Università Sapienza di Roma Dipartimento di Comunicazione e … · 2016-11-01 · Università...

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Università Sapienza di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Titolo dell'assegno di ricerca Analisi sociale e comunicativa della periferia urbana romana con particolare attenzione allo scenario metropolitano e alle politiche di governo del territorio Titolo della ricerca “Progetto di sviluppo e valorizzazione turistica del Comune di Anzio” Settore Scientifico disciplinare SPS/10 Responsabile scientifico: Prof. Mario Morcellini Assegnista Maria Rita Schirru Roma, 31 ottobre 2016 1

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Università Sapienza di Roma

Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale

Titolo dell'assegno di ricerca

Analisi sociale e comunicativa della periferia urbana romana con particolare attenzione allo

scenario metropolitano e alle politiche di governo del territorio

Titolo della ricerca

“Progetto di sviluppo e valorizzazione turistica del Comune di Anzio”

Settore Scientifico disciplinare SPS/10

Responsabile scientifico: Prof. Mario Morcellini

Assegnista

Maria Rita Schirru

Roma, 31 ottobre 2016

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Indice

2. L'ANALISI DI SFONDO

2.1 Cenni storici

2.1.1 L'età protostorica e latino-volsca

2.1.2 L'età romana

2.1.3 L'età medievale e moderna

2.1.4 L'Ottocento

2.1.5 L'età contemporanea fino alla seconda guerra mondiale

2.2 Analisi dal dopoguerra ai giorni nostri

2.2.1 L'analisi demografica

Indagine sulla popolazione

Indagine sull'occupazione

2.2.2 L'analisi socio-economica

Premessa

Le specificità del territorio anziate

Il confronto col resto del territorio

2.2.3 Il comparto turistico

Breve storia dell'evoluzione turistica di Anzio

Le risorse turistiche del territorio

Le infrastrutture e i trasporti

Il sistema della raccolta dei rifiuti

Analisi della domanda turistica (arrivi, presenze e presenza media)

Analisi dell'offerta ricettiva alberghiera ed extra-alberghiera

3. L'ANALISI SWOT

3.1 Ambiente

3.2 Popolazione

3.3 Occupazione

3.4 Struttura economica

3.5 Turismo

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2. L'ANALISI DI SFONDO

2.1 Cenni storici

Anzio è un comune di 53.986 abitanti, distante dalla Capitale circa 56 chilometri, che fa parte

amministrativamente della Città Metropolitana di Roma Capitale: il suo territorio, che ha una

estensione di 43,43 kmq, è per lo più pianeggiante e declinante verso il mare lungo un tratto di costa

di ben sedici chilometri.

2.1.1 L'età protostorica e latino-volsca

L'antica città di Antium fu fondata probabilmente tra il X e l'VIII secolo a.C.: alcune leggende

fanno addirittura risalire le sue origini a personaggi mitici (si dice sia stata fondata da Anteo, figlio

di Ulisse e Circe, o da Ascanio, figlio di Enea).1

L'importante storia di Anzio si evidenzia sin dall'epoca protostorica – compresa tra la prima età del

bronzo (prima metà del IV millenio a. c.) e quella del ferro (che ha inizio nel mediterraneo orientale

intorno al XII secolo a.C.) – in cui troviamo testimonianze di insediamenti lungo la costa, nella

zona ricompresa tra Cavallo Morto e Torre Astura. Importanti dati archeologici confermano la

presenza nella zona di insediamenti umani in piccoli villaggi stanziati nelle varie alture presenti nel

territorio anziate: ci si riferisce in particolare ai ritrovamenti archeologici della necropoli di Cavallo

Morto, comprendente circa quaranta sepolture, e della necropoli situata di fronte all'edificio

dell'Italcable, composta da circa una trentina di sepolture, entrambe oggetto di diverse campagne

di scavo.

L'insediamento più antico di Anzio, che raggruppava tutte le comunità allora esistenti, è denominato

Capo D'Anzio, localizzato sul colle delle Vignacce – in una posizione strategica dal punto di vista

della difesa militare – e dava vita ad un oppidum, munito di fortificazioni ad aggere, costituito da

un terrapieno rinforzato da un muro in un opera quadrata di tufo e completato da un fossato. Tracce

di tale insediamento sono state rinvenute nella zona oggi denominata via dei Volsci, villa Adele,

via Roma, via del Sacro Cuore, via Ardeatina, via del Teatro Romano, risalenti ad un periodo

compreso tra la fine del VII e l'inizio del V secolo a.C.

Da questo primo e semplice centro protourbano si sviluppò la città vera e propria di Anzio, con

acropoli sul colle delle Vignacce (tra il IX ed il VII sec. a. C.), caratterizzata dalla presenza di un

porto, il cd. Caenon, la cui ubicazione è ancora oggetto di ipotesi da parte degli studiosi, la più

accreditata delle quali ipotizza la sua ubicazione presso un oppidum distinto dal promontorio di

Capo D'Anzio in un riparo naturale nella valle d'Anzio. Il prolungamento delle fortificazioni al mare

avvenne probabilmente in un'epoca successiva, a causa di una mutata situazione politica, sotto la

minaccia romano-latina che indusse un ulteriore rafforzamento della città e del suo territorio

antistante.

I Volsci arrivarono ad Anzio intorno al 509-507 a.C. probabilmente per mare: in un primo momento

si trattò di migrazioni in piccoli gruppi occasionali, poi i movimenti di popolazione si fecero sempre

più cospicui, non trovando eccessivo contrasto da parte degli anziati che, sentendosi sempre più

minacciati dall'avanzata romana, intrattennero con essi strette collaborazioni che funzionarono per

circa un secolo. Addirittura gli anziati, insieme ai Volsci, combatterono un'intensa lotta contro i

romani, testimoniata dal famosissimo episodio di Coriolano, che riconobbe il valore dei nemici.

1 Le informazioni storiche presentate in questo capitolo sono tratte da: A.A.V.V. 2008; Marigliani 2008; Pasetto 2008.

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Il Caenon fu distrutto dopo la sconfitta di Anzio, presso il fiume Astura, ad opera dei romani nel

338 a. C.

2.1.2 L'età romana

In età romana Antium e Neptunus facevano parte dello stesso territorio.

Anzio per la sua posizione favorevole, su un'alta costa di pietra arenaria da cui dominava il mare, e

soprattutto per la presenza del porto, diventò già dall'età pre-romana uno dei centri più potenti della

costa laziale; era inoltre d'importanza cruciale per il collegamento tra le città dell'entroterra laziale

ed il mare, per il commercio, nonché per la transumanza dall'Appennino verso la costa.

Dopo la sconfitta ad opera dei romani, Anzio si trasformò in una colonia romana, mediante l'invio

di un piccolo contingente di coloni e la riduzione degli abitanti della città ad una condizione di

precarietà, che fu superata dopo pochi anni, grazie alla politica di integrazione di Roma verso i

popoli vinti: furono infatti inviati i coloni, ma si diede agli anziati la possibilità di diventare essi

stessi coloni, concedendogli la cittadinanza.

Gli anziati in un primo momento furono privati delle loro navi e della possibilità di navigare per

mare ma, dopo un periodo di transizione, ripresero l'attività commerciale con Roma e con i Latini,

avviando un'integrazione definitiva con la nascente potenza romana.

Con il passare del tempo Anzio diventava sempre più meta dei notabili romani e verso la fine

dell'età repubblicana si avviava a diventare il luogo di villeggiatura più ambito dai ricchi patrizi.

Col tempo la città, frequentata dai personaggi più illustri, si abbelliva continuamente: le vecchie

ville repubblicane cedevano il passo a nuovi e sempre più imponenti fabbricati, dotati nei casi più

ricercati di raffinate e sofisticate peschiere.

Con la presenza ad Anzio della famiglia Giulio-Claudia (Caligola e Nerone), che scelse per

insediarsi la località sul promontorio della riviera di ponente dove sorge l'attuale faro, la città

acquisisce nuovo prestigio ed un fasto ineguagliabile.

Fu proprio la famiglia Giulio-Claudia a dare grande impulso ai lavori portuali: Caligola in

particolare fece costruire ad Anzio un porto grandioso, nel quale spese una fortuna, che rientrava

nel più complesso sistema di opere portuali tese a garantire il traffico commerciale e soprattutto

l'afflusso di grano, fondamentale per la stabilità del governo di Roma. Tale porto divenne uno degli

scali più importanti del Tirreno e svolgeva anche una funzione di supporto alla villa imperiale.

Tra gli imperatori che frequentarono e si impegnarono per abbellire Anzio ricordiamo anche

Domiziano, Adriano, Antonino Pio e Commodo.

2.1.3 L'età medievale e moderna

Con la caduta dell'impero romano, nell'alto Medio-evo, Roma conservò comunque la funzione di

importante punto di riferimento dei residui traffici marittimi ed, in tale contesto, il porto dell'antica

Anzio mantenne una funzione importante.

La decadenza di Anzio inizia nel IV secolo e si accelera con l'arrivo dei Goti nel Lazio (all'inizio

del VI secolo) e col succedersi delle incursioni barbariche (nel VI-VII secolo), che saccheggiarono

e distrussero la città: gli anziati sopravvissuti alle invasioni barbariche si rifugiarono nella zona

meglio difendibile del territorio, a Neptunus, dove oggi sorge il borgo medievale, attorno al tempio

del Dio del mare, dando vita ad un nuovo centro.

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Durante il Pontificato di Zaccaria (741-752), Anzio divenne una domuscultae ed i suoi possedimenti

furono riorganizzati in modo da dipendere dal controllo della Chiesa romana, che ne ricavava

derrate per il proprio sostentamento e per il mantenimento dei servizi, senza essere ceduti in

enfiteusi o con altre forme di affitto a lunghissima scadenza.

La “nuova “Anzio, come città ricompresa nel territorio di Nettuno e come porto rinacque nel XIII

secolo, ma iniziò a svilupparsi significativamente soprattutto quando, alla fine del XVI secolo, il

territorio fu acquisito dai Colonna e quindi dai Papi.

Tra il 1697 e il 1700, sotto Innocenzo XII, fu realizzato il porto a Capo D'Anzio tanto atteso dagli

abitanti: fu respinto il progetto di Carlo Fontana che prevedeva la costruzione del porto a occidente,

utilizzando i moli neroniani ancora esistenti, e venne attuato quello di Alessandro Zinaghi, che

prevedeva una spesa minore e si basava nell'addossare il nuovo porto al molo orientale antico.

Innocenzo XII inoltre acquistò dal principe Giovanni Pamphili Aldobrandini tutta la valle intorno al

porto, per consentire agli abitanti di costruire le loro abitazioni e agevolarli nei commerci marittimi,

anche perché – all'infuori del villini Cesi, la Torre di Capo D'Anzio, una vecchia e malandata

osteria ed alcune misere capanne – il luogo era ancora disabitato.

Furono quindi costruiti gli alloggi per i funzionari del porto, per i sorveglianti delle ciurme

(costituite per lo più da prigionieri turchi fatti schiavi e condannati alle galere) e per i soldati addetti

alle torri d'avvistamento lungo il litorale. Fu inoltre costruita una piccola chiesa dedicata a

Sant'Antonio, per l'assistenza religiosa ai circa trecento abitanti della zona.

Nel Settecento così come nel secolo precedente, Anzio divenne un grande cantiere in cui si

impiegarono ancora una volta notevoli somme di denaro per la costruzione di sontuose ville, come

per esempio la villa del Cardinale Alessandro Albani, nipote di clemente XI e appassionato di

archeologia, o quella del Cardinale Neri Maria Corsini di fronte al porto.

Grazie alla costruzione delle lussuose ville e alla produzione del “cacchione”, ottenuto da uva da

terre messe recentemente a coltura, si innalzò il tenore di vita degli abitanti provocando un aumento

demografico tale che nel 1738 si dovette demolire l'antica Chiesa Collegiata, divenuta ormai troppo

piccola per la cittadinanza ed in cattivo stato, per costruirne un'altra più grande e accogliente.

Con l'elezione di Pio VII, Papa Chiaramonti, sotto la protezione dell'Austria, essendo Roma

occupata dai francesi, si concluse la storia del Settecento anziate che visse lo stesso momento di

crisi dello Stato pontificio.

2.1.4 L'Ottocento

Nel 1813 una nuova sventura colpì la città: navi da flotta inglesi sbarcate per cercare di opporsi alla

dominazione napoleonica, distrussero la città, tanto che la popolazione fu costretta a vivere in uno

stato di miseria, in umili capanne, in mezzo a rovine ed in un ambiente infetto dall'aria malsana.

Tuttavia, crollato il dominio napoleonico su Roma, lo stato Pontificio si appropriò del governo di

Anzio e iniziò a ricostruire quanto distrutto dagli inglesi.

Anzio, all'inizio del secolo, faceva parte del vasto territorio dello Stato della Chiesa, prossimo a

Roma, chiamato “comarca” e successivamente “agro romano” o “campagna romana”.

Tale territorio è stato ben descritto dai vari viaggiatori e pittori che percorrevano il circondario di

Roma, allora terra della solitudine e del silenzio, fatta di paludi, prati, ampie distese disabitate,

punteggiate da ruderi di acquedotti, torri, boschi inaccessibili, burroni scoscesi. A popolarlo erano

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più bufali e pecore, che non umani. Tuttavia la luce e i colori di queste terre affascinarono un po'

tutti gli artisti nella prima metà dell'Ottocento, creando forti emozioni e suggestioni incomparabili,

soprattutto per chi proveniva da città ormai in piena civiltà industriale.

Nei primi decenni del XIX secolo ebbe inizio l'ennesima rinascita della città: furono eseguiti

importanti lavori di manutenzione e di escavazione del porto, si registrarono le prime quote di

turismo, si sviluppò l'attività edilizia lungo il molo Innocenziano e si aprirono le prime botteghe

commerciali attorno all'attuale Piazza Pia.

Nel 1830 risiedevano ad Anzio 1.320 abitanti, ma i veri anziati, esclusi cioè gli stranieri (funzionari,

forzati, addetti alla guarnigione, avventizi, pastori e pescatori), non erano più di 750 (157 famiglie).

Nel 1855 furono ultimati i lavori di costruzione della nuova Chiesa principale e dell'annesso

convento, voluti da Papa Pio IX e nel 1857 Anzio, per volontà di Pio IX, si staccò dal territorio di

Nettuno e divenne comune a se stante, con tutti i diritti e i privilegi connessi.

Nel 1870, entrato a far parte, insieme a tutto il Lazio, del Regno d'Italia con il crollo definitivo del

potere temporale dei Papi, Anzio si incardinò nel nuovo ordine amministrativo e politico senza

eccessive ripercussioni, continuando il suo sviluppo demografico, economico e urbanistico (lungo

il molo Innocenziano e a ridosso della nuova Chiesa), nonché quello turistico come centro estivo

balneare.

Con l'inaugurazione della ferrovia Roma-Albano-Anzio-Nettuno, nel 1884, trovò soluzione il

problema dei collegamenti con Roma, fino ad allora affidati a diligenze con frequenza

bisettimanale: rilevanti furono gli impatti sullo sviluppo turistico, infatti, in quell'estate si

aggiunsero 2.300 villeggianti, una cifra enorme per l'epoca, ai 1.870 abitanti residenti.

2.1.5 L'età contemporanea fino alla seconda guerra mondiale

Tra il 1890 e il 1930 Anzio raggiunge primati ragguardevoli in termini di sviluppo economico e

turistico nonché di frequentazione dell'alta aristocrazia, che costruisce villini elegantissimi firmati

dai più prestigiosi architetti dell'epoca (villa Caterini, palazzo Mencacci, palazzo Borghese, villino

Sinimberti, villa Gabrielli, poi Helvetia, villa Pericoli poi del marchese Campanari, villino Chiodelli

quindi residenza di Giuseppe Polli, villa Adele).

Chiude il lussuoso albergo delle “Sirene” e sorgono altri due hotel molto lussuosi: il “Grand

Hotel”, eretto nel 1902 dal signor Lorenzo Benini nella piazza vecchia della stazione ferroviaria,

che cessò la gestione nel 1910, e il “Victoria” di proprietà della famiglia Marigliani, esposto al mare

sulla spiaggia di ponente davanti ai resti del porto neroniano.

Nel 1932 Anzio contava 6.014 abitanti ed era dotata di numerosi alberghi di lusso, frequentati in un

primo momento dall'aristocrazia romana e poi dalla migliore borghesia romana che tentava di

emularne il comportamento; gli stabilimenti balneari erano stati riorganizzati attraverso le

cooperative Tirrena, sulla riviera di levante che gestiva 500 cabine, e Dea Fortuna sulla riviera di

ponente con 800 cabine, assicurando il lavoro a circa quaranta famiglie; il numero dei ristoranti

aumentava (Garda, Caprera, Gambero, Turcotto, Miramare, Corno D'Oro, Taurelli, Moscatelli e

Mingiacchi, etc.); molti anziati affittavano le proprie case d'estate, andando a vivere in vari alloggi

di fortuna, per poterne trarre un reddito che aiutava a superare l'inverno.

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Le guide turistiche dell'epoca ponevano in risalto il crescente interesse turistico verso Anzio, in cui

la costruzione della linea Anzio-Roma si era rilevata determinante, e la sua nuova fama di luogo

salubre che lo aveva reso un appetibile centro residenziale: la guida dell'Associazione Nazionale

Italiana per il movimento dei forestieri del 1908, definiva Anzio tra le spiagge migliori del Tirreno,

frequentatissima in estate e dotata di illuminazione elettrica, acqua buona, posta, telegrafo, telefono,

caffè, biliardo; da un'altra guida del 1909 si evinceva il progressivo sviluppo demografico di Anzio

che giunse alla cifra di 3.499 abitanti; in un altra del 1913 si deduceva l'incremento di popolazione

passata a 5.702 abitanti e la sua trasformazione in un centro turistico di primissimo ordine, ricco di

villini signorili e con una magnifica spiaggia sabbiosa, molto affollata d'estate.

Purtroppo però nell'entroterra la situazione di arretratezza permaneva in tutta la sua gravità: i

contadini vivevano nella miseria, soggetti alla tirannia dei sfruttatori, i caporali. Anche la

condizione dei pastori che scendevano a Porto D'Anzio per svernare non era delle migliori: spesso

costruivano le loro capanne accanto a quelle già esistenti in una zona periferica denominata

“Falasche”, che fu bonificata nel 1939, e che fino al 1945 rimase l'unico nucleo abitato della

periferia di Anzio.

Nel 1934 vennero effettuati importanti lavori sul porto Innocenziano: vennero ampliate le banchine

e si prolungò il molo di un centinaio di metri, determinando come conseguenza principale un

enorme aumento del movimento merci e dell'occupazione (circa un terzo della popolazione era

impiegata nei lavori a servizio del porto). Mentre alla pesca era dedita oltre la metà della

popolazione, con un investimento nell'industria peschereccia di una parte preponderante dei capitali

della cittadinanza.

Lo scoppio della prima guerra mondiale sospese per qualche anno la crescita della città e del suo

flusso turistico che ripresero subito dopo la guerra.

Nel 1924 Giuseppe Polli, facoltoso commerciante romano di stoffe, terminò la costruzione

dell'edificio in stile liberty denominato “Paradiso sul mare”, che doveva essere adibito a Casinò, la

cui mancata apertura fece deviare negli anni successivi i flussi turistici dell'alta aristocrazia verso

luoghi più ricchi di svaghi; tuttavia Anzio rimase il luogo ideale dei “buongustai”, alla ricerca di

luoghi unici in cui degustare specialità di pesce e non solo, e dei ricchi borghesi di Roma, che

incominciarono a costruire le loro dimore estive nella città, emulando quelle degli aristocratici.

Alcune indicazioni sulla situazione socio-economica della città possono essere dedotte da un

documento del Podestà del 1937: ad Anzio risiedevano 7.739 abitanti in gran parte occupati in

attività legate al mare e specificatamente al porto, ma anche al turismo e all'edilizia e in modo

marginale all'agricoltura e alla pastorizia; la stazione ferroviaria aveva emesso quasi di 40.000

biglietti e il servizio di autotrasporto con Roma era effettuato da 17 automezzi; i bagnanti estivi, per

lo più provenienti da Roma, raggiungevano la quota delle 10.000 unità ed erano serviti da 2

stabilimenti balneari con 1.300 cabine, 5 alberghi con 510 letti, 9 ristoranti con 1.200 posti e tanti

circoli e caffè; 8 imprese esercitavano attività di pesca, 210 le tonnellate di pesce pescato in un

anno.

Nel 1939, in conseguenza del rilevante sviluppo di Anzio verso Nettuno, fu emanato un decreto che

sanciva l'unione dei due comuni in un unico comune denominato Nettunia.

Con la seconda guerra mondiale vengono distrutte quasi tutte le abitazioni, le attrezzature balneari e

gli alberghi, viene affondata la flotta delle barche da pesca e viene inquinato di relitti bellici il porto,

la costa e buona parte del territorio; tuttavia Anzio ancora una volta rinasce dalle macerie, avviando

una notevole sforzo di ricostruzione, e ottenendo l'autonomia di comune nel 1945 insieme al

riconoscimento di città marinara a forte vocazione turistico-residenziale.

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2.2 Dal dopoguerra ai giorni nostri

2.2.1 L'analisi demografica

Indagine sulla popolazione

Evoluzione della popolazione

A partire dagli anni Cinquanta, dopo una prima difficile fase in cui la nazione è stata impegnata a

ricostruire il tessuto istituzionale e amministrativo, Anzio inizia ad essere interessato da fenomeni

che incidono profondamente sia sull'assetto socio-economico che sull'assetto territoriale.

Vale la pena ricordare, a questo proposito, l'inserimento di Anzio all'interno dell'area di intervento

della Cassa del Mezzogiorno, che ha apportato benefici nel settore degli investimenti produttivi,

nell'insieme costituito dai comuni di Pomezia, Aprilia, Cisterna, Latina e Anzio: l'apertura dello

stabilimento chimico Palmolive, in questo senso, ha rappresentato un vero e proprio fenomeno di

portata oltre che industriale ed economica anche sociale.

Nel medesimo contesto temporale si avvia il fenomeno della frammentazione delle grandi proprietà

terriere, in particolare la parziale alienazione dell'immensa proprietà Borghese, riconvertita ad uso

edilizio; contemporaneamente inizia a prendere forma il singolare fenomeno del cambiamento della

tipologia dell'utenza turistica, sino ad allora caratterizzata da quella che si può definire utenza di

fascia medio-alta, a favore di un incipiente turismo di massa, favorito dalla dismissione dei grandi

alberghi e dall'ampliamento dell'offerta di edilizia turistica, causa della contemporanea alterazione

delle caratteristiche dell'ambiente storico-naturalistico.

La ripresa dell'economia locale, determinata dalle nuove iniziative nel campo dell'industria,

dell'edilizia e del turismo, favorisce una nuova ondata migratoria di popolazione proveniente

soprattutto dal meridione ed un correlato boom demografico, a livelli mai prima registrati.

Le tabella n. 1 e n. 1 bis mostrano l'incremento di popolazione residente di Anzio, comparata con

l'andamento provinciale, regionale e nazionale, dalla cui lettura si possono svolgere alcune

considerazioni.

Nel 1951 la popolazione residente era di 10.685 unità, con un incremento del 52,10% rispetto al

1936, ultimo anno prima della guerra di cui sono noti i dati; nel ventennio successivo (1951-1971)

l'incremento fu tale da raggiungere le 22.927 unità (+44,29% rispetto al 1961), raddoppiando in tal

modo la popolazione rispetto al 1951.

Nel 1981 l'espansione demografica cominciò a diminuire, così come nel resto del Paese, ma in

misura nettamente inferiore: i residenti erano infatti pari 27.169 unità e l'incremento rispetto al 1971

(pari al 18,50%) era meno della metà di quello registrato fra i due precedenti censimenti. Nel

periodo 1981-1991 l'andamento demografico ebbe una ripresa (23,29%) con 33.497 residenti, che si

riduce in modo consistente (10,31%) fra il 1991 ed il 2001 con un dato risultante di 36.952 abitanti.

Nel decennio 2001-2011 si registra una significativa ripresa demografica (34,58%) – nonostante il

rilevante ritmo di espansione demografica, iniziato nel dopoguerra, si sia decisamente ridotto – con

una crescita fino a 49.731 abitanti, andamento che si conferma per il periodo 2001-2014. Si tratta di

un trend positivo, che come vedremo meglio ha interessato gran parte dell'hinterland, dovuto ai

“nuovi” movimenti migratori dai paesi europei ed extra-europei e ai trasferimenti di popolazione

dai comuni vicini e dalla Capitale (in cerca di alloggi a più basso costo e della possibilità di poter

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mantenere i posti di lavoro nella grande città), piuttosto che al saldo naturale e cioè all'eccedenza

dei nati sui morti: tale incremento di popolazione ha interessato soprattutto le aree periurbane che si

sono sviluppate intorno alla città consolidata.

Nel 2014 Anzio si classifica, per dimensione demografica (9° posizione), tra i primi 15 comuni dei

120 di cui è costituita l'intera Provincia di Roma, che rappresenta la provincia più popolata del

Paese, registrando 4.342.046 di abitanti: tale cifra così numerosa si avvicina, addirittura, alla

popolazione totale di alcuni Paesi dell'Unione Europea, come l'Irlanda (4.591.087), la Croazia

(4.262.140) e la Finlandia (5.426.674).

Tuttavia, come già accennato, la Provincia di Roma pur avendo il primato di prima provincia

italiana per dimensione demografica, registra da circa un trentennio una tendenza di sviluppo

piuttosto modesta a causa delle dinamiche demografiche negative e di stagnazione che hanno

interessato il comune capoluogo e che sono state compensate dalle costanti tendenze incrementali

che si sono invece manifestate nell'insieme dei comuni dell'hinterland cresciuto, infatti, dal 1981 al

2014 in maniera consistente (71,67%%), a fronte di una crescita piuttosto misurata di Roma

Capitale (1,14%).

Tale andamento – di diminuzione dei residenti nel Comune capoluogo e di contemporaneo aumento

dei residenti dell'hinterland – ha interessato l'insieme delle aree metropolitane italiane ed ha posto le

basi per il processo di riequilibrio insediativo delle grandi città verso i rispettivi hinterland, con la

conseguente formazione, prevalentemente spontanea, di conurbazioni e di interdipendenze

funzionali di area vasta di tipo produttivo, sociale e culturale, che travalicano i confini

amministrativi dei comuni inclusi nei perimetri metropolitani.

La Provincia di Roma inoltre mantiene e rafforza la sua straordinaria preminenza dimensionale (non

soltanto demografica ma anche funzionale) all'interno della Regione Lazio: nell'area metropolitana

della Capitale sono infatti insediati i tre quarti della popolazione complessiva regionale.

Da ultimo, si rileva come i dati di crescita demografica del Comune di Anzio, della Provincia e

della Regione, siano in controtendenza rispetto al dato generale della nazione, che nel periodo 2011-

2014 è cresciuta soltanto del 2,29%, con un apporto dovuto soprattutto ai fenomeni immigratori, in

quanto la crescita naturale risulta ancora a livelli negativi.

In particolare tra il 1981 ed il 2014 si può osservare la presenza di un saldo differenziale nei saldi

naturali tra Roma e l'hinterland: a Roma tende a verificarsi una netta eccedenza del numero dei

morti su quello dei nati, mentre nell'hinterland questa tendenza si capovolge, generando bilanci

naturali prevalentemente positivi. Anche il bilancio migratorio (rapporto tra gli iscritti e i cancellati

alle anagrafi) si presenta generalmente positivo nei comuni dell'hinterland – che incrementano o

mantengono la loro capacità di attrazione demografica – diversamente da quanto è invece

osservabile a Roma dove il saldo migratorio, a partire dagli anni Ottanta, ha evidenziato, in quasi in

tutti i comuni capoluoghi delle città metropolitane, valore negativi e/o debolmente positivi. La

tendenza risulta confermata anche nel 2014 in tutte le città metropolitane in cui si osserva la minore

capacità attrattiva dei sistemi residenziali dei grandi centri urbani afflitti dagli elevati valori

finanziari di accesso al mercato abitativo e da fenomeni di saturazione territoriale.

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Distribuzione per genere della popolazione

Come mostra la tabella n. 2, nel 2014 Anzio risulta costituita per il 49,52% da popolazione di sesso

maschile e per il 50,48% da popolazione di sesso femminile. La popolazione di sesso maschile è

aumentata, nel periodo 1981-2014, ad un tasso dello 0,19%, in misura inferiore rispetto

all'hinterland (2,62%), ma superiore relativamente alla Provincia (-0,30%), alla Regione (-0,32%)%

e all'Italia (-0,11%), che invece registrano un trend decrescente.

La popolazione di sesso femminile è viceversa diminuita ad Anzio, nel ultimi trenta anni, ad un

tasso di decremento dello 0,19%, in controtendenza al resto dell'hinterland, dove invece la

popolazione di sesso femminile è aumentata del 3,88%. Risulta inoltre lievemente in crescita la

popolazione di sesso femminile della Provincia (0,30%), della Regione (0,32%) e dell'Italia (0,11)

(tabella n. 2).

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1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2014

Anzio 10.685 15.889 22.927 27.169 33.497 36.952 49.731 53.986

Hinterland 499.277 587.698 708.992 856.323 985.817 1.153.620 1.380.290 1.470.025

Provincia 2.150.670 2.775.380 3.490.377 3.695.961 3.761.067 3.700.424 3.997.465 4.342.046

Regione 3.340.798 3958957 4.689.482 5.001.684 5.140.371 5.112.413 5.502.886 5.892.425

Italia 47.515.537 50.623.569 54.136.547 56.556.911 56.778.031 56.995.744 59.433.744 60.795.612

Roma 1.651.393 2.187.682 2.781.385 2.839.638 2.775.250 2.546.804 2.617.175 2.872.021

1936-1951 1951-1961 1961-1971 1971-1981 1981-1991 1991-2001 2001-2011 2011-2014

Anzio 52,10 48,70 44,29 18,50 23,29 10,31 34,58 8,56

Hinterland 21,04 17,71 20,64 20,78 15,12 17,02 19,65 6,50

Provincia 37,61 29,05 25,76 5,89 1,76 -1,61 8,03 8,62

Regione 25,83 18,50 18,45 6,66 2,77 -0,54 7,64 7,08

Italia 12,07 6,54 6,94 4,47 0,39 0,38 4,28 2,29

Roma 43,56 32,47 27,14 2,09 -2,27 -8,23 2,76 9,74

Tab. n. 1_Popolazione residente dal dopoguerra ai giorni nostri

Tab. n. 1 bis: Incrementi percentuali di popolazione

Densità di popolazione

Anzio si estende attualmente su una superficie di 43,43 Kmq (tabella n. 3) ed ha una densità di

1.243,06 ab/kmq, (erano 246 ab/kmq nel 1951), valore questo nettamente superiore a quello

provinciale (811,32 ab/kmq), regionale (8342,53 ab/kmq) e nazionale (201,80) ed in continua

crescita a dimostrazione del carattere peculiare della situazione di Anzio, interessato da fenomeni

che, pur in presenza della forte crisi del settore edilizio, si presenta ancora come polo attrattore di

domanda di residenzialità, probabilmente non soddisfatta dal semplice meccanismo di sostituzione

edilizia.

Classi d'età

Il riequilibro demografico verso i comuni dell'hinterland, di cui si accennava nel paragrafo sulla

popolazione, determina anche una differenziazione sempre più netta del profilo d'età prevalente nei

comuni capoluogo e in quelli dell'hinterland: in Provincia di Roma, come nel resto delle Provincie

italiane, l'età media del comune capoluogo tende ad elevarsi, di contro quella dei comuni

dell'hinterland, compreso Anzio, tende a diminuire.2 In particolare ad Anzio l'età media risulta

essere pari a 42,17 anni (41,36 per i maschi e 42,97 per le femmine).

La tabella n. 4 mostra le variazioni percentuali sul totale della popolazione per classi d'età ad Anzio

e nel resto della compagine istituzionale analizzata (provinciale, regionale e nazionale) negli anni

1981-2014: si evidenziano importanti incrementi della popolazione in età avanzata, in tutti i territori

e, in particolare, Roma (21,62%) nel 2014 primeggia rispetto all'hinterland (18,13%) per numero

di soggetti anziani; al contrario decrescono i soggetti appartenenti alla classe di età 0-14 anni in tutti

i territori, registrando i decrementi minori nell'hinterland che primeggia rispetto a Roma per numero

di soggetti fino a 14 anni; mentre i soggetti attivi appartenenti alla classe 15-64 aumentano

nell'hinterland, anche se in minima percentuale, e diminuiscono a Roma passando dal 68,34% del

1981 al 64,84% del 2014.

2 Provincia di Roma 2013-2014.

11

Tabella n. 3_ Superficie e densità media

Densità media (ab/kmq)

1981 1991 2001 2011 2014

Anzio 43,43 625,58 771,29 850,84 1145,08 1.243,06

Hinterland 3.844,21 222,76 256,44 300,09 359,06 359,06

Provincia 5.351,81 690,60 702,77 691,43 746,94 811,32

Regione 17.202,68 290,75 298,81 297,19 319,89 342,53

Italia 301.268,25 187,73 188,46 189,19 197,28 201,80

Roma 1.507,60 1883,55 1840,84 1689,31 1735,99 1.905,03

Superficie (Kmq)

1981 1991 2001 2.011 2014

Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine

Anzio 49,33 50,67 48,97 51,03 48,25 51,75 49,01 50,99 49,52 50,48

Hinterland 49,52 50,48 49,24 50,76 48,82 51,18 48,79 51,21 52,14 54,36

Provincia 48,25 51,75 48,15 51,85 47,62 52,38 47,60 52,40 47,94 52,06

Regione 48,55 51,45 48,41 51,59 47,94 52,06 47,92 52,08 48,23 51,77

Ital ia 48,63 51,37 48,54 51,46 48,40 51,60 48,37 51,63 48,53 51,47

Roma 47,86 52,14 #RIF! #RIF! 205,92 47,08 109,63 183,51 46,97 101,89

Tab. n. 2_Distribuzione per genere della popolazione (valori percentuali)

Anzio segue sostanzialmente l'andamento dell'hinterland, anche se emerge un'accentuazione dei

soggetti ultra-sessantacinquenni che nel 2014 passano a rappresentare il 19,71% della popolazione,

dall'8,90 % del 1981: di contro nel periodo 1981-2014 la popolazione di età inferiore ai 14 anni

diminuisce di 1.257 unità (ad un tasso di decremento del 18,57% circa), passando a rappresentare il

14,86% della popolazione, dal 24,91% del 1991.

Si rileva, in sostanza, come la situazione generale, presenti aspetti di modesta variabilità tra i

contesti territoriali di cui si vanno a leggere i dati: relativamente ad Anzio, infatti, si può osservare

come la presenza di soggetti di età inferiore a 14 anni è maggiore rispetto a Roma (14,86% contro

13,54%) come avviene nell'hinterland (15,06%); tuttavia occorre rilevare la forte discesa della

percentuale di soggetti appartenenti a quella fascia d'età nell'arco temporale compreso tra il 1981 ed

il 2014, che passa dal 24,91% al 14,86%. Contemporaneamente si osserva un forte incremento

percentuale della presenza di over 65 con un dato risultante di ben più di 10,81 punti, in linea del

resto con quanto si riscontra negli altri contesti territoriali presi in esame.

Tasso di anzianità, indice di vecchiaia e indice di dipendenza strutturale

Il tasso di anzianità3 (tabella n. 5), che misura il numero di anziani rispetto alla popolazione totale,

registra un incremento considerevole, passando dall' 8,90% del 1981 al 19,71% del 2014, a

testimonianza del processo di invecchiamento a cui è sottoposto il Comune. Tuttavia nel 2014 si

registrano valori inferiori a quelli dell'hinterland (18,13%), ma superiori a quelli della Provincia

(20,44%), della Regione (20,68%) e dell'Italia (21,74%): ciò testimonia come il territorio anziate,

nonostante sia interessato da processi di invecchiamento della popolazione, “invecchi” in misura

inferiore rispetto alla media dei comuni dell'hinterland.

L'indice di vecchiaia4 (tabella n. 5 bis), che misura il ricambio generazionale di un'area, è passato

nel periodo 2011-2014 da 122,71% a 132,61%, con una variazione percentuale del 9,9%, seppur

inferiore rispetto al precedente periodo 2001-2011 (pari al 21,97%), evidenziando un ricambio

generazionale minore rispetto al periodo precedente. Tale incremento è superiore rispetto a quello

dell'insieme dei comuni dell'hinterland (120,38%) (ponendo quindi in evidenza un ricambio

generazionale minore); ma inferiore rispetto al dato provinciale (145,43%), regionale (149,84%) e

nazionale (157,69%) a dimostrazione del fatto che Anzio possiede un ricambio generazionale

maggiore rispetto alla Provincia, alla Regione e all'Italia, ma non rispetto alla media dei comuni

dell'hinterland.

L'indice di dipendenza strutturale5 (tabella n. 5 tris), che esprime il numero dei soggetti non

autonomi (<14 anni e >65 anni) rispetto a quelli potenzialmente indipendenti (15-64 anni), si

3 Il “tasso di anzianità” rappresenta il rapporto tra la popolazione con età maggiore o uguale a 65 anni e la popolazione

complessiva.

4 L' “indice di vecchiaia” rappresenta il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più (popolazione anziana) e

la popolazione fino a 14 anni d'età. Più è alto l'indice, minore è il ricambio generazionale dell'area e, quindi, maggiori

sono i soggetti anziani rispetto alla popolazione fino a 14 anni.

5 L' “indice di dipendenza strutturale” rappresenta il rapporto percentuale tra la popolazione in “età non attiva” (la

somma tra la classe di età < 14 e quella > 65) e la popolazione in “età attiva” (classe d'età 15-64)

12

1981 1991 2001 2011 2014

≤ 14 15-64 ≥ 65 ≤ 14 15-64 ≥ 65 ≤ 14 15-64 ≥ 65 ≤ 14 15-64 ≥ 65 ≤ 14 15-64 ≥ 65

Anzio 24,91 66,19 8,90 18,11 70,48 11,41 15,05 69,80 15,16 14,84 66,95 18,21 14,86 65,42 19,71

Hinterland 23,94 66,11 9,95 17,67 70,40 11,92 15,34 69,48 15,18 15,15 67,68 17,17 15,06 66,81 18,13

Provincia 21,00 67,83 11,17 14,56 71,61 13,83 13,62 68,54 17,84 14,03 65,73 20,24 14,05 65,51 20,44

Regione 21,38 67,01 11,61 15,38 70,48 14,14 13,85 68,17 17,98 13,80 65,98 20,22 13,80 65,52 20,68

Italia 21,44 65,32 13,23 15,87 68,81 15,32 14,22 67,10 18,68 14,01 65,15 20,84 13,79 64,47 21,74

Roma 20,12 68,34 11,54 13,46 72,04 14,50 15,22 68,10 19,68 13,44 64,71 21,85 13,54 64,84 21,62

Tab. n. 4_Popolazione per classi d'età (valori percentuali)

attesta su valori superiori all'hinterland (49,67%), alla Provincia (52,65%) e alla Regione (52,62%),

ma inferiori alla media nazionale (55,12%).

Si osserva un fenomeno definibile “di tendenza”, nel quale è possibile osservare come la variazione

negli ultimi tre anni sia superiore rispetto a tutti gli altri contesti territoriali considerati, a parte

l'Italia, a dimostrazione di un incipiente fenomeno di incremento di soggetti (soprattutto anziani) di

cui la popolazione attiva deve farsi carico per motivazioni che andranno considerate quale base per

l'analisi di eventuali fattori insediativi specifici del territorio anziate.

Alla luce delle considerazioni sopra svolte si osserva, pertanto, come per i tre ambiti di analisi presi

in considerazione sia presente un incremento percentuale, che produce tuttavia effetti

statisticamente diversi.

13

1981 1991 2001 2011 2014

Anzio 8,90 11,41 2,51 15,16 3,75 18,21 3,05 19,71 1,50

9,95 11,92 1,98 15,18 3,25 17,17 1,99 18,13 0,96

Provincia 11,17 13,83 2,66 17,84 4,01 20,24 2,40 20,44 0,20

Regione 11,61 14,14 2,53 17,98 3,85 20,22 2,23 20,68 0,46

Italia 13,23 15,32 2,09 18,68 3,36 20,84 2,16 21,74 0,91

Roma 11,54 14,50 2,97 19,04 4,54 21,85 2,81 21,62 -0,24

1981 1991 2001 2011 2014

Anzio 35,74 63,00 27,25 100,74 37,74 122,71 21,97 132,61 9,90

41,56 67,48 25,93 98,96 31,48 113,33 14,37 120,38 7,04

Provincia 53,18 94,96 41,78 130,97 36,01 144,25 13,28 145,43 1,18

Regione 54,31 91,93 37,62 129,89 37,95 146,45 16,57 149,84 3,39

Italia 61,72 96,57 34,85 131,38 34,81 148,75 17,37 157,69 8,94

Roma 57,34 107,78 50,44 148,29 40,51 162,63 14,34 159,70 -2,93

Tab. n. 5_Tasso di anzianità

Var.

1981-

1991

Var.

1991-

2001

Var.

2001-

2011

Var.

2011-

2014

Hnterland

Tab. n. 5 bis_Indice di vecchiaia

Var.

1981-

1991

Var.

1991-

2001

Var.

2001-

2011

Var.

2011-

2014

Hnterland

1981 1991 2001 2011 2014

Anzio 51,09 41,89 -9,20 43,27 1,39 49,36 6,09 52,85 3,49

51,26 42,04 -9,22 43,92 1,88 47,75 3,83 49,67 1,92

Provincia 47,43 39,64 -7,79 45,90 6,26 52,13 6,23 52,65 0,52

Regione 49,24 41,88 -7,36 46,69 4,82 51,56 4,86 52,62 1,06

Italia 53,09 45,33 -7,76 49,02 3,69 53,49 4,46 55,12 1,63

Roma 46,32 38,81 -7,51 46,81 8,00 54,54 7,73 54,22 -0,32

Tab. n. 5 ter_Indice di dipendenza strutturale

Var.

1981-

1991

Var.

1991-

2001

Var.

2001-

2011

Var.

2011-

2014

Hnterland

Stranieri

L'apporto di stranieri all'incremento della popolazione residente di Anzio è in forte crescita, come

del resto si registra nel resto della compagine istituzionale analizzata (hinterland, Provincia,

Regione e Italia): l'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione passa dallo 0,94% (314

stranieri) nel 1991, anno in cui il fenomeno immigratorio comincia ad evidenziarsi e viene rilevato

in maniera disaggregata per comuni,6 all'11,30% (6.101 stranieri) nel 2014. Ad Anzio, inoltre, si

rileva la maggior presenza di neonati stranieri tra i nati del 2014.

Nel 2014 la variazione degli stranieri ad Anzio (43,82%) è, però, decisamente superiore rispetto a

quella dell'hinterland (35,71%) e dell'Italia (24,50%), ma inferiore rispetto alla Provincia (52,90%)

e alla Regione (49,52%).

Tale quadro si spiega con le difficoltà di accesso economico al mercato delle abitazioni che, a

partire dagli anni Ottanta, hanno spinto non soltanto i residenti italiani a trasferire la loro residenza

da Roma all'hinterland, ma anche i residenti stranieri, che hanno così contribuito in modo decisivo

al più generale processo di riequilibrio insediativo in atto nell'area: fino al 2001 risiedeva a Roma il

76,08% dei residenti stranieri dell'intera Provincia, mentre nel 2014 l'incidenza della popolazione

straniera è passata al 69,38%; tra il 2001 ed il 2014 la popolazione straniera residente nel capoluogo

è aumentata del 269,37%, mentre nell'insieme dei comuni dell'hinterland si è sviluppata ad un ritmo

notevolmente più intenso (+418,35%).

Quanto sopra a dimostrazione di un fattore di osmosi interna al contesto territoriale generale del

fenomeno immigratorio tale per cui, pur diminuendo a Roma in termini assoluti i residenti stranieri,

la percentuale di incremento che si registra in termini di residenti stranieri viene assorbita per oltre

la metà dall'incremento nei comuni dell'hinterland (+269,37% a Roma; + 418,35% nell'hinterland).

Si rileva inoltre come i massimi livelli di concentrazione di cittadini stranieri nell'hinterland si

registrino nel litorale laziale, in particolare nei comuni di Nettuno, Anzio, Fiumicino e Ladispoli,

che saranno oggetto di un successivo confronto per quanto riguarda il comparto turistico. Tale

fenomeno, di insediamento in comuni costieri, può essere considerato nella Provincia di Roma una

macro-tendenza spesso favorita da processi di successiva regolarizzazione dei flussi e di

consolidamento di comunità già insediate.

Indagine sull'occupazione

6 Si fa presente che a livello provinciale nel 1981 vengono rilevati soltanto 26.066 stranieri.

14

1991 2001 1991-2001 2011 2001-2011 2014 2011-2014

Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri

Anzio 99,06 0,94 97,10 2,90 241,40 91,47 8,53 295,71 88,70 11,30 43,82

Hinterland 99,30 0,70 97,32 2,68 346,06 91,44 8,56 -8,64 89,09 10,91 35,71

Provincia 98,53 1,47 96,50 3,50 134,77 91,43 8,57 164,89 87,93 12,07 52,90

Regione 98,81 1,19 97,04 2,96 147,07 92,26 7,74 180,87 89,20 10,80 49,52

Italia 99,37 0,63 97,66 2,34 274,80 93,22 6,78 201,72 91,75 8,25 24,50

Roma 98,26 1,74 96,14 3,86 275,80 91,42 8,58 202,72 87,34 12,66 25,50

Tab. n. 6_Popolazione residente suddivisa per cittadinanza. Valori percentuali e variazioni periodiche degli stranieri

Var.

stranieri

(%)

Var.

stranieri

(%)

Var.

stranieri

(%)

Occupati per settore di attività economica e tasso di occupazione

Alla data del Censimento Generale della Popolazione del 1951 risultavano occupate ad Anzio 3.619

unità con un'età dai 15 anni in poi7: 935 in agricoltura e 2.684 in industria ed altre attività.

Alla data del Censimento Generale della Popolazione del 2011 risultano occupate ad Anzio 18.375

unità, con un aumento pertanto degli occupati di circa 5 volte dal dopoguerra ad oggi: di queste, il

3,66% lavora nell'agricoltura, il 18,2% nell'industria ed il restante 78,32% in altre attività (tabella

n. 7).

In particolare, negli ultimi trenta anni, gli occupati nell'agricoltura ad Anzio diminuiscono di un

punto percentuale, ad un tasso di decremento maggiore rispetto al resto dei contesti istituzionali

analizzati (-5,93% nell'hinterland, -1,51% in Provincia, -3,34 in Regione, -5,52% in Italia); soltanto

a Roma si registra un tasso di decremento del settore agricolo inferiore ad Anzio (-0,51%).

Anche gli occupati nell'industria presentano un trend in diminuzione, pari a -22,84% in trenta anni,

con un tasso di decremento maggiore rispetto al resto dei contesti analizzati (-15,56%

nell'hinterland, -10,28% in Provincia, -11,01% nel Lazio, -12,45% in Italia, -10,00% a Roma).

Gli occupati in altre attività aumentano invece del 23,83% ad un tasso di incremento maggiore

rispetto al resto dei contesti analizzati (21,39% nell'hinterland, 11,79% in Provincia, 14,35% in

Regione, 17, 97% in Italia, 10,51% a Roma).

Il tasso di occupazione8 (tabella n. 7 bis) nel 2011 assume ad Anzio un valore inferiore (55,19%)

rispetto a quello dell'hinterland (58,02%), della Provincia di Roma (61,97%), della Regione Lazio

(59,96%), dell'Italia (59,44%) e di Roma (64,14%) ed è cresciuto in trenta anni del 5,39%, in

misura inferiore all'hinterland (8,38%), alla Provincia (11,09%), alla Regione (9,35%) e a Roma,

ma in percentuale superiore al dato nazionale (4,64%).

Il tasso di occupazione giovanile9 (tabella n. 7 ter) dal 1981 al 2011 è leggermente diminuito,

passando dal 32,20% al 32,00% ed è inferiore rispetto al resto dei contesti istituzionali analizzati.

7 Secondo la definizione del Censimento Generale della Popolazione, per “occupati” si intendono coloro che

possiedono un'occupazione (in proprio o alle dipendenze) da cui traggono un profitto o una retribuzione. Sono

considerati tali anche coloro che collaborano, senza avere un regolare rapporto di lavoro, con un familiare che

svolge un'attività lavorativa in proprio.

8 Il “tasso di occupazione” rappresenta il rapporto percentuale tra la popolazione con 15 anni e più occupata ed il

totale della popolazione con 15 anni e più.

9 Il “tasso di occupazione giovanile” rappresenta il rapporto percentuale tra gli occupati in età tra i 15 e i 24 anni e la

corrispondente popolazione nella stessa classe di età. Si fa presente che tale tasso è stato calcolato dall'ISTAT nei

Censimenti 1981 e 1991 sulla fascia d'età 15-29, anziché su quella 15-24 come nei Censimenti 2001 e 2011,

pertanto il confronto tra i censimenti non è pienamente omogeneo.

Si fa inoltre presente che non è disponibile il tasso di occupazione giovanile dell'hinterland.

15

Tasso di disoccupazione e tasso di disoccupazione giovanile

Il tasso di disoccupazione10 (tabella n. 7 quater) ad Anzio è diminuito nel tempo passando dal

20,90% del 1981 al 15,60% del 2011. Ma il confronto territoriale evidenzia un tasso di

disoccupazione maggiore nel 2011 rispetto a quello della Provincia (10,40%), della Regione

(11,20%), dell'Italia (11,40%) e di Roma (9,50%).

Di contro, il tasso di disoccupazione giovanile11 (tabella n. 7 quinquies) è aumentato nel tempo

passando dal 15,60% del 1981 al 43,40 del 2011. Anche in questo caso il confronto territoriale ne

2011 evidenzia per Anzio un tasso di disoccupazione giovanile ben superiore rispetto al resto dei

contesti istituzionali analizzati.

10 Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore la popolazione con 15 anni e più in

cerca di occupazione e al denominatore le forze di lavoro della stessa classe d'età.

11 Il tasso di disoccupazione giovanile è dato dal rapporto percentuale avente al numeratore i giovani della classe d'età

15-24 anni in cerca di occupazione e al denominatore le forze di lavoro della stessa classe d'età. Si fa presente che

tale tasso è stato calcolato dall'ISTAT nei Censimenti 1981 e 1991 sulla fascia d'età 15-29, anziché su quella 15-24

come nei Censimenti 2001 e 2011, pertanto il confronto tra i censimenti non è pienamente omogeneo. Si fa inoltre

presente che non è disponibile il tasso di disoccupazione e il tasso di disoccupazione giovanile dell'hinterland.

16

Tabella n. 7_ Occupati (valori percentuali)

1981 1981 2001 2011

Agricoltura Industria Altro Agricoltura Industria Altro Agricoltura Industria Altro Agricoltura Industria Altro

Anzio 4,66 40,86 54,48 3,56 32,94 63,50 3,20 29,18 67,62 3,66 18,02 78,32

Hinterland 8,92 34,83 56,25 5,17 28,92 65,91 3,61 25,25 71,14 2,99 19,37 77,63

Provincia 3,34 24,21 72,45 1,86 19,19 78,95 2,10 18,89 79,01 1,83 13,93 84,24

Regione 6,30 27,60 66,11 3,95 22,20 73,85 3,40 21,99 74,61 2,96 16,58 80,46

Italia 11,07 39,52 49,41 7,64 35,65 56,71 5,50 33,48 61,02 5,55 27,07 67,38

Roma 1,76 21,21 77,03 0,78 16,01 83,21 1,47 16,28 82,24 1,25 11,21 87,54

Tabella n. 7 bis_Tasso di occupazione

1981 1991 2001 1981 2001 2011

Anzio 49,80 50,91 48,66 Anzio 32,20 32,80 32,00

Hinterland 49,64 51,21 51,38 Hinterland

Provincia 50,88 53,59 55,77 Provincia 32,40 35,70 34,20

Regione 50,60 48,11 54,09 Regione 33,20 34,90 34,10

Italia 54,80 54,58 54,89 Italia 42,60 40,50 36,30

Roma 51,24 54,41 57,79 Roma 31,80 36,10 33,10

Tabella n. 7 ter_Tasso di occupazione giovanile

n.p. n.p. n.p.

1981 1991 2001 2011 1981 1991 2001 2011

Anzio 20,90 22,20 16,00 15,60 Anzio 15,60 58,00 44,80 43,40

Hinterland Hinterland

Provincia 17,00 19,50 12,30 10,40 Provincia 54,90 57,20 41,70 36,20

Regione 17,10 19,50 12,90 11,20 Regione 53,70 56,10 41,61 36,50

Italia 14,30 17,60 11,60 11,40 Italia 34,40 44,90 33,28 34,70

Roma 16,40 18,70 11,10 9,50 Roma 24,70 24,00 40,10 35,80

Tab n. 7 quater_Tasso di disoccupazione Tab. n. 7 quinquies _Tasso di disoccupazione

giovanile

n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p. n.p.

2.2.2 L'analisi socio-economica

Premessa

L'analisi dei fenomeni di crescita e di trasformazione socio-economica di Anzio non può

prescindere dalla considerazione di quanto è avvenuto, tra la metà degli Cinquanta e la prima metà

degli anni Sessanta, nel più generale contesto della nazione – che può a ben diritto definirsi un

Paese in rapida trasformazione – e l'analisi dei cambiamenti radicali del decennio successivo che

modificarono impetuosamente gli equilibri fino ad allora raggiunti.

In poco più di dieci anni uno sviluppo veloce e continuo trasforma la società italiana da agricolo-

industriale a società industriale compiuta, con effetti sull'intero sistema delle relazioni sociali.

Basti ricordare, sinteticamente, alcuni dati significativi di quanto avvenne nel decennio 1951-1961:

la produzione industriale cresce del 120%; il reddito nazionale cresce dell'80%; gli occupati

nell'agricoltura scendono dal 45% al 29%; gli occupati nell'industria crescono dal 30% al 40%; gli

addetti al settore dei servizi passano dal 25% al 31%.

Tutto questo mentre un epocale fenomeno migratorio sposta quasi nove milioni di persone dal sud

al nord della penisola, soprattutto nelle grandi città industriali.

Gli equilibri nel sistema delle relazioni industriali, consolidati dalla crescita miracolosa

dell'economia, rimangono sostanzialmente invariati sin verso la fine degli anni Sessanta, quando

alcuni episodi avvenuti nelle fabbriche rivelano un'incipiente situazione di cambiamento, una fase

di rivendicazione che ben presto dalle grandi aziende del nord si diffonde nel più generale tessuto

industriale.

Questo periodo della storia d'Italia viene ricordato come “autunno caldo” e rappresenta una sorta di

punto di non ritorno nell'ambito delle relazioni tra la classe operaia ed il sistema industriale: con

esso si chiudeva non solo una stagione contrattuale, con risultati nel miglioramento di salari ed

orari, ma anche un consistente cambiamento nell' “agibilità politico-sindacale”, nonostante l'alto

prezzo pagato all'ordine pubblico e alla drammaticità di alcuni fatti, che costituiscono i prodromi

dei successivi, difficili anni di convivenza con il terrorismo.

Successivamente la crescita economica del Paese subisce fenomeni di specializzazione per territori,

ossia non presenta più aspetti di consistenza diffusa e generale, ma specificità legate alle vocazioni

territoriali, alle tradizioni, alle particolari condizioni sociali e politiche del contesto.

Soprattutto con l'istituzione delle Regioni e l'introduzione di correlate normative, accade spesso che

le trasformazioni di tipo socio-economico vengano influenzate dalle scelte politico-strategiche prese

in ambito regionale, con effetti spesso paradossali sull'omogeneità dei risultati, in alcuni casi

addirittura con esiti irragionevoli nell'ambito degli stessi settori economici.

Questa condizione, non volendo approfondirne gli aspetti di dettaglio in questa sede, possiamo

considerala di sostanziale stabilità – pur all'interno di alcune fasi, in parte definibili quali punti di

discontinuità – sino alla crisi dell'economia internazionale del 2008, ancora non risolta, avvenuta

dopo una fase di espansione più che decennale.

Le cause dell'inversione di tendenza del ciclo economico sono di varia natura, dal crollo dei mercati

finanziari all'impennata dei prezzi delle materie prime, alla crisi del sistema bancario.

In Italia, in particolare in alcuni ambiti territoriali dove sono meno presenti i distretti produttivi, ha

pesato in modo particolare la crisi del mercato immobiliare e la conseguente difficoltà di accesso al

credito per le imprese e per le famiglie, elemento generatore di una fase recessiva accompagnata da

bassa produttività ed assenza di inflazione.

Dal 2008 ai giorni nostri il quadro dell'economia italiana non ha avuto sostanziali variazioni in

termini di miglioramento dell'economia, sia per le politiche di “austerity” adottate dalla Comunità

17

Europea, sia per l'andamento discontinuo delle borse e dei titoli più quotati: secondo i dati del FMI

(Fondo Monetario Internazionale) tra il 2001 ed il 20015 il PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite

è diminuito in Italia dell'8,5%, record negativo in Eurolandia.

Al momento la manovra espansiva della Banca Centrale Europea (BCE) che – dopo aver tagliato a

zero i tassi di interesse, ha spinto in un ulteriore territorio negativo i tassi sui depositi delle banche

presso la BCE, lanciando nuovi pacchetti di prestiti agevolati agli istituti di credito per rilanciare la

crescita ed allontanare il rischio di deflazione nell'eurozona – sembra andare nella direzione di una

maggiore fiducia dei mercati negli investimenti produttivi: gli effetti, tuttavia, saranno da verificare

nel tempo e, soprattutto, nelle modalità con cui essi si manifesteranno nell'ambito dei singoli stati

membri.

Le specificità del territorio

Fatte salve le premesse sulla situazione generale dell'economia italiana a partire dal dopoguerra, che

costituiscono la base su cui innestare gli approfondimenti sulle specificità di Anzio, occorre

considerare che agli inizi degli anni Cinquanta nella città convivevano la precarietà del dopoguerra

e un forte sentimento di riscatto, per la drammaticità degli eventi bellici che Anzio aveva vissuto in

termini di riconoscimento storico mondiale, canalizzato nella ricostruzione e nella ripresa delle

attività che sino a quel periodo avevano caratterizzato le sue peculiarità economiche e culturali.

Gran parte della popolazione era attiva nel settore dell'edilizia e nel suo indotto produttivo, e nelle

attività a carattere stagionale, spesso non in grado di assicurare decorosi livelli di reddito: tali

attività avevano tra l'altro carattere prevalente di impresa familiare.

Se il settore portuale, colpito nel suo dato strutturale dagli eventi bellici e, quindi, bisognoso di

consistente attività ricostruttiva, mostrava segnali di crisi, sintomi positivi di ripresa giungevano

dall'attività turistico-ricettiva per effetto di due filiere economiche: l'una legata ad una sorta di

continuità con i flussi turistici preesistenti alla guerra, l'altra connessa all'incipiente fenomeno

dell'espansione dell'edilizia residenziale turistica, che ben presto coinvolge l'esteso litorale anziate

sino ai confini dei comuni contermini.

Secondo i dati comparati ISTAT (1951-2001) alla data del censimento del 1951, le unità locali delle

imprese (escluse quelle delle istituzioni, non rilevate) erano appena 445, 1.264 gli addetti (tabella n.

8). Sul finire degli anni Cinquanta si iniziano ad avvertire i primi effetti dei benefici della Cassa per

il Mezzogiorno: a partire dal 1955 fu costruito lo stabilimento Palmolive, caposaldo produttivo che

assicurò ai 900 occupati la certezza di un reddito, contribuendo ad altrettante famiglie di godere di

una situazione di maggiore stabilità e di uscire dalla precarietà tipica delle attività stagionali, quali

la pesca e il turismo. Negli anni successivi entrarono in attività altri 15 stabilimenti, capaci di

impiegare mediamente 160 addetti ognuno creando opportunità di lavoro per circa 2500 dipendenti.

L'attività industriale si sviluppa investendo in particolar modo l'entroterra: le aziende vengono

infatti localizzate lungo la S.S. Nettunense a ridosso della linea ferroviaria Roma-Campoleone-

Nettuno dando forma ad una zona industriale confinante col Comune di Aprilia, intorno alla

stazione ferroviaria di Padiglione.

A partire dalla metà degli anni Settanta, si cominciano ad avvertire gli effetti della crisi delle

relazioni industriali di livello nazionale descritte in Premessa: alcune aziende chiudono, con

conseguente perdita di unità locali e di addetti, altre vengono delocalizzate in territori meglio

infrastrutturati.

Occorre attendere l'inizio degli anni Novanta per assistere a fenomeni di ripresa dell'economia

anziate: tra il 1991 ed il 2001 le unità locali aumentano del 51,06%, gli addetti sono invece

18

interessati da una ripresa pari al 12,50% (tabella n. 8). La lettura di tali dati dimostra comel'incremento di unità locali insediate non produca analogo incremento di addetti, elemento questodegno di essere preso in considerazione dal punto di vista degli effetti sugli equilibri del tessutosociale e produttivo, configurandosi probabilmente quale segnale di presenza di aziende a bassolivello di occupazione.

Nel 2001 sono state censite 2.707 unità locali (comprese quelle delle Istituzioni no profit e delleIstituzioni pubbliche),12 nelle quali sono risultati occupati 9.475 lavoratori: pertanto, nonostante lacrisi economica degli anni Settanta, l'entità delle unità locali è aumentata in 50 anni (1951-2001) dicirca 6 volte, quella dell'occupazione di circa 7,5 volte (tabella n. 8).

Nel decennio 2001-2011 il sistema produttivo locale è, invece, caratterizzato da una riduzione delleunità produttive che comunque crescono del 30,33% rispetto al decennio precedente (51,06%); dauna espansione molto ridotta dell'occupazione (13,89%), comunque lievemente in crescita rispettoal decennio precedente; e da profonde modificazioni nell'incidenza dei vari settori (tabella n. 9 e n.9 bis).

Il settore Servizi e amministrazione pubblica è ancora nel 2011, come nel decennio precedente, ilcomparto con il maggior peso in termini di unità produttive pari a 1.355 unità (38,41% di incidenzasul totale dei settori) e di addetti pari a 4.566 addetti (42,31% di incidenza sul totale dei settori). Sitratta inoltre di un settore in crescita con incrementi, nel periodo 2001-2011, del 55,03 di unitàlocali e del 15,77 di addetti (tabella n. 8 bis, n. 8 ter e n. 8 quater).

Al secondo posto troviamo il settore del Commercio e riparazioni che, pur registrando incrementisia di unità locali (949, 17,45%) che di addetti (2131, 44,28%), presenta una diminuzionedell'incidenza delle unità locali sul totale dei settori (passando dal 29,85% del 2001 al 26,90% del2011) ed un aumento dell'incidenza degli addetti (dal 15,59 al 19,75% nel periodo 2001-2011)(tabella n. 8 bis, n. 8 ter e n. 8 quater ).

Il settore Costruzioni si classifica al terzo posto per numero di unità locali (512, 14,51% diincidenza), ed al quarto posto per numero di addetti (1.122, 10,40% di incidenza). S tratta di unsettore in crescita, nonostante la crisi economica che sta attraversando il nostro Paese, conincrementi consistenti, nel periodo 2001-2011, sia delle unità locali che degli addetti (26,11%,34,37%) (tabella n. 8 bis, n. 8 ter e n. 8 quater ).

Il settore Alberghi e pubblici esercizi si classifica al quarto posto in termini di incidenza di unitàlocali ed al quinto posto in termini di incidenza di addetti (10,03% e del 9,05%). È inoltre soggettoad un notevole incremento, nel periodo 2001-2011, sia delle unità locali (32,58%) che degli addetti(63,38) (tabella n. 8 bis, n. 8 ter e n. 8 quater ).

Il settore dell'Industria manifatturiera si classifica al quinto posto per numero di unità locali ed alterzo posto per numero di addetti. Si segnalano evidenti segnali di crisi con decrementi sia delleunità locali che degli addetti: si tratta di un trend negativo che ha attraversato questo settore pereffetto della chiusura negli anni Novanta della Cassa per il Mezzogiorno.Dalla lettura dei dati contenuta nella tabella n. 8 bis si evince, infatti, come gli addetti sianodiminuiti per una percentuale vicina al 30%, mentre le unità locali mostrano un decremento di poco

12 Si fa presente che per fare i confronti nel periodo 2001-2011 sono stati usati i dati comparabili ISTAT 2001-2011,

mentre i periodi 1951-1991 sono stati confrontati tramite i dati comparabili ISTAT 1951-1991. Questa precisazione

è doverosa in quanto la serie storica 1951-1991 non è ancora stata resa comparabile dall'ISTAT con la serie storica

2001-2011.

19

superiore al 6%, con una evidenza che implica la necessità di svolgere alcune considerazioni in

merito alla riduzione dei livelli occupazionali anche in presenza di nuove unità locali.

Seguono altri settori con minor peso sia in termini di unità locali che in termini di addetti: Trasporti

e comunicazioni (2,15%, 3,72%), Credito e assicurazioni (1,87, 1,36%), Agricoltura e pesca

(0,91%, 1,35%), Energia, gas e acqua (0,40%, 0,98%) (tabella n. 8 bis, n. 8 ter e n. 8 quater).

In tale quadro, riveste una posizione importante se pur minoritaria l'attività dell'agricoltura, praticata

soprattutto a ridosso della costa e basata su una produzione cerealicola-orticola e su una viticoltura

intensiva, in cui la maggior parte delle aziende sono a conduzione diretta.

Allo stesso modo, significativa resta l'attività peschereccia, basata una volta su navi di grande stazza

per la pesca cosiddetta “oceanica” o di “altura”, oggi svolta sui imbarcazioni da pesca costiera

giornaliera e da piccole imbarcazioni per la pesca sottocosta.

Si tratta purtroppo di due settori in crisi (tabella n. 8 bis) che nonostante registrino una perdita di

unità locali (-3,03%), mostrano un lieve incremento di addetti (10,61%) , segnale questo di interesse

verso il recupero di radicate attività tradizionali, che non ha avuto forse nel passato le necessarie

politiche di supporto: si auspica un'adeguata opera di sensibilizzazione soprattutto verso la

tradizione gastronomica marinara locale, intesa quale elemento culturale fondamentale.

20

Tabella n. 8_ Unità locali e addetti di Anzio dal dopoguerra ai giorni nostri

Unità locali

Anni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

UL 445 738 1.036 1.358 1.792 2.707 3.528

Variazioni %

Periodi

UL 65,84 40,38 31,08 31,96 51,06 30,33

Addetti

Anni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

AD 1.264 2.939 3.992 5.818 8.422 9.475 10.791

Variazioni %

Periodi

AD 132,52 35,83 45,74 44,76 12,50 13,89

Var. %

1951-61

Var. %

1961-71

Var. %

1971-81

Var. %

1981-91

Var. %

1991-01

Var. %

2001-11

Var. %

1951-61

Var. %

1961-71

Var. %

1971-81

Var. %

1981-91

Var. %

1991-01

Var. %

2001-11

Il confronto col resto del territorio

Confrontando Anzio con il resto della compagine istituzionale nel periodo 2001-2011 si registrano

incrementi superiori alla media nazionale, regionale e provinciale per quanto riguarda le unità locali

insediate, considerando che rispetto al dato di confronto più elevato – relativo all'hinterland che è

pari al 26,64% – Anzio mostra una variazione in aumento pari al 30,33% (tabella n. 9). Rispetto agli

addetti Anzio invece presenta, in confronto al dato nazionale, regionale e provinciale, un

incremento maggiore e, comunque, inferiore rispetto al dato dell'hinterland (13,89% contro 19,09%)

(tabella n. 9 bis).

Si pone in evidenza l'importanza del settore Servizi e Pubblica Amministrazione che ad Anzio

cresce in misura superiore in unità locali rispetto a tutti i contesti istituzionali analizzati (tabella n.

9); gli addetti invece aumentano in misura ridotta, comunque superiore alla Provincia, alla Regione

all'Italia e comunque inferiore soltanto all'hinterland di quasi 6 punti (tabella n. 9 bis).

Si rileva inoltre l'importanza del settore del Commercio e riparazioni che cresce maggiormente ad

Anzio, sia in termini di unità locali (17,45%) che di addetti (44,28), rispetto al resto dei contesti

istituzionali analizzati, che in alcuni casi – come per esempio nella Capitale e in Italia – mostrano

addirittura fenomeni di decrescita (tabella n. 9 e n. 9 bis).

21

Tipo di attività Valori % Tipo di attività Valori %

1 Servizi e PA 1.355 38,41 1 Servizi e PA 4.566 42,31

2 Commercio e riparazioni 949 26,90 2 Commercio e riparazioni 2.131 19,75

3 Costruzioni 512 14,51 3 Industria manifatturiera 1.195 11,07

4 Alberghi e pubblici esercizi 354 10,03 4 Costruzioni 1.122 10,40

5 Industria manifatturiera 170 4,82 5 Alberghi e pubblici esercizi 977 9,05

6 Trasporti e comunicazioni 76 2,15 6 Trasporti e comunicazioni 401 3,72

7 Credito e assicurazioni 66 1,87 7 Credito e assicurazioni 147 1,36

8 Agricoltura e pesca 32 0,91 8 Agricoltura e pesca 146 1,35

9 Energia, gas e acqua 14 0,40 9 Energia, gas e acqua 106 0,98

10 Industria estrattiva 0 0,00 10 Industria estrattiva 0 0,00

Tabella n. 8 ter_Classifica UL Tabella n. 8 quater_Classifica AD

Pos. Valori ass. Pos. Valori ass.

2001 2011

UL % AD % UL % AD %

Agricoltura e pesca 33 1,22 132 1,39 32 0,91 146 1,35 -3,03 10,61

Industria estrattiva 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0,00 0,00

Industria manifatturiera 181 6,69 1.690 17,84 170 4,82 1.195 11,07 -6,08 -29,29

Energia, gas e acqua 10 0,37 90 0,95 14 0,40 106 0,98 40,00 17,78

Costruzioni 406 15,00 835 8,81 512 14,51 1.122 10,40 26,11 34,37

Commercio e riparazioni 808 29,85 1.477 15,59 949 26,90 2.131 19,75 17,45 44,28

Alberghi e pubblici esercizi 267 9,86 598 6,31 354 10,03 977 9,05 32,58 63,38

Trasporti e comunicazioni 77 2,84 554 5,85 76 2,15 401 3,72 -1,30 -27,62

Credito e assicurazioni 51 1,88 155 1,64 66 1,87 147 1,36 29,41 -5,16

Servizi e PA 874 32,29 3.944 41,63 1.355 38,41 4.566 42,31 55,03 15,77

Totale 2.707 100 9.475 100 3.528 100 10.791 100 30,33 13,89

Tab. n. 8 bis: Unità locali e addetti ad Anzio: valori assoluti, valori percentuali e variazioni percentuali 2001-2011

Var. %

2001-11

UL

Var. %

2001-11

AD

Il settore delle Costruzioni è un settore molto attivo con incrementi di unità locali (26,11%) e di

addetti (34,37%) superiori al dato nazionale, regionale e provinciale (tabella n. 9 e n. 9 bis). I dati di

Anzio sembrano essere in controtendenza rispetto all'andamento del settore edilizio nel resto del

Paese e agli ultimi report 2011-15 dei maggiori istituti di ricerca, a conferma che esiste un'economia

locale fondata sulla produzione edilizia, favorita da fattori relativi a più favorevoli condizioni di

mercato abitativo rispetto alla Capitale, dalla certezza giuridica di uno strumento urbanistico

generale ormai acquisito e dalla necessità di dare corso realizzativo alle numerose transazioni

immobiliari concluse in epoca pre-crisi.

Altro settore importante che emerge dal confronto è quello degli Alberghi e pubblici esercizi, che

aumenta per quanto riguarda le unità locali (32,58%) in misura inferiore rispetti al resto dei

contesti analizzati (esclusa l'Italia); tuttavia, crescono in maniera considerevole gli addetti (63,38%)

in misura ben superiore rispetto a tutti i contesti analizzati, di quasi venti punti percentuali rispetto

al contesto più dotato (tabella n. 9 e n. 9 bis)

Relativamente al settore dell'Industria manifatturiera occorre considerare che presenta in tutti i

contesti analizzati dati con segno negativo, anche se ad Anzio il dato delle unità locali si attesta ad

un -6,08%, inferiore della metà rispetto all'hinterland e addirittura pari a quasi un quarto del dato di

Roma (-21,15%) (tabella n. 9). Non altrettanto si può affermare relativamente alla variazione del

numero di addetti nell'arco temporale considerato: in questo caso la tendenza è ribaltata e il dato di

Anzio (-29,29%) risulta superiore a tutti i dati risultanti nei contesti considerati, dimostrando una

forte perdita di addetti a fronte di una contenuta riduzione delle unità locali (tabella n. 9 bis).

2.2.3 Il comparto turistico

22

Co

stru

zio

ni

Se

rviz

i e

P

A

To

tale

Anzio -3,03 0,00 -6,08 40,00 26,11 17,45 32,58 -1,30 29,41 55,03 30,33

Hinterland -18,86 -26,32 -12,83 63,87 36,58 8,22 34,94 1,46 30,33 51,66 26,64

Provincia -30,29 -3,85 -18,44 120,35 20,76 -0,17 36,64 17,85 18,51 38,68 21,39

Regione -8,53 -28,37 -15,81 90,49 21,87 ,38 33,81 10,00 17,69 29,52 16,43

Italia -22,30 -38,22 -18,46 52,72 12,34 -2,73 26,96 -9,90 9,76 27,59 9,74

Roma -47,31 17,50 -21,15 150,56 12,35 -3,29 37,36 24,10 15,50 35,90 19,73

Tab. n. 9_Variazioni unità locali 2001-2011

Ag

ric

olt

ura

e

pe

sca

Ind

us

tria

es

tra

ttiv

a

Ind

us

tria

ma

nif

att

uri

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En

erg

ia,

ga

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Co

mm

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ara

zio

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Alb

erg

hi

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pu

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lic

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Tra

sp

ort

i e

co

mu

nic

azi

on

i

Cre

dit

o e

as

sic

ura

zio

ni

Co

stru

zio

ni

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PA

To

tale

Anzio 10,61 0,00 -29,29 17,78 34,37 44,28 63,38 -27,62 -5,16 15,77 13,89

Hinterland -18,09 -35,48 -11,93 40,24 34,54 25,06 46,60 16,81 -39,84 78,97 19,09

Provincia -52,87 80,23 -12,46 20,25 11,23 12,67 39,83 13,49 -8,56 13,99 11,92

Regione -35,35 40,94 -17,17 19,81 12,33 14,23 42,71 12,16 -7,15 12,85 10,32

Italia -38,58 -9,95 -19,54 8,47 2,82 11,40 42,71 5,36 1,10 9,66 2,76

Roma -84,91 170,32 -12,79 15,77 2,92 8,66 38,04 12,10 85,48 3,36 10,15

Tab. n. 9 bis_Variazioni addetti 2001-2011

Ag

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olt

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tria

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zio

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Breve storia dell'evoluzione turistica di Anzio

A partire dalla fine della guerra, i primi dieci anni sono stati impegnati – non solo ad Anzio ma in

tutta la nazione – a riorganizzare il tessuto sociale, economico e produttivo, recuperando anche le

risorse umane indebolite dalla tragicità degli eventi bellici e le opportunità offerte dal territorio, che

già prima della guerra aveva fatto di Anzio un luogo privilegiato di villeggiatura per una fascia di

turismo medio-alta. A partire dalla metà degli anni Cinquanta il generale innalzamento della qualità

della vita in tutto il Paese modifica, a volte in modo radicale, abitudini anche consolidate: nasce in

questo periodo il fenomeno del turismo di massa e delle “seconde case”, luoghi in cui il “popolo dei

vacanzieri”, libero dal ricordo della guerra e dai vincoli economici della ricostruzione, inizia a

credere in quello che più tardi verrà definito il “miracolo economico”.

Un elemento caratterizzante il turismo anziate di questo periodo è l'alterazione dei caratteri

fondamentali della ricettività tradizionale: i grandi alberghi vengono dismessi e le ville padronali

soccombono al dilagare dei complessi residenziali di seconde case, che rispondono più all'esigenza

di produzione edilizia intensiva che non di qualità architettonica diffusa. Il turismo d'elite che aveva

caratterizzato Anzio fino agli anni prima della guerra, rendendolo famoso come località esclusiva

frequentata dai ceti sociali più elevati, si trasforma nel tempo in turismo di massa, aprendosi alle

nuove esigenze del ceto medio e medio-basso, settori emergenti della società.

Gli assi di sviluppo urbano si attestano, ovviamente, sulle strade di scorrimento o comunque sulla

viabilità esistente spesso rappresentata dai vecchi tracciati agricoli delle grandi proprietà fondiarie.

A mano a mano che il fenomeno delle seconde case diventa più consistente, sostituendosi alle

caratteristiche del luogo, cambia il paesaggio e le case unifamiliari circondate da verde tendono ad

addensarsi prima in nuclei dispersi, poi in nuclei organizzati sull'intero territorio.

Il territorio sia quello rivierasco che quello dell'entroterra si omologa a quelli vicini, con il suo

adeguamento all'utilizzo agricolo, industriale ed edilizio, ma nonostante il forte grado di

antropizzazione e di uso generalizzato del suolo resistono ad Anzio parti di territorio ancora dotate

di grande suggestione ambientale e paesaggistica: le ville, le aree archeologiche, le pinete, le zone

dunose, la Riserva di Tor Caldara, etc.

Le tabelle n. 10 e n. 10 bis mostrano le cifre di questo rilevante fenomeno di crescita urbana: le

abitazioni dal 1951 al 2011 sono aumentate di circa 12 volte e l'incidenza delle abitazioni non

occupate sul totale delle abitazioni è passata dal 32,36% del 1951 al 45,08% del 2011, a conferma

della consistenza del processo di sviluppo insediativo basato sulla crescita delle seconde case.

23

1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

1.850 3.634 5.710 7.747 10.367 14.017 20.842

885 2.668 7.208 12.710 13.845 15.557 17.110

Abitazioni totali 2.735 6.302 12.918 20.457 24.212 29.574 37.952

96,43 57,13 35,67 33,82 35,21 48,69

201,47 170,16 76,33 8,93 12,37 9,98

Abitazioni totali 130,42 104,98 58,36 18,36 22,15 28,33

Tab. n. 10_Abitazioni occupate e non occupate ad Anzio

Abitazioni occ.

Abitazioni non occ.

Tab. n. 10 bis_Incremento % abitazioni ad Anzio

Var. %

1951-61

Var. %

1961-71

Var. %

1971-81

Var. %

1981-91

Var. %

1991-01

Var. %

2001-11

Abitazioni occ.

Abitazioni non occ.

Nel 1960 il flusso dei villeggianti estivi, secondo l'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di

Anzio, raggiunge dimensioni eccezionali pari a oltre mezzo milione di presenze;13 l'espansione

residenziale si sviluppa lungo la fascia costiera periferica, soprattutto a Lavinio, per effetto del

basso costo delle aree e della presenza della via Litoranea, che costituisce asse di infrastrutturazione

primaria, sino a saldare il nucleo residenziale di Lavinio con il nucleo consolidato di Anzio

attraverso una serie di episodi edilizi dai nomi suggestivi (Lido di Cincinnato, Marechiaro, Lido dei

Gigli, etc.); vengono inoltre costruiti diversi stabilimenti balneari e numerosi esercizi commerciali

lungo tutto il litorale fino a Lavinio.

Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta il fenomeno delle seconde case si intensifica, con effetti

sulla migrazione stagionale-turistica, andando a coinvolgere, oltre le lunghe ferie estive anche i

weekend d'inverno: tale fenomeno, comportando un forte incremento di popolazione, causa effetti

derivati quali il forte incremento del terziario stagionale, la parcellizzazione dei servizi sul

territorio, l'impatto sul quotidiano delle comunità insediate.

Dagli anni Ottanta il fenomeno tende a diminuire progressivamente: i periodi di ferie si accorciano,

il turismo locale, basato quasi esclusivamente su quello balneare, in cui la spiaggia rappresenta

l'unica risorsa, non riesce ad intercettare una domanda diversa e più articolata da parte di un'utenza

più informata e più attenta alle nuove forme di utilizzo del tempo libero.

Il turismo balneare assume progressivamente la forma di “utilizzo istantaneo” dei luoghi da parte di

“turisti giornalieri” spinti dalla vicinanza di Anzio con Roma e con i centri contermini

dell'hinterland: non mancano sia i collegamenti stradali che ferroviari, che si rivelano insufficienti

sul piano della qualità del servizio e sulla capacità di sopportare i flussi di traffico.

Accanto al “turismo giornaliero” si affianca sempre più il turismo “stanziale” o di “fine settimana”

nelle seconde case: fenomeno senza dubbio prevalente e privo di registrazione nelle statistiche

ufficiali come del resto quello giornaliero.

Secondo alcune stime dell'Ufficio turistico del Comune di Anzio, tali flussi, che sfuggono alle

statistiche ufficiali, potrebbero addirittura più che triplicare il flusso ufficiale di turisti, ancorché la

tendenza ormai in via di consolidamento vada in direzione della concentrazione delle vacanze nei

mesi di luglio e di agosto.

Tuttavia si rileva, in misura ridotta, ma pur sempre significativa, la presenza di un turismo

cosiddetto “alberghiero” ed “extralberghiero”, che è l'unico vero e proprio che viene registrato nelle

statistiche ufficiali. Occorre segnalare però che le strutture ricettive, al contrario delle seconde case,

non hanno conosciuto sviluppo né in termini di qualità né in termini di quantità dell'offerta, essendo

drasticamente diminuite rispetto agli anni Cinquanta e Sessanta.

Nonostante questa premessa, l'attività turistica ad Anzio permane uno dei settori economici più

importanti della città, che fa da traino per altri settori come quello del commercio e dell'edilizia.

Accanto, quindi, al “turismo balneare” (stagionale o giornaliero) – forma di turismo prevalente di

livello medio / medio basso, rivolto prevalentemente ad una clientela abituale, basato

esclusivamente sull'utilizzo delle seconde case e secondariamente su campeggi – altre forme di

turismo presenti ad Anzio sono rappresentate dal “turismo enogastronomico”, dal “turismo velico”

e dal “pescaturismo”.

Il turismo enogastronomico è supportato da centinaia di ristoranti, alcuni dei quali di elevatissima

qualità come, tra gli altri, “Romolo al Porto”, “Alceste al buongusto” ed il “Turcotto”, luoghi

privilegiati di degustazione della cucina tipica locale, che promuove i prodotti del mare preparati

13 Pasetto 2005: 97.

24

con ricette del luogo, rimaste fedeli alle origini come viva testimonianza di costumi e di

consuetudini.

Il turismo velico è supportato dalla presenza di cinque prestigiosi circoli velici che mantengono in

vita questa antica tradizione marinara. Tra i più importati si segnalano il Circolo Canottieri TevereRemo, la Lega Navale Italiana Sezione di Anzio e il Circolo della Vela Anzio Tirrena.

Il pescaturismo, di recente diffusione, ha posto al centro la figura del pescatore “ambientalista” che,

accanto alle attività tradizionali di pesca, offre un'esperienza di condivisione dell'attività

consentendo la convivenza tra redditività e rispetto dell'ambiente.

In conclusione, Anzio oggi attraversa una fase di maturità che rappresenta la fase più critica, di

ristagno, in cui la destinazione ha perso appeal ed è caratterizzata da una maggiore domanda da

parte dei ceti meno abbienti e da un'offerta di servizi meno motivata, in cui viene meno anche il

sentimento di accoglienza da parte della popolazione locale.14 A questo punto del suo percorso, tale

fase Anzio ha di fronte due possibili scenari: il declino o il rinnovamento.

Il declino si avrebbe se la fase di ristagno si prolungasse nel tempo, se la destinazione non fosse più

in grado di attrarre nuovi visitatori, se diminuissero gli investimenti, se si diffondesse una crescente

ostilità nei confronti dei turisti e se nuove destinazioni sottraessero i clienti.

La fase di rinnovamento, invece, è quella intrapresa dall'Amministrazione Comunale, che mira al

miglioramento delle strutture ricettive e delle infrastrutture, ad una nuova campagna di marketing,

ad una nuova politica dei prezzi che consenta di selezionare a monte la clientela.

Le risorse turistiche del territorio

Ad Anzio sono presenti oltre che risorse paesaggistiche anche risorse culturali di elevato pregio.15

Tra le risorse paesaggistiche di Anzio si segnalano: la riserva naturale di “Tor Caldara”, istituita con

legge regionale n. 50 del 1988; le pinete secolari residuo di antiche tenute nobiliari; il paesaggio

costiero caratterizzato dalla uniformità del lungo litorale sabbioso, in cui emergono alcune parti di

costa ad elevato pregio ambientale e diverse zone marine ad elevata pescosità; il paesaggio agricolo

sottratto al territorio boschivo con le bonifiche degli anni Trenta.

Tra le risorse culturali si annoverano: i beni architettonici come le “ville storiche” (Villa Adele,

Villa Borghese, Villa Albani, Villa Sarsina), il “Paradiso sul Mare” sulla riviera di Levante

destinato ad ospitare il Casinò ed il “Porto Innocenziano” che attraverso i vari rifacimenti, ospita

l'attuale porto commerciale e turistico; i beni archeologici come il “parco archeologico” che

comprende una serie di testimonianze, come la “Villa di Nerone”, una zona piana in cui hanno

avuto luogo gli interventi strutturali, la “Biblioteca Domizianea”, le Terme e il “Porto Neroniano”

sulla riviera di ponente; i beni etnoantropologici come le “tradizioni popolari” sia di matrice

religiosa (come le feste patronali) che di carattere folcloristico (come alcune sagre molto rinomate e

frequentate); i beni museali come il “Museo dello Sbarco” ed il “Museo Civico Archeologico”; i

14 Il ciclo di vita di una destinazione turistica si articola in diverse fasi: introduzione, coinvolgimento, sviluppo,

consolidamento e maturità. Cfr.: Montani (a cura di) 2005: 197-198. L'introduzione è la fase della scoperta della

destinazione che riceve i turisti senza alcuna pianificazione. La fase di coinvolgimento comincia ad offrire servizi ed

infrustrutture ai turisti. Nella fase di sviluppo la domanda cresce, aumenta l'offerta di servizi, ma anche lo sviluppo

della concorrenza e la destinazione entra a far parte del sistema turistico formale. La fase di maturità è la fase più

critica in cui si può scegliere tra il declino ed il rinnovamento, attraverso l'ausilio di strumenti specifici.

15 Le informazioni contenute in questo paragrafo sono tratte da alcuni siti (http://www.comune.anzio.roma.it;

http://www.prolococittadianzio.it; http://www.sbarcodianzio.it; http://www.paysmed.net) e da alcune pubblicazioni (

Istituto Professionale di Stato per i servizi Commerciali e Turistici 2010; Città di Anzio, Assessorato al Turismo

2005; Marigliani 2008; Piano Urbano Comunale Generale 2001).

25

beni culturali-monumentali come i due cimiteri di guerra inglesi, il “Beach Head War CementeryAnzio” e l' “Anzio War Cementery”, tra i più grandi d'Italia.

LE RISORSE PAESAGGISTICHE

La riserva naturale di Tor Caldara

Emergenza morfologica particolarmente significativa è la riserva naturale regionale di 44 ettaridenominata di “Tor Caldara”, situata tra Anzio e il Lido di Lavinio al km 34,40 della via Ardeatina,che costituisce uno degli ultimi lembi delle migliaia di ettari di bosco che ricoprivano il Lazio finoagli inizi del Novecento. La riserva, istituita con legge regionale n. 50 del 1988, è gestita dal Comune di Anzio con lacollaborazione tecnico-scientifica del WWF con lo scopo di tutelare l'ecosistema di Tor Caldara,formato da un “polmone” di macchia mediterranea e da rare specie animali e vegetali.La riserva inoltre costituisce un'importante “stazione interpretativa” a livello geologico per lapresenza di falesie esposte che permettono di apprezzare l'intera sequenza evolutiva del paesaggioquaternario: grazie alle falde è possibile la lettura dei livelli stratificati delle complesse dinamiche ditrasformazione dell'ambiente marino e costiero dell'ultimo milione di anni.All'interno della riserva è inoltre presente un centro visitatori che ospita l'info point, la mediatecaspecializzata, una sala riunioni e un laboratorio di educazione ambientale provinciale.Nel lato che dà sul mare è, inoltre, localizzata una torre risalente alla metà del Cinquecento che, dalpunto più alto del promontorio, permetteva di controllare la costa da Tor San Lorenzo ad Anzio.Vicino alla torre di avvistamento sono inoltre presenti scavi archeologici che testimoniano uninsediamento di epoca romana: secondo alcune fonti locali, sotto la torre si troverebbero addiritturai resti della villa di Mecenate.L'area si caratterizza inoltre per l'affioramento di una mineralizzazione solfurea, fenomeno residualedi quella che fu l'attività del Grande Vulcano Laziale situato nei Colli Albani: al suo interno sonopresenti diverse sorgenti di acqua sulfurea ed emanazioni gassose. In passato è stata interessata daintensi processi estrattivi che hanno determinato la formazione di un vasto ambiente sterile, dovutoall'accumulo di risulta degli scavi.

Le pinete secolari

Numerose e sparse nel territorio sono le pinete secolari che si estendono dai confini con Nettunofino ai confini con Ardea, rappresentando un residuo di antiche tenute nobiliari. Il pino infattiassunse dimensioni crescenti nelle antiche tenute dei Lorena, come in quelle dei Salviati, Colonna,Barberini e Borghese: dalla lavorazione e dal commercio dei pinoli le grandi famiglie traevano unvalore economico crescente che si svilupperà fino ai primi decenni del Novecento. Al legnametradizionale, derivante in gran parte dai lecci, al falasco e ai prodotti poveri del sottoboscorivierasco, si aggiunse quindi la coltura del pino, che nel caso specifico di questo territorio assunseil ruolo di apripista per la successiva introduzione all'agricoltura.16

Nella vasta “Area dei Gigli”, che si estende per circa 560 ettari, è in particolare ricompresa unapineta di particolare interesse, la “Pineta dei Gigli”, che lambisce la spiaggia e il mare e vaste areeattualmente utilizzate a scopi agricoli, rappresentando uno dei pochi spazi naturali rimasti indennidalla cementificazione dell'ambito costiero di Anzio. È localizzata lungo la Strada Statale litoraneaOstia-Anzio, oppure per chi proviene da Roma subito dopo l’abitato di Lido dei Pini, o a circa unchilometro da Lavinio Mare per chi proviene da Anzio.

16 Cfr.: Piano Urbano Comunale Generale 2001: 12.

26

Altra pineta di pregio è quella della “Gallinara”, che si stende per 56 ettari: collocata alle spalledella “spiaggia della Gallinara”, in essa sono ancora presenti trincee, rifugi, camminamenti risalential 1944, e luoghi di stazionamento delle truppe inglesi e americane. Tuttavia la Pineta attualmente èproprietà privata e l'accesso è consentito soltanto previo permesso del Direttore del Camping. Nonfu teatro di feroci battaglie, ma di stazionamento delle Truppe Alleate: ancora oggi, reduci arrivanoe soggiornano per visitare l'area teatro dell' “operazione Shingle” del 1944.

Le zone litoranee sabbiose e quelle marine

Verso il mare, dove il bancone di sabbie e arenarie plioceniche forma una sorta di falesia, si nota laclassica morfologia della macchia mediterranea a protezione dei venti marini, con essenze come illentisco, il mirto e lo smilace. É, inoltre, molto ben conservata la serie delle formazioni vegetalidelle dune costiere e sono presenti zone marine ad elevata pescosità, alcune delle quali protette,come le zone marine adibite ad impianti di mitilicultura, in base a specifiche ordinanze dell'UfficioCircondariale Marittimo di Anzio.17

Le zone agricole

Il paesaggio è caratterizzato, al margine delle aree naturali e degli insediamenti, dal territorioagricolo che è stato oggetto dei lavori di Bonifica dell'Agro Pontino degli anni Trenta. Seppure ilpaesaggio agricolo sia stato notevolmente trasformato in alcune sue parti dalle espansioniinsediative, al suo interno permangono elementi caratterizzanti quali le trame agricole e i frammentidi elementi vegetazionali quali siepi e filari.V'è da notare che ad Anzio la vocazione agricola non essendo plurisecolare, qualora non siadottassero incrementi della produttività attraverso produzioni ecosostenibili e/o specializzate, leterre coltivate tenderanno sempre più a diminuire e a depauperarsi. L'uno o l'altra ipotesi possonoconvivere e se si riaffermasse ad Anzio una vocazione turistica di qualità (non necessariamented'elite) si potrà assistere ad una riconversione delle zone agricole in zone boscate: la colturaestensiva o la terra abbandonata saranno sostituite dalla cultura dell'albero, come è avvenuto anchenel passato remoto.18

RISORSE CULTURALI

Le ville storiche

Ad Anzio si trovano ville cardinalizie (come Villa Adele, Villa Borghese, Villa Albani, VillaSarsina) di rilevante pregio, realizzate tra il 1600 ed il 1732, che iniziarono a sorgere per il fascinoesercitato dai ruderi romani, dai boschi e dagli arbusti della macchia mediterranea.19

Villa Adele è stata la prima villa ad essere stata realizzata nel Seicento ad opera di MonsignorBarlolomeo Cesi, a tale scopo incaricato da Papa Clemente VIII. É appartenuta oltre che ai Cesi, aiPamphili, quindi ai Borghese ed oggi al Comune di Anzio che l'ha destinata agli uffici comunali. Lavilla prende il nome dalla sposa di Francesco Borghese che ne divenne proprietario nel 1934 e virealizzò la Sala delle Conchiglie, gioiello d'arte in in stile liberty. Al suo interno trovano oggispazio, tra l'altro, il Museo Civico Archeologico, il Museo dello Sbarco, la Biblioteca e locali permostre e convegni.

17 Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo 2016.

18 Cfr.: Piano Urbano Comunale Generale 2001: 34

19 Le informazioni relative alle ville sono tratte da: Istituto Professionale di Stato per i servizi Commerciali e Turistici

2010 e Città di Anzio, Assessorato al Turismo 2005.

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Villa Borghese, edificata nel 1647, si trova tra Anzio e Nettuno. Il corpo centrale della villa è nellacittà vicina ma la si può certamente inserire in un unico contesto territoriale. Appartenuta aibanchieri genovesi Costaguti, è stata proprietà dei Torlonia prima di divenire proprietà dei Borgheseche sono gli attuali proprietari.

Villa Albani è stata realizzata nel 1726 per volontà del cardinale-archeologo Alessandro Albani, chene fece luogo di riposo poiché poteva trovare un clima mite e la possibilità di “attingere” pezzi perla sua collezione d'arte. Oggi la villa è riccamente decorata e affrescata secondo il gustosettecentesco, circondata da giochi d'acqua, alberi e fontane.Oltre agli Albani la villa è appartenuta ai Borghese, agli Aldobrandini e quindi al Papa Pio IX,Giovanni Mastai Ferretti, che ne fece anche una sua residenza. Successivamente la villa divenneospizio eliomarino per i bambini rachitici e scrofolosi che non avevano i mezzi per curarsi e neglianni si è trasformata in ospedale specializzato nella riabilitazione di portatori di handicap. Éattualmente utilizzata dalla ASL, oltre che per l'ospedale, anche per alcuni ambulatori.

Villa Sarsina, costruita nel 1732, prende il nome dagli Aldobrandini principi di Sarsina, che latennero dal 1874 al 1926. Era stata fatta costruire dal Cardinale Neri Maria Corsini nel 1700 suprogetto di N. Michetti. É appartenuta, oltre che ai Corsini e agli Aldobrandini, a Francesca de LaRochefoucauld e, successivamente, al Comune di Anzio dal 1958. Custodiva la preziosa statuadenominata “Faciulla d'Anzio” prima che venisse trasferita a Roma. Su iniziativa del Comune diAnzio e della Regione la villa è stata restaurata, con cura dei particolari, riportandola all'originariosplendore.

Il Paradiso sul Mare realizzato all’inizio del Novecento (tra il 1919 e il 1924) in stile liberty, eradestinato ad ospitare il Casinò, che non vi trovò invece mai collocazione.L’edificio ha un atrio di forma semiellittica sostenuto da sei colonne grigie con capitelli ditravertino bianco. Ospita due sale da gioco, entrambe di forma circolare, con il soffitto sorretto dadieci pilastri con affreschi del Tosatto: la prima sala da gioco, detta appunto della Primavera, èaffrescata con scene primaverili, l’altra sala è decorata con scene di ninfe danzanti. Dal salonePrimavera si accede su un ampio terrazzo, la cui balconata è adornata da sei statue femminili(Estate, Primavera, Industria e Commercio) e due maschili (Autunno e Inverno). Al pianosottostante si trova il salone da pranzo in toni di bianco e grigio con stucchi di avorio.Dal salone delle Tre Grazie, attraverso una scala scavata nella roccia tenera di macco, si accede alSalone delle Feste interamente in stile pompeiano.Tale struttura, attualmente proprietà del comune di Anzio, è stata adibita a sede della ScuolaAlberghiera ed è attualmente a disposizione del Comune per attività ancora da individuare.Per la sua bellezza e per la sua suggestione divenne set cinematografico di film di grande successodi pubblico e di critica come “Amarcord” di Fellini e “Polvere di stelle” di Alberto Sordi.

Il Porto Innocenziano è stato costruito sotto il pontificato di Papa Innocenzo XII Pignatelli suprogetto di Alessandro Zinaghi: tale progetto fu preferito a quello di Carlo Fontana (che prevedevadi restaurare il porto neroniano riducendo però l'ampiezza del bacino) e prevedeva l'innesto albraccio sinistro del porto neroniano di un nuovo molo con apertura a levante.

Il parco archeologico

Il parco archeologico è costituito da una serie di reperti archeologici conosciuti per la loro fama intutto il mondo, comprendenti la “Villa di Nerone”, una zona piana in cui hanno avuto luogo gliinterventi strutturali, la “Biblioteca Domizianea”, da dove provengono alcuni pregevoli affreschi direcente restauro che sono esposti nel “Museo Archeologico della città” e le “Terme”. Suggestiva è

28

la vista d'assieme delle “murature” antiche”, che dal livello stradale scendono fino alla spiaggia

sottostante per circa 15 metri d'altezza.

Il parco archeologico è tutt'ora oggetto di una campagna di scavi ed è opportunamente delimitato al

fine di permettere l'accesso alle sole zone accessibili e sicure. Quest'area ha lo scopo di riproporre

la potatura formale presente nei più raffinati giardini, ma anche di costruire un qualificato richiamo

per i fruitori dell'area archeologica.

L'ingresso al parco è subito evidenziato da una costruzione in mattoncini a forma di barca destinata

a biglietteria e a servizi. Prima dell'ingresso, sulla destra è localizzato un manufatto che rappresenta

il centro didattico della villa imperiale.

Dopo l'ingresso, camminando su elementi di tipo “mattonforte”, incontriamo il giardino romano

ispirato ai giardini presenti a Pompei, le due ali porticate con al centro lo spazio per spettacoli ed

ancora le aiuole contenenti diverse essenze arboree in uso negli antichi giardini romani.

La grandiosa Villa di Nerone si estendeva lungo la fascia costiera, per circa 80 metri di larghezza a

partire dalla punta di Capo d'Anzio e da via Furio Anziate, per più di 800 metri verso ponente fino

al Capo dell'Arco Muto.

La Villa nella sua storia ha avuto varie evoluzioni e modifiche secondo il periodo storico e la

proprietà: venne edificata nel piano che domina il mare, posto ad occidente del moderno faro,

secondo muri, stanze, vani, ambienti, tutti perfettamente ortogonali tra loro, in base ad uno schema

rigidamente simmetrico.

I resti archeologici della Villa, ridotti quasi completamente alle sole fondazioni, vennero alla luce

soprattutto a seguito degli sbancamenti effettuati per aprire la moderna via Fanciulla d'Anzio e

rappresentano una testimonianza di quanto è rimasto a seguito della distruzione operata da Nerone,

che vi ricostruì sopra un'altra villa di proporzioni ben più estese.

L'appartenenza della Villa all'Imperatore Augusto, segna il futuro della Villa stessa, che facendo

parte del patrimonio privato dell'imperatore, passerà di volta in volta nelle mani di ogni imperatore

che salirà sul trono di Roma. Nella fase Neroniana, la Villa Repubblicana cede il posto ad una

nuova Villa con assetto architettonico completamente differente.

L'intervento di arredo e riuso dell'antica residenza imperiale prende spunto, a livello planimetrico,

dalla lettura dei ruderi rimasti, che evidenziano una struttura muraria di tipo circolare.

Il complesso della Biblioteca Domizianea è in realtà una costruzione realizzata per foderare una

rientranza del costone di arenaria (paleofrana). Si presenta attualmente come un corpo compatto ed

autonomo rispetto ad altre opere costruttive della Villa, alle quali doveva invece essere raccordato

mediante un sistema voltato.

L'impianto termale della villa mostra tutt'ora l'imponenza delle strutture che si articolano almeno su

tre piani: servizi ed impianto di riscaldamento (livello arenile), ambienti riscaldati (a mezza costa),

ambienti di probabile intrattenimento (attuale livello stradale).

L'intervento di restauro permette ai visitatori di attraversare questi tre livelli (dalla strada al mare) e

di soffermarsi nella visita degli ambienti riscaldati (caratterizzati dalla presenza di piccole volte a

crociera, prese di luce e nicchie decorative).

Al parco archeologico, si aggiungono il vicino Cisternone, il Teatro Romano, risalente alla metà del

I secolo a.C. nella zona di Santa Teresa, ed il Porto Neroniano che insieme costituiscono un unico

percorso e punto di riferimento nel museo cittadino.

Il Teatro Romano, seppure di modeste dimensioni, fu costruito dalla famiglia imperiale Giulio

Claudia intorno alla metà del primo secolo d.C. al di fuori del centro urbano, lungo l’asse stradale

29

della “via Recta”, sul pianoro delle Vignacce, oggi Piazza del Teatro Romano, con la cavea

orientata da est verso ovest, in modo che dalle gratinate si potesse, con lo sguardo, oltrepassare la

finzione scenica per spaziare dal litorale costellato di palazzi, di ville e di giardini, lungo la marina.

Il Teatro misura 30 metri di diametro, possiede una cavea suddivisa in 11 cunei o settori radiali,

tagliati a metà da un corridoio coperto ed ornato da lesene intervallate e tre accessi, costituiti da un

fornice centrale e due laterali che assicuravano alla cavea un ottimale accesso e una razionale

distribuzione degli spettatori nei vari settori. Mentre le gratinate sono andate distrutte, a stento si

può riconoscere l’ubicazione della orchestra che aveva un diametro di circa 10 metri.

La scena che chiude il semicerchio della cavea era articolata da quattro grossi corpi in muratura che,

simmetricamente creavano rientranze e sporgenze, luci ed ombre. Ai piedi del palco della scena,

due corridoi permettevano il passaggio degli attori, dei fondali, delle scene.

La facciata esterna della scena era abbellita da un colonnato che sorreggeva un lungo portico che

sopravanzava la scena stessa. Tutto il restante prospetto esterno del teatro era ornato da una serie

continua di fornici a tutto sesto sostenuti da pilastri ornati da mezze colonne. Sia i pilastri che le

semicolonne erano state realizzate in laterizio.

L’intera fabbrica del teatro, mossa dalle innumerevoli arcate e scintillanti marmi bianchi, era

sollevata ed esaltata, per contrasto, su un alto zoccolo di grossi parallelepipedi di pietra vulcanica

che a guisa di podio assicurava oltre ad un sicuro effetto cromatico, anche un solido espediente

statico.

Il Porto Neroniano non aveva soltanto l'obiettivo di riattivare l'antico porto del Caenon, ormai

troppo angusto, ma anche quello di costruire un porto molto più grande e adeguato alle nuove

esigenze e allo sviluppo futuro di Anzio. Si scelsero come punti di attracco i due promontori

naturali e si costruirono due moli molto lunghi, quello orientale di circa 700 metri e quello

occidentale di circa 850 metri, che disegnavano inseme un bacino di forma quasi trapezoidale.

Il porto possedeva una sola bocca d'ingresso larga circa 60 metri e rivolta a sud-est. Ogni molo,

largo circa 10 metri, aveva verso l'interno una banchina o un marciapiede carrabile largo circa 5,50

metri. Le opere a mare furono realizzati mediante gettate di opera cementizia, in casseformi di

tavoloni di legno le cui impronte sono tutt'oggi visibili nei pochi tratti ancora affioranti nel molo

orientale. Queste murature erano rivestite e protette da una cortina laterizia scandita, ad intervalli

regolari, da semicolonne che sicuramente una volta erano ben visibili anche fuori dell'acqua, che

oggi ne ricopre i monconi superstiti.

Del molo di ponente oggi restano pochi tratti per alcune decine di metri, mentre gran parte è ancora

interrato e nascosto sotto gli edifici e le strutture del nuovo molo voluto da Papa Innocenzo XII nel

1.700. Probabilmente i due moli erano difesi nel lato a mare da una scogliera artificiale le cui tracce

sono ancora visibili nonostante i saccheggi effettuati per la costruzione del Porto Innocenziano.

Le costruzioni portuali furono successivamente seminterrate e riscoperte nel 1852.

Le tradizioni popolari

Tra le tradizioni popolari si annoverano sia quelle di matrice religiosa (come la festa patronale) che

quelle di carattere folcloristico (come alcune Sagre molto rinomate e frequentate ).

La festa di matrice religiosa più importante di Anzio, organizzata annualmente dal Comune

nell'ultimo weekend di giugno (quest'anno è prevista per il 24 ed il 25 giugno), è quella in onore del

Patrono della città “San'Antonio da Padova”. La festa prevede il famoso rito religioso della

“processione a mare” e diversi festeggiamenti “civili” tra cui spettacoli d'arte varia che si tengono

nel centro cittadino. Prevede inoltre diversi giochi nello specchio d’acqua interno al Porto, chiamati

nel secolo scorso “divertimenti di marina”: sono in programma esibizioni bizzarre come la “gara dei

30

tini”, oggi sostituiti da piccole imbarcazioni, o la “trave a mare”, una sorta di albero della cuccagna

adattato all’ambiente marino.

Altre feste religiose di minore impatto, organizzate dalle parrocchie o dai comitati spontanei, si

svolgono ogni anno nei vari quartieri.

La celebrazione di una ricorrenza storica importante è rappresentata dal “Palio del mare” (il 2

luglio), in cui si sfidano tutti i quartieri di Anzio in una regata velica per la conquista del drappo che

ricorda la visita di Papa Innocenzo XII nel XVIII secolo, per lo studio dei possibili siti in cui

costruire il nuovo porto promesso ai cittadini anziati e che fu effettivamente terminato nell’Anno

Giubilare 1700. Tale ricorrenza è prevalentemente finanziata da una Associazione onlus .

Altra rievocazione storica importante è quella relativa allo “Sbarco di Anzio” del 22 gennaio 1944,

che prevede, oltre ad una cerimonia ufficiale di commemorazione con deposizione di corone in tutti

i cimiteri di guerra presenti sul territorio, anche una mostra fotografica che si tiene, di solito nei

locali del “Paradiso sul mare” e quest’anno nelle stanze dell'ex Azienda di Soggiorno e Turismo a

Piazza Pia. Negli anni passati si è svolta, sempre per l’occasione, una rievocazione dal vivo dello

sbarco con la presenza di centinaia di figuranti indossanti divise d’epoca ed una mostra di oggetti di

collezionismo militare. Si spera che tali iniziative riprendano già dal prossimo anno, per la gioia dei

turisti.

Si svolgono poi, nel territorio cittadino, una serie di Sagre, di ampio richiamo, le cui organizzazioni

non prevedono però una programmazione sistematizzata e ricorrente nel tempo, la più importante

delle quali è la “Sagra del Padellone” (si tratta di una frittura di pesce allestita in una grande padella

di tre metri di diametro), organizzata dalla Pro Loco della Città di Anzio nella seconda quindicina di

agosto. Altre sagre di minor rilievo, organizzate o dalle parrocchie o dai privati, sono la “sagra

dell'alice”, la “settimana della zuppa di pesce”, la “festa della castagna”, la “festa della cioccolata”,

etc.

Le manifestazioni culturali sono invece ricomprese all'interno del circuito dell' “Estate Blu”, un

cartellone di eventi per i mesi di luglio e agosto che mette insieme tutte le iniziative estive proposte

dal Comune in campo artistico, musicale, teatrale e più in generale di intrattenimento, la maggior

parte delle quali si svolge nel teatro all’aperto di Villa Adele, le cui gradinate vengono montate ogni

anno all’occorrenza. Altre iniziative si svolgono, annualmente, in occasione del Carnevale.

Altri eventi tematici – come “Anzio Vela”, “La scoperta di Anzio”, “Anzio tra mare e terra!”– sono

state proposti per qualche anno per poi eclissarsi e dare spazio a nuove iniziative.

I musei

Il Museo Civico Archeologico, collocato in una delle sale della seicentesca Villa Adele, illustra la

nascita dell’Antica Antium, con approfondimenti relativi ad alcuni aspetti peculiari della città in età

antica, quali ville, porto, marineria. I materiali esposti provengono sia da recuperi che da recenti

scavi archeologici, fra i quali i pregevoli affreschi provenienti dalla “Biblioteca” della Villa

Imperiale. Il percorso è scandito da totem informativi dove sono riportati brani di antichi autori,

corredati da un commento che illustra gli eventi più significativi della storia della Città. Molti

materiali di varie epoche, che una città così ricca di storia ha restituito in seguito agli scavi, sono

confluiti nel Museo Nazionale Romano. Nella linea di valorizzazione dei musei locali, recentemente

sono stati riconsegnati al Museo Archeologico di Anzio centodiciannove reperti provenienti in gran

31

parte dall’area della necropoli e dell’antico centro urbano. Fra questi reperti, di particolare

importanza un grande mosaico di tessere bianche e nere proveniente dalla Villa Imperiale.

Tra i materiali esposti sono da segnalare: corredi delle sepolture protostoriche (IX-VIII secolo a.C.);

due nuclei di materiali votivi di età medio repubblicana; rinvenimenti sottomarini; un ciclo di

intonaci figurati del tipo a giardino con balaustra a graticcio e balconcini con vista su una

lussureggiante vegetazione animata da diverse specie di uccelli (seconda metà del II secolo d.C.).

Tra i materiali in prestito dal Museo Nazionale Romano spicca la nicchia musiva di età neroniana

con Ercole ebbro di palazzo Massimo.

Quasi annualmente vengono organizzate presso il Museo mostre dedicate al patrimonio

archeologico anziate "disperso" nei principali musei italiani ed europei, al fine di integrare la

conoscenza delle antichità di Anzio.

Nell'ambito delle attività del Museo si svolgono intensi cicli di attività didattiche, anche a carattere

sperimentale: dalla formazione permanente, finalizzata a mantenere un rapporto costante con i

frequentatori più assidui mediante cicli di conferenze, attività pratiche ed escursioni; alla

sperimentazione di percorsi sensoriali, basati sull'interazione tattile, musicale e visiva.

Oltre all'attività presso la sede del Museo, sono stati recentemente istituiti i PCM-Presidi di Cultura

Museale, punti informativi che settimanalmente sono presenti nei centri commerciali della città per

avvicinare la cittadinanza alle attività del Museo e al patrimonio culturale di Anzio.

Il Museo dello Sbarco, inaugurato in occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco di

Anzio (22 gennaio 1944) è anch'esso collocato in una delle sale della seicentesca Villa Adele.

Il museo, realizzato su iniziativa dei soci del “Centro di Ricerca e documentazione dello sbarco e

della battaglia di Anzio”, è diviso in quattro sezioni: Americana, Inglese, Tedesca e Italiana. Nelle

vetrine e nelle bacheche sono esposte uniformi, armi, decorazioni, documenti, piani di battaglia,

foto di veterani, oggetti d'uso quotidiano: tutto è rigorosamente autentico.

Il Museo è completato dalla fototeca, dalla nastroteca, dalla biblioteca e dall'emeroteca. Bandiere,

raccolte di stampe d'epoca, motoveicoli, etc., arricchiscono la già cospicua raccolta che si va

ampliando sempre più con donazioni provenienti dai Musei e dalle associazioni dei veterani dei

paesi belligeranti.

Molti reperti provengono direttamente dai fondali del mare di Anzio dove, a varie profondità,

giacciono aerei, navi da guerra e da carico, mezzi da sbarco spesso con l'equipaggio, come gli

incrociatori britannici “Janus” e “Spartan” e la nave ospedale “St. David”.

Si tratta di una autentica, emozionante ed istruttiva “rivisitazione” storica intesa soprattutto come

esaltazione della pace e come condanna della guerra.

I cimiteri di guerra

Il “Beach Head War Cemetery Anzio”, situato a 3 km dal centro della Città in località Falasche, è il

terzo, per vastità, dei Cimiteri Inglesi in Italia: contiene 2.313 tombe di guerra del Commonwealth:

6 australiane, 2.193 britanniche, 69 canadesi, 5 dell’India Unita, 5 neo-zelandesi, 25 sud-africane, 6

dell’African Pioneer Corps (5 dello Swaziland e 1 del Lesoto) e 3 tombe di ignoti della Guerra

1939-45.

Il Cimitero contiene inoltre una tomba della Guerra 1914-18 ove è sepolto un caduto del British

West Indies Labour Corps, trasferita dal Cimitero di Chieti. Nei giorni 22 gennaio 2005 e 22

gennaio 2006 sono stati sepolti nel Beach Head i resti di quattro soldati inglesi caduti nel periodo

dello sbarco e rinvenute in territorio del Comune di Aprilia.

Il secondo cimitero di Anzio, “Anzio War Cemetery”, adiacente al Cimitero Comunale di Anzio,

contiene le sepolture di 1.056 militari caduti immediatamente dopo lo sbarco: 1.053 del Regno

Unito, 1 canadese, 1 neo-zelandese e 1 sud-africano. In corrispondenza dell’ingresso di ogni

32

cimitero si trova l’Area Commemorativa e dalla parte opposta la Croce del Sacrificio, che sono idue elementi standard nei cimiteri di guerra inglesi. Tutte le tombe sono contrassegnate da unalapide standard, in pietra di botticino proveniente dalle cave di Brescia, e recano i particolari deicaduti: il nome, l’età, il grado, il numero di matricola e in genere un simbolo religioso (Croce latina,Stella di David, etc.).

Le infrastrutture e i trasporti

Esistono sul territorio di Anzio quattro tipologie di infrastrutture che regolano l'accesso al territorio.

In primo luogo l'accessibilità stradale: tre sono le principali direttrici viarie di Anzio, ovvero laStrada Provinciale n. 207 Nettunense, la Strada Statale n. 148 Pontina (che incrocia il GRA a circa55 km da Anzio), che ad Aprilia interseca la via Nettunense e la Strada Provinciale Litoranea. Ilcollegamento con Roma avviene prioritariamente attraverso la Strada Statale “Pontina” finoall'altezza dello svincolo di Aprilia al km 43,7 quindi si percorre per circa 15 km la stradaprovinciale Nettunense; il collegamento con Ostia avviene tramite la via Litoranea; e quello conLatina attraverso la Strada Statale n. 148 Pontina fino allo svincolo di Borgo Piave, da cui occorredirigersi in direzione Borgo Santa Maria, Acciarella, Nettuno.

In secondo luogo l'accessibilità ferroviaria: Anzio è collegata con Roma tramite i treni delleFerrovie dello Stato per mezzo della linea Roma-Anzio-Nettuno, con una frequenza oraria ed untempo di percorrenza di circa 50 minuti.

In terzo luogo l'accessibilità aeroportuale, il cui scalo più vicino è quello internazionale, “Leonardoda Vinci”, a circa 60 km dalla città, accessibile attraverso la SP Nettunense, la SS Pontina e il GRAfino allo svincolo con l'autostrada per Fiumicino.

In quarto luogo l'accessibilità marittima: ad Anzio è presente sia il porto commerciale che ladarsena turistica. É previsto inoltre un progetto per la costruzione del nuovo porto.

É inoltre garantita l'accessibilità per mezzo degli autobus della linea Cotral con destinazione RomaEur Fermi (via Pomezia, Ardea, Torvaianica, Lavinio Mare) e Roma Cinecittà (via Albano,Aprilia, Lavinio Stazione) con una frequenza oraria ed un tempo di percorrenza di circa 60 minuti.

Si segnalano relativamente al sistema fisico delle infrastrutture di trasporto alcune problematichecollegate all'inadeguatezza e alla sottodotazione del sistema infrastrutturale rispetto agli attualicarichi urbani (la Pontina per esempio andrebbe più che raddoppiata per consentire uno scorrimentoveloce del traffico urbano), nonché alla gestione e alla manutenzione delle reti esistenti, legateanche agli elevati costi necessari, affinché il mantenimento dell'efficacia del sistema stradale eferroviario avvenga secondo criteri e tecnologie rispettose dell'ambiente.

Relativamente al sistema di trasporto locale si segnala l'esistenza di un servizio di trasporto urbano,finanziato dal Comune, articolato in diverse linee di trasporto (con Capolinea presso Villa Adele,dove si trova anche il Capolinea degli autobus della linea Cotral che portano a Roma) checollegano le zone periferiche e semiperiferiche della città (Lavinio, Lido dei Pini, Padiglione equartiere Europa).É inoltre presente nei mesi estivi un servizio di navette, organizzato dal Comune di Anzio, che portai turisti dal parcheggio di scambio in prossimità della Stazione ferroviaria direttamente alle spiaggedella città.

33

Il sistema della raccolta dei rifiuti

Il sistema della raccolta dei rifiuti dal mese di maggio 2016 è effettuato mediante la raccolta

differenziata porta a porta. La prima sperimentazione coinvolgerà circa 1.700 nuclei tra famiglie,

artigiani e commercianti della zona Anzio Colonia-Quartiere Marconi. Verranno progressivamente

eliminati i cassonetti, in modo da ridurre sensibilmente la quantità di rifiuti che viene conferita in

discarica, e saranno forniti appositi contenitori per i diversi tipi di rifiuti nonché adeguate

informazioni (attraverso l'uso di punti informazione e di “facilitatori” che gireranno di casa in casa

per assistere i cittadini in questo tipo di cambiamento) circa le modalità, i giorni e le ore

programmati, nei quali i rifiuti dovranno essere esposti sul marciapiede: per esempio gli scarti

alimentari ed organici saranno raccolti solo il lunedì, mercoledì e venerdì e quindi l'apposito

contenitore marrone dovrà essere lasciato in strada solo la sera prima dopo le 21.00; mentre la

plastica ed il vetro, divisi nei contenitori arancione e verde, saranno ritirati solo il giovedì e così via.

Ogni contenitore avrà un codice a barre riferito alla specifica famiglia, che permetterà il controllo

dei rifiuti, mentre i sacchetti biodegradabili per i rifiuti organici avranno un microchip per fare lo

stesso tipo di controllo: ai cittadini inadempienti saranno applicate sanzioni amministrative.20

Dall'analisi dell'ultima Tabella del Comune di Anzio sulla produzione dei rifiuti nel territorio

(tabella n. 11 tris) si evidenzia come i rifiuti nei mesi di luglio e agosto aumentino sensibilmente a

conferma dell'alta pressione turistica stagionale che Anzio riceve annualmente.

Analisi della domanda turistica (arrivi, presenze e presenza media)

20 Per approfondimenti sul sistema della racconta differenziata ad Anzio consultare: www.anziodifferenziata.it.

34

COD. RIF. DES C RIZ IO N E GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE TOTALI

80318 T O N E R 27 34 20 18 99

80112 V E R N IC E

150101 IMBALLAGGI IN CARTA E CARTONE 10,620 11,660 12,680 12,300 9,380 2,060 3,300 10,420 3,720 11,100 87,240

150102 IM B A L L A G G I IN P L A S T IC A

150104 IM B A L L A G G I M E T A L L IC I

150106 IM B A L L A G G I IN M A T . M IS T I 126,940 118,260 152,520 143,660 157,920 212,320 208,560 243,220 181,260 155,820 1,700,480

150107 IM B A L L A G G I IN V E T R O

170107 s c o r ie d i c e m e n t o

170203 P L A S T IC A

170405 F E R R O E A C C IA IO 2,160 23,600 2,720 2,600 2,440 4,440 5,060 2,760 7,100 2,420 55,300

170604 M A T E R IA L I IS O L A N T I

200101 C A R T A E C A R T O N E 112,440 106,740 111,310 134,440 117,280 139,360 188,540 190,320 227,140 144,392 1,471,962

200102 R O T T A M E V E T R O 143,000 103,160 129,500 142,570 154,020 156,000 226,870 226,360 281,588 80,440 1,408,010

200108 BIODEGRADABILI DA CUCINE E MENSE 366,940 312,540 377,500 369,020 364,900 407,400 57,940 569,940 302,680 296,100 3,424,960

200121 TUBI FLUORESCENTI ED ALTRI R5 280 220 160 210 870

200123 APPARECCHIATURE DISMESSE R1 1,150 4,140 3,700 2,430 4,480 6,550 7,050 9,150 3,440 42,090

200131 M E D IC IN A L I C IT O T O S S IC I

200132 M E D IC IN A L I C IT O T O S S IC I 520 300 420 400 380 480 320 2820

200127

200134 B A T T E R IE E P IL E (E X 2 0 0 12 0 ) 240 200 420 160 100 200 120 1,440

200135 APPARECCHIATURE ELETTRICH E R2 E R3 10,290 7,570 7,590 12,295 7,685 13,345 13,895 18,312 10,590 101,572

200136 APPARECCHIATURE ELETTRICHE R4 4,205 1,990 5,362 4,155 2,113 5,220 3,624 5,430 3,855 35,954

200138 L E G N O D IV E R S O 25,540 30,160 25,620 31,660 40,780 29,500 55,820 53,240 50,960 44,360 387,640

200139 P L A S T IC A 6,440 2,440 12,150 4,460 3,780 5,660 9,100 14,900 3,900 3,020 65,850

200201 R IF IU T I B IO D E G R A D A B IL I 182,860 192,950 267,770 389,900 417,080 409,670 410,400 476,860 395,180 325,160 3,467,830

200203 A L T R I R IF IU T I N O N B IO

170904 R IF IU T I IN E R T I 29,860 148,680 59,520 65,580 65,960 111,860 53,920 32,480 113,660 130,400 811,920

*200301 IN VIA TO A REC UP ERO 1,175,100 1,067,660 1,179,840 1,348,560 1,436,880 1,462,200 1,931,920 2,259,641 1,388,900 1,300,590 14,551,291

200303 RIFIUTI DI PULIZIA STRADALE 20,660 9,620 15,340 13,320 33,040 20,300 4,580 116,860

200307 R IF IU T I IN G O M B R A N T I 10,340 11,260 12,460 19,980 46360 43,100 50,660 62,740 69,640 53,900 380,440

20399 RIFIUTI URBANI NON SPECIFICATI 2,740 2,240 4,980

TO TA LI 28,119,608

Tabella n. 10 tris_Rifiuti 2015 del Comune di Anzio

*200301: si allega dichiarazione dell'impianto di recupero Soc. Ridambiente con la quale si dichiara che dal 01/01/2015 al 31/10/2015 sono stati processati per

produrre CDR/CSS dal trattamento effettuato l'effettiva percentuale del 61%

BREVE NOTA SULLE FONTI DI RILEVAZIONE DELLA DOMANDA TURISTICA

Per l'analisi sulla domanda turistica (arrivi, presenze e permanenza media negli esercizi alberghieri

ed extralberghieri) sono stati utilizzate come fonti di riferimento sia i dati ISTAT che quelli EBTL

(Ente Bilaterale Turismo Lazio).

Si fa presente che l'ISTAT fornisce, mediante specifica richiesta da parte del pubblico, i dati sulla

domanda turistica disaggregati per comune a partire dal 2009 e che alcuni di questi, per quanto

riguarda la Regione Lazio (Anzio e Fiumicino nella Provincia di Roma rientrano in questa

fattispecie), sono replicati sulla base di anni precedenti;21 mentre l'EBTL, ente incaricato da Roma

Capitale per la raccolta dati a livello provinciale, , rende disponibili i dati della Provincia di Roma,

dell'hinterland e del Comune di Roma, dal 2001 al 2014, senza offrire il dato provinciale

disaggregato a livello dei singoli comuni e sovrastimando in misura considerevole le stime

ufficiali;22 inoltre gli ultimi dati disponibili al pubblico di EBTL, disaggregati a livello comunale,

sulla Provincia di Roma, risalgono al 2007-2008 e sono fortemente sovrastimati rispetto a quelli

forniti dall'ISTAT in periodi vicini.

Oltre alle due fonti principali citate, ai fini del lavoro di studio, sono state consultate anche altre

fonti, spesso discordanti tra loro, come quelle della Società Litorale spa, delle Aziende di

Promozione Turistica Provinciale (sciolte nel 2013), nonché quelle dell'Agenzia Regionale del

turismo.

Pertanto, il parziale aggiornamento dei dati ISTAT e la frammentazione delle fonti di rilevazione

(alcune impostate su base statistica, altre su base campionaria) rappresentano una criticità

nell'analisi del sistema turistico regionale che incide sulla possibilità di formulare adeguate

indicazioni a supporto delle strategie di promozione turistica e di valorizzazione del territorio.

Un'ultima notazione riguarda il contesto territoriale considerato in questa parte dell'analisi: in

considerazione della collocazione di Anzio nel territorio romano – all'interno del quale l'attrattività

della Capitale fa ovviamente da padrona – non è sembrato opportuno proseguire i confronti con le

aree vaste fin qui utilizzate, ma piuttosto accostare i dati del nostro comune con quelli di altre realtà

analoghe, che possono essere a vario titolo considerate come competitors.

ARRIVI, PRESENZE E PERMANENZA MEDIA

Anzio

21 I dati ISTAT sulla domanda turistica a livello comunale (arrivi, presenze e permanenza media) sono disponibili per

tutta l'Italia a partire dal 2008.

Riguardo i comuni della Provincia di Roma si evidenzia che i dati sono stati replicati dal 2010 al 2013 in base

all'analisi dei dati dell'ultimo anno disponibile ovvero il 2009. Per l'anno 2014 i dati turistici dei Comuni di Anzio e

di Fiumicino risultano ancora replicati con il dato dell'anno 2009.

Per il Comune di Roma i dati sono stati sempre replicati a partire già dal 2008, in base a dati stimati nel 2007, e

secondo i criteri di seguito riportati, che sottolineano gravi problemi di mancata collaborazione per la raccolta dei

dati da parte del Comune di Roma: la rilevazione dei dati è stata ripresa nell’anno 2004, limitatamente alle sole

strutture alberghiere e, comunque, con modalità che non assicurano la completezza dei dati; la mancanza di

informazioni, relative ad una parte delle strutture alberghiere e di tutti gli esercizi complementari, ha comportato

l’utilizzo di metodi di stima differenziati delle mancate risposte; per gli esercizi complementari, proseguendo la

prassi introdotta nel 2003, sono stati utilizzati i tassi di variazione annua delle circoscrizioni turistiche affini per

numerosità di posti letto e tipologia di località turistica (città d’arte); per gli esercizi alberghieri, la stima è stata

effettuata sulla base delle informazioni del 2007 relative ad un sottoinsieme di esercizi.

Analoghi problemi di rilevazione si segnalano nel resto delle Province del Lazio.

22 Si sottolinea che si tratta di una raccolta dati basata su metodo campionario e non statistico.

35

Facendo riferimento ai dati ISTAT del 2014 (tabella n. 11), risulta che ad Anzio gli arrivi totali23,

negli esercizi alberghieri ed extralberghieri, sono stati pari a 22.951 unità, costituiti per lo più daitaliani (12.971 unità; 55,73%), e da una restante parte (10.160; 44,26%) di stranieri (tabella n. 11

ter).

Le presenze turistiche24, negli esercizi alberghieri ed extralberghieri, del 2014 (tabella n. 11) sono

state pari a 168.211 unità, la maggior parte delle quali, anche in questo caso, rappresentata da

italiani (66,90%), la restante parte da stranieri (33,09%).

La permanenza media nelle strutture ricettive (tabella n. 11) ad Anzio è di 7,33 giorni.

Si fa presente che, come già osservato, tali dati sono stati replicati sulla base dell'ultimo dato

disponibile (2009).

Riferendoci invece ai dati EBTL del 2007 (tabella n. 11 bis), risulta che gli arrivi sono pari a 48.560

unità e le presenze a 288.666 unità, con un incremento tra il 2005 ed il 2007 rispettivamente del

40,20%, e del 52,40%.

Dalla lettura comparata della tabelle n. 11 (relativa ai dati ISTAT) e della tabella n. 11 bis (relativa

ai dati EBTL) si evince la forte differenza fra i dati in esse contenute: la tabella EBTL è stata

comunque presentata per evidenziare l'incremento degli arrivi e delle presenze nel tempo, elemento

purtroppo non evidenziabile dai dati ISTAT.

Secondo i dati di EBTL (tab. n. 11 bis) si rileva inoltre nel 2007 una permanenza media ad Anzio

di 5,9 giorni.

Il confronto di Anzio con i tre comuni litoranei

Confrontando Anzio, sulla base dei dati ISTAT, con i tre comuni posti sul litorale della Provincia diRoma (tabella n. 11) – Ladispoli a nord, Fiumicino al centro e Nettuno a sud, che rivestono

caratteristiche similari dal punto di vista, demografico, socio-economico e soprattutto turistico – si

evidenzia una domanda turistica nel 2014 più che positiva: Anzio infatti si classifica in seconda

posizione, sia in termini di arrivi che di presenze, subito dopo Fiumicino (185.787 gli arrivi e

514.752 le presenze). Occorre però sottolineare che Fiumicino, registra un movimento di turisti così

elevato, in quanto sede dell'Aeroporto Internazionale di Roma, indipendentemente dal turismo

balneare ivi presente, indotto dalle spiagge molto frequentate di Fregene, Maccarese e Focene. Al

terzo posto sia in termini di arrivi che di presenze si classifica Nettuno (14.345 arrivi e 51.384

presenze) e poi Ladispoli (11.427 gli arrivi e 33.487 le presenze).

Si fa inoltre presente che anche i dati di Fiumicino come quelli di Anzio sono stati replicati sulla

base del 2009, soltanto Ladispoli e Nettuno sono stati effettivamente rilevati nel 2014.

Per quando riguarda la permanenza media, Anzio invece si classifica in prima posizione con 7,33

giorni per turista, seguono Nettuno con 3,58 giorni, Ladispoli con 2,93 giorni e Fiumicino con 2,77

giorni, a dimostrazione del fatto che Anzio viene scelto come luogo di vacanza balneare in cui

soffermarsi almeno una settimana.

23 Secondo l'ISTAT, si intendono per “arrivi” il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi

(alberghieri e complementari) nel periodo considerato.

24 Secondo l'ISTAT, si intendono per “presenze” il numero totale delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi.

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Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Ladispoli 11.427 33.487 2,93 Ladispoli 22.299 7,50 62.536 11,90 2,80

Fiumicino 185.787 514.752 2,77 Fiumicino 346.999 67,60 816.775 95,90 2,35

Anzio 22.951 168.211 7,33 Anzio 48.560 40,20 288.666 52,40 5,94

Nettuno 14.345 51.384 3,58 Nettuno 28.926 97,90 120.645 148,70 4,17

Tab. n. 11_Arrivi, presenze e permanenza media di

Anzio a confronto con altri comuni (ISTAT 2014)

Tab. n. 11 bis_Arrivi, presenze e permanenza media di Anzio a confronto

con altri comuni (EBTL 2007)

Permanenza

media

Var. %

2005-07

Var. %

2005-07

Permanenza

media

Analogo confronto di Anzio con i tre comuni di riferimento, sulla base dei dati EBTL del 2007(tabella n. 11 bis), giunge a risultati similari: le graduatorie degli arrivi, delle presenze e dellapermanenza media sono confermate, ma i numeri in campo sono quasi raddoppiati.

Anzio, sulla base dei dati ISTAT, attrae il 2,60% degli arrivi ed il 7,23% delle presenze rispetto atutto il territorio dell'hinterland, classificandosi in seconda posizione in termini di attrattivitàturistica subito dopo Fiumicino, che attrae il 21,05% delle presenze ed il 22,11% degli arrivi,seguono Nettuno (1,63% gli arrivi e 2,21% le presenze) e Ladispoli (1,29% gli arrivi e 1,44% lepresenze). In termini di permanenza media, anche in questo caso, Anzio si classifica al primo posto.Nel complesso i quattro comuni oggetto di confronto attraggono circa il 30% del flusso turistico ditutto l'hinterland che è composto da 119 comuni. É importante inoltre sottolineare che entrambe le fonti di riferimento registrano nell'hinterland unflusso maggiore di turisti italiani (anche i quattro comuni messi a confronto rispettano tale trend),mentre a Roma sono più numerosi i turisti stranieri: l'hinterland si caratterizza in misura maggioreper offrire un tipo di soggiorno climatico e naturalistico, mentre Roma per un soggiorno di tipoculturale.

Analisi dell'offerta ricettiva alberghiera ed extra-alberghiera

ANZIO

L'offerta turistica di Anzio è caratterizzata, secondo i dati ISTAT del 2014 (tabella n. 12), da 21esercizi alberghieri e da 25 esercizi extralberghieri, con una disponibilità totale di 9.592 posti letto:si tratta di una dotazione turistica sicuramente sottodimensionata, sia in termini di quantità che intermini di qualità rispetto alla domanda turistica registrata nelle statistiche ufficiali e all'importanzache la città riveste dal punto di vista turistico. Non dimentichiamo, a tale riguardo, che Anzio è statoun polo turistico attrattore molto importante anche grazie alla presenza dei suoi lussuosi e rinomatialberghi ora caduti in disuso.

Gli esercizi alberghieri sono costituiti principalmente da esercizi a 3 stelle (12) e a 2 stelle (7), larestante parte è costituita da un esercizio a 4 stelle ed da un altro esercizio a 1 stella (tabella n. 13).

La ricettività extra-alberghiera comprende quasi il 90% dei posti letto disponibili: una voceimportante è rappresentata dai campeggi e villaggi turistici che offrono ben il 97% dei posti lettonelle strutture complementari, la restante parte (3%) è caratterizzata dai bed and brekfast (tab. n. 13bis).

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IL CONFRONTO CON I TRE COMUNI

Il confronto, con i tre comuni posti a riferimento nella ricerca (Ladispoli, Fiumicino e Nettuno) in

termini di dotazione alberghiera ed extralberghiera (tabella n. 12), posiziona Anzio al secondo posto

per numero di esercizi (21 esercizi alberghieri e 25 esercizi extra-alberghieri) subito dopo

Fiumicino ed al primo posto per numero di posti letto (9.592 posti letto), concentrati soprattutto

nella voce campeggi e villaggi turistici.

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4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

N L N L N L N L N L N L N L

Ladispoli 1 44 1 34 2 253 1 28 1 17 0 0 6 376

Fiumicino 0 0 8 2.578 13 669 8 155 3 56 3 91 35 3.549

Anzio 0 0 1 161 12 710 7 255 1 55 0 0 21 1.181

Nettuno 0 0 1 100 5 227 2 61 0 0 0 0 8 388

Tab. n. 13_Ricettività alberghiera dei comuni (2014)

5 stelle e 5

stelle lusso

residenze

turistico-

alberghiere

Esercizi alberghieri Esercizi complementari Esercizi totali

2011 2014 2011 2014 2011 2014

Ladispoli 6 6 0,00 15 12 -20,00 21 18 -14,29

Fiumicino 32 35 9,38 90 96 6,67 122 131 7,38

Anzio 20 21 5,00 24 25 4,17 44 46 4,55

Nettuno 7 8 14,29 13 9 -30,77 20 17 -15,00

Letti alberghieri Letti complementari Letti totali

2011 2014 2011 2014 2011 2014

Ladispoli 376 376 0,00 843 1.525 80,90 1.219 1.901 55,95

Fiumicino 3.471 3.549 2,25 1.196 1.241 3,76 4.667 4.790 2,64

Anzio 1.155 1.181 2,25 7.470 8.411 12,60 8.625 9.592 11,21

Nettuno 388 388 0,00 1.938 1.923 -0,77 2.326 2.311 -0,64

Tab. n. 12 _Offerta turistica dei comuni (2011-14)

Var. %

2011-14

Var. %

2011-14

Var. %

2011-14

Var. %

2011-14

Var. %

2011-14

Var. %

2011-14

Tabella n. 13 bis_Ricettività extra-alberghiera dei comuni (2014)

Agriturismi Totale

N L N L N L N L N L N L N L N L N L

Ladispoli 3 1.450 2 49 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 26 12 1.525

Fiumicino 1 600 23 212 3 65 0 0 1 54 0 0 0 0 68 310 96 1.241

Anzio 3 8.200 5 119 1 16 0 0 0 0 0 0 0 0 16 76 25 8.411

Nettuno 2 1.880 3 20 1 8 0 0 0 0 0 0 0 0 3 15 9 1.923

Campeggi e

vi l laggi

turistici

Al loggi in

affitto

Ostell i per

la gioventù

Case per

ferie

Rifugi di

montagna

Altri esercizi

ricettivi

Bed and

brekfast

Gli alberghi di Anzio sono principalmente a tre stelle e a due stelle, mentre a Fiumicino sono

presenti ben 8 alberghi a quattro stelle e a Ladispoli addirittura è presente un albergo a cinque stelle.

Anche la variazione registrata ad Anzio negli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri (+5,00% e

+4,17%), nel periodo 2011-2014, classifica Anzio in seconda posizione subito dopo Fiumicino

(+9,38% e +6,67%) (tabella n. 12).

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