UUNNAA VVIITTAA SSPPEESSAA B ENE - Laboratorio Scuola ... · argento della dea Diana, per paura che...

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N T PE A U A VI A S S N T PE A U A VI A S S UNA VITA PE A S S UNA VITA PE A S S ENE BENE B K OK O !! ! !! !

Transcript of UUNNAA VVIITTAA SSPPEESSAA B ENE - Laboratorio Scuola ... · argento della dea Diana, per paura che...

N T PE AU A VI A S SN T PE AU A VI A S SUNA VITA PE A S SUNA VITA PE A S SENEBENEB

KOKO ! !!! !!

Sono nato a Tarso in Cilicia (Asia) e sono cittadino del grande impero romano, che ha conquistato la Giudea la patria dei miei antenati. Mio padre, convinto fariseo, mi ha educato nell’obbedienza della legge di Mosè.

Ho molti parenti. Alcuni appartengono a famiglie importanti. Andronico e Giunio. due miei parenti, hanno lasciato la nostra fede giudaica per seguire l’insegnamento di Gesù.

Quando ero giovanissimo sono stato manda-to a Gerusalemme per frequentare la scuola di Gamaliele. Egli è membro del Sinedrio, fari-seo, dottore della legge ed è tenuto in grande considerazione. È uno dei maestri più celebri e stimati. Come tutti gli altri ragazzi ebrei, oltre a

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studiare le Scritture ho dovuto apprendere un mestiere: ho imparato a fabbricare le tende.

Negli studi me la sono cavata bene: credo di avere un dono particolare per questo. Per quanto riguarda la mia vita religiosa sono un osservante scrupoloso e sincero della Legge e faccio anche parte del Sinedrio.

Io credo in Dio e per questo sto facendo di tutto per impedire il dilagare degli insegnamenti di Gesù, che secondo me sono contrari a quello che il nostro Dio ci ha trasmesso. Anche in questo sono molto zelante e scrupoloso e te lo dimostro con tre episodi che mi riguardano.

lEro presente alla lapidazione di Stefano avvenuta poco tempo fa. Oltre a custodire i mantelli dei testi-moni, che se li erano tolti per essere più liberi di l tirare le pietre, ho approvato la sua morte. lA Gerusalemme ho fatto mettere in prigione molti seguaci di Gesù e ho dato il mio voto affinché fosse-

ro messi a morte. lAdesso mi sono fatto dare delle lettere dal più alto dignitario religioso che abbiamo, il Sommo Sacerdote, che mi autorizzano ad arrestare e portare incatenati a Gerusalemme tutti i Giudei che abitano a Damasco e che hanno lasciato la fede dei nostri padri diventando seguaci di questa nuova Via. Noi Giudei chiamiamo così tutti quelli che seguono Gesù.

Un giorno è accaduto qualcosa che ha sconvolto la mia vita e il mio modo di pensare. Stavo andando a Damasco per arrestare tutti coloro che credevano in Gesù, quando accadde qualcosa che non avrei mai pensato: all’improvviso sfolgorò una luce dal cielo, caddi a terra, e udii una voce che mi diceva:- Saulo,

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Saulo perchè mi perseguiti? Così domandai: - Ma chi sei Signore?. Il Signore mi rispose: Io sono Gesù che tu perseguiti. Ti è duro recalcitrare contro il pungolo. A un tratto compresi che quel Gesù che io avevo considerato un impostore era veramente risorto e che era Dio stesso; inoltre tutti coloro che segui-vano i suoi insegnamenti erano nel giusto e io nell’errore. Mi alzai da terra ma mi accorsi di essere diven-tato cieco. Le persone che erano con me mi portarono a Damasco e li rimasi tre giorni senza mangiare e senza vedere. È questa la straordinaria esperienza che ha cambiato la mia vita: aver creduto che Gesù è veramente il Figlio di Dio, Dio stesso.

Il mio nome significa domandato a Dio, e ho circa trent’ anni.

SauloAnno 34

Saulo

Gerusalemme - Porta di Damasco. è la più imponente e bella tra le porte della città antica. Si affaccia a nord ed ha preso il nome dalla grande città di Damasco in Siria, da cui provenivano una volta i dominatori di Gerusalemme.

Gerusalemme: vecchie muraGerusalemme: vecchie mura Damasco: vecchie muraDamasco: vecchie mura

Damasco: Arco della Via Diritta

Dopo quello che mi è successo sulla strada per Damasco, che è il più grande e fantasti-co avvenimento della mia vita, ho capito molte cose e ho creduto in quel Gesù che contestavo. Sono diventato un suo disce-polo e ora faccio parte della famiglia di Dio.

Per tre giorni sono rimasto cieco e non ho mangiato nulla, ma poi Anania, uno dei seguaci di Gesù che abitava a Damasco, è venuto da me e con la potenza di Dio mi ha fatto ritornare la vista. Dai miei occhi sono cadute come delle squame. Poi sono stato

battezzato, ho mangiato e mi sono rimesso in forza.

Quando Dio gli ha chiesto di venire da me all’inizio aveva paura, perché sapeva che ero un grande persecutore dei cristiani, ma Dio gli ha spiegato che sarei stato un mezzo per portare il Vangelo a molte per-sone e anche a dei re.

Come tutti i Giudei vado sempre alla Sinagoga. Prima parlavo contro Gesù e i suoi seguaci, ora dico a tutti che Egli è Dio e spiego come diventare suoi discepoli. Molti si meravigliano del mio cambiamen-to. Alcuni però, per la mia fede in Gesù, cercano di uccidermi. Hanno persino messo delle guardie alle porte della città.

I cristiani di Damasco mi hanno aiutato a scappare... mi hanno nascosto in una cesta e mi hanno calato giù dalle mura.

Sono arrivato poi a Gerusalemme ma tutti i cristiani avevano paura di me, pensando che fingessi, fino a che è arrivato Barnaba e ha raccontato agli apostoli che il Signore gli aveva parlato di me. Da quel

momento hanno riconosciuto che la mia con-versione era vera, e stavo con loro.

Anche a Gerusalemme però, c’erano delle persone che cercavano di uccidermi e i cri-stiani mi hanno aiutato a partire da lì e arriva-re a Tarso.

Sono stato aiutato proprio dalle persone che io cercavo di imprigionare.

Saulo

Anno 34

Saulo

Damasco: Porta di Kisan, che secondo la tradizione fu il tratto di cinta muraria dalla quale scappò Paolo.

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La SINAGOGALa SINAGOGA

P P L D L BIL O O O EL I RO a d a a- Ell d ida , Cl u i n e ic

Sono passati quasi quindici anni dalla mia conversione e in questo periodo ho visitato diverse città: Seleucia, Salamina, Pafo, Perga, Antiochia di Pisidia, Iconio,, Licaonia, Listra, Derba. Sono anche stato per un po’ di tempo ad Antiochia, la città dove per la prima volta noi discepoli di Gesù siamo stati chiamati col nome di cristiani. L’ultima città da me visitata è Filippi, che è un centro molto importante. Con me c’erano altri discepoli e abbiamo avuto l’occasione di lodare e adorare il Signore con delle

donne che si incontravano sulla riva del fiume per pregare. Alcuni giorni dopo, men-tre andavamo al luogo dove si pregava, abbiamo incontrato una serva, che faceva l’indovina e faceva guadagnare molti soldi ai suoi padroni. Un giorno, infastidito, ho ordinato allo spirito che la possedeva di andare via da lei. I suoi padroni, visto il mancato guadagno, dopo averci picchiato con le verghe, hanno fatto rinchiudere in prigione me e Sila.

Nonostante la situazione Sila ed io ci siamo messi a pregare e cantare inni al Signore. Tutti ci ascoltavano. A un certo punto c’è stato un terribile terremoto e le mura della

prigione sono cadute . Il carceriere, quan-do ha visto tutte le porte aperte, ha tirato fuori la spada per uccidersi, ma io gli ho detto che non era scappato nessuno. Come ben sai i carcerieri sono responsabi-li dei prigionieri e se questi scappano rischiano la vita.

Il carceriere colpito dal nostro comporta-mento, dopo essersi assicurato che nessu-no fosse fuggito, ci ha chiesto:-- Cosa devo fare per essere salvato? Gli abbiamo risposto: - Credi nel Signore Gesù e sarai

salvato tu e la tua famiglia. Poi ci ha curato le piaghe e ci ha dato da mangiare ed era molto felice perché aveva creduto.

Il giorno dopo il Pretore, saputo che siamo cittadini romani e che non potevano trattarci in quel modo se non dopo regolare processo, ci hanno chiesto scusa e ci hanno invitati ad andare via dalla loro città.

Paolo anno 49

Paolo

Filippi: un carcere

Durante i miei viaggi missionari ho cono-sciuto persone, di ogni razza, età e condizio-ne sociale. Una città dove mi sono fermato a predicare è Atene, I suoi abitanti immagina-no e raffigurano le loro divinità in forma umana e pensano che esse agiscano come gli uomini. Li considerano immortali e sono convinti che dimorino sul la cima dell’Olimpo, che è il monte più alto della Grecia.

Ad Atene, da circa settecento anni si svolgo-no le Olimpiadi. Gli Ateniesi danno molta

importanza allo sport e le

Sono estremamente religiosi e guardando qua e là ho anche scoperto, fra tutti gli dei che adorano, un altare dedicato “AL DIO SCONOSCIUTO”, così io approfitto di questo loro modo di pensare per parlare di Dio e di Gesù. Alcuni hanno creduto alle mie parole, altri mi hanno preso in giro. Non importa!

c’è stato un grande tumulto, a motivo di quello che io insegno. Un artigiano, Demetrio, che costruisce dei tempietti in argento della dea Diana, per paura che le persone, cre-dendo in Gesù, non acquistino più le sue statuette, ha istigato gli altri artigiani contro me e gli altri discepoli.

Tutta la città è rimasta coinvolta. C’era così tanta confu-sione che non si capiva nulla: chi gridava una cosa e chi un’altra, fino a quando è arrivato un magistrato che ha

parlato alla folla e l’ha calma-ta. A causa della opposizione sono dovuto partire anche da Efeso.

In ogni luogo dove sono anda-to, nonostante le ostilità, diver-si mi hanno ascoltato e sono diventati dei cristiani. Fra que-sti un certo Timoteo che è diventato mio collaboratore. Egli, fin da bambino, ha cono-sciuto le Scritture perché sua madre è una Giudea e, dopo la sua conversione, il suo com-

Olimpiadi hanno anche un'importanza religiosa, in quanto si svolgono in onore

Dopo Atene sono stato anche a Efeso dove

di Zeus, re degli dèi.

Zeus (disegno)Zeus (disegno)

Efeso: Tempio di Diana (Artemide)Efeso: Tempio di Diana (Artemide)

portamento coerente ha fatto sì che i fratelli delle chiese di Listra e Iconio, m’invitassero a prenderlo nel mio team evangelistico.

I suoi punti forti sono: - una buona conoscenza della Scrittura- affidabile- sensibile- disposto a fare il gregario

A lui ho anche scritto delle lettere e siccome è timido io lo incoraggio a essere rispettoso ma deciso.

Paolo

Anno 49/51

Paolo

Efeso: teatroEfeso: teatro

Diana (Artemide)Diana (Artemide)

MEDAGLIA CON IL TABERNACOLO DI DIANA AD EFESO.

Moneta in argento, con raffigurazione di un tempio in stile ionico.

MEDAGLIA CON IL TABERNACOLO DI DIANA AD EFESO.

Dopo tanti viaggi - dai fatti di Filippi sono trascorsi quasi cinque anni - sono tornato a Gerusalemme. Ho incontrato gli apostoli e mentre ero nel Tempio sono stato arrestato. Mi hanno trascinato fuori, ne hanno chiuso le porte e messo delle guardie. Hanno inizia-to poi a picchiarmi con l’intento di uccider-mi. L’accusa, falsa, è che ho profanato il Tempio facendo entrare dei pagani nel luogo dove a loro è vietato. I Giudei hanno combinato un tale caos che il fatto è arrivato fino alle orecchie del tribuno

romano. La folla era inferocita e i soldati mi hanno dovuto difen-dere dall’attacco delle persone e portare quasi in braccio, perché tutti spingevano e io ero incate-nato con due catene. Tutti intor-no a me urlavano: - A morte! A morte!

Dopo aver ottenuto il permesso di parlare ho raccontato a tutti quello che mi è successo sulla via di Damasco. La reazione è stata molto violenta.

A questo punto, il tribuno mi ha

fatto entrare nella fortezza e ha deciso di costringermi a parlare con la tortura. Mi hanno legato, e, quando stavano per flagellarmi, ho chiesto al centurione presente se la legge li autorizzava a farlo, dato che io sono cittadino romano

e ho il diritto di subire un processo regolare prima della punizione. Tutti hanno avuto paura di questa mia domanda perché sapevano che avevo ragione.

Il giorno dopo sono stato portato davanti al Sinedrio per essere interrogato. Il risultato è che più di quaranta uomini hanno fatto il voto di non mangiare e bere fino a che non riescono ad uccidermi.

Fortezza Antonia (plastico)Fortezza Antonia (plastico)

Gerusalemme: il Tempio (ricostruzione)Gerusalemme: il Tempio (ricostruzione)

Per realizzare il loro desiderio hanno organizzato un agguato, sventato da mio nipote.

Il tribuno, per salvarmi la vita, mi ha trasferito di notte a Cesarea. Avevo una mega scorta composta da duecento soldati. settanta cavalieri e duecento lancieri. Non è male, vero? Da quasi due anni sono “ospite” della prigione. Ogni tanto davanti a gover-natori, re, regine, personaggi importanti mi hanno chiesto di spiegare il motivo della mia prigionia.

Poi sono partito per Roma e la nave sulla quale ero imbarcato ha fatto naufragio. Finalmente, dopo un lungo soggiorno nell’isola di Malta siamo ripartiti

per questa grande città. Sono stato giudicato da un tribunale romano, come è mio diritto e come io ho espressamente richiesto e ora sono due anni che vivo agli arresti domiciliari, ma anche questa nuova situazione non mi ha impedito di condividere ad altri la mia fede.

Paoloanno 61/63

Paolo

Sono stato spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innu-merevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, peri-coli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, peri-coli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. (2 Corinzi 11:24-27)

13 LETTERE PERVENUTE13 LETTERE PERVENUTE

Ma per l’aiuto che vieneda Dio, sono durato fino a questo giorno,

rendendo testimonianza a piccoli e a grandi.

(Atti 26:22)

Ma per l’aiuto che vieneda Dio, sono durato fino a questo giorno,

rendendo testimonianza a piccoli e a grandi.

(Atti 26:22)

SOFFERENZE SUBITESOFFERENZE SUBITE

16500 km=

13 volte lunghezza dell’Italia

16500 km=

13 volte lunghezza dell’Italia

VIAGGI MISSIONARIFATTI

IN CIRCA 17 ANNI

VIAGGI MISSIONARIFATTI

IN CIRCA 17 ANNI

Sembra che dopo Roma sia andato in Spagna e poi nuovamente a Roma, dove è stato decapitato

Sembra che dopo Roma sia andato in Spagna e poi nuovamente a Roma, dove è stato decapitato