrati e con poca gente, ne

guadagnerete in salute e divertimento! Se invece vivete in città e non avete la fortuna di

avere la campagna vicina, un parco o una pista ciclabile andranno più che bene per

faticare e divertirvi insieme al vostro migliore amico. Se correte in un parco o in zone

frequentate da altri runners, tenete sempre a mente che con il cane formate un “trenino”

lungo quasi 3 metri, di cui l’uomo è l’ultimo vagone, perciò è bene prestare sempre la

massima attenzione.

1.6 BENEFICI DEL CANICROSS:

Correre con il proprio cane può essere la situazione ideale per entrare in relazione con

se stessi e con gli altri, oltre che un’occasione per conoscere luoghi, ambienti e paesaggi

diversi. Questo sport ci consente di fare un’esplorazione ordinata e attenta, organizzata

in modo da poter includere nella corsa anche il nostro cane. Svolgere delle sedute di

canicross periodicamente, porta molti benefici: migliora il tono dell’umore, perché il

nostro corpo libera delle

sostanze, le endorfine e le

serotonine, capaci di

contrastare l’ansia e la

depressione, riarmonizza il

battito cardiaco che, come

sappiamo, nei momenti di

stress tende ad accelerare e Fig. 21 Simba e uno splendido paesaggio

non meno importante il beneficio che deriva dalla presenza rilassante del nostro amico

34

a quattro zampe. In seguito ai miglioramenti fisici, arriva il giovamento psichico: la

mente allontana i problemi rendendoli meno assillanti e, ritrova quell’equilibrio che ci

consente di gestire con maggiore tranquillità le preoccupazioni d’affrontarle

serenamente. Si regolarizza il respiro, che nei momenti di ansia e di paura tende a farsi

corto, superficiale e "alitante", si scaricano le tensioni muscolari accumulate nei

momenti di stress, senza il rischio di strappi o stiramenti, si protegge l’organismo da

osteoporosi e da artrosi, perciò, uno sforzo moderato e costante stimola la capacità delle

ossa di assimilare il calcio c’è produzione di sostanze come l'elastina ed il collagene che

formano le cartilagini, si ristabiliscono i valori della pressione, i livelli dei trigliceridi e

del colesterolo nel sangue, cioè si consumano i grassi. Il cane come l’uomo subisce gli

stessi effetti benefici appena descritti, in più diventa molto agile. In questo modo rimane

in forma e non tende ad aumentare di peso, ma soprattutto si sfoga, si rilassa, si calma

ed è felice perché trascorre tempo con il suo padrone. Un cane stanco è un cane

fortunato. L’abitudine alla corsa è salutare per entrambi e rinsalda sempre di più il

rapporto cane-padrone.

1.7 INDAGINI CONOSCITIVE SUL CANICROSS

Essendo questa disciplina ancora ”in embrione”, soprattutto in Italia, ecco i risultati di

alcune indagini condotte per conoscerla meglio.

I CANI PIU’ UTILIZZATI:

La domanda posta nel sondaggio era volta a conoscere quali erano le razze di cane che

si utilizzavano maggiormente per fare canicross. La domanda è stata posta a vari

corridori durante le gare e online su siti e gruppi presenti nei social network che si

occupano della propaganda della disciplina. Segue il grafico che è stato con le 500

risposte ricevute dopo il sondaggio. Le considerazioni più importanti da fare sono due:

la prima è che ai primi posti ci sono razze di cani, scelte appositamente per questo sport;

la seconda è che esso può essere praticato da molti cani differenti, ognuno con le sue

velocità e le sue distanze. Quindi, “questo certifica che non è uno sport per una sola

razza ma è uno sport trasversale”.

35

Fig. 22 Grafico a torta sulle razze più utilizzate nel canicross.

Fig. 23 Le principali razze canine nel mondo.

Però, come tutti gli sport cinofili, anche per il canicross ci sono delle tipologie di cani

particolarmente adatte a svolgere questa disciplina. Tra le razze riconosciute dalla

Fédération Cynologique Internationale (FCI) ci sono sicuramente quelle nordiche:

Fig. 24-25-26 Le principali razze nordiche utilizzate. Da sinistra verso destra abbiamo il Siberian Husky l’ Alaskan

Malamutee e il Samoiedo.

Siberian Husky, Samoiedo e Alaskan Malamute, alcune razze di cani da ferma, come:

Kurzhaar e Weimaraner e ovviamente i

Greyhound. A partire da queste razze, sono

poi stati fatti dei nuovi incroci in cui si è

cercato di unire gli aspetti positivi di esse,

Fig. 27-28 Cani da ferma. A sinistra un Weimaraner a destra un Kurzhaar. come ad esempio la velocità

dei levrieri e la resistenza dei nordici, per creare degli animali particolarmente

predisposti alla corsa e al traino e quindi adatti al canicross. Tra i diversi incroci, ci sono

36

tre tipologie presenti alle gare, cioè: gli Alaskan Husky, i Greyster e gli

Eurohound/ScandinavianHound/EuropeanSleddog

(ESD). Non essendo

razze riconosciute

ufficialmente, ed

Fig. 29 Greyhound. essendo state create per le doti

atletiche trascurando quelle puramente estetiche, è difficile Fig. 30 Alaskan Husky.

fornire indicazioni precise sull’origine e la morfologia.

Cercando in rete si trovano indicazioni discordanti e si ha la

sensazione che i singoli allevatori abbiano soddisfatto

obiettivi personali piuttosto che seguire regole condivise.

L'unica certezza è che hanno puntato esclusivamente sulle

grandi prestazioni atletiche dei soggetti riproduttori. Fig. 31 Greyster.

(Descrivendo brevemente queste tre tipologie di cani si può affermare che

gli Alaskan Husky, derivano dall'incrocio di diverse razze nordiche e in alcuni casi di

razze da caccia. Tendenzialmente sono più alti e più snelli dei Siberian Husky e più

adatti di questi alle corse su lunghissima distanza (1000-2000 km).

I Greyster derivano dall'incrocio di Greyhound e Kurzhaar. Sono di taglia

grande/gigante, sono meno adatti al freddo e alle corse di resistenza rispetto agli

Alaskan Husky, ma sono dei campioni nelle gare sprint.

Gli Eurohound/ScandinavianHound/EuropeanSleddog (ESD) derivano dall'incrocio

di Alaskan Husky e Kurzhaara volte Greyhound). Sono di taglia media, generalmente

snelli e sembrano essere la via di mezzo tra gli Alaskan Husky e i Greyster. Rispetto ai

Greyster sono

più adatti ai

climi rigidi, più

resistenti ma

meno veloci.

Fig. 32-33-34 Da sinistra a destra un Eurohound uno ScandinavianHound e un EuropeanSleddog.

PERCHE’ PRATICARE CANICROSS?

37

Questo sondaggio e dunque la domanda rivolta, aveva lo scopo di conoscere i tipi di

approccio che le persone hanno verso questa disciplina. Le risposte ricevute non sono

state tantissime, circa 150, ma credo che siano sufficienti a dare un'indicazione di come

l'aspetto agonistico, anche se molto importante e necessario, è solo uno degli aspetti di

questo sport, gli altri riguardano la bellezza di questa pratica all’aria aperta con il

proprio cane e il fatto che essa procura benessere, giova alla salute e del padrone e

dell’animale e mantiene in forma entrambi.

Fig. 35 Perché fare canicross?

Fig. 36 La bellezza di praticare una disciplina immersi nella natura.

38

CAPITOLO SECONDO “È bello girare la collina insieme al cane:

mentre si cammina, lui fiuta e riconosce per noi le radici,

le tane, le forre, le vite nascoste,

e moltiplica in noi il piacere delle scoperte.”

(Cesare Pavese)

2.1 I BENEFICI DEL RUNNING PER IL BENESSERE

La corsa è una naturale progressione locomotoria bipodalica, che attuiamo quando

abbiamo bisogno di muoverci più velocemente. Correre fa bene: aumenta il benessere,

mantiene in forma, aiuta a dimagrire, permette di fare sport all'aria aperta, anche in

compagnia. Ecco i benefici del running e i consigli su come correre correttamente.

RUNNING: BENEFICI E BUONE REGOLE:

Correre è un’attività fisica ideale per sfogare l'energia e ridurre lo stress, ma è anche un

piacere che può avere benefici sia dal punto di vista fisico che psichico, già con due/tre

allenamenti di corsa a settimana.

Ci sono diverse forme e stili di running:

jogging: la corsa lenta e ritmata che crea meno sforzo e meno acido lattico;

walking e dog trekking: la versione sportiva e dinamica della classica camminata da

soli o in compagnia del nostro amico a quattro zampe;

trail o canicross: la corsa su sentieri e su sterrato da soli o insieme al nostro cane.

COME CORRERE CORRETTAMENTE:

Quando si parla di corsa, non esiste un metodo universale un criterio unico che valga

per tutti. E’ scientificamente provato che ciascuno di noi ha il proprio modo naturale di

correre.

CORSA: COSA DICE LA SCIENZA

Uno studio condotto da ricercatori della Brigham Young University, nello Utah, ha

dimostrato che modificare il proprio modo di correre, con lo scopo di ottenere

performance migliori, porta inevitabilmente ad un maggiore dispendio di energia.

Questa ricerca è stata condotta anche grazie alla collaborazione con l’USA Track &

Field, l'associazione no profit americana di atletica leggera, grazie alla quale è stato

possibile rilevare che la corsa di ogni atleta ha caratteristiche diverse: c'è chi poggia a

39

terra prima la pianta del piede, chi il tallone e chi invece l'avampiede, ma queste

differenze non influenzano in alcun modo le performance.

NO ALLE CORREZIONI FORZATE:

Ogni atleta, poggia il piede a terra nel modo più adatto alla propria

biomeccanica. Cercare di correggere quest’andatura naturale, in assenza di difetti

importanti, è assolutamente sconsigliato poiché porterebbe solo a forzature verso uno

stile di corsa innaturale, con conseguente peggioramento delle prestazioni.

FOOTING PER IL CUORE:

La corsa è uno sport completo e proprio per questo fa lavorare tutti i muscoli del corpo,

con effetti benefici sull'intero sistema cardiocircolatorio. È importante però non

esagerare, per non affaticare il cuore. Meglio allora prendere l'abitudine di allenarsi con

un occhio al cardiofrequenzimetro, per mantenere sempre i battiti sotto controllo.

VUOI INIZIARE A CORRERE? MEGLIO UN ALLENAMENTO GRADUALE:

Regola d'oro per avvicinarsi a questo sport (e a ogni altro) è quella che impone

di procedere per gradi. Vietato improvvisarsi maratoneti o corridori da un giorno

all'altro. Meglio iniziare per gradi, aumentando via via i ritmi e i tempi della corsa.

CORRERE IN SALUTE:

Correre per dimagrire è uno dei principali motivi per cui ci si dedica al running. Occorre

però fare attenzione, perché i chili di troppo possono provocare un sovraccarico a danno

delle articolazioni e dei muscoli. In caso di necessità, consultare il proprio medico o uno

specialista in medicina sportiva.

SCARPE DA RUNNING: SCEGLIERE LE SCARPE ADATTE

Gli specialisti sconsigliano l'utilizzo di normali scarpe per praticare running, meglio fare

un piccolo investimento e acquistare nei negozi specializzati le scarpe da corsa adatte al

proprio livello: ci metterà al riparo da fastidiose tendiniti e da infiammazioni al piede o

al ginocchio.

COMINCIARE A CORRERE: I LUOGHI MIGLIORI PER LA CORSA

Per chi è alle prime esperienze in questo sport, il consiglio è di iniziare a

correre scegliendo un terreno morbido, che ammortizza meglio l'urto e consente al piede

di adattarsi allo sforzo richiesto. Meglio quindi correre in un parco, assicurandosi però

40

che il terreno sia in piano, senza buche o altri ostacoli; questo eviterà distorsioni o colpi

alle caviglie. In un secondo momento, quando si conoscerà meglio la risposta del

proprio fisico al movimento, si potrà passare a un terreno più duro, come l'asfalto,

oppure alla pista di atletica.

CORSA E QUALITÀ DELL'ARIA:

La corsa è uno sport aerobico ed è dunque indispensabile che la qualità dell'aria che

respiriamo mentre ci alleniamo sia buona. Prediligete percorsi nei parchi o in campagna,

immersi nel verde, ed evitate le strade cittadine, cariche di smog. Si alle corse sul

bagnasciuga e in riva al mare, benefiche per la salute e perfette per godersi il paesaggio.

LA CORSA ALLUNGA LA VITA:

Dati recenti, diffusi dal Copenhagen City Heart Study e raccolti attraverso uno studio

prospettico su una popolazione di venti mila persone dal 1976 al 2011, hanno

dimostrato che praticare jogging aumenta l'aspettativa di vita di 5,6 anni per le donne e

di 6,2 anni per gli uomini. Il rischio di morte, per chi corre abitualmente due o tre volte

a settimana, si ridurrebbe addirittura del 44%.

CORRERE PER DIMAGRIRE:

Tra gli esercizi per dimagrire, la corsa è uno sport perfetto. Non solo, è un

ottimo allenamento brucia grassi, è utile per tonificare tutto il corpo, soprattutto glutei,

gambe e fianchi. Per dimagrire però, ci sono delle buone regole da seguire, ovvero la

gradualità e soprattutto la costanza nella pratica.

2.2 BIOMECCANICA DELLA CORSA NELL’UOMO

Analizzare l’azione del trailrunner non è cosa semplice, perché non si tratta di una sola

tipologia di azione, ma di complesse azioni espletate su terreni diversi con innumerevoli

variazioni di pendenza. Nel trail si corre in piano, in salita e in discesa e si corre sullo

sterrato, sull’erba, su roccia. Tutte queste situazioni concorrono a rendere ampio lo

spettro di azioni da analizzare. Essendo il canicross una disciplina nella quale il bipede

si muove correndo, è importante analizzare come si muove il nostro organismo, lo

strumento che utilizziamo è la biomeccanica.

COS’È LA BIOMECCANICA?

41

La biomeccanica è la scienza che applica i principi della meccanica al movimento del

corpo umano. In particolare studia la cinematica (il movimento del corpo) e la dinamica

(le forze che provocano tali movimenti). Nella stazione eretta la proiezione del

baricentro cade sempre all'interno del poligono di appoggio. Ciò facilita il

mantenimento statico dell'equilibrio corporeo. Durante il movimento, nell'azione

dinamica della camminata o della corsa, il baricentro corporeo si sposta continuamente,

pur rimanendo sempre all'interno del poligono di appoggio. L’uomo, dalla sua nascita in

poi, si troverà sempre a contrastare la forza di gravità in tutte le sue attività. Attraverso

la biomeccanica siamo in grado di comprendere il funzionamento della macchina

umana, sia quando è ferma (statica), sia quando è in movimento (dinamica) e comunque

sempre come adattamento all’azione della forza di gravità. Il modello biomeccanico che

deriva da queste applicazioni, ci consente di individuare degli status ottimali, o meglio

ideali, cui cerchiamo di tendere in particolare nello svolgimento delle attività sportive.

Ecco che l’analisi del gesto motorio della corsa, confrontato con i modelli biomeccanici,

ci permette di prendere coscienza del nostro modo di correre, di definire protocolli di

allenamento mirati e sostanzialmente di migliorare anche la performance.

MECCANISMI D'AVANZAMENTO DELLA CORSA:

La base per comprendere il corretto schema di movimento per la corsa dell'uomo è

chiedersi in che modo avviene l'effettivo avanzamento del corpo in avanti. Le azioni

complesse che realizzano questo spostamento sono tre:

1. La caduta del baricentro oltre la base d'appoggio.

2. La trazione del piede al contatto a terra.

3. L'oscillazione dell'arto in avanti dopo il distacco da terra.

Il primo meccanismo è la base stessa della corsa, ne costituisce l'inizio e permette la

conservazione di parte della quantità di moto generata passo dopo passo. Per rendere

efficiente questo meccanismo, è necessaria la giusta stiffness della catena estensoria

dell'arto inferiore e un corretto equilibrio d'azione tra anca, ginocchio e caviglia. La

seconda azione è fondamentale per correre a velocità piuttosto elevate, aumenta la sua

importanza in salita e nelle accelerazioni e consiste in un'azione principalmente a carico

degli estensori dell'anca e di un gruppo muscolare che sembra fatto apposta per la corsa,

i muscoli ischio-crurali. Il terzo meccanismo è estremamente importante nella velocità

42

pura ed è un'azione molto difficile da allenare correttamente perché mette in gioco

muscoli che sono scarsamente sollecitati in maniera simile da altri tipi di attività. La

principale differenza tra cammino e corsa è la presenza di una fase di volo. Durante

questa fase, nessun piede rimane appoggiato a terra. Per un breve periodo di tempo il

nostro corpo si trova pertanto "in fase aerea" rispetto al terreno. Inoltre, nella corsa

l'appoggio del piede a terra non avviene in sequenza tallone-avampiede come nella

deambulazione. E' l'avampiede, più precisamente la parte esterna metatarsale, a

prendere contatto con il suolo in modo da assorbire l'impatto e sfruttare

contemporaneamente l'azione dei muscoli estensori (la cosiddetta "stiffness"). Questo

tipo di qualità muscolare è alla base stessa dell'azione di corsa e della sua efficienza sia

nella velocità che nelle prove di distanza. La traduzione letterale di stiffness dall'inglese

è “rigidezza”. Questo termine definisce, quindi, la proprietà del complesso muscolo-

tendineo di essere poco deformabile da una forza esterna e quindi di immagazzinare

energia elastica al suo interno per restituirla nell'istante immediatamente successivo,

permettendo ai muscoli di generare fino al 130% del loro potenziale isometrico. Alla

base di questa caratteristica vi sono una serie di proprietà fondamentali che a volte

devono essere allenate singolarmente perché il meccanismo funzioni in modo perfetto.

Alcune di queste sono:

1. La capacità di generare tensione attiva da parte delle fibre muscolari

2. Un'ideale linea di trazione di tutto il complesso muscolo tendineo, senza aderenze o

limitazioni articolari

3. Una corretta proporzione tra sezione del tendine e sezione del collagene

intramuscolare

4. Un timing d'attivazione del muscolo specifico e strutturato in maniera automatica

Una delle convinzioni più diffuse è quella che nella corsa ci vogliano gambe e testa. Un

numero crescente di studi ha dimostrato che fondamentale è anche il ruolo del tronco e

della stabilità centrale di un atleta. In pratica, è fondamentale per lavorare al

meglio sugli arti inferiori, avere un punto ben fisso al quale attaccarsi per generare

potenza. E' stato dimostrato che un allenamento di core stability pur non avendo una

correlazione diretta con la prestazione nella corsa, migliora l'equilibrio, migliora la

respirazione e ottimizza il timing d'attivazione degli arti inferiori. E’ quindi questo il

43

punto fisso che deve essere potenziato e allenato. Uno dei fattori più sottovalutati per

comprendere le disfunzioni della meccanica della corsa è la cocontrazione. Questo

meccanismo, tramite il quale il sistema nervoso modula la contemporanea attivazione di

muscoli agonisti e antagonisti, è alla base della stabilità articolare e dell'efficienza del

core, ma può seriamente compromettere le sinergie dell'arto inferiore per lo

sfruttamento della stiffness o limitare l'estensibilità articolare ad alte velocità o

l'intensità della contrazione. Saper valutare quando una limitazione di forza o di stabilità

è dovuta alla cocontrazione è, infine, fondamentale anche per correggere alcuni errori

chiave alla base di specifiche sindromi da sovraccarico. Per una corretta tecnica di corsa

dobbiamo possedere anche il controllo dei diversi segmenti corporei interessati quali: la

testa, che va mantenuta eretta, in linea

con il corpo; il busto che deve essere

leggermente inclinato in avanti; il

bacino che non deve essere arretrato

rispetto al busto; le braccia che devono

avere un angolo gomito - avambraccio

di circa novanta gradi e i piedi in

assetto corretto. A seguito dello

spostamento verticale del baricentro e

dell'aumentata velocità

Fig. 37 Tecnica di corsa corretta.

d'avanzamento, nel momento della ricaduta del

corpo a terra si generano notevoli forze di

reazione al suolo e di carico esterno sulle

articolazioni. Avere un corretto e preciso

pattern motorio di attenuazione degli impatti è

una capacità importante da allenare, al pari

della produzione di potenza per l'avanzamento.

Una scarsa capacità di attenuazione Fig. 38 Grafico rapporto Ampiezza/Frequenza nella corsa.

degli impatti può essere anche un fattore limitante l'efficienza del gesto. L'esempio

classico di questo fenomeno è ben visibile nella corsa in discesa quando l'affaticamento

dei quadricipiti ci costringe a rallentare per diminuire le forze d'impatto da gestire

durante la corsa. Nonostante sia diversa nella sua interpretazione stilistica e dipenda da

44

fattori fisici quali la lunghezza degli arti e statura, la corsa deve essere ricondotta (per

essere efficace) ad alcuni parametri fissi che rappresentano la base essenziale per

un’efficiente realizzazione pratica. Ricordiamoci che è necessario trovare il giusto

compromesso tra l’ampiezza e la frequenza del passo: maggiore è l’ampiezza del passo

e più elevato sarà il dispendio energetico dell’atleta. Nella corsa possiamo individuare

quattro fasi che costituiscono il ciclo di lavoro degli arti inferiori:

1) 1^ fase: Volo

2) 2^ fase: Riavvicinamento della gamba

3) 3^ fase: Arrivo a terra

4) 4^ fase: Spinta

1° Fase: Volo

La fase aerea non è meno importante. In questa abbiamo il recupero degli arti inferiori

per l'alternanza della loro funzione. Durante l’azione della corsa, gli arti superiori

oscillano in coordinazione con il movimento delle gambe. Il busto, sia in fase aerea, che

in fase di contatto, rimane in leggera flessione e inclinato in avanti. Una volta che l'arto

portante si è staccato dal suolo, gli arti, con fulcro al bacino, agiscono in direzione

opposta; il piede dell'arto libero, si sposta velocemente in avanti per effetto

dell'estensione della coscia e della gamba. Il piede dell'arto in spinta si allontana dal

bacino; l'articolazione del ginocchio è quasi completamente estesa e l'anca è orientata

all'indietro. Nel lasciare il suolo, il piede portante subisce un'accelerazione e l'arto si

flette all'anca, al ginocchio e alla caviglia. Il piede e il polpaccio salgono rapidamente

sotto il gluteo, mentre la coscia flette in avanti. Questa flessione sarà tanto maggiore

quanto maggiore sarà la velocità di traslocazione orizzontale, ciò dipenderà in massima

parte dalla spinta impressa sul terreno dal piede e dal meccanismo di reazione alla spinta

(muscoli antagonisti che evitano tensioni esagerate) che produce l'avanzamento della

coscia.

2° Fase: Riavvicinamento della gamba

Mentre l'arto posteriore avanza, il piede di quello anteriore cade in basso appena davanti

al ginocchio. La riunione degli arti avviene a una "velocità d’incontro" dei piedi che non

è prefissata, ma si può modificare, pur mantenendo inalterata la durata del volo nel suo

45

insieme. Queste variazioni caratterizzano l'aumento o la diminuzione della frequenza

dei passi. L'incremento della velocità di abbassamento dell'arto verso terra, oltre ad

abbreviare la fase di volo, consente al piede di assumere la posizione di appoggio più

vicina alla verticale del bacino.

3° Fase: Arrivo a terra

La presa di contatto con il suolo avviene in un primo tempo con l'esterno del piede e la

superficie di appoggio aumenta sino a che il corpo passa al di sopra di essa: l'arto

inferiore cede, piegando, all'impatto; in questo istante l'atleta assesta la presa al suolo

del piede, ammortizzando il movimento del baricentro verso il basso con conseguente

rallentamento della velocità orizzontale.

4° Fase: Spinta

Terminata la fase di ammortizzazione, inizia la parte positiva dell'azione del piede con

l'applicazione della forza sul terreno e la distensione dei muscoli estensori della gamba.

L'effetto accelerativo cresce progressivamente in simbiosi con lo spostamento in avanti

del corpo. Perché la corsa risulti essere redditizia, la componente verticale della spinta

deve essere sufficiente per opporsi alla gravità ma non deve determinare mai un'azione

eccessivamente rimbalzata. La fase estensiva inizia dai muscoli del bacino, più lenti ma

potenti, per terminare con i muscoli del piede; l'azione si completa con il piede lontano

dal bacino, che lascia il suolo con il suo interno. In funzione della distanza e delle

qualità individuali l'azione di corsa presenta differenze sostanziali nelle caratteristiche

dinamiche e cinetiche, che però continuano a ubbidire a leggi generali.

AZIONE DEL TRONCO, DELLE BRACCIA E DEL CAPO:

Nella corsa i movimenti delle braccia sono coordinati con le gambe in maniera naturale;

esse oscillano con andamento avanti-alto e dietro-basso, leggermente convergenti in

avanti. La fase avanti-alto si somma alla componente verticale della spinta, mentre il

movimento dietro-basso coincide con l'appoggio del piede opposto sul terreno. Nella

loro azione complessiva le braccia vanno a compensare e limitare l'azione rotatoria che

il busto si vede imprimere dalle gambe, assumendo quindi grande importanza per il

risparmio energetico che ne deriva. Il 60% del peso corporeo è costituito dalle

componenti testa-braccia-tronco; l'equilibrio di questo peso, che dipende dalla posizione

delle anche, è a completo carico dei muscoli posturali, che intervengono nella fase di

46

spinta della corsa. Una posizione errata del busto rispetto al centro di gravità, aumenta

in maniera considerevole l'energia consumata da questi muscoli, influenzando

negativamente l'efficacia della corsa. La posizione corretta inoltre consente una buona

attività respiratoria e circolatoria. Il capo infine mantenendo un buon equilibrio,

condiziona positivamente, senza ulteriori azioni d’inutile contrazione, i movimenti di

braccia-busto. Per quanto riguarda la funzione del piede durante la corsa, possiamo

esemplificare il gesto tecnico della corsa, o di una semplice camminata, in tre fasi

principali:

1. l’appoggio

2. il sostegno

3. lo stacco

Fase di appoggio:

E’ la fase in cui il tallone viene a contatto con il suolo. Nel preciso

momento dell’impatto con il terreno, si scarica sul piede una forza

pari a circa tre volte il peso corporeo. In un solo passo un runner

Fig. 39 Piede in fase di appoggio. medio di 70 kg deve sopportare uno shock di 210 kg. Le

vibrazioni si trasmettono di riflesso verso l’alto, interessando la muscolatura, i tendini e

le ossa dell’intera gamba, del bacino e della colonna vertebrale. Ecco quindi che

“cushioning” e “stability” risultano determinanti al fine di attutire l’impatto col suolo e

prevenire seri traumi a tendini, legamenti e articolazioni.

Fase di sostegno:

Il peso del corpo si sposta in avanti ed entra nella fase di sostegno. Il

peso che fino a questo momento si è concentrato sul tallone, inizia a

scaricarsi sulla zona mediale. Il piede ruota in avanti

Fig. 40 Piede in fase di sostegno. provocando una torsione che può essere rivolta verso

l’interno (pronazione) o verso l’esterno (supinazione). Ciò comporta un ulteriore carico

alla struttura muscolo/scheletrica. E’ una fase che dura circa 2,5 volte rispetto a quella

di appoggio.

Fase di stacco:

Il piede una volta terminata la fase di sostegno, prosegue la propria rotazione in avanti

entrando nell’ultima fase del ciclo, quella di stacco. A questo punto il peso dell’atleta si

47

trasferisce dalla zona mediale all’avampiede, scatenando una forza

che può raggiungere un’intensità tra le 4 e le 7 volte il peso corporeo.

Un corridore medio di 70 kg, durante una corsa sostenuta,

Fig. 41 Piede in fase di stacco. arriva a sprigionare uno shock di 490 kg ad ogni passo.

Alla luce di ciò, una buona scarpa da running deve avere due caratteristiche essenziali:

1. assorbire l’impatto del piede dell’atleta con il terreno

2. dare stabilità in tutte e tre le fasi (appoggio, sostegno, stacco).

Nella corsa così come durante la camminata, l'assetto dei piedi è parallelo e orientato in

linea con la direzione di avanzamento. Nella corsa inoltre l'appoggio del piede a terra

non avviene in sequenza tallone-pianta-avampiede come nella deambulazione, ma è la

parte esterna, metatarsale, a prendere contatto con il suolo in modo da assorbire

l'impatto e sfruttare contemporaneamente l'azione ammortizzante svolta dai muscoli

estensori (tricipite surale e quadricipite femorale). Una tecnica corretta permette di

avere il massimo rendimento energetico (efficacia dell'azione) e prevenire gli infortuni.

Il corretto assetto e posizionamento dei piedi durante la corsa o la camminata è perciò

fondamentale sia per l'efficacia dell'azione sia per prevenire eventuali infortuni e traumi.

APPOGGIO IN PRONAZIONE:

Si ha quando il piede compie una maggiore rotazione interna, durante le fasi di

appoggio e di sostegno e si misura in base all’angolo del tallone con l’asse della gamba,

in questo caso l’appoggio avviene maggiormente sulla parte interna del piede. E’ un

movimento naturale che aiuta a ridurre la tensione articolare. Quando si corre la

pronazione aiuta ad ammortizzare il contatto iniziale, senza di essa, lo shock

dell’impatto col terreno verrebbe totalmente trasmesso alle gambe, rendendo la normale

meccanica degli arti inferiori meno efficace. La naturale pronazione diviene un fattore

importante nella scelta della scarpa. Le calzature da running oggi sono progettate

specificamente per diversi livelli di pronazione. Al momento dell’acquisto delle vostre

scarpe da corsa, il grado di pronazione è un fattore che non va trascurato. Questa può

essere:

- normale, con angolo compreso fra 10 e 15 gradi;

- sopra il normale, con angolo superiore ai 15 gradi;

- sotto il normale, con angolo inferiore ai 10 gradi.

48

Il modo migliore per scoprire se un atleta prona è quello di consultare un esperto che

effettuerà un’analisi del cammino per poi consigliare il modello più adatto. Può essere

utile far vedere un vecchio paio di scarpe perché il loro stato di usura dà un’indicazione

di quanto e di come si prona. L’analisi di altri elementi oltre la pronazione, come il peso

del podista, svolgono un ruolo nella scelta della scarpa migliore. Le scarpe di un

pronatore mostreranno un’usura accentuata sul lato interno del tallone e sotto la pianta

del piede, in particolare nell’area dell’alluce. I Pronatori dovrebbero prendere in

considerazione l’uso di scarpe con massimo sostegno o di scarpe ammortizzate e

strutturate. Scarpe ammortizzate e strutturate forniscono un certo grado di stabilità e

ammortizzazione, mentre le scarpe con il massimo sostegno sono le scarpe più stabili

che si possono trovare. Le scarpe da corsa di entrambe le categorie, aiutano i piedi dei

podisti a distribuire l'impatto della corsa in modo più efficace.

Fig. 42 Corsa con appoggio in pronazione.

APPOGGIO IN SUPINAZIONE:

Si ha quando il piede compie una rotazione esterna durante le fasi di appoggio e

di sostegno in questo caso, l’appoggio avviene maggiormente sulla parte esterna

del piede. La “sotto pronazione” avviene quando il piede non prona. Il lato

esterno/laterale del tallone tocca terra con un angolo maggiore, e non avviene né

poca né alcuna pronazione, con conseguente trasmissione di traumatici shock alla

parte inferiore della gamba. Questo caricamento laterale del piede continua per

tutta la fase di contatto della rullata durante la corsa, incidendo sull’efficienza del

gesto (passo). I supinatori possono avere un’eccessiva usura nella zona del tacco

esterno delle loro scarpe, e la parte superiore della tomaia può essere leggermente

piegata verso l’esterno. Poiché i supinatori tendono a essere più sensibili agli

shock della corsa, come fratture da stress, dovrebbero scegliere una scarpa neutra

con grande ammortizzazione. La maggior ammortizzazione aiuterà le

articolazioni a sopportare il ripetersi delle fasi d’impatto del piede con il terreno. I

supinatori dovrebbero evitare di utilizzare scarpe con l’intersuola a doppia

49

densità.

Fig. 43 Corsa con appoggio in supinazione.

L'APPOGGIO NEUTRO:

E’ un appoggio che segue la normale biomeccanica del piede al suolo. Se le suole

si usurano disegnando una S rovesciata dal tallone sino all’alluce si è, molto

probabilmente, in presenza di un appoggio neutro. Quando si ha un appoggio

neutro è possibile utilizzare una vasta gamma di scarpe, ma quelle più indicate per

la corsa sono quelle neutre che offrono ammortizzazione e sostegno.

Fig. 44 Corsa con appoggio neutro.

Fig. 45-46 Visione anteriore e posteriore del piede con appoggio: in pronazione, in supinazione e neutro.

Basta osservare un vecchio paio di scarpe per ottenere, dal loro stato di usura,

un'indicazione attendibile sul tipo di appoggio del piede. La forma che assume la suola

50

delle tue scarpe vecchie può aiutare a capire ciò di cui si ha bisogno, quando si dovrà

acquistare un nuovo paio. Ricordiamo comunque che, così come per gli altri elementi

della scarpa, anche il consumo dei rilievi e delle geometrie della suola non è indicativo

se prima non si è corso per almeno 300 km. La gomma che è usata per realizzare i

battistrada della scarpa, infatti, è diventata assai più resistente di un tempo, tanto da

impedire che la suola si logori rapidamente.

CONSUMO DELLA PUNTA:

Il consumo delle scarpe in corrispondenza delle dita dei piedi (1), dell’avampiede e

talvolta del tallone è abbastanza comune fra i runner si per pronatori o che portano i

piedi verso l’interno quando vengono a contatto col terreno. Scarpe stabili possono

aiutare i pronatori a raddrizzare l’andatura.

CONSUMO DEI BORDI:

Il battistrada consumato lungo i bordi laterali esterni anteriori (2) è comune tra i

supinatori che tendono a scaricare il peso sulla parte esterna del proprio piede. Meglio

evitare modelli stabili e scegliere scarpe ammortizzanti/neutre con una valida

ammortizzazione in grado di assorbire l’impatto durante l’appoggio.

CONSUMO DEL TALLONE:

Un consumo eccessivo esteso a tutta la zona tallonare (3) è spesso il segnale di

avvertimento per quei runners che allungano troppo la falcata e impattano il terreno

soprattutto col tallone. A loro vengono consigliate scarpe stabili dotate comunque di una

buona ammortizzazione, per garantire un impatto arretrato non violento. Per rimediare

ai problemi indotti da una supinazione eccessiva, è necessario indossare calzature

adeguate al problema specifico, possibilmente leggere, in modo da consentire una

maggiore libertà di movimento al piede. È importante anche la flessibilità della zona

centrale interna della calzatura. I runner che soffrono di questo difetto, devono fare

Fig. 47 Consumo della punta (1); Consumo dei bordi (2); Consumo del tallone (3).

51

sessioni di stretching mirate per polpacci, tendini del ginocchio, quadricipiti e

bandelletta ileotibiale.

MUSCOLI COINVOLTI NELLA CORSA:

Durante la corsa quasi tutti i muscoli del nostro corpo vengono sollecitati, anche se

alcuni svolgono solamente la funzione di sostegno. Nella Fase di ammortizzamento,

essendo l'avampiede a prendere contatto con il terreno e ad ammortizzare l'impatto, il

muscolo più sollecitato è il tricipite surale. Nella Fase di sostegno il piede si trova

perfettamente in asse con il baricentro e i muscoli si contraggono isometricamente per

favorire la stabilità del corpo. Il quadricipite interviene in tutto il ciclo di corsa e si

contrae eccentricamente per frenare la caduta del corpo, grazie all’allungamento del suo

ventre muscolare (infatti si verifica una flessione della gamba). La fase di spinta inizia

dai muscoli del bacino, più lenti ma potenti, continua con i muscoli della gamba e

termina con i muscoli del piede. I muscoli posteriori della coscia, tra cui primo su tutti il

bicipite femorale, entrano in gioco durante l'avanzamento del ginocchio, per evitare di

iperestendere la gamba. La contrazione eccentrica che viene generata, tutela la

muscolatura stessa, che altrimenti rischierebbe di stirarsi. I muscoli del bacino e del

tronco agiscono come stabilizzatori durante tutto il movimento ( retto

dell'addome, obliqui interni, obliqui esterni, sacrospinale ovvero ileocostale e

lunghissimo del dorso, quadrato dei lombi, gran dorsale). Anche nella corsa, similmente

al cammino, il muscolo profondo del polpaccio, detto soleo, è quello che, insieme al

grande gluteo, dà il contributo più importante per la genesi del movimento. La coscia,

Fig. 48 Figura anatomica raffigurante i principali muscoli coinvolti nella corsa.

per esempio, viene richiamata verso l'alto per azione del soleo, che estende il piede e

spinge il corpo all'insù. Il contributo del retto femorale è invece modesto e il

quadricipite, nel suo insieme, assume una certa importanza solo nel preservare

l'articolazione dall'impatto del piede a terra. Non ha quindi molto senso allenare

intensivamente i muscoli anteriori della coscia, con mezzi squat, legextension e

quant'altro. Meglio invece concentrarsi sul potenziamento dei glutei, con uno squat

52

completo o profondo, e del soleo (coniugando l'allenamento della forza, importante nei

primi metri di corsa, con quello della rapidità).

2.3 ESERCIZI PER MIGLIORARE LA PROPRIA TECNICA DI CORSA E PER

PREVENIRE GLI INFORTUNI

ALLENAMENTO DELLA TECNICA: MEZZI DI ALLENAMENTO

Gli esercizi che andrò a descrivere migliorano l'efficacia e l'economia dell'azione di

corsa, aumentando la capacità propriocettiva e di percezione generale, adattando di

conseguenza la risposta motoria. Questi si possono dividere in:

1. Esercitazioni che migliorano l'economia del gesto aumentandone il rendimento

meccanico.

2. Esercitazioni che migliorano la potenza d'azione di corsa e la capacità

d'esprimere velocità.

In entrambi i casi si possono fare esercitazioni di carattere globale o analitico.

E' quindi necessario porre l'attenzione su alcune caratteristiche particolari:

1. Reattività dei piedi.

2. Azione coordinata e decontratta tra arti superiori e inferiori.

3. Coordinazione tra i gruppi muscolari agonisti e quelli antagonisti con risparmio

di energia.

4. Controllo della respirazione toracica e diaframmatica.

Esse vanno tutte acquisite per poi essere eseguite in maniera estensiva anche mediante il

sistema a circuito; le esercitazioni tecniche, oltre al riscaldamento e al defaticamento,

devono essere utilizzate in sedute di allenamento specifico. La tecnica favorisce

l'economicità del gesto atletico e questo non vale solo per il mezzo fondo, ma anche per

tutte le altre discipline atletiche e sportive. In parole povere, "economicità" significa

risparmio energetico e conseguente miglioramento della prestazione venatoria. Il runner

deve, quindi, imparare a correre in decontrazione, a individuare e imporre il proprio

ritmo, seguire quello degli avversari, cambiarlo per rispondere a un attacco o per

attaccare e sprintare efficacemente nella fase finale della competizione.

E’ molto importante, migliorare la tecnica di corsa soprattutto per renderla più fluida ed

evitare così infortuni vari. A questo punto vorrei sottolineare come il miglioramento del

proprio stile di corsa e di conseguenza l'utilizzo corretto del proprio corpo durante il

53

ranking, sia di fondamentale importanza per non farsi male e durare più a lungo, per

questo voglio mostrare e spiegare un po’ di esercizi che ci possono aiutare. Come tutti

sappiamo la corsa per noi uomini è un'attività naturale, ancestrale e primordiale,

apparentemente molto semplice da eseguire ma allo stesso tempo, col passare degli

anni, con gli impegni quotidiani, con l'uso di calzature sbagliate e con una vita sempre

più sedentaria, abbiamo dimenticato come si fa. Tutti i podisti, amanti della corsa, sanno

quanto è importante avere una buona tecnica di corsa, che permetta di evitare problemi

fisici, attraverso una corretta postura durante la corsa, di distribuire bene le energie su

tutti i distretti del nostro corpo e utilizzare meno energie possibili (costo della corsa

minimo) correndo il più velocemente possibile. Infine, un aspetto molto importante, è il

fatto di correre bene, previene gli infortuni più di qualsiasi altra diavoleria messa in atto

per questo scopo. La fase di contatto dei piedi con il terreno è fondamentale, si riesce a

capire se il podista ha una buona spinta dei piedi (cosa basilare!) o meno. Il motivo di

un appoggio marcato e rumoroso sul terreno, può essere dovuto in primo luogo a una

scarsa elasticità, reattività e spinta del piede, oltre che da una scarpa non adeguata al

soggetto. La corsa di molti podisti, quindi, si presenta poco elastica e reattiva e spesso

diventa la prima fonte d’infortuni. Per questo c’è bisogno di migliorare alcuni aspetti

della propria tecnica di corsa. E' fondamentale dedicare dei giorni all’ allenamento (o

quantomeno un po’ di tempo) all'esecuzione di esercizi di potenziamento, elasticità e

reattività dei piedi e al miglioramento generale dello stile. Le esercitazioni più redditizie

ed efficaci per il miglioramento della falcata, sono quelle che allenano la forza,

reattività ed elasticità dei piedi e la coordinazione gambe, busto, braccia. Ritengo

peraltro, che ci possano essere centinaia di esercizi diversi tra loro ma ugualmente utili,

sui quali onestamente non sto qui a disquisire, ma esorto il runner che vuole fare le cose

a modo e correre senza dolore, ad essere coerente, costante e preciso sugli esercizi che

decide di fare extra corsa. Un esercizio deve essere coerente con il programma di

allenamento che si è scelto (o che è stato consigliato) e soprattutto deve essere eseguito

in maniera corretta e con costanza nel tempo. È perfettamente inutile e probabilmente

deleterio eseguire decine di esercizi diversi in modo approssimativo e non corretto,

stando a sentire un po’ tutti cambiando spesso i programmi. Non ha alcun senso, infatti,

impegnarsi in esercizi molto particolari se poi questi sono eseguiti male, meglio

dedicarsi a pochi e applicarsi con costanza per eseguirli nel miglior modo possibile. Ma

cosa significa: " Eseguiti male"? Non significa solamente incapacità di replicare il

gesto, ma anche mancanza di coordinazione, ad esempio parti del corpo che non

54

partecipano (molto spesso solo le braccia), forza eccessiva per il controllo del gesto e

progressivo decadimento nei parametri tipici dell'esercizio (per esempio la velocità di

esecuzione nello skip). Gli esercizi per la tecnica di corsa hanno una notevole

importanza. Molti runner per questioni di tempo, non li inseriscono mai nei loro piani di

allenamento, compiendo un errore altri peggio ancora, li considerano totalmente inutili

(l'importante è correre)! Ai primi consiglio di ritagliarsi uno spazio, seppur breve,

almeno ogni due settimane, magari sfruttando una giornata di riposo fra un allenamento

e l'altro o un’ora di sfuggita in pausa pranzo. Ai secondi consiglio di provare a

concedere a queste prove il beneficio del dubbio: rimarranno stupiti...!!!

PRATICA:

Considerando che il runner amatore non ha né l'elasticità né la forza di un giovane

velocista, è utile che tenga a mente tre consigli fondamentali: nel periodo di scarico, gli

esercizi sostituiscono una seduta di corsa, mentre

nel periodo di costruzione dovrebbero essere aggiunti come seduta settimanale in più,

per chi si allena tre o quattro volte a settimana. Per chi si allena cinque o più volte,

possono coesistere, con un allenamento di fondo lento, riscaldamento + esercizi + fondo

lento, di lunghezza pari all'80% del previsto, con un massimo di 10 km.

Nel periodo agonistico o di carico, possono essere inseriti come seduta di scarico (mai

prima di una gara comunque), per esempio una volta ogni quindici giorni come

richiamo. In linea generale, gli esercizi sono tanto più utili quanto più il runner si allena;

nel caso di un soggetto che si allena solo due volte la settimana, è controproducente

sostituire una seduta di corsa con una di esercizi! A chi non ha dimestichezza con

questo tipo di esercizi, consiglio di farli precedere da un blando riscaldamento (dai

cinque ai dieci minuti), da effettuarsi con una corsa a ritmo non sostenuto. La velocità di

esecuzione degli esercizi migliorerà con l'esperienza, per cui le prime volte che ci si

dedicherà agli esercizi, è consigliabile privilegiare la correttezza dell'esecuzione, anche

se essa andrà a scapito della rapidità. Mi limiterò ad indicare i principali esercizi di

tecnica che poi ognuno può implementare come vuole, cambiare e personalizzare.

Consiglio a tutti gli amanti del canicross di eseguire la maggior parte delle volte, tutti

gli esercizi sullo sterrato, perché questa è la superficie di gara e l’organismo si adatta

meglio alle sollecitazioni ricevute, ma anche per prevenire gli infortuni ed evitare

problemi ai tendini e/o ai legamenti.

55

SKIP ALTO E BASSO:

Skip è un termine inglese che può

assumere diversi significati. In ambito

sportivo possiamo tradurlo con:

“balzare”, “saltare”, "saltellare" e viene

utilizzato solitamente per indicare la

corsa a ginocchia sollevate. A seconda

dell'importanza del sollevamento, si

parla di skip alto o basso. È una

metodica di allenamento utilizzata in

molti sport. I suoi scopi principali sono quelli di Fig. 49-50 Skip alto e basso.

potenziare la muscolatura delle gambe e migliorare la tecnica di corsa. Può essere molto

utile al miglioramento delle proprie capacità coordinative. I muscoli interessati da

questo tipo di esercizio sono i flessori della coscia e i muscoli del tratto gamba-piede. Io

consiglio di fare una seduta vera e propria di tecnica di corsa, ma chi pratica il

mezzofondo può eseguire lo skip anche al termine della fase di riscaldamento o

eventualmente eseguire lo skip prima di iniziare il lavoro vero e proprio, eseguendo tre

serie di circa 30 metri con un allungo finale. Si può eseguire questo esercizio anche

indietro e lateralmente sia a destra che a sinistra.

CORSA CALCIATA IN AVANTI A GAMBA TESA:

La corsa calciata è una tipologia di esercizio che può essere

eseguita in varie modalità, anche se la variante secondo me

più utile è in avanti con la gamba tesa. Gli scopi principali

di questo tipo di esercizio sono il potenziamento dei

muscoli degli arti inferiori, l'incremento della rapidità e il

miglioramento sia della coordinazione dei movimenti, che

della reattività. Nel runner può rivestire anche una certa

importanza a livello di miglioramento della

Fig. 51 Corsa calciata in avanti a gamba tesa.

tecnica di corsa. Quello della corsa calciata non è un gesto facilissimo da replicare con

continuità e conseguentemente ne risente anche la coordinazione. Questo esercizio può

56

essere svolto anche variando il ritmo di esecuzione (corsa calciata lenta seguita da corsa

calciata veloce). Si può utilizzare la corsa calciata come tecnica di riscaldamento

facendola precedere da una breve seduta di stretching dinamico, dopodiché si potranno

eseguire 3 serie di 30 metri circa seguite da un allungo. Nel caso in cui si utilizzi questo

esercizio a scopo di potenziamento, si possono eseguire 4 serie da 100 metri circa,

seguite da un allungo, poi si passerà all'utilizzo di cavigliere da un kg eseguendo 2 serie

da 100 movimenti.

BALZI ALTERNATI IN AVANZAMENTO:

I balzi alternati in avanzamento (noti anche come corsa

balzata) sono un classico dell'allenamento del runner,

poiché rappresentano un esercizio particolarmente utile

per l'allenamento della forza specifica. Un'esecuzione

corretta è quella in cui l'arto, che si trova nella fase di

spinta, deve essere completamente disteso e

successivamente richiamato in avanti in maniera

totalmente armonica. Fig. 52 Balzi alternati in avanzamento.

Bisogna stare particolarmente attenti perché non è affatto semplice mantenere la

coordinazione e si rischia di utilizzare la forza in modo eccessivo. Si deve prestare

attenzione, non appena il piede impatta con il suolo, a spingere il corpo in avanti e in

alto, prediligendo la lunghezza all'altezza. Si possono eseguire nella fase di

riscaldamento 3 serie di 30 metri circa di balzi alternati in avanzamento seguiti da un

allungo.

DOPPIO IMPULSO:

Il doppio impulso è un esercizio che richiede una certa

coordinazione nel movimento. Per eseguire correttamente

questo esercizio si deve rimbalzare in modo deciso

sull'avampiede; le gambe devono essere tese e si devono

alzare alternativamente le ginocchia; i piedi toccano il suolo

in modo contemporaneo, una gamba rimane in tensione

mentre l'altra porta il ginocchio verso l'alto. L'atleta spinge in Fig. 53 Doppio Impulso.

57

avanti il braccio destro quando viene sollevato il ginocchio sinistro e viceversa. Questo

è un esercizio, la cui funzione principale è quella di incrementare la reattività dei piedi,

può aiutare anche la coordinazione. Il runner potrebbe eseguire 3 o 4 serie da 10 secondi

di salti facendole eventualmente seguire da un allungo.

GALOPPO LATERALE:

Il galoppo laterale è un esercizio che non tutti i runner utilizzano, mentre siamo più

abituati a vederlo eseguire nelle sessioni di allenamento dei giovani calciatori.

Ciononostante può rivelarsi particolarmente importante per

il miglioramento della coordinazione e del potenziamento.

Ne esistono varie versioni: c’è quello che richiede

movimenti di abduzione e adduzione delle braccia, in

coordinazione con i movimenti delle gambe; questo

esercizio va a incidere sul potenziamento e sulla

coordinazione gambe/tronco. Il runner può inserirlo nella

fase di riscaldamento o in una sessione dedicata alla

tecnica, insieme a qualche altro esercizio già proposto in

precedenza. Si possono eseguire nella fase riscaldamento 3

serie di 30 metri circa di galoppo laterale in avanzamento, Fig. 54 Galoppo laterale.

seguiti da un allungo. Ovviamente il galoppo va eseguito sia verso destra che verso

sinistra o cambiando fronte ogni 2-3 galoppi. La prima serie può essere svolta

eseguendo il galoppo verso destra, la seconda eseguendolo verso sinistra e la terza

cambiando fronte ogni 2-3 galoppi.

IMPULSI ALTERNATI A GINOCCHIA BLOCCATE:

Per la serie semplice, ma non troppo, le gambe

appoggiano contemporaneamente sul terreno, poi

una di esse viene richiamata e flessa all'anca, l'altra

gamba resta a ginocchio teso contribuendo allo

stacco dal suolo. Questo è un esercizio che è spesso

proposto, perché può essere utile nell'evoluzione

della tecnica di corsa (miglioramento dell'appoggio

e coordinazione dei movimenti). E’ un esercizio che Fig. 55 Impulsi alternati a ginocchia bloccate.

58

può incrementare la reattività degli arti inferiori e lo sviluppo della corsa veloce. Data la

relativa semplicità, è opportuno, le prime volte, eseguirlo non troppo velocemente, allo

scopo di capire se l'esecuzione è corretta o meno. Quando le modalità di esecuzione

saranno sufficientemente stabilizzate, sarà possibile eseguire gli esercizi più

rapidamente. Gli impulsi alternati a ginocchia bloccate sono particolarmente utili per

quei runner orientati alle corse veloci e possono essere inseriti come parte della seduta

tecnica o possono essere eseguiti nella fase di riscaldamento, facendo tre serie di 30

metri circa seguiti da un allungo.

2.4 BIOMECCANICA DELLA CORSA NEL CANE

IL MOVIMENTO

Nella figura 53 è stato tracciato un

quadrilatero con gli angoli in

corrispondenza dei piedi indicati

con le lettere A-B-C-D; si può

notare che la perpendicolare al

suolo tracciata dal punto X,

corrisponde al baricentro e va a

cadere dentro al quadrilatero, che è Fig. 56 Base di sostegno geometrica e baricentro nel cane.

detto anche base di sostegno. L'equilibrio é la posizione statica che è possibile

mantenere solo fino a quando questa perpendicolare continua a cadere dentro la base di

sostegno. Pertanto se il cane, spostando in avanti il corpo e allungando su una linea

orizzontale il collo e la testa che funziona da bilanciere, sposta il proprio baricentro in

avanti in modo che la perpendicolare vada a cadere fuori dal quadrilatero, non potrà più

mantenersi in equilibrio e dovrà quindi spostare in avanti gli arti anteriori. Tenendo

bene a mente quanto sopra, possiamo

dire che ci sono razze più adatte alla

corsa di altre e questo è dovuto

soprattutto alla loro costituzione e

fisionomia. Il Bull-Dog per esempio, ha

petto e torace molto larghi, ha gli arti

Fig. 57-58 Differenze fisionomiche tra un Piccolo Levriero Italiano a sinistra e un e un Bulldog Inglese a destra.

ben distanziati tra loro, in questo cane aumenta la distanza tra A e B e, avendo un tronco

59

lungo, aumenta anche la distanza tra A e D. Per un cane così costituito, diventa

abbastanza difficile spostare il baricentro fuori dalla base di sostegno. Quindi esso non

potrà mai praticare sport di corsa o traino. Nel Levriero, invece, si verifica l'esatto

contrario; cani di questo genere hanno un petto stretto e quindi piedi abbastanza

ravvicinati, in essi il tratto A-B è molto corto e, avendo anche un tronco altrettanto corto

che si accorcia ulteriormente a causa della convessità della linea superiore, anche la

linea A-D è relativamente breve, un modesto spostamento del tronco porta già il

baricentro a cadere fuori del quadrilatero.

APPIOMBI

Un altro importante punto morfo-funzionale è rappresentato dagli appiombi. Ad

appiombi regolari corrisponderà sempre una situazione di netto vantaggio per ogni

andatura. Gli appiombi indicano la direzione e la posizione che le zampe del cane

prendono in rapporto al suolo. Per definire

le diverse tipologie, si utilizzano delle linee

immaginarie nelle quali si inscrivono i

raggi degli arti. Le due grandi linee verticali

da prendere in considerazione, partono

rispettivamente dalla punta della spalla e

della natica. Gli appiombi si valutano

osservando di profilo, di fronte e da dietro

il cane, in appoggio normale sul suolo. Fig. 59 Appiombi visti di profilo.

Di profilo la linea verticale, che parte dalla punta della spalla, deve cadere leggermente

davanti al piede. Se cade molto avanti, si dice che il cane è “ben piantato” (termine che

si usa solo per il treno anteriore), se cade nel mezzo del piede o dietro si dice che il cane

è “sotto di sè”. Dal davanti la linea immaginaria verticale, che parte dalla punta della

spalla, deve dividere in due parti uguali l’avambraccio, il gomito, il metacarpo e le

estremità. Se le zampe sono rettilinee, ma all’ interno di queste linee, si dice che il cane

è “chiuso sul davanti”, se, invece, solo i piedi sono all’ interno della linea il cane è

definito “cagnolo”; allo stesso tempo i gomiti possono essere all’ esterno delle linee ed

in questo caso si dice che il cane è “sgomitato”; se il piede è all’ esterno della linea il

cane è “mancino”. Questi difetti di appiombo, valgono anche per gli arti posteriori fatta

eccezione per il “piantato”.

60

Fig. 60-61 Appiombi anteriori e posteriori.

ANDATURE

Il cane è un quadrupede che non poggia sempre simultaneamente le sue quattro zampe

sul suolo. Tutto dipende dalla sua andatura, ossia dal suo modo di procedere. Le

principali andature sono: il passo, l’ambio, il trotto e il galoppo. In corsa,

un levriero può raggiungere punte di 60 km/h. Un tale sforzo implica una

impressionante dispersione di energia e richiede una rigorosa preparazione. Nel cane,

l’inserzione dei muscoli flessori delle zampe posteriori non permette delle flessioni

rapide e potenti necessarie a uno scatto prolungato; in compenso, però, esso

presenta incontestabili attitudini alla corsa e può essere considerato un “velocista”

piuttosto che un “passista”. La muscolatura lombare e delle natiche è tale da portare le

zampe posteriori proprio dietro l’impronta di quelle anteriori. Nei levrieri questa facoltà

è talmente sviluppata che la zampa posteriore si pone esattamente sull’orma di quella

anteriore, il che giustifica l’espressione “mettersi le gambe in spalla”. I movimenti del

cane possono essere suddivisi in tre gruppi:

1) movimenti sul posto: impennata, seduto, a terra

2) movimenti regressivi: rinculo (indietreggiare)

3) movimenti progressivi: passo, trotto, ambio, salto, galoppo

I MOVIMENTI PROGRESSIVI

Sono quelli che costituiscono le cinque andature del cane: passo, trotto, ambio, salto e

galoppo, hanno tutti dei caratteri comuni ovvero impulso, appoggio e sospensione o

levata.

Passo

61

Fra le varie andature è quella più lenta e richiede minore sforzo; é l'andatura che stanca

meno l'animale, il cane si trova in appoggio con tre arti e quindi il baricentro è

virtualmente sempre dentro la base di sostegno, poiché ogni zampa si solleva

isolatamente mentre il corpo si sostiene sulle altre tre.

Trotto

La caratteristica del trottatore è di avere una falcata molto ampia per cui l'orma del

posteriore raggiunge quella dell’anteriore (meglio se la supera). Nel trotto le due zampe

che si sollevano insieme, sono quelle diagonalmente opposte. Questa è l’andatura

impiegata nelle corse di resistenza, come ad esempio quelle che affrontano i cani da

slitta. Il trotto si distingue in tre tipi di andatura:

- Trotto lento, è un'andatura quasi camminata e manca della fase di sospensione;

- Trotto ordinario, è un’andatura per il cane, saltata e diagonale, in essa si alternano

l'anteriore destro e posteriore sinistro e anteriore sinistro e posteriore destro;

- Trotto allungato, è come il precedente ma si allunga la fase di sospensione che

eguaglia o supera la fase dell'appoggio

Ambio

E’ l'andatura naturale della giraffa e del cammello e nel cane è considerato un difetto

soprattutto l'ambio camminato, che consiste nel portare in sospensione l’arto anteriore e

quello posteriore dello stesso lato e non vi sono fasi di sospensione. E' un’andatura

sempre più veloce del passo ed è molto instabile con un grande dispendio di energia.

Nell’ambio, rispetto al passo, in più vi è la fase di sospensione.

Galoppo

E’ definita un’andatura naturale che provoca un’elevata instabilità dell’equilibrio e un

rilevante basculamento del bilanciere Cefalo-Cervicale (collo e testa), ma è

al galoppo che il cane è più rapido, in quanto si appoggia su una sola zampa e può anche

stare alcuni istanti senza toccare terra. Il galoppo si suddivide in tre tipologie: galoppo

ordinario, galoppo riunito, galoppo da corsa.

62

Fig. 62 Le principali andature del cane.

2.5 DIFFERENZE STERRATO-ASFALTO

Essendo il canicross una disciplina molto simile al trailrunning, è importante analizzare

alcune delle caratteristiche che differenziano la corsa su asfalto da quella su sterrato,

magari sfatando anche qualche mito, tipo quello secondo cui correre su fondo naturale

sia allenante per la velocità e dare dei “consigli” su come affrontare i terreni sconnessi.

Tralasciamo lo sterrato estremo, quello adatto ai caprioli e ai corridori esperti,

concentriamoci su quello definito compatto: stiamo parlando dei sentieri che

attraversano le campagne, le colline, i boschi o che s’inerpicano sulle montagne. Si

tratta di terreni sconnessi, ma non troppo, fatti di terra e/o sassi per lo più pressati: è

questo lo sterrato che più ricorda l’asfalto, pur non avendone assolutamente lo stesso

grip. Ed è proprio parlando di grip che ci si rende conto di come la corsa su sterrato non

possa essere funzionale alla velocità. La terra assorbe maggiormente l’energia e non ha

la stessa elasticità, inoltre correre su sterrato comporta spesso l’affrontare salite

sconnesse e discese altrettanto sconnesse che devono essere percorse con attenzione e

quindi più lentamente, rispetto all’asfalto. Lo sterrato, quindi, anche quello compatto, è

funzionale a un allenamento muscolare, perché sollecita e rinforza le caviglie e le

ginocchia, ma anche tutta la muscolatura del corpo. L’elemento allenante per eccellenza

del fondo naturale è, poi, la presenza di continue fluttuazioni altimetriche: salite e

discese, falsipiani e piani risultano, molto allenanti, consentendo un "naturale"

allenamento di Fartlek. Questo non vuol dire che un runner non possa cimentarsi in

qualche trail, dovrà essere però consapevole di farlo per allenare la muscolatura e/o

rilassarsi immergendosi in un ambiente naturale, lontano dal traffico, dallo smog e dal

caos delle città e non certo per migliorare le proprie prestazioni sulla velocità. Per

queste, invece, dovrebbe individuare un percorso solamente asfaltato. Correre

sull’asfalto, è sicuramente meno bello a livello paesaggistico, ma consente una corsa più

63

regolare ed efficiente, è meno faticoso e riducendo lo sforzo muscolare, ci permette di

concentrarci sul gesto tecnico piuttosto che sulle irregolarità del terreno. Le corse su

Fig. 63 Conformazione di un percorso sterrato e uno asfaltato.

asfalto possono essere fatte nel giorno di riposo del cane, per migliorare la nostra

velocità e la nostra tecnica di corsa. Correre sullo sterrato comporta, inoltre,

un consumo energetico e un coinvolgimento muscolare maggiore del correre

sull’asfalto, infatti, a causa dell’irregolarità del terreno la falcata si accorcia.

Gli svantaggi dell’asfalto derivano dal fatto che è un po’ “distruttivo” per i tendini

(anche se la scelta delle scarpe giusta può aiutare), non allena il piede ad adattarsi al

terreno ed è rischioso per il passaggio delle macchine. E' importante ribadire che, per un

runner che vuole fare gare su pista, un terzo dei suoi allenamenti deve essere fatto su

asfalto o su pista, mentre nel canicross, essendo una disciplina dove si corre su terreno

sterrato, tutti gli allenamenti con il cane e quasi tutti quelli individuali devono essere

fatti su questa superficie. E’ molto importante soprattutto per evitare infortuni ai nostri

amici a quattro zampe. Essendo il canicross una disciplina con delle regole ben precise,

è bene praticarla con tutte le accortezze del caso, quindi i runner che vogliono correre

delle gare che non riguardano il canicross, possono utilizzare i propri cani solo negli

allenamenti su sterrato altrimenti, a mio parere è meglio lasciarli a casa e preparare solo

se stessi. Tra gli altri vantaggi del correre su un terreno disconnesso, abbiamo il

miglioramento della propriocettività del nostro corpo, o meglio dei nostri piedi, in

quanto si trovano continuamente a cambiare appoggio, a imprimere una differente forza

per spostarci in avanti, a sentire una consistenza differente sotto il piede: terra, erba,

pietre, scogli, e a mantenere costantemente un equilibrio corporeo adatto. Correre sullo

sterrato è, ancora, meno traumatico per il corpo: è vero che bisogna fare attenzione a

64

evitare irregolarità che potrebbero portarci a mettere il piede in fallo, ma d’altro canto lo

sterrato assorbe gli urti e non sottopone i tendini alla possibilità di traumi. Correre su

sterrato, porta a un naturale aumento della media al chilometro. Se la stessa in un

professionista è misurabile in due – dieci secondi in più al chilometro, in un amatore

alle prime armi può essere tranquillamente anche di trenta – quaranta secondi in più

rispetto alla media normale su asfalto. Correre su sterrato, anche se sul piano, quindi è

più faticoso che farlo su asfalto, a causa del grip limitato, che si fa sentire ancor più in

salita. Ma il vero problema sul terreno naturale sono le discese: è importante prestare

molta attenzione e non lasciarsi prendere dall’euforia, rimanendo concentrati poiché

cadere sui sassi in discesa, è pericoloso e può portare a infortuni anche seri!

LE SCARPE PER CORRERE SU STRADE STERRATE

Il trail running rappresenta il lato "off-road" del

running. Montagne, colline, boschi, lungo strade dal

fondo irregolare, stretti sentieri, pendenze ripide sia in

salita sia in discesa: tutto questo determina la

necessità di munirsi di scarpe corrette per la corsa “off-road”, Fig. 64 Scarpa da trail running.

sia per quanto riguarda il comfort, ma soprattutto per quanto riguarda sicurezza e

stabilità.

LE SCARPE DA TRAIL RUNNING: CARATTERISTICHE

1. La suola è molto più ruvida, rispetto a quella delle

scarpe da running "stradali", questo perché deve

fornire un maggiore "grip", deve essere molto più

rigida, deve permettere di assorbire le asperità del

terreno, resistere alla maggiore usura dovuta alla

eventuale presenza di pietre e Fig. 65 Suola della scarpa da trail running.

deve dare maggiore stabilità;

2. La struttura della scarpa è realizzata in modo da essere avvolgente nei confronti

del piede. Correndo su di una superficie irregolare, questo tipo di struttura

fornisce a piedi e caviglie un ulteriore sostegno.

3. La parte esterna della tomaia sarà molto più dura, resistente e durevole rispetto a

una scarpa da strada.

65

2.6 MODELLO DI PRESTAZIONE NEL CANICROSS

Essendo il canicross, una disciplina con delle regole e delle distanze prestabilite

possiamo classificarla come una gara di mezzofondo.

IL MEZZOFONDO:

Con i termine mezzofondo si indicano le competizioni che si svolgono su una certa

distanza, usualmente di lunghezza superiore alle gare cosiddette veloci (sprint), ma

inferiore a quelle tipiche del fondo. È solito fare tre distinzioni principali:

- Mezzofondo veloce, ne fanno parte le gare degli 800 metri, dei 1500 metri e del miglio

e gli atleti che si cimentano in queste competizioni hanno buone doti da velocisti

(capacità anaerobiche);

- Mezzofondo puro, i 3000 siepi ed i 3000 metri piani;

- Mezzofondo prolungato, le gare di 5000 metri e 10000 metri, dove il metabolismo

aerobico assume un’elevata importanza.

Poiché la maggior parte delle gare di canicross sono di 5000 metri, possono essere

classificate come un mezzofondo prolungato. Ovviamente è importante sottolineare le

notevoli differenze tra i 5000 metri piani che sono una specialità individuale dell'atletica

leggera, su pista e il canicross che si corre su un percorso sterrato pieno di dislivelli, con

il cane.

TECNICA DI CORSA

Il tipo di corsa nelle gare di canicross segue i principi tecnici e dinamici della corsa

atletica generale, con modificazioni d’intervento muscolare che variano a seconda delle

distanze da coprire e dei dislivelli presenti nei percorsi. In tal senso, va adeguata

l’intensità della spinta dei piedi alla maggior durata della corsa: più lunga è la distanza,

meno potente sarà la spinta; sarà presente una parabola più radente del piede che

sosterrà un’azione un po’ più lunga d’appoggio al suolo. Altre variazioni alla tecnica di

corsa sono dovute al traino e alle variazioni di velocità date dal cane.

MEDIA A KILOMETRO IN ITALIA E IN EUROPA

Analizzando le gare del campionato italiano di canicross, ho calcolato che il campione

italiano cioè un professionista del settore, per percorrere un 5000 impiega 15’25”

tenendo una media di 3'05”. Lo stesso atleta in un 7000 impiega poco di più di un 5000,

66

in quanto sia la media a kilometro che la durata

totale di gara, si alzano diventando di 3’10” e

15’50”. Analizzando invece le medie di gara a

livello europeo, ho visto chele medie si abbassano

notevolmente arrivando 2'30” in un 5000 e 2’35” su

un 7000 m; questo è possibile soprattutto grazie

Fig. 66 Davide Alessio e Thor Campioni Italiani di canicross. ai greyster. A queste medie la durata di

una gara europea in un 5000 è di 12’30” quasi 3’ in meno di quella italiana, mentre in

un 7000 m è di 12’55” sempre quasi 3’ in meno di quella italiana. Ovviamente queste

medie sono state calcolate cercando di prendere in considerazione solamente le gare sia

italiane sia europee, dove i dislivelli erano minimi, altrimenti le medie di gare possono

variare moltissimo. Poiché il record mondiale maschile dei 5000 su pista appartiene

all'etiope Kenenisa Bekele, che ha percorso la distanza in 12 minuti, 37 secondi e 35

centesimi a Hengelo il 31 maggio 2004, con una

media di poco più 2’30” a kilometro, possiamo

affermare che per svolgere la disciplina a livello

agonistico c’è bisogno di grandi corridori e

atleti.

Fig. 67 Antony Le Moigne e Phoenix Campioni d’Europa e del Mondo di canicross.

VELOCITÀ MEDIA IN ITALIA E IN EUROPA

Analizzando i dati delle gare italiane, la velocità media di gara in un 5000 è di circa

19,5 km/h circa mentre in un 7000 è di 19 km/h circa. In ambito europeo invece le

velocità medie sono di 24 km/h in un 5000m e poco più di 23 km/h in un 7000 m.

Anche in questo caso possiamo dire che le velocità medie delle gare europee sono

superiori di quelle italiane di 4,5 km/h in un 5000 m e di 4 km/h in un 7000 m.

I PRINCIPALI SISTEMI ENERGETICI UTILIZZATI NEL CANICROSS:

I principali sistemi energetici utilizzati in una gara di canicross sono quello aerobico e

quello anaerobico. In una gara di canicross come in un 5000 m, il sistema aerobico è

quello più sollecitato e viene impiegato per l’86,5% circa, mentre quell’anaerobico

lattacido è impiegato per il 13,5% circa. Ciò non significa che il sistema anaerobico

alattacido non è stimolato e utilizzato, ma la sua influenza è poco rilevante.

67

CAPITOLO TERZO

“ La scelta del padrone da parte di un buon cane

è un fenomeno magnifico e misterioso.

Con rapidità sorprendente, spesso in pochissimi giorni,

si stabilisce un legame che è di gran lunga più saldo di tutti… ”

(Konrad Lorenz)

3.1 OBIETTIVI DELLA RICERCA

L’obiettivo principale della tesi è di vedere le differenze che si riscontrano tra la corsa

con il cane e senza. Ho monitorato le variazioni dei miei parametri fisiologici e le

variazioni dei parametri cardiaci del cane a inizio e fine corsa, svolgendo venti sedute di

allenamento di cui dieci da solo e dieci con il cane. Ho svolto le prime dieci rilevazioni

su un percorso sterrato di tre chilometri conosciuto da entrambi, facendo cinque

rilevazioni con il cane e cinque senza cane ad andatura volontaria. Le altre dieci

rilevazioni sono state svolte su cinque percorsi di tre chilometri differenti tra loro, per

valutare quanto influisce il comportamento del cane sui miei e i suoi parametri

fisiologici su un percorso conosciuto e uno sconosciuto. Su ognuno dei cinque percorsi

è stata svolta una misurazione con Simba e una senza. Tutte le sedute di allenamento

sono state svolte su una distanza di tre chilometri, perché questa lunghezza è un ottimo

allenamento per una gara di cinque chilometri. C’è stato un tempo di recupero tra l’una

e l’altra di almeno ventiquattro ore. Per avere un riscontro più reale dei dati prima

dell’inizio delle sedute di allenamento, ho svolto un test incrementale su tapis roulant

per calcolare la frequenza cardiaca massima, partendo da una velocità di 8 km/h. Ad

ogni minuto c’è stato un incremento di velocità di 0,5 km/h fino allo sfinimento. La

durata del test è stata di circa venti minuti e la velocità massima è stata di 17 km/h. La

frequenza cardiaca stimata, attraverso la formula di Tanaka “Fcmax (frequenza cardiaca

massima) = 208 - (0,7 x età)”, era di 191,2 bpm quella rilevata è stata di 180 bpm.

Tab. 1 FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali e tempo in minuti e in percentuale nelle sport

zone nel test incrementale.

Minima Media Massima 50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

74 136 178 00:08:06 00:06:26 00:06:58 00:07:08 00:00:01

36,0% 66,0% 87,0% 28,2% 22,5% 24,3% 24,9% 0,1%

FC Tempo nelle sport zone

68

Fig. 68 Tracciato della frequenza cardiaca durante il test incrementale.

Attraverso il monitoraggio di alcuni parametri, dopo le venti sedute di allenamento, ho

raccolto una serie di dati che, una volta elaborati, mi hanno fornito indicazioni utili per

indagare alcuni aspetti di questa disciplina. Vado di seguito a elencarli:

1) Le variazioni dei miei parametri fisiologici con e senza cane.

2) Le variazioni dei parametri fisiologici nel cane pre e post seduta.

3) Le variazioni dei parametri fisiologici miei e del cane, per valutare quanto influisce e

varia il suo comportamento tra un percorso conosciuto e uno sconosciuto.

3.2 MATERIALI E METODI DELLA RICERCA

MATERIALI:

Cardiofrequenzimetro a fascia toracica Polar

Fig. 69 Cardiofrequenzimetro a fascia toracica Polar.

Saturimetro palmare veterinario Oxy-100

Fig. 70 Saturimetro palmare veterinario Oxy-100.

69

L’indagine è stata condotta monitorando venti sedute di allenamento, svolte su percorsi

sterrati di tre chilometri. Ho svolto dieci rilevazioni su un percorso sterrato di tre

chilometri conosciuto sia da me che dal cane, facendo cinque rilevazioni con il cane e

cinque senza cane, ad andatura volontaria. Le altre dieci sono state svolte su cinque

percorsi di tre chilometri differenti tra loro, per valutare quanto influisce il

comportamento del cane sui miei e suoi parametri fisiologici su un percorso conosciuto

e uno sconosciuto. Su ognuno dei cinque percorsi è stata svolta una misurazione con

Simba e una senza. In queste venti sedute di allenamento ho monitorato le variazioni dei

miei parametri fisiologici, grazie all’utilizzo di un cardiofrequenzimetro a fascia

toracica Polar ed ho monitorato i parametri cardiaci del cane, a inizio e a fine seduta di

allenamento, attraverso un Saturimetro palmare veterinario Oxy-100.La frequenza

cardiaca del cane è stata rilevata solamente all’inizio e alla fine di ogni seduta, poiché il

cardiofrequenzimetro non rileva alcun segnale sul cane e il Saturimetro non può essere

utilizzato in movimento. La rilevazione della frequenza cardiaca è stata eseguita

applicando la piccola molletta, posta al termine della solda sulla lingua del cane, perché

in esso solo sui tessuti molli come la lingua è possibile rilevare questo parametro. In

questo modo il dispositivo in pochi minuti, mi monitorava la frequenza cardiaca. A

causa del poco tempo a disposizione per monitorarla, ho deciso di prenderla solo a

inizio e fine allenamento, altrimenti anche i miei parametri sarebbero stati falsati da

eventuali soste effettuate per monitorarla a ogni kilometro o a dei tempi prestabiliti. I

dati registrati sono stati poi scaricati su un computer e riportati su un foglio di calcolo

excel. I risultati raccolti sono stati trascritti in una tabella di rilevazione per analizzare le

seguenti voci:

1) Le variazioni dei miei parametri fisiologici con e senza cane, cioè le variazioni

della frequenza cardiaca riscontrate durante le dieci sedute con il cane e le dieci sedute

senza.

2) Le variazioni dei parametri fisiologici nel cane pre e post seduta, ovvero le

variazioni della frequenza cardiaca riscontrate durante le dieci sedute svolte dal cane. E’

stata registrata la Fc a inizio e fine seduta e sono stati ricavati i valori della Fc media,

minima e massima.

3) Le variazioni dei parametri fisiologici miei e del cane, per valutare quanto

influisce e varia il suo comportamento tra un percorso conosciuto e uno

sconosciuto. Nei dieci allenamenti svolti con il cane è stata registrata la mia Fc minima,

media e massima e i loro valori percentuali in riferimento alla massima, suddividendo i

70

dati in due tabelle da cinque sedute, di cui cinque svolte sui percorsi conosciuti e cinque

sui percorsi sconosciuti. Poi, è stato rilevato il tempo in minuti e in percentuale nelle

sport zone così suddivise: 50-59, 60-69, 70-79, 80-89 e 90-100, sempre formando due

tabelle da cinque sedute, di cui cinque svolte su percorso conosciuto e cinque su

percorsi sconosciuti. Infine è stata registrata la Fc del cane a inizio e fine seduta e sono

stati ricavati i valori della Fc media, minima e massima, suddividendo anche i suoi dati

in due tabelle: una riguardante il percorso conosciuto e una quelli sconosciuti.

Fig. 71-72-73-74 In alto due foto in una seduta di corsa da solo e in basso due con Simba.

3.3 RISULTATI OTTENUTI

Prima di descrivere i risultati ottenuti, è d’obbligo fare una premessa. La frequenza

cardiaca è il numero di battiti del cuore, rilevato in un determinato arco di tempo.

Nell'uso più comune la frequenza è riferita al numero di battiti al minuto e l'unità di

misura utilizzata è indicata con l'abbreviazione "bpm" (che sta per "beat-per-minute",

71

appunto battiti al minuto). Essendo un preciso indicatore di come sta lavorando il nostro

cuore, conoscere, misurare e valutare la frequenza cardiaca è un'ottima pratica anche per

ottimizzare gli allenamenti sportivi. In relazione alla FC max. specifica di ogni

individuo, è diventata pratica comune individuare degli intervalli di frequenza cardiaca

che sono buoni indicatori del tipo di sforzo e di attività che stiamo svolgendo, risultando

utili anche per calibrare i propri allenamenti. Per questa ragione il test incrementale è

stato svolto all’inizio.

I suddetti intervalli sono chiamati “zone di frequenza cardiaca”. Di solito sono

individuate cinque zone di Fc:

- Zona1. La nostra FC sta nel range del 50-59% rispetto alla nostra FC max.; quando il

cuore raggiunge questa frequenza, significa che stiamo svolgendo un’attività motoria

blanda che comporta uno sforzo (non siamo seduti sul divano.) lieve, rilassato; in questa

fase il nostro organismo brucia una quantità minima di grassi, col sistema energetico

aerobico.;

- Zona2. La nostra FC sta nel range del 60-69% rispetto alla nostra FC max.; quando il

cuore raggiunge questa frequenza, stiamo svolgendo un’attività motoria con uno sforzo

evidente ma non troppo faticoso, il respiro diventa leggermente più corto, è possibile

ancora mantenere una conversazione senza problemi. Siamo in piena fase aerobica e

stiamo bruciando prevalentemente grassi, la produzione di acido lattico non è esagerata,

per cui il nostro organismo riesce a smaltire velocemente l'acido lattico ed evitarne

l'accumulo.;

- Zona3. La nostra FC sta nel range del 70-79% rispetto alla nostra FC max.; quando il

cuore raggiunge questa frequenza, stiamo svolgendo un’attività motoria con uno sforzo

evidente e abbastanza faticoso, il respiro diventa più pesante, mantenere una

conversazione è difficile. Siamo in fase aerobica, con consumo prevalente di carboidrati

(glicogeno, glucosio), è in azione il sistema energetico aerobico glucidico. La

produzione di acido lattico aumenta ma il nostro organismo è ancora in grado di

smaltirlo adeguatamente. In questa fase stiamo allenando il nostro sistema

cardiovascolare e migliorando la cosiddetta “capacità aerobica”.;

- Zona4. La nostra FC sta nel range del 80-89% rispetto alla nostra FC max.; quando il

cuore raggiunge questa frequenza, stiamo svolgendo un’attività motoria con grande

sforzo e fatica, il respiro diventa affannoso, siamo vicini al limite della soglia

anaerobica, l'organismo sta per entrare in fase anaerobica con eccessiva produzione di

acido lattico. Allenarsi in questa zona di FC consente di innalzare la propria soglia

72

anaerobica, aumentare la potenza e migliorare le nostre massime prestazioni.;

- Zona5. La nostra FC sta nel range del 90-100% rispetto alla nostra FC max.; quando il

cuore raggiunge questa frequenza, stiamo svolgendo un’attività motoria con enorme

sforzo e stress per il sistema cardiovascolare, il nostro organismo è entrato in fase

anaerobica: questa condizione non è sostenibile a lungo, stiamo esprimendo il massimo

della nostra prestazione. Allenarsi con punte nella zona cinque porta a migliorare la

resistenza anaerobica e la potenza muscolare.

In linea generale, la frequenza cardiaca normale di un cane adulto va da 70 a 160 battiti

al minuto con picchi di frequenza massima che sfiorano i 220 battiti al minuto. Per i

cuccioli invece va dai 100 ai 150 battiti circa al minuto; se è davvero giovane, il

cucciolo potrà toccare persino i 220-240 battiti al minuto. I parametri variano a seconda

della dimensione, dell’età e del peso dell’animale. Inoltre, la frequenza cardiaca di un

cane è più veloce nei soggetti giovani e diventa più lenta con la crescita dell’età e del

peso. Grazie a queste definizioni, è possibile comprendere meglio le tabelle seguenti.

3.4 PARAMETRI FISIOLOGICI

LE VARIAZIONI DEI MIEI PARAMETRI FISIOLOGICI CON E SENZA CANE:

Parametri fisiologici con cane:

Tab. 2 FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali con cane.

FC CON CANE

DATA FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

11/05/2016 103 50,00% 145 71,00% 200 98,00%

13/05/2016 73 40,00% 126 70,00% 161 89,00%

15/05/2016 76 42,00% 131 72,00% 161 89,00%

17/05/2016 78 43,00% 140 77,00% 181 100,00%

19/05/2016 66 36,00% 132 73,00% 163 90,00%

21/05/2016 88 48,00% 127 70,00% 165 91,00%

24/05/2016 69 38,00% 132 73,00% 170 94,00%

25/05/2016 70 38,00% 132 73,00% 160 88,00%

01/06/2016 92 51,00% 141 78,00% 159 88,00%

05/06/2016 88 48,00% 136 75,00% 148 82,00%

MEDIA

80,3 43,40% 134,2 73,20% 166,8 90,90%

73

Fig. 75 Tracciato della frequenza cardiaca con cane.

L’analisi dei risultati evidenzia che con il cane la frequenza cardiaca minima è di 80

battiti al minuto, quella media è di 134 battiti al minuto e quella massima è di 167 battiti

al minuto. Questi stessi dati elaborati in percentuale ci danno il 43,40% di frequenza

cardiaca minima, il 73,20% di frequenza cardiaca media e il 90,90% di frequenza

cardiaca massima.

Tab. 3 Tempo in minuti nelle sport zone con cane.

FC CON CANE

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

11/05/2016 00:07:03 00:02:13 00:13:53 00:03:48 00:02:07

13/05/2016 00:08:58 00:01:50 00:07:36 00:11:07 00:00:11

15/05/2016 00:08:54 00:01:04 00:02:37 00:14:24 00:00:11

17/05/2016 00:01:30 00:03:27 00:07:41 00:09:09 00:02:59

19/05/2016 00:05:15 00:02:48 00:07:05 00:09:44 00:00:42

21/05/2016 00:03:55 00:04:33 00:14:27 00:01:14 00:00:53

24/05/2016 00:05:57 00:03:08 00:06:05 00:11:08 00:00:57

25/05/2016 00:06:58 00:01:33 00:04:11 00:14:16 00:00:05

01/06/2016 00:01:09 00:01:51 00:08:03 00:10:48 00:00:13

05/06/2016 00:02:02 00:00:57 00:13:45 00:04:20 00:00:05

MEDIA

00:05:10 00:02:20 00:08:32 00:09:00 00:00:50

74

Tab. 4 Tempo nelle sport zone espresso in percentuale con cane.

Per quanto riguarda il tempo nelle sport zone, possiamo dire che nella fascia cardiaca tra

il 50-59 il tempo è di 5 minuti e 10 secondi e la percentuale è del 19,09%, tra il 60-69 è

di 2 minuti e 20 secondi e la percentuale è del 9,12%, tra il 70-79 è di 8 minuti e 32

secondi e la percentuale è del 33,90%, tra il 80-89 è di 9 minuti e la percentuale è del

34,68% mentre tra il 90-100 è di 50 secondi e la percentuale è del 3,21%.

Parametri fisiologici senza cane:

Tab. 5 FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali senza cane.

FC CON CANE

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

11/05/2016 24,20% 7,60% 47,80% 13,10% 7,30%

13/05/2016 30,10% 6,20% 25,60% 37,50% 0,60%

15/05/2016 32,60% 4,00% 9,70% 53,00% 0,70%

17/05/2016 5,80% 14,00% 31,10% 37,00% 12,10%

19/05/2016 20,50% 11,00% 27,70% 38,10% 2,70%

21/05/2016 15,60% 18,20% 57,80% 4,90% 3,50%

24/05/2016 21,80% 11,50% 22,30% 40,90% 3,50%

25/05/2016 25,60% 5,80% 15,50% 52,80% 0,30%

01/06/2016 5,10% 8,40% 36,50% 49,00% 1,00%

05/06/2016 9,60% 4,50% 65,00% 20,50% 0,40%

MEDIA

19,09% 9,12% 33,90% 34,68% 3,21%

FC SENZA CANE

DATA FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

12/05/2016 71 34,00% 142 69,00% 167 82,00%

14/05/2016 57 31,00% 143 79,00% 187 103,00%

16/05/2016 95 52,00% 144 80,00% 178 98,00%

18/05/2016 105 58,00% 149 82,00% 182 101,00%

20/05/2016 67 37,00% 141 78,00% 186 103,00%

23/05/2016 70 38,00% 145 80,00% 173 96,00%

26/05/2016 69 38,00% 161 89,00% 184 102,00%

27/05/2016 88 48,00% 145 80,00% 169 93,00%

28/05/2016 67 37,00% 138 76,00% 168 93,00%

03/06/2016 85 47,00% 149 82,00% 167 92,00%

MEDIA

77,4 42,00% 145,7 79,50% 176,1 96,30%

75

Fig. 76 Tracciato della frequenza cardiaca senza cane.

L’analisi dei risultati evidenzia che senza il cane la frequenza cardiaca minima è di 77

battiti al minuto, quella media è di 146 battiti al minuto e quella massima è di 176 battiti

al minuto. Questi stessi dati elaborati in percentuale ci danno il 42,00% di frequenza

cardiaca minima, il 79,50% di frequenza cardiaca media e il 96,30% di frequenza

cardiaca massima.

Tab. 6 Tempo in minuti nelle sport zone senza cane.

FC SENZA CANE

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

12/05/2016 00:04:33 00:00:43 00:10:48 00:03:28 00:00:00

14/05/2016 00:03:47 00:02:03 00:01:27 00:09:10 00:05:51

16/05/2016 00:03:12 00:01:28 00:02:31 00:07:56 00:05:55

18/05/2016 00:00:31 00:01:57 00:01:53 00:05:58 00:04:39

20/05/2016 00:03:18 00:01:07 00:00:53 00:10:14 00:03:44

23/05/2016 00:02:25 00:01:04 00:01:59 00:06:28 00:06:18

26/05/2016 00:00:35 00:00:06 00:00:45 00:01:50 00:11:32

27/05/2016 00:04:11 00:00:18 00:00:55 00:04:40 00:08:19

28/05/2016 00:04:56 00:01:03 00:01:06 00:03:42 00:09:21

03/06/2016 00:01:57 00:00:58 00:00:26 00:10:44 00:04:24

MEDIA

00:02:57 00:01:05 00:02:16 00:06:25 00:06:00

76

Tab. 7 Tempo nelle sport zone espresso in percentuale senza cane.

Per quanto riguarda il tempo nelle sport zone, possiamo dire che nella fascia cardiaca tra

il 50-59 il tempo è di 2 minuti e 57 secondi e la percentuale è del 14,98%, tra il 60-69 è

di 1 minuto e 5 secondi e la percentuale è del 5,75%, tra il 70-79 è di 2 minuti e 16

secondi e la percentuale è del 12,00%, tra l’80-89 è di 6 minuti e 25 secondi e la

percentuale è del 33,96% mentre tra il 90-100 è di 6 minuti e la percentuale è del

33,31%.

LE VARIAZIONI DEI PARAMETRI FISIOLOGICI NEL CANE PRE E POST SEDUTA:

Tab. 8 FC del cane minima, media e massima pre e post seduta.

FC SENZA CANE

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

12/05/2016 23,10% 3,70% 55,30% 17,80% 0,10%

14/05/2016 16,80% 9,20% 6,60% 41,10% 26,30%

16/05/2016 15,00% 7,00% 12,00% 37,80% 28,20%

18/05/2016 3,30% 13,10% 12,60% 39,90% 31,10%

20/05/2016 17,10% 5,80% 4,60% 53,10% 19,40%

23/05/2016 13,10% 5,90% 10,90% 35,50% 34,60%

26/05/2016 3,90% 0,70% 5,10% 12,40% 77,90%

27/05/2016 22,60% 1,70% 5,00% 25,50% 45,20%

28/05/2016 24,40% 5,20% 5,50% 18,40% 46,50%

03/06/2016 10,50% 5,20% 2,40% 58,10% 23,80%

MEDIA

14,98% 5,75% 12,00% 33,96% 33,31%

DATA FC SIMBA TOT PRE FC SIMBA TOT POST

11/05/2016 100 124

13/05/2016 100 140

15/05/2016 104 140

17/05/2016 108 144

19/05/2016 104 128

21/05/2016 100 140

24/05/2016 100 124

25/05/2016 100 128

01/06/2016 104 128

05/06/2016 112 124

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 132

MAX MAX

112 144

77

Analizzando la frequenza cardiaca del cane possiamo dire che, prima della seduta, la

sua minima è di 100 battiti al minuto, la sua media è di 103 battiti al minuto e la sua

massima è di 112 battiti al minuto. A fine seduta la sua minima è di 124 battiti al

minuto, la sua media è di 132 battiti al minuto e la sua massima è di 144 battiti al

minuto.

LE VARIAZIONI DEI PARAMETRI FISIOLOGICI MIEI E DEL CANE PER VALUTARE QUANTO

INFLUISCE E VARIA IL SUO COMPORTAMENTO TRA UN PERCORSO CONOSCIUTO E UNO

SCONOSCIUTO:

Parametri fisiologici con cane nel percorso conosciuto:

Tab. 9 FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali nel percorso conosciuto con cane.

Fig. 77 Tracciato della frequenza cardiaca nel percorso conosciuto con cane.

I dati degli allenamenti svolti con il cane sul percorso conosciuto hanno fatto registrare

una frequenza cardiaca minima di 79 battiti al minuto, una media di 135 battiti al

minuto e una massima di 173 battiti al minuto. Questi stessi dati elaborati in

percentuale, ci danno il 42,20% di frequenza cardiaca minima, il 72,60% di frequenza

cardiaca media e il 93,20% di frequenza cardiaca massima.

FC CON CANE PERCORSO CONOSCIUTO

DATA FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

11/05/2016 103 50,00% 145 71,00% 200 98,00%

13/05/2016 73 40,00% 126 70,00% 161 89,00%

15/05/2016 76 42,00% 131 72,00% 161 89,00%

17/05/2016 78 43,00% 140 77,00% 181 100,00%

19/05/2016 66 36,00% 132 73,00% 163 90,00%

MEDIA

79,2 42,20% 134,8 72,60% 173,2 93,20%

78

Tab. 10 Tempo in minuti nelle sport zone nel percorso conosciuto con cane.

Tab. 11 Tempo nelle sport zone espresso in percentuale nel percorso conosciuto con cane.

Per quanto riguarda il tempo nelle sport zone possiamo dire che nella fascia cardiaca tra

il 50-59 il tempo è di 6 minuti e 20 secondi e la percentuale è del 22,64%, tra il 60-69 è

di 2 minuti e 16secondi e la percentuale è dell’8,56%, tra il 70-79 è di 7 minuti e 46

secondi e la percentuale è del28,38%, tra il 80-89 è di 9 minuti e 38 secondi e la

percentuale è del 35,74%, mentre tra il 90-100 è di 1 minuto e 14 secondi e la

percentuale è del 4,68%.

Parametri fisiologici con cane nei percorsi sconosciuti:

FC CON CANE PERCORSO CONOSCIUTO

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

11/05/2016 00:07:03 00:02:13 00:13:53 00:03:48 00:02:07

13/05/2016 00:08:58 00:01:50 00:07:36 00:11:07 00:00:11

15/05/2016 00:08:54 00:01:04 00:02:37 00:14:24 00:00:11

17/05/2016 00:01:30 00:03:27 00:07:41 00:09:09 00:02:59

19/05/2016 00:05:15 00:02:48 00:07:05 00:09:44 00:00:42

MEDIA

00:06:20 00:02:16 00:07:46 00:09:38 00:01:14

FC CON CANE PERCORSO CONOSCIUTO

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

11/05/2016 24,20% 7,60% 47,80% 13,10% 7,30%

13/05/2016 30,10% 6,20% 25,60% 37,50% 0,60%

15/05/2016 32,60% 4,00% 9,70% 53,00% 0,70%

17/05/2016 5,80% 14,00% 31,10% 37,00% 12,10%

19/05/2016 20,50% 11,00% 27,70% 38,10% 2,70%

MEDIA

22,64% 8,56% 28,38% 35,74% 4,68%

79

Tab. 12 FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali nei percorsi sconosciuti con cane.

Fig. 78 Tracciato della frequenza cardiaca in uno dei percorsi sconosciuti con cane.

I dati degli allenamenti svolti con il cane sui percorsi sconosciuti hanno fatto registrare

una frequenza cardiaca minima di 81 battiti al minuto, una media di 134 battiti al

minuto e una massima di 160 battiti al minuto. Questi stessi dati elaborati in percentuale

ci danno il 44,60% di frequenza cardiaca minima, il 73,80% di frequenza cardiaca

media e l’88,60% di frequenza cardiaca massima.

Tab. 13 Tempo in minuti nelle sport zone nei percorsi sconosciuti con cane.

FC CON CANE PERCORSI SCONOSCIUTI

DATA FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

21/05/2016 88 48,00% 127 70,00% 165 91,00%

24/05/2016 69 38,00% 132 73,00% 170 94,00%

25/05/2016 70 38,00% 132 73,00% 160 88,00%

01/06/2016 92 51,00% 141 78,00% 159 88,00%

05/06/2016 88 48,00% 136 75,00% 148 82,00%

MEDIA

81,4 44,60% 133,6 73,80% 160,4 88,60%

FC CON CANE PERCORSI SCONOSCIUTI

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

21/05/2016 00:03:55 00:04:33 00:14:27 00:01:14 00:00:53

24/05/2016 00:05:57 00:03:08 00:06:05 00:11:08 00:00:57

25/05/2016 00:06:58 00:01:33 00:04:11 00:14:16 00:00:05

01/06/2016 00:01:09 00:01:51 00:08:03 00:10:48 00:00:13

05/06/2016 00:02:02 00:00:57 00:13:45 00:04:20 00:00:05

MEDIA

00:04:00 00:02:24 00:09:18 00:08:21 00:00:27

80

Tab. 14 Tempo nelle sport zone espresso in percentuale nei percorsi sconosciuti con cane.

Per quanto riguarda il tempo nelle sport zone possiamo dire che nella fascia cardiaca tra

il 50-59 il tempo è di 4 minuti e la percentuale è del 15,54%, tra il 60-69 è di 2 minuti e

24secondi e la percentuale è del 9,68%, tra il 70-79 è di 9 minuti e 18 secondi e la

percentuale è del 39,42%, tra il 80-89 è di 8 minuti e 21 secondi e la percentuale è del

33,62% mentre tra il 90-100 è di 27 secondi e la percentuale è dell’1,74%.

Parametri fisiologici del cane nel percorso conosciuto:

Tab. 15 FC del cane minima, media e massima pre e post seduta nel percorso conosciuto.

Analizzando la frequenza cardiaca del cane nel percorso conosciuto possiamo dire che

prima della seduta la sua minima è di 100 battiti al minuto, la sua media è di 103 battiti

al minuto e la sua massima è di 108 battiti al minuto. A fine seduta la sua minima è di

124 battiti al minuto, la sua media è di 135 battiti al minuto e la sua massima è di 144

battiti al minuto.

Parametri fisiologici del cane nei percorsi sconosciuti:

FC CON CANE PERCORSI SCONOSCIUTI

DATA TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

21/05/2016 15,60% 18,20% 57,80% 4,90% 3,50%

24/05/2016 21,80% 11,50% 22,30% 40,90% 3,50%

25/05/2016 25,60% 5,80% 15,50% 52,80% 0,30%

01/06/2016 5,10% 8,40% 36,50% 49,00% 1,00%

05/06/2016 9,60% 4,50% 65,00% 20,50% 0,40%

MEDIA

15,54% 9,68% 39,42% 33,62% 1,74%

DATA FC SIMBA PRE PERCORSO CONOSCIUTO FC SIMBA POST PERCORSO CONOSCIUTO

11/05/2016 100 124

13/05/2016 100 140

15/05/2016 104 140

17/05/2016 108 144

19/05/2016 104 128

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 135,2

MAX MAX

108 144

81

Tab. 16 FC del cane minima, media e massima pre e post seduta nei percorsi sconosciuti.

Analizzando la frequenza cardiaca del cane nei percorsi sconosciuti possiamo dire che

prima della seduta la sua minima è di 100 battiti al minuto, la sua media è di 103 battiti

al minuto e la sua massima è di 112 battiti al minuto. A fine seduta la sua minima è di

124 battiti al minuto, la sua media è di 129 battiti al minuto e la sua massima è di 140

battiti al minuto.

DATA FC SIMBA PRE PERCORSI SCONOSCIUTI FC SIMBA POST PERCORSI SCONOSCIUTI

21/05/2016 100 140

24/05/2016 100 124

25/05/2016 100 128

01/06/2016 104 128

05/06/2016 112 124

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 128,8

MAX MAX

112 140

82

CAPITOLO QUARTO “ Non crediate che sia crudele tenere un cane in un appartamento cittadino:

la sua felicità dipende soprattutto dal tempo che potete trascorrere con lui,

dal numero di volte che vi può accompagnare nelle vostre uscite…

Al cane non importa nulla aspettare per ore ed ore davanti alla porta del vostro studio,

se poi ne avrà in premio dieci minuti di passeggiata al vostro fianco.

Per il cane l’amicizia personale è tutto.

Ricordate però che in questo modo vi assumete un impegno tutt’altro che lieve,

perché dopo è impossibile rompere l’amicizia con un cane fedele,

e darlo via equivale ad un omicidio.”

(Konrad Lorenz)

4.1 DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Sulla base dei dati raccolti, cerchiamo di trarre alcune conclusioni, che ci aiutino a

definire meglio le principali differenze rilevate nella corsa con e senza cane. Per capire

meglio tali differenze, ho fatto delle tabelle riassuntive.

LE VARIAZIONI DEI MIEI PARAMETRI FISIOLOGICI CON E SENZA CANE

Tab. 17 Differenze tra FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali con e senza cane.

Fig. 79 Tracciato della frequenza cardiaca con cane. Fig. 80 Tracciato della frequenza cardiaca senza cane.

Analizzando la tabella e i tracciati inerenti alla variazione dei miei parametri fisiologici

con e senza cane, possiamo osservare che con il cane la frequenza cardiaca minima è

superiore di 3 bpm rispetto a quella registrata senza cane, mentre quella media e quella

massima sono inferiori di 12 bpm e 9 bpm. La percentuale della frequenza cardiaca

minima con il cane, rispetto a quella senza cane, varia in positivo del 1,40% mentre

varia in negativo del 6,30% e del 5,4% in quella media e massima. Possiamo quindi

affermare che con il cane si ha una frequenza cardiaca minima maggiore, mentre una

media e una massima minore. Questo perché da soli si riesce ad avere una velocità

FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

MEDIA CON CANE

80,3 43,40% 134,2 73,20% 166,8 90,90%

MEDIA SENZA CANE

77,4 42,00% 145,7 79,50% 176,1 96,30%

83

media maggiore più a lungo e ciò agevola l’aumento della frequenza cardiaca media e

massima. Queste affermazioni sono evidenti anche nei tracciati. Premettendo che in

entrambi ci sono molte variazioni dovute alla superficie del percorso sterrato e alle

continue variazioni di pendenza, possiamo vedere che nella corsa con il cane ci sono

variazioni più marcate, soprattutto all’inizio, perché il cane è per natura un velocista e

quindi tende a dare il massimo durante i primi minuti, poi la sua velocità si stabilizza.

Le altre variazioni di frequenza sono meno marcate, ma più evidenti rispetto alla corsa

senza cane, perché da soli si ha una velocità più costante, mentre con il cane si

verificano continue accelerazioni e decelerazioni.

Tab. 18 Differenze del tempo in minuti nelle sport zone con e senza cane.

Tab. 19 Differenze nel tempo nelle sport zone espresso in percentuale con e senza cane.

Analizzando le tabelle riassuntive riguardanti il tempo nelle sport zone possiamo dire

che nella corsa con il cane rispetto a quella senza, nella fascia cardiaca tra il 50-59 il

tempo è superiore di 2 minuti e 13 secondi e la percentuale è superiore del 4,11%, tra il

60-69 è superiore di 1 minuto e 15secondi e la percentuale è superiore del 3,37%,tra il

70-79 è superiore di 6 minuti e 16 secondi e la percentuale è superiore del 21,90%, tra il

80-89 è di 2 minuti e 35 secondi e la percentuale è superiore dello 0,72%, mentre tra il

90-100 è inferiore di 5 minuti e 10secondie la percentuale è inferiore del 30,10%. Dopo

questo esame possiamo affermare che in tutte le fasce dal 50 fino all’89, i valori sono

maggiori nella corsa con il cane, mentre sono inferiori nella fascia 90-100. Poiché nelle

TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

MEDIA CON CANE

00:05:10 00:02:20 00:08:32 00:09:00 00:00:50

MEDIA SENZA CANE

00:02:57 00:01:05 00:02:16 00:06:25 00:06:00

TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

MEDIA CON CANE

19,09% 9,12% 33,90% 34,68% 3,21%

MEDIA SENZA CANE

14,98% 5,75% 12,00% 33,96% 33,31%

84

fasce 50-59 e 60-69 e 80-89 i valori sono simili, le principali differenze le riscontriamo

soprattutto nella fascia 70-79 a favore della corsa con il cane e nella fascia 90-100 nella

corsa senza. Quindi possiamo concludere dicendo che nella corsa con il cane, si svolge

un lavoro che va a stimolare soprattutto il nostro sistema cardiovascolare e la cosiddetta

“capacità aerobica sfiorando, in alcuni momenti, il limite della soglia anaerobica,

mentre nella corsa senza il cane l'organismo lavora molto di più in fase anaerobica

caricando su resistenza anaerobica e potenza muscolare.

LE VARIAZIONI DEI PARAMETRI FISIOLOGICI NEL CANE PRE E POST SEDUTA:

Tab. 20 FC del cane minima, media e massima pre e post seduta.

Analizzando la frequenza cardiaca del cane possiamo dire che prima e dopo la seduta, la

sua minima varia di 24 bpm, la sua media varia di 29 battiti al minuto e la sua massima

varia di 32 battiti al minuto. I cani dai 12 mesi in poi, a parte alcune eccezioni dovute

alla taglia, vengono considerati adulti quindi Simba, essendo un cucciolo di 14mesi,

avrebbe dovuto avere una fc variabile dai 70 a 160 bpm con picchi di massima fino a

220 bpm. Non avendo fatto per lui alcun test per rilevare la fc max. e non avendo potuto

monitorarne le variazioni durante tutto l’allenamento, possiamo solamente dire che ci

sono stati degli incrementi dovuti all’attività svolta.

LE VARIAZIONI DEI PARAMETRI FISIOLOGICI MIEI E DEL CANE PER VALUTARE QUANTO

INFLUISCE E VARIA IL SUO COMPORTAMENTO TRA UN PERCORSO CONOSCIUTO E UNO

SCONOSCIUTO:

Differenze tra dei miei parametri fisiologici nel percorso conosciuto e nei percorsi

sconosciuti con cane:

FC SIMBA TOT PRE FC SIMBA TOT POST

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 132

MAX MAX

112 144

85

Tab. 21 Differenze tra FC minima, media e massima con i rispettivi valori percentuali nel percorso conosciuto e nei

percorsi sconosciuti con cane.

Fig. 81-82 Tracciato della frequenza cardiaca nel percorso conosciuto con cane a sinistra e tracciato delle frequenza

cardiaca in uno dei percorsi sconosciuti con cane a destra.

Per quanto riguarda la variazione dei miei parametri fisiologici durante il percorso

conosciuto e quelli sconosciuti possiamo notare che in quello conosciuto la frequenza

cardiaca minima è inferiore di 2 bpm, rispetto a quella registrata nei percorsi sconosciuti

mentre quella media e quella massima sono superiori di 1 bpm e 13 bpm. La

percentuale della frequenza cardiaca minima e media nel percorso conosciuto rispetto a

quella nei percorsi sconosciuti, varia in negativo del 2,40% e dell’1,20% mentre varia in

positivo del 4,60% in quella massima. Quindi deduciamo che il cane in un percorso

conosciuto raggiunge una velocità maggiore, perché conosce il posto e non è distratto,

mentre in un percorso sconosciuto tende a distrarsi per esplorare tenendo perciò una

velocità più bassa. Dunque è chiaro che in un percorso conosciuto aumenta la fc del

padrone. Queste affermazioni sono evidenti anche nei tracciati, infatti, dalle foto si

evince che nel percorso conosciuto si hanno maggiori picchi dovuti alle continue

accelerazioni, mentre in quello sconosciuto si ha un andamento più lineare, perché la

velocità è moderata.

FC

Minima Minima % Media Media% Massima Massima %

MEDIA PERCORSO CONOSCIUTO

79,2 42,20% 134,8 72,60% 173,2 93,20%

MEDIA PERCORSI SCONOSCIUTI

81,4 44,60% 133,6 73,80% 160,4 88,60%

86

Tab. 22 Differenze nel tempo in minuti nelle sport zone nel percorso conosciuto e nei percorsi sconosciuti con cane.

Tab. 23 Differenze nel tempo in minuti nelle sport zone espresso in percentuale nel percorso conosciuto e nei percorsi

sconosciuti con cane.

Analizzando le tabelle riassuntive riguardanti il tempo nelle sport zone, rileviamo che

nel percorso conosciuto rispetto a quelli sconosciuti nella fascia cardiaca tra il 50-59, il

tempo è superiore di 2 minuti e 20 secondi e la percentuale è superiore del 7,10%, tra il

60-69 è inferiore di 8 secondi e la percentuale è inferiore dell’1,12%,tra il 70-79 è

inferiore di 1 minuto e 32 secondi e la percentuale è inferiore del 11,04%, tra il 80-89 è

superiore di 1 minuto e 17 secondi e la percentuale è superiore dello 2,12%,mentre tra il

90-100 è superiore di 47 secondi e la percentuale è superiore del 2,94%. Da questo

paragone, si evidenzia che nelle fasce dal 50 fino al 69, i valori sono tra il percorso

conosciuto e quello sconosciuto sono simili, mentre nella fascia 70-79 sono maggiori

nel percorso sconosciuto. Nelle fasce dall’80 al 100 i valori sono maggiori nel percorso

conosciuto, sono invece inferiori nella fascia 90-100. Possiamo concludere dicendo che

nel percorso conosciuto la velocità media è più alta, lavorando molto sulla resistenza

anaerobica e la potenza muscolare, raggiungendo per un tempo maggiore la fase

anaerobica, mentre nei percorsi sconosciuti si lavora soprattutto sulla capacità aerobica

andando a stimolare il sistema cardiovascolare e arrivando in pochissimi momenti

vicino al limite della soglia anaerobica. Dunque ad analisi conclusa possiamo affermare

che nel percorso conosciuto si raggiungono velocità e frequenza cardiache maggiori.

TEMPO NELLE SPORT ZONE

50-59 60-69 70-79 80-89 90-100

MEDIA PERCORSO CONOSCIUTO

00:06:20 00:02:16 00:07:46 00:09:38 00:01:14

MEDIA PERCORSI SCONOSCIUTI

00:04:00 00:02:24 00:09:18 00:08:21 00:00:27

TEMPO NELLE SPORT ZONE %

50-59% 60-69 % 70-79% 80-89% 90-100%

MEDIA PERCORSO CONOSCIUTO

22,64% 8,56% 28,38% 35,74% 4,68%

MEDIA PERCORSI SCONOSCIUTI

15,54% 9,68% 39,42% 33,62% 1,74%

87

Differenze tra dei parametri fisiologici del cane nel percorso conosciuto e nei percorsi

sconosciuti

Tab. 24 Differenze tra FC del cane minima, media e massima pre e post seduta nel percorso conosciuto e nei percorsi

sconosciuti.

Analizzando la frequenza cardiaca del cane prima della seduta e del percorso conosciuto

e di quelli sconosciuti, posso dire che nel primo la frequenza cardiaca minima e media è

uguale a quella dei secondi, mentre la massima è più alta di 4 bpm nei percorsi

sconosciuti. Anche a fine seduta nel percorso conosciuto la frequenza cardiaca minima è

uguale a quella dei percorsi sconosciuti, mentre quella media e quella massima sono più

alte di 5 bpm e 4 bpm nel percorso conosciuto. Quindi ne consegue che il cane in un

percorso conosciuto raggiunge una velocità maggiore, perché conosce il posto e non è

distratto, mentre in un percorso sconosciuto tende a distrarsi per esplorare tenendo

perciò una velocità più bassa. Dunque a conclusione di quest’analisi possiamo affermare

che nel percorso conosciuto anche nel cane si raggiungono velocità e frequenza

cardiache maggiori come accade per l’uomo.

4.2 CONCLUSIONI

Dopo aver analizzato tutte le tabelle, posso descrivere le mie conclusioni: durante la

corsa con il cane si ha una frequenza cardiaca minima maggiore e media, massima

minori. Quando si corre soli, si raggiunge una velocità media maggiore più a lungo e

innalza la frequenza cardiaca media e massima. Quindi nella corsa con il cane si svolge

un lavoro che va a stimolare soprattutto il nostro sistema cardiovascolare e a migliorare

la capacità aerobica, sfiorando in alcuni momenti attorno al limite della soglia

anaerobica, mentre nella corsa senza il cane l'organismo lavora molto di più in fase

anaerobica, andando a lavorare sulla resistenza anaerobica e la potenza muscolare.

FC SIMBA PRE PERCORSO CONOSCIUTO FC SIMBA POST PERCORSO CONOSCIUTO

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 135,2

MAX MAX

108 144

FC SIMBA PRE PERCORSI SCONOSCIUTI FC SIMBA POST PERCORSI SCONOSCIUTI

MIN MIN

100 124

MEDIA MEDIA

103,2 128,8

MAX MAX

112 140

88

Essendo il cane, un animale che discende dal lupo e abituato a vivere in branco, può

essere utilissimo sfruttare i suoi istinti predatori e di supremazia gerarchica per

raggiungere velocità più elevate e quindi avvicinarsi alle frequenze fatte registrare senza

cane poiché, esso è per natura un “velocista” e può correre più velocemente di noi per

brevi distanze, mentre noi possiamo farlo solamente se siamo molto allenati, in

condizioni climatiche particolari e su distanze superiori ai 40 km. Detto ciò grazie

all’allenamento fisiologico e metodologico nostro e del

cane alla disciplina e grazie a stimoli aggiuntivi dati da una

lepre “umana o cane” che corre davanti, si possono

raggiungere velocità e frequenze cardiache elevatissime

come quelle citate in precedenza e riguardanti il modello di

prestazione del canicross. I cani in gara riescono a

raggiungere velocità elevate non solo grazie alla loro

propensione alla corsa, ma anche perché vogliono superare

il cane precedente per dimostrargli la loro supremazia

gerarchica ed imporre la propria leadership sul branco.

Anche nel cane si sono riscontrati buone variazioni di

frequenza cardiaca dovute all’attività di corsa.

Fig. 83 Io e Simba mentre corriamo uno di fianco all’altro. Per quanto riguarda l’allenamento in un

percorso conosciuto rispetto con quelli sconosciuti, possiamo dire che il cane raggiunge

una velocità maggiore nel primo poiché conosce il posto e non è distratto. Nei percorsi

sconosciuti invece, tende a distrarsi per esplorare tenendo così una velocità minore che

abbassa la mia e la sua frequenza cardiaca. Posso concludere dicendo che nel percorso

conosciuto si lavora di più sulla resistenza anaerobica e la potenza muscolare poiché si

raggiunge per più tempo la fase anaerobica e la frequenza cardiaca e la velocità di

entrambi sono maggiori mentre, nei percorsi sconosciuti si lavora soprattutto sulla

capacità aerobica e si arriva in pochissimi momenti attorno al limite della soglia

anaerobica. Quindi per iniziare è meglio allenarsi su un percorso conosciuto.

4.3 INDICAZIONI UTILI PER L’ALLENAMENTO

Sulla base dei dati scaturiti dalla ricerca, vorrei suggerire alcune indicazioni pratiche

sull’allenamento. Il programma di allenamento seguente è stato fatto da me ed è adatto

per correre una gara di 5 km di canicross poiché questa è la lunghezza più utilizzata in

89

gara. Quest’allenamento personalizzato è stato pensato per il binomio cane-padrone,

cosa che non avviene in ambito europeo agonistico e per rafforzare il legame uomo-

animale, a mio avviso importantissimo in questo sport. Non esistendo ricerche

specifiche sulle metodologie di allenamento dei cani e partendo dal presupposto che la

loro fisiologia è simile alla

nostra, ho dedotto che

questo programma possa

essere adeguato per

entrambi. Esso prevede

una buona preparazione

fisica di base da parte del

conduttore soprattutto in

termini di resistenza

Fig. 84 Io e Simba durante una seduta di allenamento aerobica. In caso contrario, è auspicabile

dedicarsi prima per un paio di mesi alla resistenza, per rafforzare il sistema articolare e

perdere peso, alternando fasi di corsa a fasi di cammino. Durante questo periodo si può

iniziare ad insegnare al cane le basi del canicross. Sicuramente questo, soprattutto se

predisposto, subirà un processo di adattamento più veloce rispetto al nostro, ma è bene

comunque allenarsi insieme per raggiungere lo stesso livello di allenamento che

consentirà di rafforzare il rapporto e affrontare serenamente le gare. Ho ipotizzato un

programma di 5 settimane composto da 4 allenamenti settimanali, intervallati da un

giorno di riposo al termine del quale ci sarà la gara. Per quanto riguarda gli intervalli di

tempo ricordiamoci che siamo in coppia e dobbiamo rispettare il cane. Nel caso di

stanchezza è necessario farlo riposare e proseguire da soli ricordandoci di tenere bene a

mente le condizioni climatiche. Prima di ogni seduta bisogna eseguire qualche esercizio

di riscaldamento come quelli proposti in precedenza. Dopo ogni lavoro sono necessari

alcuni minuti di defaticamento, mentre al termine delle corse lente si possono correre

alcuni allunghi (8-10) di 80-100 m. A fine seduta, dopo aver gratificato il cane per aver

portato a termine l’allenamento, è buona prassi controllare sue le zampe, soprattutto i

polpastrelli e fare qualche esercizio di stretching per entrambi che andrà ad interessare

principalmente i muscoli delle zampe. Quelli più utilizzati per il cane sono l’inchino e

l’otto, che vanno insegnati fin da piccoli. Per i cani agonisti di alto livello si eseguono

dei trattamenti per sciogliere i muscoli indolenziti e aiutarli nel recupero. Inoltre è molto

90

importante non trascurare la nostra e la loro alimentazione e avere un piano alimentare

bilanciato, perché questa disciplina richiede un grande dispendio di energie.

Programma di allenamento per una gara di 5km di Canicross

Per questo allenamento occorre fare una

premessa: andrà svolto su superfici sterrate. I

lenti di costruzione vanno fatti alla velocità

che si riesce a raggiungere, sempre

rispettando il cane e non forzandolo. Nelle

sedute dove ci sono i 30' di riscaldamento,

questi andranno svolti da soli sempre su

superficie sterrate. In questo lasso di tempo,

vanno eseguiti esercizi di tecnica di corsa

come quelli proposti ed esercizi a circuito di

potenziamento a corpo libero come

“piegamenti-crunch-squat-trazioni”, facendo

2-3 giri di circuito con ripetizioni che vanno

dalle 15 alle 25 in base al proprio

Fig. 85 Io con la linea in tensione su un percorso sterrato. allenamento. Questo perché la trazione

esercitata dal cane sollecitata in modo importante tutti i muscoli del corpo e non solo le

gambe, come nella corsa individuale . Nelle fasi di recupero passivo, occorre giocare

con il cane incitandolo e motivandolo a riprendere l’allenamento, mentre nelle fasi di

recupero attivo è sufficiente camminare o correre lentamente. Nella corsa in

progressione si cerca di correre a un’andatura leggermente più veloce rispetto a quella

che si era tenuta nel corso della seduta di corsa lenta, è preferibile non accelerare in

modo brusco, il passaggio dalla corsa lenta alla progressione, deve essere graduale;

meglio finire la seduta avendo ancora delle energie da spendere. Solo con il tempo e la

pratica si acquisisce una buona sensibilità allo sforzo. Nelle corse submassimali bisogna

cercare di correre alla velocità massima, in quelle massimali alla massima.

PRIMA SETTIMANA

Lunedì: 1h lento di costruzione

Martedì: Riposo

91

Mercoledì: 30' riscaldamento + 4x1500 recupero passivo 4'

Giovedì: Riposo

Venerdì: 30' riscaldamento 2 serie 5x400m recupero passivo 3' fine serie recupero

passivo 5-6'

Sabato: Riposo

Domenica: 30' riscaldamento 3x1000 recupero attivo 500m + 2000m recupero attivo

1000m + 1000m

SECONDA SETTIMANA

Lunedì: 1h 20' lento di costruzione

Martedì: Riposo

Mercoledì: 30' riscaldamento+ 3x1000 recupero attivo 500m, fine serie recupero attivo

1000m + 4x500 recupero attivo 500m

Giovedì: Riposo

Venerdì: 30' riscaldamento + 5x200 + 3x300 + 2x400 recupero passivo 1' 30"

Sabato: Riposo

Domenica: 30' riscaldamento + 3x2000 recupero attivo 500m

TERZA SETTIMANA

Lunedì: 1h 20' lento di costruzione

Martedì: Riposo

Mercoledì: 30' riscaldamento 3x(600m recupero attivo 500m, 300m recupero attivo

500m) recupero attivo dopo la 3a serie 1000m + 4000m in progressione

Giovedì: Riposo

Venerdì: 30' riscaldamento + 3x(5x100m recupero attivo 100m) recupero attivo dopo

ogni serie 1000m + 1000m submassimale a finire

Sabato: Riposo

Domenica: Simulazione gara 5Km

QUARTA SETTIMANA

Lunedì: 1h 20' lento di costruzione

Martedì: Riposo

Mercoledì: 30' riscaldamento + 2x(6x200m recupero attivo 200m) fine serie recupero

attivo 1000m + 1000m submassimale a finire

92

Giovedì: Riposo

Venerdì: 30' riscaldamento + (1000, 2x500, 1000) recupero passivo 5'-6'

Sabato: Riposo

Domenica: 30' riscaldamento + 5x1000 recupero attivo 500m

QUINTA SETTIMANA

Lunedì: 1h lento di costruzione

Martedì: Riposo

Mercoledì: 30' riscaldamento + 1000m recupero passivo 5' + 500m submassimale

recupero passivo 3’ +1000m recupero attivo 5' +300m massimali

Giovedì: Riposo

Venerdì: 40' lento di costruzione + 3x(100m recupero attivo 100m, 200m recupero

attivo 200m)

Sabato: 30' lento di costruzione

Domenica: GARA !!!

METODOLOGIE D’ALLENAMENTO ADOTTATE IN EUROPA:

Documentandomi sugli allenamenti di atleti titolati in Europa, ho notato l’applicazione

di tecniche, metodologie e tempistiche differenziate e diverse riguardo l’allenamento del

cane rispetto all’uomo. Premetto che non condivido queste metodologie anche se

sicuramente efficaci, non sono provate scientificamente, perché durante le sedute non ci

si allena quasi mai insieme e non si va a rinforzare il legame del binomio. I canidi questi

atleti vengono spesso scelti e utilizzati solo per le proprie abilità di corsa e per

raggiungere la massima prestazione. Le dinamiche, i macrocicli, i microcicli, le uscite di

allenamento in coppia e i test d’allenamento in coppia sono molto differenti da quello

che può essere il nostro immaginario e la gara è solamente la somma dei risultati di una

sessione di allenamento di 3/4 mesi per entrambi, dove il test dei 5 km si è fatto una sola

volta a un mese dall’appuntamento prefissato nel macrociclo. Ai cani vengono fatte

svolgere sessioni di footbike per il potenziamento e sedute di bike per la velocità.

Queste sono altre due discipline cinofilo sportive chiamate scooter e bikejoring, che

sono utilizzate per migliorare le prestazioni del cane nel canicross. Tra le altre

informazioni che ho trovato, ci sono dei test che vengono fatti svolgere al cane per

capire quanto può essere allenato, quant’è il suo massimale, il suo endurance e il suo

93

picco massimo di velocità. Questi test vengono svolti con l’aiuto di un medico

veterinario per cercare il parametro da allenare.

Sono stati effettuati anche dei test per capire quanto questi cani influenzino i tempi

Fig. 86-87 Igor Tracz e Jamal Campioni d’Europa e del Mondo di Bikejoring a sinistra. A destra Igor Tracz, Jamal e

Ozzi durante un allenamento con lo scooter.

del runner nella corsa, quanto incidano sul passo e quanto, in base alla razza e la

struttura fisica, possano essere allenati e migliorati. Come me, nel protocollo di lavoro

hanno svolto su uno stesso percorso delle sedute di corsa con e senza cane, per vedere di

quanto potesse migliorare la prestazione. Si è visto che questi cani, nei top runner,

riescono a produrre un aumento di prestazione in una gara di 5 km anche del 30%.

Prendendo come riferimento i dati citati in precedenza sul modello di prestazione,

possiamo dire che in una gara di 5 km questi cani riescono a migliorare la prestazione

umana anche di 3 minuti e 45 secondi. Infine, gli ultimi test prestazionali vengono svolti

sul runner per capire anche lì quali parametri hanno più bisogno di essere allenati e per

creare una tabella mirata sulle caratteristiche da migliorare. Spesso le condizioni psico-

fisiche e gli obiettivi del cane sono differenti da quelle dell’atleta e come tali sono

allenate nella loro singolarità. Il concetto finale è che quasi mai cane e atleta hanno le

medesime basi di partenza ed eguali esigenze o dinamiche da allenare, condividono lo

stesso obiettivo. Quindi si dovranno creare due linee diverse e a sé stanti di

allenamento, che dovranno convergere nello stesso punto di

picco prestazionale il giorno della gara. Per questa ragione per esasperare al massimo la

prestazione di entrambi non è importante allenarsi insieme 3/4 o 5 volte la settimana,

anzi, un tale allenamento potrebbe generare differenze e lacune che inciderebbero sul

raggiungimento del massimo risultato del binomio in una competizione. In questi casi,

dunque, occorre scindere l’allenamento umano da quello del cane per ritrovarsi in poche

occasioni oltre alla gara ad allenarsi insieme. Così, se le tabelle di allenamento sono

state fatte bene e rispettate, il risultato sarà di un binomio perfetto, veloce e forte, pronto

94

Ad assecondarsi e aiutarsi a vicenda senza che nessuno dei due sia un peso per l’altro.

Fig. 88-89 Io e Simba mentre proviamo durante uno stage un po’ di bikejoring e un po’ di scooter.

Io non condivido queste metodologie, perché l’unico obiettivo prefissato è quello della

massima prestazione sportiva, a scapito del rapporto empatico con l’animale. Però le

comprendo, perché sono elaborate e attuate per atleti di altissimo livello. Comunque

non essendoci dati scientifici che certifichino quali siano quelle più adatte per allenare il

cane, lascio a voi la scelta, pur intuendo già quale adotterete. Buone corse a sei zampe

!!!

Fig. 90-91 Io e Simba al termine di una seduta di allenamento.

95

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