V° venerdì di Quaresima 2020 - 3 aprile ADORAZIONE DELLA CROCE · 2020. 4. 2. · ranno di spine,...

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V° venerdì di Quaresima 2020 - 3 aprile ADORAZIONE DELLA CROCE “Mi colpisci senza pietà perché ti amo” Se si pensa alla vita pubblica di Gesù, con tutti i moti di umore che le sue parole, i suoi atteggiamenti, i suoi gesti hanno provocato, con tutti i ne- mici che si è fatto in tre anni di annuncio di un Vangelo che disturbava, ci si può stupire che mai nessuno gli abbia messo le mani addosso prima della sua Passione. Il Vangelo non riporta alcun gesto di ag- gressione fisica contro Gesù, Egli è stato soltanto oggetto di aggressioni verbali da parte dei Giudei che non accettavano il suo annuncio. E ogni volta che i suoi nemici si accostavano a Lui con l’intenzione di ferirlo e di ucciderlo, per esempio get- tandolo giù dal precipizio (Lc 4,29), o lapidandolo (Gv 8,59), Gesù riusciva misteriosamente a sottrarsi alla loro vio- lenza. Questo fa sì che il mo- mento in cui la guardia del sommo sacerdote gli dà uno schiaffo segni l’inizio di qualcosa di nuovo nel mistero della vita del Si- gnore. A partire da questo schiaffo Gesù non si sot- trae più ai duri maltrattamenti fisici che gli saranno inflitti fino a morirne. Lo schiaffo della guardia è come un segnale dato agli uomini, per indicare loro che ormai il Figlio di Dio è a di- sposizione del loro odio, un odio che si accanisce in parti- colare contro il suo Volto e ter- minerà con la ferita che gli

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V° venerdì di Quaresima 2020 - 3 aprile

ADORAZIONE DELLA CROCE“Mi colpisci senza pietà perché ti amo”

Se si pensa alla vita pubblicadi Gesù, con tutti i moti diumore che le sue parole, i suoiatteggiamenti, i suoi gestihanno provocato, con tutti i ne-mici che si è fatto in tre anni diannuncio di un Vangelo chedisturbava, ci si può stupireche mai nessuno gli abbiamesso le mani addosso primadella sua Passione. Il Vangelonon riporta alcun gesto di ag-gressione fisica contro Gesù,Egli è stato soltanto oggetto diaggressioni verbali da parte deiGiudei che non accettavano ilsuo annuncio. E ogni volta chei suoi nemici si accostavano aLui con l’intenzione di ferirlo edi ucciderlo, per esempio get-tandolo giù dal precipizio (Lc4,29), o lapidandolo (Gv 8,59),Gesù riusciva misteriosamente

a sottrarsi alla loro vio-lenza. Questo fa sì che il mo-mento in cui la guardia delsommo sacerdote gli dàuno schiaffo segni l’iniziodi qualcosa di nuovo nelmistero della vita del Si-gnore. A partire da questoschiaffo Gesù non si sot-

trae più ai duri maltrattamentifisici che gli saranno inflittifino a morirne.

Lo schiaffo della guardia ècome un segnale dato agliuomini, per indicare loro cheormai il Figlio di Dio è a di-sposizione del loro odio, un

odio che si accanisce in parti-colare contro il suo Volto e ter-minerà con la ferita che gli

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aprirà il Cuore, passando dalleferite interne a tutto il SuoCorpo.

Ora, è come se Gesù nonavesse voluto che gli uominientrassero in questo ore dimale e di tenebre senza unaparola che si rivolgesse allaloro coscienza e potesse pro-vocare la loro libertà ad acco-gliere l’immensa grazia e laprofonda misericordia chesgorgheranno dalla sofferenzache essi infliggono al loro Si-gnore e Dio. Gesù dice infatti alla guardiache lo schiaffeggia: «Se hoparlato male, dimostrami dov’èil male; ma se ho parlato bene,perché mi percuoti?» (Gv18,23)

Ora, precisamente, la paroladetta in questo momento cru-ciale, si conclude con una do-manda: «Perché mi percuoti?».

Ci capita a volte di incontrarequesta domanda sul volto dicoloro che la vita ha ferito e chenoi stessi ci sorprendiamo a fe-rire, anche senza volerlo. Que-sta domanda rimane posta pertutti i poveri del mondo, per tutti

gli infelici, tutte le vittime inno-centi, vicine o lontane da noi,per i bambini cui la nostra so-cietà non permette di nascere,per quelli privati dell’innocenza,per gli anziani lasciati alla lorosolitudine, per i giovani ai qualinon si annuncia il senso dellavita.

Questa domanda di Gesù con-tinua fino alla fine del mondoad aggirarsi tra gli uomini comeun fantasma inquieto. Maormai questa domanda non èpiù quella di un fantasma: ha ilvolto e lo sguardo del Figlio diDio.

Ma quale potrebbe e dovrebbeessere la risposta a questa do-manda di Gesù? Che cosaavrebbe potuto rispondere laguardia che lo colpiva? Sefosse stato onesto con sestesso e con quello sguardo in-dimenticabile che si volgeva alui per interrogarlo, quest’uomoavrebbe dovuto rispondere aGesù che non sapeva perchélo colpiva.

Il male che l’uomo fa all’inno-cente non può rispondere alladomanda che ne chiede il

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senso. Il male non può darsidelle vere ragioni. Da Adamoed Eva, interrogati da Dio sulperché del loro primo peccato,l’uomo non ha potuto dare maiuna risposta che giustificasse ilsuo male.

La guardia del sommo sacer-dote sparisce dal Vangelosenza dare una risposta aGesù. Anche lui é uno di tuttiquelli che non sanno quello chefanno e per i quali Gesù invo-cherà sulla Croce il perdonodel Padre (Lc 23,34).

«Perché mi percuoti?».«Non lo so, Signore – avrebbepotuto rispondere la guardia –;dimmelo tu stesso. Perché tipercuoto? Perché ti faccio delmale, a Te che non me ne haimai fatto, a Te che non hai maifatto nessun male, a Te che dicila verità e che sei solamenteamore, dolcezza e innocenza?».

Gesù avrebbe allora potuto ri-spondere: «Vuoi sapere perchémi percuoti? Mi percuoti perchéte lo permetto. Nessuna soffe-renza che sto per subire in que-sta terribile Passione sarebbepossibile se non lo permettessi.

E perché lo permetto? Perchévoglio che tu scopra, all’estre-mità del tuo male, del tuo pec-cato, che il mio amore èsempre più grande del male edel peccato. Vedi, mi servo delmale che mi fai, e del male chemi fanno tutti gli altri, per sal-varvi per redimervi.

«Ecco il mio grande segreto, ilmio grande mistero che ha fattoimpazzire perfino gli angeli: Mipercuoti perché ti amo! «E tutti i tuoi compagni tra pocomi percuoteranno, mi incorone-ranno di spine, mi flagelle-ranno, mi sputeranno in faccia,mi condanneranno a morte, micaricheranno di una croce, miinchio- deranno al legno, mi la-sceranno morire in una soffe-renza atroce, perché li amo.

«Mi colpisci senza ragione, mifai soffrire senza motivo. Maadesso non lasciarmi soffrireper niente, non rendere vana lamia sofferenza, la mia Croce, lamia morte. Non dimenticare lamia misericordia.«Mi colpisci senza pietà perchéti amo; lasciati colpire dal mioamore gratuito che ti per-dona!».

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Per concludere

Salmo 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,

senza di te non ho alcun bene».

Per i santi, che sono sulla terra,uomini nobili, è tutto il mio amore.

Si affrettino altri a costruire idoli:io non spanderò le loro libazioni di sangue

né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:nelle tue mani è la mia vita.

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,è magnifica la mia eredità.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;anche di notte il mio cuore mi istruisce.Io pongo sempre innanzi a me il Signore,sta alla mia destra, non posso vacillare.

Di questo gioisce il mio cuore,esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.

Mi indicherai il sentiero della vita,gioia piena nella tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.