Uomo e Societa in Jean

49
UOMO E SOCIETA IN JEAN- JAQUES ROUSSEAU: MODULO 1: INEGUAGLIANZA E PROPRIETA 1750saggio mandato all’accademia di Digione che aveva messo in palio un premio per colui che rispondesse a una domanda sulle arti “ Se il rinascimento delle arti e delle scienze abbia contribuito al mantenimento dei costumi?” La risposta dovrebbe essere positiva, da quando le scienze si sono rinnovate siamo più virtuosi che in passato. Sembra dunque una domanda retorica. Rousseau invece risponde negativamente, dicendo che è esattamente l’opposto: il rinascimento delle scienze e delle arti ha corrotto i costumi. Nell’antichità c’erano infatti persone ignorantissime e rozzissime ma che conducevano una vita genuina e virtuosa. È stata una risposta eccentrica per acquisire fama ( accusa dalla quale Rousseau si difende). Ma in realtà a 38 anni diventerà famosissimo per aver sostenuto questa tesi paradossale. Rousseau vive in Francia ma nasce a Ginevra repubblica fondata dallo stesso Calvino uno dei pochi stati repubblicani dell’epoca. Rousseau sottolinea dunque in difesa della sua città natale il modello di Ginevra come città di virtù ruvide di uomini forti in contrapposizione con la Francia dell’assolutismo. Rousseau vede i francesi come schiavi di un sovrano assoluto mentre i ginevrini cittadini dignitosi che devono rispondere solo alla legge. La legge è impersonale, uguale per tutti obbedire alla legge non umilia nessuno. Rousseau sostiene la regola della legge come impersonale e imparziale. Rousseau non obbediva neanche all’orologio, “io devo essere l’unico padrone di me stesso”. Non devo obbedire alle persone ma rivendicare il dominio della legge sugli uomini e non degli uomini sugli su gli uomini. Lo stesso criterio lo applica anche all’educazione: la lezione deve derivare dalle cose stesse, dal modo, dalla 1

Transcript of Uomo e Societa in Jean

Page 1: Uomo e Societa in Jean

UOMO E SOCIETA IN JEAN- JAQUES ROUSSEAU:

MODULO 1: INEGUAGLIANZA E PROPRIETA

1750saggio mandato all’accademia di Digione che aveva messo in palio un premio per colui che rispondesse a una domanda sulle arti “ Se il rinascimento delle arti e delle scienze abbia contribuito al mantenimento dei costumi?” La risposta dovrebbe essere positiva, da quando le scienze si sono rinnovate siamo più virtuosi che in passato. Sembra dunque una domanda retorica.Rousseau invece risponde negativamente, dicendo che è esattamente l’opposto: il rinascimento delle scienze e delle arti ha corrotto i costumi. Nell’antichità c’erano infatti persone ignorantissime e rozzissime ma che conducevano una vita genuina e virtuosa. È stata una risposta eccentrica per acquisire fama ( accusa dalla quale Rousseau si difende). Ma in realtà a 38 anni diventerà famosissimo per aver sostenuto questa tesi paradossale. Rousseau vive in Francia ma nasce a Ginevra repubblica fondata dallo stesso Calvino uno dei pochi stati repubblicani dell’epoca.Rousseau sottolinea dunque in difesa della sua città natale il modello di Ginevra come città di virtù ruvide di uomini forti in contrapposizione con la Francia dell’assolutismo. Rousseau vede i francesi come schiavi di un sovrano assoluto mentre i ginevrini cittadini dignitosi che devono rispondere solo alla legge.La legge è impersonale, uguale per tutti obbedire alla legge non umilia nessuno. Rousseau sostiene la regola della legge come impersonale e imparziale. Rousseau non obbediva neanche all’orologio, “io devo essere l’unico padrone di me stesso”. Non devo obbedire alle persone ma rivendicare il dominio della legge sugli uomini e non degli uomini sugli su gli uomini.Lo stesso criterio lo applica anche all’educazione: la lezione deve derivare dalle cose stesse, dal modo, dalla natura, devo obbedire a loro non a un precettore come il maestro o al genitore. Bacone: “la natura non la si vince se non obbedendole”. Il bambino se vuole essere degno deve imparare dalle cose e non da un adulto saccente”.EVITARE IL DOMINIO DELL’UOMO SULL’UOMOIn realtà da giovane Russeau fugge da Ginevra e va in Francia per motivi sentimentali rinnegando il credo calvinista a favore di una conversione al cristianesimo ma dopo la pubblicazione dei Discorsi torna al protestantesimo e a Ginevra.Il confronto tra Francia e Ginevra è come il confronto fra la ruvida Sparta e la levigata Atene.Rousseau (secondo gli aneddoti) nel 1949 migra dalla Svizzera alla Francia con il desiderio di diventare un autore. Inizialmente scriveva opere musicali senza successo. Ormai demoralizzato riceve una sorta di illuminazione. In un giorno d’estate va a trovare un amico (Didero) in carcere e attraversando il monte distrutto si ferma all’ombra di un albero e trova un giornale in cui legge l’inserto del concorso dell’accademia in cui trova la domanda sulle arti.

1

Page 2: Uomo e Societa in Jean

Lui sente un’onda travolgerlo e di fronte a un’intuizione a una rivelazione così potente si mette a piangere. Dopo quel momento inizierà la sua carriera di scrittore. In quel momento pensa alla prosopopea di Fabrizio generale romano del ||| sec a.c. che in cambio di regali del nemico avrebbe dovuto tradire la sua patria. Il generale rifiuta (è l’anima di Patrizio che parla) ma poi cede al lusso.In fondo alla strada del lusso della commercializzazione di tutto, dove ogni uomo ha un prezzo, in fondo alla strada della civiltà non c’è nulla. Stiamo percorrendo una strada che porta al baratro, di evidente progresso ma il progresso porta al baratro. L’infelicità ci sovrasterà la corruzione è un’ombra che si sta diffondendo in modo sempre più forte.Tutti i beni che la nostra civiltà ci offre (bene, cultura ecc..) quando li prendi in mano sono merci viziate da un guasto ontologico originario. È come fare un regalo a un bambino viziato che ha tutto, dopo è più infelice di prima.Fra gli uomini non c’è uguaglianza, gli uomini sono infelici perché si sentono inferioriMOTIVO POLITICOL’unica soddisfazione dell’uomo è vedere che qualcuno sta peggio di te. Il motivo della nostra delusione è anche la contrapposizione tra ciò che è e ciò che appare. Non sono felice dei doni che ricevo perché chi me li fa potrebbe voltarmi le spalle, manca la fiducia. “Tutti sono amici di tutti” dietro un sistema sociale così costruito si sente l’impersonalità dei rapportiMOTIVO MORALE: il male della società sta nell’insicerità dei rapporti,Rousseau si sente solo, disilluso e perseguitato. È patologico crede che gli altri siano d’accordo solo nell’odiarlo.

TEMA DELLA DISEGUAGLIANZAaccettata se naturale: di per sé la diseguaglianza non comporta il dominio ma una condizione di solidarietà.inaccettabile se innaturale: “l’uomo è nato libero e ovunque è in catene” LA BOE’TIE “DISCORSO DELLA SERVITU VOLONTARIA” opera del 1927Non è necessario obbedire alla tirannide dei re basterebbe rifiutare e dire no e il re si sgretolerebbe. Il sovrano ottiene l’obbedienza tramite distrazioni, armi segrete:

- RELIGIONE: inganno dare l’idea di essere diversi dagli altri (faraone)- GIOCHI: distrazioni delle attività quotidiane, stordimento.- IL RE NON LO TOCCHIAMO MAI CON MANO: motivo importantissimo, la

molla segreta della tirannide è che il re abbia sei tirapiedi (ministri) che accettano la sottomissione assoluta in cambio di poter sottomettere altre cinque-sei persone che ripeteranno il meccanismo. Il potere non è concentrato nel sovrano ma diffuso capillarmente e distribuito in tutta la società. Solo la sottomissione sembra garantirci il sottomettere qualcun altro.

Rousseau “gli uomini non saranno mai felici vorranno sempre di più”. L’uomo non è un animale sociale, entrando in società perde la sua individualità. Noi

2

Page 3: Uomo e Societa in Jean

siamo ossessionati dalla comparazione. Gli uomini primitivi vivevano soli errando per i boschi. Secondo Rousseau gli uomini dovrebbero conoscersi condividere qualcosa per pochi minuti e poi rifugiarsi soli nella natura, è l’unico modo di avere rapporti veri.ESERGO p. 33“per loro sono un barbaro perché non mi capiscono” , frase presa da Ovidio.I saggi per il concorso erano anonimi e dovevano distinguersi solo per il motto. P. 38Medioevo: era di barbarie di prima età.Quando i musulmani conquistarono Costantinopoli i dotti greci scapparono e si rifugiarono da noi portando con loro la loro cultura e il risorgimento delle arti.Ci sono due strutture:-STRUTTURA DEI BISOGNI DEL CORPO-SOVRASTRUTTURA BISOGNI DELLO SPIRITOSono i bisogni del corpo quelli importanti (visione materialista). Il governo e le leggi devono esserci necessariamente, le arti e le scienze non necessariamente. C’è un necessario e un superfluo, il superfluo non è solo inutile ma anche maligno perché grazie alle arti gli uomini sopportano soprusi. L’uomo che si dedica a scienze arti e lettere ingrossa il gregge e fortifica il potere di che guida il gregge. Non si può sottomettere chi non ha bisogno di nulla, l’uomo che alla società non chiede nulla non deve darle nulla in dietro. Rousseau non vuole predicare un discorso passato, ma saremmo stati meglio senza le arti perché le arti creano la comparazione, il confronto continuo con gli altri. Le arti sono “ghirlande di fiori su catene di ferro” BISOGNOSTRUTTURAARTISOVRASTRUTTURAQuando Rousseau parla di virtù forse si riferisce a virtù belliche.

MONTAGNE2 tipi di virtù: la virtù militare, pro patria, civile forte e sociale ; la virtù dell’uomo ingenuo, in cui non c’è nessuno sfondo di eroismo ma conduce una vita rispettosa.Questa fu un’idea rivoluzionaria: la virtù più forte secondo Montagne non era quella combattiva ma la virtù ingenua effemminata e dolce.Rousseau oscilla fra questi due modelli di virtù, non è sicuro di cosa significhi essere virtuoso.P. 40 CRITICA AL CONFORMISMO “tutti gli spiriti sono stati puri allo stesso tempo.”Rousseau si cautela dal terribile rischio che lo espone alla comparazione con gli altri e ripesca, reinventa il concetto romantico di originalità come meccanismo di difesa.Ogni individuo è diverso dagli altri: assoluta irripetibilità di ogni individuo che deriva dall’esigenza di non essere mai comparato. Infatti se due uomini si

3

Page 4: Uomo e Societa in Jean

potessero comparare uno potrebbe risultare inferiore all’altro e Rousseau è terrorizzato dal confronto. Il genio non è quindi una superiorità ma una peculiarità irriducibile agli altri. Affermare questa tesi significa che non esiste prezzo per gli uomini perché se fossimo confrontabili ognuno avrebbe un prezzo più alto o più basso. Rousseau è il primo che parla della società paragonandola a un gregge, una metafora molto innovativa.La competizione fa si che venga a mancare la solidarietà, Rousseau è spaventato dalla facilità con cui si stringono i rapporti che è segno di falsità. I legami forti non possono stringersi tra persone che si sono conosciute da due minuti. Rousseau teme ciò che non si riesce a vedere ciò che non si riesce a vedere , ciò che è velato mente quando pensa all’infanzia la associa alla trasparenza. Tra due esseri umani esiste una barriera che non si può superare in un minuto e quindi Rousseau segue Montagne dicendo che la vicinanza è una cosa rara.Rousseau ha un senso profondo dell’amicizia che va al di la del concetto d’amore, l’amicizia è un concetto totalmente totalizzante, talmente tanto che infatti perse molti amici. L’amicizia intesa come totale fusione tra due perone. Non si può avere più di un amico per volta, ogni volta che si ha un nuovo amico si perdono quelli precedenti. In questa sua visione non concepisce la cortesia, o sei amico o nemico con qualcuno, per questo la sua idea di società non funziona e finisce spesso isolato.

IRRELIGIOSITA’:

L’ ateismo è uno dei grandi mali della società, è un’orribile perversione. Rousseau è un uomo che crede sia nella religione individuale sia in quella sociale. Accetta anche una religiosità rozza e superstiziosa elogio a Numa Pompilio : pagano va bene ma una commistione con il divino è indispensabile, al di là della religione Rousseau ritorna al calvinismo facendosi beffeggiare dagli illuministi che la ritengono una religione opprimente a differenza delle sue idee sulla proprietà.Altro valore fondamentale è l’amore per la patria . p 49Quando si studia mal volentieri è perché l’uomo è stato creato ignorante dalla natura, ma per salvarci dalle intemperie ci siamo civilizzati e abbiamo voluto scoprire le verità.Migliorarsi, il progresso significa distinguersi meglio invece vivere nell’ignoranza ma umili. Quando un popolo diventa istruito perde le guerre.Ignoranza= forzaSapienza= lusso, virtù debolezza. Ne abbiamo la prova storica. Rousseau fa un uso strumentale della storia tramite esempi per dimostrare la sua tesi, è un’ argomento poco rigoroso e dire che i popoli sapienti sono deboli è una tesi debole.

4

Page 5: Uomo e Societa in Jean

Parla di Socrate e ricorda il passo dell’apologia di Platone: come si può dire che i poeti sappiano meno di Socrate che dice i non sapere nulla? Non c’è vera sapienza nel mondo ma solo abilità e vocazione.Socrate è preso come esempio in modo contraddittorio come figura del saggio per aver detto che il male non è tanto la scienza ma la scienza consapevole, di chi ha la presunzione di sapere. Montagne invece non ha detto io so di non sapere ma “Che cosa so?” questo è l’atteggiamento corretto.Esaltazione della figura di Socrate perché non dice nemmeno di essere il più ignorante: dice degli altri che sono ignoranti come lo è lui. Non c’è una graduatoria nell’ignoranza né nella sapienza, Socrate non è competitivo. Socrate affronta la battaglia dell’intellettuale e dell’ingegno ma si ritira a un attimo dalla fine, dalla vittoria, lui non afferma ma disillude. La prima parte del discorso è stata una morale, una filippica sullo stato della società moderna. La seconda parte del primo discorso si concentra sulla ricerca genealogica di come l’occidente stia decadendo. Cerca un equivalente laico e storico al peccato originale : la risposta la darà nel secondo discorso dicendo che tutto è nato con la proprietà.Le scienze sono nate per un motivo obbiettivo per esempio l’astronomia è nata per conoscere le sorti dell’uomo. La geometria è nata per misurare, come necessità di fregare o non farsi fregare dal vicino che dopo che il Nilo straripa vuole allargare i suoi confini. La retorica solo per farsi eleggere i migliori. La fisica è nata da una mano curiosa (osservazione di sapore medievale).Quando l’accademia di Digione gli da il premio critica a Rousseau due cose: il repubblicanesimo e il fatto di aver inserito la geometria e la fisica tra le arti corrotte. La morale nasce con l’orgoglio è un sapere che corrompe l’umanità: la virtù è qualcosa di istintivo, la morale nasce dal bisogno di sentirsi migliori degli altri. Nel secondo discorso dirà che la morale è un mezzo con cui i potenti si assicurano il dominio sugli altri.P.53

VISIONE DELL’ECONOMIA: Correlazione tra lusso e decadenza di un popolo

C’era la legge suntuaria: legge della chiesa volta a proibire il lusso, per esempio negavano l’uso dei cosmetici alle donne. A Ginevra negavano gli spettacoli teatrali.“ Il lusso sembra far lustro alle nazioni ma alla lunga le snerva” idea della nazione come di un organismo.

Rousseau ha un’idea della virilità come di un atteggiamento maschio dell’educazione, infatti più avverte la sua debolezza più tende a disprezzarla. È ipersensibile: più la sua salute declina con gli anni più disprezza la debolezza,

5

Page 6: Uomo e Societa in Jean

più soffre e meno ha comprensione della sofferenza, questo denota la sua assoluta incapacità di accettarsi.P.56-57Anticipazioni sull’idea Roussoniana di religione:Qual’ è il modo giusto di essere religioso? Gli uomini in buina fede erano fieri che gli dei li guardassero. La religione deve essere intima, respinge l’idea di religione come verità. Non ha rilevanza il modo in cui preghi ma l’atteggiamento di umiltà verso qualcuno sopra di noi. Rousseau sostiene una religione del cuore: conta la vicinanza con Dio, se non la vuoi e devi andare al tempio è perché hai paura. La vera religione ha il senso del quotidiano, tra Dio e l’uomo non c’è nessun velo.P. 59TEMA EDUCAZIONE:I bambini credono di essere migliori, le cose che imparano i rendono presuntuosi bisogna imparare per la vita e non per la scuola ( già detto da Montagne).C’è l’idea che esistano dei valori che valgono più di qualsiasi verità. Rousseau è un anti utilitarista, prima viene ciò che è giusto poi ciò che è utile. Senofonteparla Ciro, il futuro re dei persiani e racconta dello scambio di sai fra due ragazzi. Per Rousseau ciò che è ingiusto rimane ingiusto e la convenienza è irrilevante. Conta la norma e non l’utile nell’ambito della giustizia e della morale, Rousseau ribadisce il primato della legge perché tratta tutti allo stesso modo, la convenienza fa soppesare le persone, l’uguaglianza è garantita solo dalla legge. Ciro viene frustato (povero cucciolo) perché anche lui deve sottostare alla norma. P. 60Gli abusi nascono dalla disuguaglianza e la disuguaglianza nasce dalla distinzione degli ingenui.

LUCREZIOLa tradizione materialistica è stata ignorata per anni vergognoso silenzio su Lucrezio Democrito ed Epicuro.Lucrezio fu ignorato per l’inaccettabilità del discorso, lo scandalo non è l’irreligiosità. La pericolosità sta nel ammettere che esiste un senso che NOI attribuiamo alle cose. Non esistono valori come bene o male, i valori li attribuiamo noi. Non solo non esiste un finale ma vi è anche l’idea di una radicale accidentalità: la storia dell’umanità è una serie di eventi che si succedono secondo un principio deterministico. Rousseau si rifà a Lucrezio non perché non crede in Dio ma perché è un autore onesto che non poteva accettare le consolazioni teologiche del suo secolo.LUCREZIOUOMINIFUOCOLEGAME FAMILIAREAFFETTIL’ amore non può nascere se non c’è consuetudine nel vivere insieme quindi tutto quello che crediamo un legame naturale in realtà è stato smontato. Il

6

Page 7: Uomo e Societa in Jean

legame naturale biologico non ha alcuna rilevanza, ogni legame è sociale, un prodotto della società. FAMIGLIA primo prodotto artificiale della società nascente.Lo stato sedentario porta a stabilire il diritto.Rousseau è ricco di isonomie. (Isonomia= per esempio guadagniamo in sicurezza ma perdiamo in libertà)Non c’è uno sguardo morale ma un’ osservazione realistica: i divieti gli uomini se si danno da soli “venne a norma agli uomini il vivere con violenza”. Non è detto che l’umanità vada verso il progresso: se si danno leggi sbagliate una società si può suicidare socialmente. Anche nei confronti della cultura come per la natura bisogna usare un metodo funzionalistico, non c’è un fine, ma solo cose che sono funzionali alla sopravvivenza.Bene e male hanno costituito la coscienza ma non è maturale, sono il prodotto di una serie di divieti interiorizzati, vengono da fuori.Molti beni se vissuti in solitudine non hanno lo stesso valore è come se cercassimo approvazione solo nello sguardi degli alti. Assoluta necessità di riconoscenza, gli altri sono i giudici e la vita umana è una continua gara a superarsi.Secondo Lucrezio qualunque bene diventa insufficiente, l’uomo non si accontenta della superiorità perché una volt raggiunta è inutileSecondo Rousseau una caratteristica fondamentale dell’essere umano è la perfettibilità, l’irrequietezza perché lo stato di possesso lo annoia.

Periodo Post Roussoliano detto periodo rivoluzionario, è il periodo del secondo discorso.Rousseau respinge ciò che è naturale per tutti gli altri autori poiché per lui è artificiale. Tutto ciò che l’uomo ha costruito nella sua vita associata è artificiale: “ non nelle cose depravate ma in quelle ben disposte secondo natura dobbiamo analizzare cosa è naturale”Nel secondo discorso il sapore è molto aristotelico. Il bambino di otto anni è già depravato e corrotto. Nel secondo discorso Rousseau vuole elaborare un principio per togliere millenni di civiltà per arrivare a uno stato primitivo nascente.SOGLIA DELL’ OMINIZZAZIONE: momento del passaggio dalla società animale alla società umana. C’è stato un periodo in cui l’uomo e l’animale si guardavano da pari a pari.P.88Gli animali non sono soggetti alla legge (perché non possono capirla), ma sono in qualche modo partecipi della nostra natura, sono dotati di sensibilità e debbono partecipare al diritto naturale.All’animale spetta il più bello della legge, l’uomo deve riconoscere la legge all’animale per la sensibilità comune. L’uomo ha un dovere di protezione verso l’animale non perché è ragionevole ma perché è un essere sensibile.

7

Page 8: Uomo e Societa in Jean

ARGOMENTO DEI DOVERI CON GLI ANIMALI: Non argomento classico della metempsicosi: l’animale può essere un

uomo reincarnato. Non perché il mangiar carne è proprio dell’uomo intemperante, l’uomo

saggio e forte infatti non ha bisogno di questo piacere per vivere. Plutarco riteneva che la crudeltà verso gli animali fosse da respingere con

la massima fermezza poiché è l’anticamera della crudeltà verso l’uomo.Il centro del discorso per Rousseau rimane l’uomo. Secondo Rousseau animale e uomo sono simili. Hanno in comune la sensibilità animale: qualunque essere provi dolore deve perciò stesso essere salvato (tesi sostenuta anche da Montagne che riteneva che le torture sui condannati a morte fossero illegittime)Rousseau torna a quando animale e uomo stavano sullo stesso piano.P.86gli uomini moderni, “i moderni”Montagne esempio del caso di Filippo di macedonia che stanco del sovraffollamento delle carceri trasferì gli uomini in una città chiamata Poneropoli: dopo un po’ divenne una città indistinguibile dalle altre. Il caso di Poneropoli è quello di tutte le città, siamo tutti malvagi, potenziali o veri e la legge non ci arriva dall’alto o dalla razionalità , ma da prove ed errori, è un accordarsi di corpi, è un atteggiamento accidentale.P.88 in fondoPrima di essere razionali abbiamo 2 principi:

Amor di se conservare la propria vita, benessere, non ha bisogno di ragione: il cane quando annusa il cibo lo mangia. È un principio anteriore alla ragione, apparentemente egoistico. Ma in realtà io non mi sento meglio se il mio simile subisce una disgrazia, il mio benessere e la mia soddisfazione non sono di tipo comparativo, riguardano il mio corpo. Non è un egoismo deleterio, competitivo, l’uomo non è un animale sociale.

Ripugnanza naturale soprattutto nei confronti della sofferenza dei nostri simili. Vedere un altro essere vivente soffrire ci provoca dispiacere. Per Rousseau non si tratta di costruire per questo qualcosa come un organizzazione per evitare la sofferenza altrui. Manca l’intento di intervenire. E come una eco: se vedo qualcuno ridere rido, se vedo qualcuno soffrire soffro. È una forma di imitazione: finita la vista finisce la ripugnanza. Noi consideriamo molto più un offesa qualcuno che senza sforzo ci potrebbe aiutare e non lo fa piuttosto che qualcuno che ci danneggia di poco. Quando veniamo danneggiati infatti l’altro fa il suo interesse danneggiandoci. Nel caso dell’indifferenza invece veniamo ignorati e questo è molto più offensivo per la legge naturale. La legge naturale è contrapposta alla legge civile. Il principio di ripugnanza agisce con la compassione, quando qualcuno patisce io patisco. Gli uomini naturali non sono capaci di violenza sadica, fine a se stessa e gratuita.

8

Page 9: Uomo e Societa in Jean

frase conservatrice: “ ci sono situazioni che si alternano in cui si comanda o si viene comandati. Sembrerebbe un mondo caotico. Gli uomini hanno preteso di far obbedire gli uomini agli altri uomini. La legge divina non è un sopruso”esiste una base incrollabile (anticipa il contratto sociale)Il secondo discorso piacque meno all’accademia , è diviso in due parti. Secondo Rousseau ci sono due tipi di diseguaglianza una fisica e una morale. Quelli che comandano valgono necessariamente più di coloro che obbediscono?

P.105-106.Uomoinsocievolenon differisce allo stato di natura dalla bestia.Rousseau non chiaro il meccanismo di ominizzazione ma ha chiaro che la socialità distingue l’uomo dalla bestia ma non nel senso aristotelico (l’uomo è un animale sociale): in realtà allo stato di natura l’uomo è un animale non sociale. Le api sono sociali: ogni ape svolge la sua funzione in perfetta armonia con le altre. La cooperazione è ciò che distingue gli animali dall’uomo che è individuale. Tutto della costituzione dell’uomo è insocievole.2 filoni di pensiero:

Integrazione sociale non naturale e non necessariamente un bene. La società è il luogo dove il conformismo e il confronto danno luogo a una vera e propria patologia, un disagio inevitabile (Freud). L’idea che esistano delle forze coesive è illusorio.

Filone aristotelico: uomo come animale sociale.L’uomo entra in società per una serie di bisogni ma a discapito irrimediabilmente della libertà. L’ uomo esce dallo stato naturale in virtù del fatto che è in grado di perfezionarsi la bestia è sempre uguale a se stessa.L’uomo può salire più in alto o cadere più in basso della bestia.Il bisogno ti espone sempre alla schiavitù di chi lo soddisfa, esempio: il primo uomo che si è coperto con le pelli.(Rousseau non riesce ad uscire dalla visione di una famiglia caotica e priva di affetto ma capisce che per spezzare quella ripetizione di figli maltrattati che diventano cattivi padri è necessaria una nuova pedagogia. Nell’Emilio esclude infatti che i figli possano essere educati dai genitori).Amicizia vista come la massima delle virtù molto più importante e difficile dell’amore. Ma capisce che l’amicizia non può creare il tessuto sociale: due persone che si amano sono auto sufficienti e la società richiede invece che i legami libidici siano sublimati nel lavoro, la società spezza i legami.Nota 9:la perfettibilità porta alla competizionenella società i mali superano i benila società è priva di una direzione morale il bene di qualcuno è il male di qualcun altro. In tutte le lotte umane, nel confitto domina la legge del più forte perché siamo a contatto con il più debole. La legge del più forte potrebbe essere disinnescata facendo i famosi “ venti passi nella foresta”. I primitivi erano felici

9

Page 10: Uomo e Societa in Jean

perché si potevano sottrarre a chi li voleva dominare. Questo era possibile grazie:

Al fatto che l’ambiente primitivo era poco popoloso. L’uomo primitivo non aveva orgoglio, la virtù e l’onore sono un inganno.

Le brutte figure le fanno solo gli uomini che tengono al parere degli altri. Per esempio: indigeni americani vs europei, il selvaggio non ha dignità “l’orgoglio non si mischia con la lotta”

Giudizio diverso è quello di Rousseau sulla guerra: si deve fare ma non per la gloria del re per il benessere della nazione.Nota 9 p.183Riflette sulla pratica di castrazione dei cantanti che ritiene abominevole.Tema del padre che impedisce ai figli di esprimersi: messaggio romantico e molto innovativo la peggior forma di costrizione è quella familiare.La figura paterna è temibile, la giustizia penale conferiva al padre di famiglia il diritto di sanzionare a piacimento i familiari, Beccaria diceva “io sono suddito di mio padre e del Re quindi sono doppiamente schiavo”.Il diritto dei padri era dispotico e arbitrario infatti la tirannia del padre non era scritta ed era motivo di grande infelicità.Rousseau non parla di tornare a vivere con gli orsi ma di un contratto sociale equo che è la sua idea politica centrale.P.154.Arriva un giorno in cui il figlio supera il padre ed eredita le sue fortune, è una legge naturale. Il volgare inganno (perpetuato in mala fede e con cinismo) del governo paternalistico è che il suddito non supera mai il re e non eredita nulla, e un padre che rimane in eterno è contro natura. Il sovrano può essere al massimo qualcuno che fa un lavoro delegato da qualcuno, sotto nostra delega principio di democrazia rappresentativa.P.129-130.Come mai tanti obbediscono ad uno? Perché è riuscito a soggiogare i bisogni che costringono ad asservire una persona. Questa legge di asservimento rende vana la legge del più forte.

IL CONTRATTO SOCIALE scritto nel 1744 prima che Rousseau diventasse uno scrittore era a Venezia come segretario dell’ambasciatore francese. Era un’opera pensata per far notare le pecche del governo veneziano che tutti lodavano. Venezia era una repubblica aristocratica estremamente elitaria. Poi pensa a farla diventare un opera di politica conferendole un carattere più generale. Il contratto sociale è stato concepito a livello concettuale prima dei discorsi ma è stato scritto dopo.Rousseau ha ben chiaro che i problemi non possono essere trattati senza considerare il divario tra ricchi e poveri. La società non è solo un fatto politico militare ma di rapporti economici. I problemi economici non sono trattati da un punto di vista esplicativo descrittivo, ma come problemi morali. Rousseau parte

10

Page 11: Uomo e Societa in Jean

dall’idea che non è giusto che ci siano ricchi e poveri. Non nomina mai Gesù e la chiesa comunque è religioso ma crede che questo argomento non sia pertinente. Il divario tra ricchi e poveri è fondativo rispetto al divario fra potenti e deboli. Il ricco (proprietà privata) diventa potente. Tutto ciò sulla base dell’ingiustizia propria del carattere economico. Nessun uomo nasce già potente altrimenti ammetteremmo l’esistenza di una differenza naturale. Rousseau vuole sottolineare il fatto che la disuguaglianza economica è un’ingiustizia sociale, nel contratto sociale non c’è solo una prospettiva politica ma soprattutto economica sociale.Come nasce la società?

SOCIETACONTRATTUALISTAla società nasce da un accordo tra le persone, un patto d’origine. Potrebbe risultare una posizione ingenua perché sembra presupporre che i primi uomini fossero già razionali mentre invece non erano inclini al compromesso.

SOCIETAnascono dal cristallizzarsi di alcuni rapporti di forza con il tempo, in periodi tumultuosi.

Le due idee sull’origine della società enfatizzate producono due diversi modelli sociali. Possono essere pensate anche società che nascono dal caos o dal disordine.“L’uomo è nato libero e ovunque è in catene”Catene:

Bisogno degli altri Mettere in schiavitù gli altri

È una frase sarcastica chiaramente anti Hobbespensava il sovrano come unico individuo libero della società, mentre secondo Rousseau gli stessi padroni sono bisognosi della schiavitù altrui. La schiavitù è dunque vista come un fatto reciproco: gli uomini sono mutuamente dipendenti gli uni dagli altri ma non in modo asimmetrico.EQUITA: COME MOTTO DEL CONTRATTO SOCIALE, “stabilire leggi che siano eque, non che non ci siano leggi ma che non ci sia disuguaglianza” tutti i cittadini siano quindi sudditi e sovrani (principio democratico). L’ottimismo di Rousseau sta nel credere che non c’è nulla nell’idea cristiana nel modo in cui la società è stata impostata.Secondo Rousseau la famiglia esiste come società fino a quando i figli hanno bisogno del padre, questo equivale a dire che la famiglia non esiste. Uno stato fondato come una famiglia non può funzionare perché a un certo punto i figli rovesciano il padre. In società bisogna stabilire rapporti duraturi. Rousseau giustifica Grozio e lo critica: P. 6-7 è un giustificatore dello stato di cose esistenti come a dire che se una cosa accade è legittima. Secondo Rousseau è un discorso insensato. La forza per esempio è una potenza fisica, il termine diritto non aggiunge niente alla forza: il più forte non ha un diritto ha una forza. Contratto iniquo tra ricco e povero: il più ricco è il più forte. Il diritto del più forte è un oppressione senza senso. Il più forte si fa già rispettare “non c’è servitù più

11

Page 12: Uomo e Societa in Jean

efficace di quella che si esercita volontariamente” La Boètie. Il controllo della servitù esercitato in forme più dolce è ancora più cagionevole perché toglie allo schiavo anche la voglia di libertà.Proprietà privata: Il primo sentimento dell’uomo è l’esistenza, l’istinto a rimanere vivo. In origine aveva diversi appetiti. In nota confuta la tesi di Lock secondo cui ogni bambino ha un padre e una madre e l’unione tra uomo e donna è duraturo. Secondo Rousseau invece se è utile che ci sia un periodo di cura non vuol dire che il bambino debba necessariamente avere un padre e quindi un uomo non deve necessariamente stare con una donna. L’appetito sessuale era il primo tra fra tutti, l’uomo nascente era un animale che non pensava al domani. Ma a un certo punto fu costretto ad ingegnarsi (amo, fuoco, frecce). CONCETTO DI COMODITA La comodità spesso si trasforma, degenera in bisogni e soffriamo crudelmente quando la comodità viene a meno. ComoditàbisognoschiavitùCome nasce l’idea che io sia migliore degli altri? Quando l’uomo diviene padrone e impara a dettare legge sugli animali. Solo dopo volle essere superiore come individuo. Il primo vero passo della disuguaglianza fu la famiglia in cui nacquero preferenze stabili. Ma preferire qualcuno significa offendere qualcun altro. Le passioni sono sia positive che negative. Bastava essere meno considerati per essere inferiori in un gruppo, nascevano così violentissime rivalità. Rousseau descrive questo come lo stadio più felice. Poteva essere uno stato permanente in cui ancora non esistevano gli obblighi sociali ma per avvenimenti del tutto accidentali è degenerato.Agricoltura: basata sulla speranza e sul rischio, questa pratica implica una capacità di rischiare e di guardare avanti in lungo periodo (seminaraccolto). Quando gli uomini potevano svolgere le attività agricole avevano quindi già oltrepassato la soglia del vivere dell’oggi. Ma il rischio è competitivo, si affronta per dimostrare qualcosa agli altri, il confronto è stata la molla psicologica alla base della nascita dell’agricoltura. Come la metallurgica e tante altre sono attività che si fanno collettivamente, attraverso la collettività nasce il bisogno dell’altro, bisogno che è anche schiavitù. Hobbes: allo stato di natura siamo tutti uguali e ognuno può uccidere qualcun altroquindi uscire da questo stato di natura è utile a tutti.Elemento di asimmetria: il ricco può uccidere il povero e vice versa ma solo il povero può sottrarre beni al ricco poiché il povero non possiede nulla quindi conviene al ricco uscire dallo stato di natura. Secondo Rousseau i ricchi sono stati astuti perché facendo vedere i lati negativi dello stato di natura hanno convinto i poveri a desiderare i diritti sulla proprietà privata anche se non possedevano nulla“tutti corsero intorno alle loro catene credendo di assicurarsi la loro libertà”. Nel popolo viene instillato un senso di colpa dalla legge. Vedere da P.137 a 153

12

Page 13: Uomo e Societa in Jean

CAPITOLO 4: della schiavitù. Il realismo del politico: intimamente conservatore Rousseau è un realista radicale perché l’argomento per cui esistono gli

schiavi perché è legittimo non funziona. Da un fatto non si ricava un diritto. Rousseau dall’esistenza della schiavitù ricava che solo se non si interviene in un certo modo la schiavitù può esistere. Anche le malattie ci sono state da sempre ma non vuol dire che non dobbiamo combatterle. Ci sono tanti tipi di schiavitù e vanno combattute anche se poi ne nasceranno altre.

La schiavitù non è nient’altro che l’idea do un dominio naturale ma non vi è nulla di naturale, è un ordine prodotto dall’uomo. La schiavitù non è legittima!P.13 Non si può pensare che la sicurezza sia un bene così grande che in suo nome si possa sacrificare la libertà. Una società non si può fondare su un rapporto esclusivo in cui uno da tutto se stesso a qualcun altro, esserne schiavo, perché i suoi figli nascono comunque liberi. (Nella Francia di Rousseau si viveva ancora nel sistema feudatario in cui uno nasceva al servizio di qualcun altro)Una delle argomentazioni della schiavitù legittima era che in guerra la schiavitù era il prezzo da pagare dei perdenti per non morire.Ma secondo Rousseau il vincitore non ha il diritto di uccidere il vinto per tre motivi:

1. La guerra non è uno stato di cose naturale, gli uomini nella loro indipendenza non sono infatti rivali.

2. Il soldato è qualcuno che deve subire uno sdoppiamento: deve difendere alcuni esseri e ucciderne altri. Ma i due esseri sono identici, il soldato deve avere un’aggressività a comando, deve odiare qualcuno che è identico a chi deve difendere quindi a un certo punto impazziscono. Questa è una prova del fatto che gli uomini non sono naturalmente nemici

3. La guerra non nasce dalle antipatie, la guerra nasce quando un diritto di proprietà si contrappone all’ambizione di un’altra proprietà. Le guerre si fanno per moti economici, per esempio per commercio o consumare armi. Senza proprietà la guerra non esisterebbe. La guerra è un’attività onerosa.

CAPITOLO 7: del legislatore.PATTO SOCIALE: presentato facendo ampio uso di metafore fisiche. Il contratto sociale è il tentativo di superare il paradosso per cui io più mi conservo più mi scontro con gli altri. Le spinte auto conservative invece di essere contro gli altri devono essere considerate in una stessa direzione. Paradosso della socievole insocievolezza: l’ambizione di essere considerati uguali agli altri va a pari passo con l’ambizione a superarli a essere migliori. Cerchiamo gli altri per sottometterli.P.18 Ci sono tre valori positivi:

1. Persona2. Bene3. Libertà

13

Page 14: Uomo e Societa in Jean

P.27 “Chiunque rifiuterà di obbedire alla volontà generale vi sarà costretto dall’intero corpo; ciò significa che sarà costretto a essere libero” frase che rivela il gusto del paradosso. Per Rousseau la libertà è un valore fondamentale e non è dalla legge o dalla società ma grazie alla legge e alla società. La legge dev’essere fatta da tutti a cui tutti debbono perciò obbedire. Quindi io come suddito obbedisco a me stesso sovrano. L’inizio delle leggi dev’essere stato un inizio unanime, con un silenzio assenso di tutti.Io nasco libero perché ci sono leggi che mi hanno permesso di esserlo, la protezione è garantita dalle leggi e dallo stato. Quando uno stato garantisce la sicurezza la vita i beni e la persona è libera e lo stato è quindi formato.Inizialmente tutti come privati devono rinunciare a tutto per poi riaverlo nel sociale. Inizialmente rinuncio a decidere a difendermi a proteggermi, e delego questi diritti a un corpo sovrano del quale faccio parte anch’io. Tutto ciò poi torna indietro e non è più solo mio, ma mio in qualità di parte di un gruppo. È come se io rinuncio a tutto e lo chiudo in un baule di cui poi divento proprietario. Se nello stato naturale per mantenere i miei beni dovevo usare la forza ora rinuncio alla mia casa e al diritto di difenderla con un’ aggiunta: nessuno attaccherà la mia casa impunemente perché non ci sono io a difenderla, ci sono tutti. E tutti mi difendono perché abbiamo stretto un patto che porta maggiori garanzie.EQUITA dare qualcosa a vantaggio di tutti significa non darsi a nessuno. È un dominio della legge, non di un sovrano quindi impersonale.L’obiezione potrebbe essere: visto che siamo anche sovrani possiamo esentarci anche dagli obblighi si ma solo se cambiano la legge e la devono cambiare tutti perché è un corpo di membri sovrani. Ma il sovrano può decidere di annullare o sospendere una legge? SINon esiste alcuna legge che il sovrano non possa decidere di abrogare. Il sovrano esiste comunque solo grazie al contratto sociale. Supponiamo che uno stato faccia leggi parziali? In questo caso non significa cambiare la legge ma il patto sociale che garantisce la condizione di equità. Se nego il patto però nego quella cosa in virtù della quale sono sovrano. EGUAGLIANZA= ciò senza cui non c’è società. Il contratto sociale come opera non vuole dire quale può essere lo stato migliore ci vuole dire prima di tutto come dev’essere uno stato per essere chiamato tale.Può un sovrano essere nemico di un popolo? No finché è un sovrano perché un sovrano è un membro del popolo e non può nuocere agli altri membri.P.25 “il sovrano per il solo fatto di essere è già tutto quello che deve essere”Se invece il sovrano usa le leggi per danneggiare il popolo allora lo si costringerà a essere libero.CAPITOLO 8: dello stato civileUn cittadino responsabile agisce da cittadino e sovrano, obbedisce a se stesso ed è padrone di sé. Se io seguo il mio impulso sono schiavo di esso se seguo la ragione sono padrone. La schiavitù degli impulsi ci porta in un costante

14

Page 15: Uomo e Societa in Jean

contrasto con gli altri esseri umani. Se invece seguiamo la ragione andiamo in una stessa direzione, andiamo d’accordo.Ci sono due tipi di dominio:

1. Dominio apparente: quando ricevi ordini da una legge che hai deciso anche tu. Le leggi non esercitano un vero dominio su di me perché io obbligo lo stato ad obbligarmi a sottostare alle leggi.

2. Dominio reale: quando non posso prendere parte alla decisione (dispotismo)

Diritti P.31Lo stato garantisce la proprietà Rousseau non è comunista.Esiste un diritto del primo occupante. Ogni uomo ha diritto a tutto ciò che è necessario. Ma se io divento proprietario di un bene perché sono il primo occupante devo accettare che gli altri facciano la stessa cosa, non posso essere il primo occupante di tutto.

LAVORO:Com’è possibile che lavora per me si accontenti di avere una paga anziché il prodotto per cui lavora? Perché esiste una struttura legale sociale che lo consente. Il lavoro dovrebbe rendere mio ciò che è in comunees: pozzo.Questo tipo di sfruttamento non è legato al diritto del primo occupante, ma al patto iniquo. Il diritto del primo occupante per Rousseau è il cardine del diritto di proprietà. Ma qualcuno deve porre dei limiti a questo diritto, perché se qualcuno va oltre i limiti è una prepotenza infantile. Quando gli uomini pattuiscono il contratto rinunciano ai loro diritti pattuendo di averli indietro in una condizione di maggiore sicurezza. Per esempio: la proprietà è un bene, paragoniamola a una pistola. La pistola è uno strumento di autoconservazione utile all’offesa e alla difesa per esempio di una propria abitazione. Dopo il contratto sociale la proprietà torna indietro con una “patente” di legittimo possesso grazie alla quale viene difesa senza il bisogno di una pistola. Quando le proprietà vengono alienate nello stato sociale e poi restituite lo stato non può restituirle operando un livellamento allo scopo di eliminare le disuguaglianze?P.33 Idea giacobinapaese formato da tanti proprietari. La proprietà è fornita dallo stato che però può anche restituirla in forma diversa: la sfera di competenza dello stato per Rousseau è talmente ampia che potrebbe anche redistribuire i terreni.Lo stato di Rousseau non è liberale: fa il compito del giudice intervenendo ampiamente. In questo senso è possibile collocare Rousseau all’interno di uno stato socialista. Il termine socialismo nasce infatti per indicare il pensiero di Rousseau: l’idea che la componente sociale della proprietà deve essere tenuta in considerazione dallo stato. La legalità non basta a legittimare una proprietà: qualcosa per essere giusto deve essere socialmente corretto.

15

Page 16: Uomo e Societa in Jean

La proprietà del lavoro altrui è la più importante da essere regolarizzata. Nella prospettiva di Rousseau il possesso di un grande capitale di lavoratori è schiavitù. “Siete perduti se non capite che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno”NOTA:Voltaire commenta: è la frase di un pezzente che vuole che i ricchi siano derubati dai poveri. Questo commento fa parte di una serie di frasi non pubblicate, private quindi è probabile che lo credesse davvero. Ma Rousseau forse voleva scaturire anche queste reazioni nei suoi lettori.

LIBRO SECONDO: la sovranità è inalienabile.Lo stato deve garantire l’uguaglianza di diritti, ma si può per legge stabilire che qualcuno abbia dei privilegi? Si perché può essere funzionale alla società.SOVRANO= autorità del popoloPOPOLO= membri di un’associazione da cui sono esclusi gli stranieri e i nemici della società, dello stato.Nemico dello stato: un rapinatore di banche per esempio dichiara guerra allo stato e per lui le garanzie sociali smettono di valere.STATO= tutela e protezione.LA SOVRANITA:

È inalienabile: cioè non può essere ceduta, coloro che agiscono come sovrani sono i servitori dello stato. Il popolo è sovrano chi comanda è revocabile sempre solo dal popolo.

È indivisibile (scontro con una concezione liberale): le tutele del cittadino non vengono dalla divisione dei poteri ma dalla loro unità. Se stabilito in forme unanimi il potere difende i cittadini. La società è assoluta poi certo le funzioni si specializzano. La volontà generale guarda all’interesse comune. Un popolo intero non può volere il proprio male, può prendere decisioni non giuste ma questo dipende dalle capacità cognitive. Può uno solo avere ragione e tutti gli altri no? Si il problema è chi stabilisce cosa, chi stabilisce dove stia il giusto. Ma a livello teoretico la volontà generale è quella che guarda al bene di tutti. Esempio: durante il nazismo è evidente che la volontà generale era nelle mani di una minoranza di individui.

VOLONTA GENERALE: non è la volontà di tutti, è quella di chi vuole il bene del paese. Il giudizio non è sempre unanime. A volte nemmeno dopo una sconfitta si arriva a un parere condiviso per esempio: fascismo in Italia.Questa è una novità concettuale importante a livello politico: il popolo può volere il proprio bene ma in modo sbagliato, maldestro, non si tratta di masochismo.

FORME DI GOVERNO

16

Page 17: Uomo e Societa in Jean

Elogio alla democrazia ma per lui la migliore forma di governo è l’aristocrazia e la peggiore la monarchia. DEMOCRAZIA: se fosse perfetta non ci sarebbe bisogno di un governo, un popolo tanto maturo non avrebbe bisogno di essere governato. La democrazia è descritta come una forma di governo quasi utopica. P.97 una vera democrazia è contro l’ordine naturale, non è naturale che la maggioranza governi. Governano piccoli gruppi perché hanno una capacità decisionale maggiore, il popolo se si riunisce tutto intero non è in grado di organizzare piani operativi, è naturale quindi che piccoli gruppi con maggiore capacità d’azione prendano il sopravvento. È inevitabile che una democrazia si trasformi o in una democrazia rappresentativa o in aristocrazia.DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA: si tratta di una rappresentanza politica che però durante la carica non racchiude la presenza della volontà del popolo. Quindi in realtà una democrazia rappresentativa non è nemmeno una democrazia.ARISTOCRAZIA: (capitolo 5) si distingue perché in essa governano i più anziani. Quella che esiste fa giovani e vecchi è l’unica disuguaglianza naturale che esiste positiva. Infatti la pedagogia dell’Emilio è fondata sul controllo invisibile dell’adulto, il bambino è comunque libero ma in un ambiente artificiale creato per lui. La mano invisibile del pedagogo deve essere la stessa degli anziani. In questa idea vi è un elemento democratico fondamentale: tutti diventeranno anziani e tutti dunque potranno governare. C’è l’idea di una aristocrazia pastorale, di un governo di pochi saggi. Rousseau distingue tre tipi di aristocrazia:

1. Naturale2. Elettiva (migliore) 3. Ereditaria (peggiore)

La soluzione migliore è il governo degli anziani scelti su base meritocratica. Se fosse ereditaria si perderebbe il requisito cardine: la saggezza. Rousseau elabora questo tipo di governo sulla base del modello di Ginevra. Se un’aristocrazia dovesse iniziare a dare maggior rilevanza alla ricchezza piuttosto che alla saggezza decadrebbe punta critica ad Aristotele: se la democrazia è elettiva non c’è rischio che salgano i più ricchi.MONARCHIA: sarebbe la più chiara e la più rapida forma di governo. È il governo più vigoroso in cui tutto procede verso la stessa meta.Esempio: Troia contro Sparta. A sparta durante la guerra a comandare erano Achille e Agamennone, nell’esercito greco regnava l’anarchia e Ulisse disse “ è bene che uno solo comandi”. Ulisse è molto astuto perché sa bene che per tenere unite un gruppo di persone è necessario avere un bersaglio comune, così prende un soldato negligente e lo addita al pubblico disprezzo. L’esercito intero ride di costui, la risata ha una funzione coesiva e l’esercito si riunisce. La Boètie riprende le parole di Omero : “Un solo Re” che però ha un tale potere sul popolo da renderlo schiavo. L’idea della coesione è un’idea che ci inganna da sempre

17

Page 18: Uomo e Societa in Jean

perché conformandoci in un sistema unitario perdiamo la capacità di pensare con la nostra testa.Rousseau si rifà a La Boètie la monarchia è il governo per i bambini in cui il monarca sfrutta la paura del singolo di decidere per se stesso e lo tratta come un bambino decidendo per lui, trattando i sudditi come eterni bambini. La monarchia è di per se un male ed è ancora peggio se si disgrega e il re assegna alcuni compiti ad altri uomini. Chi è uno sceglierà come ministri gli uomini peggiori del regno. Anche questa idea dei ministri tirapiedi è presa da La Boètie. Non esiste un buon re, quando vediamo un buon re viviamo una mistificazione: nessun grande uomo da ordini ad altri uomini.Essere uni ed essere unititi fa molta differenza: essere uni è una coesione malsana. I cattivi re non vanno sopportatati e i buoni re non esistono quindi la monarchia non è un buon sistema di governo.

CAPITOLO 10 “dell’abuso del governo e della sua tendenza a degenerare”Unanimità cattivatutti maledicono una cosa, seguono lo stesso ordine, vanno dietro al capo. Un gruppo di persone che idolatra un re è cattivo.Una buona unanimità va verso il bene comune. Quando Rousseau ci parla della buona unanimità ci inquieta perché le persone o vanno verso l’idea giusta o sono corrotte facendo apparite un’idea totalitaria di giusto. Se uno non si riconosce nel patto sociale fondativo è uno straniero, nemico che non può usufruire dei diritti. Il consenso si esprime nel risiedere: se risiedi in un territorio devi sottostare alle sue regole ( esempio: Socrate e Atene). Quando io appartengo a un corpo sociale do l’assenso anche alla mia morte se è una conseguenza che deriva dalle leggi. Quando si votano le leggi non bisogna chiedere l’approvazione o un parere, il concetto è: secondo voi tale legge è conforme alla volontà generale?La volontà di chi propone una legge è una volontà particolare che se non è conforme a quella generale chi non ha ipotizzato una legge deve essere contento che la sua legge non sia passata perché avrebbe danneggiato la società.La maggioranza non funziona solo nel caso in cui sia corrotta e questo può essere stabilito solo dalla maggioranzaacrobazia logica per dire che la maggioranza regna. Comunque Rousseau non riesce ad elaborare un sistema di giustizia indipendente da quello di efficacia. Se una maggioranza detiene lungamente un controllo funziona , anche se le sue leggi sono deliranti. Se si intende la democrazia infatti come potere della maggioranza infatti la maggioranza può anche prendere decisioni sbagliate. La democrazia è buona o cattiva a seconda delle decisioni ma non si può evitare in linea di principio. Di fatto però la maggioranza è l’unico criterio che può valere in politica ma l’unanimità è rara. La democrazia è il male minore ma è comunque un male perché è soggetta a deviazione, l’unica soluzione sarebbe uscire dalla democrazia e tornare allo stato di natura. Ogni governo degenera, il tentativo di Rousseau dobbiamo ricordare che non è di ipotizzare uno stato perfetto.

18

Page 19: Uomo e Societa in Jean

La vera posizione, la soluzione reale ai mali della società di Rousseau è la pedagogia: un rinnovamento dell’umanità a partire dai bambini. Lo stato perfetto non esiste. Rousseau ha più fiducia nel suo modello di educazione che in quello di stato. Non sostiene particolari forme di governo, secondo l’interpretazione il filosofo è un sostenitore della sincerità, per questo prediligeva i piccolo stati in cui tutti si conoscono e se qualcuno mente viene scoperto e tutti lo sapranno.

CAPITOLO 8 P.191 “ della religione civile”Qualunque tentativo di eliminare la religione è un’arroganza della ragione. Il contatto sociale è un opera più sociale che politica in cui Rousseau non guarda come stanno le cose ma come le cose funzionano. Il suo interesse non è quale sia la religione vera ma quale sia utile alla società.Rousseau è ingenuo nel credere che la religione funzioni come la legge: la religione non è il frutto di una proposta cosciente da parte di qualcuno, non si può correggere o cambiare. Rousseau ha una visione contrattualistica della religione in cui possiamo operare su di essa mentre invece è la religione che opera su di noi. La religione nasce dalla necessità di tenere insieme un gruppo di uomini che altrimenti andrebbero verso l’auto distruzione. All’origine delle culture c’è sempre una manifestazione religiosa.Manifestazione religiosa= qualcosa che non è soggetto a regole della vita quotidiana. Le lettura illuministe tendono a fare della religione il prodotto di uomini che come scaltri sacerdoti hanno intrappolato l’uomo. La religione invece non nasce da un ordine ma da un caos per mettere ordine.Darwin il gatto non ha nessuno scopo di esistere, nessuno ha inventato il gatto, è il risultato di una serie di norme che gli hanno consentito di superare le prove di sopravvivenza. Durkeiesistono le cose vere come la matematica ed esistono le cose vere praticamente. Nel sociale non esiste il vero non ci sono religioni vere o false, ma religioni che rispondono ai bisogni di chi le adotta, sono praticamente vere. Le religioni non sono eterne e non sono valutabili secondo il criterio di verità o falsità. Rousseau mette da parte il fenomeno collettivo della religione per concentrarsi sul lato individuale, come se ognuno potesse forgiarsi la sua religione.Durkeinla cosa che conta in un rito non è in che cosa il rito consiste ma il fatto che la gente si riunisce per celebrarlo.La religione civile non è la religione di ciascuno di noi. Inizialmente non ci può essere società senza religione, e non c’è religione che non può essere la religione di un popolo. Aveva più senso alle origini essere governati da un Dio piuttosto che da un uomo, quindi nelle religioni originarie c’era questa idea di trascendenza. Ogni popolo aveva il suo Dio, “tanti popoli tanti dei”. Il popolo ebraico fu sconfitto dai babilonesi non ha comunque accettato di il loro Dio infrangendo l’antica regola dell’antichità per cui quando un popolo veniva

19

Page 20: Uomo e Societa in Jean

conquistato perdeva i propri dei sottomettendosi agli dei del popolo conquistatore e perdeva le proprie leggi. Gli ebrei a Babilonia avevano un padrone politico che però non era riconosciuto come sovrano religioso. Avviene quindi una spaccatura tra religione e politica, unione che c’era per tutti gli altri popoli. Gesù fece la stessa cosa: fondando il duo regno spirituale nei cieli in terra ruppe l’unità dello stato.Il cristianesimo è di per sé una religione associale perché introducendo l’obbedienza a un altro regno ha roto la coesione sociale. Il timore dei pagani si era avverato: i cristiani erano veri ribelli che volevano prendere le redini del mondo. Rousseau è un convinto cristiano ma tratta la religione dal punto di vista civile per cui la sua è una lettura storica del cristianesimo.Il cristianesimi ha spaccato lo stato: se il papa e il re litigano il cittadino da che parte deve stare? Ci sono due tipi di posizione da prendere: lo stato prima di tutto ( posizione di Rousseau) o la chiesa prima di tutto.Nota 48 il cristianesimo è una religione individuale e spirituale non si capacita che sia diventata una religione corrotta.

CAPITOLO 8 seconda parteP.203 “ma sbaglio a parlare di repubblica cristiana: i due termini si escludono a vicenda”.La morte è una tappa nella vita completa di un individuo, e ha un valore tutto sommato ridotto. Il martirio è una che svaluta il qui e ora a favore di una confutatio morte. La prospettiva di una vita nell’aldilà porta alla meditazione della morte e non della vita: un buon filosofo mente sulla vita. Il vero cristiano vive per il dopo e non può quindi essere un buon cittadino che si ispira al qui e ora nella vita. La chiesa del tempo a differenza di quella moderna non aveva il valore del qui e ora, la sacralità della vita è un valore a cui la chiesa ha aderito da poco.Sbagliano quelli che distinguono l’intolleranza civile da quella religiosa, P. 205All’epoca l’intolleranza religiosa era accettata come un fatto inevitabile.Rousseau crede che la tolleranza civile non possa esistere senza la tolleranza religiosa, perché è impossibile avere una coesione sociale con qualcuno che riteniamo sia destinato all’inferno. Finché le chiese pretenderanno il dominio esclusivo della verità la pace sociale sarà a rischio. Le accuse che Rousseau muove sono giustificate dal contesto storico dell’epoca.

L’ EMILIOQuando Rousseau scrive le pagine sull’educazione aveva già avuto 4-5 figli, il primogenito nacque quando ancora non era uno scrittore. Vive quasi tutta la vita con una sarta analfabeta di nome Teresa. Tutti i figli avuti con lei li affiderà all’orfanotrofio, circostanza clamorosa per uno che scrive di pedagogia.

20

Page 21: Uomo e Societa in Jean

Voltaire disse infatti “il difensore dell’infanzia ha abbondonato i suoi figli”duro colpo d’immagine. Rousseau si giustifica dicendo:

All’inizio non aveva sufficienti mezzi economici. In seguito aveva deciso di dedicarsi al suo lavoro. Secondo Platone i figli dovevano essere educati dallo stato (motivazione

filosofica).Nel primo libro critica le madri che lasciano l’educazione dei figli alle balie.P.55 “ Chi non può assolvere ai doveri di padre non ha il diritto di diventarlo” la frase che ne segue è forse una sincera confessione dell’autore.Gli aristocratici si occupano sempre troppo poco dei figli, mentre la borghesia aveva un maggiore affetto filiale. Gli aristocratici consideravano i figli come un patrimonio. La tenerezza filiale si affermò nelle classi borghesi per prima: la mortalità infantile era spaventosamente alta, tra il 70/80% di morte prematura che contribuiva a legarsi meno alla prole. I bambini erano intercambiabili, ne muore uno e se ne fa un altro senza bisogno di drammi. La condizione dei bambini è cambiata intorno alla metà del 700 e solo all’interno della classe borghese, infatti la borghesia aveva più norme igieniche di contadini e aristocratici e di conseguenza un’aspettativa di vita più alta.Sottovalutazione della prole dovuta a tre fattori:

1. Alta mortalità infantile2. Avere più di un figlio poteva mettere a rischio la trasmissione ereditaria,

dividere un patrimonio significa indebolirlo per un aristocratico. Invece un borghese poteva pensare che il figlio arricchisse il suo patrimonio lavorando.

3. La prima causa di morte per le donne era il parto.Cinismo nei confronti dell’infanzia: indifferenza emotiva e sentimentale nei confronti dei bambini anche in filosofia. I filosofi non si interessano all’infanzia.Secondo Cartesio il bambino è dotato di volontà ma non di ragione, si muove nel mondo in un modo totalmente irrazionale, coltiva i sensi senza coltivare la ragione. Se nascessimo dotati di ragione saremmo esenti dagli errori e quindi secondo Cartesio la condizione dell’infanzia è da compiangere. Montagne: autore dei Saggi scritti in tre libri. Appartiene ancora a un pensiero aristocratico ma molti dei temi trattati si ritrovano nell’ Emilio.Il suo venticinquesimo saggio si intitolava “della pedagogia” e il ventiseiesimo “dell’educazione dei fanciulli”.SAGGIO “DELLA PEDAGOGIA” MONTAGNENon bisogna pensare all’insegnamento come all’arte di riempire qualcosa ma come ad accendere un lume nella testa del bambino. Non lo studio a memoria o a tappeto, si deve apprendere per la vita, a cosa serve leggere Aristotele e la Moderazione se poi non impari per la vita?! Il sapere della scuola non è specialistico, quello lo impari in un mestiere. I genitori prima della scuola devono dare al bambino la capacità di giudizio per diventare uomo. Il bambino deve fare esperienza di cose diverse e conoscere il mondo nelle sue forme. Deve

21

Page 22: Uomo e Societa in Jean

acquisire la capacità di non chiudersi nelle consuetudini ma di esserne estraniato. Secondo Montagne noi siamo la nostra struttura morale: quello che è giusto e ciò che è sbagliato. Montagne fi sindaco cattolico e quando doveva decidere della vita o della morte degli ertici preferiva tirarsi indietro, fare quel che è giusto. L’unica volta che provò l’impulso di vendicare qualcuno fu quando vide dei genitori per strada picchiare i figli. Gli istinti naturali sono moderati, le faide sono frutto di un sistema culturale che rende l’uomo crudele. Sono le voci della ragione, della pretesa cultura che rendono gli uomini delle belve. Secondo Montagne in sostanza ciò che conta è il corpo, quindi il primo male che si può infliggere è fisico. La civiltà, la cultura consiste nel tacitare il nostro senso di compassione naturale, fa in modo che siamo ciechi difronte al dolore altrui.Siamo davvero felici vivendo così? Per alcuni si e per altri no. L’educazione dovrebbe far si che un bambino non rimanga indifferente alla vista di un’esecuzione capitale. L’uomo non è naturalmente malvagio, quando lo è è la cultura che parla. Il bambino deve imparare a non riferire tutto a se stesso, a non essere il centro del mondo. Il bambino infatti impara molto presto a farsi obbedire piangendo e il pianto è una tendenza indispensabile a far attirare versi di sé l’attenzione. Per l’uomo la convinzione di essere centrale è connaturata. L’antropocentrismo per Montagne è visto come una follia. Come si fa a far passare questa follia al bambino? I no non arrivano dall’adulto ma sono una decisione delle cose. Sta qui la maestria del pedagogo: nel far capire che le cose non obbedisco ai capricci del fanciullo. Il bambino grazie alla lezione delle cose e alla sua esperienza imparerà ad orientarsi. Esperienza dunque e non spiegazione razionale.

Emilio opera priva di un filo logico, l’andamento è sparso. L’unità di percorso è data dal fatto che si segue l’immaginario bambino con un’immaginaria educazione da quando è appena nato in poi. Rousseau non è un autore rigoroso, l’unica unità è data dalla trama fittizia dell’Emilio. Rousseau svolge una funzione rivoluzionaria dal punto di vista della pedagogia, mostrando anche un’attenzione costante tra lo sviluppo fisico, il corpo, ed il carattere.Emilio vuole essere un manuale più che per i genitori per gli istitutori. Anche le cose meno importanti come l’alimentazione ci danno un vivido quadro della vita settecentesca. L’idea dell’Emilio è che nessuno prima aveva scritto sull’infanzia osservando come sono fatti e cosa fanno i bambini. I bambini della letteratura sono infatti descritti sempre con tratti generici.P.36 L’infanzia non si conosce, se comincerete a studiare i vostri allievi vi accorgerete di non conoscerli affatto, esorta Rousseau nella sua prefazione.Il primo libro è un preludio, Emilio compare solo un paio di volte.TEMI FONDAMENTALI DELL’EMILIO:

Non si deve confondere ciò che è abitudine con ciò che è natura. Non si può confondere ciò che tutti pensano o fanno con ciò che è naturale, può

22

Page 23: Uomo e Societa in Jean

essere vero di fatto o socialmente ma non è detto che sia così per natura. Anche se tutti fossero viziosi non vorrebbe dire che l’uomo lo sia. La cultura e la società iniziano a influenzarci prima ancora della nostra nascita e ci riducono a conformisti ma l’uomo per natura non è così. ( Rousseau ribadisce la difesa dello stato di natura).

Il male come rimedio del male. L’uomo è evidentemente corrotto dalla società e l’unico modo perché le cose migliorino è far si che la società progredisca. P.39 L’immagine è lucreziana, l’inizio è potente. Proprio dell’uomo è adattare, mutilare ciò che incontra e trova quindi non possiamo far altro che spingere più avanti la snaturazione dell’uomo. Rendere dunque il bambino un cittadino è la soluzione nonostante il rimpianto per la natura perduta.

Rousseau individua tre fonti dell’educazione:1. Naturale : sviluppo psicofisico, educazione ricevuta dalla natura stessa

in cui assistiamo a uno sviluppo del corpo e della mente.2. Le cose: quelle che ci castigano in sé (Es: sbaglio a mangiare un fungo).

Non è un’ educazione che viene da sé molto spesso l’adulto può modificare gli oggetti e l’ambiente intorno al bambino. Nel predisporre l’ambiente intorno al bambino il precettore comincia già a dare un tipo di educazione.

3. Umana: data attraverso precetti, divieti, premi , esortazioni, castighi, è quella che ci fornisce la nostra personalità sociale.

Per Rousseau le più importanti sono l’educazione delle cose e della natura. Ma l’educazione data dagli uomini ci deve comunque essere. Come possiamo diventare degli adulti nella società senza perdere la nostra libertà naturale? Come mantenere la naturalezza all’interno di un gregge? Stesso tema del contratto sociale.P.58 Il precettore deve essere giovane, secondo Rousseau puoi fare il precettore una sola volta nella vita. Come per Montagne si può avere un solo amico il rapporto tra il precettore e Emilio è totalizzante. Poiché nell’educazione della natura non possiamo intervenire facciamo in modo che la lezione delle cose e l’educazione degli uomini non contrastino ma accettino lo sviluppo naturale psicofisico del bambino. I bambini infatti venivano fasciati dalla testa ai piedi per impedire loro il movimento degli arti e a volte persino per appenderli. Oppure c’era un’assoluta proibizione dell’autoerotismo visto come grande nemico.P.44 “molto è impedire che non si faccia alcun ché” , è stata chiamata educazione negativa. Cioè quella in cui nel dubbio bisogna astenersi per non ostacolare il normale sviluppo. Una delle cose più sciagurate che fanno i genitori è affrettare lo sviluppo del bambino, la fretta è un atteggiamento dannoso che ”produce dei francesi”, ossia eccezionali bambini prodigiosamente precoci e adulti che saranno una nullità. Se un fanciullo impara solo dall’uomo il contatto con la realtà sarà solo intellettuale e gli mancherà la capacità di muoversi nel mondo.

23

Page 24: Uomo e Societa in Jean

L’educazione è radicalmente distinta dall’istruzione, quella dell’Emilio non è un’ educazione professionalizzante: prima di diventare prete, contadino o comandante ci deve essere un denominatore comune debbono essere tutti e tre esseri umani. Esiste un luogo dove possiamo essere tutti uguali. Educare all’uguaglianza significa educare a essere cittadini. Emilio potrebbe essere qualsiasi cosa avvocato o Re o contadino ma prima di tutto sarebbe un essere umano. C’è l’idea che la medietà sia un bene, i bambini dovrebbero fare tutti le stesse cose mentre all’epoca si pensava che l’educazione del figlio del re dovesse essere diversa da quella del contadino. “vivere è il mestiere che io gli voglio insegnare” P.45P.46 L’iperprotettività toglie al bambino la felicità della novità delle esperienze.Un punto critico:“io non vorrei mai un bambino malato” è una vita inutile e se noi siamo precettori di un infermo togliamo due persone utili alla società. Rousseau è spietato nell’applicare parametri medico e salutari all’educazione. Nel pensare che una persona malata sia inutile alla società Rousseau è tutt’altro che moderno..I figli non vanno mai abbandonati:Una balia non va bene e i padri non devono trascurare i figli. Rousseau pensa che il rapporto del bambino con la balia sia il rapporto che ti condiziona nel futuro in tutti gli altri rapporti. Il denaro dato alla balia corrompe l’affetto in più le madri per un fattore di gelosia cambiano spesso e volentieri la balia e per un bambino è deleterio cambiare la figura di riferimento. Infatti impara presto a fare i paragoni e capisce che ci sono adulti migliori o peggiori di altri e il bambino perde la fiducia nell’autorità dell’adulto.Pianto:Per Rousseau è naturale, è il modo che il bambino usa per soddisfare i suoi bisogni. P.53 I genitori di fronte al pianto hanno una reazione tale per cui il bambino ordina ancora prima di parlare o è terrorizzato ancora prima di saper agire. P.77-78 I bambini non debbono essere contrariati ma non bisogna neanche obbedirgli quando il bambino piange comincia con il farsi assistere e finisce con il farsi obbedire. Il bambino va assistito non servito, il bambino ha una tendenza a comandare sugli altri ma chi comanda è sempre il più debole perché non sa soddisfare i suoi bisogni da solo e li delega agli altri. La tendenza a esercitare la forza è maggiore in chi la forza non la possiedeIl bambino è amorale, non vuole fare né il bene né il male. Lui vuole soltanto fare, è definito in termini di attività. Sembra essere più bravo a distruggere ma in realtà è un eccesso di vita, è una forza creatrice: lui vuole cambiare tutto ciò che tocca. Il bambino non è cattivo non si può attribuire un giudizio morale a quella che è una sovrabbondanza di vita.Moderare i desideri:L’età che va dai dodici anni in poi secondo Rousseau è la migliore. Infatti chi ha dei bisogni più forti di ciò che lo rende felice secondo Rousseau è insoddisfatto.

24

Page 25: Uomo e Societa in Jean

Il bambino appena nato ha dei bisogni potentissimi e le forse di cui dispone sono nulle, è nella condizione di massima debolezza. Il bambino di 12 anni ha già la forza fisica abbastanza consistente ma i suoi bisogni sono ancora relativamente semplici rispetto a quelli complessi di un adulto. L’educazione deve agire sulla leva dei desideri per diminuirli oppure aumentare le forze a disposizione per soddisfarli. La felicità dipende dall’equilibrio fra forze e desideri. Ma è più difficile che le forze aumentino perché seguono l’andamento naturale. L’uomo più potente del mondo può essere quello la cui forza è minore. Il vivere sempre cercando qualcosa che non abbiamo per Rousseau è frutto di una cattiva educazione, mentre secondo Hobbes è la condizione naturale dell’uomo. Hobbes ritiene che non ci sia mai una completa soddisfazione in quello che si ha, la vita è un tendere in avanti, se non desideri più niente da conquistare sei morto. Questa per Hobbes è l’antropologia dell’uomo così com’è, mentre per Rousseau è l’antropologia dell’uomo corrotto dalla società.P.109 Concetto di emulazione:L’educazione è stata fino ad ora essenzialmente fondata su una passione, su un’emulazione che non può che portare a esiti negativi: per esempio se un bambino non è più bravo di un altro si sente un fallito se invece è più bravo vivrà prevaricando gli altri. Il successo consiste in un gioco, in un’altalena in cui se qualcuno scende tu sali. Il male degli altri comincia a diventare un’ovvia felicità. È il male della comparazione. I genitori partono dall’idea che il figlio deve essere il migliore mentre la felicità consiste nel raggiungere traguardi in senso positivo non comparativo. L’emulazione rende i bambini cattivi perché gli insegna che il loro successo può dipendere dalla caduta di un altro compagno. Rousseau condanna l’educazione istituzionale delle scuole perché rende i bambini competitivi. Già Spinoza aveva condannato i genitori che educano i propri figli all’emulazione. Secondo Rousseau il bambino nasce con dei desideri la società gli impone di desiderarne altri di carattere superfluo. L’educazione della società al primato rende le persone infelici perché non tutti possono essere i primi. Il bambino però in sé nasce con desideri corretti. Rousseau ha un’idea romantica secondo cui tutto ciò che viene dal cuore è naturale e un buon precettore deve operare una distinzione tra tutto ciò che è naturale e ciò che è artificiale, tra bisogno e capriccio leggendo nel cuore del bambino.In realtà potremmo obbiettare che il bambino non sa quello che vuole e non ha altro modo che imitare gli altri per capire che cosa vuole e che cosa no. Come il bambino decide che qualcosa gli piace? Per Rousseau spontaneamente, se esistono davvero desideri spontanei non dare a qualcuno ciò che vuole per natura significa reprimerlo. È l’idea che il desiderio sia sempre buono, della liberazione dell’uomo dalle regole, vietato vietare, idea che ha avuto grande ripresa nel 900. “il desiderio è una cosa buona” era una frase impensabile per il 1700.

25

Page 26: Uomo e Societa in Jean

Medicina: abbiamo disimparato ad accettare il dolore e la morte. La società facendoci balenare in testa l’idea di guarigioni ci mette addosso delle catene con il pretesto di salvaguardare la nostra salute, lo stesso fa la religione riguardo alla salute dell’anima.Competizione:ineliminabile dalla vita collettiva, come al solito l’unico rimedio al male è un altro male. Bisognerà quindi non eliminare la competizione ma perfezionarla e migliorarla. Se il premio non è l’essere arrivato prima ma è un dolce per esempio il bambino dopo un po’ scoprirà il piacere di dividerlo con altri. C’è l’idea di uno sport dilettantesco.Da P.111 a P.129La precocità è sempre un male, altera la natura del bambino. Il tono di Rousseau è anti intellettualistico: i libri parlano mentre i bambini devono imparare dalle cose. Non bisogna erudire il bambino riempendolo di cose, l’idea è di un’educazione attiva in cui il ragazzo interagisce con le cose.P.111Educazione negativa: non distogliere dagli impulsi naturali, non fate nulla e avrete fatto molto.P.126Fare del bene:Gli uomini più corrotti fanno favori. Fare del bene è sopravvalutato. Se c’è qualcosa che a Emilio non viene insegnato mai è compiacere qualcuno. È molto più facile non fare torti e male piuttosto che fare del bene.Posizione sulle favole:i bambini non le capiscono e se le capiscono si rendono conto che la morale è finta o viene capita solo dagli adulti condanna le favole.P.137-140Es: Il corvo e la volpe di La Fontaine, le favole tendono a mostrare i furbi sempre meglio dei buoni, sono spesso ciniche e presentano la virtù in modo peggiore rispetto all’astuziainsegnamento sbagliato.“imparate che ogni adulatore vive a spese di chi lo ascolta” è una frase troppo astratta per essere riferita a un bambino.Rousseau si riferisce anche al catechismo e all’educazione religiosa. Se un bambino non capisce la morale delle favole come può capire il concetto di trinità? Emilio non dovrà ricevere un insegnamento religioso fino a una certa età mentre all’epoca era considerato essenziale. Secondo Rousseau la religione non necessitava di una mediazionereligione senza chiesa.Significato concreto del linguaggio:il bambino non deve usare le parole per mascherare ciò che vuole o per imitazione e ripetizione. Le parole devono avere un senso.

26

Page 27: Uomo e Societa in Jean

Da P.170Educazione sensoriale: i sensi sono la porta verso il mondo, la fonte delle conoscenze umane sono i 5 sensi. I bambini nell’educazione comune vengono repressi nell’educazione sensoriale a vantaggio di imparare parole, parole, parole….Emilio invece deve andare in giro “a piedi nudi” e le cose del mondo agiranno su di lui tramite i sensi. Il bambino dovrà imparare a disegnare copiando dal vero non dai disegni, la geometria la imparerà dalle forme non da entità impossibili come il punto o le dimostrazioni. Non c’è nulla di innocente a presentare la geometria e il mondo in un certo modo: sollecita il dispotismo e l’autoritarismo, bisogna presentare il mondo così come il bambino lo vede.La fase del perché:Quando i bambini chiedono perché è un effetto di un’educazione sbagliata. Le parole sacre di Emilio non saranno mai perché ma “a cosa serve?”. Il concetto di utile roussoniano è molto ristretto: pratico e concreto.P.225 il “a che cosa serve” viene paragonato al “che cos’è” socratico. Rousseau istituisce un nesso fra l’interrogativo pragmatico e quello socratico. Il bambino prima di interrogare saprà già come Socrate che non gli verrà chiesto se conosce qualcosa ma a cosa serve conoscerla. Il bambino ha lo strumento per valutare la concretezza del suo sapere. Il problema non è sapere qualcosa ma capirla. “A che cosa serve” non è una domanda che verte sulle competenze dell’interlocutore ma sulle sue facoltà. Le domande di Socrate vertono sulla capacità di ragionare sulle cose. P. 192 Rousseau inserisce testualmente un passo di Plutarco, il tema è: mangiare la carne degli animali è giusto o non è giusto? Plutarco scrive tra il 1 e il secondo sec. e per diversi secoli è stato un autore famosissimo. Scrisse 3 saggi morali dedicati al rapporto uomo e animale:

1. Del mangiar carne, da cui cita Rousseau2. Gli animali usano la ragione3. L’intelligenza degli animali di terra e di mare.

Plutarco sostiene la scelta vegetariana: non si può estirpare la crudeltà fra gli uomini se siamo crudeli con gli animali. È un argomento più ,morale che dietetico. Gli animali sono sensibili e mostrano molta somiglianza con le nostre reazioni emotive. Mangiare la carne animale per sopravvivere è ammissibile ma farlo solo per il gusto no vicinanza con Rousseau.L’uomo è diventato onnivoro solo per un uso sociale: l’uomo non ha infatti una configurazione adatta per mangiare la carne. È rilevante il fatto che Plutarco si ponga una questione di carattere etico di fronte a una creatura che non è in grado di difendersi. Noi non rispettiamo nessuno finché non alza la voce, rispettiamo solo i più forti, gli animali non sono capaci di ribellarsi o lamentarsi. Si deve rispettare solamente chi ha forza oppure ha diritto di rispetto anche chi non può difendersi? Noi non abbiamo altra morale di quella di chi rispetta la forza. Ci comportiamo con tutti gli esseri solo in base a quanto li temiamo.

27

Page 28: Uomo e Societa in Jean

Questo è un insegnamento etico morale importante per Emilio non fare del male è più difficile che fare del bene. Rousseau mette in rilievo l’ipocrisia della società che esalta la morale mentre in realtà rispettiamo solo chi è più in alto di noi, Emilio deve essere consapevole che la carne non è una manna scesa dal cielo.Il precettore porta Emilio a lavorare la terra un giorno trovano tutto stappato e i loro semi spiantati dall’ortolano che dice “voi avete disossato il mio terreno per far crescere le vostre fave”. L’ortolano ha distrutto le fave e anche se Emilio e il precettore non sapevano che il terreno aveva già un proprietario l’ortolano ha ragione. La lezione che il precettore impartisce a Emilio è etica: il rispetto del lavoro altrui mostrando un caso di conflitto di proprietà. Il problema non è trovare un lavoro ma trovare un pezzo di terra, chi non lo possiede deve vivere in povertà. Emilio deve lavorare con le mani, il modello di vita più alto è l’artigiano perché garantisce come mestiere il minor radicamento sul territorio. Emilio facendo l’artigiano potrà viaggiare e non sarà mai costretto ad adulare qualcuno. P.249 Non serve a nulla fare un lavoro in cui c’è bisogno di avere l’approvazione altrui. L’artigiano non ha bisogno di compiacere i suoi clienti e di arriffarli, sarà libero. La comunità è fatta di raccomandazioni e di lavori. L’idea è che Emilio sia solo l’inizio, il punto di partenza per formare una società fatta d tanti Emili, per Rousseau è l’idea di un rinnovamento, mettere tanti abitanti sani non in una società corrotta, ma fuori in un villaggio in cui si riparte da zero.L’idea di Rousseau era di fare della Francia u paese di contadini con artigiani che girando davano ai cittadini gli utensili che occorrevano e demolire la società del commercio internazionale tentativo della riforma giacobina.Rapporto fra i sessi:Emilio naturalmente non avrà spontaneamente rapporti differenti con le donne, senza le convenzioni sociali le tratterebbe allo stesso modo degli uomini.Rousseau giudica le donne invece in base allo status che devono avere in società: schiave o padrone. Le donne per lui sono superiori o inferiori, questo non dipende da come sono in natura comunque ma dalla società. L’asimmetria tra uomo e donna non è naturale è sociale e bisogna accettarlo e comportarsi di conseguenza. “A che cosa serve” frase sacra. Esiste una risposta che Emilio e J. Jack il precettore si danno spesso senza vergogna: “non lo so”. Rousseau vede l’ignoranza come una grande risorsa dell’umanità. Se io a una domanda do una risposta non imparo qualcosa sull’argomento ma solo qualcosa sulla persona che mi risponde e si entra così in un dedalo di opinioni e pareri che ti dicono qualcosa in più sulla persona che hai davanti ma nulla di rilevante. Rispondere “non lo so” significa non mettersi in primo piano. Emilio deve imparare che la stima per il maestro non si fonda sulle risposte ma sulle esperienze che hanno in comune. Dal bambino ci si aspetta che sappia fare non che sappia. Avere sempre una risposta pronta può essere una forma di dominio in cui il bambino si annichilisce. L’autorità non si fonda su un divario di sapere. L’autorevolezza del

28

Page 29: Uomo e Societa in Jean

maestro è costituita dall’esempio e dalla complicità , cioè darsi completamente all’allievo. Rispondere non lo so fa parte di una dimensione sincera, non sono sopra di te perché so di più ma perché tu mi vuoi seguire e ti piace farlo. Educazione dei sensi: P.259 esempio del bastoneEmilio la lezione da imparare non è come arrivare a un giudizio corretto ma se sia giusto esprimere un giudizio. Il problema non è l’errore del giudizio ma e sia davvero necessario esprimerlo, anche la verità è un modo per schiacciare una persona. La condizione di indifferenza è naturale, perché dovrei pormi il problema di un giudizio? È meglio non sapere niente che sapere qualcosa, che cosa mi importa di saperlo? Ma ormai usciti dalla condizione naturale non possiamo più ragionare in questi termini: tutto ci importa.Rousseau cita Montagne: “il saper giudicare è la capacità di orientarsi, non di possedere la risposta ma di sapere in che direzione è”.

LIBRO 4A P. 337 contiene il brano più filosofico: “la professione di fede del vicario Savoiardo”.All’età di quindici anni Emilio vede il nascere di una vita affettiva diversa, è la tempesta delle passioni dell’adolescenza. Il tema essenziale sono le passioni: la descrizione di questo periodo è drammatica se il precettore allenta la presa sul ragazzo tutto è perduto. Rousseau arriva a chiamare l’adolescenza una seconda nascita e l’educazione di questo momento è importantissima. le passioni sono una parte connaturata della mente e dell’anima dell’uomo. Il problema non è eliminare le passioni, ma devono essere solo quelle naturali. Bisogna imparare a distinguere le passioni del se da quelle sociali. Le passioni naturali sono egoistiche, del se, sono quelle giuste, le passioni rivolte all’altro sono quelle artificiali. Le passioni giuste sono quelle che nascono dall’amor di se P.267.Il primo attaccamento per la nutrice o la mamma è utilitaristico, l’amore viene dopo. L’atto di nascita del pensiero è l’inizio della depravazione e della comparazione, cominciamo a fare delle graduatorie tra le persone. Per questo se sei il precettore di qualcuno lo sei tutta la vita.

Perdere tempo è il miglior modo per descrivere l’educazione che deve avere Emilio, la fretta di fargli imparare cose che ancora non può capire, l’educazione precoce è un errore. P.326 il caso della religione è il peggiore, infatti insegnare a un bambino il pater nostrum è un pessimo esempio: lo istiga alla superstizione e lo educa all’autorità (critica a Lock). Per il bambino tutte le cose che non riguardano i cinque sensi ma l’anima devono arrivare dopo. Il criterio pedagogico è che vengano prima le domande delle risposte. Emilio è sostanzialmente un bambino che cerca la pace e conosce più il sentimento della pazienza che quello della vivacità perché tanto le passioni arriveranno comunque. Emilio è più flemmatico che non collerico, deve essere come nel paragone con i giochi olimpici P.299 uno spettatore ma non nel senso che non

29

Page 30: Uomo e Societa in Jean

prenderà mai parte o non si indignerà delle ingiustizie. Comportarsi da spettatore è un buon atteggiamento durante la fanciullezza (vicino a Montagne). Emilio non dovrà mai fare parte di un gregge e non solo perché seguirebbe un pastore. P. 330, 327 Il bambino sceglierà la sua religione da adulto.

AMOREÈ l’idea di formare una prima coppia stabile che costituisce la sedentarietà. P.269 quando nasce il bisogno di una compagna finisce la vita naturale ed errabonda delle origini. L’adolescente prova inclinazioni per l’altro sesso ma può succedere anche che si innamori realmente. P.299 la ragione dell’uomo innamorato percepisce cose che l’uomo non innamorato non percepisce idea innovativa. Lo scegliere è il frutto di una comprensione intellettuale che oltre che dal cuore può essere indotta da dinamiche sociali. P.270 chi ama trascura e delude gli altri. Amare significa prediligere amare tutti significherebbe non amare nessuno. Se nel bambino c’è il sentimento dell’amore esclusivo significa che è stato piantato artificialmente, il bambino mantenuto nell’innocenza arriva all’età dell’amore forte di un sentimento di benevolenza verso tutti, verso il genere umano. Così a 15-16 anni le passioni saranno comunque accompagnate da un sentimento di benevolenza verso le persone. La migliore delle educazioni alla sessualità sarebbe se le domande sul sesso arrivassero insieme agli impulsi sessuali. La curiosità deve corrispondere al bisogno altrimenti è nociva.P.287 se il nostro Emilio però viene contagiato da favole precocemente bisogna dirgli la verità nella forma più schietta e brutale possibile o non rispondere affatto alle inutili curiosità.

È molto importante che il bambino non capisca troppo presto il suo ruolo (ricco o povero) nel mondo. L’educazione non deve dare eccessiva anticipazione sul futuro se si può bisogna isolare e preservare il più possibile l’infanzia. L’educazione non può sovvertire i rapporti sociali ma un bambino che si abitua all’idea di essere ricco sarà incapace di affrontare la miseria e la povertà, l’educazione a un certo status è sbagliata. P.335 Rousseau parla di se stesso: odiava i ricchi e i potenti credendoli felici ma impiega diverse pagine per spiegare che non lo sono e che in realtà la loro felicità dipende dagli altri. P. 306 non vuole che Emilio sia invidioso dei ricchi. I ricchi vivono male quello che hanno perché non danno valore alla vera indipendenza dello spirito. Rousseau non predica un’educazione al sentimento sociale. I poveri sono dal canto loro spesso carichi di sentimenti negativi. P.317 se Emilio è portato in una direzione è più verso i freddo che il caldo, le passioni arriveranno da sole. P.320 TEORIA UTILITARISTICADa tenere presente l’episodio della tunica di Ciro. Non ha senso prediligere una classe sociale quel che importa è che a nessuno venga fatto un torto. Non si

30

Page 31: Uomo e Societa in Jean

tolgono le ingiustizie con altre ingiustizie bisogna se mai agire su lungo periodo per abbassare le disuguaglianze non azzerarle ammettendo le ingiustizie.

RAPPORTI CON LA STORIA E LA SUA FINALITA NELL’EDUCAZIONE:la storia dell’epoca era o monumentale dei grandi fatti o biografica dei grandi autori. Rousseau la critica:

Il giovane ragazzo leggendo per esempio Tito Livio non capisce di cosa si stia parlando

Ciò che è inutile allontana l’allievo dal maestro che smetterebbe di ascoltarlo anche quando il maestro parla di cose utili. Usare troppe parole rovina la comunicazione

Rousseau crede che sia un errore imparare i giudizi come se fossero dei fatti bisogna distinguere i fatti dalle opinioni.

Storia e filosofia sono entrambe dottrine dogmatiche ed essere affascinati dalle opinioni di qualcuno significa riconoscere in esso una guida.

La storia che a Emilio interesserà sarà una storia locale e della sua famiglia. La filosofia sotto forma di sistema non ha motivo di continuare ad esistere. –Rousseau difende una filosofia che nasce dal basso. È la stessa critica che muove alla religione: esiste una religione ma non è quella della chiesa esiste una filosofia ma non è quella dottrinale. Il tono dell’Emilio non è quello di un filosofo ma di un conservatore, è lo stesso ripudio per le scienze del primo discorso. Emilio deve imparare che la filosofia non è un mestiere, non è qualcosa che si impara ma è un modo di vivere che tutti hanno anche chi non ne è consapevole. La filosofia è qualcosa che si vive nelle azioni di tutti i giorni.

31