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V V I I C C O O N N G G R R E E S S S S O O N N A A Z Z I I O O N N A A L L E E A A l l l l i i n n s s e e g g n n a a d d e e l l l l a a r r e e s s p p o o n n s s a a b b i i l l i i t t à à s s o o c c i i a a l l e e Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma All’interno: Il documento finale Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris rivista bimestrale, numero 3

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Il documentofinale

Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris

rivista bimestrale, numero 3

N. 3GIUGNO/LUGLIO 2005

3 – Editoriale di Giuseppe Gallo

4 – Il diario di Bak a cura di Andrea Baccherini

5 – Internazionale a cura di Maurizio Locatelli

6 – Focus Congresso Fiba

All’insegna della responsabilità sociale di Angela Cappuccini

Il lavoro tema centrale di Andrea Baccherini

Quale modello? di Pier Luigi Ledda

Intervista ad Alex Zanotelli

La storia siamo noi di Maurizio Locatelli

Pensieri in libertà di Anna Masiello e Paola Vinciguerra

22 – Società civile a cura di Paola Vinciguerra

23 – Legale a cura di Luigi Verde

24 – (Io) lavoro positivo di Marco Ciani

25 – Servizi a cura dell’Inas

26 – Recensioni a cura di Anna Masiello

SOMMARIO

GLI AUTORI

Giuseppe Gallo segr. gen. Fiba Cisl

Andrea Baccherini red. Conquiste del Lavoro

Maurizio Locatelli resp. formazione Fiba Lombardia

Angela Cappuccini resp. uff. stampa Fiba Cisl

Domenico Iodice ricercatore dip. naz. Fiba

Pierluigi Ledda resp. dipartimento naz. formazione e ricerca Fiba

Marco Ciani segretario di coord. Fiba Cisl Gruppo Intesa

Luigi Verde resp. uff. legale Fiba

Achille Cadeddu e Giuseppe Gargasso autori vignetta

Direttore responsabile:Giuseppe GalloComitato di direzione:Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo,Sergio Girgenti, Pietro Mariani, Mario Mocci,Giancarlo Pezzanera,Alessandro Spaggiari,Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina ZanobiniRedazione:Andrea Baccherini, Umberto Bognani,AngelaCappuccini, Giusi Esposito, Pierluigi Ledda,Maurizio Locatelli,Anna Masiello, Paola VinciguerraFotocomposizione e ricerca iconografica:Antonella Di Girolamo

LAVORO BANCARIOE ASSICURATIVOAut. decreto n. 236/92del 15/04/1992 - reg. stampa RomaPoste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. inl. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma

Direzione e amministrazione:Via Modena 5, 00184 Roma - Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136e-mail: [email protected] sito web: www.fiba.it

Fotolito:Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia(Roma), tel. 069107235

Stampa:Società Tipografica Romana srlVia Carpi, 19 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 0691251177

Tiratura: 83.000 copie

EDITORIALE

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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La fusione-acquisizione di Unicreditcon Hypovereinsbank si è decisa pro-prio nei giorni in cui si svolgeva il no-stro congresso nazionale, infatti Ales-sandro Profumo, impegnato nella defi-nizione dell’operazione, non ha potutoessere presente alla nostra tavola roton-da (al suo posto è intervenuto il dott.Edoardo Massaglia).Del nuovo colosso europeo se ne è par-lato ed i partecipanti alla tavola roton-da hanno riportato Unicredit quale ri-ferimento positivo per il nostro sistemabancario. La realizzazione della fusio-ne piace al mercato, a banchieri e in-dustriali. Insomma, trova riscontri po-sitivi nell’intero paese e soddisfa persinoBruxelles.Da parte nostra, al di là di generici au-spici o di sommarie valutazioni circa lanecessità di una maggiore integrazionedel sistema finanziario europeo, restia-mo in attesa di conoscere nel dettaglioil piano industriale e soprattutto le rica-dute che avrà sull’occupazione e le pro-spettive strategiche per l’impresa stessa.Al momento sappiamo che si prevedeentro il prossimo triennio una riduzio-ne di circa il 7% della forza lavoro eche l’impatto in Italia sarà comunquelimitato: le riduzioni previste sono del2% e il taglio interesserebbe 800 posti dilavoro. Una volta acquisite le informa-zioni potremo valutare al meglio ma,certamente, non potremo condividereoperazioni che abbiano quale unicoobiettivo quello di creare valore per i so-li azionisti, finendo per subordinare aquesto scopo le compatibilità sociali eper rinunciare a coniugare la creazio-ne di valore alla responsabilità che unabanca deve avere nei confronti di tutti

gli stakeholder. Troppo spesso infatti laresponsabilità sociale diventa più unaenunciazione di principio che un com-portamento concreto.Il protocollo Abi del 16 giugno 2004 in-vece è finalizzato ad uno sviluppo delsistema bancario socialmente ed am-bientalmente sostenibile ed è impronta-to alla difesa degli interessi di tutti glistakeholder, siano essi dipendenti,clienti, comunità locali, azionisti. Conquesta impostazione dovranno con-frontarsi tutte le aziende, sia quelle cheprovengono dall’estero e che dovrannoporre al centro dell’attenzione la quali-tà delle risorse umane, le garanzie oc-cupazionali, la qualità nei rapporticon la clientela, i rapporti con le eco-nomie di riferimento, sia i gruppi ban-cari italiani all’estero, a cui chiediamouna significativa qualificazione dellenormative comunitarie sui comitatiaziendali con particolare riferimentoai diritti fondamentali dei lavoratori,alla salute, alla sicurezza, alle tuteleoccupazionali.La responsabilità sociale è stata il filoconduttore del nostro congresso al qua-le abbiamo dedicato questo numerodella rivista. Un congresso sicuramenteimpegnativo nel quale la nostra orga-nizzazione si è interrogata a fondo sul-le problematiche che caratterizzano ilmondo del lavoro, il sistema economicoproduttivo e finanziario. Circa 700partecipanti hanno portato il loro con-tributo, la loro passione, la loro atten-zione. A loro, a voi tutti, a questo tessu-to di quotidianità operosa di una orga-nizzazione fatta di persone, al serviziodelle persone, va il nostro ringrazia-mento più forte.

Unicredit-Hbv:in attesa del piano industriale

di Giuseppe Gallo

Non potremocondividereoperazioni cheabbiano qualeunico obiettivoquello di crearevalore per i soliazionisti,finendo persubordinarea questo scopole compatibilitàsociali.Laresponsabilitàsociale è statail filo conduttoredel nostrocongressoal qualeabbiamodedicatoquesto numerodella rivista

Il Segretario generaleFiba Cisl Giuseppe Gallo

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Ripercorriamo i fatti più si-gnificativi che hanno visto laCisl e il sindacato protagoni-sti negli ultimi mesi.

15 aprile 2005 – Sciopero na-zionale dei metalmeccanici. Ferra-nia: da oggi cassa integrazione pertutti.

19 aprile – Berlusconi non si di-mette. Conclave: la prima fumataè nera.

20 aprile – Eletto papa Benedet-to XVI. Alla quarta votazione ivoti convergono sul nome di Rat-zinger. Un pontefice tedesco do-po 950 anni.

21 aprile – Si dimette il Gover-no.Tarelli, segretario generale de-gli statali della Cisl, replica allaPresidenza del Consiglio: il con-tratto è un atto dovuto.

25 aprile – Sessant’anni di liber-tà. Celebrazioni in tutta Italia.Reincarico per il nuovo Governoa Berlusconi.

28 aprile – Parte da Scampia ilricatto del Meridione. Editorialesu Conquiste del Lavoro di Epifa-ni, Pezzotta e Angeletti.

30 aprile – Pezzotta critica lacomposizione del nuovo Governoma aspetta i fatti per giudicare.

1 maggio 2005 – Oltre 50.000persone riunite a Scampia conEpifani, Pezzotta e Angeletti.

5 maggio – Contratti pubblici: ri-unita l’Assemblea nazionale deidelegati di Cisl Cgil e Uil. Il sinda-cato chiede al Governo di rifare iconti. Approvato al Senato il maxiemendamento sulla competitività.

6 maggio – Gli statali intimanoal Governo: o contratto o lotta.La Filca denuncia: la situazionedegli infortuni sul lavoro resa piùpesante per la consistente pre-senza di lavoro nero nell’edilizia.

10 maggio – Contratti pubblici:è l’ora della verità. Ferrovieripreparano lo sciopero per il con-tratto dopo la rottura delle trat-tative.

11 maggio – La Cisl rilancia lepriorità del sud. Ironica la Fnp

Cisl sulla possibilità, prevista daldecreto sulla competitività, per ipensionati di indebitarsi.

12 maggio – Passa alla Camerail decreto sulla competitività.Contratti pubblici: Governoostaggio di Lega e Confindustria.

13 maggio – Allarme economia,l’Italia segna il passo.

14 maggio – Berlusconi sconfes-sa i ministri per il rinnovo del con-tratto degli statali. Ferrovie edElettolux: scioperi ad alta adesione.

18 maggio – Papa BenedettoXVI ringrazia la Cisl per gli augu-ri. Sconcerto e rabbia in Cisl peril rapimento in Afganistan di Cle-mentina Cantoni. Conti pubbliciin ribasso. Le tute blu annuncianolo sciopero per il 10 giugno.

19 maggio – Governo-parti so-ciali, un vertice fuori tempo mas-simo. È emergenza sfratti, l’Esecu-tivo latita.

21 maggio - È scontro sul con-tratto del pubblico impiego: ilGoverno non rispetta gli accordi.

Commemorato D’Antona a seianni dall’omicidio ad opera dellebrigate rosse.

25 maggio – Per l’Ocse il deficititaliano nel 2005 salirà al 4,4%. L’I-stat fa la radiografia ad un paesein crisi.

27 maggio – Italia-Africa 2005.L’impegno del sindacato italiano.Ciampi frusta il governo sull’eco-nomia: bisogna agire senza atten-dere le elezioni.

28 Maggio – Statali, s’avvicinal’intesa. Nel 1980 le Br uccidonoWalter Tobagi.

30 maggio – Accordo raggiuntoper il Pubblico Impego. Pezzotta:“e ora affrontiamo la riforma del-la contrattazione”. Cade un eli-cottero in Iraq, morti 4 militariitaliani.Anche gli olandesi boccia-no la costituzione europea.

31 maggio – Fazio frusta il Go-verno: l’Italia a crescita zero e ildeficit nel 2005 supererà il 4%.

3 giugno – Scioperano i portuali.Il ministro Maroni convoca i sin-dacati per giovedì per riaprire ilconfronto sul tfr.

7 giugno – La Cisl rinvia a dopoil suo Congresso la discussionesulla riforma del modello con-trattuale. Si fa viva l’ala riformistadella Cgil.

10 giugno - Si è concluso il con-gresso della Fiba con la riconfer-ma di Giuseppe Gallo segretariogenerale

10 giugno – Ancora nulla di fat-to sul tfr. Se ne riparlerà a fine lu-glio.

14 giugno – Referendum sullafecondazione assistita: vince l’a-stensione. Unicredito si fondecon Hvb: è la prima vera banca adimensione europea.

16 giugno - Il Governo rinvia iltaglio dell’Irap: per Confindustriaè una decisione grave, per la Cisl èstato evitato il peggio.Alla Saiwafirmato l’accordo senza la Cgil.

Progetto Africa

“Per il sindacato l’Africa rappresenta un punto di riferimento im-portante per le sue culture, per i suoi valori e per questo è sempreforte il nostro impegno contro la guerra, la miseria, a sostegno del-la pace. Occorre però che l’Europa si interessi maggiormente diquesti argomenti”. Savino Pezzotta, leader della Cisl, illustra cosìl’impegno del sindacato a sostegno del Continente africano.L’occasione è stata un’altra importante iniziativa svoltasi a Roma,alla fine di maggio, con un corteo che partito da piazza Barberini, ègiunto a Piazza del Popolo, dove un concerto dei più importantinomi della musica italiana e internazionale ha evidenziato con paro-le e note l’opposizione alle guerre e alla povertà.Una maglietta, indossata anche dal segretario generale Cisl, con suscritto “North Nigeria, stop using children soldiers (Nord Nigeria,stop all’uso dei bambini soldato) ricorda al mondo una piaga chevede, secondo stime internazionali, impegnati in conflitti in Africa120 mila giovani under 18. Negli ultimi 10 anni è documentata lapartecipazione a scontri armati e a guerre vere e proprie di bambi-ni dai 10 ai 16 anni in 25 Paesi. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti,altri sono usati in compiti definiti logistici (munizionamento, vetto-vagliamento).Altri vengono regolarmente reclutati nelle forze ar-mate del loro Stato, altri ancora fanno parte di eserciti che si op-pongono ai Governi in carica. In tutti i casi sono esposti ai pericolidella battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modoestremamente severo per gli errori.Anche le ragazze, sebbene inmisura minore, sono reclutate e frequentemente soggette allo stu-pro e alle violenze sessuali. In Etiopia, per esempio, si stima che ledonne e le ragazze formino fra il 25 e il 30% delle forze di opposi-zione armata.Per questo occorre esportare in Africa lo sviluppo.“La Cisl – ricor-da Savino Pezzotta – prosegue il suo impegno con il progetto Afri-ca per creare una nuova classe dirigente e per portare avanti i pro-cessi di cooperazione. Ma non basta. Occorre che l’Africa diventiuna questione politica per l’Europa”.Lo stesso Pezzotta ha poi chiesto, a proposito dell’immigrazione, dicambiare la legge Bossi-Fini.Per il segretario della Cisl del Lazio, Francesco Simeoni, è necessa-rio parlare oggi anche di potenziamento delle risorse per i Paesiafricani e non solo di Cina e di India. E Salvatore Biondo, neo segre-tario generale aggiunto della Cisl di Roma, ricorda i numerosi pro-getti di cooperazione sia per lo sviluppo economico sia per la cre-scita delle istituzioni politiche e sociali, ad iniziare dai sindacati.

a cura di Andrea BaccheriniIL DIARIO DI BAK

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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La settimanainternazionaledel sindacatoeuropeo delsettorefinanziario

A Roma si sono tenuti duecongressi importanti, dal 16al 20 maggio, il congressodell’area mediterranea e ilcongresso europeo.Un’occasione per fare ilpunto della situazione sulsindacato internazionalecon il responsabiledell’ufficio internazionaleFiba-Cisl Luciano Malvolti.

I lavoratori incontrano il sin-dacato a livello aziendale enazionale. L’attività interna-zionale del sindacato è sco-nosciuta ai più! Quali sono inumeri e le strutture del sin-dacato internazionale?La federazione internazionale deisindacati dei servizi è l’Uni (Unionnetwork international) che rappre-senta più di 16 milioni di lavoratorinei settori finanziario, comunica-zioni, commercio, media e spetta-colo.A sua volta l’Uni è parte siadella Ces (Confederazione euro-pea dei sindacati) sia della Cisl In-ternazionale (la confederazionemondiale). Il settore finanziario -banche e assicurazioni- rappresen-ta in Europa circa 1,3 milioni di la-voratori e l’area mediterranea, conItalia, Spagna, Portogallo, Grecia,Malta e Cipro, è di gran lunga la piùimportante, sia numericamenteche per tradizione sindacale.

Entriamo nel dettaglio deidue congressi di Roma. La ri-unione del Mediterraneo haaffrontato un tema di strettaattualità, il ruolo del sindaca-to tra costituzione europea estrategia di Lisbona.La Ces si è pubblicamente schie-rata a favore del nuovo trattatocostituzionale europeo perchérappresenta un sensibile passoavanti nel riconoscimento dei di-ritti sociali, e quindi anche sinda-cali. La Carta dei diritti fonda-mentali è diventata parte inte-grante del trattato. Se considera-to dal punto di vista dei diecinuovi stati membri dell’UnioneEuropea, che scontano debolissi-mi livelli di tutele sociali e sinda-cali, la rilevanza è maggiore. Mal’impegno del sindacato è soprat-tutto indirizzato a correggere letendenze contraddittorie cheemergono da interpretazioni par-ziali della strategia di Lisbona.Obiettivo di Lisbona per l’econo-mia europea è legare l’eccellenzaallo sviluppo socialmente sosteni-bile e compatibile. Assistiamo, in-vece, a dinamiche economichequasi esclusivamente mirate astrategie di riduzione dei costi, inprimis il costo del lavoro.

La riunione europea si è con-centrata sul settore finanzia-rio e su alcune priorità speci-fiche.Il presidente di Uni Europa Finan-za, lo scozzese Sandy Boyle, cosìriassume le priorità del sindacatoeuropeo del settore finanziario: iltema della responsabilità socialedelle banche è la grande prioritàche stiamo cercando di declinareattraverso iniziative specifichesulla formazione professionale

(risale a dueanni fa la di-ch iaraz ionec o n g i u n t abanche/sinda-cati sulla for-mazione per-manente, giàrecepita insette contrat-ti nazionali),sullo stress(con progettiche hannocoinvolto i

maggiori paesi europei esono stati cofinanziati dallaCommissione Europea),sui bilanci sociali e codicietici di comportamento(con particolare riferimen-to alle multinazionali). Sultema della contrattazionecollettiva europea si staconcludendo un progettopluriennale che ha coinvol-to oltre quaranta sindacatidel settore, con l’obiettivodi creare un benchmark diriferimento su materie contrat-tuali importanti quali l’orario dilavoro e la retribuzione (con par-ticolare riferimento al lavorostraordinario e ai sistemi incenti-vanti).

Quale ruolo giocano in que-sto scenario internazionalel’Italia e la Fiba Cisl?L’Italia è certamente all’avanguar-dia sulla concertazione (il dialogosociale europeo è comunementeconsiderato una concertazione“all’acqua di rose”, se non altroperché non può essere sostenutoda forme di mobilitazione dei la-voratori su scala europea) e sullegaranzie contrattuali complessi-ve, economiche e normative. Lealterne vicende del settore finan-ziario italiano hanno determinatoun forte ritardo nella costituzio-ne dei comitati aziendali europei(Cae). In Italia esiste un solo Caea legislazione italiana, GeneraliAssicurazioni, mentre solo da unanno a questa parte, grazie allapresenza nei nuovi stati membri, itre maggiori gruppi bancari italia-ni (Intesa, Unicredit e Imi Sanpao-lo) hanno i requisiti per la costi-tuzione del Cae.

Le Opa recenti su Bnl e An-tonveneta, dentro uno scena-rio in rapida evoluzione,stanno evidenziando rischi eopportunità.L’opportunità o meglio la necessi-tà, è una tempestiva collaborazio-ne tra i sindacati delle banche co-involte, come avvenuto con la di-chiarazione congiunta dei sinda-cati di Bbva e Bnl, con l’obiettivodi tutelare gli interessi di tutti i la-voratori in uno spirito di solida-rietà e reciproco sostegno. Il ri-schio è una situazione reale come

quella di Abn Amro, con un tassodi sindacalizzazione prossimo al20% e il segretario del Cae con-temporaneamente dirigenteaziendale responsabile per il sudest asiatico! Qui risiede il puntocentrale della discussione, cioè ilruolo del sindacato nei Cae. Men-tre in Italia il sindacato ha il dirit-to pressoché esclusivo della rap-presentanza e del potere nego-ziale, in Europa già da dieci anni laDirettiva 45/94CE attribuisce ge-nericamente ai rappresentanti deilavoratori diritti di informativa econsultazione sulle imprese di di-mensioni comunitarie. Il proble-ma è che da un lato le impreseostacolano i Cae, anche imponen-do i propri rappresentanti, dall’al-tro il sindacato non ha ancora su-perato il timore di essere espro-priato dei propri poteri negoziali.

Quindi, quale soluzione?Il sindacato deve rendersi contoche le dinamiche internazionalistanno diventando una realtà eche occorre saper sfruttare tuttele opportunità e gli strumenti,compresi quelli che la legislazioneeuropea mette a disposizione ditutti i rappresentanti dei lavora-tori. I Cae restano, ad oggi,uno strumento privilegiatoper costruire solidarietà tra lavo-ratori di diversi paesi, e possonodiventare preziosi per perseguiregli obiettivi del sindacato, ma acondizioni precise: una vera rap-presentanza democratica dei la-voratori dell’impresa, una presen-za pervasiva del sindacato azien-dale, diritti minimi garantiti a tuttii lavoratori del gruppo su baseeuropea, una definizione di mate-rie precise negoziabili (livelli oc-cupazionali, formazione profes-sionale, salario variabile).

a cura di Maurizio LocatelliINTERNAZIONALE

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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All’insegna dellaresponsabilità sociale

di Angela Cappuccini

La relazione di apertura. Quattro giorni densi di lavoro.Riconfermato Giuseppe Gallo alla guida della federazione

CONGRESSO FIBA

Q uattro giorni di pioggia, di freddo e di bufera,pochi spicchi di sole a Silvi Marina, dove si svol-geva il VI congresso della Fiba Cisl. Ma

tant’è…congresso bagnato, congresso fortunato? Sicura-mente un congresso vivo, partecipato, appassionato: cir-ca 700 i delegati provenienti da tutta Italia, tanti giovani etante donne (i sempre assenti nel sindacato, nella Cisl inparticolare). Tanti momenti caldi che hanno emozionatola platea, a partire dall’intervento del padre Alex Zanotel-li alla tavola rotonda, fino alla riconferma, all’unanimità,di Giuseppe Gallo alla guida della federazione.Un congresso all’insegna della “Responsabilità sociale:impegno per un futuro possibile”. Il riferimento è oltreal protocollo firmato con l’Abi dalle organizzazioni sin-

dacali di categoria, prima fra tutte la Fiba, anche almondo globalizzato che rischia sempre più di imbarba-rire i rapporti di lavoro e favorire le spinte verso un sel-vaggio consumismo. Ed è in questo senso che il segre-tario generale della Fiba, Giuseppe Gallo ha posto al-l’auditorio una serie di interrogativi pregnanti sul futu-ro, nella sua relazione di apertura dei lavori: “Abbiamouna strategia adeguata per i sommovimenti tettonici delnostro tempo? Abbiamo un progetto? Un’idea di trans-izione conseguente?”“Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dalmodello di crescita dominato dai mercati finanziari – hadetto Gallo – hanno accelerato la ricerca e favorito lanascita di razionalità economiche e finanziarie alterna-

FOCUS

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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tive: il terzo settore dell’economianon profit, le banche etiche, la fi-nanza etica, il commercio equo esolidale. Si tratta di brecce, di zonefranche, alla cui costruzione e svi-luppo la Fiba ha contribuito di-rettamente (certamente per la ban-ca e la finanza etica in Italia), checapovolgono il paradigma dei mer-cati finanziari: alla redditività dibreve e di brevissimo periodo co-me principio e fine della strategia edella gestione d’impresa si opponeil principio della redditività suffi-ciente a garantire l’equilibrio eco-nomico e patrimoniale, distribuen-do ex ante sulle condizioni pratica-te il profitto atteso.”“Insieme a Falcri, Fisac-Cgil, Uilca,Dircredito, – ha proseguito – abbia-mo impostato una politica con-trattuale che ha assunto comeobiettivo dichiarato l’evoluzionedalla banca-finanza eticamenteindifferente alla banca-finanzasocialmente ed ambientalmenteresponsabile.È questo il senso politico della piat-taforma che presentammo all’Abinell’ottobre 2003 “Un Ccnl per le la-voratrici ed i lavoratori in una bancaeticamente e socialmente responsa-bile” e del “Protocollo per lo svilup-po socialmente ed ambientalmentesostenibile e compatibile del siste-ma bancario italiano” sottoscrittocon l’Abi il 16 giugno 2004.Il Protocollo ha riconosciuto che ilsistema bancario italiano, uscitodalla crisi tendenziale della metàdegli anni novanta (il rapporto traCosto del lavoro e margine di inter-mediazione ha superato l’obiettivoprogrammato per il 2001 di 8 puntipercentuali) può assumere una pro-spettiva di sviluppo qualificato, se-condo l’impostazione di Lisbona2000, dalla compatibilità e dalla so-stenibilità sotto il duplice profiloambientale e sociale.Lo sviluppo, così inteso, rappresen-ta l’avvio di un percorso finalizzato

FOCUS

Silvi Marina. Ultimi scampoli di conver-sazioni si trascinano pigramente fuoridell’immensa sala.A seguire, silenzio dimicrofoni già in crisi esistenziale. Si è“celebrato il Congresso”: che espressio-ne logora e paludata! Non la degluti-sco. Perché un congresso si può solo, in-variabilmente,“celebrare”? Mi soccorrelo Zingarelli: celebrare è “compiere unatto o svolgere un procedimento secon-do le regole di rito”. Da un certo puntodi vista ciò è quanto accaduto: si è vo-tato, si è data forma giuridica alle vo-lontà espresse, in una prospettiva di de-mocrazia rappresentativa.Ma l’identitàsindacale non è solo “organizzazione”.È “organismo”: realtà vivente, pulsantedinamica di “per” sone (“essere per”).Mi accanisco nella ricerca semantica,scoprendo anche che “congresso” signi-fica “incontro in un luogo comune” (lacoscienza collettiva): il che non è affat-to un… luogo comune! Forse qualcuno era venuto solo a “ce-lebrare” un congresso. Ma il nostro Or-ganismo ha messo in moto la sueenorme capacità di pensiero e di stra-tegia: intelligenze in movimento, prontead anticipare il cambiamento. Spezza-to il circolo vizioso dell’autoreferenziali-tà, perché non osare anche un neologi-smo sindacale, che esprima e traducamenti (le nostre) in fermento? Allora:“cerebriamo” un congresso?

Domenico Iodice

alla responsabilità sociale d’impresacome libera opzione strategica dellaaziende di credito.La responsabilità sociale d’impre-sa è una risposta innovativa ed al-ternativa al paradigma ideale dibanca, assicurazione, finanza ri-chiesto dai mercati finanziari.”Inoltre il segretario generale dellaFiba ha sottolineato l’importanzadella concertazione come principioispiratore di relazioni sindacali par-tecipative, sia nelle congiunture dicrisi, sia nelle fasi di sviluppo; l’esi-genza di un nuovo patto concerta-tivo per proporre delle soluzioni al-la crisi di competitività che sta attra-versando il nostro paese. E infine hatracciato lo scenario che ci attende:“uno scenario ormai proiettato nelladimensione europea. Le offertepubbliche di acquisto (Opa) suBnl ed Antonveneta lo segnalanosenza ambiguità. Non abbiamoavuto dubbi a schierarci sul frontedella difesa delle regole di corret-tezza e di trasparenza nei confrontidi tutti gli attori; regole faticosa-mente e tardivamente introdottenella normativa italiana sui mercatifinanziari dopo decenni di retaggifeudali (non ancora completamente

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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superati), di ‘salotti buoni’, di ‘sca-tole cinesi’, di patti di sindacato, dicontrolli senza proprietà, di mobili-tà di tutti i fattori produttivi con l’e-sclusione assoluta dei rapporti diproprietà. Gli stessi principi, estra-nei alle pastoie dell’“italianità’, de-vono valere per i gruppi bancari ita-

liani impegnati in operazioni di ac-quisizioni europee. Faremo valere,con rigore e determinazione, nell’as-senza di una normativa europea inmateria di ricadute sociali dei pro-cessi di aggregazione e di concen-trazione sopranazionali di aziendedi credito, le regole del Protocollo

del 16.6.2004 e del Ccnl 12.2.2005.”Tanti gli invitati ai lavori che hannoportato il loro saluto: i segretariconfederali e il segretario generaledella Cisl Savino Pezzotta, i sindaca-ti stranieri, le controparti, i rappre-sentanti di Dircredito, Falcri, FisacCgil, Uilca, le autorità locali.

FOCUS

LA SEGRETERIA NAZIONALE FIBA

Giuseppe Gallo,Segretario generale

Guido Cavalieri

Giancarlo Pezzanera

Elena Vannucci

Mario Mocci

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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FOCUS

COORDINAMENTO DI SETTORE CREDITO

COORDINAMENTO DI SETTORE ASSICURATIVO

Giuseppe Gallo,Coordinatore nazionale

Guido Cavalieri,Coordinatore nazionale

Giampiero Mariani Giulio Romani, neo eletto

Giovanni Casiroli Roberto Garibotti, neo eletto

Sergio Girgenti

Alessandro Spaggiari

Comitato esecutivonazionale

Amadori MarcoBellentani PaoloBiondi StefanoBonomo SilvioBoretti AntonioBove Maria GraziaCilento LorenzoCriniti NicolaCurtale VincenzoDe Nigris Urbani

BeniaminoDe Rosa PasqualeDi Lorenzo

GianfrancoElisei PaoloEsposito GiuseppinaFerlenghi GuigoFranco FiorenzaLevantesi Nicola

Loda Maria RosaMancini PierangeloMarchiori PaoloMerlini Pier PaoloMinneci MarioMissineo AngeloMorelli FiorellaMoriggi FerruccioOvidi RobertoPanzarino GennaroPiccioni SauroPistonina RobertoTagliarini ErnestoTesi LeonardoUsai Tonino MarioVascello AlessioVescogni MaurizioZancla LuigiZoppetti Claudio

Cognome e Nome Cognome e Nome

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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di Andrea Baccherini

Il segretario generale della CislSavino Pezzottalancia il patto di legislatura

CONGRESSO FIBA

I cambiamenti in atto sono cosìprofondi che il sindacato si tro-va ad affrontare problemi asso-

lutamente inediti: il segretario gene-rale della Cisl, Savino Pezzotta, hacosì esordito di fronte alla platea dicirca 700 delegati al congresso dellaFiba. Spesso – ha continuato – i no-stri strumenti di analisi e di propo-sta non riescono a tenere conto deicambiamenti avvenuti.Mai c’è stata come in questa epocatanta ricchezza e tanta povertà nellostesso tempo frutto anche della pro-posta liberista che ormai invade epervade tutta la società e che pro-voca l’indebolimento delle prote-zioni sociali e ha inciso sulle nostremodalità di pensiero.Il nostro congresso deve affrontareun passaggio importante e delicatoper noi e per il sindacalismo italia-no. Certo deve servire per l’elabora-zione delle nostre strategie, alla ela-borazione delle politiche contrat-tuali, ma soprattutto deve essere l’i-nizio di un cammino in grado di ri-lanciare un idea forte del sindacali-smo e dei suoi riferimenti ideali. Se

FOCUS

Dal sindacato un surplus di impegno per coprire i vuoti della politica

“Mi pare di cogliere dalla relazione di Gallo – afferma il segretario della CislRaffaele Bonanni -un messaggio preciso: per poter affrontare con il necessarioentusiasmo le vicende alterne e incerte del nostro presente occorrono moti-vazioni alte, motivazioni che proiettano il nostro lavoro in un contesto di altis-simo livello”.“Nel nostro tempo stiamo subendo – ha proseguito - anche le vicende di uncorpo politico che è completamente disancorato dal sociale e dalla realtà delpaese. Ciò comporta la necessità da parte del sindacato di un surplus di impe-gno per coprire i vuoti, in questa materia, della politica”.Per Bonanni deve restare forte il messaggio di autonomia della Cisl, perché èun valore fondante del “nostro sindacato e dobbiamo custodirlo con cura. Edè solo su questa autonomia che è possibile ricostruire un percorso di unitàsindacale”.Bonnanni mette ancora in evidenza le contraddizioni di un governo che “fa co-se mai viste” e a cui ci si può contrapporre correttamente solo facendo levasulla terzietà del sindacato rispetto alla politica.Parole severe il segretario della Cisl le riserva alla politica antimeridionalistadel Governo.Anni bui in cui abbiamo assistito ad una arretramento dell’eco-nomia e delle società del sud. Ne è specchio dei tempi la scomparsa dei gran-di banchi meridionali fagocitati dagli istituti di credito del centro nord. Il sudha bisogno di una grande banca, ha bisogno di poter accedere al credito alme-no agli stessi tassi del resto d’Italia. La politica deve dare le risposte a questeesigenze.

A.B.

Il tema centraleè il lavoro

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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il nostro orizzonte è quello del riformismopartecipativo, noi sbaglieremmo se lo limi-tassimo ad una sola questione di metodo.Riformismo partecipativo vuol dire una rin-novata capacità di rideclinare in modonuovo e confacente i tempi che viviamo, lenostre vecchie e antiche parole d’ordineuguaglianza e solidarietà.“Il tema centrale – ha quindi rilanciato Pez-zotta – è quello del lavoro, non come mez-zo ma come valore. Noi dobbiamo valoriz-zare le competenze, le professionalità, lespecificità anche all’interno della visionecollettiva che abbiamo dei contratti. Dob-biamo avere attenzione per i lavori poveri,per riscattarli, per pagarli meglio. Dobbia-mo farci carico del gap demografico, ripen-sare la Bossi Fini e leggere l’immigrazionenon come un pericolo ma come una risor-sa. Ed ecco che dobbiamo ripensare il no-stro stato sociale.”Infine il segretario generale della Cisl haposto degli interrogativi e delle proposte altempo stesso: “In questo paese dobbiamocomunque fare i conti col sistema che ab-biamo. Può il sindacato continuare i questadefaticante situazione di inseguire finan-ziaria dopo finanziaria, sciopero doposciopero? E visto che i governi ormai ten-dono ad essere governi di legislatura nonsarà il caso che all’inizio di ogni legislaturasi determinino le condizioni di un patto dilegislatura e utilizzare i confronti sulla fi-nanziaria per verificare se il Governo ri-spetta i patti?Non sarà il caso di cominciare a ripensare inodelli contrattuali di cui verifichiamo con-tinuamente la loro ormai scarsa funzionali-tà? Dobbiamo riproporre un modello diunità sindacale nel pluralismo delle nostrediversità, un pluralismo che converge.Dobbiamo ripensare anche il nostro mo-dello organizzativo adeguandolo ai cam-biamenti che ci sono, un modello più fles-sibile, articolato, in grado di produrre si-nergie, un sistema organizzativo decentra-to, a rete, che valorizzi la dimensione as-sociativa nel luogo di lavoro, nella struttu-ra territoriale, nella struttura regionale. Unmodello in cui le risorse non siano piùconcepite come un qualcosa di mio ma dinostro.

FOCUS

Per un nuovo modello di relazioni sindacali

“Viviamo in una fase in cui il futuro appare incerto e questo vale per tutti anche per i ricchi. Lamolla che ha fatto scattare il nostro impegno la nostra voglia di crescere è nata dall’aver speratoin un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Se questo desiderio, questa speranza viene meno,questo è già il declino è la depressione.” Così il segretario confederale della Cisl Pierpaolo Ba-retta ha esordito al congresso Fiba. Eppure – ha proseguito – siamo in un epoca piena di oppor-tunità, piena di cambiamento. Siamo alla fine di un ciclo economico e ne sta già cominciando unaltro spinto dalla globalizzazione dei mercati verso confini non definiti.Tutto è cambiato ma nulla è già definito. Dobbiamo lavorare perché vengano ridefinite le regoledel gioco nelle quali trovino cittadinanza giustizia sociale e competitività.Vanno ridefinite le regole del gioco politico. Una democrazia che ti porta al voto ogni 5 anni epoi si affida solo alla comunicazione televisiva o altro non risponde più alle esigenze dei nuovimodelli sociali. Così come non può funzionare un mondo in cui le risorse siano concentrate so-lo nelle mani del 20% della popolazione. Il sindacato si deve attrezzare e lavorare alla costruzio-ne di un nuovo modello di relazioni sociali.Guardando a casa nostra possiamo dire che stiamo vivendo una fase di recessione che come hasostenuto da tempo la Cisl non è iniziata oggi ma ben due anni fa.Il problema, come altre volte in passato è il debito pubblico che se non lo affrontiamo per tempocon politiche anche di rigore rischia di aggredire lo stato sociale con le conseguenze spessodrammatiche che tutti noi conosciamo.Tre sono le sfide su cui ci dobbiamo misurare: lo sviluppo, la questione fiscale, la questione socia-le. Quando le tasse sul lavoro sono al 40% e quelle sulle rendite finanziarie sono al 12% c’è qual-cosa che non funziona nel sistema.Sulla responsabilità sociale dell’impresa dobbiamo stare attenti le aziende cercano di usare que-sto terreno per acquisire il consenso dei lavoratori prescindendo dal sindacato.

A.B.

Globalizzazione è anche opportunità,ma il nostro paese perde il treno

Insolito e coinvolgente l’incontro tenutosi con due personalità di spessore: i segretari nazionaliconfederali Anna Maria Furlan e Giorgio Santini.Intrigante la scelta di offrire il loro contributo al nostro congresso sotto forma di dialogo, unoscambio sui temi di maggiore attualità, che ha reso questo appuntamento vivace e appassionante.Si è affrontato il tema della globalizzazione sotto un’ottica meno banale del solito: la mondializ-zazione non è un fatto negativo di per sé ma offre, a chi sa coglierne i frutti, opportunità e sfide.Cita, Anna Maria Furlan, le parole del presidente del Ghana, quando sostiene che la globalizza-zione non può fermarsi all’economia o all’informazione ma deve tendere all’universalità della giu-stizia, alla libertà di cittadinanza per tutti.La nostra aspirazione deve essere, come sindacato, quella di ridare speranza e passione soprattut-to ai giovani, indicando un percorso da seguire, decidendo di stare dalla parte dei paesi che stannofaticosamente uscendo da uno stato di povertà e arretratezza, sfruttando le nostre reti internazio-nali per sostenere la nascita e lo sviluppo nel terzo mondo di un sindacato libero e forte.Santini affronta tematiche più domestiche. Sottolinea, sulla base degli ultimi impietosi indicatorieconomici, come l’Italia stia vivendo il suo più grave periodo di empasse produttiva dal dopo-guerra, in un ristagno economico che dura ormai da 4 anni. Il nostro paese, sostiene, ha perso lastrada per indirizzare le sue risorse allo sviluppo. Le nostre grandi capacità di intrapresa, dirischio, di progettazione sono ad un punto morto. Abbiamo il dovere come Cisl di individuaretale percorso e di chiederci soprattutto verso quale tipo di sviluppo vogliamo andare. Il pro-tagonismo dei paesi emergenti ci obbliga a cambiare. Utilizza una metafora forte: lo tsunami del26 dicembre scorso. Arriverà in Europa un’onda competitiva che nessuno fermerà. Se la nostraeconomia sarà sulla spiaggia non ci sarà scampo. Se invece ci saremo riparati sulla collina, graziead un riposizionamento competitivo e a una serie di investimenti sul fronte dell’innovazione edella ricerca, riusciremo a non soccombere, anzi a sfruttare a nostro favore l’enorme opportu-nità di mercato creatosi.Il giudizio sulla stagione delle riforme attuate dal governo di centrodestra è spietato. Il nostropaese sostiene la Furlan, dopo 4 anni è più debole, più povero, più residuale a livello internazio-nale, con meno equità e meno socialità.Tutti eravamo convinti della necessità di portare a ter-mine le riforme, ma averlo fatto con una maggioranza blindata, senza la partecipazione del parla-mento intero e delle parti sociali ha portato a risultati disastrosi.Si riallaccia a questo discorso Santini, denunciando il tentativo, in atto nel nostro paese, di esclu-dere il sindacato dalle grandi questioni sociali ed economiche. La contrattazione si è fermata, edove si ferma la trattativa tra le parti sociali avanza la legislazione, che però non è mai neutra.Bisogna rilanciare il ruolo del sindacato facendoci promotori di una riforma contrattuale che cipermetta anche a livello decentrato di gestire i processi di cambiamento.

P.V.

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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di Pier Luigi Ledda

CONGRESSO FIBA

“R esponsabilità sociale: impegno per un fu-turo possibile” è stato il tema del conve-gno tenutosi nella terza giornata del VI°

congresso della Fiba Cisl. Diciamo subito che l’iniziativaha suscitato entusiasmo e acceso le aspettative dei 700delegati i quali hanno assistito, con grande attenzione ecrescente interesse, al confronto che Giovanni Floris,noto giornalista Rai e conduttore della trasmissione Bal-larò, ha saputo sapientemente vivacizzare ed animare. Ei protagonisti della discussione non si sono affatto ri-sparmiati! Infatti hanno risposto con acume alle doman-de di Floris e sono stati al “gioco” delle reciproche pro-vocazioni riuscendo spesso a strappare applausi ad unaplatea sicuramente molto esigente. Dunque possiamoaffermare che la tavola rotonda ha risposto alle atteseed alle finalità che ci eravamo prefissi, evidenziando co-me ci sia bisogno di un sindacato che sappia rinnovarecostantemente le forti motivazioni ideali necessarie perparlare al cuore della gente. “Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dalmodello di crescita dominato dai mercati finanziari han-no favorito la nascita di realtà economiche e finanziariealternative alla cui costruzione e sviluppo la Fiba hacontribuito direttamente: il terzo settore dell’economianon profit, le banche etiche, la finanza etica, il commer-cio equo e solidale.” Alla tavola rotonda oltre a Florissono intervenuti Giuseppe Gallo (segr.gen. Fiba),Enea Mazzoli (pres.onorario Unipol Assicurazioni, Ro-berto Mazzotta (pres. Banca Popolare Milano), Rober-

to Pinza (Comm. Finanze Camera Deputati), EdoardoMassaglia (Unicredito), Fabio Salviato (pres. BancaEtica), Bruno Tabacci (pres. comm. Attività produttiveCamera Deputati), Alex Zanotelli (Missionario Com-boniano). “Riteniamo sia necessario un cambiamento di strategiadelle imprese e, per quanto ci riguarda, delle aziendeassicurative creditizie e finanziarie”: inizia così la tavolarotonda con l’intervento di apertura di Gallo, che pro-segue: “un cambiamento che chiama in causa tutte levariabili strategiche. Innanzitutto la governance, l’im-presa deve aprire ad una prospettiva di democraziaeconomica e all’azionariato diffuso che comprenda i di-pendenti; la seconda variabile attiene al fatto che vi èresponsabilità sociale se si innova il modo di produrrevalore tenendo conto delle risorse umane e di tutti isoggetti che entrano in relazione con le imprese; le os-sessive politiche di breve periodo con le campagneprodotto e di raggiungimento dei budget finalizzate arealizzare subito profitti determinano spesso delle dis-torsioni nel rapporto con la clientela e con i dipendenti.Infine occorre ridistribuire equamente il valore prodot-to tra tutti gli stakeholder (dipendenti, clienti, manage-ment, azionisti, comunità ed economie locali). In questianni di grandi concentrazioni bancarie c’è stata moltasofferenza nel rapporto tra il sistema creditizio e le eco-nomie locali soprattutto per quelle meridionali. In ter-mini più generali i casi Enron, Cirio, Parmalat richiedo-no interventi correttivi e la Cisl ha una proposta per una

FOCUS

Alla tavola rotonda tutti concordinel denunciare la latitanza della politica

Quale modellllooper il nostrosistema finanziiaarriioo??

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riforma complessiva dei mercati fi-nanziari che va dalla Tobin tax allariforma dei grandi Istituti quali ilFondo Monetario e la Banca Mon-diale, alla remissione del debito, al-la clausola sociale”. Su questi temi èintervenuto l’onorevole Tabacci:”le vicende di questi anni la diconolunga sullo scontro reale che c’èstato nel nostro paese. Il 31 maggio2003, in occasione della rituale“messa cantata” del Governatore, lequestioni Parmalat - Cirio venivanoviste come una responsabilità diqualche operatore di sportello conbasso spirito etico con evidentetentativo di rovesciare sul ruolo deldipendente quello che era avvenu-to”. Tabacci ha poi insistito sul ruo-lo per lui negativo del Governatoreanche nelle recenti Opa bancarie eindica come un buon esempio ciòche sta facendo Unicredit con la se-conda banca tedesca. Di seguitoMassaglia, chiamato in campo daFloris come esempio positivo chedeve spiegare se è possibile staresul mercato in maniera etica, illustrala nuova organizzazione di Unicre-dito e l’introduzione della nuovaCarta d’Integrità. In particolare laspecializzazione delle diverse ban-che del gruppo garantisce per ognitipologia di cliente un offerta di ser-vizi adeguata al suo target. Floris hapoi dato la parola all’onorevolePinza che ha pesantemente critica-to il sistema delle stock option edella finanza che vive sul breve pe-riodo in maniera irrazionale ed au-todistruttiva. “Il caso Cirio e il casoParmalat hanno dimostrato che il si-stema di controlli non solo non fun-ziona, ma è inesistente. Sindaci erevisori contabili delle società sonoscelti dall’azionista di maggioranza.Dopo i due gravi scandali finanziarisembrava che si dovesse varare ra-pidamente una nuova legge per latutela dei risparmiatori. Sono passa-ti due anni e siamo ancora alle dis-cussioni in commissione. Infine, at-

tenzione va posta sul problema delconflitto di interesse, se sradicarlo èimpossibile bisogna almeno conte-nerlo. Troppo spesso infatti il go-verno delle banche è di tipo autore-ferenziale, si gioca nel rapporto af-fidamenti e finanziamento di acqui-sto di azioni delle banche stesse”. Ilpresidente Mazzotta nel suo inter-vento ha sostenuto che si debbaparlare anche della parte sana e at-tiva del sistema bancario, di quelloche fa profitto e di come si investequesto profitto. Più che di controlliil sistema ha bisogno di reputazionee valorizzare le sue solidità. E a chidemonizza la finanza risponde “at-tenzione la finanza per la finanza èil male ma c’è il credito che è stru-

mento di crescita”. Di seguito Sal-viato, presidente di Banca Etica,realtà fortemente proiettata su inve-stimenti in atti-vità eticamentegarantite, hamesso in rilievocome alle garan-zie reali BancaEtica privilegi lafiducia nel ri-sparmiatore enell’investitore.“Occorre – dice– una finanzache sappia ri-mettere al cen-

tro l’uomo. Il futuro non sarà per legrandi aziende ma per le reti e perchi le saprà governare”. Mazzoli,nel riportare l’esperienza del bilan-cio sociale della sua compagnia edell’accurata diffusione che ne vie-ne fatta per un’esigenza di sensibi-lizzazione e trasparenza, concordacon la necessità di un nuovo siste-ma di controlli. Infine l’interventodi Alex Zanotelli, accolto da uncalorosissimo applauso, ha usatoparole che hanno più volte scossola platea. “Due cose non sono statedette – ha affermato – una è che illegame tra armi e finanza è un lega-me forte e perverso e l’altra è l’allar-me lanciato dall’Onu sulla sopravvi-venza del pianeta. Un allarme con-creto e drammatico. O ci salviamotutti insieme o tutti insieme cadre-mo a picco. Diamoci da fare perchévinca la vita”. Nelle sue conclusioniGallo ha denunciato la latitanzadella politica che deve mettere incampo una riforma dei mercati in-ternazionali: le analisi vanno bene –ha detto – ma le proposte sono de-ficitarie. Noi siamo solo un sindaca-to di categoria, ed abbiamo fatto unatto politico, piccolo, modesto, mache apre una breccia, un percorso:il protocollo per lo sviluppo soste-nibile del sistema bancario.

La visione integrale dei lavori è disponi-bile sul nostro sito dove i lavori congres-suali sono stati trasmessi in tempo reale.

Riteniamo sia necessarioun cambiamento di

strategia delle imprese e,per quanto ci riguarda,

delle aziende assicurativecreditizie e finanziarie

FOCUS

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Contro il “male freddo”facciamo sentire la nostra voce

Abbiamo approfittato della presenza alla tavola rotonda di padre Zanotelli,da sempre in prima fila in difesa degli umili e dei poveri, per farci raccontarela sua esperienza.

Come mai dopo l’Africa ha scelto di vivere nel rione Sanità aNapoli?Potevo andare a vivere a Scampìa ma ho preferito il rione Sanità, il cen-tro città, perché è degradato, ma almeno c’è un minimo di società tradi-zionale napoletana, ci sono relazioni umane su cui si può costruire.Scampìa è morta, hanno ucciso tutto, bisognerebbe abbattere anche lecostruzioni. Ho scelto di vivere qui, venendo dall’Africa, perché la miagente l’ultimo giorno mi ha imposto le mani e mi ha detto: ricevi lo spi-rito santo perché tu possa tornare dalla tua tribù bianca e convertirla.Quindi tornando in Italia posso solo vivere in luoghi, come Napoli, in cuic’è sofferenza umana.Vivo lì con loro, portiamo avanti una serie di attivi-tà vivendo il più semplicemente possibile.

Che cosa significa passare dalla baraccopoli in Kenia ai quartie-ri di Napoli?Sono due mondi radicalmente differenti.Alla Sanità la gente non è cosìpovera, i problemi sono la camorra e la sottocultura su cui si innesta lacultura televisiva, la corsa ad accaparrare soldi per poter vivere al di so-pra delle nostre possibilità.Anche se il passaggio dall’Africa a qui per meè stato duro, la cosa importante è condividere la sorte di queste perso-ne che spesso vengono marginalizzate. Quello che mi domando quandovado in giro in Italia è fino a che punto questa atmosfera che respiriamotutti – chiamiamola borghese – non la assorbo anch’io e se i 12 anni dianticorpi che mi sono fatto con i poveri in Africa mi aiuteranno a resi-stere.Quello che noti in Italia è che più stiamo bene più infelici siamo, perchéquesto tipo di società, o meglio di cultura, massificante, materialista,consumista ci rende tubi digerenti e i tubi digerenti non hanno relazioni,ed ecco la nascita dell’infelicità.Noi andiamo dagli psichiatri per farci coraggio, ma dovremmo chiedereagli psichiatri di curare prima il sistema che non fa soltanto ammattire lemucche, ci fa ammattire tutti.

Lei venne scacciato dall’Italia quando parlava di armi, sotto ilgoverno Craxi e mandato in Africa. Ora è tornato. Come vedel’Italia di oggi.L’Italia è cambiata profondamente, non avrei mai pensato che in dieci an-ni si sarebbe arrivati a questo, è andata sempre più degradandosi. Nonme la prendo neanche con Berlusconi. Berlusconi è il frutto maturo delcraxismo con cui allora io mi sono scontrato.Abbiamo avuto mani puli-te, ma non ne è nata una rivoluzione morale. La cosa che mi preoccupa

di più di Berlusco-ni, e lo uso comeimmagine, è il fe-nomeno giovanile.Io penso che ilberlusconismo la-scerà una tracciaindelebile in que-sto paese, soprat-tutto perché ormainei giovani è entra-ta una certa con-cezione di vita ecioè: se tu fai soldi puoi far tutto, e questo è devastante. Ce ne vorrà ditempo per tirarci fuori da questo e risanarci a livello culturale, spiritualee morale.

Cosa pensa del dibattito su etica e finanza? Vorrei citare a questo proposito l’ultimo libro di Jeremy Rifkin Il sognoeuropeo nel quale si trova una riflessione che a me pare centrale in que-sto discorso. Nella nostra società sempre più globalizzata e interconnes-sa, sostiene Rifkin, si sta manifestando un nuovo tipo di immoralità: il co-siddetto male freddo. Si tratta di un’azione i cui effetti sono talmentedistanti dai comportamenti di chi la compie da non lasciare sospettareun nesso causale, da non far avvertire un senso di colpa o di responsabi-lità e rispetto alla quale non interviene nessuna collettività a sanzionare.Questo è quello che sta succedendo. La finanza è oggi il cuore del mon-do, governa tutte le scelte internazionali, e si sostiene con l’indebita-mento. Il debito del terzo mondo ammonta a circa 2500 miliardi di dol-lari e sta stritolando le popolazioni nella morsa della fame (50 milioni dipersone muoiono di fame ogni anno nel mondo). Sono i poveri che fo-raggiano il sistema finanziario, il debito viene pagato con la fame, la man-canza di servizi sociali, di scuole, di medicinali. Non è possibile che le 3famiglie più ricche al mondo abbiano un patrimonio pari al Pil di 48 statiafricani nei quali vivono 600 milioni di persone!

Cosa possiamo fare noi come cittadini, come sindacalisti perdare un nostro contributo?Io ho la sensazione che noi come chiesa e voi come sindacato, parlo intermini generali, stiamo diventando funzionali a questo sistema. Possia-mo, invece, e dobbiamo, far sentire la nostra voce. Dobbiamo fare pres-sione, soprattutto oggi alla vigilia del G8, affinché venga cancellato il de-bito dei paesi africani, così come proposto dalla Commissione Africa in-glese. Non c’è altrimenti speranza alcuna per il sud del mondo e non di-menticarci di due parole: armi e ambiente. Esiste infatti un rapportostrettissimo tra l’industria bellica e la finanza. Gli Usa stanno spendendoin armamenti 700 miliardi di dollari l’anno, quando, secondo la BancaMondiale, basterebbero 40 miliardi all’anno per sconfiggere la fame e lemalattie!Dobbiamo lanciare un grido d’allarme: l’Onu riconosce alla Terra 50 an-ni di vita se non modifichiamo il nostro stile di vita, che ha sempre piùbisogno delle armi per essere difeso. È tutto connesso.Come sindacato dei bancari dovete fare pressione per rompere il rap-porto tra armi e banche. Apprendo con piacere che l’Unicredit e BancaIntesa hanno rinunciato a finanziare le fabbriche d’armi. Bisogna conti-nuare su questa strada.

Ci spiega il significato di questo anello che porta al dito?È l’unica cosa brasiliana che porto.Viene dai ragazzini di strada del Brasi-le, molti vescovi in Brasile lo portano ed è il segno di fedeltà ai poveri edi solidarietà con loro.

Padre Alex Zanotelli nasce a Livo (Trento) nel 1938, completa i suoistudi a Cincinnati (Usa) e, neI 1964, viene ordinato sacerdote. Partecome missionario comboniano per il Sudan, restandovi dal 1965 al1978. Dal 1978 diviene direttore della rivista “Nigrizia”. Nel 1987lascia la direzione di “Nigrizia”, pur continuando a collaborare conla rivista. Dal 1994, fino al 2002, padre Zanotelli ha vissuto aKorogocho, una delle infinite, “per estensione e miseria”, baracco-poli di Nairobi (Kenia). Dall’aprile 2002 è rientrato stabilmente inItalia dove vive a Napoli, nel quartiere popolare Sanità. È conside-rato un profeta del nostro tempo.

FOCUS

Alex Zanotelli e Giuseppe Gallo al Congresso Fiba

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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La storia siamo noidi Maurizio Locatelli

Un incontro con chi ha guidato la federazione negli ultimi 30 anni

CONGRESSO FIBA

“Chi non ha memoria rinuncia alla suastoria”. La citazione è contenuta nel libroche la Fiba Cisl mise in stampa per i 50 an-

ni della Federazione.Al Congresso incontro tre uomini che rappresentano unpezzo della nostra storia organizzativa. Negli anni pas-sati, tra il 1973 e il 2004, hanno ricoperto il ruolo di se-gretario generale della Federazione, Fib fino al giugno1985, e poi Fiba. Franco Tegoni, Sergio Ammannati, Eligio Boni. Perso-nalmente conoscevo soltanto Eligio, essendo la miaesperienza sindacale non così datata. Incontrare i mas-simi esponenti della Fiba è stato toccare con mano lastoria, sentirne le vibrazioni, le pulsazioni, le emozioni

che le parole contenute nei libri non possono trasmet-tere.Ho voluto incontrarli come persone, oltre il ruolo rico-perto, per cogliere lati della personalità forse sconosciu-ti anche a chi ha condiviso con loro riunioni, congressi,lotte e conquiste dentro l’organizzazione. Ho ricercatoin loro la motivazione dell’agire sindacale, i loro puntidi riferimento, pensando ai nostri iscritti. I più anzianiconosceranno le persone firmatarie di contratti naziona-li che hanno regolato per decenni il loro rapporto di la-voro, i più giovani vivranno momenti di storia di sinda-calisti. Spero trovino nelle parole di Franco, Sergio e Eli-gio stimoli per pensare e scoprire che impegnarsi nelsindacato è bello e dà soddisfazione.

Franco Tegoni, di Parma, classe 1936. Segretario Generaledal 1973 al 1980. Già da bambino immerso in problemi sociali.Il padre schedato dal regime.A sei anni ascoltava Radio Lon-dra. Suoi riferimenti culturali i Padri Gesuiti, di cui frequentò lascuola di formazione sociale a Reggio Emilia. Estimatore dellamusica sinfonica, di Bach in particolare.

Sergio Ammannati, di Pisa, 66 anni. Segretario Generale dal1980 al 1993 Un sogno: il mare, la barca. La barca a vela nelmare. Immagine di libertà.Voglia di avventura, di girare il mon-do. Prima di approdare in banca, svolge diversi lavori. Nonno didue nipotini, ama le canzoni di Mia Martini. La preoccupazioneper il futuro.

Eligio Boni, di Modena, classe 1948. Segretario generale dal1993 al 2004. La lotta contro le ingiustizie, piccole e grandi, vici-ne e lontane. L’impronta del Concilio Vaticano II e di don Giu-seppe. La siderurgia degli anni novanta, Pierre Carniti, i meninosde rua… Cantautori preferiti, tra gli altri, Baglioni e De Grego-ri. L’alto senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori.

FOCUS

Franco Tegoni Eligio Boni

Sergio Ammannati➤

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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FOCUS

SINDACATO MON AMOURLa scelta e l’impegno.Come nasce il tuo impegnonel sindacato?Boni. Dalla volontà di lottare contro le ingiustiziesociali, grandi e piccole, come gli straordinari nonpagati.Ammannati.Avevo la promozione a funzionario intasca, ma mi feci trascinare dal sindacato. Eletto nel-la commissione interna, a fine anni ’60, iniziai subitouna vertenza, il giorno dopo facemmo il sindacato,500 iscritti in un giorno solo.

Tegoni. L’attrazione di un collega amico, già dirigentesindacale. Inizia così l’avventura nel 1958.

MESSAGGIO AI GIOVANI.

Davanti a te virtualmente

un gruppo di giovani che stanno

pensando di impegnarsi

nel sindacato: cosa diresti loro?

Boni. Il sindacato è un servizio. Non cercate di scavalcare, di

scimmiottare altri tipi di carriere. Se fai bene il tuo lavoro sindacale,

arriverà il momento in cui qualcuno ti chiamerà.

Ammannati. L’impegno va vissuto con avventura, con relativo calcolo,

meno è meglio è, ma con tanta spinta a conoscere, a sapere il più pos-

sibile. Il sapere non garantisce il risultato né con la controparte né

dentro l’organizzazione. Ma una persona che conosce bene avrà ri-

spetto.

Tegoni. Chiedetevi se la scelta è stata fatta per servizio, per vocazio-

ne o perché ti sei “rotto” di lavorare in banca.Vivete l’eticità del-

l’impegno: le libertà sindacali utilizzatele a beneficio dei vostri rap-

presentati.

FRAMMENTI DI STORIAProtagonista nella storia della Fiba.Un fatto emblematico.

Boni. Essere riusciti a resi-stere alla volontà dellebanche di eliminare il sin-dacato, agganciarsi al mo-dello concertativo por-tando Abi ad un salto diqualità nelle relazionisindacali nel periododella grande trasforma-zione del settore.Tegoni. Protagonista alcongresso della svoltadi San Marino, con ilcambio radicale delladirigenzaAmmannati. Mi ricono-sco nelle persone chehanno guidato la Fibadopo di me. C’è unpezzo di me in loro.Una grande soddisfa-zione nel mettere lafirma sui contratti di conquiste,unendo valori e interessi.

MAESTRI DI VITA. A chi ti sei ispiratonella tua vitao nel sindacato?

Tegoni. Ho avuto molti punti di riferimento, manon ho eletto dei maestri. Nel sindacato la fi-gura di Bruno Storti per la sua capacità di reg-gere un’organizzazione complessa e IdoloMarcone, sempre della Cisl, per la sua umanità.Ammannati. Nel sindacato Tegoni, seppur di-verso da me. Nella vita ho pagato sulla miapelle tante cose.Boni. Carniti sul piano delle idee. Nella vita ilmio cappellano all’oratorio, ora vescovo diRavenna.

DONNE E UOMINIIN CAMBIAMENTO. Un sindacalista incontramolte donne e uomini.Com’è cambiatonegli anni l’uomo?Ammannati. Tantissimo. Allora c’erano sognicollettivi. Si faceva a gara a sognare, vincevachi sognava meglio. Il risultato era la qualità.Ora non c’è nelle persone la ricerca di un mo-dello alternativoBoni. È encomiabile il senso di responsabilitàche i lavoratori dimostrano, che hanno dimo-strato nel seguire il movimento sindacaleTegoni. Ora i rapporti interpersonali sonocomplessi. Fino agli anni ’70 erano più sponta-nei, più semplici.

LE DONNE, COMPAGNE DEL SINDACATO.

Sindacato e famiglia. Come hai vissuto

il rapporto tra l’essere sindacalista

e la famiglia?

Tegoni. Il pendolarismo ha contraddistinto la mia attività. Do atto a mia moglie di

non avermi mai chiesto di rinunciare all’impegno sindacale, nonostante sia costa-

to a lei, alla mia famiglia, un grossissimo sacrificio.

Ammannati. Conciliare sindacato e famiglia è uno dei prezzi pagati. Grande meri-

to della madre. Ci siamo abituati tutti, nelle piccole cose, ad arrangiarci da soli.

Boni. È una prova in cui si vede la maturità delle persone, di chi è a casa e di chi è

lontano da casa. Solo capendo le reciproche necessità la famiglia rimane in piedi.

Ho avuto la fortuna di avere una moglie e delle figlie che mi hanno aiutato a sta-

re via tranquillo, a tenere insieme la famiglia.

FIBA, ADDIO! Come ti sei sentitoquando hai lasciato la caricadi segretario generale?

Ammannati. Ho lasciato bene la Fiba, con una ferita dolo-rosa la Cisl.Tegoni. Sono rientrato in banca ripartendo dall’inizio. Èstata dura. L’impegno ad un livello più basso mi ha scon-certato, ma era stata una mia sceltaBoni. Mi sono sentito vuoto. Abituato a ricevere telefo-nate ogni minuto, mi sono sentito improvvisamente so-lo. Ma è durato poco.

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Pensieriin libertàa cuda di Anna Masiello e Paola Vinciguerra

Opinioni ed impressioni a caldodai delegati al Congressodi Silvi Marina

CONGRESSO FIBA

FOCUS

Gabriella Ferrario,

Monza 49 anni

Ottimo livello di dibattito, la relazio-

ne mi è piaciuta molto, volare alto è

necessario per avere strategie e

obiettivi che riguardano il futuro. Mi è

piaciuta anche la tavola rotonda, il di-

battito. Le criticità: i problemi dei

bancari non si sono tanto sviscerati.

Forse non era questa la sede, ma

quando si torna dai colleghi questi

vogliono risposte ai loro problemi e

forse questo è mancato. Mi porto a

casa una motivazione in più che cer-

cherò di trasmettere soprattutto ai

giovani, nei tempi e nei modi che non

è facile trovare, non c’è mai tempo

per questo.

Elia Randazzo, Palermo 49 anni

Questo congresso lo ricorderò non solo per i contenuti che ho trovato moltointeressanti e che riporterò nella mia realtàquotidiana, ma perché è stata la prima voltache ho preso la parola anch’io, quindi ho vis-suto un’esperienza personale di grandeemozione e grande soddisfazione. Gli spuntierano talmente interessanti che la voglia diesprimere anche la mia opinione, di dire “ioci sono” è stata forte!Ho rinnovato il senso di appartenenza, perché ci si sente un piccolo elementoche partecipa al tutto. La partecipazione è per me fondamentale, perché un pro-getto collettivo non deve mai dimenticare l’apporto di ogni singola soggettività.

Stefano Mezzanotte, Pescara 39 anniHo avuto il compito di occuparmi, collaborando col segretario generaledell’Abruzzo Beniamino de Nigris, della parte logistica del congresso. Èstata un’esperienza molto gratificante, anche se dispendiosa per leenergie profuse, che mi porterò den-tro e che mi ha arricchito. Ho parlatocon i vertici dell’organizzazione e hoconosciuto persone che hanno sapu-to apprezzare il nostro lavoro. Sperodi aver dato il mio modestissimo con-tributo per aiutare l’organizzazione acrescere.

Piergiorgio Celestino, Milano 28 anni

Ho notato con piacere che il processo che porterà alla mozione conclusivaè stato molto democratico, sono state accolteanche altre mozioni.Di Pezzotta mi ha colpito l’idea di recuperare l’i-dea di sindacato, l’uguaglianza la solidarietà, chesono valori alla base della nostra organizzazioneche non dobbiamo dimenticare e che dobbiamorinnovare e diffondere soprattutto tra i giovani. Ioquando andavo a scuola non sapevo nemmenocos’era il sindacato… Come giovane vivo la precarietà dei miei amici,dei miei colleghi che comunque pur se precari siiscrivono al sindacato. Noi dobbiamo cercare ilmodo di garantire ai giovani, che sperimentano

questa maggiore flessibilità, la possibilità di fare un mutuo per la casa o altroin modo che possano vivere anche loro serenamente…

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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FOCUS

Giulio Olivieri,

L’Aquila 46 anni

Questo congresso é per me speciale perché

si svolge nella mia regione l’Abruzzo. Ciò mi

ha dato la possibilità di contribuire un po’

alla sua organizzazione, di vedere il backsta-

ge, l’allestimento degli stand, la scelta dei ri-

cordini ecc.Trovo che sia andato tutto bene

e anche il cattivo tempo, che ci ha costretto

in albergo tutti e

quattro i giorni, mi

ha concesso tanti

momenti di socia-

lizzazione, per rial-

lacciare rapporti

con persone che

non vedevo da

tanto tempo.

Filippo Mastrovito,Bari 54 anni

È la prima volta che partecipo ad un con-gresso nazionale e la cosa che mi ha col-pito di più è stato notare attraverso gliinterventi dei vari segretari nazionali Bo-nanni, Annamaria Furlan, Baretta, comeall’interno della Cisl ci siano posizioni di-verse ma quello che prevale, e l’interven-to conclusivo di Pezzotta lo ha sottoli-neato, è il movimento dei lavoratori, l’au-tonomia, lo spirito di uguaglianza e solida-rietà che accomuna tutti noi e rappresen-ta il bagaglio culturale della Cisl.Ho provato una grande emozione nel ve-dere la grande partecipazione e il coin-volgimento da parte di tutti, ha rafforzatoin me la convinzione di far parte di ungruppo solido e di riferimento, solido intermini culturali e di riferimento per leattività da sviluppare in futuro.

Gabriella Serra,Sassari 38 anniÈ il mio primo congresso, e sto vivendouna bellissima esperienza, soprattutto lagiornata di oggi. L’intervento di Pezzotta,ha toccato le corde che mi hanno indot-to a fare sindacato: dalla base fino ai ver-tici pur con diversi compiti e diverse re-sponsabilità, quello che si condivide è unidea comune, un’utopia e la voglia realiz-zarla e di farla diventare realtà.Una cosa che mi è dispiaciuta è il fatto chealcune persone non hanno presenziato inmodo costante ai lavori e questo mi hadeluso, perché quando veniamo qui ascambiarci concetti aulici dobbiamo ricor-darci prima di tutto che stiamo spendendotempo e denaro dei nostri iscritti e questodovrebbe renderci più responsabili.

Sandro Testa,Torino 44 anni

L’iniziativa che ho apprezzato di più è senza dubbio la tavola ro-tonda, che ci ha indicato un percorso da seguire di grande condi-visione, un grande salto di qualità rispetto ai congressi preceden-ti. Mi è piaciuto molto lo stand della formazione nazionale, hoportato i miei ragazzi a visitarlo, sono rimasto colpito dalla quali-tà dell’allestimento, i cartelloni, i filmati realizzati, dal numero edalla qualità degli interventi formativi. Io ho una mia filosofia: perattirare i giovani verso il sindacato bisogna creare soprattuttomomenti di aggregazione, i miei iscritti sono prima di tutto amici,persone con cui condividere valori e progetti. Una volta consoli-dato lo zoccolo duro, il resto viene da se. Io ho molti giovani chemi chiedono un coinvolgimento diretto nel sindacato, per me èuna grande soddisfazione.

Achille Mattocci,

Reggio Calabria 46 anni

Due cose mi hanno colpito: il nu-

mero di giovani presenti a questo

congresso e l’intervento toccante e

profondo di Alex Zanotelli che ci ha

portato la voce dei più poveri del

mondo. La mia più grande soddisfa-

zione è stata l’elezione del mio se-

gretario generale territoriale Rocco

Iannò nel Consiglio generale nazio-

nale. Sono certo che saprà rappre-

sentare bene le nostre istanze e da-

rà un contributo fattivo al prossimo quadriennio.

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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FOCUS

Le controparti hanno detto…

Il presidente dell’Abi Maurizio Sella, dopo aver risposto allerecenti polemiche sull’euro ed aver ribadito i vantaggi che la mo-neta unica ha portato in termini di tassi di interesse e di inflazio-ne, vantaggi che Sella quantifica in circa 50 miliardi annui, ha ri-sposto alle sollecitazione lanciate da Gallo sul rispetto degli ac-cordi contrattuali, in particolare riguardo alla realizzazione degliosservatori bilaterali. “Certo che vogliamo farli funzionare – hadetto.” Inoltre, dopo aver espresso soddisfazione per la feliceconclusione della vicenda contrattuale ha ribadito l’importanzadel metodo concertativo: Non l’ho mai dimesso, nemmeno neimomenti nei quali altri settori proponevano altri metodi”. E intema di responsabilità sociale:“non possiamo imporla alle azien-de poiché si tratta di una libera scelta, ma siamo sicuri che portagrandi vantaggi, purché inserita in un contesto di competitività.Sella ha quindi illustrato la dichiarazione congiunta recentemen-te firmata in sede europea sulla corporate social responsibility,che prevede tra l’altro, formazione al cambiamento (adaption tochange) e alla leadership, gli anni sabbatici, le pari opportunità.Il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, dopo aver illlustratole buone condizioni di salute che gode il settore delle assicura-zioni in Italia ha rilevato l’importanza di uno sviluppo che abbiaal centro la logica del profitto, ma sostenibile, che permetta cioèdi coniugare il risultato per l’imprenditore con il ruolo che l’im-presa deve svolgere nella società moderna.

Cerchiai ha quindi ribadito l’importanza di relazioni sindacali ef-ficaci (che diano cioè il risultato che ci si attende):“una leva chepermette di coniugare l’esigenza di breve periodo con la stabi-lizzazione del risultato economico positivo, perché garantisce lacrescita” . Una impresa di assicurazioni si basa sulla fiducia dellagente – ha detto – e la capacità di stare sul mercato è rappre-sentata dalle risorse che operano nell’impresa. Le risorse uma-ne sono quindi il punto centrale e tali devono restare.Il presidente di Federasse Alessandro Azzi ha presentatola vivacità di un “gruppo”, il credito cooperativo, che negli ul-timi anni ha visto, in controtendenza rispetto al resto del set-tore bancario, incrementare gli addetti, i depositi, gli impieghi.“Un dinamismo riconosciuto anche recentemente dalla Bancad’Italia nella sua relazione e che dimostra che non si fa bancasolo in termini di grandi aggregazioni. Abbiamo dimensionicontenute, delimitate nel territorio, ma in grado di compete-re sul mercato. Siamo banche differenti, non omologate, loca-li, e non perseguiamo l’obiettivo del profitto ma del vantaggioai soci e alle comunità locali. In questa sede si è parlato di re-sponsabilità sociale: per noi è una pratica costante.” Non po-teva mancare il riferimento alle trattative in corso: attraver-siamo un periodo di particolare impegno che vede due mo-menti importati, il rinnovo contrattuale e la revisione degliaccordi sulle libertà sindacali, ma partiamo dalla condivisionedei principi per noi fondamentali della omogeneità e dellaspecificità. (A.C.)

Stefano Bellandi,

Prato 46 anni

Ho trovato questo congresso veramente

di alto livello soprattutto per le relazioni

e la tavola rotonda di giovedì. Ho apprez-

zato in particolar modo i contributi di Ta-

bacci e di Alex

Zanotelli, con la

sua forte carica

di umanità. Le re-

lazioni di Gallo e

Pezzotta

mi han-

no con-ferma-to, se

mai ce ne fosse stato bisogno,

che l’appartenenza alla

Fiba/Cisl corrisponde piena-

mente ai miei valori e alla

mia visone della vita. L’unica

nota dolente sono stati gli

interventi dei delegati al

dibattito: spesso lunghi e

ripetitivi.

Leo Boschiroli, Reggio Emilia39 anni

È il mio secondo congresso nazionale e questa volta ho potuto ap-prezzare di più la vita congressuale fuori dalla sala convegni. Rispettoa quattro anni fa mi muovo meglio, mi sento più a mio agio con gli al-tri congressisti, conosco più gente. Ho fatto il pieno di emozioni: gliinterventi di Zanotelli e Pezzotta mi hanno toccato dentro, mi hannofatto crescere. Mi porto a casa il fatto di stare bene in questa orga-nizzazione e la convinzione di avere qualcosa da condividere con icolleghi e gli amici. Ho già mandato diversi sms per sollecitarli a se-guire il congresso on line sul sito, trovo che poter vedere il congres-so in diretta sul portale sia stata una grande idea.

Roberto Maiani, Genova 39 anniDopo quattro giorni di intensa attività congressuale, mi porto a casa la ri-

conferma della giustezza dell’analisi politica di Bruce

Sterling che nel suo romanzo Isole nella Rete aveva già

preconizzato quella che poi sarebbe diventata l’azienda

totalizzante, nella quale l’uomo, sotto la parvenza, la pa-

tina di democrazia e modernità, viene schiavizzato “con

grazia”. E il governo di tutto è demandato alla finanza e

all’economia, unico obiettivo: il profitto. Più o meno

quello che sta succedendo adesso nelle aziende che co-

nosciamo. La cosa più sorprendente è che il romanzo è

stato scritto 15 anni fa circa, in tempi non sospetti.

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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CONGRESSO FIBA

FOCUS

Comitato nazionale settore credito

Amadori MarcoAnichiniAnichini EmanuelaBellandi StefanoBiondi FulvioBiondi StefanoBottegalBrunamonti FabioCartelli MarioCastronovo

GiuseppeChiodetto GianniCiani MarcoCilento LorenzoCriniti NicolaCrociani GilbertoDe Marchi RobertoDe Nigris Urbani

BeniaminoDe Rosa PasqualeDe Troia M.TeresaDelfino AlessandroDotto CaterinaElisei PaoloEmanuelaEsposito GiusyGallo GiuseppeGatti Maria Rita

Gemelli MaurizioSalvatore

Girgenti SergioGobbi AnnalisaIncletolli MauroIncletolli MauroLeoni MaurizioLevantesi NicolaLoda Maria RosaLoda Maria RosaLunardon AnnamariaMancini PierangeloMaranella AntonioMarchiori PaoloMariani PietroMarino EmilioMassoglio EzioMerlini Pier PaoloMinneci MarioMocci MarioMorelli FiorellaMorosinotto

EmanueleNevone PietroOvidi RobertoPalladino GiacintoPanzarino GennaroPedalino Corrado

Piana MarioPiarulli CarloPiccioni SauroPiercesarePistonina RobertoPolimeno WaltherRandazzo Antonina

EliaRobotti PatriziaRomani GiulioRufini MauroSammarco

GioacchinoSantus GiuseppinaSantus GiuseppinaSpaggiari AlessandroTagliarini ErnestoTesi LeonardoTesta SandroTesti EnricoToledo GiancarloUgolini RaffaeleUsai Tonino MarioVannucci ElenaVescogni MaurizioVittone NadiaZancla LuigiZoanni Andrea

Cognome e Nome Cognome e Nome Cognome e Nome

Comitato nazionalesettore assicurativo

Baiocchi GianniBeducci MassimoBellucci CristinaBognani UmbertoCaporali SandraCapozzoli FrancescaCasiroli GiovanniCavalieri GuidoCiavarella LucianoCicerchia CesareContini AndreaCurtale VincenzoD’andola LorettaDe Falco RaffaeleDe Marco ElisabettaDe Noia AlessandroDe Tomasi Paolo

Ferlenghi GuidoFranco FiorenzaGaribotto RobertoLa Cagnina FrancescoLo Presti Costantino

GiuseppeLobrano TizianaMagliocchetti

GiancarloMajani RobertoMandara MarinaMartinotti BrunellaMarzano DomenicoMatonti VigilioMusicco IvanaOliva AlbertoPaganini Annamaria

Palleschi PieroPavan FabrizioPierini PieroPisciaroli LuigiQuadrana PasqualeRanieri AnnunziataRaspa MaurizioRochas AndreaRossi SoniaRuccolo OriettaSecchi LindaSomma Maria RitaTammaro MatteoTucci LuigiValentini RobertoZelco MarinaZoppetti Claudio

Cognome e Nome Cognome e Nome Cognome e Nome

Cognome Nome

Pirro Giuseppe PresidenteBattaglia LuigiBranduardi GiorgioRighini FerdinandoScotti Nicola

Cognome Nome

Mina Guido PresidenteCivale Maria TeresaGagna GiovanniIanniccari AmedeoPortinaro Guido

COLLEGIO DEI PROBIVIRI

COLLEGIO SINDACALE

Fanno inoltre parte del settore credito con solo diritto di parola i responsabili delle sasdi complesso e di gruppo interregionali finanziate

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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FOCUS

Amadori Marco E. RomagnaBaiocchi Gianni LazioBartoli Giuseppe ToscanaBedogni Daniele E. RomagnaBellandi Stefano ToscanaBellentani Paolo E. RomagnaBerti Lauro E. RomagnaBiondi Stefano ToscanaBognani Umberto LombardiaBonanini Lino LiguriaBonomo Silvio ToscanaBoretti Antonio LiguriaBorriello Anna CampaniaBoschiroli Leonello E. RomagnaBottaro Antonio Liguria

Bove Maria Grazia LombardiaBuosi Paola VenetoCalandriello

Francesco LazioCalò Carmine PugliaCapozzoli Francesca LombardiaCaria Salvatore SardegnaCaruso Germano PugliaCasiroli GiovanniCavalieri GuidoCerale Andrea PiemonteCiardelli Enzo ToscanaCilento Lorenzo Friuli V.G.Conte Angelo E. RomagnaContini Andrea Sardegna

Cravero Giovanni PiemonteCriniti Nicola Veneto Curtale Vincenzo E. RomagnaDe Falco Raffaele VenetoDe Marchi Roberto Friuli V.G.De Marco Elisabetta LazioDe Nigris Urbani

Beniamino AbruzzoDe Rosa Pasquale PugliaDesideri Michele MarcheDi Lorenzo

Gianfranco CampaniaDonnini Maurizio Friuli V.G.Dotto Caterina VenetoElisei Paolo MarcheFerlenghi Guido LazioFerrario Gabriella LombardiaFogu Marco Salvatore SardegnaFranco Fiorenza LombardiaGallo Giuseppe PiemonteGaribotti RobertoGastaldo Mauro LiguriaGatti Maria Rita LombardiaGianuario Giovanni MarcheGiovanni BasilicataGirgenti SergioGiuliano Domenico SiciliaIannò

Giuseppe Rocco CalabriaIncletolli Mauro LazioIngegno Gianfranco CampaniaIscaro Agostino ToscanaLanzoni Eros LombardiaLevantesi Nicola MarcheLobrano Tiziana LombardiaLocatelli Maurizio LombardiaLoda Maria Rosa LombardiaLongo Giuseppe E. RomagnaLunardon Annamaria LombardiaMagni Donatella LombardiaMagrin Roberta VenetoMajani Roberto LiguriaMancini Pierangelo LazioMarchiori Paolo LazioMariacci Fabio UmbriaMariani GiampieroMarini Francesco UmbriaMarra Emma CampaniaMarzano Domenico PiemonteMasto Calogero SiciliaMazzola Carmen LombardiaMecangeli Isabella LazioMenta Tiziano E. RomagnaMerio Dino LombardiaMerlini Pier Paolo Lombardia

Minneci Mario SiciliaMissineo Angelo CalabriaMocci Mario SardegnaMorelli Fiorella LombardiaMoriggi Ferruccio PiemonteMuzzi Roberto LombardiaOlivieri Giulio AbruzzoOvidi Roberto PiemontePacini Andrea ToscanaPafundi Amedeo ToscanaPaganini Annamaria LombardiaPaltrinieri Sandra E. RomagnaPanzarino Gennaro PugliaPapalini Paolo MarcheParri Franco ToscanaPavan Fabrizio VenetoPedalino Corrado SiciliaPellegrino Marcello PugliaPerotti Mariano TrentinoPerri Tommaso CalabriaPezzanera Giancarlo LazioPiccioni Sauro UmbriaPighi Bruno VenetoPistonina Roberto ToscanaPorcaro Elena CampaniaPraz Cristina V. D’aostaRanucci Roberto LazioRaspa Maurizio Friuli V.G.Romani GiulioSarlo Guglielmo CampaniaSatriani AugustoScaglioni Andrea LombardiaSecchi Linda LombardiaSerra Vincenzo LazioSignoriello M. Gerarda LazioSpaducci Giuseppe LazioSpaggiari AlessandroTagliarini Ernesto LombardiaTamburini Ivano E. RomagnaTammaro Matteo LombardiaTesi Leonardo ToscanaTesta Sandro PiemonteTomassoni Fabrizio LazioUsai Tonino Mario SardegnaValerio Mario MoliseVannucci Elena ToscanaVascello Alessio VenetoVecchio Salvatore SiciliaVescogni Maurizio E. RomagnaVino Francesco PugliaVitale Tommaso AbruzzoZancla Luigi SiciliaZanobini Mara LiguriaZoanni Andrea LombardiaZoppetti Claudio Lombardia

Cognome e Nome Struttura Cognome e Nome Struttura

Consiglio generale

Cognome e Nome Struttura Cognome e Nome Struttura

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Forum sociale antimafia

“Felicia e PeppinoImpastato”1978-2005ricordare per continuare

È difficile per me scrivere col necessariodistacco del Forum Sociale antimafia del7-9 maggio scorsi, tradurre in parole letante contrastanti emozioni vissute nelletre giornate di Cinisi: il senso di impoten-za nel sentirmi siciliana ed insieme di or-goglio e speranza per quei 5 mila giovaniaccorsi per la fiaccolata in ricordo di Pep-pino e Felicia; la commozione provata difronte alle toccanti testimonianze delledonne che dedicano la loro vita alla lottaantimafia, la tragica consapevolezza diquanto sia lunga e impari la guerra allamafia e alla cultura mafiosa, la voglia difare qualcosa, di cominciare da qualcheparte per gridare che la mafia non èmorta anche se è diventata quasi invisi-bile, anche se non occupa più le primepagine dei giornali, anzi proprio per que-sto è diventata più insidiosa, pericolosa.

La straordinarianormalità diFelicia Impastato

7 dicembre 2004.La porta di casa diFelicia Impastato è chiusa. Per sem-pre. Il suo sorriso, dietro gli spessiocchiali, spento. Finalmente in paceil suo corpo asciutto, forte e fragilis-simo,a stretto lutto da quel lontano9 maggio 1978, giorno della feroceuccisione del figlio Peppino.La rivoluzione di Felicia cominciauna settimana dopo la morte delfiglio, quando lei ed il figlio Gio-vanni presentano un esposto allaProcura denunciando il moventemafioso del delitto, contro la tesidi forze dell’ordine e stampa chevolevano Peppino terrorista esuicida. Parole pesanti come ma-cigni in quel contesto, che scon-volsero le reazioni obbligate, chevedevano nella vendetta e nell’o-mertà l’unica risposta possibile.“Me lo fecero a pezzetti me fig-ghiu” ripeteva Felicia in dialetto si-ciliano a chi andava a trovarla a Ci-nisi, in Corso Umberto 220, a solicento maledettissimi passi dalla ca-sa del mandante dell’assassinio diPeppino, Tano Badalamenti (con-dannato solo nel 2002, dopo quasi25 anni di montature e indagini).È lì che ha continuato ad abitare,

malgrado l’ostilità dei suoi compae-sani, ed è lì che accoglieva giovani,militanti, amici, autorità che trova-vano in lei sempre un sorriso, ungesto, una parola. Parlava con tuttiFelicia “perché tutti devono cono-scere la storia di mio figlio”, ma erafelice di parlare soprattutto con iragazzi:“è come se vedessi Peppinotra di voi” aveva detto ai 60 boy-scout che aveva ricevuto solo ilgiorno prima della sua morte.Tante le testimonianze, i raccontiraccolti al Forum durante l’incon-tro in ricordo di Felicia. Ecco i piùsignificativi.Rita Borsellino – moglie delgiudice ucciso dalla mafia conun’autobomba nel 1992 – ha ri-cordato con gli occhi lucidi: “Feli-cia era per me una mamma eduna sorella: si diventa parentiquando si è avuto in comune undolore così grande e diverso.An-che lei come me non si è mai ras-segnata, e come me non riuscivaa superare il dolore di non averealtro su cui piangere che brandel-li di carne. Nei momenti di sfidu-cia e stanchezza mi aiutava il pen-siero della sua forza, la sua sereni-tà, la sua perseveranza. I giovanirappresentavano per lei, comeper me, la vita che sconfigge la

morte. È stata un esempio pertutti noi”.L’esperienza di Michela Busce-mi è emblematica. Sorella di Sal-vatore e Rodolfo, uccisi nel 1982,si costituisce parte civile al maxi-processo, unica donna del popolopalermitano assieme a Vita Ru-gnetta. Le conseguenze sono perlei pesanti e dolorose: viene isola-ta dalla famiglia, ripudiata dallamadre, minacciata e insultata,emarginata dal suo ambiente.Legge una poesia scritta da leiper Felicia, ingenua ma sincera,racconta la sua esperienza: “hovoluto bene a Felicia e sono stataanche gelosa di lei, avrei volutoavere una madre come lei e non

una che quando decisi di denun-ciare gli assassini dei miei fratelli(suoi figli) mi disse: “ti auguro diavere anche tu dei figli ammazzati,cosi provi il mio stesso dolore!”.Anche Salvo Vitale, amico fra-terno e autore della biografia diPeppino, animatore dell’associa-zione “Radio Aut”, parla di Feliciacon la tenerezza e il trasporto diun figlio: “la madre che ho sceltoe non quella naturale che il gior-no dopo la morte di Peppino, ve-dendomi sconvolto dal dolore midisse: “era solo un folle! Non c’èda piangere, c’è da ridere!”.Franca Imbergamo, giudiceistruttore al processo sull’omici-dio di Peppino Impastato ci conse-gna la testimonianza più fervida eincisiva: “ricorderò sempre di Fe-licia la schiena dritta, lo sguar-do fiero, il dolore portato neglianni con coraggio e dignità. Lasua deposizione al processo è sta-ta cruciale, di enorme valore. Indi-menticabile il suo dito puntatocontro Tano Badalamenti, il suo“voglio giustizia,non voglio ven-detta” che ha rotto gli schemi diuna tradizione mafiogena secolare.Se vogliamo onorare la memoriadi Peppino e Felicia non possiamofermarci solo alle verità proces-suali, dobbiamo tutti noi esercitareun diritto di critica impietosa. I bu-chi neri della mafia sono anche ibuchi neri della nostra democra-zia. Non si tratta di affrontarel’altro da noi, e questo rendedifficile battere la mafia”.Il ritratto che viene fuori da que-sti e dagli altri interventi che sisusseguono è di una madre, Feli-cia, distrutta dal dolore ma nonper questo meno implacabile nel-l’accusare e nel ricordare, prota-gonista di una vera rivolta cultura-le: la sua straordinaria normalità.

a cura di Paola VinciguerraSOCIETÀ CIVILE

Peppino Impastato: una vita contro la mafia

Nato a Cinisi, in provincia di Palermo, nel 1948 da una famiglia mafiosa, ancora ragazzo, a causadelle sue idee e delle sue iniziative antimafia, rompe con il padre, che lo caccia di casa.Condivide le lotte con i contadini espropriati per la costruzione dell’aeroporto di Palermo (interritorio di Cinisi), con gli edili e con i disoccupati. Nel 1975 costituisce il circolo culturale“Musica e Cultura”, che diventa punto di riferimento per i giovani di Cinisi; nel 1976 fonda “Ra-dio Aut”, radio privata autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi eTerrasini, e in primo luogo del capomafia Tano Badalamenti, che aveva un ruolo di primo pianonei traffici internazionali di droga. Il programma più seguito era “Onda Pazza”, trasmissione sa-tirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Prole-taria alle elezioni comunali.Viene assassinato il 9 Maggio nel corso della campagna elettorale,con una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia.Verrà co-munque votato ed eletto al Consiglio Comunale. La stampa, le forze dell’ordine parlano subitodi atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso e, dopo il ritrovamento di unalettera scritta molti mesi prima, di suicidio. Grazie all’attività della madre e del fratello, deicompagni di militanza e del centro di documentazione a lui intitolato viene individuata la ma-trice mafiosa e, sulla base della documentazione raccolta e delle denuncie presentate, riapertal’inchiesta giudiziaria. Dopo anni di indagini e depistaggi, nel 2001 la Corte d’Assise ha ricono-sciuto il mafioso Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 apri-le del 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo quale mandante del delitto.

Bibliografia e sitografia Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo.Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Pappino Impastato, una vita contro la mafia, Rubettino, 1995,2002.Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia, Centro Impastato, Palermo 2005.

www.centroimpastato.it per chi volesse ascoltare stralci di Onda Pazza con la voce di Peppino su Radio Aut: www.peppinoimpastato.com

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Ladequalificazionepuò sussistereanche quandole nuove mansioniassegnate allavoratore sianopreviste dalcontratto collettivoin relazionealla sua qualifica(C. Lavoro7351/2005).

Innanzitutto una sintetica rico-struzione dei fatti e dello svolgi-mento dei primi due gradi di giu-dizio. Un dipendente di Poste ita-liane con la qualifica di quadro diprimo livello, nel periodo1996/99, ha svolto mansioni di di-rettore di una cd.“agenzia di co-ordinamento”, con il compito dicoordinare l’attività di alcuneagenzie di base. Nel ‘99, in seguitoalla soppressione delle agenzie dicoordinamento, i loro compiti so-no stati affidati alle filiali. Il dipen-dente, che fu allora preposto adun’agenzia di base con l’attribu-zione di un’indennità di funzioneinferiore a quella percepita inprecedenza, ha chiesto al Tribuna-le di accertare il suo diritto allaqualifica di dirigente per le man-sioni svolte dal ‘96 al ‘99 e di di-chiarare comunque che egli avevasubito una dequalificazione edun’illegittima decurtazione dell’in-dennità di funzione. L’azienda hacontestato la natura dirigenzialedelle mansioni svolte dal lavora-tore come responsabile di un’a-genzia di coordinamento e ha so-stenuto che questi non aveva su-bito un’illegittima dequalificazionecon la destinazione a un’agenziadi base per due motivi: 1) perchéanche per il nuovo incarico eraprevista dal contratto la qualificadi quadro di primo livello; 2) per-ché, dopo la soppressione delleagenzie di coordinamento, si im-poneva una valutazione necessa-riamente elastica delle mansioni,non potendosi pretendere la as-segnazione ad un ruolo ormaiinesistente. Sia il Tribunale che laCorte di Appello hanno ritenutoinfondate entrambe le domande

proposte dal lavoratore, in quan-to, da un lato, hanno escluso chele mansioni di responsabile diagenzia di coordinamento com-portassero l’elevato grado di au-tonomia nelle scelte decisionaliproprio della qualifica dirigenzialee, dall’altro, hanno ritenuto legitti-mo l’impiego del lavoratore, a fartempo dal ‘99, come preposto aun’agenzia di base, rilevando cheanche per tale posizione la disci-plina collettiva prevede la qualifi-ca di quadro di primo livello dalui posseduta. Il lavoratore haproposto allora ricorso per cas-sazione. La Cassazione, nell’acco-gliere il ricorso del lavoratore, li-mitatamente alla parte concer-nente l’esclusione, da parte dellaCorte di Appello, della configura-bilità di una dequalificazione, nel-l’assegnazione al lavoratore dellemansioni di preposto a un’agenziadi base, ha confermato il principiodi diritto in base al quale “ il divie-to di variazioni in “peius” opera an-che quando al lavoratore, nella for-male equivalenza delle precedenti edelle nuove mansioni, siano assegna-te di fatto mansioni sostanzialmenteinferiori, sicché nell’indagine circa ta-le equivalenza non è sufficiente il ri-ferimento in astratto al livello di ca-tegoria ma è necessario accertareche le nuove mansioni siano aderen-ti alla specifica competenza del di-pendente, salvaguardandone il livelloprofessionale acquisito e garantendolo svolgimento e l’accrescimento del-le sue capacità professionali. A tal fi-ne l’indagine del giudice di meritodeve essere volta a verificare i con-tenuti concreti dei compiti preceden-ti e di quelli nuovi onde formulare ilgiudizio di equivalenza, da fondaresul complesso della contrattazionecollettiva e delle determinazioniaziendali. In particolare – secondola Corte – le nuove mansioni posso-no considerarsi equivalenti alle ulti-me effettivamente svolte soltantoove risulti tutelato il patrimonio pro-fessionale del lavoratore, anche nelsenso che la nuova collocazione gliconsenta di utilizzare, ed anzi di ar-ricchire, il patrimonio professionaleacquisito con lo svolgimento dellaprecedente attività lavorativa, in unaprospettiva dinamica di valorizza-zione della capacità di arricchimen-to del proprio bagaglio di conoscen-ze ed esperienze”.

La rispostaper iscrittodel lavoratorealla contestazionedisciplinarenon esauriscel’esercizio deldiritto alla difesa,se è accompagnatadalla richiestadi audizione(C. Lavoro9066/2005).

La sentenza, di cui proponiamo,dopo una sintetica ricostruzionedei fatti e dello svolgimento deiprimi due gradi di giudizio, leprincipali argomentazioni, è digrande interesse per i lavoratorie per i sindacalisti giacché inter-viene a (ri)stabilire un principio,quello della “cumulabilità”, inpresenza di determinate condi-zioni, di due forme di difesa adisposizione del lavoratore ecioè la risposta scritta e l’audi-zione orale, che è stato oggettonel tempo di valutazioni giuri-sprudenziali tendenti ad esclu-derlo, alle quali, ovviamente, i da-tori di lavoro si sono spessoconformati nella prassi dei pro-cedimenti disciplinari. Un dipen-dente di una piccola impresa,sottoposto a procedimento di-sciplinare, si è giustificato rispon-dendo per iscritto alla contesta-zione dell’addebito e chiedendodi essere sentito personalmentecon la presenza di un sindacalistadel quale ha fornito nome, co-gnome e indirizzo. L’azienda sen-za convocarlo per l’audizioneorale gli ha comminato la sanzio-ne del licenziamento. Il lavorato-re ha chiesto al giudice di dichia-rare illegittimo il licenziamentoper violazione dell’art. 7 St. Lav.,commi 2 e 3, in quanto non erastato sentito a sua difesa, e, co-munque, per infondatezza del-l’addebito. Il Tribunale ha accoltola domanda, dichiarando il licen-ziamento nullo per violazionedell’art. 7 St. Lav., secondo cui ildatore di lavoro non può adotta-re alcun provvedimento discipli-nare nei confronti del lavoratoresenza avergli preventivamente

contestato l’addebito e senzaaverlo sentito a sua difesa. Que-sta decisione è stata confermatadalla Corte di Appello. L’aziendaha proposto ricorso per cassa-zione argomentando che essanon era tenuta a convocare il la-voratore dal momento che que-sti, con la lettera con la qualeaveva contestato la fondatezzadell’addebito fornendo la suaversione dei fatti, aveva esercita-to compiutamente il suo dirittoalla difesa. La Suprema Corte, nelrigettare il ricorso, ha richiamatoil suo insegnamento secondo cui“ il discolparsi per iscritto “consu-ma” l’esercizio del diritto di difesasolo quando il lavoratore nulla dicacirca l’audizione, quando cioè loscritto costituisca il preciso segnaledi una scelta, ovvero la rinuncia adessere “sentito”; ma, quando, comenella specie, nella risposta scrittal’interessato “dice qualcosa”, chiedecioè di essere ascoltato personal-mente, e, peraltro, con l’assistenzadi un sindacalista ben individuato,non è più dato desumere l’esisten-za di una tale rinuncia ed operanoallora necessariamente le conse-guenze derivanti dalla espressa ri-chiesta di essere sentito a difesa; inaltri termini, l’opzione sta nella fa-coltà di presentazione di giustifica-zioni soltanto scritte. Non è pertan-to condivisibile – secondo la Corte– la tesi della “consumazione” deldiritto di difesa rapportata alla me-ra esistenza di uno scritto del lavo-ratore; tesi che non ha alcun appi-glio normativo e non è giustificatanemmeno dal timore di una com-pressione del potere disciplinare,che in realtà non sussiste perchéspetta comunque alla discrezionali-tà del datore di lavoro stabilire itempi di fissazione dell’audizione”.

a cura di Luigi VerdeLEGALE

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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Presentata al Cnel l’indaginesullo stress in ambiente bancario

I l 30 giugno sono stati resi noti, nella sede del Cnel aRoma, i risultati dell’inchiesta svolta dalla Fiba Cislsullo stress in ambiente bancario utilizzando come

campione le aziende del gruppo Intesa. Alla presentazio-ne sono intervenuti la segreteria nazionale con Giusep-pe Gallo e Mario Mocci, la responsabile Fiba del grup-po Intesa Caterina Dotto, e la psicologa del lavoro An-na Paola Jeri, che ha curato la predisposizione dei que-stionari. Il lavoro è stato invece illustrato dalla sociologaDaniela Ferrazza, che ha seguito in prima persona l’in-serimento e l’elaborazione dei dati. La rilevazione dei da-ti è stata effettuata da dicembre 2004 a marzo 2005, me-diante la distribuzione capillare e la successiva raccoltanelle società del gruppo del questionario di rilevazionedello stress in ambiente bancario denominato Work Posi-tive (Lavoro Positivo).Principali artefici del successo dell’iniziativa sono statele rsa del gruppo Intesa, che con costanza e dedizionehanno collaborato alla riuscita della ricerca.Nata sotto il patrocinio della Cisl, l’analisi della Fiba haavuto fin dall’inizio lo scopo dichiarato di studiare i li-velli di stress e le sue motivazioni nel settore creditizio.In quest’ottica il gruppo Intesa è stato prescelto comegruppo pilota per un esame che riguarderà in futuro l’in-tero settore del credito e quello assicurativo. Questogruppo creditizio, infatti, per dimensioni e articolazioneterritoriale, rappresenta senza dubbio uno spaccato signi-ficativo ed un campione della realtà creditizia italiana. Co-me è stato sottolineato dai relatori, l’indagine di clima del-la Fiba ha però anche una finalità più importante a cuitendere. Quella di creare le premesse per la stipula dispecifici accordi di clima nelle aziende bancarie, accordiche consentano di monitorare e di riportare i livelli distress entro limiti accettabili per la popolazione lavorativa.In questo senso, come ribadito in molte occasioni, l’ini-ziativa non va intesa come mirata al Gruppo interessatodall’indagine, ma come una opportunità ricca di valen-ze positive poiché un’azienda dove la qualità di vita deldipendente viene promossa è un’azienda dove si lavorameglio e un’azienda dove si lavora meglio è un’aziendadove si produce di più e con maggior qualità. Oggi la si-tuazione, dati alla mano, dimostra che molta strada de-

ve essere ancora fatta sotto questo aspetto.Come emerge dai dati presentati al Cnel, lo stress sulluogo di lavoro sembra essere frutto di molteplici cause.Sicuramente tra i fattori più importanti sono da annovera-re la inadeguata gestione dei cambiamenti organizzativi,la sensibile carenza di informazioni, una formazione in-soddisfacente, l’inadeguatezza dei livelli retributivi. Se-gnali meno preoccupanti all’apparenza, anche se nonper questo da sottovalutare, emergono invece dalle do-mande che hanno riguardato l’orario e i carichi di lavorodei dipendenti e la stabilità del lavoro. Molte delle cosid-dette domande aperte, dove i colleghi potevano espri-mersi scrivendo le proprie impressioni, hanno evidenzia-to una grossa insofferenza nei confronti delle eccessiveed improprie pressioni commerciali svolte dalle aziende.Il “mal di budget” quindi si fa sentire in modo piuttosto ri-levante. Anche se è difficile quantificare la portata di que-sto ultimo aspetto, rileva che esso costituisce certamenteuno dei fattori di maggior disagio lavorativo ed una fonteconsiderevole di stress. La comparazione dei dati ha mo-strato una situazione migliore nelle aziende del gruppo,rispetto alla capogruppo Banca Intesa.Ma quanto incide realmente lo stress sulla salute dei la-voratori?In Europa lo stress sul lavoro occupa il secondo posto tra iproblemi di salute legati all’attività lavorativa. All’internodell’Unione europea interessa oltre 40 milioni di personeed è la causa di oltre il 50% dei casi d’assenza sul lavoro.Ecco perché l’iniziativa della Fiba Cisl, che si inserisce apieno titolo nel solco della legge sulla salute e sicurezzanei luoghi di lavoro (626/94) capita in un momento appro-priato e quanto mai opportuno per affrontare temi, percerti versi innovativi, ma non per questo meno importantiper la tutela e la promozione del benessere dei lavoratori.

(Io) lavoro positivodi Marco Ciani

INIZIATIVE

Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005

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La previdenzacomplementare,questasconosciuta

Il 2005 sembra essere l’anno de-cisivo per la previdenza comple-mentare nel nostro Paese.Infatti, una volta emanati dal Go-verno i decreti legislativi di attua-zione della legge 243/2004, scat-teranno i 6 mesi nei quali i lavora-tori, che ancora non hanno aderi-to ad un fondo pensione comple-mentare, dovranno scegliere tra:aderire ad un fondo pensione, di-chiarare di mantenere il Tfr (trat-tamento di fine rapporto) inazienda e non destinarlo ad alcu-na forma pensionistica comple-mentare, oppure non effettuarealcuna scelta nell’arco di questotempo. In quest’ultimo caso, se-condo il meccanismo del silenzio-assenso, il Tfr verrà destinato allaprevidenza complementare.La necessità di prendere una de-cisione entro sei mesi presuppo-ne, però, la conoscenza, da partedei lavoratori, di cosa sia questaprevidenza complementare.Quanti, infatti, sanno che cosa è laprevidenza complementare, eperché è necessario iscriversi adun fondo pensione? Non molti, agiudicare dai sondaggi pubblicatisui quotidiani ed alle analisi dellaCommissione di Vigilanza deiFondi Pensione.Il ricorso ad un tipo di previdenzadetta “complementare”, che si af-fianca quindi a quella obbligatoriagarantita dall’iscrizione ai diversiEnti previdenziali (Inps, Inpdap, En-pals, e così via), consente al lavora-tore di integrare, con un’altra ren-dita, la propria futura pensione.Il passo è reso necessario, in par-ticolare, per i lavoratori più giova-ni, ai quali, al momento della ces-sazione dell’attività lavorativa, non

sarà più garantito un trattamentopensionistico quasi equivalente al-la retribuzione, come è accadutofinora. Infatti, molti studi econo-mici mettono in evidenza che ilnostro sistema previdenziale si staorientando verso un “tasso di sosti-tuzione” (vale a dire, il rapportotra l’ultima retribuzione e la ren-dita pensionistica) pari al 65%. Ciòsignifica che ad esempio, per chiha oggi 30 anni di età, il sistemaprevidenziale pubblico non potràgarantire rendimenti superiori al50% della retribuzione. Inoltre, bi-sogna tenere presente che i coef-ficienti di trasformazione, previstiper il calcolo nel sistema contri-butivo, dovranno essere rivisti nelcorso del 2005, e non può esclu-dersi che vengano ridotti.Finora, sono nati 134 nuovi fondidi previdenza complementare, dicui 42 di tipo negoziale e 92 di tipoaperto: nel complesso, risultanoiscritti circa 1.450.000 lavoratori.Il patronato Inas-Cisl, pertanto,ha incentrato quest’anno la pro-

pria campagna informativa sullaprevidenza complementare, inparticolare nel corso del consue-to incontro annuale con i cittadi-ni denominato “Inas in piazza”,che si è svolto il 17 e 18 giugnoscorsi nelle piazze e nei centricommerciali di tutta Italia.Le sedi dell’Inas Cisl su tutto ilterritorio nazionale sono quindi adisposizione per informazioni echiarimenti sulla previdenza com-plementare, vale a dire per saperdistinguere tra Fondi chiusi edaperti, per capire a che tipo direndita dà diritto l’iscrizione adun Fondo e con quali requisiti dietà e contribuzione, e via dicendo.

Revisioneper infortunio

Mi è stata costituita una rendita perinfortunio il 10.12.1991: entro qua-le data posso ancora essere chiama-to per la visita di revisione? Mi è sta-

to detto che posso essere chiamatoanche oltre il decennio, ma entro unmassimo di altri tre anni e 210 gior-ni: nel mio caso, quindi, la data ulti-ma di chiamata a revisione corri-sponderebbe al 10.6.2005. Vorreisapere se è realmente così.I suoi calcoli sono esatti: potrebbeessere chiamato a visita entro ladata dal Lei indicata. È però neces-sario che la valutazione medico-le-gale sia riferita alle sue condizionifisiche al momento della scadenzadel decennio (10.12.2001) e nonoltre.Qualora il danno residuato fossevalutato in una percentuale tral’11 ed il 15%, la rendita cessereb-be e sarebbe liquidata in capitale,con un esborso finale da partedell’Inail in unica soluzione.

a cura dell’Inas CislSERVIZI

Domande frequenti

Pensione di anzianità per un dipendente stataleSono un dipendente statale (settore scuola), ho 56 anni di età e 35 di contributi, e sono in fase di risoluzione delrapporto di lavoro, avendo superato i 18 mesi di assenza di malattia (come previsto dal contratto). Potrò accedereal pensionamento di anzianità al compimento dei 57 anni (cioè, a gennaio del 2006)?Ai fini del diritto alla pensione di anzianità Inpdap, i requisiti (sia quello contributivo che quello anagrafico)devono essere maturati in attualità di iscrizione. Essendo cessato dal servizio dovrà, pertanto, chiedere al-l’Inpdap l’autorizzazione ai versamenti volontari, in quanto alla data di compimento del 57° anno di etàdovrà trovarsi nella posizione di “iscritto”.

Assunzione invalidi civiliUn lavoratore, al quale viene riconosciuta una invalidità civile pari al 46%, può trasformare il suo rapporto di lavo-ro, senza licenziarsi, in quello relativo ai soggetti assunti come “categoria protetta” ?La L.68/99 stabilisce che i lavoratori che divengono inabili allo svolgimento delle proprie mansioni, a segui-to di infortunio o malattia, non possono essere computati nella quota di riserva se hanno subito una ridu-zione della capacità lavorativa inferiore al 60%: quindi, il lavoratore con invalidità al 46% non rientra nellacasistica prevista dalla norma. L’unica sua possibilità sarebbe quella di licenziarsi e poi farsi riassumere co-me invalido civile, procedura che risulta però piuttosto rischiosa per il lavoratore.

Fino a che età può lavorare una donna?Mia moglie, dipendente di una ditta privata, compirà 60 anni di età nel 2007, ma a tale data avrebbe solo 33 an-ni di contributi. Potrebbe continuare a lavorare dopo i 60 anni, oppure sarà obbligata ad andare in pensione?La donna può decidere di proseguire l’attività lavorativa fino al 65° anno di età, presentando apposita ri-chiesta al datore di lavoro ed all’Inps, almeno sei mesi prima del compimento dell’età pensionabile (60 an-ni). Se non viene presentata tale domanda, nei termini previsti, il licenziamento può avvenire in qualsiasimomento dopo il compimento del 60° anno, senza alcuna tutela.

Per la consulenza e l’assistenza necessarie, ci si può recare presso la più vicina sede dell’Inas- Cisl (gli indirizzi sitrovano su www.inas.it, oppure chiamando il numero verde 800 001 303): ricordiamo che la consulenza offertadall’Inas è assolutamente gratuita.

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Aspiranti suicidisi raccontano…“La vita che vivevo non mi permette-va di essere … non lo so, di esserequello che pensavo di essere.[…] Do-po la fine della band l’unico spazio diautoespressione che mi restava eracongedarmi dalla mia vita irreale: sareivolato via da quel tetto del cazzo, co-me Superman. Salvo naturalmenteche non è andata così.” Siamo a pag.38 dell’ultimo romanzo di NickHornby, ma in quanto a citazioniesistenzial-umoristiche avrei potu-to scegliere già prima a piene mani.Ed anche in seguito,ovviamente. In-fatti da uno spunto tragico, quattropersone che decidono di suicidarsila notte di capodanno, l’autore ri-esce a costruire un libro molto ori-ginale, frizzante e dallo humor atratti davvero irresistibile. Martin,Maureen, Jess e J.J. sono i quattroprotagonisti, a turno narratori dellastoria. Ognuno con il suo linguag-gio, racconta il suo punto di vista inuna trama che si sviluppa come unacatena da una voce all’altra.È la notte di capodanno, diceva-mo, e i nostri si ritrovano per ca-so tutti e quattro sul tetto di unpalazzo, la Casa dei Suicidi, per at-

tuare il proposito per cui il edifi-cio è tristemente noto. Ciascunoha le proprie motivazioni: Martinè un famoso presentatore televi-sivo che in seguito ad uno scanda-lo ha perso carriera, moglie e fi-glie; Maureen è una madre ormaiesasperata da un figlio disabile;Jess è un’adolescente sboccata eproblematica abbandonata dal fi-danzato, J.J. è un musicista fallito.Dopo la perplessità iniziale, causatadal tragicomico caso di ritrovarsi inquattro nello stesso luogo con lostesso fine(“Il suicidio doveva essereuna cosa mitica. L’ultimo dell’anno erauna notte per falliti sentimentali. Colpamia, stupido che son stato. Naturaleche lassù avrei trovato un livello tipocase popolari. Avrei dovuto scegliereuna data più di classe…”) gli aspi-ranti suicidi si raccontano, si confi-dano le loro angustie, fanno amici-zia e decidono di scendere giù daltetto.A questo punto ricominciarea vivere non sarà facile, ma potran-no contare sul loro legame e sul-l’intima complicità che li unisce.“Lo scrittore migliore dellasua generazione” è stato defini-to dal Sunday Times, bravo lo è disicuro soprattutto nel rendere unavicenda paradossale assolutamenteautentica e credibile. Le emozionici sono, ma non sono mai sulla pa-gina, bensì fuori, aldilà, sono a por-tata del lettore, ma mai espresse,mascherate il più delle volte dall’i-ronia. Il libro si chiude sul tetto conl’immagine del London Eye, la ruotapanoramica che domina Londra,grande e rassicurante presenza, daquella distanza sembra ferma nelsuo movimento rotatorio imper-cettibile,e con una domanda dal sa-pore ancestrale. E forse la vita ètutta lì, nello spazio temporale trauna domanda e l’altra.

Nick Hornby, Non Buttia-moci giù, Ugo Guanda Ed.,Parma, 2004.

Bancari…ma non solo!Mario Ulderici è un nostro collega,un bancario. Si rimane sempre unpo’ sorpresi, ci si immagina lo scrit-tore come un personaggio romanti-co fuori dal mondo, stupisce sapereche può essere il collega della scri-vania accanto… È in ottima compa-gnia, se pensiamo a Pontiggia, o Tul-lio Avoledo.Minimalia è una raccoltadi racconti. Leggerli è un piacere,unpo’ come fare un viaggio nella realtàa velocità ridotta, come andare inun treno,quelli di una volta, (o forseanche di ora in certe zone!) queiregionali che attraversano lenta-mente il paesaggio fermandosi adogni stazione, magari in secondaclasse in un giorno festivo. Un viag-gio tranquillo, fatto con un mezzoantico attraverso paesi e cittadinecon le loro piccole stazioni, ognunacon la sua personalità, ognuna checi racconta una storia.E vi troviamoil Bar Sport con i suoi avventori, uncalzolaio che fa ancora le scarpe amano, un adolescente con i suoiturbamenti dietro cui si intravedel’autore stesso, e così via. La carat-teristica di queste storie è quella direndere protagonisti i singoli gestiquotidiani, le sensazioni, le emozioni

semplici, quelle ‘piccole cose’ chedanno il sapore alla vita, con un rit-mo che abbiamo quasi dimenticato,tipico della provincia. Del resto an-che i grandi avvenimenti della vita inrealtà altro non sono che un puzzledi tanti piccoli eventi, che è la ma-niera con cui la memoria si appro-pria delle cose e ci restituisce la no-stra storia.

Mario Ulderici, Minimalia -Storie minime di provin-cia, Soc. Ed. Il Ponte Vecchio,Cesena, 2004)

a cura di Anna MasielloRECENSIONI

Due domande a… Giovanni FlorisTrentottenne, giornalista, inviato Rai a New York nel 2001, dadue anni conduttore del programma di informazione e ap-profondimento della terza rete Rai Ballarò, da qualche meseanche scrittore, (è appena uscito il suo libro Una cosa di(centro) sinistra, Mondatori, 2004), Giovanni Floris ha parte-cipato come moderatore alla tavola rotonda su responsa-bilità sociale e finanza svoltasi a Silvi Marina nell’ambitodel congresso della Fiba. Con la semplicità di chi ama visi-bilmente il proprio mestiere, avulso dai protagonismi che spesso accompa-gnano la notorietà, sorridendo, ha risposto alle nostre domande.

Qual è, se c’è, il libro che ti ha cambiato la vita?La Montagna Incantata senza dubbio (Thomas Mann, Corbaccio)! Io ero, anzi sarei,un grande lettore di classici, ora sono purtroppo costretto dal mio lavoro a leg-gere praticamente solo libri che riguardano l’attualità, libri sulla guerra, sul mer-cato del lavoro, sulla finanza. D’estate torno a libri un po’ più impegnativi, peròoltre La Montagna Incantata le mie letture preferite riguardano la Mitteleuropa el’inizio Novecento. Sono un lettore che non si arrende, non lascio mai a metà ilibri, anche se non mi piacciono,mi obbligo a finirli e poi li sottolineo.

Il libro che in questo momento hai sul comodino?L’ultimo libro di Giulio Giorello Di Nessuna Chiesa. La libertà del laico (R. Cor-tina Ed., 2005) sulle ragioni dei laici. Dovendo preparare la trasmissione suireferendum sulla legge 40/2004, sono riuscito a tenere insieme le letture deisì e dei no, adesso tocca al sì, dopo Claudia Navarini sulle posizioni del no(Procreazione assistita? Le sfide culturali: selezione umana o difesa della vita, Por-talupi Ed., Casale Monferrato, 2004).

INDOVINA L’INCIPIT:“Il suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa appenaun po’ di polvere.”

Inviare la soluzione a [email protected]à pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta.La risposta al quesito del numero scorso era LE NOTTI BIANCHE di Fe-dor Dostoevskij.La lettrice che ha risposto per prima è Giovanna Gava Cella di Milano.

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