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Università Iuav di Venezia Facoltà di Pianificazione del territorio Laurea specialistica in pianificazione e politiche per l’ambiente Laboratorio “bonifiche dei siti inquinati e programmi di riqualificazione urbana” Geografia dei siti contaminati in Italia Renato Gibin, dP - Università Iuav di Venezia - 13 gennaio 2006

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Laboratorio “bonifiche dei siti inquinati e programmi di riqualificazione urbana”

Geografia dei siti contaminati in Italia

Renato Gibin, dP - Università Iuav di Venezia - 13 gennaio 2006

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Geografia dei siti contaminati in Italia

Qual’è la dimensione del fenomeno? Problemi definitori: cosa sono i siti contaminati? Problemi conoscitivi: le fonti di informazione. Quanti sono e dove sono i siti contaminati italiani?

Alcuni casi esemplari: Milano, Bicocca Genova, Campi Firenze, Novoli Venezia, San Giuliano

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Geografia dei siti contaminati in Italia

Le fonti principali: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il

recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields”

statistiche ufficiali European Environment Agency, Progress in

management of contaminated sites, 2005 APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

reports EU/CLARINET (Contaminated Land Rehabilitation

Network for Environmental Technologies)

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Fuori i numeri…

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450.000 siti(US EPA, 2005)

1.000.000 siti (CLARINET,

2002)

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Fuori i numeri..

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Le dimensioni del fenomeno secondo CLARINET (2002)

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Problemi definitori

le statistiche utilizzano la definizione di sito contaminato di fonte normativa (sito contaminato, sito potenzialmente contaminato, sito di interesse nazionale, brownfield) la qualità del dato dipende dall’efficacia

della normativa e dall’efficienza della PA le normative nazionali sono diverse, alcune

non contemplano tutte le definizioni

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Problemi definitori

Le principali fonti normative italiane (vigenti): decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22

(Decreto Ronchi) D. M. 25 ottobre 1999, n. 471 (Regolamento

recante criteri, procedure e modalita' per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati)

L. 426/1998, L. 388/2000, D.M. 468/2001, L. 179/2002 (siti di interesse nazionale)

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Problemi definitori

sito contaminato è un “sito che presenta livelli di contaminazione

o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente naturale o costruito” (art.1, D.M. 471/1999)

il D.M. 471/1999 stabilisce i valori limiti di concentrazione delle sostanze oltre i quali il sito è considerato contaminato

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Problemi definitori

La logica: una tabella di valori limite di concentrazione

(per il suolo distingue 2 tipologie di uso)

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Problemi definitori

Se uno solo dei parametri è superato il sito è contaminato

Se (Arsenico > 20 mg) allora “sito contaminato”

Se (Arsenico <= 20 mg) allora non “sito contaminato”

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Problemi definitori

La logica “tabellare” non è l’unica possibile, una delle alternative è l’analisi di rischio sito specifica Consiste in uno studio dettagliato del sito,

finalizzato a verificare che non esistano rischi per la salute pubblica o l’ambiente.

Implica un’analisi dettagliata del sito, delle matrici ambientali, dei vettori di trasmissione (del suolo, delle acque, ecc.).

è ammessa anche dalla normativa italiana, seppure in casi particolari.

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Problemi definitori

Fenomeno di definizione normativa significa che perché un sito venga identificato come contaminato è necessario che: Si attivi il procedimento specifico; Il procedimento amministrativo attivato

riconosca il sito come contaminato.

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Problemi definitori

Il procedimento si avvia con una comunicazione, quando: Il responsabile o il proprietario comunicano il

superamento, anche accidentale, o il pericolo di superamento dei limiti tabellari;

Soggetti pubblici, nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, accertano il superamento dei limiti;

Il proprietario del sito chiede una trasformazione d’uso, ammessa dagli strumenti di pianificazione, verso utilizzi che prevedono limiti più restrittivi.

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Problemi definitori

Il procedimento continua con: Accertamenti preliminari e verifica della necessità di

interventi di messa in sicurezza di emergenza Realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di

emergenza Redazione del piano della caratterizzazione

Approvazione del piano della caratterizzazione Redazione del progetto preliminare di bonifica

Approvazione del progetto preliminare di bonifica Redazione del progetto definitivo di bonifica

Approvazione del progetto definitivo di bonifica e autorizzazione degli interventi

Realizzazione della bonifica Controllo di conformità e certificazione dell’avvenuta bonifica

Le approvazioni possono essere subordinate a integrazioni

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Problemi definitori

Dentro il procedimento il sito è definibile esclusivamente come “potenzialmente contaminato”, fino a quando la contaminazione non viene accertata.

L’accertamento della contaminazione può avvenire in diverse fasi del procedimento: nella notifica iniziale al proprietario del sito da parte di

un sogegtto pubblico; In seguito agli accertamenti preliminari per verificare la

necessità della messa in sicurezza di emergenza; In fase di caratterizzazione; Nel progetto preliminare (in caso di caratterizzazione

integrativa); In corso di bonifica.

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Problemi definitori

procedimento definizioneComunicazione

Sito potenzialmente contaminato se non è stata evidenziata la contaminazione

Eventuale messa in sicurezza di emergenza

Piano della caratterizzazione

Progetto preliminare di bonifica

Sito contaminatoProgetto definitivo di bonifica

Realizzazione della bonifica

Certificazione di avvenuta bonifica

Sito bonificato

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Problemi definitori

La forma del procedimento è essenzialmente la stessa per molte fattispecie: Sversamenti accidentali (ad esempio un incidente

stradale di un automezzo che trasporta sostanze chimiche);

Impianti industriali in attività, di qualsiasi dimensione;

Aree dismesse o in trasformazione d’uso, con precedenti attività potenzialmente inquinanti, a prescindere dalla loro dimensione (dal distributore di carburanti al grande impianto industriale)

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Problemi conoscitivi

Le fonti di informazione ufficiali: Anagrafe dei siti da bonificare, di competenza regionale

(art. 17 dlgs 22/1997 e art. 17 D.M. 471/1999) comprende i siti di interesse nazionale

Censimento dei siti potenzialmente contaminati, di competenza regionale (D.M. 185/1989), che serve alla redazione dei piani regionali di bonifica stima basata (anche) sul tipo di attività produttive svolte dovrebbe contenere anche le aree di raccolta, smaltimento

e trattamento dei rifiuti, ed i siti a rischio di incidente rilevante

i piani regionali di bonifica comprendono anche i siti contaminati

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Problemi conoscitivi

L’Anagrafe dei siti da bonificare È fondata sui procedimenti amministrativi

relativi ai siti contaminati; È realizzata con criteri definiti a livello

nazionale; È la fonte con la quale l’Italia contribuisce

alle attività EEA sulla materia dei siti contaminati;

Non è implementata completamente

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Quanti sono in Europa?Processin

g step 2002

Measures completed

Country estimated total

number

identified % identified estimated total

number

completed % identified pr. Inv.

estimated total

number

completed % identified

m.s.i.

estimated total

number

under progress

% identified

r.m.

% Measures

compl.

France 900.000 3.619 0,4 3.619 3.276 90,5 1.482 1.139 76,9 3.276 1.482 45,2 1.794 54,8

Iceland 100 5 5,0 3 3 3 - 3 100,0

Austria 30.000 1.870 6,2 20.000 255 1,3 2.500 98 3,9 2.500 56 2,2 70 2,8

Romania 40.000 3.833 9,6 1.855 855 46,1 200 50 25,0 100 50 50,0 50 50,0

Italy 100.000 14.017 14,0 9.812 2.643 26,9 5.888 609 10,3 2.944 847 28,8 1.214 41,2

Bulgaria 6.812 1.138 16,7 58 n.a. - n.a. n.a. - n.a. n.a. - n.a.

Sw eden 38.000 7.000 18,4 2.100 1.700 81,0 1.300 1.200 92,3 900 140 15,6 500 55,6

Denmark 30.000 5.810 19,4 14.000 7.213 51,5 6.794

Czech 4.978 1.253 25,2 159 13 500 321 64,2 87 17,4

Liechtenstein 100 30 30,0

Belgium-Fl 76.200 25.344 33,3 76.200 16.688 21,9 23.000 3.752 16,3 10.750 1.109 10,3 135 1,3

Lithuania 15.000 5.319 35,5 1.646 619 37,6 n.a. 73 - 73 5 6,8 62 84,9

Hungary 30.000 14.334 47,8 230 112

Spain 26.440 15.228 57,6 2.111 - 103 9 212

Sw itzerland 50.000 30.000 60,0 12.500 3.000 3.000 100 3,3

Netherlands 350.000 240.000 68,6 186.000 27.400 14,7 82.000 11.900 14,5 70.000 n.a. 9.300 13,3

Finland 25.000 20.000 80,0 400-500 2.000

Germany 362.000 304.091 84,0 n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a.

Norw ay 4.000 3.848 96,2 559 120 21,5 568 255 44,9 268 153 57,1 504 188,1

Malta 300 4 1 25,0 4 1 25,0 1 1 100,0 0,0

Slovenia 2.692 262 254 96,9 119 119 100,0

Latvia 255

Totale 2.091.622 696.994 33,3 330.726 61.186 18,5 120.061 19.545 16,3 94.315 4.285 4,5 22.825 24,2

Preliminary study Preliminary investigation

Main site investigation

Implementation of remediation measures

Fonte: EEA, Progress in management of contaminated sites (CSI 015) - May 2005 Assessment

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Quanto si spende per le bonifiche?

Fonte: EEA, Progress in management of contaminated sites (CSI 015) - May 2005 Assessment

Country 1999 2000 2002

Romania (a) 0,8 1,5Slovenia (b) 0,1 0,092Norway 0,4625Spain 15 20 33,54Germany (c) 57 Sweden 23 25 96Hungary 40 39 30France 239 290 635Bulgaria 36,9 50Austria 67 75 120Liechtenstein 0,33 Denmark 90 80 89Belgium-Fl 114,1 120 180,7United Kingdom 1.450 1.179 1239,9Netherlands 550 304 270Finland 30 60Estonia 1,23

totale 2.683,6 2.214,0 2.755,9Notes: (a) Romania: data from 1997 and 2000

(b) Slovenia: data from 1999 and 2001

(c) Germany: projection from estimates of expenditures from some of the ”Laender”

Expenditures per year (Mio EURO at 1995 prices)

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Quanto si spende per le bonifiche? (quota del PIL)

Fonte: EEA, Progress in management of contaminated sites (CSI 015) - May 2005 Assessment

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00

Norway

Slovenia (a)

Romania (b)

Germany (c)

Spain

Liechtenstein

Sweden

France

Finland

Denmark

Austria

Hungary

Netherlands

United Kingdom

Belgium-Fl (d)

Estonia (e)

Bulgaria

Expenditures per year (‰ spent of GDP)

1999

2001

2002

0,00 0,05 0,10 0,15

Norway

Slovenia (a)

Romania (b)

Germany (c)

Spain

Liechtenstein

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Chi paga?

Fonte: EEA, Progress in management of contaminated sites (CSI 015) - May 2005 Assessment

Breakdown of public and private remediation costs in selected European countries (2002)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Hungary

Austria

Netherlands

Sweden

France

Finland

Share of remediation expenditures

public

private

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Quanti sono in Italia?

Fonte: APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

Con piano di caratterizzazione

approvato

Con progetto preliminare

approvato

Con progetto definitivo approvato

Piemonte (f) (a)404 59 15 47 (b)

86 611

Valle d’Aosta 5 3 3 0 0 4 10

Lombardia (h) 1.826 475 165 40 123 112 915

Trentino Alto Adige 583 162 25 17 12 29 245

Veneto(h) 125 164 48 53 61 15 341

Friuli Venezia Giulia (h) 144 26 10 1 2 0 39

Liguria (h) 945 57 30 17 23 0 127

Emilia Romagna - 260 73 5 52 24 414Toscana 1.049 538 144 64 172 105 1.023Umbria 725 6 4 13 0 1 24Marche 1.574 (f) (f) (f) (f) - 104

Lazio 329 110 62 19 27 0 220

Abruzzo(h) (f) (f) (f) (f) (f) 3 (f)

Molise 9 2 11 0 2 1 16

Campania 1.324 60 138 11 20 3 232Puglia 566 (f) (f) (f) (f) (f) (f)

Basilicata(h) 890 (f) (f) (f) (f) (f) 117

Calabria(h) 696 (f) (f) (f) (f) (f) (f)

Sicilia(h) 721 57 3 3 0 5 68

Sardegna(h) 703 276 16 9 21 2 324

Italia 12214 2196 791 267 562 304 4830

Regione/Provincia autonoma Siti potenzialmente contaminati

Siti da bonificare inseriti o inseribili in anagrafeCon sola indagine

preliminareCon bonifica in corso Bonificati TOTALE

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Quanti sono in Italia?

Fonte: APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

Siti potenzialmente contaminatiRegione/ Provincia autonoma v.a. %Piemonte 0,0Valle d’Aosta 5 0,0

Lombardia (h) 1.826 15,0Trentino Alto Adige 583 4,8

Veneto(h) 125 1,0

Friuli Venezia Giulia (h) 144 1,2

Liguria (h) 945 7,7Emilia Romagna - 0,0Toscana 1.049 8,6Umbria 725 5,9Marche 1.574 12,9Lazio 329 2,7

Abruzzo(h) 0,0Molise 9 0,1Campania 1.324 10,8Puglia 566 4,6

Basilicata(h) 890 7,3

Calabria(h) 696 5,7

Sicilia(h) 721 5,9

Sardegna(h) 703 5,8

Siti contaminatiRegione/ Provincia autonoma v.a. %Piemonte 611 12,7Valle d’Aosta 10 0,2

Lombardia (h) 915 18,9Trentino Alto Adige 245 5,1

Veneto(h) 341 7,1

Friuli Venezia Giulia (h) 39 0,8

Liguria (h) 127 2,6Emilia Romagna 414 8,6Toscana 1.023 21,2Umbria 24 0,5Marche 104 2,2Lazio 220 4,6

Abruzzo(h) 0,0Molise 16 0,3Campania 232 4,8Puglia 0,0

Basilicata(h) 117 2,4

Calabria(h) 0,0

Sicilia(h) 68 1,4

Sardegna(h) 324 6,7

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Una particolare categoria di siti contaminati

I siti di interesse nazionale Sono siti di grande rilevanza ambientale,

sia per le superfici interessate, sia per le tipologie di contaminazione presenti.

I siti sono inseriti nel Programma Nazionale di Bonifica dei siti inquinati ex Legge 426/1998

Sono stati individuati con Leggi o D.M. applicativi di leggi

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Una particolare categoria di siti contaminati 50 siti di interesse nazionale

15 siti sono stati individuati dall’art.1 comma 4 della Legge 426/1998 riportati nell’allegato e nelle schede descrittive dell’Allegato B del D.M. 468/2001;

3 siti di interesse nazionale individuati dagli artt. 114 commi 24 e 25 della Legge 388/2000, riportati nell’allegato C e descritti nelle schede dell’Allegato D del D.M. 468/2001;

23 siti di interesse nazionale individuati dallo stesso D.M. 468/2001 sulla base dei criteri stabiliti dall’art.18 comma 1 lettera n) del D. Legislativo 22/97 e dall’art.15 D.M. 471/99, elencati nell’allegato E e descritti nelle schede riportate nell’allegato

9 siti previsti dall’art.14 della legge 31 luglio 2002, n.179

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Una particolare categoria di siti contaminati I siti contaminati di interesse nazionale hanno

una gestione separata dagli altri siti contaminati in quanto le operazioni di bonifica sono coordinate direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Le perimetrazioni dei 50 siti in questione sono state stabilite, sito per sito con decreti Ministeriali. I provvedimenti di perimetrazione sono stati emessi tra l’anno 1999 ed il 2002, ma la perimetrazione ha carattere di provvisorietà, e potrà subire modifiche in seguito alle attività di caratterizzazione.

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Una particolare categoria di siti contaminati

Gli interventi di interesse nazionale definiti prioritari dal programma nazionale di bonifica: messa in sicurezza d’emergenza bonifica messa in sicurezza permanente ripristino ambientale

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Una particolare categoria di siti contaminati

Messa in sicurezza d’emergenza: ogni intervento necessario ed urgente per

rimuovere le fonti inquinanti, contenere la diffusione degli inquinanti e impedire il contatto con le fonti inquinanti presenti nel sito, in attesa degli interventi di bonifica e ripristino ambientale o degli interventi di messa in sicurezza permanente (art. 2, D.M. 471/199)

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Una particolare categoria di siti contaminati

Bonifica: l’insieme degli interventi atti ad eliminare

le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle sostanze inquinanti presenti nel suolo, nel sottosuolo, nelle acque superficiali o nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori di concentrazione limite accettabili stabiliti dal presente regolamento (art. 2, D.M. 471/199)

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Una particolare categoria di siti contaminati Messa in sicurezza permanente:

insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti qualora le fonti inquinanti siano costituite da rifiuti stoccati e non sia possibile procedere alla rimozione degli stessi pur applicando le migliori tecnologie disponibili a costi sopportabili, secondo i principi della normativa comunitaria. In tali casi devono essere previste apposite misure di sicurezza, piani di monitoraggio e controllo, ed eventuali limitazioni d’uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici. I valori di concentrazione delle sostanze inquinanti nelle matrici ambientali influenzate dall’inquinamento derivante dai rifiuti stoccati non devono superare nel suolo, sottosuolo, acque sotterranee e acque superficiali i valori previsti nell’allegato 1; (art. 2, D.M. 471/199)

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Una particolare categoria di siti contaminati

Ripristino ambientale: gli interventi di riqualificazione ambientale

e paesaggistica, costituenti complemento degli interventi di bonifica nei casi in cui sia richiesto, che consentono di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d’uso conforme agli strumenti urbanistici in vigore, assicurando la salvaguardia della qualità delle matrici ambientali; (art. 2, D.M. 471/199)

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Una particolare categoria di siti contaminati Gli interventi sui siti interesse nazionale sono

finanziati con il concorso pubblico, in favore di: pubbliche amministrazioni, per interventi aventi ad

oggetto aree o beni pubblici; pubbliche amministrazioni che intervengono in

surroga di responsabili o proprietari; soggetti privati titolari di diritti reali su beni immobili

sui quali insistano manufatti ad uso residenziale, a condizione che la costruzione dei predetti manufatti o il cambio di destinazione d'uso siano avvenuti anteriormente all'entrata in vigore del D.M. 471/1999 e conformi alla vigente normativa urbanistica ed edilizia

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Dove sono i siti di interesse nazionale

Fonte: APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

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i siti di interesse nazionale - 1Regione/ Provincia autonoma (*) Nome Sito Riferimento normativo

Acqua Terra TotalePiemonte 1 Casal Monferrato L. 426/98 0 73.834 73.834

2 Balangero L. 426/98 0 314 3143 Pieve Vergonte L. 426/98 10.525 4.623 15.1484 Basse di Stura (Torino) DM Ambiente 468/01 0 135 1355 Serravalle Scrivia L. 179/02 0 74 74

Valle d’Aosta 6 Emarese DM Ambiente 468/01 0 14,5 14,5Lombardia 7 Sesto San Giovanni L. 388/2000 0 255 255

8 Pioltello – Rodano L. 388/2000 0 84 849 Cerro al Lambro DM Ambiente 468/01 0 6 610 Milano – Bovisa DM Ambiente 468/01 0 43 4311 Brescia – Caffaro L. 179/02 0 262 26212 Laghi di Mantova e Polo chimico L. 179/02 508 520 1.02813 Broni L. 179/02 0 13,5 13,05

Veneto 14 Venezia (Porto Marghera) L. 426/98 2.568 3.222 5.79015 Mardimago – Ceregnano (Rovigo) DM Ambiente 468/01 0 56,5 56,5

Friuli Venezia Giulia 16 Trieste DM Ambiente 468/01 1.196 502 1.69817 Laguna di Grado e Marano DM Ambiente 468/01 6.831 4.198 11.029

Liguria 18 Cengio e Saliceto L. 426/98 0 62 6219 Pitelli (La Spezia) L. 426/98 1.564 20.481 22.04520 Cogoleto - Stoppani DM Ambiente 468/01 167 45 212

Emilia Romagna 21 Sassuolo - Scandiano DM Ambiente 468/01a a a

22 Fidenza DM Ambiente 468/01 0 18 18Toscana 23 Piombino L. 426/98 2.015 827 2.842

24 Massa e Carrara L. 426/98 1.895 1642 3.53725 Livorno DM Ambiente 468/01 1.418 654 2.07226 Orbetello Area ex-Sitoco L. 179/02 271 64 335

Perimetrazione ha

Fonte: APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

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i siti di interesse nazionale - 2Regione/ Provincia autonoma (*) Nome Sito Riferimento normativo

Acqua Terra TotaleUmbria 27 Terni - Papigno DM Ambiente 468/01 0 655 655Marche 28 Basso bacino del fiume Chienti DM Ambiente 468/01 1.191 2.641 3.832

29 Falconara Marittima L. 179/02 1.166 108 1.274Lazio 30 Frosinone DM Ambiente 468/01 0 40 40Abruzzo 31 Fiume Saline e Alento DM Ambiente 468/01 778 1.137 1.915Molise 32 Cambobasso – Guglionesi II DM Ambiente 468/01 0 8 8Campania 33 Napoli Orientale L. 426/98 1.432 834 2.266

34 Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano (Ce-Na) L. 426/98 22.505 141.382 163.88735 Napoli Bagnoli – Coroglio L. 388/2000 1.494 995 2.489

36 Aree del litorale vesuviano L. 179/02a a

8.121Puglia 37 Manfredonia L. 426/98 853 303 1.157

38 Brindisi L. 426/98 5.590 5.733 11.32339 Taranto L. 426/98 6.991 4.383 11.37440 Bari - Fibronit DM Ambiente 468/01 0 15 15

Basilicata 41 Tito DM Ambiente 468/01 0 314 31442 Aree industriali della Val Basento L. 179/02 0 3.393 3.393

Calabria 43 Crotone – Cassano – Cerchiara DM Ambiente 468/01 1.452 866 2.318Sicilia 44 Gela L. 426/98 4.563 795 5.358

45 Priolo L. 426/98 10.085 3.366 13.45146 Biancavilla DM Ambiente 468/01 0 330 330

Sardegna 47 Sulcis – Iglesiente – Guspinese DM Ambiente 468/01 88.441 354.132 442.57348 Aree industriali di Porto Torres L. 179/02 2.741 1.830 4.571

Bolzano–Bozen 49 Bolzano DM Ambiente 468/01 0 26,5 26,5Trento 50 Trento nord DM Ambiente 468/01 0 24 24

Totale 178.240 635.260 821.622

Perimetrazione ha

Fonte: APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004

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i siti di interesse nazionale – le attivitàDenominazione sito Settore di attività Regione/ Provincia AutonomaCasale Monferrato Manufatti in cemento-amianto PiemontePieve Vergonte Chimico PiemonteSerravalle Scrivia Trattamento rifiuti PiemonteSesto San Giovanni Siderurgico LombardiaPioltello-Rodano Chimico LombardiaMilano Bovisa Distribuzione e fornitura di gas LombardiaBrescia-Caffaro Chimico LombardiaLaghi di Mantova e polo chimico Petrolchimico, Chimico LombardiaBroni Cementiero, produzione di manufatti in cemento-amianto LombardiaVenezia – Porto Marghera Chimico, petrolchimico, metallurgico, elettrometallurgico, meccanico, cantieristica navale, energetico VenetoTrieste Siderurgico, chimico, petrolchimico Friuli Venezia GiuliaCengio e Saliceto Chimico Piemonte-LiguriaPitelli Cantieristica navale, meccanico, chimico LiguriaCogoleto-Stoppani Chimico LiguriaFidenza Chimico Emilia-RomagnaSassuolo-Scandiano Ceramico Emilia-RomagnaPiombino Siderurgico, energetico, metallurgico, chimico ToscanaMassa e Carrara Chimico, petrolchimico, siderurgico, marmifero ToscanaOrbetello Chimico ToscanaTerni Papigno Siderurgico, chimico, tessile UmbriaFalconara Marittima Petrolifero, energetico MarcheBolzano Chimico Trentino-Alto AdigeTrento nord Chimico Provincia di TrentoCampobasso-Guglionesi II Trattamento rifiuti MoliseNapoli orientale Petrolchimico, meccanico, metalmeccanico, metallurgico, manifatturiero CampaniaNapoli Bagnoli Coroglio Siderurgico, chimico, cementiero, produzione manufatti in cemento-amianto CampaniaManfredonia Petrolchimico PugliaBrindisi Petrolchimico, chimico, metallurgico, energetico PugliaTaranto Petrolifero, siderurgico, cementiero PugliaBari-Fibronit Manufatti in cemento-amianto PugliaAree industriali della Val Basento Chimico Puglia-BasilicataTito Chimico BasilicataCrotone Cassano Cerchiara Chimico e petrolchimico CalabriaGela Petrolchimico SiciliaPriolo Petrolchimico e cementiero SiciliaAree industriali di Porto Torres Petrolchimico Sardegna

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

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Alcuni casi esemplari

Pirelli, Bicocca Firenze, Novoli Genova, Campi Venezia, San Giuliano

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Pirelli Bicocca

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Pirelli Bicocca: qualche numeroanagrafica del sito

denominazione PIRELLI – BICOCCA

localizzazione Nell'area nord-est milanese, al confine con il Comune di Sesto San Giovanni.

enti locali di competenza Comune di Milano

dimensione 717.000 mq (area Bicocca) 631.000 mq di SLP (area Bicocca), 145.223 mq di SLP (area ex Ansaldo)(1)

proprietà Privata (due diversi proprietari)

responsabile inquinamento Per 9 siti il proprietario è responsabile dell'inquinamento

destinazione d'uso Industriale

stato dell'attività Quasi tutte le aree sono dimesse dal 1985.

tipo di attività industriale Produzione impianti a pressione per centrali nucleari etc.; dipoli elettrici. Industria metallurgica Industria chimica Centrale termica di servizio Depositi, produzione e vulcanizzazione di pneumatici

informazioni sull'inquinamento e sul processo di bonifica

inquinamento Presenza di amianto e contaminazione dei suoli da idrocarburi, metalli, IP A, PCB, Composti Organoalogenati, Cianuri, solventi clorurati, solventi aromatici, aldeidi, Lane Minerali, oli minerali, aromatici, clorurati e fenoli

processo di bonifica Attivato su alcune aree dal responsabile, in alcuni casi da un soggetto interessato. Alcune aree sono in attesa di certificazione di avvenuta bonifica

elementi valutabili in sede di concertazione

localizzazione n.a.

vincoli al cambiamento di destinazione d'uso

n.a.

interessi espressi dalla pa e da soggetti locali

n.a.

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

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Pirelli Bicocca: qualche numero

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

Progetto

intervento previsto De-industrializzazione / re-industrializzazione (parte attiva)

nuova destinazione d'uso Pluri-funzionale (residenziale, commerciale, servizi pubblici e privati)

promotori Proprietario delle aree

informazioni sull'inquinamento e sul processo di bonifica

tipo di inquinamento Iidrocarburi, metalli, IPA, PCB, Composti Organoalogenati, Cianuri, solventi clorurati, solventi, aromatici, aldeidi, Lane Minerali,oli minerali, aromatici, clorurati, fenoli

area inquinata (m2) 417.970 Inquinamento falda

In alcuni casi la falda risulta inquinata (in un caso come agente inq. è indicato il triclorofluorometano, in un altro idrocarburi)

esecutore bonifica In alcuni casi il proprietario privatoEsec responsabile, in altri il terzo interessato

Esecutore operativo

PIRELLI (P)

tecniche utilizzate Per un'area è stata applicata la tecnica dell'ossidazione/riduzione chimica, per le altre quella di rimozione del terreno contaminato

lavori e tipologie di costi Costi di pre-urbanizzazione per: Demolizioni fabbricati (20 milioni per l'area Bicocca e 1,48 milioni per l'area ex Ansaldo) Interventi di bonifica (10 milioni per l'area Bicocca e 5,58 milioni per l'area ex Ansaldo) Costi di urbanizzazione: 132 milioni per l'area Bicocca e 20 milioni per l'area ex Ansaldo[1]

altre informazioni sull'intervento

strumenti e procedure per la realizzazione degli interventi di riqualificazione

Strumenti urbanistici

Modalità di attuazione

tempi per la realizzazione dell'intervento di riqualificazione

I tempi di realizzazione dell'intero intervento ammontano a circa 20 anni.

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

anagrafica del sito

denominazione EX AREA FIAT AUTO DI NOVOLI

localizzazione Periferia Nord – Ovest di Firenze

enti locali di competenza Comune di Firenze

dimensione 32 ettari

proprietà Prima Fiat Auto S.p.A. poi Immobiliare Novoli S.p.A. partecipata dalla Fiat (40%), dalla Novoli Investors (30%), dalla Cassa di Risparmio di Firenze (15%), dalla Sansedoni (10%) e dalla Banca Toscana (5%)

soggetto responsabile inquinamento

proprietario

destinazione d’uso Industria Meccanica

stato dell’attività Dismessa nel 1995

tipo di attività Produzione di pezzi meccanici per la trasmissione del moto negli autoveicoli quali trasmissioni, semialberi, tripodi e giunti omocinetici, barre di torsione per veicoli industriali.

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

informazioni sull’inquinamento e sul processo di bonifica

inquinamento Concentrazioni di:olii minerali in concentrazioni variabili (da alcune centinaia ad alcune migliaia di p.p.m.). Due (o tre) di queste aree concentrazioni più elevate (max 0,5%);idrocarburi localizzati in corrispondenza di serbatoi interrati; alcuni metalli (Zn, Cr, Pb) localizzati

processo di bonifica 1985: accordo di programma tra Futurauno (oggi Immobiliare Novoli) il Comune di Firenze e la Regione Toscana con oggetto dismissione dello stabilimento e bonifica ambientale, secondo L.R. 29/93 e successive delibere regionali di settore.1997: la società Futurauno richiede l’approvazione del Progetto di bonifica ambientale e l’inserimento dell’area nel Piano regionale di bonifica delle aree inquinate.1998: Approvazione del Progetto di bonifica con decreto della Giunta Regionale e definizione della destinazione d’uso residenziale (o assimilabile) 2000: Provincia di Firenze (settore ambiente) certifica l’avvenuta bonifica dell’area.

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

progetto

Intervento realizzato L’area è destinata ad un mix funzionale: nuovo Palazzo di Giustizia, il Polo delle Scienze Sociali dell’Università di Firenze, un albergo, spazi commerciali, unità residenziali, uffici direzionali, un parco pubblico di 12 ettari, parcheggi pubblici e pertinenziali.

Nuova destinazione d’uso Residenziale e mista

Promotori società proprietaria dell’area e Immobiliare Novoli S.p.A.

Distribuzione superficie Totale area 32 ettari

Totale progetto 32 ettari

edificata 900.000 mc

libera 12 ettari destinati a parco urbano

Ripartizione volumetrie Palazzo di Giustizia: 200.000 mc

Residenze ed attrezzature ricettive: 210.000 mc

Sedi Universitarie: 90.000 mc

Attività commerciali ed amministrative: 300.000 mcCentro Polivalente: 100.000 mc

informazioni sull’inquinamento e sul processo di bonifica

Tipo di inquinamento Terreni con presenza di olii minerali, idrocarburi e metalli pesanti

Terreno inquinato (m3) 21.270 m3 Inquinamento falda No

Esecutore bonifica Proprietà Esecutore operativo Teseco S.p.A.

Tecniche utilizzate Scavo e smaltimento in discarica di tutti i volumi di suolo contaminato.

Costo di bonifica Lo scavo e smaltimento in discarica di tutti i volumi di suolo contaminato venne a costare Lire 11.969.900.000 e fu sostenuto interamente da parte privata.

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

Costi dell’intervento di riqualificazione

COSTO TOTALE: 123.932 MLD

Fonti di Finanziamento COMUNE 28.834 MLD

RISORSE PRIVATE 71.248 MLD

Ministero LL. PP(bando PRU, D.M. 21/12/1994) 23.850 MLD

Strumenti e procedure per la realizzazione degli interventi di riqualificazione

Strumenti urbanistici Il progetto si colloca all'interno della variante al Prg per il recupero delle aree "Fiat" e "Carapelli", approvata con un primo accordo di programma, ex art. 27 L. 142/90, stipulato il 27 aprile 1993 tra Regione, Comuni di Firenze e Campi Bisenzio, Provincia di Firenze, e con un secondo accordo approvato con decreto della Giunta regionale n°1168 del 26 settembre 1994. (l’intero iter seguito è riportato nella tabella successiva)

Tempi per la realizzazione dell’intervento di riqualificazione

Periodo in cui l’area è stata non utilizzata

1996 - 1998

Tempi di promozione e tecnici precedenti all’inizio dei lavori

Dal 1984 al 1996

Tempi lavori (bonifica, urbanizzazione, opere)

Data inizio 1998 si stima che i lavori saranno ultimati entro il 2008

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

Data Attività Industriale Iter Urbanistico Iter Bonifica

1939 Inizio attività (produzione per fini bellici)

1945 Conversione dell’attività (produzione mezzi meccanici per autoveicoli)

1962 - PRG prevede per l’area un PP (effetti solo sulla viabilità). Fanno seguito numerosi PdL privati o convenzioni con il Comune per la realizzazione di attrezzature e servizi

1984 La Fiat decide di dismettere la fabbrica

1984/1986

Predisposizione della variante al PRG (Variante Nord-Ovest)

1985 Accordo con il Comune di Firenze:il Comune in cambio della cessione del terreno per il nuovo Palazzo di Giustizia e di una consistente parte di verde pubblico ha permesso alla Fiat di costruire sull’area a seguito del cambiamento delle destinazione d’uso.

Accordo con la Fiat:il Comune in cambio della cessione del terreno per il nuovo Palazzo di Giustizia e di una consistente parte di verde pubblico ha permesso alla Fiat di costruire sull’area a seguito del cambiamento delle destinazione d’uso.

1985/1989

- Studi di un piano specifico per il nuovo sviluppo dell’area:1985-88 proposta di Halprin ed altri1988-89 proposta di Ricci-Dallerba

1991 - Variante al PRG (variante di tutela, adeguamento degli standards e di recupero) – la volumetria dell’area Fiat passa da 1.025.000 mc a 900.000 mc.

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Firenze Novoli

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

Data Attività Industriale Iter Urbanistico Iter Bonifica

1992 La Fiat cede lo stabilimento alla società GKN Componenti Firenze S.p.a. dove le lavorazioni proseguono sino al 1995

Nuovo PRG

1993 La Fiat sigla un accordo di programma con il comune di Campi Bisenzio per il trasferimento dello stabilimento di Novoli

Variante al PRG

1994 - Pubblicazione del Piano Guida di Leon KrierLa proprietà affida la stesura del Piano Attuativo agli architetti Gabbetti e Isola

1995 Trasferimento dell’attività nella nuova sede

n.a. Alla GKN Componenti Firenze S.p.a. subentra, come proprietario dell’area di Novoli, la Futurauno S.p.a.

n.a. Alla Futurauno S.p.a. subentra, come proprietario dell’area di Novoli, la Immobiliare Novoli S.p.a. (developer del piano di recupero)

1996 La società proprietaria affida alla società Fisia l’incarico di condurre le indagini e le opere di monitoraggio

1998 Fideiussione bancaria per un importo di circa 12 miliardi di lireApprovazione del Progetto di bonifica Inizio lavori di bonifica

2008 Prevista la fine dei lavori

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Genova Campi

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

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Genova Campi

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

1988 – chiusura dello stabilimento siderurgico IRI L. 181/1989 – piano speciale di reindustrializzazione

nelle aree della crisi siderurgica 1989 il CIPI affida a Sviluppo Italia Aree produttive i

compiti: Acquisizione dell’area di Campi (21 ha) Bonifica Infrastrutturazione e lottizzazione dell’area; Cessione dei lotti a prezzo agevolato

1989, PTC Liguria prevede la realizzazione del polo tecnologico di Campi

1990, viene acquisita l’area ed inizia la bonifica

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Genova Campi

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

1988 – chiusura dello stabilimento siderurgico IRI L. 181/1989 – piano speciale di reindustrializzazione

nelle aree della crisi siderurgica 1989 il CIPI affida a Sviluppo Italia Aree produttive i

compiti: Acquisizione dell’area di Campi (21 ha) Bonifica Infrastrutturazione e lottizzazione dell’area; Cessione dei lotti a prezzo agevolato

1989, PTC Liguria prevede la realizzazione del polo tecnologico di Campi

1990, viene acquisita l’area ed inizia la bonifica

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Genova Campi

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

200.000 mq superficie edificata attività manifatturiera (39%), artigianato e

commercio ( 22,4%), alta tecnologia (12,8%) e servizi alle imprese (10,8%).

100 aziende piccole e medie 1860 addetti

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Genova Campi: il bilancio

Fonte: ricerca dP/APAT “Redazione di linee guida per il recupero ambientale e valorizzazione economica dei brownfields

COSTI Valore (in M€)

Acquisto dell'area 3,1

Demolizione e bonifica 11,8

Infrastrutturazione 10,3

Altri oneri vari 17,0

TOTALE COSTI 42,4

 

RICAVI Valore (in M€)

Vendita area 13,0

Vendita immobili 3,6

Vendita materiali recupero 9,8

Contributo legge 181/89 18,1

TOTALE RICAVI 44,5

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Venezia San Giuliano

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

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Venezia San Giuliano 1945-1955, discarica di rifiuti industriali e da

demolizioni, rifiuti urbani, rifiuti industriali da Porto Marghera

1955-1965, discarica di rifiuti industriali da Porto Marghera: gessi, calce da carburo, terre e scorie di fonderia

1965-1970, stoccaggio RSU 1970 – 1990, stazione di travaso per i rifiuti urbani

del centro storico

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

Iuav / fPT / cdLPPA / Geografia dei siti contaminati in Italia, 13 gennaio 2006

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Venezia San Giuliano Analisi effettuate nel 1985, 1993, 1994 e 1996

Nel 1996 le misurazioni evidenziano cocnentrazioni superiori alle soglie di accettabilità (normativa Regione Toscana) Suolo idrocarburi, metalli pesanti e solventi organici Acque fino a -4,5 metri dal livello medio mare: COD,

azoto ammoniacale e solfuri; Acque profonde: non contaminate secondo opinione

diffusa.

1,2 milioni di tonnellate di mc di suolo da rimuovere

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

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Venezia San Giuliano 1988-90, concorso internazionale per il parco di San Giuliano 1995, approvazione del piano guida del parco 1997, progetto esecutivo del primo lotto, finanziato con risorse

pubbliche (anche UE) 1998, iniziano i lavori Marzo 1999, cantiere sequestrato dalla magistratura Ottobre 1999, nuove regole: il d.m. 471/99 Dicembre 1999, il cantiere viene dissequestrato Febbraio 2000,si definisce il perimetro del sito di interesse

nazionaledi Marghera, San Giuliano è incluso 2000, il costruttore del primo lotto rescinde il contratto 2001, progetto di messa in sicurezza e bonifica nei termini del dm

471/99 2001, nuovo bando per I lavori Maggio 2004, viene inaugurato il parco 2005 … continua

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

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Venezia San Giuliano

Fonte: Comune di Venezia, Urban a Venezia, 2003

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Venezia San Giuliano

Fonte: Comune di Venezia, Urban a Venezia, 2003

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Venezia San Giuliano

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

La bonifica: bonifiche Hot spot (mercurio, zinco, cadmio,

PCB, idrocarburi) Messa in sicurezza permanente con capping

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Costo stimato: 77 M€ Finanziameni dei tre primi lotti

Programma comunitario “Urban Italia” 18.965.000 euro;

Comune di Venezia 10.247.000 euro; Regione Veneto 4.131.000 euro; Magistrato alle Acque di Venezia (marginamenti

sponde) 16.526.000 euro. Totale 49.871.660 Euro

Fonte: Gino Berro, Riequilibrio del territorio e potenziamento dei servizi ambientali: da discarica sofferta a distretto industriale

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Venezia San Giuliano

Fonte: www.parchidimestre.it

Il Piano Guida interessa un'area di 700 ettari di cui 475 ettari di terreno e 225 ettari di canali, barene e laguna.

L'area aperta al pubblico ha una superficie di 74 ettari ed e' suddivisa in Lotto A2 per 12.4 ettari e Lotto B1 ( escluso il futuro Polo Nautico ) per 61.6 ettari.

Le opere realizzate ed aperte al pubblico comprendono: Area di recupero ambientale messa in sicurezza: 30 ha

Lotto B1 area messa in sicurezza 19 ha Sono stati utilizzati 82500 mc di argilla per il capping e 10.843

mc di diaframma plastico di contenimento dei depositi tossico nocivi

Lotto A2 l'area messa in sicurezza 11 ha Movimenti terra: 1.099.784 mc

Lotto A2 207.021 mc Lotto B1 892.763 mc

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In sintesi: alcune questioni Tratti comuni ai casi descritti:

aree dismesse e progetti di trasformazione urbana: le aree dismesse sono occasione (richiedono?) rilevanti interventi di ridisegno urbanistico

tempi lunghi di gestazione, progettazione, realizzazione

C’è sempre un intervento pubblico, diretto o indiretto

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In sintesi: alcune questioni Aree contaminate

Un problema ambientale: i rischi per la salute e l’ambiente Aree dismesse contaminate (brownfields)

un problema ambientale: i rischi per la salute e l’ambiente; un problema di governo del territorio: la spirale del degrado

urbanistico e sociale; un’opportunità per il governo del territorio: una occasione per

il ridisegno urbanistico in aree dense (la distribuzione delle funzioni, la dotazione di servizi, gli standard)

Un’occasione per lo sviluppo sostenibile: il risparmio di suolo, la rinuncia ad utilizzare i greenfields, un limite alla diffusione

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Per concludere: alcune questioni Aree dismesse contaminate e intervento pubblico

Il dlgs 22/1997 ed il D.M. 471/1999 Il principio chi inquina paga

L’onere della bonifica è in capo al responsabile, o al proprietario (tramite l’onere reale)

La salvaguardia della salute e dell’ambiente In surroga interviene l’attore pubblico Che separatamente provvede al recupero delle spese per

le opere di bonifica

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Per concludere: alcune questioni Una questione delicata: la contaminazione come esternalità

negativa. Nel caso dell'area contaminata dismessa: l'area è stata un fattore

di produzione, ed ha progressivamente ceduto alla produzione un valore che è pari al costo della sua ricostituzione alle condizioni originarie.

La contaminazione è una esternalità perchè il costo della ricostituzione (o mantenimento) delle condizioni originarie del sito non è stato imputato correttamente alla produzione.

Terminata la produzione nell'area rimane una contaminazione, ed il valore dell'area ha il segno negativo del costo da sopportare per la sua ricostituzione, cioè il costo dell'intervento di bonifica .

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Per concludere: alcune questioni La definizione normativa della contaminazione, la

percezione delle esternalità, varia nel tempo, e ciò che era considerato legittimo ieri non lo è più oggi. La normativa italiana non distingue la contaminazione

rispetto al momento in cui è stata causata La Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del

Consiglio, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, distingue fra danni causati prima e dopo l’entrata in vigore (30/04/2007)

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Per concludere: alcune questioni In Italia, nonostante il principio “chi inquina paga”, l’intervento pubblico

è decisivo nella bonifica e valorizzazione delle aree contaminate dismesse. il problema non si pone quando, e accade, il responsabile della contaminazione

è un attore pubblico

Quando il responsabile è un altro soggetto l’intervento pubblico consente al developer di ottenere benefici finanziari superiori ai costi della bonifica e della valorizzazione: Con un intervento finanziario diretto Consentendo cambi di destinazione d’uso e volumetrie Localizzando funzioni pubbliche Con investimenti nelle infrastrutture

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Per concludere: alcune questioni Un approccio simile agli “impact fees” anglosassoni

negato (tranne recenti eccezioni) dalle norme applicato nella pratica senza il sostegno esplicito di modelli di valutazione

Generalmente l’accordo fra amministrazione locale e developer non tiene conto degli impatti dell’intervento di bonifica e valorizzazione: La rinuncia all’investimento pubblico in altri progetti urbanistici La redistribuzione dei diritti edificatori a sfavore di altri soggetti

E neanche degli effetti positivi della valorizzazione, come la variazione dei valori immobiliari (che potrebbe essere tassata)

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