Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

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Vita e Destino quasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche! a cura di Riccardo Guidetti Vincent Van Gogh “L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose28 marzo 2012 ore 21.00 Camplus Alma Mater

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Quasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche a cura di Riccardo Guidetti

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Vita e Destinoquasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche!

a cura di Riccardo Guidetti

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

28 marzo 2012 ore 21.00 Camplus Alma Mater

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Autoritratto con cappello grigio, 1887

“Bé, cosa vuoi, quello che uno ha dentro traspare anche al di fuori. Uno ha un grande fuoco nel suo cuore e nessuno viene mai a scaldarsi vicino, e i passanti non vedono che un po’ di fumo in cima al camino, e poi se ne vanno per la loro strada”

(Lettera a Theo, luglio 1880)

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Autoritratto, settembre 1889Presunta foto di Van Gogh, 1886

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La vita va … a periodi

• fino a 15 anni l’infanzia nel Brabante (1853-1868)

• dai 16 ai 23 anni il lavoro in Goupil (1869-1876)

• dai 24 ai 26 anni il mestiere del padre (1877-1879)

• dai 27 ai 34 anni il disegno e la pittura (1880-1887)

• dai 35 ai 37 anni i capolavori e la malattia (1888-1890)

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L’infanzia nel Brabante (1853-1868)

•Theodorus Van Gogh, padre del pittore, dopo gli studi teologici compiuti a Utrecht, il 1 aprile 1849 era stato assegnato come pastore calvinista alla Parrocchia di Groot Zundert, paesino di circa seimila abitanti del Brabante olandese, non lontano dalla frontiera belga. Nel maggio 1851 aveva sposato Anne Cornelie Carbentus, nata a L’Aia nel 1819, figlia di un facoltoso rilegatore di corte.

• Il 30 marzo 1853 nasce Vincent a Zundert, secondogenito rispetto a un fratello omonimo venuto alla luce senza vita esattamente un anno prima

• Il 1 maggio 1857 nasce sempre a Groot Zundert, il quartogenito Theodorus, detto Theo.

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L’infanzia nel Brabante (1853-1868)

• Il 1 ottobre 1864, dopo aver frequentato per qualche tempo la scuola pubblica di Zundert, Vincent entra (a 11 anni) come pensionante nel collegio protestante di Zevenbergen dove rimarrà fino all’agosto 1866. Inizia a studiare il francese, l’inglese e il tedesco. Primi disegni.

• Il 15 settembre 1866 viene iscritto ad un’altra scuola presbiteriale sempre nel Bramante del Nord che abbandonerà il 15 marzo 1868 per problemi economici e scarso profitto.

E’ una infanzia pervasa dalla poesia della vita rurale, un’atmosfera serena il cui fascino fu indimenticabile: “Rimarrà sempre in noi qualcosa dei campi e della landa del Brabante”, scriverà più tardi a Theo.

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Il lavoro in Goupil (1869-1876)

• Il 30 luglio 1869 (a 16 anni) parte per l’Aia, dove, per l’interessamento dello zio paterno, mercante di quadri, è assunto come apprendista nella filiale della Goupil, una grossa azienda, attiva nel mercato dell’arte contemporanea, che ha la sede principale a Parigi. Il lavoro di Vincent consiste nella vendita di riproduzioni di opere d’arte. Legge molto e frequenta i musei della città.

• All’inizio del 1873 sempre per interessamento dello zio, Theo entra a sua volta nella filiale Goupil di Bruxelles. Nel maggio, dopo un breve incontro con Theo a Bruxelles, Vincent è trasferito alla filiale di Londra della Goupil dove rimarrà per quasi due anni, conducendo vita assai ritirata. In arte ammira l’Angelus di Millet. Dopo il lavoro fa lunghe passeggiate nei parchi e sulle rive del Tamigi, fissando talvolta le sue impressioni in rapidi schizzi che poi distrugge.

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Il lavoro in Goupil (1869-1876)

• Nel 1874 Vincent s’innamora di Ursula Loyer, figlia della proprietaria della pensione dove alloggia dal agosto 1873, e si dichiara proponendole il fidanzamento, ma la ragazza, pur non insensibile alle sue attenzioni, gli rivela di essere già fidanzata. Il colpo è durissimo: cupo e irascibile, per distrarsi disegna.

• Nell’ottobre 1874, per aiutarlo a riprendersi lo zio ottiene il trasferimento di Vincent nella sede centrale della Goupil a Parigi. Visita i musei, entusiasmandosi per il Seicento Olandese. Nella sua camera a Montmartre, tappezzata di riproduzioni di Rembrant e Millet, commenta assiduamente la Bibbia e legge l’Imitazione di Cristo.

• Il 1 aprile 1876 (a 23 anni) viene licenziato dalla Goupil, divenuta nel frattempo Boussod & Valadon, dal nome dei nuovi proprietari.

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Il mestiere del padre (1877-1879)

• Nel 1877 scrive a Theo: “Mi sento attratto dalla religione e desidero consolare gli umili. Penso che il mestiere di pittore e di artista sia bello, ma credo che il mestiere di mio padre sia più sacro”. A maggio parte per Amsterdam, per prepararsi agli esami di ammissione alla Facoltà di Teologia.

Nel maggio 1878, l’esito degli esami di ammissione è negativo. Ad agosto inizia il noviziato alla scuola di evangelizzazione di Laekem a Bruxelles, ma pur risultando un buon allievo non ottiene la nomina a causa del suo carattere indipendente, refrattario ad ogni sottomissione.

• Nel dicembre 1878 si trasferisce nella regione mineraria del Borinage (Belgio meridionale): insegna ai bambini, visita i malati e i poveri, commenta la Bibbia ai minatori, disegna. Medita ancora con estatico trasposto l’Imitazione di Cristo.

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Il mestiere del padre (1877-1879)

• Nel gennaio 1879 ottiene un nomina provvisoria come evangelista laico sempre nel Borinage.

Abita nella modesta casa del fornaio Denis, ma, giudicandola troppo confortevole e volendo mettere in pratica gli insegnamenti evangelici, si trasferisce in una baracca, dove dorme su un pagliericcio. Dona ogni suo avere ai poveri, cammina a piedi nudi, converte un alcolizzato, cura con una devozione senza limiti i contagiati da una epidemia di tifo. Allarmate dell’eccessivo zelo di Vincent, il consiglio ecclesiastico di Bruxelles, scaduti i sei mesi, non gli rinnova l’incarico, concedendogli tre mesi per trovarsi un’altra occupazione.

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Chi ben comincia …A 15 anni abbandona la scuola

per problemi economici e scarso profitto

A 21 anni viene rifiutato dalla ragazza

A 23 viene licenziato dopo 8 anni come commerciante d’arte per cambio proprietario azienda

A 25 anni non viene ammesso alla facoltà di Teologia e non ottiene la nomina a Pastore a causa del suo

carattere indipendente, refrattario ad ogni sottomissione

A 26 anni non viene confermato nell’incarico di evangelista laico a causa del suo eccessivo zelo

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Il disegno e la pittura (1880-1887)

Nel 1880 (a 27 anni) prende lezioni di prospettiva e studia anatomia da solo. In ottobre si trasferisce a Bruxelles e si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Esegue disegni delle opere di Millet, che ammira per la serenità e quel senso di vivere etico che essa emana.

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Vincent Van Gogh, Angelus, 1880Jean-François Millet, Angelus, 1856

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• Nell’estate 1881 si innamora della cugina Kate Vos, di sette anni più anziana di lui e rimasta vedova, che cercherà inutilmente di conquistare.

• Scrive a Theo alla fine del 1881:

“Theo, che grandi cose sono il tono e il colore! E chiunque non impari a sentirli, vive lontano dalla vera vita”.

“Disegno moltissimo e mi sembra di far progressi”.

“Devo poter esprimere attraverso il disegno e la pittura quello che ho dentro la mente e il cuore”.

(Etten, dicembre 1881)

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Vincent Van Gogh, Strada a Etten, 1881

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Vincent Van Gogh, il seminatore, 1881Jean-François Millet, il seminatore, 1850

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Scrive a Theo nel gennaio 1882: “La mia giovinezza se n’è andata, non certo il mio amore per la vita”

Con la fine del 1881, ma soprattutto col 1882 Van Gogh passa dal semplice disegno al dipinto, convinto che:“il cielo, la terra, il mare richiedono l’uso del pennello nel senso che, se si vuole rappresentarli attraverso il solo disegno, è indispensabile saper usare il pennello con la sensibilità che questo mezzo richiede”. (Lettera (223) a Theo, 5 agosto L’Aia)

E sempre ad agosto: “Mentre dipingo sento in me una potenza coloristica che prima non possedevo, una cosa forte di vasta portata”.

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“si può respirare in esso, e camminarvi e sentire l’odore del bosco”

(Lettera (227) a Theo, 20 agosto L’Aia)

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Vincent Van Gogh, Ragazza in abito bianco nel bosco, agosto 1882

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Nel 1883 studia i problemi del colore per prepararsi a dipingere a olio.

Durante l’estate riceve la visita di Theo, che gli fornisce i soldi per comperare il materiale necessario.

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Vincent Van Gogh, Campi di Tulipani, 1883

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Periods

Nuenen and Antwerp (1883-1886)

Paris (1886–1888)

Arles (Feb 1888 - May 1889)

Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)

Auvers-sur-Oise (May–July 1890)

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Nel 1884 dipinge numerose tele che hanno come soggetto i tessitori e la torre del cimitero di Neunen.

Da lezioni di pittura ad alcuni dilettanti, tra cui un orefice nella cui casa esegue sei dipinti decorativi per la sala da pranzo.

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Vincent Van Gogh, La vecchia torre di Neunen, febbraio-marzo 1884

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Scrive a Theo nel luglio 1884: “le leggi dei colori sono inespri-mibilmente belle, proprio perché non sono dovute al caso”.

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Vincent Van Gogh, Tessitore al telaio, giugno-luglio 1884

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Vincent Van Gogh,

Filari di pioppi al tramonto

ottobre 1884

Viale dei pioppi in autunno

fine ottobre 1884

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Nel 1885 (a 32 anni) dipinge, oltre a vari ritratti di contadini, il primo capolavoro, I mangiatori di Patate.

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Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate, aprile 1885

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« ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho voluto che facesse pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole » (Lettera (404) a Théo van Gogh, aprile 1885)

« So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi conto che le teste che dipingo adesso sono sempre più vigorose, oso affermare che I mangiatori di patate, insieme con le tele che dipingerò in avvenire, resteranno »

(Lettera (409) a Théo van Gogh, maggio 1885)

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Si può vedere nel dipinto delle scarpe di Van Gogh la rappresentazione di un oggetto vissuto dall'artista come una parte importante di se stesso, un oggetto nel quale il pittore si osserva come in uno specchio 

Meyer Schapiro

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Vincent Van Gogh, Un paio di scarpe,1886

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«Nel quadro di Van Gogh non potremmo mai stabilire dove si trovino quelle scarpe. Intorno a quel paio di scarpe da contadino non c'è nulla di cui potrebbero far parte, c'è solo uno spazio indeterminato. Grumi di terra dei solchi o dei viottoli non vi sono appiccicati, denunciandone almeno l'impiego. Un paio di scarpe da contadino e null'altro. Tuttavia ... nell'orifizio oscuro dell'interno logoro si palesa la fatica del cammino percorso lavorando. Nel massiccia pesantezza della calzatura è concentrata la durezza del lento procedere lungo i distesi e uniformi solchi del campo, battuti dal vento ostile. Il cuoio è impregnato dell'umidore e dal turgore del terreno. Sotto le suole trascorre la solitudine del sentiero campestre nella sera che cala. Per le scarpe passa il silenzioso richiamo della terra, il suo tacito dono di messe mature e il suo oscuro rifiuto nell'abbandono invernale. Dalle scarpe promana il silenzioso timore per la sicurezza del pane, la tacita gioia della sopravvivenza al bisogno, il tremore dell'annuncio della nascita, l'angoscia della prossimità alla morte»

(Martin Heidegger, L’origine dell’opera d’arte)

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Periods

Nuenen and Antwerp (1883-1886)

Paris (1886–1888)

Arles (Feb 1888 - May 1889)

Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)

Auvers-sur-Oise (May–July 1890)

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• Verso la fine del novembre 1885, desideroso di riprendere contatto con l’ambiente artistico e di vendere qualche tela, Vincent parte per Anversa: non rivedrà più l’Olanda. Visita i Musei della città, attratto da Rubens, la cui influenza si farà ben presto sentire nell’uso di tinte più forti e brillanti.

• Nel gennaio del 1886 si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts dove l’insegnamento è gratuito e maggiore è la possibilità di trovare ogni giorni nuovi modelli. Frequenta la classe di pittura, poi quella di disegno. Ben preso entra in polemica con gli insegnanti, data la sua insofferenza per i metodi dell’insegnamento accademico.

• A fine febbraio 1886, Vincent parte improvvisamente per Parigi. In aprile, volendo dare al suo disegno qualcosa della tipica morbidezza francese, frequenta lo studio di Cormon, dove incontro tra gli altri Emile Bernard e Toulouse-Lautrec. Ma è un’esperienza di breve durata, poiché Vincent non sopporta lo sterile accademismo cui lo costringe Cormon.

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Vincent Van Gogh,

Vaso con gladioli rossi,

1886

Valore oggi 9,5 milioni di dollari

Vincent Van Gogh, Papaveri, 1886

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“Cercare la vita

nel colore, il vero

disegno è modellare

col colore” (Parigi, 1886)

Vincent Van Gogh,

Il 14 luglio a Parigi,

1886

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Vincent Van Gogh,

I tetti di Parigi,

1886

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• Sempre nel 1886 Theo gli fa incontrare Monet, Sisley, Pissarro, Degas, Renoir, Seurat, Signac e altri. Nei primi tempi del soggiorno parigino dipinge vari autoritratti, nature morte e composizioni con fiori in cui la tessitura coloristica risente della lezione impressionistica. Verso la fine dell’anno, conosce Gauguin, che era giunto a Parigi da Pont-Aven in novembre.

• In luglio 1887 scrive a Theo: “Per riuscire occorre ambizione, e l’ambizione mi sembra assurda … E poi voglio ritirarmi in qualche posto del sud, per non dover vedere tanti pittori che , come uomini, mi disgustano”.

• Nel 1887 espone insieme a Bernard e Gauguin, opere proprie (per esempio L’interno di un ristorante) dipinte secondo la tecnica pointilliste inaugurata da Signac.

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Vincent Van Gogh, Interno di un ristorante, 1887

Paul Signac, Il veliero, 1887

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Vincent Van Gogh,

Autoritratto con il cavalletto

Gennaio 1888

Parigi

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Periods

Nuenen and Antwerp (1883-1886)

Paris (1886–1888)

Arles (Feb 1888 - May 1889)

Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)

Auvers-sur-Oise (May–July 1890)

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I capolavori e la malattia (1888-1890)

• Nel febbraio 1888, stanco della vita parigina e intristito dal clima troppo rigido e grigio, dopo aver rifiutato un invito di Gauguin di seguirlo a Point-Aven, parte per il sud, alla ricerca del colore e del sole. Si stabilisce ad Arles, in Provenza.“La natura è straordinariamente bella qui” scrive a Theo: inizia l’esplosione della sua arte.

• A maggio invia a Theo ventisei dipinti e affitta l’ala destra di una casa (la celebre “casa gialla”) in cui spera di riunire una comunità di artisti.

• Nel luglio 1888 scrive a Theo: “Più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore […] Quest’arte viva, questo germoglio verde che spunta dalle radici del vecchio tronco tagliato, sono cose talmente spirituali che ci assale una certa malinconia pensando con quanta minor fatica si sarebbe potuta vivere la vita, invece di fare dell’arte”.

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Scrisse alla sorella Wilhelmina:

« La natura di questo paesaggio meridionale non può essere resa con precisione con la tavolozza di un Mauve, per esempio, che appartiene al Nord e che è un maestro e rimane un maestro del grigio. La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti questi colori, si finisce con il creare la calma, l'armonia »

(Lettera (W 3) da Arles, aprile 1888)

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Vincent Van Gogh,

Il ponte di Langlois ad Arles con lavandaie

marzo 1888

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"alla ricerca del sole e di sé stesso"

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Vincent Van Gogh,

Frutteto in fiore con susine

aprile 1888

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Vincent Van Gogh,

Frutteto stretto tra i cipressi

aprile 1888

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«Attualmente sono preso dagli alberi da frutto in fiore: peschi rosa, peri bianco-gialli. Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti, pezzi di tela lasciati qua e là scoperti, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalità: insomma, il risultato è, sono portato a crederlo, piuttosto inquietante e irritante, affinché non faccia la felicità delle persone con idee preconcette in fatto di tecnica. ... Pur lavorando sempre direttamente sul posto, cerco di cogliere nel disegno ciò che è essenziale; poi gli spazi, limitati da contorni espressi o no, ma in ogni caso sentiti, li riempio di toni ugualmente semplificati, nel senso che tutto ciò che sarà suolo parteciperà di un unico tono violaceo, che tutto il cielo avrà una tonalità azzurra, che le verzure saranno o dei verdi blu o dei verdi gialli, esagerando di proposito, in questo caso, le qualità gialle o blu. Insomma, mio caro amico, in ogni caso niente 'trompe-l'oeil'».

(Lettera al pittore Emile Bernard, Arles, aprile 1888)

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Vincent Van Gogh,

Veduta di Arles con iris in primo piano

maggio 1888

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Vincent Van Gogh,

Veduta di Saintes Maries de la Mer

1-3 giugno 1888

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Vincent Van Gogh,

Campo di grano con allodola

giugno 1888

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Vincent Van Gogh,

Seminatore con sole che tramonta

giugno 1888

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Vincent Van Gogh,

Mietitura in provenza

giugno 1888

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“La solarità del Mezzogiorno agisce su di me come un vino che va alla testa (... ) Lavoro anche in pieno mezzogiorno, in pieno sole, senza nessuna ombra, nei campi di grano, e ne gioisco come una cicala“.

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Vincent Van Gogh, Spiaggia a Saints-Maries,1888

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Vincent Van Gogh,

Barche da pesca sulla spiaggia di Saints-Marie

giugno 1888

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Vincent Van Gogh,

Barche da pesca nei pressi di Saints-Maries

giugno 1888

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«Mio caro Theo, ti scrivo finalmente da Saintes-Maries sul Mediterraneo. Il Mediterraneo ha un colore come quello degli sgombri, vale a dire è cangiante, non si sa bene è verde o viola, non si sa sempre se c’è del blu, perché a seconda del riflesso cangiante prende una tinta rosa o grigia.

Ho passeggiato una notte lungo il mare sulla spiaggia deserta, non era ridente, ma neppure era triste, era … bello. Il cielo di un azzurro profondo era punteggiato di nuvole d’un azzurro più profondo del blu base, di un cobalto intenso, e di altre nuvole d’un azzurro più chiaro, del lattiginoso biancore delle vie lattee. Sul fondo azzurro scintillavano delle stelle chiare, verdi, gialle, bianche, e rosa chiare, più luminose delle pietre preziose che vediamo anche a Parigi – perciò era il caso di dire: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri».

(Lettera Lettera a Théo van Gogh, Saintes-Maries-de-la-Mer, 22 giugno 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 51: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Ritratto di Eugene Boch, con fondo stellato

settembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 52: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

«Vorrei fare il ritratto di un amico artista [...]. Quest'uomo dovrebbe essere biondo. E vorrei mettere nel quadro la stima e l'amore che ho per lui. Lo ritrarrei dunque così come è, più fedelmente possibile, per cominciare. Ma il quadro non sarebbe terminato così. Per finirlo farò il colorista arbitrario. Esagererò il biondo dei capelli, arrivando ai toni arancione, ai gialli cromo, al limone pallido. Dietro la testa, invece di dipingere il muro banale del misero appartamento, dipingerò l'infinito, farò uno sfondo semplice del blu più ricco, più intenso che riuscirò ad ottenere; da questa semplice combinazione, la testa bionda, illuminata su questo sfondo blu sontuoso, rende un effetto misterioso come di stella nell'azzurro profondo».

(Lettera a Théo van Gogh, 11 agosto 1888)

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Page 53: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Ritratto di Patience Escalier

agosto 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 54: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

“Nel ritratto del contadino mi sono regolato con lo stesso sistema. Tuttavia senza pretendere in questo caso di evocare lo splendore misterioso di una pallida stella dell'infinito. Ma immaginando l'uomo terribile che dovevo fare in mezzo al forno della mietitura, in pieno mezzogiorno. Da ciò gli arancioni sfolgoranti come ferro arroventato, da ciò i toni di oro vecchio luminoso nelle ombre”.

(Lettera a Théo van Gogh, 11 agosto 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 55: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

« dipingere degli uomini e delle donne con un non so che di eterno [...] mediante la vibrazione dei nostri colori [...] il ritratto con dentro il pensiero, l'anima del modello [...] esprimere l'amore di due innamorati con il matrimonio di due colori complementari, la loro mescolanza e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose dei loro contrasti [...] esprimere la speranza con qualche stella. L'ardore di un essere con un'irradiazione di sole calante [...] non è forse una cosa che esiste realmente? »

(Lettera (531) a Théo van Gogh, settembre 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 56: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh, Notte stellata sul rodano, settembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 57: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

«Sto lavorando su sette tele da 30 ... e per ultimo a uno studio del Rodano, della città illuminata dai lampioni a gas riflessi nel fiume blu. In alto il cielo stellato con il Gran Carro, un luccichio di rosa e verde sul campo blu cobalto del cielo stellato, laddove le luci della città e i suoi crudeli riflessi sono oro rosso e verde bronzeo»

(Lettera (553b) a Théo van Gogh, 2 ottobre 1888)

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Page 58: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

La casa gialla

settembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 59: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Caffè di notte in place Lamartine ad Arles

settembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 60: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

"Nel mio quadro sul Caffè di notte ho cercato di esprimere l'idea che il caffè è un posto dove ci si può rovinare, diventar pazzi, commettere dei crimini. Inoltre ho cercato di esprimere la potenza tenebrosa quasi di un mattatoio, con dei contrasti tra il rosa tenero e il rosso sangue e feccia di vino, tra il verdino Luigi XV e il Veronese, con i verdi gialli e i verdi blu intensi, tutto ciò in un'atmosfera di una fornace infernale di zolfo pallido“.

(Lettera a Théo van Gogh, 11 settembre 1888)

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Page 61: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Terrazza del caffè in Place du Forum ad Arles la sera

settembre 1888

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Page 62: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

La vigna verde

ottobre 1888

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Page 63: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

• Nell’ottobre 1888, dopo numerosi inviti di Vincent e una accorta mediazione di Theo, Gauguin giunge ad Arles: i due pittori vivono e lavorano insieme, ma dopo le prime settimane di serenità i loro rapporti si deteriorano.

“E’ raro che Vincent ed io si sia d’accordo su qualcosa, soprattutto quando si tratta di pittura” scrive Gauguin a Bernard. Il 20 dicembre scrive a Theo: “Vincent ed io non possiamo assolutamente vivere insieme in pace per incompatibilità di carattere, ed entrambi abbiamo bisogno di tranquillità per il nostro lavoro. E’ un uomo di notevole intelligenza, lo rispetto assai e mi dispiace di dovermene andare; ma ripeto; è necessario”.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 64: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

La camera di Vincent ad Arles

ottobre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 65: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

« ho fatto, sempre come decorazione, un quadro della mia camera da letto, con i mobili in legno bianco, come sapete. Ebbene, mi ha molto divertito fare questo interno senza niente, di una semplicità alla Seurat; a tinte piatte, ma date grossolanamente senza sciogliere il colore; i muri lilla pallido; il pavimento di un rosso qua e là rotto e sfumato; le sedie e il letto giallo cromo; i guanciali e le lenzuola verde limone molto pallido; la coperta rosso sangue, il tavolo da toilette arancione; la catinella blu; la finestra verde. Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso tutti questi toni così diversi e tra i quali non vi è che una piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero, per mettere anche là dentro la quarta coppia di complementari »

(Lettera a Gauguin (B 22) Arles, ottobre 1888)

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Page 66: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Vincent Van Gogh, La sedia di Gauguin, novembre 1888

Vincent Van Gogh, La sedia di Vincent, novembre 1888

Page 67: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Semintatore al tramonto

novembre 1888

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Page 68: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Emile Bernard,

Il grano saraceno

ottobre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 69: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

La vigna rossa

novembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 70: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin, Alberi blu (Verrà il tuo turno bellezza!), novembre 1888

Vincent Van Gogh, Les Alyscamps, foglie che cadono, novembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 71: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Paul Gauguin,

Arlesiane,

novembre-dicembre

1888

Page 72: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Sala da ballo ad Arles

dicembre 1888

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Page 73: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin,

Autoritratto, les miserables

novembre-dicembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 74: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin,

Vincent Van Gogh che dipinge i girasoli

dicembre 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 75: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Fare una pittura di idee, in contrapposizione con la pittura naturalistica degli impressionisti; non per spirito di contraddizione, ma per mia necessità di spirito; ecco il problema che mi si presentava […] Come si potevano rappresentare le cose come idea? La mia risposta mi sembrava semplice.

Dal momento che l’idea è la forma delle cose che l’immaginazione raccoglie, occorreva dipingere non avendo di fronte a sé la cosa, bensì ricavandola dall’immaginazione, che l’aveva raccolta e ne conservava l’idea. Così l’idea della cosa avrebbe conferito al soggetto del quadro, o meglio al suo ideale (la somma delle idee), la forma opportuna. La semplificazione, o sintesi, si imponeva da principio in quanto insita nell’idea: infatti l’idea conserva solo l’essenziale delle cose percepite, e di conseguenza ne rifiuta il dettaglio. La memoria non trattiene ogni cosa, ma solo ciò che colpisce lo spirito. E dunque forme e colori diventano semplici, in una unità eguale.

Dipingendo a memoria, avevo il vantaggio di abolire l’inutile complicazione delle forme e dei colori […] dello spettacolo osservato rimaneva una schema” (Emile Bernard, agosto 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 76: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin,

La visione del sermone,

agosto-settembre

1888

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Page 77: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Emile Bernard,

Donne bretoni in un prato (Il Pardon a Pont-Aven),

agosto-settembre

1888

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Page 78: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Riferendosi ad uno studio dell’interno del Caffè di notte eseguito per Bernard e ai propri recenti sviluppi artistici, Van Gogh confessava all’amico: “Non voglio firmare questo studio perché non lavoro mai a mente. Ci sarà del colore che ti piacerà, ma ancora una volta faccio per te uno studio che preferirei non fare. […] Faccio quello che faccio abbandonandomi alla natura, senza pensare a questo o quello. […] Sono talmente curioso del possibile e di ciò che realmente esiste, che è scarso il desiderio e il coraggio di cercare l’ideale quale potrebbe risultare dai miei studi astratti. […] continuo a masticare natura. Esagero, qualche volta cambio un po’ nel motivo, ma in definitiva non invento l’intero quadro, lo trovo invece già fatto, ma da scovare, nella natura” (Vincent Van Gogh, ottobre 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 79: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh, Girasoli agosto 1888

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Vaso con quindici girasoli gennaio 1889

Page 80: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

“La vena della mia aspirazione va e viene, ma non è solamente sempre negativa.

… Ora riuscire a fondere quegli ori, e quei toni di fiori – il primo venuto non riesce a farlo, ci vuole tutta l’energia e l’attenzione di un individuo.

… Ma se vuoi puoi esporre le due tele di girasoli. Gauguin sarebbe contento di avere una delle due, e molto volentieri faccio a Gauguin un piacere di una certa consistenza. Egli desidera dunque una di quelle due tele: bene, ne rifarò una, quella che vuole

... Tu sai d’altra parte che Gauguin ama moltissimo quei quadri. Mi ha detto, fra le altre cose: “Questo … è … il fiore” (Lettera a Théo van Gogh, Arles, 23 gennaio 1889)

Gauguin, andandosene nei mari del sud, portò con se due quadri di girasoli. Ancora nel 1900, a Tahiti, ordinò che dei semi di girasole gli fossero inviati da Parigi.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 81: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

• Il 23 dicembre 1888, secondo il racconto di Gauguin, Vincent cerca di colpirlo con un rasoio: Gauguin spaventato lascia la casa e va a dormire in una albergo.

• Durante le notte, Vincent si taglia il lobo dell’orecchio sinistro. Il postino lo trova a letto, sanguinante e svenuto. Viene ricoverato in ospedale dove per tre giorni rimane privo di conoscenza. Theo, avvertito da Gauguin che subito lascia Arles, accorre al capezzale del fratello. Contro ogni previsione, le condizioni di Vincent migliorano rapidamente nel giro di pochi giorni.

• Nel gennaio 1889 riprende a lavorare pur se afflitto da fastidiose insonnie e da ricorrenti attacchi nervosi. Dipinge i due ritratti con l’orecchio tagliato.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 82: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Vincent Van Gogh, Autoritratto con orecchio tagliato e pipa, gennaio 1889

Vincent Van Gogh, Autoritratto con orecchio tagliato, gennaio 1889

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Periods

Nuenen and Antwerp (1883-1886)

Paris (1886–1888)

Arles (Feb 1888 - May 1889)

Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)

Auvers-sur-Oise (May–July 1890)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 84: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

I capolavori e la malattia (1888-1890)

• Il 9 febbraio 1889, in seguito ad allucinazioni determinate dal timore che qualcuno voglia avvelenarlo, viene nuovamente ricoverato per qualche giorno; altro ricovero alla fine del mese.

• Nel marzo, una petizione con ottanta firme che richiede l’internamento di Vincent viene presentata al sindaco di Arles. Per ordine della polizie viene così ricondotto in ospedale.

• All’inizio di aprile 1889 riceve la visita di Signac, insieme al quale gli è consentito di far ritorno alla “casa gialla”. Signac vi ammira dei quadri meravigliosi.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 85: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Corsia dell’opedale di Arles

aprile 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 86: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Giardino dell’ospedale di Arles

aprile 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 87: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

• A fine aprile 1889 spedisce a Theo due casse di dipinti e disegni. Ma qualcosa è irreversibilmente cambiato in lui, confessa al Reverendo del paese: “Non sono capace di amministrarmi e di governarmi: mi sento molto diverso da prima”.

• L’8 maggio 1889, pur in un periodo di relativa tranquillità, lascia Arles per la vicina Saint-Rémy ed entra volontariamente in una casa di cura dove su sua richiesta gli vengono assegnate due stanza, una delle quali per dipingere.

• Il 9 maggio scrive alla cognata: “Non vedo alcuna possibilità di riacquistare speranza o coraggio”.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 88: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

“Volevo dirti che credo di avere fatto bene a venire qui, innanzitutto perché vedendo la realtà della vita dei pazzi e dei vari squilibrati di questo serraglio mi passa il timore vago, la paura della cosa in se stessa. Per quello che so, il dottore qui è incline a considerare ciò che ho avuto come un attacco di natura epilettica. Ma non ho chiesto di più.

… Ne sto facendo altri due – dei fiori di iris viola e ciuffo di lilla, due spunti presi nel giardino. Mi sta tornando l’idea di lavorare e credo che mi torneranno anche molto presto tutte le mie facoltà lavorative. Solo che il lavoro mi assorbe talmente che credo che resterò per sempre astratto e incapace di cavarmela per tutto il resto della mia vita”

(Lettera a Théo van Gogh, Saint-Rémy, 9 maggio 1889)

Pare oramai accertato che la malattia di cui soffriva Van Gogh fosse una forma di psicosi epilettica senza attacchi di epilessia (latente epilessia mentale). Questo male si manifesta periodicamente con crisi di durata indefinita, preceduta dai cosiddetti “stati crepuscolari” e seguite da torpore. Fra una crisi e l’altra il paziente si comporta in modo del tutto normale. Nel caso di Van Gogh queste crisi duravano da due settimane a un mese; alla fine, egli aveva un ricordo piuttosto confuso delle terribili allucinazioni di cui era vittima.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 89: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Iris

maggio 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 90: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Giardino dell’ospedale di Sant-Paul

maggio 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 91: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Alberi davanti all’ospedale di Sant-Paul

1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 92: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Sentiero nel giardino dell’ospedale

Novembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 93: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

La notte stellata

giugno 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 94: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

“Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale”. (Lettere a Theo van Gogh, primi di giugno 1889)

NB: Venere alla fine di maggio e ai primi di giugno 1889 era effettivamente al massimo di luminosità ed era osservabile poco prima dell'alba. Grazie ad un software astronomico è stata identificata la data di esecuzione dell'opera nelle ore che precedono l'alba del 23 maggio 1889, difatti se si confronta la disposizione dei corpi celesti, la fase e l'altezza della luna ci si accorge che il cielo è il medesimo.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 95: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Ulivi con le Alpilles sullo sfondo

giugno 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 96: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Gli ulivi

giugno 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 97: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

« Gli ulivi con la nuvola bianca e lo sfondo di montagne, così come il sorgere della luna e l'effetto notturno, costituiscono un'esagerazione dal punto di vista dell'esecuzione; le linee sono incisive come quelle degli antichi legni. Là dove queste linee sono serrate e volute comincia il quadro, anche se può sembrare esagerato. È un po' quello che sentono Bernard e Gauguin. Non ricercano la forma esatta di un albero, ma vogliono assolutamente che sia definito se essa è tonda o quadrata, e io do loro ragione, perché sono esasperato dalla perfezione fotografica e banale di certuni [...] io mi sento spinto a ricercare, se vuoi, uno stile, ma intendendo con questo un disegno più maturo e più intenzionale [...] gli studi disegnati con grandi linee nodose come nell'ultimo invio non erano quello che dovevano essere, ma voglio convincerti che nei paesaggi si continuerà ad ammassare le cose mediante un disegno che cerca di esprimere il groviglio delle masse »

(Lettere a Theo (607 e 613) settembre-ottobre 1889)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 98: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Gli ulivi

settembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 99: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Campo di grano con cipressi

settembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 100: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

• Il 28 ottobre 1889 scrive a Theo: “La malinconia mi riprende spesso con grande violenza, e più la salute ritorna normale e più riesco a ragionare freddamente, più mi sembra una follia fare della pittura che ci costa tanto e non rende niente, neanche le spese”.

• E nel novembre: “Il fatto è che in questo mese ho lavorato tra gli uliveti perché mi avevano fatto arrabbiare i loro Cristi nell’orto degli Ulivi (ndr. di Bernard e Gauguin), dove non c’era niente di reale. […] E’ nostro dovere pensare e non sognare. […] Ciò che ho fatto è un realismo un po’ duro e grossolano accanto alle loro astrazioni, ma servirà a dare la nota agreste e saprà di terra”.

Page 101: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Emile Bernard,

Cristo giallo,

1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 102: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin,

Cristo nell’orto

degli ulivi,

1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 103: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Uliveto

novembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 104: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh, Uliveto, novembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 105: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Ulivi con cielo giallo e sole

novembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 106: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Uliveto con due figure

dicembre 1889

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 107: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

E in una lettere accorata scrive il 20 novembre 1889 a Bernard:

“Io adoro il vero, il possibile, e se mai sono capace di uno slancio spirituale, allora mi inchino davanti a quello studio, forte da far tremare, di Millet, i contadini che portano al cascinale un vitello nato nei campi. […] Si tratta davvero di ritemprarsi bene nella realtà, senza un piano progettato in anticipo. […] Mi sono lasciato ben impregnare dell’aria delle montagnole e dei frutteti, poi vedrò. La mia ambizione si limita a qualche zolla di terra, al grano che germoglia, un oliveto, un cipresso”.

“mi è così cara la verità, mi è così caro cercare di fare il vero che credo di preferire rimanere un calzolaio piuttosto che un musicista con i colori“.

(lettera (626) a Théo van Gogh, 12 febbraio 1890)

Page 108: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 109: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Paul Gauguin, Da dove veniamo?, Chi siamo?, Dove andiamo?, 1897-1898

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Van Gogh avrebbe potuto dipingere un quadro così?

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• All’inizio di dicembre spedisce a Theo tre pacchi di dipinti; gli ultimi giorni dell’anno è colto da un’altra violenta crisi, durante la quale, cerca di ingerire i colori.

• Il 31 gennaio 1890 nasce a Parigi il figlio di Theo che viene chiamato Vincent come lo zio, che ne è il padrino e gli dedica i Rami in mandorlo in fiore. Theo gli comunica che il Vigneto rosso è stato venduto per 400 franchi (l’unico che venderà in vita).

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Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Vincent Van Gogh,

Il burrone (Les Peiroulets)

dicembre 1889

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Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Vincent Van Gogh,

Pini al tramonto

dicembre 1889

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Vincent Van Gogh,

Mandorlo in fiore

febbraio 1890

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Vincent Van Gogh,

Paesaggio con case e due rappatori

1890

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Vincent Van Gogh,

Siesta pomeridiana

gennaio 1890

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Jean-François Millet, Pausa di mezzogiorno, 1866

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Vincent Van Gogh,

Primi passi

gennaio 1890

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Jean-François Millet, Primi passi, 1858

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Periods

Nuenen and Antwerp (1883-1886)

Paris (1886–1888)

Arles (Feb 1888 - May 1889)

Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)

Auvers-sur-Oise (May–July 1890)

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• Una violenta crisi impedisce a Vincent di lavorare per un mese. Ad aprile 1890 dieci sue tele vengono esposte a Parigi e Monet le giudica il miglior contributo alla mostra.

• A maggio si trasferisce a Auvers, una località raccomandatagli da Pissarro, che definisce di una “bellezza severa”.

• Nel periodo di Auvers in poco più di due mesi dipinge circa ottanta tele tra ritratti e paesaggi, tra cui, celeberrimo, quello dello stesso dottor Gachet, di sua figlia Margherita al pianoforte e la Chiesa di Auvers.

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Vincent Van Gogh,

Vaso con Iris con sfondo giallo

maggio 1890

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Vincent Van Gogh,

Viale di cipressi sotto il cielo stellato

maggio 1890

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Vincent Van Gogh,

Ritratto del dottor Gachet

giugno 1890

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« lavoro al suo ritratto; la testa, con un berretto bianco, molto bionda, molto chiara; anche la carnagione delle mani molto bianca, un frac blu e uno sfondo blu cobalto; appoggiato a una tavola rossa, sopra la quale c'è un libro giallo e una pianta di digitale dai fiori purpurei [...] Gachet è assolutamente fanatico di questo ritratto »

(Lettera (638) a Théo van Gogh, 4 giugno 1890 )

« Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel tempo, sembrassero delle apparizioni. Non cerco di raggiungere questo risultato attraverso la somiglianza fotografica, ma attraverso un'espressione appassionata, impiegando come mezzo di espressione e di esaltazione del carattere la nostra conoscenza e il nostro gusto moderno del colore »

(Lettera (W 22) a Wilhelmina van Gogh, giugno 1890)

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Vincent Van Gogh,

La chiesa di Auvers

giugno 1890

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« Ho un'immagine più grande della chiesa del villaggio con effetto in cui la costruzione sembra essere viola contro un cielo di semplice blu scuro, cobalto puro; le finestre sembrano come macchie di blu oltremare, il tetto è viola e parzialmente arancione. Sullo sfondo, alcune piante in fiore e sabbia con il riflesso rosa del sole. Ed ancora una volta è simile agli studi che ho fatto a Nuenen della vecchia torre del cimitero, solo probabilmente ora il colore è più espressivo, più sontuoso ».

(Lettera (W22) a Wilhelmina van Gogh, 5 giugno 1890)

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Vincent Van Gogh, La vecchia torre del cimitero di Neunen, 1885

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« Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello mi casca quasi di mano e, sapendo perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la mia tristezza, l'estrema solitudine »

(Lettera (649) a Théo van Gogh, Auvers-surOise, luglio 1890)

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Vincent Van Gogh, Campo di grano sotto un cielo nuvoloso, luglio 1890

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Vincent Van Gogh, Auvers sotto la pioggia, luglio 1890

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Page 131: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh, Campo di grano con corvi, luglio 1890

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

• Nel luglio 1890 Vincent esprime a Theo dubbi sulla sua utilità; dipinge il Campo di grano con corvi, e il 14, festa nazionale francese, Il municipio di Auvers.

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Vincent Van Gogh,

Il municipio di Auvers

14 luglio 1890

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Vincent Van Gogh,

Covone sotto un cielo nuvoloso

luglio 1890

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Page 134: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

«In quanto a me, sono totalmente preso da questa infinita distesa di campi di grano su uno sfondo di colline, grande come il mare, dai colori delicati, gialli, verdi, il viola pallido di un terreno sarchiato e arato, regolarmente chiazzato dal verde delle pianticelle di patate in fiore: tutto sotto un ciclo tenue, nei toni azzurri, bianchi, rosa, violetti. Sono completamente in una condizione di calma persino eccessiva, proprio nello stato che occorre per dipingere ciò»

(Lettera (650) a Théo van Gogh, Auvers-surOise, luglio 1890)

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Page 135: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Campi di grano (la pianura di Anvers)

luglio 1890

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Page 136: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Campi di grano

luglio 1890

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Page 137: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

Vincent Van Gogh,

Campo di grano con fiori di mai

luglio 1890

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«Per il mio lavoro, io rischio la vita, e la mia ragione vi è quasi naufragata …»

(Lettera (652) trovatagli addosso il 29 luglio 1890)

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• Il 27 luglio, uscito nel pomeriggio per lavorare, rincasa la sera dopo essersi sparato una revolverata al torace (l’arma non verrà mai ritrovata). Accorre il dottor Gachet, che provvede a medicarlo e a informare dell’accaduto Theo, che giunge il mattino dopo, accolto da Vincent con le seguenti parole: “L’ho fatto per il bene di tutti, ho mancato il colpo anche questa volta”.

• Il 29 luglio 1890, poco dopo l’una di notte, Vincent muore, dopo avere trascorso l’intera giornata seduto sul letto a fumare la pipa. “La tristezza durerà comunque tutta la vita. Ora desidererei ritornare” dice a Theo prima di spirare.

Vincent ha scritto 821 lettere, di cui 668 al fratello, e ha lasciato oltre 1300 tele.

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 140: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

«Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini

neri che rappresentano le città e villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i

puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla

cartina della Francia? Come prendiamo il treno per andare a Tarascona o a Rouen,

così prendiamo la morte per raggiungere le stelle»

(Lettera a Théo van Gogh, 1888)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Page 141: Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)

È imparagonabile l’entusiasmo che nasce dalla bellezza rispetto all’entusiasmo che nasce dalla dedizione (Luigi Giussani)

Vincent Van Gogh“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”

Il miglior modo per amare Dio è amare molte cose (Vincent Van Gogh)

Credono di amare Dio perché non amano nessuno (Charles Peguy)