Valli Chisone e Germanasca: Dalla miniera allecomuseo Dott.ssa Federica Fiore.

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Valli Chisone e Germanasca: Dalla miniera all’ecomuseo Dott.ssa Federica Fiore

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Valli Chisone e Germanasca:Dalla miniera all’ecomuseo

Dott.ssa Federica Fiore

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Localizzazione

Le Valli Chisone e Germanasca Situate a nord-ovest di Pinerolo, provincia di Torino, sono denominate le Valli Bianche perchè qui viene estratto il talco, il “bianco” delle Alpi.

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Prali.Panorama estivo

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Le Valli ValdesiDal 1343 le Comunità locali di Briançon(carbone), del Queyras (rame), Argentière (argento), Valli Chisone, Susa ed Alta Varaita si organizzarono in forma autonoma e federata dando vita alla Republique des Escartons. Le radici della storia comune di queste vallate, è legata agli antichi legami religiosi e culturali della chiesa valdese. Attualmente la presenza valdese interessa sul versante francese Queyras e Freissinières e, su quello italiano, le valli del Pellice, del Chisone e del Germanasca

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Costume Valdese

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La sopravvivenza della valle legata al Talco

Dal 1800, la ricerca, la "coltivazione", il trasporto del talco, hanno rappresentato per gli abitanti della valle una grande opportunità di lavoro, in alternativa all’emigrazione, ed una notevole fonte di guadagno, sia pure a costo di condizioni di lavoro durissime e pericolose, col rischio di gravissime malattie professionali (la silicosi) e di una radicale trasformazione della economia agricola in economia prevalentemente industriale.

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Le tappe del passato minerario

1927: il talco è proprietà demaniale e lo sfruttamento è assegnato alla Società Talco e Grafite Val Chisone Anni ‘60 ha inizio la fase di declino della attività mineraria in valle, prima con l’abbandono dei siti minerari periferici (Maniglia, Malzas, Envie, Sapatlé); poi con la drastica riduzione del numero dei dipendentiAnni ’80 quando alla Società Talco e Grafite Val Chisone subentra la Luzenac Val Chisone, società leader nella produzione mondiale di talco con una quota di mercato del 47%, pari a un milione 200 mila tonnellate annue, di cui 700 mila tonnellate estratte in Europa (Austria, Francia, Italia, Spagna).

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La Miniera Gianna

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Lo sfruttamento del talco negli anni Novanta

Nuovi e moderni metodi di lavoro: le gallerie si ampliano, spariscono i binari e la movimentazione interna ed esterna viene effettuata tutta su ruota gommata,i grossi lavori di apertura di nuove gallerie vengono affidati a ditte esterne, si apre a Pomeifré una nuova galleria di oltre due chilometri, diametro di cinque metri, accessibile quindi agli autocarri che raggiungono direttamente i cantieri di "coltivazione". Il numero dei minatori scende ulteriormente...

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L’industria del talco oggi...

Attualmente 50 dipendenti (20 minatori) garantisce una produzione annua di 45.000 t di ottimo talco, che rappresentano il 4% della produzione del Gruppo. Malgrado la quantità minima, la produzione rimane significativa grazie alla qualità del "Bianco delle Alpi“, certificato ISO 9002 e utilizzato per prodotti di alta tecnologia che richiedono assoluta purezza: industria farmaceutica, cosmetica, alimentare, cartaria; della plastica, della gomma, delle vernici.

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La Valle Germanasca agli inizi degli anni Novanta...

Il numero dei minatori residenti in valle ammonta a poche unità, i cantieri di coltivazione sono concentrati nella zona di Crosetto e le stesse gallerie della Gianna e della Paola, per oltre 60 anni le principali della valle, stanno per essere abbandonate perché non più redditizie. Nei siti minerari periferici, a suo tempo abbandonati, le strutture esterne sono state tutte smantellate, le vecchie gallerie crollano, le mulattiere ed i sentieri, un tempo percorsi giornalmente da decine di minatori, sono invasi dal rigoglioso sottobosco e sono praticamente impercorribili.

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Le radici del futuro

Il percorso di valorizzazione comune è avviato nel 1994 e nel 1997 nell’ambito di una collaborazione transfrontaliera (Interreg I e II) con l’area francese del Bianconnais e de l’Argentière. E’ finalizzato alla conservazione del patrimonio minerario delle genti di quest’area e alla promozione dello sviluppo socio-economico delle comunità locali.

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Il patrimonio culturale al servizio dello sviluppo locale

Il processo, attualmente ancora in corso, è stato possibile grazie alla partecipazione di più attori, sia locali sia esterni al territorio di riferimento. (Regione, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio Artigianato Agricoltura di Torino e dalla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca...).

Un percorso difficile in quanto, all’inizio, le testimonianze del lavoro nella miniera non erano né conosciute né tanto meno percepite dalla comunità locale come bene culturale e, quindi, come possibile risorsa su cui fondare azioni di sviluppo locale.

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Interreg I: realizzazionistudi e ricerche di carattere conoscitivo, storico ed etnologico per inventariare le infrastrutture, i manufatti e le attrezzature dismesse e raccogliere le testimonianze visive ed orali ancora esistenti;ricerche di mercato relative alla domanda di prodotti di turismo culturale, finalizzata ad indirizzare ed organizzare l'offerta di visita turistica dei siti;redazione dei progetti esecutivi per l'adeguamento e la sistemazione di due gallerie (Paola e Gianna) e dei relativi fabbricati annessi per renderle agibili alla visita turistica, e per l’allestimento di percorsi didattici in siti minerari di particolare interesse archeologico-industriale e paesaggistico-ambientale; predisposizione di strumenti per la comunicazione e pubblicizzazione dell’iniziativa quali: audiovisivo, depliant, ed una mostra documentaria e fotografica;

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Interreg II - Nasce Scopriminiera: il museo della miniera

Messa in sicurezza della galleria Paola per un tratto di quasi 2 Km. ed adeguamento alla normativa vigente per i luoghi aperti al pubblico ed alle esigenze turistico/culturali dei visitatori (illuminazione, luci di emergenza, interfono, uscite di sicurezza)Sistemazione dei parcheggi e degli accessi alla minieraRistrutturazione fabbricati all’imbocco della galleria. Una parte destinata alla fruizione turistica (esposizione museale, sala proiezione, biglietteria, bar-posto di ristoro, book shop ed informazioni turistiche, servizi igienici, attrezzeria per caschi mantelline lampade). Altri locali sono occupati da uffici, sale per mostre temporanee, archivio delle miniere (in via di allestimento).

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L’ideazione dell’ecomuseo regionale

Nel 2000, la Comunità Montana, consapevole delle esperienze maturate, dei risultati ottenuti con “Scopriminiera” e del grado di integrazione della dinamica avviata sul proprio territorio, ha presentato alla Regione Piemonte un “progetto-candidatura” per la costituzione di un ecomuseo territoriale “l’Ecomuseo delle miniere e della Val Germanasca”.

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L’istituzione dell’ecomuseo regionale

L’ecomuseo istituito formalmente nel 2003 ha come obiettivi: rafforzamento della valenza territoriale del processo favorire la partecipazione attiva della comunità localevalorizzare ed a mettere in rete altre risorse culturali ed ambientaliintegrare la tematica mineraria con le altre attività culturali e con i saperi degli abitanti – produttori della Val Germanasca.

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Piano di avvio dell’ecomuseo, fase 2003-2004

Ricerca, all’interno della Comunità Montana delle Valli Chisone e Germanasca della/e persone da utilizzare quale interfaccia relazionale con il territorio (animatore locale)

Formazione degli animatori locali: modulo didattico di 16 ore sull’argomento “Mappe culturali” (a cura del

Laboratorio Ecomusei) modulo didattico di 10 ore sull’argomento “Mappe mentali”

Approfondimento di studi e riflessioni su animazione territoriale/gestione gruppi di studio/ecomusei/lettura ed interpretazione del paesaggio (a cura del gruppo del Laboratorio Ecomusei)

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Piano d’avvio dell’ecomuseo, fase 2004-2005

La seconda fase prevede invece la sperimentazione ristretta. Il territorio scelto per la sperimentazione è quello del Comune di Prali, in alta Val Germanasca. La sperimentazione si basa 4 momenti ed azioni, distinti ma coordinati ed intersecanti:PaesaggioMappa mentale Mappa culturaleCooperazione

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PAESAGGIO

Gruppo di ricerca aperto alla popolazione e guidato da animatori locali sul paesaggio con l’intento di ottenere una serie di “fotografie”, che fissino la realtà del territorio in determinate epoche storiche. Ogni fotografia sarà analizzata dal punto di vista materiale (iconografie, carte storiche, documenti d’archivio) ma anche quale testimonianza dell’influenza reciproca che ambiente naturale/”costruito” e di come gli abitanti percepiscono l’evoluzione del paesaggio.

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MAPPA MENTALEAzione realizzata con delle interviste informali a campione

(valdesi e cattolici, giovani ed anziani, operatori turistici ed amministratori locali, residenti e villeggianti, …). Obiettivi:“Rompere il ghiaccio” e danno visibilità all’animatore, che comincia a conoscere e ad essere conosciutoAssemblare una ulteriore lettura del paesaggio; una“fotografia” del territorio e della sua interpretazione ad oggiRaccogliere dati per la realizzazione di un termometro di confronto fra progettualità “alta” e percezione localeRiportare dati, rispetto alle emergenze turistico-culturali significative,confrontabili con quanto emerso dalle analisi dello studio di fattibilità su musei ed ecomusei

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1/MAPPE CULTURALI

Azione che in realtà non ripercorrerà in toto l’iter seguito nella realizzazioni delle mappe culturali di stile anglosassone. Quello che è ripreso è soprattutto l’idea di uno strumento di lavoro concertato, che con vivacità e spontaneità porti a rinsaldare i rapporti fra persone e luoghi. I soggetti coinvolti sono qui gli studenti della scuola materna, elementare e media del comune, chiamati a lavorare sull’antica “strada dell’inverso”, che ricollega Ghigo, Villa e le miniere della Paola.

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2/MAPPE CULTURALI

Tale sentiero, ancora oggi percorribile quasi per intero, sarà fonte di un lavoro a più facce, che potrà spaziare topografia e toponomastica, recupero dei saperi tradizionali (mulino ad acqua e forno per la calce)leggende ed ai miti, dalla storia valdese all’epopea delle miniere

Tutto il processo non sarà fine a se stesso, ma avrà come compito finale la realizzazione di un prodotto turistico da presentare alla comunità locale e da inserire stabilmente fra le proposte di Valle

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CooperazioneCompito dell’animatore locale sarà quello di ricercare e far emergere le energie presenti sul territorio e non conosciute o non sfruttate, ma anche e soprattutto partecipare ad operazioni che mirino a migliorare le capacità organizzative e di collaborazione fra le varie entità locali. In questo caso si ipotizza quindi di coinvolgere quelle aggregazioni di persone già formate, ma che non necessariamente si occupano ora di operazioni a livello turistico-culturale. Chiesa Valdese (unione femminile, corale, riunioni quartierali)Centro Ecumenico di AgapePro LocoSci Club + Associaz. Maestri di sciCAI Val Germanasca

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Piano di avvio ecomuseo- IIIFase 2005-2006

Rielaborazione delle conoscenze e dei dati acquisiti nella fase di formazione, ricerca e di animazione, nonché una valutazione delle ricadute prodotte a livello locale.

Stesura di un report finale

Tavolo di lavoro e discussione sui risultati con la Comunità Montana, Comuni coinvolti, Laboratorio Ecomusei, Provincia di Torino

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Prospettive di ampliamento della rete ecomuseale

il patrimonio delle fortificazioniil patrimonio culturale religioso (cattolico e valdese); i parchi naturali, le aree protette, i laboratori e i percorsi ambientali;i sistemi ecomuseali e i musei etnografici comprendenti anche:

i. patrimonio collegato all’archeologia industriale;ii. arte rupestre e siti archeologici;

la valorizzazione delle lingue minoritarie (soprattutto attraverso l’attività sviluppata da bilbioteche, archivi e centri di documentazione);l’arte moderna e contemporanea;

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Prime valutazioni...

Gli indicatori utilizzati per la valutazione del V.A.T. sono tratti dalle griglie di analisi suggerite da “Il problema teorico. Verso una definizione operativa del concetto di Valore Aggiunto Territoriale” D.Fanfano, D.Poli, (2002) e da “Il modello di SLoT come strumento di analisi dello sviluppo locale –De Matteis”( 2003 ) in SloT quaderno 3, Baskerville, Bologna, 2003.

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Valore Aggiunto Territoriale ( VAT ) di un sistema locale l’accrescimento durevole del patrimonio, prodotto dalla messa in valore, integrata e relazionale, delle risorse ambientali, territoriali e socio-economiche, in forme che inducano crescita incrementale della società locale

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Riflessività del sistema locale (networking, governance)

Sviluppo di forme associative Costituzione della società a maggioranza di capitale pubblico “LA TUNO Srl” finalizzata alla valorizzazione locale. Sono soci 8 soggetti pubblici e 25 privati.

Strumenti di governo del sistema Costituiti: un comitato di indirizzo, uno scientifico, 2 gruppi di lavoro con attori locali.

Programmi di tipo concertato Fruizione di beni culturali – turistici: costituzione di itinerari con Comuni, Centro Culturale Valdese e altri musei.

Relazioni organizzate ed economiche con: Pro Loco; Associazioni Culturali; Imprese del settore ricettivo e trasporti; Accompagnamenti (Associazioni di Guide Naturalistiche, Guide locali, operatori turistici)

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Produzione di innovazione del sistema locale

Innovazione di produzione di servizi e prodotti mediante la crescita del sapere contestuale

Dipartimento di didattica ed interpretazione

Programmi di interpretazione

Creazione di gruppi di Guide del Territorio

Organizzazione di eventi (teatro, concerti, mostre…)

Progettazione (Leader+, Turismo-Culturale,…)

Inclusione di nuovi attori Artigiani e produzione oggettistica

Aumento della qualità del servizio della ristorazione e utilizzo dei prodotti dell’agricoltura locale

Aumento del saper fare locale Progettazione per conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale

Organizzazione di eventi: spettacoli teatrali, concerti, manifestazioni e mostre temporanee

Gestione di beni culturali e attività turistiche

Valutazione dei risultati e capacità riflessiva

Comunicazione / marketing

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Nuove capacità o potenzialità per lo sviluppo locale sostenibile

Nuove figure professionali Dipendenti e guide: n° 25 (nella quasi totalità giovani e donne) di cui:

- n° 1 direttore dell’ecomuseo

- n° 2 esperti in interpretazione, progettazione didattica ed animazione

- n° 1 rapporti con scuole e pubblico

- n° 2 manutentori

- n° 19 guide – animatori

Nuove capacità per il riconoscimento delle forme e delle potenzialità del territorio da sviluppare

Sono stati effettuati quattro corsi di formazione per tutti gli accompagnatori e per gli operatori turistici del territorio. Hanno partecipato ai corsi 60 persone.

La comunità locale accresce la consapevolezza delle potenzialità delle proprie risorse.

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Controllo delle relazioni esterne del sistemaCreazione di agenzie di sviluppo e promozione

Costituzione de “LA TUNO Srl”

Creazione di reti e partnership con soggetti esterni

Interreg – Rete transfrontaliera con la Francia.

Minet - Rete internazionale del patrimonio minerario finalizzata allo scambio di competenze ed esperienze. Vi aderiscono siti di Francia, Spagna, Irlanda, Gran Bretagna ed Italia)

il circuito italiano dei siti minerari riabilitati (In fase di costituzione)

Circuito Tessera Musei di Torino

Università di Torino

Sistema regionale e provinciale degli ecomusei

Capacità di acquisire finanziamenti per lo sviluppo locale

Programmi UE Interreg, DocUP, Leader+; Raffaello, Cultura 2000.

Fondi nazionali, regionali, provinciali e di fondazioni

Dal 2003 - da L.R. Ecomusei circa E.200.000/anno

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Accrescimento del sistema economico locale Nuova occupazione, ricadute economiche dirette

5 gli attuali dipendenti della società “La Tuno costituita per la gestione ed il funzionamento dell’Ecomuseo Scopriminiera;

20 collaboratori tra animatori - accompagnatori - guide (il totale degli occupati impiegati per un numero di giornate pari ad una annualità sono 10).

Si è inoltre registrata la creazione di due unità produttive: 1 artigiano, che produce oggettistica lavorando il talco e la società che gestisce il bar-ristorante “Il Ristoro del Minatore” nella quale hanno trovato occupazione a tempo pieno altre 2 persone.

Rricadute sull’indotto, ricadute indirette

Lla ristorazione, il ricettivo, i trasporti, l’animazione, la comunicazione, la commercializzazione e la visita di altri centri culturali. E’ stato stimato, cautelativamente, che le ricadute negli altri settori ammontino a circa E. 260.000/anno.

Incremento del patrimonio immobiliare

Recuperati 1200 mq di superficie coperta in edifici ed oltre 3 Km di gallerie

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Qualità Ambientale

Miglioramento della qualità ambientale

 

Risolte le criticità ambientali dovute ai siti minerari abbandonati e dimessi, con conseguente recupero del patrimonio naturale ed antropico: aree di pregio ambientale, sentieri,edifici industriali,…

Investimenti ( E.2.700.000 ) per la valori zzazione del patrimonio culturale.