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I / 1
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco Giannini
Ing. Rocco GiofrèIng. Marco Imbimbo
Ing. Patrick LonghiIng. Antonio NanniIng. Augusto Ticconi
Realizzazione elettronica a cura di:
I / 2A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
CIRCUITI ELETTRONICI ANALOGICI (I)L'analisi di circuiti elettronici richiede preliminarmente la creazione di modelli matematici di maggiore o minore complessità, a seconda del campione di frequenza di interesse, e/o di appropriati circuiti equivalenti dei dispositivi a semiconduttore che vengono normalmente usati a livello di realizzazione ibrida e monolitica.
Tra i dispositivi normalmente utilizzati, ci limiteremo a:Diodi a giunzioneDiodi SchottkyTransistore bipolare a giunzione (BJT, HBT, DHBT)Transistore ad effetto di campo (JFET, MOSFET, MESFET, LDMOS, HEMT, PHEMT, )
L'approccio da seguire può essere duplice:Creazione di modelli matematici o circuitali o derivati dalla rappresentazione matematica dei processi fisici che regolano il funzionamento dei dispositivi.Creazione di modelli circuitali a partire da un'analisi delle caratteristiche esterne (ai morsetti) del dispositivo espresse in forma puramente grafica (curve caratteristiche) senza riferimento diretto ai processi fisici alla base del suo funzionamento.
I / 3A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
CIRCUITI ELETTRONICI ANALOGICI (II)Indipendentemente dall'approccio seguito, comunque, il generico dispositivo elettronico, il diodo a giunzione per esempio, può essere rappresentato in uno dei modi seguenti:
A K
i+ -
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛−= 10
TVv
eIi
V
I
R i
+γVDR
simbolo circuitale
legge matematica
Curva caratteristica I-V
Circuito Equivalente
Le rappresentazioni hanno sempre una validità limitata e devono pertanto essere utilizzate con la dovuta cautela. Per esempio tali rappresentazioni, non esplicitano la dipendenza dalla frequenza del funzionamento del dispositivo. Quindi possono essere correttamente usate solo in continua e/o per frequenze sufficientemente basse (approssimazione quasi statica).
N.B.
I / 4
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco GIANNINI
I SEMICONDUTTORI
I / 5A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
SOMMARIO
Introduzione
I Semiconduttori
Il Diodo
Metodi di analisi di circuiti a diodi
Tipi di circuiti a diodo
Transistor a giunzione BJT
Primi circuiti a BJT
I / 6A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
SEMICONDUTTORIAd eccezione dei dispositivi bulk, che sfruttano direttamente alcune delle proprietà peculiari del semiconduttore, la maggior parte dei dispositivi elettronici sfrutta le proprietà delle giunzioni o tra materiali semiconduttori a differenti drogaggi, cioè con differenti concentrazioni di impurezze (giunzione p-n), oppure tra metallo e semiconduttore (giunzione Schottky).Lo studio di tali dispositivi richiede perciò la conoscenza delle proprietà chimiche, fisiche, termiche ed elettriche sia del semiconduttore instrinseco, cioè "puro", sia estrinseco, cioè"drogato", ovvero ottenuto con l'aggiunta di opportune concentrazioni di impurezze.
La moderna tecnologia elettronica utilizza un gran numero di materiali semiconduttori sia "semplici", cioè costituiti da un'unica specie atomica, ad esempio il germanio ed il silicio, sia "composti", cioè costituiti da più specie atomiche, come ad esempio l'arseniuro di gallio(GaAs), il fosfuro di indio (InP), il nitruro di gallio (GaN), il carburo di Silicio (SiC), il Silicio-Germanio (SiGe).
JFET, BJT, MOS
>1000
5x1022
12
1.21
500
1300
Si
MESFET, HEMT
> 1000
1.5
3.0
1.5x106
14
1.3/2.1
3.1
200
1000
GaN
JFET, BJTMESFET, HEMT, HBT, PHEMTMESFET, HEMTTransistor
45> 1000> 10001 -20Resistenza substrato [ Ωcm ]
0.50.74.5Conduc. Termica [ W/cm·K ]
0.40.53.0Breakdown [ MV/cm ]
4.4x10221.79 x 106107106Concentrazione intrinseca [ cm-3 ]
1612.989Costante dielettrica relativa
1.3/2.11.0/2.51.8/2.2Vsat. degli elet. [ 107cm/s ]
0.7851.431.243Energy gap [ eV ]
1800400500300Mobilità lacune [ cm2/V·S ]
380085005400900Mobilità elettroni [ cm2/V·S ]
GeGaAsInPSiC
I / 7A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
SEMICONDUTTORE INTRINSECO
Il silicio è il più importante dei semiconduttori utilizzati nella realizzazione dei dispositivi elettronici sia discreti che integrati. Ha una struttura cristallina che consiste nell'ordinata ripetizione spaziale di una cella tetraedrica, con un atomo in ogni vertice, tenuta insieme dai legami covalenti dei quattro elettroni di valenza di ogni atomo.Allo zero assoluto, ogni elettrone rimane strettamente legato al nucleo e la conduttività èzero. All'aumentare della temperatura alcuni legami covalenti si rompono e gli elettroni, cosìliberati, possono "condurre" (conduzione per elettroni liberi).il legame spezzato corrisponde ad un posto vuoto (lacuna) per gli altri elettroni che partecipano al legame covalente, posto che possono facilmente occupare lasciando, a loro volta, un altro posto vuoto.La lacuna può perciò "viaggiare" lungo il cristallo contribuendo alla conduzione totale come carica positiva (conduzione per lacune).
lacunaelettrone
libero
I / 8A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
SEMICONDUTTORE ESTRINSECO DI TIPO n
Aggiungendo ad un semiconduttore intrinseco, il silicio ad esempio, quantità anche relativamente piccole di impurezze, se ne cambiano in modo radicale le caratteristiche, a cominciare da quelle di conduzione.Aggiungendo ad esempio un tipo di impurezze pentavalenti (fosforo, arsenico, antimonio), alcuni atomi del reticolo sono sostituiti dalla nuova specie atomica che satura i quattro legami covalenti dell'atomo sostituito, ma ha ancora un quinto elettrone a disposizione. Tale elettrone, che risulta poco legato al reticolo può facilmente "liberarsi" per effetto della temperatura e partecipare al processo di conduzione.In termini di bande di energia, ciò corrisponde ad inserire, all'interno dell'energy gap (EG), un livello vicino alla banda di conduzione dal quale gli elettroni possono facilmente "saltare" nella banda di conduzione stessa e partecipare ai processo di conduzione elettrica del cristallo ospite, che in questo caso si dice drogato di tipo “n”.
elettronelibero
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
SbEFi
ED
Ev
Ec
ED= Livello donori
EC= Banda di conduzione
EFi= Livello di Fermi
EV= Banda di valenza
EG
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SEMICONDUTTORE ESTRINSECO DI TIPO p
L'aggiunta al semiconduttore intrinseco tetravalente di impurezze di tipo trivalente (boro, gallio, indio), produce la sostituzione nel reticolo del cristallo ospite di alcuni atomi con quelli della nuova specie atomica che non è in grado però di saturare tutti e quattro i legami covalenti disponibili. Si vengono a creare così una serie di "disponibilità" per gli altri elettroni del reticolo, che possono con facilità spostarsi, occupando la "lacuna" creata dall'atomo di impurezza.Dal punto di vista energetico ciò comporta la creazione, sempre all'interno dell'energy gap, di un livello molto vicino alla banda di valenza, in grado di "accettare" gli elettroni della banda di valenza stessa.Tali elettroni lasciano a loro volta un gran numero di "lacune" che possono partecipare al processo di conduzione del cristallo ospite che, in questo caso, si dice drogato di tipo “p”.
lacuna
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
Ge
In EFi
EAEv
Ec
EA= Livello accettori
EC= Banda di conduzione
EFi= Livello di Fermi
EV= Banda di valenza
I / 10A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (I)
Aggiungendo ad un semiconduttore intrinseco impurezze di tipo "n" (donatori) si facilita la ricombinazione delle lacune generate termicamente, diminuendone il numero. Lo stesso dicasi per gli elettroni se si aggiungono impurezze di tipo "p" (accettori). Si pensi, ad esempio, che a 300K si ha ni =1010/cm3 per il Si mentre il numero di atomi in un cm3 è 1022. Solo un atomo su 1012 fornisce cioè una coppia elettrone-lacuna.
kTgE
i eTAnnp−
== 30
2
In un semiconduttore instrinseco si ha:p = n
Si tratta comunque di un equilibrio dinamico, nel senso che nell'unità di tempo e di volume vengono generate termicamente "g" nuove coppie ed altrettante spariscono. Possiamo definire perciò un tempo di vita medio di un elettrone (τn) o di una lacuna (τp) come l'intervallo di esistenza medio prima della ricombinazione.
τn e τp sono fondamentali nella fisica dei dispositivi perché definiscono il tempo medio necessario per un sistema di cariche per tornare in condizioni di equilibrio
Legge di azione di massa
Generazione e ricombinazione di cariche
ni= N° portatori intrinseci
k= Costante di Boltzmann
Eg= Energy gap
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PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (II)
La legge di azione di massa np=ni2 fornisce una relazione tra le
cariche "libere" in un semiconduttore. Tali cariche sono legate però anche dalla relazione di neutralità elettrica del materiale. Chiamando perciò ND
+ il numero dei donatori ionizzati e NA- quelli
degli accettori ionizzati, deve essere:
Densità di carica in un semiconduttore
EFi
ED
Ev
Ec
Eg
banda di conduzione
banda di conduzione
EA
nNpN AD +=+ −+
0≅−AN np <<In un semiconduttore di tipo "n" potremmo porre ed assumere inoltre
Di conseguenza:
DNn ≅
portatori di maggioranzaD
i
Nnp
2≅
portatori di minoranza
ed analogamente in un semiconduttore "p"
ANp ≅A
i
Nnn
2≅
portatori di minoranzaportatori di maggioranza
I / 12A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (III)
Per effetto della temperatura il movimento delle cariche "libere" all'interno di un semiconduttore è di tipo random. Le cariche positive e negative infatti “urtano” continuamente gli ioni del reticolo e cambiano direzione percorrendo in media distanze dell'ordine di Lp o Ln dette libero cammino medio.Non c'è in questo caso spostamento netto di cariche attraverso una qualunque sezione.In presenza di un campo elettrico però, il fenomeno cambia. Il campo "incanala" il movimento delle cariche che vengono accelerate tra un urto ed il successivo. Ne risulta uno spostamento netto delle cariche, in direzione opposta per elettroni e lacune, con una velocità media che è proporzionale al campo. Chiamiamo mobilità tale costante di proporzionalità:
Mobilità
Ev nn μ=Ev pp μ= lacune elettroni
ConduttivitàSe in un semiconduttore sono presenti in numero non trascurabile sia elettroni che lacune, ricordando che la densità di corrente J è il numero di cariche che attraversa una sezione nell'unità di tempo, avremo:
( ) EqEpnJ pn σμμ =+=
essendo σ la conducibilità del semiconduttore.
Corrente di conduzione
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PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (IV)Effetto Hall + -
- +
-+
x
y
z
wvv
d E E
- - -+ + +
In condizioni di equilibrio le due forze si bilanciano
vxBqFHrrr
−= EqFErr
−=Forze in gioco:
qEqBv =d
vE H=wdnq
InqJv ==
nqwBIvH =
BIwv
nqR H
H ==1
μσ nq=
HH Rσμ = HH Rσπ
μ38
=
Poiché
da cui, introducendo il coefficiente di Hall "RH"
Perciò se si procede alla misura della conduttività si ottiene:
Se si tiene conto del fatto che non tutte le cariche si muovono con la stessa velocitàmedia v
e
Se un campione di semiconduttore, percorso da una corrente I, è posto in un campo magnetico trasversale B, su di esso viene indotto un campo elettrico E in direzione perpendicolare sia a I che a B.Tale fenomeno, detto Effetto Hall, viene sfruttato per determinare se un semiconduttore è di tipo p o n e per trovare la concentrazione dei portatori.
ovvero
I / 14A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (V)DiffusioneSe in un semiconduttore è presente una non uniforme distribuzione di cariche è ovvio ritenere che il numero di cariche che attraversa la sezione x da sinistra a destra èdiverso da quello che la attraversa in direzione opposta.
Nell'esempio di figura in particolare si ha uno spostamento netto di lacune da sinistra a destra, in direzione opposta al gradiente. Ci sarà di conseguenza una corrente del tipo:
Essendo Dp e Dn le costanti di diffusione di lacune ed elettroni rispettivamente.
relazione di Einstein
e analogamente per gli elettroni:
x=0 x
Jp
p(0) p(x)
xpqDJ pp δ
δ−=
xnqDJ nn δ
δ−=
11600TVDD
Tn
n
p
p ===μμ
Si noti in particolare che essendo diffusione e mobilità fenomeni statistici dello stesso tipo, Dp e µp non sono indipendenti ma relazionati secondo la:
I / 15A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (VI)Legge della giunzione
Se in particolare la causa che "inietta" le cariche in eccesso alla sezione x=0 è una tensione V≠0, si può assumere che la concentrazione pn(0) sia legata al valore di equilibrio p0 dalla relazione:
La radiazione che incide in x=0 genera coppie elettrone-lacuna in quantità tale da variare apprezzabilmente solo la concentrazione delle cariche di minoranza p. Le cariche in eccesso diffondono nello spazio x>0 ricombinandosi con gli elettroni, sicché la loro concentrazione diminuisce con x tendendo al valore di equilibrio p0 secondo l'equazione:
legge della giunzione
Dove p’0(0) è l'eccesso di carica ad x=0 ed Lp è il già noto libero cammino medio delle lacune:
x0
p(x)
po
p’o
tipo “n”n=ND
A
( ) ( ) Lpx
eppxp−
+= 0'00
ppp DL τ=
( ) TVV
n epp 0 0=
I / 16A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
PROPRIETA’ FISICHE DEI SEMICONDUTTORI (VII)Potenziale di Built-In
In questo caso si avrà in particolare:
In un semiconduttore in situazione di equilibrio, la corrente totale che attraversa una qualunque sezione è nulla (Fig. a).Se il drogaggio non è uniforme (Fig b) si ha però che la corrente di diffusione è diversa da zero. Sarà perciò anche diversa da zero quella di conduzione in modo che sia nulla la corrente totale.
campo elettrico di built-in
e quindi integrando tra x1 ed x2 (fig. a) avremo:
x1V21 x2 x1
NA ND
V0 x2
0, =−=dxdpqDEqpJ ppptot μ
a) b)
dxdV
dxdp
pVE T
bi −==
2
11221 ln
ppVVVV T=−=
1
221 ln
nnVV T=Per le lacune Per gli elettroni
2
1
1
2 lnlnpp
nn
= 2211 pnpn =
nel caso di (fig. b) avremo:20 lni
DAT n
NNVV = ANp ≅1D
iNnp
2
2 ≅perchè
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GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (I)
+-+-
-
+- --
+- -
+ +-
+ +-
+ +-
+ +-
ρ
E
V
Giunzione tipo p - tipo n
ερ
−=2
2
dxVd
∫=−= dxdxdVE
ερ
∫−= EdxV
Equazione di Poisson
Campo Elettrico
Potenziale
Diagramma schematico di una giunzione p-n, comprendente la densità di carica, l’intensità del campo elettrico e l’andamento della differenza di potenziale
I / 18A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (II)Potenziale di Contatto
Potenziale di contatto:
Con riferimento alla figura si può scrivere che:
tipo n
q nφ
xd
xnxp
E1
EVn
EVp
ECn
ECp
E2
q pφ
tipo p
( ) ( )VpFGFCnG EEEEEEEEE −−+−−=+=21
21
210
2lni
VCG n
NNkTE = kTGE
VCi eNNnnp−
== 2
D
CFCn N
NkTEE ln=−( )
kTFECE
CeNn−
−=
A
VVpF N
NkTEE ln=− ( )kT
VEFE
AeNp−
−=
0
0
0
020 lnlnln
p
n
n
p
i
DAnnkT
pp
kTnNNkTE ==⎟
⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛=
Dove:
[eV]
Andamento dei diversi livelli di energia in una giunzione p-n
I / 19A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (III)Polarizzazione direttaPolarizzando direttamente una giunzione, collegando cioè il polo positivo al lato p e quello negativo al lato n, si produce un abbassamento della tensione alla giunzione agevolando la diffusione delle cariche attraverso la giunzione e lasciando inalterata praticamente la corrente di driftche in condizioni di equilibrio bilanciava quella di diffusione. Il risultato è il passaggio di una corrente diretta che è funzione della tensione applicata.
Polarizzando inversamente una giunzione, collegando cioè il polo positivo al lato n e quello negativo al lato p, si produce un innalzamento della tensione alla giunzione che rende piùdifficile la diffusione delle cariche di maggioranza, ma lascia inalterato il flusso delle cariche generate termicamente che attraversano la giunzione non più compensata dalla corrente di diffusione. Idealmente tale corrente, che è una corrente inversa, non dipende dalla tensione applicata ma solo dalla temperatura T.
Polarizzazione indiretta
I / 20A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (IV)Caratteristica I-V
V
I
VI0
I[mA]
I[ A]μ
Zoom polarizzazione indiretta
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛−= 1 0
TVV
eII η
Legge matematica
V
I[mA]
0 0.2 0.6 1.0
500
10
caratteristicaideale
150°
C
25°C
-55°
C
Ri
+γVDRf
Circuito equivalente
⎩⎨⎧
=(germanio) 2(silicio) 1
η11600
TVT =
V
I[mA]
Vpendenza
1 Ri
pendenza1(Rf Ri)
I / 21A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (V)Tensione di soglia VγNella caratteristica I-V del diodo al Ge ed al Si, si nota l'esistenza di una tensione di soglia Vγ, sotto la quale la corrente diretta è trascurabile (convenzionalmente 1% della corrente massima che il diodo può sopportare).Si ha in particolare Vγ-Ge≅0.2V, Vγ-Si≅0.6V. Il motivo della differenza è duplice:1. I0 per il germanio è dell'ordine dei mA, per il silicio dell'ordine dei nA;2. η per il silicio è 2, specie per bassi valori di tensione, e per il germanio è 1.
Caratteristica LogaritmicaTV
V
eII η 0≅Se V>>VT si ha
se la tensione continua a crescere però il legame cambia perché comincia a farsi sentire la caduta ohmica nel corpo del semiconduttore e la tensione sulla giunzione diviene diversa da quella applicata ai morsetti. Il risultato è che la caratteristica I-V diventa praticamente lineare.
Effetto della temperatura
⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜
⎝
⎛−= 1 0
TVV
eII η
contiene implicitamente T sia in I0 che in VT. Al variare della temperatura cambiano entrambe in modo percentualmente analogo sia per il Ge che per il Si. Si ha che:
La legge
⎥⎦⎤
⎢⎣⎡
°−=
ΔΔ
CmV
TV 5.2I0 raddoppia per ogni ΔT=10°C
I / 22A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (VI)Linearizzazione a tratti (1)Nel funzionamento per grandi segnali, è spesso sufficiente sostituire alla caratteristica I-V del diodo, una sua linearizzazione a tratti, nella quale la caratteristica logaritmica viene sostituita da relazioni lineari.
Il diodo reale è sostituito da un circuito equivalente nel quale compaiono le quantità:
• Resistenza diretta Rf r • Resistenza inversa Ri
• Interruttore on-off (diodo ideale)• Tensione di innesco Vγ
dove Rf è la resistenza incrementale o dinamica del diodo e vale:
TT
TVV
f VII
VeI
dVdIg
rR ηη
η00 11 +
=====IVrR T
fη
≅=
mentre Ri, che si calcola in modo analogo, tiene conto del fatto che nella realtà I0 èfunzione della tensione inversa.
Nella prossima slide vedremo come cambia la caratteristica della giunzione con queste assunzioni
I / 23A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
V
I
R
R1+ R2
R1 R2
Linearizzazione a tratti (2)
Nel piano delle caratteristiche i=f(v), le operazioni di “somma”possono farsi a parità di corrente (elementi connessi in serie),Ovvero a parità di tensione (elementi connessi in parallelo)
Combinando due resistenze,di equazione
V=R1I e V=R2I
V=(R1+R2)I V=(R1//R2)I
avremo
e
SOMME GRAFICHE
I / 24A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (VII)Linearizzazione a tratti (3)
V
I
Vγ
Vγ
V
I
Vγ
Rf
V
I
Vγ
D
V
I
Vγ
Ri
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛≅⎟
⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛=
fif RRR1arctg
//1arctgα
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛=
iR1arctgβ
Ri
+γVDRf
Circuito Equivalente Tensione di soglia Resistenza dinamica
Interruttore Ideale Resistenza Inversa Risultato
V
I
V
αβ
I / 25A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (VIII)Capacità di Transizione
εdN
qdx
Vd−=2
2
( ) EWxNqdxdV D −=−−=
ε
( )xD WxNqV 2
22 −−=
ε2
2W
NqV D
j ε=
WA
dVdWAqN
dVdQC
jD
dT ε===
WAqNQ D= dj VVV −= 0
avendo posto:
Quando una giunzione viene polarizzata inversamente si ha un allontanamento dalla giunzione di portatori maggioritari, che lasciano un numero di cariche statiche non compensate via via sempre maggiore. Tale aumento di carica non neutralizzata può essere vista come una capacità incrementale detta appunto capacità di transizione.
p n
+
I / 26A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (IX)Modello del controllo di carica
( ) ( )∫∞
−==
00'0' pAqLdxeAqpQ p
Lx p
( ) ( )0
00'
=
−=
==x
Lx
p
ppxp
pepL
AqDdxdpAqDxI
( )τQ
LpDA
Ip
pq ==0'
p
p
DL2
=τ
Nella figura a lato è riportata la distribuzione dei portatori minoritari nelle condizioni di polarizzazione diretta e inversa.Polarizzazione diretta: supponiamo per semplicità che la corrente I che attraversa la giunzione sia data dalle sole lacune presenti nella zona n cioèche la zona p sia molto più drogata della zona n ed è quindi possibile trascurare la corrente dovuta agli elettroni minoritari presenti nella zona p.
Polarizzazione diretta polarizzazione inversa
concentrazione
Tale espressione mostra come la corrente in una giunzione sia proporzionale alla caricaimmagazzinata Q dei portatori minoritari in eccesso
Ricordando la legge della giunzione che regola l’andamento dei portatori minoritari, è possibile calcolare la carica Q dei portatori in eccesso nella regione n. Possiamo quindi scrivere che:
A= area della sezione tratteggiataq= carica dell’elettrone
I / 27A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
GIUNZIONE DI DUE SEMICONDUTTORI (X)
===dVdI
dVdQCD τ
TD V
ICη
τ=
dtdQ
dtdQi ≠=
'
dVdQC
dVdQC DD =≠=
''
⎪⎪⎩
⎪⎪⎨
⎧
<<⎟⎠⎞
⎜⎝⎛=
<<=
1per 12
1per 21
2/1'
'
ωτωτ
ωττ
rC
rC
D
D
Se la tensione V varia sinusoidalmente
Capacità di diffusione Si consideri il fenomeno di accumulo della carica iniettata attraverso la giunzione in funzione del tempo, quando il potenziale applicato subisce delle variazioni.Una variazione incrementale di dV provocherà una variazione di carica dQ nell’intervallo dt. A regime (dopo che siè ristabilito l’equilibrio) tale variazione di carica corrisponde ad un valore di capacità dato da:
Capacità di diffusione statica
Quando la tensione applicata alla giunzione varia in modo continuo (quando per esempio si applica un segnale sinusoidale), la variazione di carica che si crea dQ’ è tempo dipendente e crea un flusso di corrente dato da:
e quindi una capacità di diffusione dinamica diversa da quella statica
I / 28
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco GIANNINI
IL DIODO
I / 29A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (I)Tempi di commutazione
Quando un diodo cambia stato, la risposta elettrica presenta un transitorio ed il diodo ritorna in uno stato stazionario solo dopo che ètrascorso un certo tempo.
Nella figura a fianco ( passaggio dallo stato di conduzione diretta all’interdizione ) sono riportati gli andamenti delle grandezze elettriche presenti nel circuito, al variare del tempo
vi (t) RLi(t)
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DIODI (I)
x
pn0
pn(0)
IF= VF /RL
I0
IF= - VF /RLts
all’istante ts
I / 31A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (II)Varactor
0 5 10 15 20 25Polarizzazione inversa [V]
1N916
1N914
25°C
Cap
acità
C [p
F]T
4.0
3.2
2.4
1.6
0.8
0
wACT
ε=
( ) nVVfw ≡=
( )nT VfC −=
( )TL C Cϖ ≅
+0
1
1
n<1 (dipende dal drogaggio)
simbolo
Circuito equivalente
E’ un diodo costruito in modo da esaltare il comportamento da capacità variabile (CT) quando ai suoi capi viene applicata una tensione tempo variante.
Rr= resistenza in polarizzazione inversa Rs= resistenza bulk del semiconduttoreCT= capacità in polarizzazione inversa
Rr
Rs
CT
Tipico circuito impiegante un varactor
Pulsazione di risonanza del circuito
Varia con la tensione applicata
Dipende dalla tensione inversa applicata
L CV
C T1
Ro
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DIODI (III)Diodo Zener
0>dt
dVZ
0<dt
dVZ
Effetto valanga: l’aumento della tensione inversa accelera gli elettroni che acquistano energia sufficiente per ionizzare gli atomi del reticolo
Effetto Zener: l’aumento della tensione inversa può “estrarre”, spezzando il legame covalente, gli elettroni dagli atomi del reticolo
L’andamento brusco della corrente inversa è dovuto al verificarsi contemporaneo di due fenomeni: l’effetto valanga e l’effetto Zener.
Diodo realizzato con caratteristiche di dissipazione di potenza adeguate per funzionare nella regione di breakdown. Viene impiegato come regolatore o stabilizzatore di tensione.
prevale sopra i 6V
prevale sotto i 6V
A grandi variazioni di corrente corrispondono piccole variazioni di tensione
I / 33A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODO ZENER (Stabilizzatore di tensione)
RL crescente
V’Z
Variando il carico RLla tensione ai capi dello Zener varia da VZ a V’Z
V’/R
V’’ZVariando la tensione V,
la tensione ai capi dello Zener varia da VZ a V’’Z
Variando il carico e/o la tensione di alimentazione, entro opportuni limiti, la tensione ai capi dello Zener varia poco
R//RL
v ’ vo
+
-
+
-
V’= VRL/(R+RL)
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DIODI (IV)Diodo Tunnel Se si incrementa in modo significativo la concentrazione degli atomi di impurità, sino a circa 1 parte su 103 (corrispondente ad una densità di drogante superiore a 1019 cm-3) si riesce ad avere una diminuzione sostanziale della zona svuotata della barriera (si passa da dimensioni dell’ordine di un micron a circa 0.01 micron) ottenendo cosi un diodo dalla caratteristica I-Vcompletamente diversa.
simbolo Circuito equivalente
V
I
VFVVVP
IP
IVVP= tensione di piccoVV= tensione di valleVF= tensione diretta di picco
IP= corrente di picco IV= corrente di valle
Per tensioni inferiori a VP il diodo si comporta come una normale resistenza (dI/dV è positiva) Per tensioni maggiori di VP la corrente diminuisce cioè dI/dV è negativa per cui il diodo Tunnel presenta una resistenza negativa tra IP e IVPer tensioni maggiori di VV la resistenza mostrata dal diodo ridiventa positiva.Per correnti comprese tra IP e IV la curva si presenta a tre valori, poiché ogni valore di corrente può essere ottenuto con tre differenti valori di tensione applicata. Questa caratteristica rende il diodo Tunnel adatto alle applicazioni impulsive e digitali. A RF può essere utilizzato come oscillatore e come amplificatore a riflessione.
I / 35A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
Se una giunzione viene illuminata, vengono create delle coppie elettrone lacuna che vanno ad alterare in modo sensibile le concentrazioni dei portatori di minoranza.In condizioni di polarizzazione inversa (terzo quadrante) la corrente diventa Iinv = Is + Ioessendo Is il contributo dovuto all’illuminazione
Retta di carico
Inoltre, poiché i portatori utili ai fini dell’incremento di corrente sono solo quelli che attraversano la giunzione, l’efficienza dell’illuminazione è funzione della distanza dello spot dalla giunzione stessa e della lunghezza di diffusione Ln o Lp del portatore.
DIODI (V)
I / 36A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (V)cont.Fotodiodo /Cella solare
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛+=
o
sT I
IVV 1lnmax η 6.05.0 ÷≅FV
VF ⇒ potenziale fotovoltaico. Corrisponde all’abbassamento del potenziale di contatto dovuto alla creazione delle coppie elettrone–lacuna generate dalla radiazione incidente.
IC ⇒ corrente di cortocircuito. E’ proporzionale all’intensità dell’illuminazione
nel silicio
RL
V
I Caratteristica del fotodiodo
Valori dellaresistenzaRL
Pmax
V
I
VFICIs
I
Cella solare
I = Is + Io (1- exp( V/ ηVT))
Fotodiodo
Fotodiodo
Se la giunzione illuminata la si utilizza nel quarto quadrante, essendo negativo il prodotto I V , si produce energia elettrica (cella solare).
I / 37A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (VI)Retta di carico
Dall’equazione di Kirchoff alla seguente maglia risulta:
( )vfi =
Nell’approssimazione di bassa frequenza, implicita in quanto su posto, la retta di carico è il luogo di tutti e soli i possibili punti di lavoro del dispositivo.
RLvi voi
+ -vA
+
-
+
-
A i Lv v R i= − che rappresenta la retta di carico ai capi del diodo
individua il punto di lavoro “A” del dispositivo.La retta di carico, insieme alla caratteristica del diodo
I / 38A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (VII)Curva dinamica, curva di trasferimento
Vo
Vit
Vo
t
VoA
ViA t’
t’A
a
CDE
F G H IJ
K
B
b
c
d e f g h
i
i
k
RLvi voi
+ -vA
+
-
+
-
V0= iRL
I / 39A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (VIII)Linea di carico
'ii =
( )i f v=( )' 'i f v=
L’equazione di Kirchoff applicata alla maglia è: Vi =v(i) +v’(i’)
caratteristica di A
caratteristica di B
linea di carico di A
Nel caso in cui A e B siano due diodi uguali il punto di lavoro di A si individua graficamente come nella figura a lato
Si hanno 4 incognite i, i’, v, v’. Il sistema si può ridurre nel modo seguente:
i=f(v)
i=f(v)
+ -+
-
i i’Vi
v
v’
dove:
caratteristica di A
'= vVv i -
i=f(v)
v
Ii
Q
( )i f v=
Vi
I / 40A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (IX)Linearizzazione a tratti
Metodo degli statiSi assume che ogni diodo presente nel circuito sia in uno stato preciso (ON o OFF) sostituendolo con il circuito equivalente relativo allo stato scelto. Il circuito, reso lineare, è esaminato con le leggi di Kirchkoffverificando che siano corrette le assunzioni iniziali e ripetendo l’analisi in caso di assunzione non corretta (es. corrente positiva in un diodo considerato OFF)
Esistono due possibili metodi di analisi:
Metodo degli scattiSi determinano i punti di scatto di ogni diodo nel circuito imponendo la condizione id=0A e vd=v٧( nel caso ideale id=0A e vd=0V ). Nel piano della curva di trasferimento v0=f(vi) si riportano i punti di scatto così individuati e si uniscono con tratti di retta. I lati estremi della caratteristica linearizzata si determinano calcolando la pendenza delle semirette per i punti di scatto estremi calcolate per vi<<0 e vi>>0 .
v
Ii
Rf
V٧
Ri
Ri
+γVDRf
RiRi
Circuito equivalente
Stato on
Stato off
Caratteristica linearizzata +γVRf
I / 41A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (X)Circuiti limitatori ad un livello (clipper)
R
VR
vivo
+
-
+
-
Vo
Vi
t
Vo
t
Vi
Diodo off Diodo on
VR +V٧
Slope 1
output
input
Condizioni di scatto:
VD= Vγ
ID= 0
Vo = VR + Vγ
Vi = Vo
RR
Slope=Rf /(Rf+R)
I / 42A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XI)Circuiti limitatori ad un livello (clipper)
R
VR
vivo
+
-
+
-
Vo
Vi
t
Vo
t
Vi
Diodo on Diodo off
VR -V٧
Slope 1
output
input
Condizioni di scatto:
VD= Vγ
ID= 0
Vo = VR - Vγ
Vi = Vo
N.B. Le condizioni di scattosono le stesse
N.B. VR determina soloil livello del taglio
Slope=Rf /(Rf+R)
I / 43A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XII)Circuiti limitatori ad un livello (clipper)
R
VR
vivo
+
-
+
-
R
VR
vivo
+
-
+
-
R
VR
vivo
+
-
+
-
R
VR
vivo
+
-
+
-
Vo
t
Vo
t
Vo
t
Vo
t
output
input
VR
In questa slide vengono riportati alcuni ulteriori esempi di circuiti a diodi che possiedono la stessa transcaratteristica dei precedenti ma in cui i diodi sono connessi sia in serie che in parallelo:
I / 44A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XIII)Circuiti limitatori a due livelli (slicer)
R
VR1
vi vo
+
-
+
-
VR2
D2D1
Vo
Vi
t
Vo
t
Vi
D1 on, D2 off
VR1
Slope 1
output
input
D1 offD2 off D1 off, D2 on
VR2
VR1
VR2
D1 off, D2 on Vo=VR2Vi ≥ VR2
D1 off, D2 off Vo=ViVR1 < vi< VR2
D1 on, D2 off Vo=VR1vi≤ VR1
Stato DiodiOutput voInput vi
I / 45A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XIV)Circuito campionatore ICircuito formato da un ponte di diodi la cui funzione è quella di fornire in uscita l’esatta replica del segnale d’ingresso nell’intervallo di campionamento.
RLvo
+
-
D1 D2
D3 D4
vs
+vC -vC
RCRC
P1
P2P3 P4
VC
Vo
t
Vi
Tn
output
input
t
tTC
-Vn
Fuori dell’ intervallo di campionamentol’uscita è nulla (caso ideale).
I / 46A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XV)Circuito campionatore II
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛+≥
L
CsC R
RVV 2
1. Intervallo di campionamento TC: tutti i diodi devono essere polarizzati direttamente. Dall’analisi delle correnti questo si verifica solo se
C
C
L
s
C
sR
VRV
RV
22≤+
L’analisi del circuito può essere effettuata applicando il teorema della sovrapposizione degli effetti (possibile solo nei circuiti lineari, applicabile solo se i diodi non cambiano stato)
RL RCRC
P1
P3 P4
s
L
VR2
s
C
VR
vs
s
L
VR2
s s
C L
V VR R
+2s s
C L
V VR R
+2
s
C
VR
s
L
VR
P2
RL
+vC -vCRCRC
P1
P3 P4
C
C
VR2
C
C
VR2
C
C
VR2
C
C
VR2
C
C
VR
C
C
VR
Condizioni di funzionamento:
Vs= 0
Vc= 0
I / 47A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XV)2
ns VV ≤
2. Intervallo Tn: tutti i diodi devono essere aperti. Questo si verifica facilmente per D1, D2, D3 per D4 quando:
RLvo
+
-
D1 D2
D3 D4
vs
-vn +vn
RCRC
P1
P2P3 P4
Circuito campionatore III
N.B. Il circuito campionatore realizza una “porta” che agisce sull’asse delleascisse (tempo). Lo “slicer” realizza una “porta” che agisce sull’asse delle ordinate (ampiezza).
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛+≥
L
CsC R
RVV 2
Questa condizione, con la precedente
consente di dimensionare il segnale di controllo.
I / 48A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XVI)Circuito raddrizzatore a una semiondaIl raddrizzatore a una semionda è un caso particolare di clipper con VR=0. Analizzando il circuito reale, ponendo però Ri=∞, si hanno lo schema e la risposta elettrica seguente:
Lf
mRR
VVi
+−
=γαsin ( )0 da arcsin =⎟
⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛= i
VV
m
γφ
Circuito
Circuito equivalente
Caratteristica
I / 49A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XVII)Circuito raddrizzatore a doppia semionda
Lf
mm RR
VI
+=
παα
π
πm
Lf
mdc
Id
RRV
I2
sin21 2
0=
+= ∫
Circuito
Si può pensare a questo circuito come all’insieme di due raddrizzatori a una semionda, connessi in modo che la corrente scorra nel carico attraverso un diodo durante mezzo ciclo della tensione di rete e attraverso l’altro diodo durante l’altro mezzo ciclo.
Lm
Ldcdc RI
RIVπ
2==
I / 50A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (XVIII)
Equivalente di Thevenin di un raddrizzatore
La tensione utile in uscita è ovviamente la tensione Vdc che nel caso di raddrizzatore a doppia semionda è pari a:
il parametro regolazione viene definito come:
%100 % xV
VVeregolazion
RL
RLRL −= ∞=
Gli strumenti di misura in alternata sfruttano spesso dei circuiti raddrizzatori al loro interno, invece che degli effettivi misuratori di valore efficace. In questi casi è utile definire una grandezza che tenga conto del fatto che la tensione in continua fornita da un raddrizzatore èfunzione della corrente in continua che viene ceduta al carico RL.
VRL=∞= caso ideale ( resistenza di carico infinita)
VRL= caso reale (resistenza di carico finita)
Vdc= 2 ImRL/ π + 2 ImRf / π - 2 ImRf / π
dove Im=Vm/(RL+Rf)Lm
Ldcdc RIRIVπ
2= =
Vdc= 2 Vm / π - IdcRf
I / 51A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (IV)Raddrizzatore con filtro capacitivo
Il condensatore accumula energia durante il periodo di conduzione del diodo e la cede al carico durante l’intervallo in cui il diodo non conduce. Con ciò si diminuisce il ripple, cioè la deviazione della tensione di uscita dal suo valore medio.
Periodo di conduzione (t0-t1)
dtdv
CRv
iL
00 += ( )tVvv mi ωsin0 == ( )ψω += tIi m sin 222
1 CR
VIL
mm ω+= ( )LCRωψ arctan=
( ) 0sin 1 =+ψωt ψπω −=1t
e quindi:
L’istante t1 in cui il diodo si apre è quello in cui i=0 cioè
( )( ) CRt
m LetVv
'
10 sin−
= ω1' ttt −=
( ) ( )( ) CRtt
mm LetVtV
12
12 sinsin
−−
= ωω
Periodo di non conduzione (t1-t2)Nell’intervallo t1-t2 il diodo non conduce. Assumendo Rf=∞ avremo:
Nuovo periodo di conduzione (t2-t3)Inizia quando
I / 52A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (IV)Analisi approssimata del raddrizzatore a doppia semionda con filtro capacitivo
2r
mdcV
VV −=CTI
V dcr
2=
22TT →
fTT
21
22 ==
fCI
VV dcmdc 4
−=
inoltre l’andamento esponenziale può essere approssimato linearmente. Si avrà perciò:
e quindi, per l'approssimazione lineare
Migliore è l'effetto del filtro, minore è l'intervallo di conduzione (se diminuisce T1 aumenta la corrente
di picco nel diodo nell’intervallo di conduzione) T1=t0-t1. Perciò per sarà:
In conclusione
Il circuito si ottiene inserendo nel circuito sottostante un condensatore C tra i nodi A e B, cioè in parallelo alla resistenza RL:
1>>LCRω21πω →t mVv →0Se per t=t1
che corrisponde all'equivalente di Thevenin
I / 53A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
DIODI (IV)Rivelatore di picco
( ) ( )( ) ( )ttmVtv mi ωsinsin1 Ω+=
( ) ( )( )0
0
00
2 sin1
tt
ttm
ttetm
Vdt
tdv
=
−−
=Ω+−= τ
τ
( ) ( )00
2 cos tVmdt
tdvm
ttΩΩ=
=
( )( ) min0
00 cos
sin1⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ΩΩΩ+
−<tmtm
τm
m20
11 −Ω
<τ
La costante di tempo ottima, τ0, si trova imponendo che a t=t0 la pendenza dell’inviluppo sia minore (scenda più lentamente) dell’esponenziale dovuto al gruppo RC
e, derivando rispetto a t0
Il raddrizzatore ad una semionda con filtro capacitivo, può essere impiegato per misurare, o rivelare, il valore di picco di una tensione qualsiasi.
m rappresenta l’indice di modulazione
cioè
<
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DIODI (IV)Circuito agganciatore (clamper) o DC restorer
Se RC>>T ed il diodo è ideale
Il segnale d’uscita è agganciato al valore di riferimento VR e presenta un livello medio diverso da zero.
Per una forma d’onda periodica si può richiedere di agganciare il valore estremo ricorrente, positivo o negativo, ad un livello di riferimento costante VR , con un circuito del tipo seguente:
VC
Vo= Vi - Vc= Vmsin(ωt) – (Vm – VR)
Vc=(Vm – VR)
I / 55
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco GIANNINI
IL BJT
I / 56A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (I)Transistore a giunzione (BJT)
Emettitore
EP N P
JE JCB
C
Base Collettore Emettitore
EN P N
JE JCB
C
Base Collettore
vEB vCB
vCEIE IC
IB
+ ++
- -
-
vEB vCB
vCEIE IC
IB
+ ++
- -
-
emettitoretipo-p
basetipo-n
collettoretipo-p
Potenziale, V
Vo
JE JC
+
-
emettitoretipo-p
basetipo-n
collettoretipo-p
Concentrazioneportatori minoritari
JE JC
Il verso delle correnti èassunto per convenzione sempre entrante
Gli andamenti delle figure sottostanti sono relativi al caso di struttura completamente simmetrica in cui si è trascurata l’estensione delle zone di transizione. Inoltre di solito la base èmeno drogata dell’emettitore e del collettore
Un transistor a giunzione è costituito dall’unione di due giunzioni n-p-n o p-n-p
I / 57A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (II)Tecnologie costruttive dei transistori di tipo discreto
Tipo di realizzazione per crescita• Il monocristallo viene estratto da un crogiuolo contenente il semiconduttore fuso. Durante
l’operazione vengono aggiunte impurezze di tipo diverso realizzando le varie zoneTipo di realizzazione per lega• Sulle due facce di una barretta di semiconduttore (n-Ge per esempio) vengono poste due
sferette di Indio che ad alta temperatura si sciolgono nella barretta. Durante il raffreddamento le zone in cui si sono sciolte ricristallizzano drogandosi p
Tipo di realizzazione planare• In un substrato semiconduttore, attraverso finestre realizzate con metodi fotolitografici, viene
fatto diffondere il drogante che realizza prima la base e poi l’emettitore. Il metallo infine realizza i contatti ohmici
I / 58A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (III)Transistore in zona di funzionamento attivo
VEB
CiE iC
vCB
B
E
RL vL
VCC
|VCB|
|VEB|Vo
WB
p-type Emettitore n-type
Basep-type
Collettore
JE JC
np
np0
np
np0
Pn
Pn0
La giunzione base–emettitore è polarizzata direttamente: la barriera diminuisce di |VEB|
La giunzione base–collettore è polarizzata inversamente: la barriera aumenta di |VCB|
( ) 00 pV
V
pEp nenJn T
EB
>>=( ) 00 pV
V
pEp nenJn T
EB
>>=
( ) 00 nV
V
nEn pepJp T
EB
>>= ( ) 00 nV
V
nCn pepJp T
CB
<<=−
In base alla legge della giunzione, si ha per le cariche di minoranza:
per quanto riguarda le lacune nella base si assume ugualmente:
IE
α IE
I / 59A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (IV)
p pn
IpE
InEIC0
IpC0
InC0
IpC1
IpE-IpC1
VBCVEB
+ +
IE IC
IB
JCJE
( ) ( )00 nppnnEpEE IIIII +=+=
( ) ECpnCpCCC IIwIIIII α−=−=−= +0010
Corrente di emettitore
Corrente di collettore
Tale approssimazione per la corrente di collettore è valida solo in zona attiva,(IC praticamente indipendente dalla tensione di collettore)
Correnti nel BJT (I)
I / 60A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (V)Correnti nel BJT (II)
( ) ( )−+ = wIwI pnpn δ
( ) ( )0*pnpn IwI β=−
( ) Epn II γ=0
E
CCI
II 0−−=α )()(
)(oIoI
oI
nppn
pn
+=γ
)()(
oIwI
pn
pn −=β )(
)(−
+=
wIwI
pn
pnδ
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−+−= Vt
Vc
COEC eIII 1α
fattore di amplificazione in corrente per grandi
segnali
rendimento di emettitore
rendimento di base rendimento di collettore
p p
nIpE
InE IC0
IpC0
InC0
IpC1IpE-IpC1
VBCVEB
+ +
IE IC
IB
JCJE
Equazione delle corrente IC generalizzata
Le correnti nelle diverse sezioni possono scriversi come:
EEpC III α δγ β == *1
*
I / 61A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
TRANSISTOR (VI)Connessione base comune
VEB
C
iE iC
vCB
BE
RL vL
VCC
VEB (V)
IE(mA)
-10V
<VC
B<-
1V
Col
letto
reap
erto
0.4 0.5 0.6 0.7
VCB (V)
IC (mA)
Regione disaturazione
Regioneattiva
Caratteristiche di ingresso
Caratteristiche di uscita
Regioneinterdetta
I / 62
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco GIANNINI
CONFIGURAZIONI CIRCUITALI E LORO CONFIGURAZIONI
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SOMMARIO
La connessione ad emettitore comune
Le zone di saturazione ed interdizione
I parametri da cui dipende l’hFE
La curva di trasferimento
Equazioni i Ebers-Moll
Espressioni analitiche
Moltiplicazione per valanga
Reach trough
Fototransistore
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Connessione emettitore comune I+VCC
IEVBE
RL
VCE
ICB
E
C
0CEC III +−= α
( )BCE III +−=
Dalla
e dalla
si ottiene
dove
BCEBC
C IIII
I βα
αα
+=−
+−
= 00
11
( ) 00 1 CCE II β+= Corrente di saturazione inversa con base aperta→
B
CECI
II 0−=β → Fattore di amplificazione in corrente per grandi segnali
per la connessione ad emettitore comune
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Connessione emettitore comune II
Guadagno in corrente per la connessione ad emettitore comune :
Abbiamo definito
e inserito nella relazione (1)
da cui
ααβ−
=1
( ) BCBC III ββ ++= 01
( )0
0
CBB
CBCII
II−−
−=β
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Connessione emettitore comune III
Poiché in interdizione valgono le relazioni :
0CBBC III =−=0=EIβ rappresenta il rapporto tra l’incremento di IB e IC a partire dall’interdizione ed è perciò il guadagno di corrente per grandi segnali della connessione emettitore comune.
In modo del tutto analogo possiamo definire, come guadagno di corrente in continua, la quantità :
B
CFEdc I
Ih ==β
e guadagno di corrente per piccoli segnali :
fetVB
C hII
CE
=∂∂
==cos
'β
Che in base alla (1), diventa :
( )B
BCB III
∂∂
++=βββ 0
'
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Connessione emettitore comune IV
Infine imponendo e si ottiene : 'β=feh FEh≅β
( )C
FEBCB
FEfe
Ih
II
hh
∂∂
+−=
01
FE
fe
hh
CI
1
Relazione che lega il guadagno a piccolo segnale hfe al guadagno in continua hFE.
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Emettitore comune: zona di saturazione I
In saturazione sia la giunzione di emettitore che di collettore sono polarizzate direttamente. In questa situazione, aumentando la corrente di base, la corrente di collettore rimane praticamente costante e vale:
L
CCCsat R
VI ≅
CEV00 0.50.5
L
CC
RV rsat
IIcc[[mAmA]]
VVcece[v][v]
200200μμAA
160160μμAA
8080μμAA
4040μμAA
120120μμAA
2020μμAA1010
2020
0.10.1 0.20.2 0.30.3
rsat≈nΩ
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Emettitore comune: zona di saturazione II
+VCC
IEVBEV1
RL
R1
VBC
VCE
VCE = VBE - VBC
La tensione di saturazione è funzione di IC e di IB. Poiché è la differenza di due tensioni ai capi di due diodi in conduzione ed è ovviamente inferiore a ciascuna delle due.N.B. La tensione Vbesat è circa uguale alla Vcbsat nel base comune.
IIcc[[mAmA]]
V[v]V[v]
1010 2020
0.20.2
0.40.4
0.60.6
0.80.8
55 100100505000
VVbebesatsat
TTjj=25=25°°CC IIcc/I/IBB=10=10
VVcecesatsat
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Dipendenza di hFE con T, VCE, IC
LFE
CC
FE
CsatBsat Rh
VhI
I ≅=N.B.
La variazione di hFE con VCE è dovuta all’effetto Early.
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Emettitore comune: zona di interdizione I
La condizione di interdizione, per definizione, è quella per cui
IE=0
Ne segue che, se si lascia aperta la base (IB=0), il transistor ad emettitore comunenon è in interdizione. Si ha infatti:
00
1 CEC
C II
I =−
=α→
→
Per avere l’interdizione è necessario introdurre una opportuna controtensionetra base ed emettitore (V≅0.1V per Ge, V≅0 per Si), per annullare la corrente di emettitore
IC= - αIE+ ICOIE=0 IC=IC0
IB=0
Per cui si ha
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+VCC
IE=0VBEV1
ICB0
RL
R1
0CBB II −=
Nelle condizioni indicate (IE=0)
Inoltre, poiché si deve avere VBE ≅0.1V, sarà:
1.0011 −−≅ CBIRV
Emettitore comune: zona di interdizione II
Quanto a ICB0, è in genere diversa da IC0 per due motivi:1. Per effetto della VCE (si hanno infatti fenomeni di moltiplicazione nello strato svuotato
base-collettore).2. Per effetto della corrente di leakage.Si noti inoltre che ICB0 è molto diversa da transistore a transistore e varia inoltre con la
temperatura. Ciò comporta seri problemi se la V1 è stata scelta in corrispondenza ad alti valori di ICB0. Una sua riduzione aumenta VBE e può portare in breakdown il diodo base-emettitore (βVBE0≅1V).
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Interdizione: IE = 0 → IC = ICO quando VBE ≅ 0 volt
Ciò perché a bassi livelli di corrente α→0 per effetto della ricombinazionenello strato svuotato
Base cortocircuitata: VBE = 0 → IC = ICES
Che è dello stesso ordine di grandezza di IC0
Curva di trasferimento IC-VBE per l’emettitore comune I
0CCESC III ≅=
0Cutoff
00 CCEC III ≅=
-0,1 0,06
Open-circuitbase
Activeregion
γV σV=0,5 =0,8
Saturation
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Base aperta: IB = 0 → IC = ICEO
Che è ancora dello stesso ordine di IC0 perché α→0
Si ha inoltre che VBE è “leggermente positivo”
Tensione di innesco Vγ: Il transistore entra in zona attiva quando la corrente di collettore raggiunge un
valore di riferimento (ad esempio ICγ ≅0.01 ICsat), che è dello stesso ordine di
grandezza di IC0
Tensione di saturazione Vσ:Il transistore entra in saturazione ad un valore di VBE che dipende dal tipo di
costruzione del componente e dalla retta di carico. In linea di massima vale ≅0.8
volt per il silicio.
Curva di trasferimento IC-VBE per l’emettitore comune II
00 1 CC
CE II
I ≅−
=α
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Curva di trasferimento IC-VBE per l’emettitore comune III
IIcc[[μμAA]]
VVcece[v][v]
2020
0.10.1 0.20.2 0.30.3
RRLL
VVcccc
4040
IIBB== --IICB0CB0
IIBB== IIBSBS
IIBB== 00
IIBB==> 0> 0
IIBB== IIBRBR
IICB0CB0
IICESCES
IICERCER
IICE0CE0
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Curva di trasferimento IC-VBE per l’emettitore comune IV
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Curva di trasferimento IC VBE per l’emettitore comune V
V°BE
IB
V’BE
VBE
V’’BE
IBR
A
B
D
IB=0
IBSIB= -ICB0
Correnti di base corrispondentialle diverse definizioni diinterdizione
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Equazioni di Ebers-Moll I
La dipendenza delle correnti IC ed IE in un transistore dalle tensioni di giunzione sono, per le correnti di collettore :
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−−−= 1Vt
Vc
COENC eIII α
E analogamente per la corrente IE :
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−−−= 1Vt
Ve
EOCIE eIII α
Dove ll pedice “I” del termine α, sta per modo di funzionamento inverso ed “N” per modo di funzionamento normale.
IICCIIEE
IIBB
EE
-- VVCE CE ++
+ V+ VE E -- -- VVC C ++BB''
BB
CC
+ V+ VEB EB -- -- VVCB CB ++
rrbbbb''EmitterEmitterjunctionjunction
CollectorCollectorjunctionjunction
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Si dimostra inoltre che i quattro parametri αI αN ICO IEO presenti nelle due formule non sono indipendenti, ma vale la relazione seguente che ne lascia liberi solo tre su quattro:
Equazioni di Ebers-Moll II
EONCOI II αα =
Si noti infine che il calcolo di VC ed VE a partire da VCB e VEB comporta la conoscenza almeno
della caduta sulla resistenza rbb’ detta resistenza di spreading di base, essendo le tensioni
sulla giunzione diverse dalle tensioni “esterne”, a causa della caduta nel corpo del
semiconduttore.
N.B. La resistenza rbb’ è “aggiunta” al modello monodimensionale usato fino ad ora per tener
conto del movimento “trasversale” delle cariche che escono o entrano dal contatto di base in
seguito ai fenomeni di ricombinazione delle cariche in viaggio dall’emettitore al collettore.
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Equazioni di Ebers-Moll III
E’ l’interpretazione in termini circuitali delle equazioni di Ebers-Moll e consente in particolare una semplice interpretazione della dinamica del transistore. Se α1 = αN = 0, infatti, lo schema si riduce a due diodi “punta a punta” non interagenti e non si ha l’”effetto transistore”.Perché αI e αN risultino diversi da zero è necessario che le cariche iniettate dal diodo di emettitore “diffondano” attraverso il secondo diodo. Ciò è possibile se la distanza fra le due giunzioni è inferiore alla lunghezza di diffusione delle cariche nel semiconduttore che funge da base e, in questo caso, da “catodo” per i due diodi.Si noti altresì che nel modello non è compresa la rbb’ . Il modello è, come si è detto, “monodimensionale” e non può quindi portare alla definizione di effetti legati a movimenti di cariche in direzione normale a quella presa in esame (modello monodimensionale).
NN NN
αα11IICC ααNNIIEE
IIEE IICC
IIBBVVEE VVCC
II'' II((--IIC0C0))((--IIE0E0))PP PP
Circuito equivalente di Ebers-Moll
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Espressione analitica delle carat. di out a emettitore comune I
Le equazioni di Ebers-Moll possono risolversi per VC e VE. Si ha :
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ +−=
EO
CIETE I
IIVV
α1ln ⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛ +−=
CO
ENCTC I
IIVV
α1ln
IICC/I/IBB
0.9 0.9 ββ
ββ=100=100
0.0060.006
0.10.1 0.20.2 0.30.3 0.40.4 0.50.5--VVCECE,V,V
1
1lnαTV
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( )CEB III +−=
EOB II >>N
COB
II
α>>
Ricordando ora che
e ponendo , → avremo :
⎟⎟⎟⎟
⎠
⎞
⎜⎜⎜⎜
⎝
⎛
−
+±≅−=
B
CN
B
C
IITECCE
IIII
VVVVβ
βα
1
11
ln
Dove
Espressione analitica delle carat. di out a emettitore comune II
I
II α
αβ−
=1 N
NN α
αβ
−=
1
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⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛±=
ITCE VV
α1ln'In particolare se IC=0 allora :
Inoltre, poiché αN> αI , se il transistore è fatto funzionare al contrario, ovvero scambiando i ruoli tra emettitore e collettore :
''' 1ln CEN
TCE VVV <⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛±=
α
Questo risultato è utilissimo nei circuiti digitali potendosi così ridurre ulteriormente la tensione residua in saturazione.
Espressione analitica delle carat. di out a emettitore comune III
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Moltiplicazione per valanga I
BVCE0BVCB0
VCE
α
1
Aumentando la tensione di collettore, le cariche accelerate nello strato svuotato possono raggiungere una velocità tale da generare per urto nuovi portatori (δ>1). Ciò porta ad un aumento di α e quindi della corrente di collettore.La tensione a cui il fenomeno si verifica, tensione di breakdown (BV), è diversa a seconda
del tipo di connessione. A base comune è necessario avere α→∞ . A emettitore comune
basta che sia α = 1, il che comporta β→∞.
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Moltiplicazione per valanga II
Analiticamente di ha :n
FECBOCEO h
BVBV 1=
Si noti inoltre che se la base non è aperta, la tensione di breakdown è maggiore di BVCE0
ma sempre inferiore a BVCB0. Ciò porta a caratteristiche IC, VCE con tratti a R<0 (es. il caso di IB=ICER indicato in figura )
IIcc[[mAmA]]
VVcece[v][v]
11
22
1010 2020 3030
IIBB=40=40μμAA
4040 5050
<0<0
1010
2020
303033R<0
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Reach Through
Quando la tensione VCB aumenta, lo strato svuotato penetra sempre più profondamente nella
base, raggiungendo, se la base è molto sottile, lo strato svuotato della giunzione di emettitore.
In questo caso la corrente può aumentare tanto
da superare la corrente massima ammessa
dal dispositivo. Si noti che il punch-through
(o reach-through) avviene sempre allo stesso
valore di tensione tra base e collettore ed è
quindi indipendente dalla configurazione
circuitale (in ciò si differenzia dal breakdown).
La tensione massima che un transistore non
deve superare è ovviamente la minore tra quella
di breakdown e quella di punch-through.
WWBB
WWJJEE JJCC
||VVCBCB||
VV''
||VVEBEB||
VV
VV00
I / 87A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
Il fototransistore è generalmente montato ad emettitore comune con base aperta (IB=0).In queste condizioni, al buio, la corrente di collettore vale:
( ) CEOCO
COC II
II =−
=+=α
β1
1
Con un notevole incremento rispetto all’analogo fenomeno nel fotodiodo, dovuto al fattore di moltiplicazione (β+1) .Ovviamente se IB ≠0 la corrente IC deve aumentare del termine βIB. Sarà perciò
( )( )LCOBC IIII +++= 1ββ
Fototransistore
nn
nnJJEE
JJCC
RadiationRadiation
EE
CCIICC
VVCECE
VVCECE
IICC
22
44
66
1010 2020 4040 5050 60603030
IL>
I / 88
Università degli Studi di Roma Tor VergataDipartimento di Ing. Elettronica
corso diELETTRONICA APPLICATA
Prof. Franco GIANNINI
I FET
I / 89A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
SOMMARIO
Le caratteristiche dei FET
La tensione di pinch-off
MOSFET
MOSFET ad enhancement
Espressioni analitiche dei MOSFET
MOSFET a canale “n” di tipo depletion
Processi e “trend” tecnologici
FET con carico saturato e non saturato
NMOS enhancement con carico di tipo depletion
I / 90A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
Caratteristica del FETIl transistore ad effetto di campo è un dispositivo in cui l’azione di controllo èeffettuata dal campo elettrico.
Ne esaminiamo due tipi:JFET (transistore a effetto di campo a giunzione)MOSFET (transistore ad effetto di campo del tipo metallo-ossido-semiconduttore)
Il FET differisce dal BJT per i seguenti aspetti:1. Il FET è unipolare. Per il suo funzionamento necessita di un solo tipo di cariche
(elettroni o lacune)2. Occupa meno spazio e consente livelli di integrazione più elevati3. Può essere utilizzato come carico resistivo (carico attivo), realizzando circuiti di soli
FET e quindi molto compatti4. Presenta altissima resistenza di ingresso e consente quindi alti fanout (numero di porte
pilotabili in parallelo contemporaneamente da un solo FET)5. Funziona come interruttore bilaterale6. Può funzionare come elemento di memoria dinamica, sfruttando la piccola carica
interna che è in grado di immagazzinare7. E’ meno “rumoroso”8. Non presenta tensioni di offset in corrispondenza a corrente di drain nulla
Il principale svantaggio è il suo relativamente basso prodotto banda per guadagno.In altre parole il BJT opera a frequenze generalmente più elevate del MOSFET (ma non della versione ad alta frequenza di quest’ultimo realizzato con GaAs e del tipo MESFET, FET a giunzione metallo-semiconduttore).
I / 91A cura del Prof. F. Giannini, R. Giofrè, M. Imbimbo, P. Longhi, A. Nanni, A. Ticconi
Transistore ad effetto di campo (tipo JFET)
Applicando solo una tensione negativa alla porta “G” si polarizza inversamente la giunzione p+- n, restringendo il canale a disposizione delle cariche
VD
VG
VGSVJ (x)
0 x
S D
Applicando una tensione VDS≠0 e positiva, scorreràuna corrente ID che varierà punto-punto la tensioneeffettiva applicata alla giunzione p+-n e diconseguenza il profilo dello strato svuotato.Fissato VGS quindi è evidente che esisterà un valore di VDS che “strozza” il canale ed, in teoria, annulla b(x).E’ altresì evidente che questo evento non è reale perché o si annulla la corrente ID e quindi cessa la causa che ha provocato il restringimento oppure la densità di corrente, nel punto di strozzamento va all’infinito: ipotesi entrambe non fisiche.
-VGS
VDS =0
-VGS
G
G
DS2a 2b(x)
n
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Tensione di pinch-off I
La tensione Vp di pinch-off è quella tensione di drain (VDS ) che annulla (praticamente) la larghezza del canale per un dato valore di VGS e, analogamente, la tensione di gate (VGS ) che annulla il canale per VDS=0.Sarà perciò, a partire da :
( ) ( )[ ] ( )[ ]xVVeN
xbaxW oD
−=−=ε222
Nell’ipotesi ID=0 e V0<<V(x)=cost , che la tensione di pinch-off è quella per cui b(x)=b=0 cioè :
( )ε2
2 2 Dp
eNaV =
Risulta così per 2b(x) l’espressione :
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡−=
p
GS
VV
ab 122
V0 (tensione di Built-in)
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Tensione di pinch-off IIAnalizziamo ora due situazioni una relativa al comportamento del FET prima del pinch-off(VDS<VP ) e una dopo il pinch-off (VDS>VP).
VDS<VP
La valutazione del pinch-off fatta con VDS=0, può essere ripetuta ponendo VGS=0 e valutando il valore di VDS che strozza il canale. Questa tensione è ancora VP che, come si è visto, dipende solo da parametri fisici del componente.In questo caso si può trascurare la dipendenza di b(x) dall’ascissa x e considerare il canale a larghezza costante e pari a 2b. Ne deriva, per la corrente ID , l’espressione
( )DSnD
GSD VeN
LWVb
I μ2
=
Il FET si comporta perciò come una conduttanza controllata dalla tensione VGS ,(VVR),di valore
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡−==
p
GSnD
DS
D
d VV
eNLaW
VI
r121 μ
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Tensione di pinch-off III
In questo caso non è possibile assumere il canale uniforme. Alla tensione di pinch-off il canale raggiungerà la larghezza minima (δ) vicino al drain. Superato il pinch-off, altri punti del canale raggiungeranno la condizione di larghezza minima e la porzione di canale strozzato si allungherà. La caduta di tensione lungo il campione non sarà più lineare con x a causa della variazione di b(x). Quando lo spessore del canale raggiunge il valore minimo :
Ed è praticamente costante in quanto, essendo il campo elevato la mobilità risulta inversamente proporzionale al campo elettrico, si ha cioè :
δ=b2
xDD veNWI δ=
VDS>VP
VVGSGS
SS DD XX
VVDSDS
LL''''
LL''
VVPP
VVDDDD
VVGGGGGG11
GG22
SS DD
XX
2b(x)2b(x)
LL''
DepletionDepletionregionregion
δδ
IIDD
La corrente nel dispositivo vale :
Evx xn cost== μ
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Tensione di pinch-off IV
Nella zona di corrente costante, o di saturazione,la corrente di collettore può essere rappresentata in funzione del valore che assume per VGS=0 (IDSS) e del rapporto tra VGS e VP.Si ha così:
2
1 ⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=
p
GSDSSDS V
VII
Si ha inoltre che, su questa base, se VGS=VP IDS=0 ( FET interdetto). In realtà in questa situazione IDS≠0 e si ha :
( ) ][10 9 AOFFII DVpVGSDS−
=≅=
IIDD
IISS
IIGG
VVDDDD
VVGSGSVVGGGG
Caratteristica di trasferimento del FET
IDSS VBR
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Principi di funz. del MOSFET ad ENHANCEMENT I Il MOSFET a canale n consta di un substrato drogato p- nel quale vengono prodotte per diffusione due zone n+ a distanza di qualche decina di micron. Sulla zona di separazione si deposita prima un ossido (SiO2) e poi un metallo (Al tipicamente) realizzando così un condensatore con un’armatura costituita dal substrato semiconduttore. Polarizzando positivamente il gate, si crea in un primo tempo uno strato svuotato nel semiconduttore, stratoche diventa di inversione, cioè decisamente di tipo “n” quando la tensione di gate supera il valore di soglia “VT”. La creazione di questo strato di inversione mette in comunicazione source e drain, per cui una tensione VDS consente il passaggio di corrente. Il valore di questa corrente dipende, a parità di VDS, dalla conducibilità del canale e quindi da VGS.
Il dispositivo descritto, che prevede l’uso di una tensione di gate di valore opportuno perchéscorra corrente di drain, è detto enhancement (arricchimento). Un altro tipo di MOSFET prevede la realizzazione, per diffusione di un “canale” sotto l’ossido, che la tensione di gate può arricchire o svuotare. Tale MOSFET è detto a depletion (svuotamento) ed è molto simile, come funzionamento al JFET.
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Principi di funz. del MOSFET ad ENHANCEMENT II
Caso VDS=0
Caso VDS<0
MOSFET a canale Pdi tipo
ENHANCEMENT
nn
pp pp
D(D(--))G(G(--))SS
nn
pp pp
D(D(--))G(G(--))SS SiOSiO22
AlluminumAlluminum
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Principi di funzionamento del MOSFET ad ENHANCEMENT IIICurva di trasferimento
2
2 DSo
D VLWC
Iμ
= ( )2
2 TGSo
DSD VVLWC
II −==μ
Espressione analitica di ID in zona ohmica : ( )[ ]222 DSDSTGS
oD VVVV
LWC
I −−=μ
µ = mobilità portatori di maggioranzaCo = capacità di gate per unità di areaL = lunghezza di canaleW = larghezza di canaleVT = tensione di soglia (VGSth)
IIDD[[mAmA]]
VVGSGS[v][v]
--1010
--2020
--44 --88 --1212
--3030
--141400
IIDSSDSS≈≈00
IIDSSDSS VVTT
VVDSDS==--30V30V IID(on)D(on)
Caratteristiche di drain
IIDD[[mAmA]]
VVDSDS[v][v]
VVGSGS==--2020
--1818
--1414
--1212
--1616
--1010--1010
--2020
--1010 --2020 --3030 --4040 --5050
--3030
OhmicOhmic((notnotsaturationsaturation))
ConstantConstant currentcurrent((saturationsaturation))
00
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Espressioni analitiche delle carat. del MOSFETSe VDS=0 e |VGS|>|VT| si ha, sotto il gate, uno strato di inversione che pone in comunicazione source e drain. Tale strato si annulla se . |VGS|≤|VT|Analogamente, lo strato di inversione si forma se |VGS-VDS|>|VT| e si annulla se |VGS-VDS| ≤ |VT|Di conseguenza il FET è in zona ohmica se |VGS-VDS|>|VT| (zona ohmica)E’ invece in zona di saturazione (corrente costante) se |VGS-VDS|<|VT| (zona di saturazione)Come si è detto, nella zona ohmica, le caratteristiche di drain sono date, al variare di VGS, dalla
( )[ ]222 DSDSTGS
oD VVVV
LWC
I −−=μ
Quando |VGS-VDS|=|VT| si entra nella zona a corrente costante. Si ha allora
( )22
22 TGSo
DSo
D VVLWC
VLWC
I −==μμ
In questa zona, infatti si può assumere la corrente teoricamente costante ed indipendente da VDS. Si ha quindi per |VGS-VT|<|VDS |
( )2
2 TGSo
D VVLWC
I −=μ
VD
VT
Vx
VGS
VDS
Vy
x
y
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MOSFET a canale N di tipo depletion
VGS=0 VDS≤0
Caratteristiche di drainCurva di trasferimento.
IIDD[[mAmA]]
VVDSDS[v][v]
22
--22
--44
00
--6644
88
--1010 --2020 --3030 --4040 --5050
1212
VVGSGS== 44
Enha
ncem
ent
Enha
ncem
ent
Dep
letio
nD
eple
tion
00
22
66
88
1010
1212
00--22--44--66 22 44 VVGSGS,V,V
IIDD[[mAmA]]
DepletionDepletion EnhancementEnhancement
IIDSSDSS
VVGS,(off)GS,(off)
pp
nn nn
D(+)D(+)GGSS SiOSiO22
AlluminumAlluminum
pp
nn nn
D(+)D(+)G(G(----))SS SiOSiO22
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MOSFET a canale N di tipo depletion I
I FET di tipo p-channel sono tecnologicamente più facili da realizzare del tipo n-channel. Durante il processo di fabbricazione infatti, possono rimanereintrappolate nello strato di ossido sostanze contaminanti sotto forma di ioni con carica elettrica positiva. Questi ioni, se il gate è polarizzato negativamente, come nel caso dei FET p-channel, migrano all’interfaccia ossido-metallo e non danno fenomeni apprezzabili.Viceversa, se il gate è polarizzato positivamente, come accade nei FET n-channel, migrano all’interfaccia ossido-semiconduttore ed alterano la tensione di soglia VT.Le nuove tecniche di fabbricazione hanno praticamente risolto questo problema ed oggi il FET n-channel viene preferito perché, a parità di dimensioni, è all’incirca due volte più veloce del FET p-channel presentando una µn> 2µP ; ovvero, a parità di prestazioni, occupa metà spazio riducendo le capacità associate ed è ancora una volta più veloce.
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Processi tecnologici
Gli sviluppi attuali della tecnologiasono volti ad ottenere una
riduzione dei parassiti e unadiminuzione della tensione
di soglia VT , oggi compresa tra 1 e 3 volt.
JFET
MOSFET(enhancement a canale P)
Tecnologia del “silicon gate”(VT≈1-2 volt)
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“Trends” tecnologici I
L’alto valore della tensione di soglia comporta l’uso di alte tensioni di alimentazione e, di conseguenza, minore densità di componenti e maggiori dissipazioni.
Per diminuire VT si usano le seguenti tecniche:
•Uso di cristalli di silicio orientati secondo la giacitura <100> anziché <111>•Poiché così si diminuisce anche la mobilità, si può utilizzare ancora la <111> e aggiungere ad uno strato di SiO2 uno strato di Si3N4 che raddoppia praticamente la εeff riducendo VT
•Il gate metallico è sostituito da un “silicon gate” realizzato con una deposizione di silicio policristallino che una successiva diffusione di fosforo rende conduttivo.
•L’impiantazione ionica di opportuni droganti che “alleggeriscono” il canale che può essere così arricchito più facilmente
nn
pp pp
D(+)D(+)GGSS SiOSiO22
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“Trends” tecnologici II
0.21418Prodotto velocità-potenza [pJ]
0.4111.5Potenza di gate, PD [mW]
0.51412-15Tempo di ritardo di gate più breve,[μsec]
2-43-74-84-15Tensione alimentazione, VCC [V]
40070012001200Spessore ossido si gate, Tox [À ]
0.80.82.02.0Profondità di giunzione, XJ [μm]
0.40.61.41.4Diffusione laterale, LD [μm]
23.566Lunghezza di canale, L [μm]
MOS(1980)
HMOS(1977)
NMOS a svuotamento(1976)
NMOS ad arricchimento(1972)
Parametri dispositivo/circuito
L’uso di tecnologie più sofisticate, come il SAG (Self Aligned Gate) consente una riduzione dell’overlapping sia gate-source, che gate-drain con riduzione delle capacità parassite
Simboli del MOSFETN.B. Quando il substrato non è indicato, si intende collegato al morsetto “source”
DD
GG
SS SS
DD
GG
SS
SubstrateSubstrate
BB
DD
GGSubstrateSubstrate
BB
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Circuiti invertitori a MOSFET.
ID
VDS
VDD—R
VGS=10v
VGS=8v
VGS=6v
VDD
VVOOVVii
RR
VVDDDD
Se la tensione d’ingresso V i aumenta, aumenta la Corrente di Drain e quindi la caduta sulla resistenza R. Ne risulta una diminuzione della tensione d’uscita Vo
Vi crescente
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FET con carico saturato 1
VGS2=VDS2=VDD-VO
ID1=ID2
G1
G2
D2
S2
S1
D1Y
-+
VDS1
VDS2
VDD
Driver
ID1
ID2 +
-
Vi=VGS1
A
A Y
Vi Vo
VDD
VDD
00
Y=A–
Vi Vo
0 VDD-VT
VDD VON
A Y0 1
01
IID2D2[[mAmA]]
VVDS2DS2[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS2GS2=10=1099
88
77
5566
VVTT
IIDSDSvsVvsVLL
IID1D1[[mAmA]]
VVDS1DS1[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS2GS2=10=1099
88
77
5566
Load curveLoad curve
VVonon VVTT
IID1D1vsVvsVOO
V0≈KVi
IID1D1[[mAmA]]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVTT
VVonon
SwingSwing
VVTT
AA
BB
VVDDDD
N.B. il Fet B ha un’area più piccola del Fet A
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G2
D2
S2
IID2D2[[mAmA]]
VVDS2DS2[v][v]
1010
2020
00
3030
88
VVGS2GS2=10=10
99
88
77
55
66
VVGS2GS2 = V= VDS2DS2
44
6644VT
VVGS2GS2 = V= VDS2DS2
FET con carico saturato 2
Linea di carico corrispondente al FET saturato: CARICO ATTIVO
IID1D1[[mAmA]]
VVDS1DS1[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS2GS2=10=1099
88
77
5566Load curveLoad curve
VVonon VVTT
DRIVER
CARICO ATTIVO
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FET con carico non saturato (i FET sono N-enhancement)VDD
G1
G2
D2
S2
S1
D1+
VODriver
ID1
ID2
-Vi=VGS1
A
VGS2
VDS2
VGG>VDD+VTID1=ID2 VDS1=VDD-VDS2 VDD=12v
VGG=16v
VDS2-VGS2=VDD-VO-(VGG-VO)=-6v
Load
Il transistore di carico Q2, funzionaIn “zona ohmica” (è cioè una resistenza il cui valore è determinatodalla tensione di gate).
Per questo motivo deve risultare :
|VGS-VT|>VT
e quindi :
VGG-V0-VT>VDD-VO
IID1D1[[mAmA]]
VVDS1DS1[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS1GS1=10=1099
88
5566
Load Load curve Acurve A
VVonon
BB
IIDS1DS1vsVvsVDS1DS1
V0≠KVi
VVoo[V][V]
1010
2020
22 44 6600
3030
88 VVDDDD
SwingSwing
VVTT
AA
BB
VVDDDD
VVonon
IID2D2[[mAmA]]
VVDS2DS2[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS2GS2=10=1099
88
5566
IID2D2vs Vvs VLL=V=VDS2DS2
N.B. il Fet B ha un’area pari ad 1/5 del Fet A
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NMOS enhancement con carico di tipo depletion
G1
G2
D2
S2
S1
D1 Vo= VDS1
-+
VDS1
VDS2
VDD
Driver
ID1
ID2 +
-
Vi=VGS1
A
Caratteristica ditrasferimento
ID1=ID2
VDS1=VDD-VDS2
IID2D2[[mAmA]]
1010
2020
22 44 6600
3030
88 VVDS2DS2,V,V
VVonon
VVGS2GS2=0=0
FET BFET B
FET AFET A
VVGS2GS2‘‘ =0=0
VVOO[V][V]
1010
2020
22 44 6600
3030
88 VVi i ,V,V
VVonon
AA
BB
SwingSwing
VVTT
VVDDDD
IID1D1[[mAmA]]
VVDS1DS1[v][v]
1010
2020
22 44 6600
3030
88
VVGS1GS1=10=1099
88
5566
Load Load curve Acurve A
VVonon
BB
VVDDDD=10V=10V
N.B. il Fet B ha un’area pari ad 1/5 del Fet A
VDD