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LA LA PRIMA PRIMA GUERRA GUERRA MONDIALE MONDIALE 1914-1918 1914-1918

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LALA PRIMAPRIMA GUERRAGUERRA MONDIALEMONDIALE

1914-19181914-1918

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LUOGHI, PAESAGGI, VITE, CULTURA, SEGNI MATERIALI E IMMATERIALI…: CITTADINANZA ATTIVA PER RICERCARE E

COSTRUIRE INSIEME IL PATRIMONIO CULTURALE DELLA MEMORIA STORICA E PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA PACE TRA I POPOLI, A CENTO ANNI DALLA GRANDE GUERRA.

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LELE CAUSECAUSE

Cause politicheCause politiche Cause economicheCause economiche

Cause militariCause militari Cause culturaliCause culturali

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LE CAUSE LE CAUSE POLITICHEPOLITICHE

Le cause politiche riguardavano i contrasti fra gli Stati europei e alcuni problemi al loro interno, e precisamente:

• Il desiderio di rivincita dei Francesi con i Tedeschi per rivendicare l’Alsazia e la Lorena;

• Il malcontento delle varie nazionalità;

• La crisi dell’Impero ottomano.

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LE CAUSE LE CAUSE ECONOMICHEECONOMICHE

Le principali cause economiche furono:

• la rivalità economica fra la Gran Bretagna e la Germania;

• la necessità per tutte le potenze industriali di espandere il proprio mercato e di garantirsi il rifornimento delle materie prime.

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LE CAUSE LE CAUSE MILITARIMILITARI

Le cause militari sono da ricercarsi nella politica militarista delle grandi potenze e nella “corsa agli armamenti” dei Paesi europei più industrializzati. In questa situazione fu importante la spinta dei proprietari delle fabbriche di materiale bellico e delle industrie pesanti in genere.

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LE CAUSE LE CAUSE CULTURALICULTURALI

La scelta dei governi di dichiarare la guerra o entrare nel conflitto già in atto fu facilitata:

• dal dilagante nazionalismo;

• dalle tesi razziste;

• dall’applicazione del darwinismo;

• dal fatto che molti giovani vedessero nella guerra l’occasione per realizzarsi.

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L’EVENTO L’EVENTO SCATENANTESCATENANTE

Bastò una scintilla per far scattare il conflitto che arrivò il 28 giugno 1914, quando un nazionalista serbo, Gavrilo Princip, uccise a Sarajevo l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando.Il 23 luglio l’Austria inviò alla Serbia un ultimatum all’interno del quale c’erano richieste umilianti che vennero rifiutate dalla Serbia.Di conseguenza il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia.

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LE PRIME FASI LE PRIME FASI DELLA GUERRADELLA GUERRA

Dal semplice conflitto fra Austria e Serbia si passò a una guerra europea.Si formarono due schieramenti:• La triplice Alleanza: Germania, Italia (all’inizio neutrale) e Austria;• La triplice Intesa: Gran Bretagna, Francia e Russia.Questo conflitto fu caratterizzato dal fatto che fu una guerra di posizione e non più dimovimento.

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IL PATTO DI IL PATTO DI LONDRALONDRA

Il governo italiano tentava di ottenere dall’Austria il riscatto dei territori italiani, ma il governo austriaco voleva aspettare la fine del conflitto per dare attuazione a qualsiasi patto.Al contrario il 26 aprile 1915 fu raggiunto, con le potenze dell’Intesa, un accordo chiamato Patto di Londra.Il Patto impegnava l’Italia a entrare in guerra, in cambio avrebbe ottenuto: Trento e Trieste, il Sud Tirolo, l’Istria (esclusa Fiume), la Dalmazia e molti altri territori.

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L’ITALIA IN L’ITALIA IN GUERRAGUERRA

Il 3 maggio l’Italia uscì dalla Triplice Alleanza.Nel frattempo il governo cercò di creare un clima di tensione, con delle manifestazioni in piazza in modo da portare l’opinione pubblica su posizioni interventiste.Tra i più attivisti in quel periodo si ricorda Gabriele D’Annunzio che definì quei giorni di maggio come le “radiose giornate”.Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria.

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IL 1917

A seguito della rivoluzione dell’ottobre 1917, la Russia decise di uscire dal conflitto.In Italia, in seguito all’uscita della Russia, Austriaci e Tedeschi poterono spostare le loro truppe sul fronte italiano.Le linee italiane furono sfondate il 24 ottobre a Caporetto, gli Austriaci entrarono in Italia, ma successivamente furono bloccati sul fiume Piave.

Nel 1917 ci furono alcuni fatti che cambiarono il corso della guerra.La Germania decise di intensificare la guerra sottomarina che portò gli USA a entrare in guerra con l’Intesa il 6 aprile.

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LA CONCLUSIONE LA CONCLUSIONE DEL CONFLITTODEL CONFLITTO

Nella primavera del 1918 l’Intesa respinse l’attacco dell’Alleanza sul fronte occidentale e dopo le battaglie della Marna e di Amiens tutti i fronti degli Imperi centrali crollarono.Il 29 ottobre 1918 l’Italia sconfisse gli Austriaci a Vittorio Veneto e il 3 novembre fu firmato l’armistizio con l’Austria e l’11 novembre la Germania firmò l’armistizio di Rethondes.Terminava così, dopo più di quattro anni e milioni di caduti, la prima guerra mondiale.

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INCONTRO SULLA INCONTRO SULLA PRIMA GUERRA PRIMA GUERRA

MONDIALEMONDIALEIl giorno 18 marzo, presso l’Istituto “Giuseppe Marchesini” di Sacile, abbiamo assistito ad un incontro con uno storico.Il professore ci ha illustrato gli avvenimenti più importanti che hanno caratterizzato la prima guerra mondiale e cosa succedeva a Sacile durante quel periodo.Inoltre ci ha spiegato come si può trovare un documento storico tramite internet e come si è arrivati a costruire tutte le strade che collegano Sacile a tutti gli altri paesi del Friuli e del Veneto.

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DALLA GUERRA FRA NAZIONI DALLA GUERRA FRA NAZIONI ALL’EUROPA DEI POPOLI ALL’EUROPA DEI POPOLI

(O DEI CITTADINI)(O DEI CITTADINI)

…finalmente dal vivo!

Dopo tante conferenze via streaming…

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ADDIO, PAESEL ADDIO, PAESEL NATIO!NATIO!

Diario di Maria Luisa Francesconi, piccola profuga pordenonese (1917). Il Comune di Pordenone ha inteso ridare alle stampe il diario, pubblicato dalla rivista Il Carroccio di New York nel 1919, frutto degli appunti di una ragazzina pordenonese, costretta a lasciare la città, con la madre e i fratellini in seguito all’Invasione austro tedesca dell’ottobre 1917, dopo Caporetto. E’ una pagina di dolore che la piccola autrice registra con grande proprietà linguistica, sensibilità, maturità e partecipazione ad un dolore corale. Pagine che si è ritenuto importante riproporre, anche perché scritte a caldo, mentre gli eventi si susseguivano.

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87°ADUNATA NAZIONALE 87°ADUNATA NAZIONALE ALPINIALPINI

Gli Alpini sono le truppe da montagna dell'Esercito Italiano, e rappresentano una specialità dell'arma di fanteria specializzata nella guerra sui terreni montani. Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell'Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera. Essi si sono distinti durante la prima guerra mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l'Austria-Ungheria, dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe da montagna austriache e tedesche.Nei giorni 9, 10 e 11 di Maggio si terrà a Pordenone l’87°Adunata Nazionale degli Alpini.

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TESTIMONIANZA DI ANTONIO TESTIMONIANZA DI ANTONIO BURIGANABURIGANA

1916

RICEVETTI LA CARTOLINA CHE MI CHIAMAVA ALLA VISITA MEDICA, SOSTENUTA A PORDENONE, AVEVO DICIASSETTE ANNI E QUALCHE MESE. FATTO ABILE, ABILISSIMO, FUI CHIAMATO AL DISTRETTO DI SACILE, DOVE UNA COMMISSINE DI ESPERTI MI ASSEGNO' ALL’OTTAVO REGGIMENTO BERSAGLIERI.

Mio padre, mia madre e i miei fratelli e sorelle, com’era da prevedere, mi lasciarono partire senza emozione alcuna. Non ricordo nessuno che si sia commosso. Tutto come fosse niente per chi era destinato all’onore militare che è quello di CREDERE, COMBATTERE, VINCERE O MORIRE. Andammo ad acquartierarci nei pressi di Verona e , precisamente, a Santa Lucia dove ricevetti i gradi di Caporale. Giunse, in quel tempo, l’ordine di partire per il fronte nel bosco di Montebelluna, dove ci fu tolto il cappello piumato e ci fu dato l’elmetto. Noi camminavamo continuamente in su e in giù, pronti come truppa di rincalzo. In novembre, a Maser , abbiamo dato il cambio alla fanteria. Dopo il Piave, cadde, vicinissimo a noi, una granata. Lì, avrei potuto rimanere schiacciato. Dopo il Piave, ci siamo spostati in Trentino sul monte Cimone e poi sul Cengio, dove mi ha sfiorato la morte e mi sono salvato per miracolo.

Il dieci agosto 1918 ebbi l’ordine di portare il fucile in caserma e fui comandato alla Scuola militare di Modena, dove frequentai un corso e divenni sottotenente…

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TESTIMONIANZA DI TESTIMONIANZA DI ALFONSO SARTORI ALFONSO SARTORI

Il Professor Alfonso Sartori nel 1916 fu chiamato, come ardito, a combattere per la Patria. Aveva allora 18 anni. Combattè sul Carso per molti mesi. Una sera, lo scoppio di una granata, a pochi metri dal luogo dove egli si trovava, provocò uno spostamento d’aria: si trovò così sepolto in una buca e ricoperto di terra. Stava malissimo. Invocò “Mamma! Ma.. mma!”. Riuscì a tornare all’aperto ma sopra di sé trovò i soldati austriaci nemici che lo fecero prigioniero e lo mandarono in campo di concentramento. A Vittorio Veneto, proprio in quella stessa sera e alla stessa ora, la sua mamma che stava preparando la cena gridò: “ Mio figlio è morto! Mio figlio è morto! E’ morto Alfonso! Mi ha tanto chiamato! MAMMA! MAMMA! … Io lo sentivo, ma non potevo aiutarlo. So che lui è morto!”. Le speranze di tutti furono azzerate quando, il giorno dopo, alla famiglia Sartori arrivò un telegramma dalle autorità militari che lo davano per disperso in battaglia.. Ma, seppur provato dagli stenti e dalla prigionia, egli era vivo. Era stato mandato a lavorare in una fattoria. Capì, per gli studi che aveva fatto, di essere in Ungheria, dato che sentiva parlare di “Magiar”…( Questa volta l’apprendimento scolastico si rivelò di importanza fondamentale).Con altri cinque compagni tentò la fuga. Con molta fortuna ci riuscì e fu l’unico a tornare a casa perché camminò sempre, orientandosi correttamente e in modo adeguato per aver studiato bene la geografia. Finalmente arrivò a Vittorio Veneto, la madre, travolta dall’emozione, non sapeva se quello che viveva fosse realtà o sogno.

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E PER FINIRE IL E PER FINIRE IL NOSTRO NOSTRO

PERCORSO…PERCORSO…

Il 9 aprile la classe 5°A aziendale andrà a Caporetto, descritta da Hemigway in «Addio alle armi» come «un villaggio bianco con un campanile giù nella valle».Nell’attesa abbiamo letto alcune pagine del «Memoriale di Caporetto», secondo

capitolo del romanzo di Alessandro Baricco «Questa storia».