UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Medicina e Chirurgia Scuola di Specializzazione in...
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Medicina e Chirurgia
Scuola di Specializzazione in Biochimica Clinica
Gagliardi Barbara
TOLLERANZA IMMUNOLOGICA NELLA PRATICA CLINICA DEI
TRAPIANTI DI ORGANO
LE BARRIERE DEL TRAPIANTO
Trapianto clinico
Organo trapiantatoEsempi di malattia
Rene
Cuore
Polmone
Fegato
Cornea
Pancreas o isole
Midollo osseo
Intestino tenue
Cute
Insufficienza renale terminale
Insufficienza cardiaca terminale
Ipertensione polmonare/Fibrosi cistica
Cirrosi, cancro
Distrofia, cheratiti
Diabete
Immunodeficienze, leucemie
Cancro
Ustioni
AUTOTRAPIANTO
XENOTRAPIANTOALLOTRAPIANTO
ISOTRAPIANTO
UN PO’ DI STORIA…• Nel 1943 Medawar e Gibson scoprirono che il rigetto tissutale è mediato dalle cellule del sistema immune • Nel 1953 Billingham, Brent e Medawar dimostrarono sperimentalmente che la compresenza di cellule- leucociti di donatore e ricevente determinava l’assenza di rigetto verso i tessuti del ceppo del ricevente ma non verso i tessuti di altri ceppi “sistema HLA”• Nel 1959, Murray effettua il primo trapianto di rene nell’uomo, donato da un fratello (gemello), dopo una Total Body Irradiation (TBI)• Nel corso del 1960 si aggiunsero i primi interventi di fegato (Starzl 1967), cuore (Barnard 1968), midollo osseo (1968) e l’utilizzo di Azatioprina e steroidi • Negli anni ‘70 si arriva alla scoperta ed uso della Ciclosporina A
Permettere la TOLLERANZA SPECIFICA di un organo da parte di
un sistema immune diverso
LE LEGGI DEL TRAPIANTO
MHCa
MHCa
MHCa
MHCa
MHCbMHCb
0
50
0
100
10 200
50
0
100
10 200
50
0
100
10 20
Trapianto di cute in un ricevente SINGENICO
Trapianto di cute in un ricevente ALLOGENICO
Secondo trapianto di cute dallo STESSO
DONATORE
Percentuale di sopravvivenza dei trapianti
MHCa
MHCb non immunizzato
0
50
0
100
10 20
MHCb sensibilizzato contro MHCa
Il trasferimento di cellule T accelera il rigetto da un donatore sensibilizzato a un
ricevente non immunizzato
Giorni dopo il trapianto
Trapianto di cute in un ricevente
SINGENICO
Trapianto di cute in un ricevente ALLOGENICO
Trapianto di cute in un ricevente
INCOMPATIBILE per un antigene MINORE
Giorni dopo il trapianto
MHCa
MHCa
MHCa
MHCa
MHCaMHCb
0
50
0
100
60 1200
50
0
100
60 1200
50
0
100
60 120
Percentuale di sopravvivenza dei trapianti
10
PRESENTAZIONE DEGLI ALLOANTIGENI DEL TRAPIANTO AI LINFOCITI T DEL RICEVENTE
Le APC del ricevente processano proteine e presentano peptidi derivati
dal trapianto
Le APC del donatore migrano verso il linfonodo e stimolano le cellule T
alloreattive del ricevente
ALLORICONOSCIMENTO DIRETTO ALLORICONOSCIMENTO INDIRETTO
I LINFOCITI T E I SUOI COLLABORATORI
EFFETTI SUL TRAPIANTO
Complemento
APC
Th
CD4
CD8
IL-2
INF-γ
IL-2IL-4IL-5
linfotossinaINF-γ
anticorpi
attivazione
citotossicità cellulo-mediata
citotossicità cellulare anticorpo-dipendente
danno litico occlusione vascolare
mediatori dell’infiammazione
cellule trapiantate
I MECCANISMI DELLA TOLLERANZA PERIFERICA
• ANERGIA CLONALE il riconoscimento da parte di linfociti attivati dall’antigene allogenico presentato da APC in assenza di segnale costimolatorio renderà i linfociti incapaci di rispondere a quell’antigene
• ACTIVATION-INDUCED CELL DEATH (AICD) viene iniziato dall’IL2 e richiede l’espressione del recettore Fas-ligand sulle cellule T attivate che successivamente vengono indotte all’apoptosi
• SVILUPPO DI LINFOCITI T, PROGENITORI MIELOIDI O CELLULE DERIVATE DALLO STROMA CON FUNZIONE DI REGOLATORI O SOPPRESSORI i linfociti T regolatori sono capaci di inibizione allo-specifica grazie al rilascio di citochine (TGF-β o IL-10); i progenitori mieloidi CD34 a seconda che esprimano il CD86, funzionano come potenti APC, in gardo di polarizzare i linfociti T e B verso un pattern più o meno immunogenico di risposta verso alloantigeni; cellule derivate dallo stroma del midollo osseo (cheratinociti e cellule endoteliali), mancando di attivitò costimolatoria, potrebbero avere un ruolo indiretto nell’indurre tolleranza nelle cellule T
I TEMPI DEL RIGETTO
TIPO DI RIGETTO TEMPO NECESSARIO CAUSA
Iperacuto minuti-ore anticorpi anti-donatore preformati e complemento
Accellerato giorni riattivazione di linfociti T sensibilizzati
Acuto giorni-settimane attivazione primaria dei linfociti T
Cronico mesi-anni cause poco chiare: anticorpi,
immunocomplessi, reazioni cellulari lente, ricaduta della malattia
LE ALLOREAZIONI NEL RIGETTO DEI TRAPIANTI
midollo osseo
Nel TRAPIANTO di RENE le cellule T del RICEVENTE attaccano l’ORGANO
TRAPIANTATO
RIGETTO DEL TRAPIANTO
Nel TRAPIANTO di MIDOLLO OSSEO le cellule T del TESSUTO TRAPIANTATO attaccano i tessuti del RICEVENTE
MALATTIA DA REAZIONE DEL TRAPIANTO CONTRO
L’OSPITE (GVHD)
PREVENZIONE DEL RIGETTO
TIPIZZAZIONE TISSUTALE
METODO SIEROLOGICO (2-3h)
complemento
HLA-B8
anti HLA-B8
tripan blue
La morte delle cellule conferma che queste
esprimono l’antigene in questione.
REAZIONE LINFOCITARIA MISTA (4-5gg)
3 7
T
4 7
T
b4 4
B
cellula test DR4,7cellula test DR3,7
cellula tipizzante DR4,4
nessun riconoscimento
riconoscimento
Trasformazione e proliferazione
Nessuna reazione
Le cellule DR3,7 riconoscono le cellule tipizzanti come estranee e ciò viene rivelato dalle celle test in fase di trasformazione e proliferazione; al contrario le cellule DR4,7, che presentano la
specificità delle cellule tipizzanti, non riconoscono queste ultime e quindi non reagiscono ad esse.
PREVENZIONE DEL RIGETTO
IMMUNOSOPPRESSIONE CON FARMACI
FARMACI IN GRADO DI INATTIVARE SOLO QUEI CLONI LINFOCITARI CHE SONO SPECIFICI PER GLI ANTIGENI DEL
DONATORE, LASCIANDO INALTERATI GLI ALTRI CLONI
AZATIOPRINA
ASPECIFICA
Diminuisce o abolisce l’attività del sistema immunitario indipendentemente dall’antigene
rendendo il ricevente estremamente vulnerabile alle infezioni.
STEROIDI
CICLOSPORINASopprimono i
macrofagi attivati, diminuiscono la
funzione delle APC e riducono
l’espressione delle molecole MHC
Sopprime la produzione di linfochine da
parte dei linfociti Th
Incorporandosi nel DNA delle
cellule in via di divisione, ne impedisce l’ulteriore
proliferazione
SPECIFICA
TOTAL LYMPHOID IRRADIATION (TLI)I linfociti maturi sono
drasticamente eliminati tramite irradiazione,
mentre il midollo osseo viene protetto e rimane
intatto; questa metodica , seguita da
un’esposizione all’antigene, induce una tolleranza completa ma
risulta pericolosa se utilizzata
abitudinariamente a scopi clinici
DONOR SPECIFIC TRANSFUSION
(DST)Una trasfusione di sangue del donatore somministrata per
via endovenosa nel ricevente, una settimana
prima del trapianto, determina un attecchimento a lungo termine dell’organo (nel 80% dei casi il successo del trapianto è del 95-100%). In alternativa, anticorpi anti-donatore , somministrati al ricevente al momento del
trapianto possono causare un potenziamento passivo della sopravvivenza del trapianto.
UN OSSERVAZIONE SPERIMENTALE…
Razionale: studiare la capacità delle cellule T di indurre tolleranza per sviluppare approcci di possibile applicazione clinica
Il trasferimento di alloantigeni da parte di cellule T può essere usato per indurre tolleranza nei confronti di un trapianto allogenico effettuato in riceventi sottoposti a regimi di condizionamento mieloablativi e non?
•Sopravvivenza di cellule T che esprimono alloantigeni in topi sottoposti a irradiazione
•Sopravvivenza di cellule T che esprimono alloantigeni in topi sottoposti a condizionamento non-mieloablativo
• La tolleranza indotta attraverso il trasferimento di cellule T mature ha evitato il rigetto cronico del trapianto di cuore
• Topi sottoposti a trapianto di cuore che non hanno ricevuto cellule T hanno rigettato il trapianto (infiltrato di cellule T CD3+ e cellule B B220+)
• Il trapianto di cuore in topi riceventi che sono stati sottoposti a trasferimento di cellule T dopo condizionamento mieloablativo non presenta segni di infiltrati cellulari
• Il trapianto di cuore è stato ben accettato anche in topi riceventi sottoposti a trasferimento di cellule T dopo condizionamento non-mieloablativo
• La tolleranza indotta mediante il trasferimento di cellule T mature determina una diminuzione nel siero dei livelli di citochine pro-infiammatorie
La concentrazione di IFN-γ, IL-15, IL-9, IL-1α e IL-1β è significativamente più bassa nel siero di topi che hanno ricevuto cellule T (istogramma bianco) rispetto a quelle delle stesse citochine misurate nel siero di topi che non hanno ricevuto cellule T (istogramma nero)
• Il trasferimento di cellule T mature ha causato la delezione centrale delle cellule T alloreattive
La frequenza di cellule CD4+ e CD8+ esprimenti Vβ3 era significativamente ridotta in topi riceventi cellule T (istogramma bianco) rispetto a topi controllo non riceventi cellule T (istogramma nero).
• Il trasferimento di cellule T mature aumenta la frequenza di cellule T con funzioni regolatorie
Scarsa presenza di infiltrati cellulari nel trapianto di topi sottoposti a condizionamento mieloablativo e scarsa presenza di cellule positive per FoxP3 rispetto ad un abbondante presenza delle stesse cellule osservata nel trapianto di topi sottoposti a condizionamento non-mieloablativo
CONCLUSIONI• Il trasferimento di cellule T mature in topi sottoposti a regimi di condizionamento non-mieloablativi determina uno stato di tolleranza a lungo termine.
• Il trapianto di un organo solido in topi riceventi è stato tollerato indefinitamente.
• L’istologia dell’organo trapiantato non ha mostrato i segni caratteristici del rigetto cronico. • Non sono state osservati aumenti nei livelli sistemici di citochine proinfiammatorie associate allo sviluppo del rigetto cronico come IFN-γ, IL-1α e IL-1β.
IL TRASFERIMENTO DI CELLULE T MATURE INDUCE TOLLERANZA NEI CONFRONTI DI ALLOANTIGENI MHC DI CLASSE I E DI CLASSE II
• Sia gli antigeni di superficie che quelli intracellulari trasportati nel timo dalle cellule T mature sono coinvolti nei fenomeni di selezione negativa, ma solo parzialmente.
• Cellule del donatore Foxp3+ sono più abbondanti rispetto a cellule naive nel sangue periferico dei riceventi.
• Cellule esprimenti Foxp3 si osservano nell’organo trapiantato di topi riceventi il trasferimento di cellule T mature.
NELL’INDUZIONE DELLA TOLLERANZA OLTRE ALLA DELEZIONE CENTRALE GIOCANO UN RUOLO IMPORTANTE ANCHE LA REGOLAZIONE IN PERIFERIA DELLE RISPOSTE MEDIATE DALLE CELLULE T
LE CELLULE T ALLOGENICHE MATURE SONO CAPACI DI INDURRE E MANTENERE LA TOLLERANZA NEI CONFRONTI DEL CUORE TRAPIANTATO
CONCLUSIONI
• Il traguardo della tolleranza immunologica può essere raggiunto non solo tramite farmaci immunosoppressori con lo scopo di ridurre o abolire il rigetto ma soprattutto tramite la manipolazione biologica di cellule e/o molecole capaci di indurre selettivamente uno stato di non responsività antigene specifica.
• Nel trapianto di organi l’obbiettivo da raggiungere deve essere l’attecchimento dell’organo in uno stato di “donor-specific T cell unresponsiveness” mediante la produzione di un microchimerismo donatore-ricevente.
• Nonostante i regimi di pretrattamento, la comparsa del rigetto acuto è un evento clinico quasi ineludibile; tuttavia quasi sempre è dominabile con in normali mezzi terapeutici, permettendo in ogni caso il ritorno ad una situazione di “minimizzazione dell’immunosoppressione” che non interferisce con il raggiungimento e mantenimento di un alto grado di “donor-specific nonreactivity”
• Molte esperienze cliniche hanno confermato, se non la possibilità di lasciare completamente senza immunosoppressione il ricevente, di indurre uno stato di quasi tolleranza con la quale diminuire il pericolo, nel lungo periodo, di effetti tossici.