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Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Scienze Infermieristich e Corso integrato di Metodologia Clinica Anestesiologia (a.a. 2007-2008) Dott. Lorenzo Pasquariello Direttore SSD Terapia del Dolore

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Università degli Studi di Torino

Corso di Laurea in Scienze

Infermieristiche

Corso integrato di Metodologia Clinica

Anestesiologia(a.a. 2007-2008)

Dott. Lorenzo PasquarielloDirettore SSD Terapia del Dolore

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Esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno effettivo o potenziale ai tessuti o descritta in termini di tale danno

(IASP, 1986)

Definizione

Il Dolore è…

Dott. Lorenzo Pasquariello

DEFINIZIONE

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Il dolore acuto

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Che cos’è

E’ quel dolore che induce a richiedere o desiderare una visita medica entro pochi minuti, ore o giorni dalla sua insorgenza

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Per quale motivo?

• E’ nuovo, mai provato in passato e genera ansia (es. dolore al precordio)• E’ insopportabile (es. colica renale o epatica, aneurisma dissecante) e ogni tentativo di alleviarlo da soli è inefficace (mediante cambi di postura, riposo o analgesici da banco)• E’ continuo o ricorre molto frequentemente con poussées violente• La sede del dolore è allarmante (torace, addome, occhi)• I sintomi e i segni che lo accompagnano sono allarmanti (nausea, vomito, convulsioni, cefalea, febbre, sudorazione, diarrea ematica• Il contesto è allarmante (es. familiarità per decessi con sintomi simili)

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Il dolore acuto è da sedare subito?

No, se la diagnosi non è ancora certa ed è necessario per seguire il decorso della malattia e un suo eventuale peggioramento

Si, una volta effettuata la diagnosi e deciso il trattamento più idoneo (medico o chirurgico)

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Dolore acuto postoperatorio

E’ il più studiato e trattato

Il suo controllo ottimale:• Migliora il decorso postoperatorio• Accorcia i tempi di degenza• Permette un risparmio in termini sia economici che di risorse umane dedicate all’assistenza

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Dolore da trauma

Non è tra i più trattati precocementeMolte volte viene sottotrattato perché chi dovrebbe farlo è preso dalle faccende burocratiche relative al ricovero o viene distratto da altre procedure relative al soccorso del feritoNel paziente non cosciente non viene riconosciuto

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Dolore da procedura

Completamente misconosciuto o sottotimatoOgni giorno vengono eseguite migliaia di procedure che provocano dolore (incannulamenti venosi periferici o centrali, toracentesi, iniezioni di mdc, biopsie, posizionamento di sng, cateterizzazioni, prelievi ematici, indagini invasive, terapie di riabilitazione) senza che il paziente venga adeguatamente protetto dal dolore

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Dolore da parto

Scontro tra filosofie opposte:• dolore “necessario” o “finalizzato”, da vivere come momento di crescita• dolore “inutile” da sedare con le moderne tecniche analgesiche epidurali

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Cosa succede se non tratto il dolore acuto?

Se il dolore non viene trattato entro breve tempo, insorgono dei meccanismi all’interno del SNC che fanno diventare il dolore cronico, cioè esso stesso malattia

Nevralgia herpetica

Nevralgia postherpetica

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Il dolore non correlato a neoplasieEpidemiologia, cause, rilevanza clinica

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Definizioni• Dolore: spiacevole esperienza sensoriale ed

emotiva associata a danno effettivo o potenziale ai tessuti.

• Dolore Cronico: dolore perdurante da almeno sei mesi

• “Più a lungo durerà il dolore, maggiore la possibilità che fattori psicologici influenzino la sua percezione.”

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Esempi di Dolore CronicoEsempi di Dolore Cronico

DOLORE DEGENERATIVO muscolo/osteo/articolare

DOLORE NEUROGENO

DOLORE DA ISCHEMIA CRONICA

DOLORE DEGENERATIVO muscolo/osteo/articolare

DOLORE NEUROGENO

DOLORE DA ISCHEMIA CRONICA

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L’impatto del dolore cronico

Fisico

Debolezza

Disturbi del sonno

Disturbi dell’appetito

Disturbi del movimento

Sociale

Isolamento

Dipendenza

Senso di colpa

Psicologico

Paura

Depressione

Ansia

Ridotta aspettativa

di vita

Economico

Perdita del lavoro

Consumo di farmaci

Bisogno di assistenza

Visite specialistiche

Dolore cronico

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Alcuni dati epidemiologici

• Circa il 10 % della popolazione mondiale soffre di dolore cronico

• Circa l’1 % della popolazione mondiale è

resa invalida dal dolore cronicoTimely Data Resources, 1997; File 465: Incidence and Timely Data Resources, 1997; File 465: Incidence and

PrevalencePrevalence

• Il 25 - 30 % della popolazione dei paesi occidentali soffre di dolore cronico

Bonica JJ. The management of pain, 2nd ed. Philadelphia: Bonica JJ. The management of pain, 2nd ed. Philadelphia: Lea & Febiger, 1990: 159 - 197Lea & Febiger, 1990: 159 - 197

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1. Il dolore che persiste perché non può esserne eliminata la causa...

• le malattie degenerative (per esempio l'artrosi che non potendo essere guarita continua a causare dolore indefinitamente)

• le malattie tumorali e le patologie da danno nervoso

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2. Il dolore dato da alterazioni dei meccanismi di trasmissione

• Dolore da arto fantasma

• Le cefalee

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3. Il dolore associato a terapie specifiche.

• Dolore da trattamenti antitumorali

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EFFETTI DEL DOLORE CRONICOEFFETTI DEL DOLORE CRONICO

Aumento della frequenza cardiaca

Ansia / Depressione

Aumento della pressione sanguigna

Problemi di occupazione e relazionali

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CONTROLLO DEL DOLORE CONTROLLO DEL DOLORE CRONICOCRONICO

Il dolore cronico può essere controllato mediante due dispositivi.

• Sistema di stimolazione del midollo spinale (SCS): utilizza un elettrocatetere impiantato per inviare stimolazioni elettriche a bassa frequenza nel midollo spinale così da lenire il dolore. Tale terapia è particolarmente indicato nei casi di pazienti affetti da un particolare tipo di dolore detto “neuropatico” (risultante cioè da un’effettiva lesione dei nervi o da un’alterazione della funzionalità nervosa).• Terapia mediante DAS: utilizza una “pompa” impiantata che somministra morfina al midollo spinale. Tale terapia è particolarmente indicata per la cura di dolore derivante da irritazioni, traumi alle fibre nervose,o lesione dei tessuti ( es. dolore di origine oncologica detto “nocicettivo”). Il DAS è inoltre particolarmente utilizzato nel trattamento della spasticità perché, oltre che della morfina, consente la somministrazione di un particolare farmaco detto baclofene.

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CRITERI DI SELEZIONE DEI PAZIENTICRITERI DI SELEZIONE DEI PAZIENTI

Affinchè entrambe le terapie diano dei risultati positivi è indispensabileche i pazienti vengano selezionati accuratamente.Vengono pertanto riportati di seguito i criteri di selezione generali:•Le terapie più conservative sono fallite•Non è indicato un ulteriore intervento chirurgico•Non ci sono gravi problemi di assuefazione a farmaci• Non esistono controindicazioni di tipo psicologico•Non esistono controindicazioni all’impianto•Il paziente è consapevole del fatto che il trattamento ridurrà il dolorema non lo eliminerà né risolverà il problema principale.•Il paziente è disposto a collaborare con l’equipe medica•Lo screening di prova è risultato positivo•Il paziente ha un ‘aspettativa di vita di almeno tre mesi

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Terapia antalgica invasiva

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2 modi di intervenire

• Tecniche di neuromodulazione

• Tecniche di neuroablazione (neurolesive)

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Qual’é la differenza?

• Le tecniche di neuromodulazione modificano il flusso di afferenze nocicettive stimolando il sistema antinocicettivo endogeno.

• Le tecniche neurolesive interrompono selettivamente le vie della nocicezione con risparmio delle fibre afferenti per il tatto e la propriocezione e delle efferenti motorie e simpatiche.

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Tecniche di neuromodulazione

• neuromodulazione farmacologica: somministrazione di farmaci per via peridurale,

subaracnoidea, ventricolare.

• neuromodulazione con stimolazione elettrica: PNS (peripheral nerve stimulation) SCS (spinal cord stimulation)

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Neuromodulazione farmacologica: somministrazione peridurale di farmaci

Lo spazio peridurale circonda a manicotto la dura madre in tutta la sua lunghezza

Vi si possono introdurre diversi tipi di farmaci: i più frequentemente usati sono anestetici locali, steroidi, oppiacei, da soli o in associazione

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Lo spazio peridurale

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Lo spazio peridurale é delimitato all’interno dalla dura madre e all’esterno dal periostio del canale

vertebrale e dai ligamenti gialli

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• Dolore tissutale (muscolo-scheletrico o viscerale)

post-operatorio, post-traumatico colica renale oncologico

• Dolore radicolare (neurogeno, origina dall’eccitazione dei nerva nervorum o dai neorecettori di una radice)

radicolopatia cervico-brachiale sciatica Herpes Zooster

Somministrazione peridurale di farmaci:

Indicazioni

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Somministrazione peridurale di farmaci : dolore tissutale

• Nel dolore post-operatorio, post-traumatico o nella colica renale é indicato il posizionamento di un catetere peridurale centrato sui dermatomeri interessati .

• Attraverso il catetere é possibile somministrare an. locali ed oppiacei in bolo o in infusione continua (elastomero o pompa infusionale)

• Nel dolore oncologico la via peridurale é indicata come provvedimento definitivo solo nei pazienti terminali ( aspettativa di vita di pochi giorni o settimane)

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Somministrazione peridurale di farmaci: Dolore radicolare

Il dolore radicolare é controllato dal blocco di una specifica radice nello spazio peridurale

Si parla di:

BLOCCO PERIDURALE SELETTIVO - piccolo volume di A.L. + triamcinolone (Depot) 80

mg - blocco della radice vicina alla sede di iniezione - pain relief senza analgesia

- non deficit motori, non ipotensione

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Dolore radicolare: localizzazione del dolore nella lombosciatalgia

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Controindicazioni assolute all’impiego della via peridurale

• alterazioni del sistema coagulativo• ipopiastrinemia• assunzione di farmaci anticoagulanti orali• infezione locale in sede di inserzione dell’ago

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Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci

Posizionamento nello spazio subaracnoideo di

un catetere che viene collegato a un sistema di infusione esterno o a un sistema totalmente impiantabile per la somministrazione continua di farmaci.

E’ da preferirsi alla via peridurale nei trattamenti a lungo termine per la minore incidenza di complicanze infettive e infiammatorie locali.

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Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci

Quando usare la via intratecale?

quando le dosi di farmaco richieste per via sistemica sono così alte da provocare intollerabili effetti collaterali

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Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci

Perchè usare la via intratecale?

perché la dose di farmaco richiesta puòessere ridotta molte volte rispetto alla via sistemica:-massima efficacia con minimo dosaggio-riduzione degli effetti collaterali

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Neuromodulazione farmacologica: infusione intratecale di farmaci

Quali farmaci somministrare?

morfina ed altri oppiaceibaclofene anestetici localiAltri (ketamina, clonidina, etc)

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Infusione intratecale di morfina:indicazioni

Dolore oncologico: nel 2 -6 % dei pazienti neoplastici il dolore non é

controllato dalla somministrazione di oppiacei per via sistemica.

Dolore non oncologico:Dolore cronico benigno ( nocicettivo, misto o

neuropatico) NON RESPONSIVO

L’1% della popolazione mondiale è resa invalida dal dolore cronico

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Infusione intratecale di morfina: indicazioni

Dolore cronico benigno:Osteoporosi con crolli vertebraliStenosi del canale vertebrale non trattabile chirurgicamenteFBSS (dopo SCS)Lesioni plessiche (prima/dopo SCS)Polineuropatie (dopo SCS)Sindromi dolorose regionali complesse (dopo SCS)Neuropatie trigeminali atipicheDolore nocicettivo Arto fantasma dolorosoSpasticità

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SISTEMA IMPIANTABILE DI INFUSIONE SISTEMA IMPIANTABILE DI INFUSIONE DEI FARMACI (DAS)DEI FARMACI (DAS)

Questa teoria si basa sul presupposto che il corpo umanoproduce autonomamente sostanze antidolorifiche detteEncefaline che si legano ai recettori degli oppiacei edinibiscono il rilascio della sostanza P.La sostanza P trasporta gli impulsi dolorosi ai tratti spinoTalamici i quali, a loro volta, li trasportano al mesencefaloe al talamo. Il talamo trasmette il segnale agli altri centriCerebrali tra cui la corteccia cerebrale dove i messaggiVengono percepiti ed integrati.

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tecniche di somministrazione di oppiacei per via intratecale

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Pompa totalmente impiantabile per la somministrazione intratecale di farmaci

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TERAPIA SCSTERAPIA SCS

La S.C.S.(Spinal Cord Stimulation) è una tecnica antalgica neuromodulatoria che negli ultimi 35 anni (1967 data del primo impianto di neurostimolatore midollare sull’uomo ad opera di Shealey), ha sensibilmente ampliato i propri campi di utilizzo con dati e casistiche della letteratura sempre più incoraggianti.La metodica, che utilizza come principio attivo l’energia elettrica, può essere definita con una espressione suggestiva ma efficace, una “manipolazione afferenziale” di grande utilità per l’algologo nella gestione del dolore cronico benigno, a componente prevalentemente neuropatica .Il meccanismo d’azione della metodica, pur non avendo ancora al momento evidenze inconfutabili, pare sia legato comunque alla teoria del “cancello midollare “ di Melzack (gate control theory) e quindi al concetto secondo il quale la stimolazione afferenziale delle fibre di grosso calibro (A d) inibisca l’entrata di impulsi veicolati dalle fibre nocicettive di piccolo calibro (C).

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Neuromodulazione con stimolazione elettrica:

Cronologia

• 1967 Shelden PNS Ganglio di Gasser Wall e Sweet PNS rami di nervi spinali Shealy SCS• 1973 Mazaars et al. DBS• 1974 Shealy TENS per valutare risposta a SCS• 1976 Burton TENS come metodica autonoma

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Neuromodulazione con stimolazione elettrica: meccanismo d’azione

Molte teorie, nessuna certezza!• Teoria del cancello (Melzack e Wall 1965) la stimolazione delle afferenze mieliniche chiude il cancello alle

informazioni che percorrono le afferenze amieliniche.

• Teoria della liberazione di oppioidi endogeni• Teoria del blocco di conduzione delle

afferenze sensitive

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Neuromodulazione con stimolazione elettrica:

indicazioni

• E’ efficace nel dolore radicolare sia neurogeno (tipo nerve trunk pain) che neuropatico (da lesione nervosa periferica per la presenza di neuromi, traumi chirurgici o accidentali)

• Non sopprime il dolore da stimolo nocicettivo improvviso (incident)

• E’ efficace nel dolore ischemico in quanto provoca vasodilatazione da probabile inibizione delle fibre simpatiche vasocostrittrici a livello segmentale

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Neuromodulazione con stimolazione elettrica:

SCS (Spinal Cord Stimulation)

• La SCS prevede l’impianto di elettrodi nello spazio peridurale

• Nata come metodica “a cielo aperto” si esegue oggi quasi sempre con tecnica percutanea

• Il controllo del dolore non si accompagna a deficit sensitivi

• Il successo della SCS é subordinato all’integrità delle afferenze sensitive provenienti dalla regione da stimolare (evocazione parestesie)

• Non funziona nel dolore da deafferentazione

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Spinal Cord Stimulation:Indicazioni

• Failed back surgery syndrome (indicazione più frequente negli U.S.A)

• Arteriopatie obliteranti degli arti (indicazione più frequente in Italia)

• Sindrome da lesione di nervi periferici (avulsione incompleta di plessi)

• Sindromi dolorose regionali complesse• Dolore da amputazione (moncone doloroso e sn.

dell’arto fantasma)• dolore da lesioni midollari (purché metamericamente

circoscritto)• Neuropatia diabetica, post herpetica• Angina

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SCS: descrizione della tecnica

In anestesia locale, con il paziente in posizione prona l’elettrodo viene introdotto con tecnica percutanea nello spazio peridurale e spinto nella posizione desiderata (controllo radioscopico). La stimolazione deve produrre parestesie nel territorio interessato.

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SCS: diversi tipi di elettrodi

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Tecniche neurolesive o di neuroablazione

le tecniche neurolesive provocano l’interruzione irreversibile della via nocicettiva

Agenti neurolitici: fisici: pressione meccanica corrente a radiofrequenza chimici: alcool, fenolo

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Tecniche neurolesive:corrente a radiofrequenza

• Un dispositivo a radiofrequenza è costituito da un generatore di corrente collegato a un elettrodo a filo, isolato per tutta la sua lunghezza eccetto la porzione terminale che rimane scoperta.

• Quando la punta dell’elettrodo si trova nel tessuto nervoso, l’impedenza del tessuto fa sì che la corrente che passa dal generatore al tessuto produca calore in quest’ultimo.

• Se la temperatura raggiunta nel tessuto nervoso supera i 44°C si determina una lesione irreversibile

• I rapporti fra elettrodo e tessuto nervoso condizionano la termolesione.

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Neurolesione con corrente a radiofrequenza:termodenervazione delle faccette articolari

Facet Syndrome con questo termine si intende una patologia dolorosa

lombare a carico delle articolazioni intervertebrali posteriori comunemente note col nome di “faccette articolari”

Patogenesi: osteoartrosi, degenerazione discale, eventi

traumatici che provocano sovraccarico, distorsione o irritazione a carico dell’articolazione o delle membrane sinoviali

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Termodenervazione delle faccette articolari:

Facet Syndrome:clinica

• Dolore lombare in corrispondenza delle faccette articolari evocato dalla digitopressione.

• Dolore riferito all’inguine,alla radice della coscia e alla regione glutea

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Immagini artrografiche : proiezione obliqua e anteroposteriore

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Termodenervazione delle faccette articolari:

tecnica• 1° fase blocco diagnostico con anestetico

locale e corticosteroide depot.

Si tratta di infiltrazione anestetica della branca mediale del ramo primario posteriore del nervo spinale

• 2° fase neurolisi della branca mediale mediante termolesione (60°-90° per 90 sec.)

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Termodenervazione delle faccette articolari:

risultati

I dati riportati dalla letteratura sono contrastanti:

Si può affermare con ragionevole sicurezza che la termodenervazione delle faccette articolari é indicata in pazienti non trattati chirurgicamente con interventi di discectomia o stabilizzazione vertebrale e che i risultati a breve termine sono migliori di quelli a lungo termine forse perché il nervo articolare di Luschka rigenera.

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Neurolisi del plesso celiaco e dei nervi splancnici

• La neurolisi del plesso celiaco fa parte delle neurotomie viscerali,cioé di quelle tecniche che hanno come obiettivo l’interruzione delle afferenze sensitive provenienti dai visceri.

• Il plesso celiaco raccoglie le afferenze dai visceri addominali (stomaco, fegato, colecisti, pancreas, reni, surreni, piccolo e grosso intestino) e le convoglia al sistema nervoso centrale attraverso i nervi splancnici.

• Inoltre emette fibre centrifughe simpatiche che conducono le efferenze simpatiche ai visceri.

• Il plesso celiaco si trova nello spazio retroperitoneale, all’altezza del corpo di L1, davanti all’aorta e ai pilastri del diaframma

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Plesso celiaco e splancnici

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Neurolisi del plesso celiaco:Indicazioni e tecnica

Indicazioni: Dolore viscerale neoplastico con elettivaindicazione nel K pancreatico

Tecnica:Blocco per via anteriore TAC guidatoBlocco per via posteriore transaortico secondo IschiaBlocco degli splancnici

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Neurolisi del plesso celiaco:Complicanze

• Complicanze transitorie Ipotensione ortostatica, più frequente con il blocco degli

splancnici (50%) che con il blocco del plesso celiaco (10-12%)

Diarrea più frequente dopo blocco del plesso celiaco per via transaortica (50-65 %) che degli splancnici (5-25%)

• Complicanze gravi: paraplegia flaccida probabilmente dovuta a mielopatia

ischemica nel territorio dell’arteria spinale anteriore. (Rara, 6 casi in letteratura)

coinvolgimento del plesso lombosacrale per diffusione retrograda del neurolitico

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Neurolisi del plesso celiaco e degli splancnici:

risultati

• Ottimi risultati quando il dolore é ancora solo viscerale (fase precoce)

• Il blocco non elimina la componente extraviscerale del dolore, legata all’infiltrazione di strutture somatiche da parte del tumore in fase avanzata

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Tecniche neurolesive:

Alcune tecniche per l’esperienza e il lungo tirocinio richiesto all’operatore, sono riservate a centri altamente specializzati dove vengono eseguite routinariamente

• Cordotomia cervicale percutanea

• Termorizotomia trigeminale

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LA VALUTAZIONE DEL DOLORE, TEORIA E PRATICA

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Perché valutare il dolore ?

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1°Valutazione “qualitativa”, per diagnosi

2°Valutazione “quantitativa”, per terapia

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(valutazione “qualitativa”):

che tipo di dolore è ?

CARATTERISTICHE CLINICHE

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DOLORE NOCICETTIVO o FISIOLOGICO(da stimolo dei recettori del dolore distribuiti nei tessuti):

somatico: bel localizzato, schiaccia, strappa, taglia, pesa, trafigge

viscerale / profondo: mal localizzato, profondo, distribuito su un'area ampia, riferito ad un'area cutanea, crampiforme, a volte colico, urente

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DOLORE NEUROPATICO(da danno del nervo):

- è parestetico: formicolio, bruciore, scossa elettrica

- è accompagnato da alterazione della sensibilità: iperestesia, anestesia

DOLORE CENTRALE

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C'è qualcosa che lo fa iniziare ?

uno stimolo meccanico, uno stimolo tattile, un movimento, una postura, un cibo, una fase della digestione, o una malattia

Dov'è?nella sede dell'alterazione che lo

causa o "riferito" in altro punto o ancora "irradiato"

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Quanto dura ?

Dolore acuto e cronico: differenza di durata ma conseguenze sul significato che gli diamo, sulla sua "utilità", sul vissuto del paziente, sulla terapia.

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acuto: accompagnato da ansia e iperattività simpatica (tachicardia, tachipnea, ipertensione, pallore, sudorazione, dilatazione pupillare): "si vede che ha dolore".

cronico: accompagnato da depressione, anoressia, insonnia, modificazioni dello stile di vita senza iperattività simpatica: non "si vede che ha dolore"

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Perché valutare il dolore ?

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valutazione “quantitativa”:

quanto è forte il dolore ?

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• Per misurare il sintomo:– sapere quanto è importante ora per il

malato

• Per monitorare il sintomo:– controllo nel tempo dell’andamento

spontaneo– controllo nel tempo dopo la cura (contro

la malattia o contro il sintomo)

• Per confrontare il sintomo tra vari gruppi di pazienti, malattie, cure

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Chi definisce la presenza del dolore ?

Non esiste “la macchinetta”, il termometro del dolore

Non sempre chi ha dolore mostra la sua sofferenza

E' di aiuto l'osservazione del comportamento

ma …

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Definizione 1 (IASP: Associazione Internazionale per lo Studio sul Dolore):il dolore è un'esperienza sensoriale ed emozionale

spiacevole, associata ad un reale o potenziale danno tissutale, o descritta in termini di tale danno.

Definizione 2 (Melzack):il dolore è un'esperienza personale e soggettiva

influenzata dalla cultura, dalle varie situazioni, dall’attenzione e da altre variabili psicologiche.

Gli approcci alla sua misurazione includono scale di auto-valutazione numeriche e verbali, scale di osservazione comportamentali e responsi fisiologici.

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Definizione 3 (Bruera):

Il dolore è tutto ciò che il malato chiama dolore ed ha l’intensità che egli riferisce.

E' quello che il paziente descrive e non quello che altri pensano che sia.

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Chi definisce l'intensità del dolore?

L’operatore sanitario tende a sottovalutare il dolore

Il parente tende a sovrastimarlo

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Quanto è forte il dolore ?

SCALE DI MISURAZIONE DEL DOLORE

SCALE ANALOGICHE VISIVE

NESSUN ________________________________ IL DOLORE PIU' FORTEDOLORE IMMAGINABILE

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SCALA NUMERICHE

NESSUN 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 IL DOLORE PIU' FORTEDOLORE IMMAGINABILE

SCALE VERBALI

Nessuno molto lieve lieve moderato fortemolto forte

1 2 3 4 5 6

Assente lieve fastidioso forte fortissimomicidiale

0 1 2 3 4 5

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SCALE DI GRIGI O DI COLORE

DISEGNI

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Quanto rilevare il dolore?(con quale frequenza ?)

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Quando rilevare il dolore?

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Cosa lo fa passare ?

Misurazione del sollievo:scale di sollievo

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Come utilizzare le rilevazioni?

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Scale multiparametriche

. sofferenza

. qualità di vita

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CONDIZIONI PARTICOLARI:

bambinopaziente con compromissioni cognitive

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Fra i metodi per rispondere a tutti i quesiti indispensabili per comprendere e curare il dolore, il primo da usare ed il più importante è

- il colloquio con il malatoe solo secondariamente

- l’osservazione

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SCALA ANALOGICA VISIVA (VAS)

NESSUN ________________________________ IL DOLORE PIU' FORTEDOLORE IMMAGINABILE

SCALA NUMERICA (NRS)

NESSUN 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 IL DOLORE PIU' FORTEDOLORE IMMAGINABILE

SCALE VERBALI (VRS)

Nessuno molto lieve lieve moderato forte molto forte1 2 3 4 5 6

Assente lieve fastidioso forte fortissimo micidiale0 1 2 3 4 5

Assente Lieve Moderato Forte Fortissimo0 1 2 3 4 (validata in italiano)

SCALE DI GRIGI O DI COLORE

DISEGNI

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Risultati dell’indagine condotta dal COSDdell’Azienda USL Valle d’Aosta

Verso un Ospedale senza dolorevolere-sapere-agire

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Dott. L. PasquarielloS.S. Terapia Antalgica

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Distribuzione assoluta dei pazienti rispondenti per classe d’età, sesso e area specialistica

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Dott. L. PasquarielloS.S. Terapia Antalgica

Verso un Ospedale senza dolorevolere-sapere-agire

0

20

40

60

80

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120

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30

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anni

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Numero di pazienti con o senza terapia analgesica, secondo l'intersità del loro dolore

0

20

40

60

80100

120

140

160

180

assente lieve moderato intenso TOTALE

di c

asi

SI

NO

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Verso un Ospedale senza dolorevolere-sapere-agire

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0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Distribuzione del dolore percepito dal paziente al momento

dell’intervista.

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Dolore riconosciuto dall’operatore sanitario

Dolore percepito dal paziente

TotaleAssent

eLieve

Moderato

Intenso

Assente 73 34 20 2 129

Lieve 28 39 34 5 106

Moderato 15 13 28 12 68

Intenso 2 0 4 4 10

Totale 118 86 86 23 313

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Assente

Lieve

Moderato

Intenso

AssenteLieveModeratoIntenso

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Dolore riconosciuto dall'operatore sanitario

Dolore percepitodal paziente

Concordanza tra dolore percepito dal paziente al momento dell’intervista e il dolore riconosciuto dall’operatore

sanitario.

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Verso un Ospedale senza dolorevolere-sapere-agire

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no58%

sì42%

62%

14% 17%8%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

solo Fans solo Oppioidi Fans eOppiodi

non noto

49%

32%

8%11%

0%5%

10%15%20%25%30%35%40%45%50%

solo a orariofisso

solo albisogno

oraio fisso eal bisogno

non noto

Percentuale di soggetti che assumono analgesici, tipo di

analgesico e modalità di assunzione.

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