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Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Facoltà di Architettura Corso di Composizione Architettonica I a.a. 2010/11 Prof. Arch. Rita Simone

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Università degli Studi Mediterranea di Reggio CalabriaFacoltà di Architettura

Corso di Composizione Architettonica I a.a. 2010/11

Prof. Arch. Rita Simone

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Louis I. Kahn

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architettura _ biblioteca _ casa _ circostanze _ città _ espressione _essenza _ forma e design _ inizi _ ispirazione _ istituzione _ luce _materiali _ misurabile e immisurabile _ muro _ ombra _ opera d’arte _ordine e regola _ patto umano _ presenza _ progetto _ programma _ruderi e silenzio _ spazio _ stanza _ strada _ struttura _ tradizione

Louis I. Kahn ……pensieri e parole

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ArchitetturaMartin Heidegger e il tempio greco

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" (...) Un edificio, un tempio greco non ritrae nulla.Sussiste semplicemente là nel mezzo del baratro roccioso.L'edificio occulta il simulacro del dio, ed in questo nascondimento lo disvela esponendolo nel recintosacro attraverso il porticato aperto. Il dio è presente nel tempio per mezzo del tempio.Il solido sorgere del tempio rende visibile lo spazio invisibile dell'aria (...).Il tempio, nel suo sussistere, per la prima volta dà alle cose la loro presenza e agli uomini il loroautopresentificarsi"

(M. Heidegger, Der Ursprung des Kuntstwerkes, Stuttgart 1960, pp. 41 e sgg., da” Louis I. Kahn, idea e immagine”, Offic ina ed.,Roma 1980)

L’acropoli di Atene, 1951

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Bibliotecal’acropoli, lo scrittore, l’uomo, il libro e la luce

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“Uno studente tedesco (…)disse che credeva che il cuore dell’università fosse la biblioteca,ma una specifica biblioteca.Disse che era la biblioteca centrale.Disse che la biblioteca dell’universitàsomiglia all’Acropoli.E’ l’offerta della mente.Ed egli riteneva chequando si entra nella biblioteca e si vedono i libri,li si considera come un’offerta della mente.Un uomo mosso non dal profitto,ma solo da un senso di offerta,scrive un libro sperando che sia pubblicato.Fa questo sforzospinto dalla sensazione di possedere qualcosa,sia esso sprofondato nel silenzio,sia esso già sulla soglia dell’ispirazione.Deve scriverlo e, vuoi che prenda di qua o di là, in qualche modo dà una motivazioneal suo scrivere.Ed egli attinge da un’altra stupenda fonte, e cioè dall’esperienzao dall’odissea di una vitache si svolge attraverso le circostanze del vivere,e ciò che contanon sono le date e gli accadimenti:in qualche modo egli ha scoperto l’uomo attraverso il contingente”. (1)

L. I. Kahn, Exeter Library, 196//72

E. L. Boulléè, Progetto per una biblioteca

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"Un uomo con un libro va verso la luce.Così comincia la biblioteca.

L’uomo non dovrà spostarsi di due metriper raggiungere una lampadina.

Il posto lettura è la nicchia,che può essere il principio dell’ordine spaziale

della sua struttura.In una biblioteca la colonna comincia sempre in

luce.Senza essere nominato,

lo spazio creato dalla struttura della colonnasuggerisce il suo uso come posto lettura.

Un uomo che legge in un seminariocercherà la luce ma la luce resta un fatto

secondario.La sala di lettura è impersonale.

E’ l’incontro in silenzio tra lettori e libri.Lo spazio grande, gli spazi piccoli,

gli spazi non nominati e gli spazi di servizio.Il modo in cui sono conformati rispetto alla luce

è un problema di tutti gli edifici.L’edificio in questione parte da un uomo

che vuole leggere un libro.

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Devozione.Rituale.E’ la cappella.La cappella di una università.Il rituale è ispirato.La devozione è personale.Ispirato da un grande maestro,il fortunato giovane,passandogetta uno sguardo alla cappella.Egli sente la devozione ed esegue il suo rituale.Egli vi è stato,anche se non ne ha mai aperto la porta.Là si accentra il richiamo e si ispira il propriorituale.Là si onora un uomo.La devozione è la sua essenza”. (2)

(1. L. I. Kahn, in “Conferenza all’ETH di Zurigo”, 1969)

(2. L. I. Kahn, in “Perspecta”, 4, 1975, pp. 2/3)

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Casala forma e il progetto

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"La casa” è l’astratta definizionedi spazi buoni per viverci.

La casa è la forma,nella mente dovrebbe risiedere

senza un aspetto preciso,senza dimensioni.

“Una casa” è l’interpretazionecondizionata di questi spazi.

Questo è il progetto.A mio avviso

la grandezza di un architetto dipendepiù dalla sua capacità di capire cos’è “la casa”,

che dal suo progetto di “una casa”,che è un atto contingente.

“La propria casa” indica la casa e chi vi abita.Diventa diversa per ciascuno dei suo abitanti.

Il cliente per cui si progetta una casadichiara che superfici gli occorrono.

L’architetto trasforma in spazi le superfici richieste.Si potrebbe affermare che una casa simile,

creata per una particolare famiglia,deve possedere le qualità di essere buona

anche per un’altra famiglia.Il progetto, così, riflette la sua fedeltà alla Forma”.

(L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960)

Morris House, 1959

Esherick House, 1965

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Circostanzel’artista e la scoperta dell’uomo

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“Ruolo della progettazione è adattarsi alle circostanze, (1), ma l’artista lo sente quando creaqualcosa. Egli sa di creare la sua opera nel presente, ma sa anche che essa possiede un valoreeterno.Non accetta le circostanze così come accadono.Estrae dalla circostanze qualsiasi cosa gli serva per scoprire l’uomo”. (2)

(1. L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960 - 2. L. I. Kahn, in “Conferenza all’ETH di Zurigo”, 1969)

Sinagoga Mikveh, 1961/70 - L’ interno del Santuario

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Cittàle istituzioni, il maestro e il capo

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“La città è il luogo di assembramentodelle istituzioni,e la misura in base al caratteredelle sue istituzioni.Da semplice insediamento,è diventata il luogo di istituzioniraggruppate insieme.L’insediamento fu la prima istituzione.Gli uomini di talento trovaronola loro collocazione.L’uomo più intelligentedivenne il maestro.L’uomo più forte divenne il capo”.

(L. I. Kahn, in “A + U”, 1, 1973)

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Espressioneil linguaggio e l’arte

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“Lo scopo della vita è esprimere, (1),e l’arte è l’unico linguaggio dell’uomo,

poiché cerca di comunicare l’ “umano”. (2)Il linguaggio dell’uomo è l’arte.

Deriva dal bisogno,dal desiderio di essere, di esprimere,

e dall’evidente promessa del materiale a farlo.I mezzi, comunque, ci sono.

Il Santuario dell’arte, l’ambiente dell’espressivitàumana,

ha uno sbocco, per così dire.E’ mia convinzione che noi viviamo

allo scopo di esprimerci.Tutta la motivazione della presenza è l’espressione.

E ciò che la natura ci fornisceè lo strumento dell’espressione,

cioè l’uomo stesso;il che equivale a fornire lo strumento

sul quale si può suonare la canzone dell’anima. (3)

Io sto cercando espressioni nuoveper istituzioni antiche. (4)

(1.4. da Louis I. Kahn, idea e immagine, Offic ina ed., Roma 1980)(2. Da Louis I. Kahn, Zanichelli Ed., Bologna 1989, p. 13)

(3. L. I. Kahn, in “Conferenza all’ETH di Zurigo”, 1969)

Capital Complex Dacca 1962/74

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Essenzala scuola, la biblioteca, la chiesa e l’Angola

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“La scuola o un particolare progettoè quanto l’istituzione si aspetta da noi.Ma "la scuola", la scuola dello spirito,

l'essenza della volontà di essere,è ciò che l'architetto dovrebbe esprimere

nel suo progetto (...).Così l'architetto si distinguedal semplice progettista”. (1)

E così, allora,“la grandezza di un architetto dipende più

dalla sua capacità di capire cos'è "la casa", che dal suo progetto di "una casa",

che è, invece, un atto contingente”. (2)

Così sarà per "la scuola",“cominciata con un uomo sotto un albero,

che non sapeva di essere un maestro,e che esponeva ciò che aveva compreso

ad alcuni altriche non sapevano di essere degli studenti". (3)

Così per la "biblioteca”generata da

”un uomo con un libro che va verso la luce, (…)un uomo che vuole leggere un libro".

Luogo in cui “si accentra il richiamo e ispira il proprio rituale,

(…),si onora un uomo”

e all’interno del quale“la devozione è l’essenza”. (4)

Exeter Library, 1967/72

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Così per la "chiesa” dove”il pastore” parla

“agli uomini raccolti intorno a lui” e dove

“la concezione formale dell'attività unitarianaè legata al concetto di Domanda.

La Domanda eternadel perché di ogni cosa". (5)

E così, infine,”in Africa”,

dove,“il bagliore è massacrante

e tutti distolgono lo sguardodalla luce del sole (...),

indispensabile,ma (...) anche un nemico (...),

i progetti del muro antistante la finestra (...),spiegheranno all'uomo della strada

il modo di vivere dell'Angola". (6)

(1.2.3.5.6. L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960)(4. L. I. Kahn, in “Perspecta”, 4, 1975, pp. 2/3)

First Unitarian Church, 1959/67

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Forma e designla mente, il come e il cosa

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”Per me la Formaè la realizzazione di una natura,composta di elementi inseparabili.La Forma non ha presenza.Esiste nella mente. (1)

“La casa” è la forma,nella mentedovrebbe risiedere senza un aspetto preciso,senza dimensioni. (2)

Se uno dei suoi elementi venisse sottratto,la forma dovrebbe mutare. (3)

La Forma non ha niente a che farecon le condizioni contingenti.In architettura,significa un’armonia di spaziadatta a una certa attività dell’uomo. (4)

La Forma viene prima della Progettazione.Ne guida l’andamento,perché regge i collegamentifra gli elementi del progetto. (5)

I progetti traggono le immaginj dall’ “ordine”e “la foma ispira il progettare”. (6)

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”Nello stesso spirito vorrei parlare di una Unitarian Church.Il primo giorno ho parlato di fronte ad una congregazione

usando una lavagna.Avendo sentito il pastore parlareagli uomini raccolti intorno a lui,

avevo capito chela concezione formale dell'attività unitariana

era legata al concetto di Domanda.La Domanda eterna del perchè di ogni cosa.

Dovevo giungere a capire quale volontà di esseree quale ordine spaziale

fossero espressione della Domanda.Disegnai sulla lavagna uno schema,

che mi pareva servisse a delineare la Forma della Chiesa,ma che, naturalmente,

non era inteso come una proposta di progetto.Disegnai un centro quadrato,

in cui posi un punto interrogativo.Diciamo che con quello volevo indicare il santuario.

Lo circondai con un deambulatoriodestinato a chi non volesse entrare nel santuario.

Attorno al deambulatorio,ho disegnato un corridoio

che costituisce un cerchio esterno,racchiudendo uno spazio: la scuola.

Era chiaro che la Scuola - il luogo da cui partono le Domande -

diventava il muro che circonda la Domanda.Era l'espressione della chiesa, non il progetto".

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“In seguito, la mia prima soluzione progettuale consisteva in un quadrato perfettamente simmetrico.Alla periferia, la costruzione era destinata alle aule scolastiche; gli angoli erano contrassegnati di localispaziosi.Lo spazio centrale del quadrato conteneva il santuario e il deambulatorio.Il progetto presentava strette somiglianze con lo schema disegnato alla lavagna e tutti ne furono soddisfatti,finchè i particolari interessi di ciascun membro del comitato cominciarono a scalfire la rigida geometria.Ma l’assunto originale della Scuola attorno al Santuario rimase in piedi”. (7)

First Unitarian Church, 1959/67

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“La Progettazione attribuisce agli elementiuna conformazione,li estrae dalla loro esistenza mentale,dando loro una presenza tangibile. (…)La Forma non si risolve nella presenza, perché la sua esistenzaappartiene alla natura psicologica. (8)

La Forma di una scuolapotrebbe avere qualcosa a che vederecon la conversazione tra le varie stanze - che è la loro natura -e con la maniera in cuiesse si completano a vicendae arricchiscono l’ambiente circostante,comunicando l’impressionedi un “buon posto per imparare”. (9)

Una volta compresoche cosa caratterizza la sferadi spazi ideali per la scuola,allora un Istituto di istruzione stimolerànell’architettola consapevolezza di che cosa la scuola vuole essere,vale a dire la consapevolezzadi che,cosa sia la “forma” scuola. (10)

Dominican Sisters Convent, 1965/68 - Site plan studies: “the text on the validity of Form”

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“La forma non è la conformazione visiva.La conformazione è una questione di disegno,

mentre la forma èla comprensione di componenti inseparabili.

Il disegno pone in essere quanto la comprensione - la Forma - suggerisce.

Si potrebbe anche dire che la Formasi rivela come la natura di qualche cosa

e che il disegno, a un certo punto,

si sforza di ricorrere alle leggi della naturaper porla in essere,

facendo entrale in azione la luce. (11)Il “design” concerne “il come”,

piuttosto che “il cosa”.Ma il “come fare” è assai meno importante,

del “cosa fare” (12)La Forma può essere intesa

come la natura della cosae il design si sforza di raggiungere quel momento preciso

in cui le leggi della naturasono impiegate a trasmettere l’essere,

permettendo alla luce di intervenire.(13)

Ogni composizione interpreta la forma individualmente. (14)La Forma, una volta tradotta in realtà

non appartiene più a colui che l’ha realizzata.La Forma è come l’Ordine”. (15)

(1.3.5.8.14.15. In “L’architecture d’aujourd’hui”, 142, 1969)(2.4.7.10. L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960)

(6.12.13.da Louis I. Kahn, idea e immagine, Offic ina ed., Roma 1980(9.11.in “Design Conference di Aspen, 1973)

Capital Complex Dacca 1962/74 - ricerca della Forma

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Inizimeraviglia e proseguimento

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“Amo gli inizi, (…).sono sempre alla ricercadi una fonte d’inizio (…)

essi mi riempiono di meraviglia. (1)

La poesia (…) sta nell’inizio, nella prima idea,

nella prima percezione dei mezzi espressivi (2)

ed è bene che la mente ritorni all’inizio:perché,

per qualsiasi attività umana costituita,l’inizio è il momento più meraviglioso.Poiché in esso sta tutto il suo spirito,

tutte le sue potenzialità,da cui dobbiamo costantemente

trarre ispirazioneper le necessità attuali. (3)

Io credo che sia l’inizioa garantire il proseguimento.

Se questo non si verificaniente potrebbe o vorrebbe esistere”. (4)

(1.4.in “Design Conference di Aspen, 1973)(2. L. I. Kahn, in “A + U”, 1, 1973)

(3. L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960)Studi per la Goldenberg House, 1959

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Ispirazionela luce, il silenzio e la soglia

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“ Per spiegare l’ispirazionemi piace credere cheessa sia il momento della possibilità,quando quello che occorre fareincontra i mezzi per essere fatto. (1)

Ho cominciato con tracciare uno schema,chiamando il desiderio essere-esprimere“silenzio”;l’altro la “luce”.E il movimento dal silenzio alla luce,dalla luce al silenzio,ha molte soglie: tante, tante soglie;e ogni soglia è effettivamente un’individualità.Ciascuno di noi possiede una soglia,questo punto d’incontro,è il livello (o momento magico)delle ispirazioni. (2)

Dalla luce al silenzio,dal silenzio alla luce,deve esserci una soglia,e quando lo capisci lo senti,allora ecco l’ ISPIRAZIONE. (3)

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L’ispirazione è la percezione dell’iniziosulla soglia dove si incontrano il Silenzio e laLuce:il Silenzio col suo desiderio di essere,e la Luce che suscita tutte le presenze. (4)

L’ispirazione deve già essere la promessadi saper esprimere ciò che è soloun desiderio di espressione,poiché l’evidenza della creazione materiale dellaluceproduce già un senso di ispirazione. (5)

L’ispirazione è là dove il desiderio essere-esprimere incontra il possibile.E’ la creazione delle presenza. (6)

(1. L. I. Kahn, in “A + U”, 1, 1973)(2.6. in “Design Conference di Aspen, 1973)(4. in “L’architecture d’aujourd’hui”, 142, 1969)(3.5. L. I. Kahn, in “Conferenza all ’ETH di Zurigo”, 1969)

Capital Complex Dacca 1962/74

Salk Institute 1959/66

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Istituzionel’uomo, le origini e le ispirazioni

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“Tutto quello che un architetto fa, risponde prima di tuttoad un’istituzione dell’uomoe poi diventa un edificio. (1)Si parla delle istituzioni dell’uomo.Non mi riferisco alle istituzioninella loro costituzione.Voglio dire, piuttosto,che le istituzioni rappresentanoil desiderio insopprimibiledi essere riconosciute,che l’uomo non può procederein una società di altri uominisenza condividere certe ispirazioni,e che occorre un luogoper il loro esercizio. (2)

Quando si parla di istituzioni nuove,mi sento in dovere di esaminare quelle giàesistenti.Tutte le istituzioni corrispondonoalle aspirazioni degli uomini che le hannopensate.

Soot, Benvenuti

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La roccia continua la roccia,l’uomo perpetua l’uomo.

Nella nostra animac’è la coscienza della nostra esistenza:

può essere ugualmente che la rosapossieda qualcosa di simile ad un senso della vita

e penso che ogni essere viventesia dotato di questo senso.

Ci scopriamo un interesse inalterabile per le nostre origini

e ci crediamo talvolta capacidi rifare il mondo semplicemente

a contemplare un filo d’erba. (3)

Tutte le istituzioni al servizio dell’uomo,sia in medicina che in chimica,

meccanica o architettura,sono legate al bisogno di scoprire

quali sono le cause della sua esistenza,e quali i mezzi per conservarla. (4)

Oggi queste istituzioni sono in discussione.Io credo che ciò accade perché

hanno perso le ispirazioniche avevano motivato i loro inizi. (5)

L’istituzione morirà quando le sue ispirazioninon saranno più sentite

e si troverà a operare per pura consuetudine. (6)

(1. da Louis I. Kahn, idea e immagine, Offic ina ed., Roma 1980)(2.. L. I. Kahn, in “Conferenza all ’ETH di Zurigo”, 1969)

(3.4. da Louis I. Kahn, Zanichelli Ed., Bologna 1989, p. 88 e p. 30)(5.6. L. I. Kahn, in “A + U”, 1, 1973)

Capital Complex Dacca 1962/74 - sala del parlamento

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Lucela materia, due fratelli, il Pantheon, l’Africa e il Texas

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"Tutta la materia è luce. (…)E’ la luce (1)

Creatrice di tutte le Presenze (2)

che quando termina di essere luce,diventa materia.Nel silenzio c'è tensione versol'espressione,nella luce tensione verso l'opera: i due aspetti dello spirito,uno non luminoso, l'altro luminoso. (3)Nella mia personale ricerca degli inizi,un pensiero mi si presentavaricorrentemente, in quanto mi accorgevoche la materia è luce consumata.

Capital Complex Dacca 1962/74

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L’emergere della luce mi è apparsoparagonabile all’apparire di due fratelli,pur sapendo benissimo chenon esistono due fratelli e nemmeno Uno.Ma ho visto cheuno è la personificazione del desiderioessere-esprimere,ed uno equivale ad essere-essere.Il secondo è non-luminoso, mentre l’Uno(prevalente) è luminoso,e questa sorgente luminosa prevalentepuò essere immaginatacome una fiamma selvaggiamentedanzante,che man mano si placa e si consuma nellamateria.(4)L’eternità è due fratelli:l’uno spinge all’espressione, l’altro allarealizzazione;l’uno luce attenuata, l'altro luce viva. (5)

Il luminoso volge verso la luce,e questa verso la fiamma,e la fiamma si deteriora in materiae la materia diviene mezzo, risorsa,evidenza.La luce è la vita della materia.Le montagne, i fiumi, l’atmostera sono luceconsumata.(6)

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Nessuno spazio, architettonicamente, è uno spazio se non riceve luce naturale.La luce naturale assume varie modulazioni secondo l’ora del giorno e stagione dell’anno. (8)

La luce artificiale è un limitato, statico momento di luce: è la luce della notte che non potrà maieguagliare le sfumature di tono create dall’ora del giorno e dai prodigi delle stagioni.(9)

In architettura una stanza, uno spazio, ha bisogno di quella luce che dà la vita e dalla quale siamogenerati. (10) Anche uno spazio che s’intende resti oscuro dovrebbe avere appena un po’ di luceproveniente da qualche misteriosa apertura, per dirci quanto oscuro sia in realtà. (11) Così la luceargentea e la luce dorata e la luce verde e la luce gialla sono qualità di una scala o regola variabile.Questa qualità deve ispirare la musica. (12)

Theatre of Performing Arts, 1964/67

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Notevole è la sensibilità del Pantheon.Questo ambiente non-direzionalededicato a tutte le religioni,riceve la luce unicamente dall'occhio sovrastante,collocato in modo da infondere nell'ambienteun ispirato rituale senza preferenze. (13)

Illuminare non significa solo fare un buco nel muro,o disporre accortamente una trave qui e làper reggere la copertura. (14)La pianta di un edificio dovrebbe leggersicome un'armonia di spazi nella luce. (15)

Pantheon, Roma

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Exeter Library, 196//72

Center of Modern Arte of Yale, 1969/77

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“Sto progettando un edificio in Africa, molto vicino all'Equatore.Il bagliore è massacrante; tutti distolgono lo sguardo dalla luce del sole.La luce è una cosa indispensabile, ma è anche un nemico (...)Sono giunto a comprendere che ogni finestra dovrebbe avere di fronte un muro isolato. Questomuro, esposto alla luce del giorno, presenterebbe una generosa apertura verso il cielo. Il baglioreviene modificato dal muro illuminato, senza che la vista sia impedita. A questo modo si evitaquell’effetto abbagliante frammentato, prodotto da finestre schermate da griglie”. (16)

Luanda Consulate, 1959/61

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"Sto progettando un museo d'arte nel Texas.Qui ho avvertito che la luce

negli ambienti costruiti in cementoavrebbe acquistato la luminosità dell'argento.So che i locali destinati a pitture e ad oggetti

tendenti a sbiadireandrebbero illuminati con la massima modestia,

solo con la luce naturale.Lo schema della copertura del museo

è costituito da una successione di volte cicloidali,ogni volta copre una sala

con un’unica campata, (…),e, verso il cielo è tagliata da una stretta fessura:un vetro è disposto in modo da riflettere la luce

diffondendola lungo i lati della volta.Questa luce conferirà all'ambiente

uno splendore argenteo,senza battere direttamente sugli oggetti,

e tuttavia sarà sufficientea dare la rassicurante sensazionedi conoscere l'ora del giorno”. (17)

(1.3.5.6. da Louis I. Kahn, Zanichelli Ed., Bologna 1989, p. 13)(2.. L. I. Kahn, in “Conferenza all ’ETH di Zurigo”, 1969)

(4. in “Design Conference di Aspen, 1973)(7.13. L. I. Kahn, in “A + U”, 1, 1973)

(8.10.12.14.17. in “L’architecture d’aujourd’hui”, 142, 1969)(15.16. L. I. Kahn, in The Voice of America, 1960)

Kimbell Museum,, 1967/72

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Kimbell Museum,, 1967/72