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«Malgradol'intitolazione,laqualelascerebbe supporreuncontenutoben più ristretto,que- sti Lineamenti racchiudonotutta l'etica dello Hegel ; essiledanno,anzi,unatalericchezza di svolgimentiparticolari,quale - fattaecce- zioneper Ia Logica - nonebbemainessuna partedelsistema» . Dalla Prefazione di FrancescoMessineo UNIVERSALE LÄTERZA Ut Inmancanzaditestimonianzeprecise, si può congetturareche Hegel abbialavorato alla Filosofiadeldirittoin occasionedeiduecorsi sull'argomentotenutiaBerlinonel 1818 enel 1819 . IIlibro,verosimilmentecompostotra i 1819 elaprimametàdel1820,uscìperí tipidel Nicolai, con il duplicefrontespizio di NaîLyrrecht undStaatswissenschaft ím Grund- risse (assuntopoicomesottotitolo) edi GrundHnien derPhilosophie des Rechts . lire7000ti .i .1 r- o, o ú Lineamentidi filosofia del diritto G .W .F. Hegel

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« Malgrado l'intitolazione, la quale lascerebbesupporre un contenuto ben più ristretto, que-sti Lineamenti racchiudono tutta l'etica delloHegel ; essi le danno, anzi, una tale ricchezzadi svolgimenti particolari, quale - fatta ecce-zione per Ia Logica - non ebbe mai nessunaparte del sistema » .

Dalla Prefazione di Francesco Messineo

UNIVERSALELÄTERZA UtIn mancanza di testimonianze precise, si puòcongetturare che Hegel abbia lavorato allaFilosofia del diritto in occasione dei due corsisull'argomento tenuti a Berlino nel 1818 e nel1819 . II libro, verosimilmente composto trai 1819 e la prima metà del 1820, uscì per ítipi del Nicolai, con il duplice frontespizio diNaîLyrrecht und Staatswissenschaft ím Grund-risse (assunto poi come sottotitolo) e diGrundHnien der Philosophie des Rechts .

lire 7000 ti .i .1

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úLineamenti di filosofiadel dirittoG. W. F. Hegel

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Traduzione diFrancesco Messineo

Nei « Classici della filosofia moderna »prima edizione

1913quarta edizione 1971

Nella « Biblioteca Filosofica Laterta »prima edizione

1974Nella « Universale Laterta »

prima edizione

1978seconda edizione 1979

Proprietà letteraria riservata( ;I1s . Laterta & Figli Spa, Roma-Bari

Georg W. F . Hegel

LINEAMENTIDI FILOSOFIA DEL DIRITTOCON LE AGGIUNTE COMPILATE

DA EDUARD GANS

Editori Laterza 1979

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PREFAZIONE

L'occasione immediata della pubblicazione di questocompendio è il bisogno di dar in mano ai miei uditoriuna traccia . delle lezioni che, in adempimento del mioufficio', tengo intorno alla filosofia del diritto . Questotrattato è uno sviluppo ulteriore e, in particolare, piùsistematico dei medesimi concetti fondamentali che, suquesta parte della filosofa, sono già contenuti nell'Enci-clopedia delle scienze filosofiche 2 (Heidelberg, 1817), giàda me destinata alle mie lezioni .

Ma il fatto che questo compendio dové uscire per1e stampe, e che così viene anche a contatto del granpubblico, fu per me la spinta ad elaborare qui, talvoltapiù largamente, le annotazioni che dovevano accennare,dapprima in brevi tratti, le idee affini o divergenti, leconseguenze ulteriori e altre cose di tal fatta (e cheavrebbero avuto, nelle lezioni, la loro conveniente spie-gazione), al fine di chiarire qualche volta il contenutoalquanto astratto del testo e di aver più ampio riguardoa idee assai prossime e divulgate nei tempi presenti ;così ne è risultata una quantità di annotazioni più ampiedi quanto certamente comporta il fine e lo stile di uncompendio. Un vero compendio, tuttavia, ha per oggetto

I Com'è noto, dal 1818 sino alla morte (1831) lo Hegel fuprofessore nell'Università di Berlino . [T .]

2 §§ 483-552 della terza edizione. Si veda la traduzione delCroce, Laterta, Bari 19634. [T .]

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

L'àmbito, considerato come compiuto, di una scienza ; e,eccettuata forse qualche piccola aggiunta qua e là, gli èparticolare specialmente il raccostamento e l'ordinamentodei momenti essenziali di un contenuto, il quale appuntoè ammesso e riconosciuto da lungo tempo, come dalungo tempo quella forma ha le sue regole e í suoi modidefiniti . In un compendio filosofico, non ci si attendedi trovare questa struttura, già forse perché s'immaginache ciò che la filosofa mette insieme, sia opera effimera,come Ia tela di Penelope, che ogni giorno era ricomin-ciata .

Certo, questo sommario differisce principalmente dauno dei soliti compendi, per il metodo che ne costituiscela direttiva. Ma qui è presupposto che il modo filosoficodel progredire da una materia ad un'altra e della dimo-strazione scientifica - sopra tutto, questo modo diconoscenza speculativa - si differenzi essenzialmentedagli altri modi di conoscenza ; il veder chiara la neces-sità di siffatta differenza può esser unicamente ciò cheavrà il potere di trarre la filosofa dall'ignominiosa abbie-zione in cui ai nostri tempi è caduta. Si è ben ricono-sciuta, o più sentita che riconosciuta, per la scienza specu-lativa, l'insufficienza delle forme e delle regole dellavecchia logica, di quel definire, suddividere e sillogiz-zare, che le regole della conoscenza intellettualistica вracchiudono ; ma si sono scartate queste regole, conside-randole soltanto come pastoie, per parlare arbitraria-mente, col cuore, con la fantasia, per intuizione acci-dentale; e poiché tuttavia anche la riflessione e í rapportidi pensiero devono aver la loro parte, si ricade incon-sciamente nello sprezzato metodo dell'argomentare e delraziocinare del tutto comune . - La natura della scienza

3 Verstandeserkenntniss, col consueto significato deteriore,che il Verstand (intelletto) ha nella filosofia hegeliana . [T .]

PREFAZIONE

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speculativa ho svolto ampiamente nella mia Scienzadella Logica " ; in questo compendio è stata perciòaggiunta, soltanto qua e là, qualche dilucidazione sulprocedimento e sul metodo . Per la natura concreta, ein sé così varia, dell'argomento, è stato per vero trala-sciato di mostrare e mettere in rilievo, in tutte e in

ciascuna particolarità, il concatenamento logico ; in parte,ciò poteva essere ritenuto superfluo per la presuppostafamiliarità col metodo scientifico; in parte, però, saràevidente da sé, che l'intero, come lo sviluppo delle sueparti, poggia sullo spirito logico . Anche da quest'aspetto,vorrei particolarmente che fosse intesa e giudicata questatrattazione. Poiché ciò che preme in essa è Ia scienza,e nella scienza il contenuto è essenzialmente legato allaforma.

Invero, si può udire da coloro, í quali sembranoconsiderare la cosa assai profondamente, che la formaè qualcosa di esteriore e di indifferente all'oggetto, chesoltanto questo importa ; si può inoltre porre il compitodello scrittore, particolarmente del filosofo, nello seo-prue verità, nel dire verità, nel diffondere verità e con-cetti esatti . Ma se si consideri come tale compito suolessere realmente esercitato, si vede, da una parte, ricuo-cere sempre il medesimo vecchio cavolo e spacciarlo perogni verso : - compito, che avrà certo il suo meritoper l'educazione e il risveglio degli animi, quantunquepossa esser considerato piuttosto come un'affaccendatasuperfluità, - « poiché essi devono ascoltare Mosè e iprofeti » s . In particolare, si ha frequente occasione distupire dei tono e della pretensione, che è dato rïcono•seere in questo, quasi _ che al mondo si fosse propriomancato, sinora, di siffatti zelanti divulgatori di verità,

a Pubblicata, com'è noto, dal 1812 al 1816. fT .]5 Luca, XVI, 29 . [L .]

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

e il cavolo rifritto recasse verità nuove e inaudite e,specialmente, fosse da -tenere in conto essenziale sempre1'« oggigiorno » . D'altro lato, però, si vede, che quel chedi tali verità si dispensa da una parte, è rimosso e trasći-naťò via, appunto da verità simili, diffuse da un'altraparte. Ma che cosa, in questa calca di verità, sia névecchio né nuovo, ma costante, come mai può- desu-mersi da tali :considerazioni, vaganti informemente quae là,

e come altrimenti differenziarsi e convalidarsise non per mezzo della scienza?Del resto, sul diritto, l'eticità e . lo Stato, la verità

è altrettanto antica, quanto è enunciata e riconosciutapubblicamente, nelle pubbliche leggi, nella pubblica to-

. rale e nella religione. Di che ha mai bisogno questaverità, in quanto lo spirito pensante non è pago di posse-derla in questo modo immediato ; se non anche diintenderla e di conquistare la forma razionale al conte-nuto, che è già razionale ; in se _stesso, affinché questoappaia giustificato per il pensiero libero il quale non siferma al dato, sia esso sostenuto dall'esterna autoritàpositiva dello ;Stato', o 'dal consenso degli uomini, odall'autorità del sentimento interno -e- del cuore e dallatestimonianza immediatamente consenziente dello spirito ;má procede per proprio conto, e, appunto ; perciò, esigedi sapersi unito_ in intimità col vero?

La semplice condotta dell'animo' ingenuo è di tenersi,con confidente persuasione, alla verità pubblicamentericonosciuta e di fondare, su questa salda base, il suomodo di operare e la sua ferma posizione nella vita .Contro questa semplice condotta ; forse già appare lasupposta difficoltà, in qual modo, tra le infinitamentediverse opinioni, si lasci distinguere e rintracciare ciòche vi è di universalmente riconosciuto e accettato ; equesto imbarazzo si può facilmente considerare comegiustamente e veramente grave per la cosa . Nel fatto,

PREFAZIONE

però, quelli i quali fan buona,' questa difficoltà sononellaa situazione di non vedere il bosco a cagione deglialberi ; ed esiste soltanto un imbarazzo e non difficoltàche essi stessi preparano; ,-anzi questo loro : imbarazzoe questa difficoltà e piuttosto la dimostrazione che essivogliono qualche cosa di diverso da ciò che è ricono-sciuto e ammesso universalmente, come sostanza deldiritto e dell'eticità . Poiché se si facesse sul serio, e nořlper la vanità e stravaganza dell'opinare e dell'essere,essi si atterrebbero al diritto -sostanziale, cioè ai pre-cetti dell'eticità -e dello Stato e regolerebbero- in confor-mità la loro vita . L'ulteriore difficoltà, però, vieneda un altro lato, che cioè 1'uomo pensa, e cerca nelpensiero la sua libertà e il fondamento dell'eticità .Questo diritto, per quanto alto e divino sia, si converteperò in torto, se soltanto questo ha valore per il pensiero e, il pensiero si conosce libero, soltanto quandodiverga da -ciò che e riconosciuto e accettato universal-mente, e abbia saputo crearsi qualcosa di - particolare .

Ai nostri tempi, poté sembrare saldissimamente radi-cata, in rapporto allo -Stato, la concezione che -la libertàdel pensiero e dello spirito, specialmente, si dimostrisoltanto con la divergenza, anzi con l'ostilità, controciò che è-riconosciuto pubblicamente ; e per conseguenzapoté sembrar singolare che una 'filosofia abbia intornoallo Stato essenzialmente il compito di ritrovare e forpire anche una teoria e precisamente una teoria nuovae particolare . Se si guarda a quella concezione e all'ira-pulso conforme ad essa, si dovrebbe- credere che nonsia esistito ancora, al mondo, Stato o costituzione poli-tica, ne presentemente esista, ma' che ora - e questoora dura sempre - sia da incominciare interamentedaccapo, e i1 mondo morale abbia atteso proprio unatale odierna concezione e investigazione e creazione .Per la natura, si ammette che la filosofia deve ricono-

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scena qual essa che la 'pietra filosofale sta celatain qualche 'luogo, tea nella natura stessa che questa èrazionale in sé, e che il sapere deve ricercare e com-prendere, ,intendendola,- questa' ragione presente nellanatura reale ; non gli aspetti e le contingenze che simostrano alla superficie,' ma la sua eterna ' armonia inquanto però sua legge ed essenza immanente. I1 mońdóetico, all'incontro, lo Stato, la ragione, come si realizzanell'elemento dell'autocoscienza, non deve godere diquesta fortuna : -cioè, che la ragione sia quella che, nelfatto; si è affermata come forza e potenza in questoelemento, il quale vi si 'mantiene e vi abita. L'universospirituale, anzi, deve essere lasciato in balla del casoe dell'arbitrio, deve essere abbandonato da Dio; sicché,secondo questo ateismo del mondo morale, il vero strova fuori di esso e, insieme, ; poiché tuttavia in ; essodeve essere anche una ragione, il vero è 'soltanto- un,problema . Ma in ciò risiede la legittimità, anzi l'obbligo,per ogni pensiero, di prendere il suo avvio ; non, tutta--via, per cercare -Ia pietra 'filosofale, poiché la ricerca -è risparmiata dalla filosofia dei nostri tempi, -e ciascunoè certo, così come sta' fermo e cammina, ,d'aver in suopotere questa pietra . Ora, avviene certamente che coloro,í quali vivono in questa . realtà dello' Stato e trovano :appagato in esso il loro sapere e il loro volere . -- e diquesti ve n'è molti, anzi più 'che non credano e sap-piano, poiché in fondo sono tutti ; che, quindi, almeno quelli, i quali con' coscienza hanno il loro appaga-mento nello Stato ; ridono di quelle mosse ' .e di quelleassicurazioni, e le' prendono per un vano giuoco, allegroo serio, dilettevole o pericoloso .' Poco male 'se 'quel trava-gliato affaccendarsi della riflessione e della' vuotaggine,come l'accoglienza e il trattamento che essa riceve, fosseuria cosa a sé, che si svolge in šé a suo modo ; ma con -quell'affaccendamento„ sopratutto la filosofia si è messa

PREFAZIONE

in più modi in avvilimento e in discredito . Il peggioredegli avvilimenti e questo, ché, come fu-detto , ciascuno,come sta fermo e cammina e convinto di ; essere in gradodi sentenziare di filosofia n - genere . Verso nessun'altra 'arte e - scienza, , si dimostra quest'estremo<' disprezzo, dipensare che ciascuno'; la porti in se

N,el fatto ; ciò che' abbiamo veduto venir fuori congrandissima pretensione dalla filosofia dei tempi ; nuovi,Intorno allo Stato, autorizza certamente ognuno, cheabbia vaghezza di prendere la parola, a questa convin-zione: appunto, di 'poter fare cib assolutamente da sé,e di darsi quindi la prova d'essere in possesso dellafilosofia . Del resto,: la sedicente filosofia' ha espressmente 'proclamato che la 'verità stessa non può esserconosciuta, ma il vero è ciò che ciascuno si lasciasorgere' dal cuore ; dal sentimento e dall'ispirazioneintorno agli argomenti etici; cioè intorno allo Stato, algoverno e alla costituzione . Quanto mai, su questo' punto,non è ''stata adulata la gioventù in particolare! La gio-ventù certamente se lo è anche lasciato dire volentieri .I1 versettò « 11 Signore lo dà ai suoi nel sonno» '' - èstato applicato alla scienza e perciò ogni dormiente siè annoverato tra, i « suoi » ; quel che riceveva nel sonnodei concetti, era perciò certamente anche vero . - Uncondottiero di questa' vanità, che si dà il nome di filosoffia, il- signor Fries , non si è vergognato, in una

6 Accenna alle dottrine degli intui unisti,, segui t i al Kant -(]acobi, Fríeś e altri) . [T .]

i Salmi, cxxvit, 2 . [L .]8 Della vanità della: sua scienza ho già dato prove : v .

Wissenschaft der Logik (Nürnberg 1812), Einleitung, pp xvu,[H .] . Giacomo Fries (1773-1843) era collega delle H . - nell'universita di Berlino. Cfr . Hegel, Gesch, d. Phil., in Werkei, XV,5831 (della trad .'Codignola e Sanna, - La Nuova Italia, 1, Pe-rugia-Venezia 1930, II Firenze 1932, III, Firenze 1934 - cfril vol . III, 2, p . 374) . In Germania si dà il suo nome a unascuola -filosofica ; [T .]

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solenne occasione pubblica 9 divenuta famosa, di eaprmere, sull'argomento dello Stato e della costituzione:politica, il seguente concetto : « nella nazione in cuidomina vero • senso comune, ad ogni , affare dei pubblicinegozi la vita verra dal disotto, dal popolo; , a • ognisingola opera di istruzione -del popolo e di utilità popo-lare si dedicheranno associazioni vive riunite inviola-bilmente_ dal santo vincolo dell'amistà » - e simili . -È questo il principale - intento della superficialità :. collo-care la scienza, invece che nello sviluppo del pensieroe del concetto, più tosto nell'osservazione immediatanell.'immaginazione accidentale ;- far dissolvere, quindi,la ricca membratura dell'ethos in sé, che è lo Stato,l'architettonica della sua razionalità, che con la deter-minata distinzione delle cerchie della vita pubblica edei suoi diritti e col rigore della misura, nella quale siregge ogni pilastro, arco e sostegno, fa nascere la forzadel tutto dall'armonia delle sue parti ; far dissol-vere, dico, questa plastica costruzione nella pappa del«cuore, delPamista e .-dell'ispirazione » . Come, secondoEpicuro, il mondo in generale, così il mondo morale nonè certamente (ma, secondo tale concezione, dovrebbeessere) rimesso alla accidentalità soggettiva dell'opinionee dell'arbitrio . Col semplice rimedio casalingo di collo-care nel sentimento , ciò che è l'opera (e, invero, piùche millenaria) della ragione e del suo intelletto, e certa-mente risparmiata ogni fatica dell'intendimento razio-nale e della conoscenza, governati dal concetto pen-sante . Mefistofele presso il Goethe - buona autoritàdice su questo, press'a poco '°, quel che io ho citatoanche altra volta :

9 Nella festa di Wartburg della studentesca tedesca, il 18ottobre 1817. [L .]

te Infatti, í versi del Goethe sono riferiti dallo Hegel, ; inmodo assai scorretto : - li aveva già citati nella - Fenomenologia

Si capisce immediatamente che tale opinione assumaanche l'aspetto della religiosità ; poiché, con quali maicose questo procedimento non ha cercato di acquistareautorità! Ma con la devozione e la Bibbia ha pretesodi attribuirsi 1° altissimo privilegio di spregiare l'ordinemorale - e i' oggettività delle leggi . , Poiché, certamente,anche la religiosità inviluppa nella' semplice intuizionedel sentimento, la verità che nel mondo si dilata inregno organico. Ma, in quanto essa e di buona lega,abbandona la forma di tale cerchia, appena esce fuori,dall'interno, nella luce dello sviluppo e della svelataricchezza dell'idea ; e porta con se dal suo culto interno,la venerazione per una verità e una legge che e in sé,elevata al di sopra della forma soggettiva del sentimento .

La forma speciale della cattiva coscienza, che simanifesta nella specie di retorica, di cui si pavoneggiaquella superficialità, può rendersi osservabile qui esopratutto nel fatto che essa, dove più è priva di spirito,

parla maggiormente dello « spirito » ; dove più mortamente e aridamente parla, ha in bocca le parole « vita

e « iniziare alla vita » ; dove 'manifesta il più grandeegoismo del vano orgoglio, più ha in bocca la parola« popolo » . Tuttavia, il marchio proprio che reca infronte, è l'odio contro là legge . Che il diritto e l'eticitàe il mondo reale del diritto e dell'ethos si intendonocol pensiero, che, mediante concetti, sii dà la forma dellarazionalità, cioè universalità e determinatezza : questo

PhEFAZIONÉ

Disprezza pure intelletto e scienza,doni supremi dell'uomo ;così ti sarai consacrato al diavoloe dovrai andare alla perdizione .

dello spirito, ed . Lasson, p. 237 [L .] -(trad . De Negri, La NuovaItalia, Firenze 1933-1936, 1, p . 325) ; cfr . Faust, parte I, vv.1851-2 e 1866-7 . [T .1

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fatto, cioè la legge, è -1a cosa che quel sentimento, ilquale riserba a se il libico ; quella coscienza, che poneil diritto nella convinzione - soggettiva, riguarda fondamentalmente come la più ostile a sé . La forma deldilittoo in quanto obbligo e in quanto legge, è sentitada quella 'come lettera morta e fredda e nome unapastoia ; giacché in essa' non riconosce' se stessa, non siriconosce quindi libera 'in essa, perché la legge- e laragione della cosa e questa non concede al 'sentimentodi esaltarsi alla propria' singolarità .' La legge, quindi,come nel corso di questo trattato . e stato osservato inqualche luogo 11 , è specialmente lo seibboleth 12 , al qualesi riconoscono i falsi fratelli e amici del cosidetto popolo .

Essendosi ora i raggiri dell'arbitrio impadroniti delnome di filosofia e avendo potuto ridurre un gran pubbuco nell'opinione che quella sorta'-d'imbroglio 'sia filo-sofia, e veramente venuto quasi in disonore parlareancora, filosoficamente, della natura dello Stato;' e none da rimproverare' agli onestuomini,' se dànno in impazienze, allorché odono parlare della scienza filosoficaďelio Stato. Ancora meno e da meravigliarsi ; se i governihanno rivolto,' infine, 1' attenzione a siffatta filosofia,poiché altresì da noi la filosofia non e esercitata, someforse presso a Greci, q ale arte privata, ma; ha pubblicaesistenza, riguardante il pubblico, particolarmente o uni-camente al servizio dello Stato . Se i governi han dimo-strato ai loro dotti, consacrati a questa professione, lafiducia di rimettersi del tutto a loro, per lo sviluppo e ilcontenuto della filosofia sia anche stata, quaa e Ia (sesi vuole) non tanto fiducia, quanto 'Indifferenza versola scienza stessa, e l'ufficio d'insegnante della medesimasi sia conservato soltanto per tradizione'(come, per quanto

11 A1 § 258, annotazione . [L .]12 Segno di riconoscimento tra gli Ebrei: [T.]

PREFAZIONE

mi consta, si sono lasciate andare, íń Francia almeno,lecattedre di Metafisica) quella fiducia è' stata loropiù volte mal compensata ; o dove, nell'altro caso, sivuol vedere indifferenza, si dovrebbe considerare: l'effetto,cioè a decadenza delle conoscenze solide, come espia-zinne di questa indifferenza . Dapprima la superficialitàpar ben che sia compatibilissima, almeno con l'ordinee la quiete esteriore, poiché non viene a toccare, anzineanche soltanto a sospettare, la sostanza delle cose ;perciò essa nulla parrebbe avere contro di sé, almenoper parte della polizia, se lo Stato non chiudesse in séancora í1 bisogno di più profonda cultura e di cono-scenze, e non esigesse dalla scienza l'appagamento delmedesimo, Ma ia . superficialità, riguardo all'ethos, aldiritto e al dovere sopratutto, conduce da sé a quellemassime, che costituiscono in questa sfera la fatuità :ai princìpi- 'dei Sofisti, che impariamo a conoscere cosìdeterminatamente da Platone 1~ -- i principi, i qualipongono ciò che è il . diritto, nei fini e nelle opinionisoggettive, nel sentimento soggettivo e nella convinzioneindividuale ; --- i princìpi, dai quali segue così Ia disso-luzione dell'eticità interna e della coscienza retta e ' del-l'amore e del diritto tra , i privati, come la distruzionedell'ordine pubblico e delle leggi dello Stato . Il signi-ficato, che simili fenomeni devono acquistare per i go-verni, non si farà :forse eludere dal' titolo, il quale sifonda sulla stessa fiducia accordata e sull'autorità di unufficio, per esigere dallo Stato che garantisca e lascidominare ciò che corrompe ia- fonte sostanziale <dei fatti,le massime -universali, e persino il disprezzo- dello Statostesso, quasi che così convenga . I1 -detto che Dio dàanche l'intelletto a chi dà una missione, è un vecchio

13 Specialmente' nei dialoghi Protagora;' Menone, Gorgia,Teeteto, Eutiderno : cfr . Hegel, Gesch. d . Phil. in Werke2, XIV,13-32 (trad . it ., II, pp . 15-32) . [T .]

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1.4_

FILOSOFIA DEL DIRITTO

scherzo, che, ai tempi nostri, certamente non si vorràaffermare per cosa seria .

Nell'importanza del modo e della maniera di filoso-fare, che dagli ; avvenimenti è stata restaurata presso igoverni, non si può disconoscere il momento dell'appog-gio e dell'aiuto, del quale lo studio della filosofia sembraessere divenuto bisognoso, per molti altri rispetti . Giac-ché, se da tante produzioni del campo delle scienze posi-tive e altresì dell'edificazione religiosa e dell'altra' lette-ratura indeterminata, si vede, non soltanto come il- giàmenzionato disprezzo verso la filosofia è manifestato dalfattoo che quei tali, i quali, al tempo stesso che -dimo-strano di essere totalmente in ritardo nella; educazionedel pensiero e che la filosofia è per 'loro qualcosa diinteramente estraneo, tuttavia la trattano come qualcosadi bell'e risoluta, ma come,e altresì, quivi s'inveiscaespressamente contro la filosofia, e come il suo conte-nuto, la conoscenza concettuàle di Dio e della naturafisica e spirituale, la conoscenza della verità, sia dichiarata pretesa pazza, anzi peccaminosa, come la ragionee di nuovo la ragione e in infinito ritornello la ragionesia incolpata, disprezzata e condannata, - o comealmeno sia dato riconoscere, quanto riescano incomode,in una gran parte dell'attività che deve essere scientifica,le pretese tuttavia i$evitabili del concetto ; - se, dico,si hanno dinanzi a sé tali - fenomeni, si potrebbe quasiaccogliere il pensiero che da questo lato la tradizionenon fosse -più rispettabile, ne sempre sufficiente ad assi-curare allo studio filosofico la tolleranza e la pubblicaesistenza- 14 . - -Le declamazioni e le insolenze, comuni

14 Tali considerazioni mi vennero in mente per una letteradi Giovanni Müller (Opere, parte VIII, p . 56), dove, della con-dizione di Roma nell'anno 1803, allorché questa città si trovavasotto la dominazione francese, è detto fra l'altro: « Un profes-sore, richiesto di come andassero i pubblici istituti di educa-

PREFAZIONE

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ai nostri tempi contro la filosofia, s offrono il singolarespettacolo di avere, da un lato, la loro ragione nellasuperficialità alla quale questa scienza e stata degradata;e, di avere, • da un altro, la propria fonte appunto -inquell'elemento ; contro il- quale, irriconoscenti, esse sonodirette . Poiché, quella così detta filosofia, avendo dichia-rata pazza ricerca, a conoscenza della verità, ha' livel-lato tutti i pensieri' e tutte, le materie, come í1 despo-tismo degli imperatori di Roma ha uguagliato liberi eschiavi, virtù e vizio, onore e disonore, conoscenza edignoranza così che i concetti del vero, le leggi del-l'ethos ńull'altrõ sono, se non opinioni e convinzionisoggettive ; e'- le massime più delittuose sono messe, inquanto convinzioni, alla pari con quelle_ leggi, e qual-siasi oggetto, per quanto nudo e particolare, e qualun-que cosa 'di niun conto è ' pareggiata in dignità a ciòche costituisce l'interesse di tutti gli uomini pensanti ei vincoli del' mondo etico .

Ë da >considerare, quindi; come una ventura per lascienza, in realtà, come si è notato, è la necessitàdelle cose -' ehe quella filosofia,' che -si poteva avvol-gere in sé come erudizione pedantesca, si sia posta inpiù intimo rapporto con la realtà, nella quale i - prin-cìpi 'dei diritti e degli obblighi sonó cosa seria, e laquale vive nella luce della_ coscienza di tali princìpi ;e checon ciò si sia venuti a un'aperta rottura . Ë appuntoquesta collocazione della filosofia nella realtà, a cui si

zinne, rispose : -On les tolère comme les bordels ».-- La co-sidetta scienza della ragione, cioè la Logica, si' può sentire an-cora' persino raccomandare, . forse con la persuasione che ci sioccupi di essa come di una scienza arida e infruttuosa, o,senz'altro, non ci se ne occupi più ; o, se ciò accade qua e là, chesi mantengano in essa soltanto formule prive di contenuto, chequindi nulla dànno e nulla guastano, e che, perciò, la raccoman-dazione non danneggerà in nessun caso, come non gioveràper nulla. [H .]

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

riferiscono i malintesi ; e io ritorno; quindi, a quel chho notato in precedenza : che la filosofia, poiché è 1scandag1iv del razionale appunto perciò è la compren-sione del presente ; e del reale non la ricerca d'un adi là, che sa Dio -dove dovrebbe essere, - o del quale,nel fatto, si sa ben , dire dov'è, cioè nell'errore di ununilaterale e vuoto razioclnamento . Nel corso :della trat-tazione che segue 15, io ho notato che persino la repub-Mica- platonica, che passa come la favola di un vuotoideale, ha interpretato essenzialmente la natura dellaeticità greca 16 ; e ; che, allora, nella coscienza del piùprofondo principio ; che erompeva a un tratto in essa,il quale principio poté' apparire in lei, immediatamente,soltanto quale aspirazione ancora inappagata -e quindisoltanto quale pervertimento, Platone- dové cercare ;ap-punto, nell'aspirazione, il rimedio contrario; ma questo,che ; doveva venire dall'alto, egli poté cercare ; dapprimain _ una particolare forma esteriore di quell'eticità, , conla quale immaginava di, superare quel pervertimento, econ; cui ne toccava certo sul vivo il profondo impulso,la libera infinita personalità . Ma egli, si è dimostratogrande spirito appunto perciò, che il principio, intornoal quale gira l'elemento caratteristico :;della sua idea ;, èil cardine, intorno al quale ha girato l'imminente rivol-gimento del mondo .

Ciò che è razionale è ;_reale •e ciò che è reale è razionale i'.

Ogni coscienza ingenua, del parí che la filosofia,riposa in questa persuasione ; e dl qui appunto procede

15 μ, § 185, annotazione . [T .]16 Cfr . Gesch . d. Phil., in Werke2 , XIV, 240-5, 25$-67 (trad .it., II, pp ., 254 sgg .) . [T .]

17 Cf Eildi dr . nccopea, e . cit., § 6, annotazione . [T .]

PREFAZIONE

alla' considerazione dell'universo spirituale, in quantouniverso naturale .- Se la riflessione, il sentimento, o qual-siasi aspetto assuma la < coscienza soggettiva, riguarda ilpresente come cosa vana, lo ; oltrepassa e conosce di,meglio, essa allora si ritrova nel vuoto ; e poiché sol-tanto nel presente v'è realtà, essa è soltanto vanità . Se,viceversa, l'idea passa per essere soltanto un'idea, unarappresentazionee in un'opinione, la filosofia al contrariogarantisce il giudizio che nulla è reale se non -l'idea .Si tratta allora di riconoscere, nell'apparenza del tempo-,raneo e del transitorio, la sostanza che è immanente el'eterno che è attuale. Invero, il razionale, il quale èsinonimo- di idea ; realizzandosi nell'esistenza esterna, spresenta in un'infinita- ricchezza di forme, ; fenomeni easpetti ; e circonda i1 suo nucleo della spoglia variegata,alla quale la coscienza - si sofferma dapprima e che ilconcetto trapassa, per trovare il polso interno e persentirlo appunto ancora palpitante nelle forme esterne .Ma í rapporti infinitamente vari, che si : formano inquesta esteriorità con 'l'apparire 'dell'essenza in essa,questo materiale 'infinita e la sua disciplina-, non è oggettodella filosofia . Altrimenti, essa - s'immischierebbe in coseche non 1a riguardano ; essa può risparmiarsi di dare inproposito un buon consiglio . -Platone poteva tralasciare,

la raccomandazione alle balie di non star mai ferme coibambini ;- di dondolarli sempre sulle braccia ; ugual-

mente, Fichte il, perfezionamento del passaporto di poli-

zia, sino a costruire, come si disse, che, dell'individuosospetto, devono essere, - non soltanto messi í connotatinel passaporto, ma dipinto in questo il ritratto . In similiparticolari, non, è più da vedere alcuna traccia di filo-sotia ; ed essa può tanto più abbandonare simile ultra-saggezza, in quanto, sopra questa, infinita quantità diargomenti, può certo mostrarsi liberalissima. In tal caso,la scienza si mostrerà molto lontana anche dall'odio

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г

che la vuotaggine della saccenteria concepisce per unaquantità di' circostanze e di istituziöni ; - odio, del qualesi compiace 'principalmente la piccineria ; poiché essasolo in tal modo giunge ad avere qualche coscienzadi sé .

Così, dunque, questo trattato, in quanto contiene lascienza dello Stato, dev'essere null'altro, se non il tenta-tivo d'intendere e presentare lo Stato come cosa razio-nale in 'sé . In quanto scritto filosofico, esso deve restar

molto lontano dal dover costruire uno Stato comedev'essere ; l'ammaestramento che può trovarsi in essonon può giungere 'a insegnare allo' Stato come deveessere, ma, piuttosto, in qual modo esso 'deve esser rico-nosciuto come universo etico .

'lhw 'Póoç, i.ò (Yù xu rà'Hic Rhodus, hic sáltus.

Intendere ciò che è, 'è il compito della filosofia,poiché ciò che è, è la ragione. Del resto, per quel chesi riferisce all'individuo, ciascuno è, senz'altro, figlio delsuo tempo ; e anche la filosofia è il proprio tempo appresocol pensiero '$. È altrettanto folle pensare che una qual,che filosofa precorra il suo mondo attuale, quanto cheogni individuo si lasci indietro, il suo tempo, e salti oltresu Rodi. Se la sua teoria, nel fatto, oltrepassa questo,se si costruisce un mondo come dev'essere ; esso esistebensì, ma soltanto nella sua intenzione, in un elementoduttile, col quale si lascia plasmare ogni qualsiasi cosa.

Con una' piccola variazione quella tal frase suone-rebbe :

~$ Evidente reminiscenza del detto di Francesco Bacone diVerulamió, che la- ventà e figlia del suo tempo . Cfr. Kuno Fi-scher, Hegels Leben, Werke und LehreŻ, Heidelberg 1911, p,145 . [T .Ï

Ciò che sta tra la ragione come spirito autocoscienté,e la ragione come realtà 'presente, ciò : che differenziaquella ragione da questa ed in essa non lascia trovarel'appagamento, e 1' impaccio di qualche astrazione, chenon si e liberata, e ; non si, e fatta concetto . Riconoscerela ragione come la rosa, nella croce del presente 19, equindi godere di questa - tale riconoscimento razio-

nale ;e ła riconciliazione con la realtà, che la filosofia

consente a, quelli, i :;quali hanno avvertito, una volta,l'interna esigenza di comprendere e di ; mantenere, ap-punto, la libertà- .soggettiva in ciò che è sostanziale, e, almodo stesso, di stare nella libertà soggettiva, non comein qualcosa di individuale e di accidentale, ma in qual-cosa che è in sé e per sé .

Questo, anche, costituisce il significato concreto di

quel che sopra 20 è. stato designato astrattamente comeunità di forma e di contenuto ; poichée la forma, nella

sua più concreta significazione, è -la ragione; quale cono-scenza che intende, e il contenuto è la ragione, qualeessenza sostanziale della realtà etica, -come della realtànaturale; 1' identità cosciente delle due e 1' idea filosofica . L una grande ostinatezza (ostinatezza che faonore - all'uomo) non voler riconoscere nei _sentimentinulla che non sia giustificato col pensiero, - e questaostinatezza è la caratteristica dei tempi moderni, oltreche il principio proprio del Protestantesimo 21 . Ciò cheLutero iniziò come credenza nel sentimento e nella testi-monianza dello spirito, è la cosa stessa che lo, spirito,

19 Allusione ai cavalieri di Rosa-croce . Cfr. K. Fischer, op .cit ., pp. 146 e 1240 ; G . Lasson, Kreuz und Rose (in « BeiträgeZur Hegelsforschung », i Heft) . [T .]

20 V. p. 4 - sg .

Ż1 Cfr. Gosch. d . Phil., in Werket, XV, 230-6 ( trad . i t . II,1, pp. 239-45) . [T .]

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

ulteriormente maturato, s sforzato di comprendere nelconcetto, e cosi, di' emanciparsi nel presente e quindidi ritrovarsi in esso 'Come e divenuto detto celebrequello che una mezza-' filosofa allontana -da Dio 1medesima superficialità ripone la conoscenza in unaapprossimazione alla verità - 'ma che la vera' filosofiaconduce a Dio ; cosi e lo stesso con lo Stato . Come laragione non s'appaga dell'approssimazione, in quantoquesta non e ne fredda ne calda ed e quindi respintatanto meno essa s'appaga della fredda disperazione, 1quale ammette che, in questa vita temporale, le cosevadano assai male o al più mediocremente, ma' chc,appunto in essa, nulla di meglio si puo avere,, e csoltanto perciò, bisogna mantenersi in pace con la realtà ;una pace ptu calda con essa, <è quella che è assicuratadalla conoscenza .

Del -resto ; a dire anche uria parola sulla dottrinacome dev'essere il mondo, la filosofia arriva sempretroppo tardi . Come' pensiero del mondo, essa appare perla prima volta'- nel tempo,' dopo ché la realtà ha com-piuto il suo processo 'di formazione ed e bell'e fatta .Questo, che -il concetto insegna, la storia 'Inostia, ap-punto, necessario : che, cioè, prima l'ideale appare d :contro al realeg nella maturita della- realta, e poi essocostruisse questo mondo medesimo,' colto nella sostanzadi esso, in forma di regno'' intellettuale : Quando la filo-sofia dipinge a chiaroscuro, ;allora un aspetto della vitae invecchiato, e ; dal chiaroscuro, esso non si lascia rin-giovanire, ma soltanto riconoscere : =la nottola di Minervainizia il' suo volo sul far del crepuscolo ;

2f Lo Hegel pensa probabilmente' all'espressione di Bacondi Verulamio : « leves gestus in philosophia 'movere Enmasse adatheismum, sed pleniores haustus add religionsm reducere » (Deaúgm. Sc 1, 5) . ,[L.]23 Apocalisse, III, 16 . [L.]

'REFAZIONE

Pure, è tempo di finire questa prefazione . Comeprefazione, le spettava, del resto, di parlare soltantoestrinsecamente e soggettivamente, dal punto di vistadello scritto, al quale e premessa. Se si deve parlare filosoficamente di un argomento, esso comporta soltanto unatrattazione scientifica oggettiva ; come, anche per l'Au-tore,_ un'obbiezione di specie diversa dalla considerazinne scientifica della cosa' stessa, deve valere soltantocome conclusione soggettiva e come asserzione eaprícciosa, ed essergli indifferente .

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elaborata e trasformata la particolarità, 'sostituisce,- nellostesso tempo, la ragionevolezza 32, per cui 1áparticolaritadivieneveroesserper sédell'individualità ; e, poiché dàalla universalità il contenuto che la riempie e la sua ínfi-nita autodeterminazione, è essastessa nell'eticitàcornesog-gettività libera echeè infinitamente per sé . Questo è il

punto di vista che dimostra la civiltà quale momento im-manente 'dell'assoluto, e il valore infinito di essa .

§ 188 . La società civile contiene í tre momenti':A) La 'mediazione del bisogno e i appagamento del

singolo col suo lavoro e col lavoro 'e l'appagamento deibisogni di tutti gli altri ;

sistema dei bisogni.B) La realtà dell'universale, qui contenuto, della

libertà, la difesa della proprieta, mediante 1 amministra-zione della giustizia .

C) La previdenza contro l'accidentalità, che per-mane in quei sistemi e la cura dell'interesse particolare,in quanto cosa comune, mediante la polizia e la corpo-razione.

A) I1 sistema dei bisogni

189 . La particolarità, anzitutto, in quanto un chedi determinato, di fronte all'universale della volontà ingenerale (§ 60), è ilbisognosoggettivoche consegue1a sua oggettività, cioè ilsuoáp gggjnento, col mezzoa) di_cose-esterne, le quali sono appunto la proprietàe ilprodotto di altri bisogni e volontà, e ß),mercé 1'atti-vmta e _ïl__lavoro, in quanto ciò che media i due lati .Poiché il proprio fine è' l'appagamento 'della particolaritàsoggettiva, ma, inrapporto aibignie' a1 liberoar_bitrió

áltrui iai_- fa valere l'universalità, quest'apparire dellarazionalità in tale cerchia della finita, è l'intelletto, illato che' importa considerare e-che costituisce, esso mede-simo, la conciliazione entroc lesta cerchia .

L'economia politica è la scienza che ha la sua origineda questi punti di vista, ma poi deve mostrare il rapportoe il movimento delle masse, nella loro 'determinatezza quali-tativa e quantitativa e nelle loro complicazioni . = ĚQ~estauna delle scienze chee sorta nel tempo' moderno, come!P_9proprio terreno . I1 suo sviluppo mostra lo spettacolo interessante, del mod oo in cui ilpensiero_ (v . Smith,Say, Ricardo) 33 dalla 'quánaitainfinitadifa.ttsingo1i che

si' trovano dapprima dinanzi ad' esso, • rintraccia i princìpisemplici della -cosa, l'intelletto attivo in essa e che la,governa. - Come, da un lato, l'elemento conciliatore, nellacerchia dei bisogni, è riconoscere quest'apparire della razio-nalítà , che si trova nella cosa e che vi si manifesta, così,viceversa, ueìsto; ;ηè , i1 éámØo,,-in, cui 1'intéllettualísmó deifiní sogg~ettιvι é de ópnιoιìi morali sfoga ; i1 šuo malcon-tentó e il suo fastidio . morale .

a) La specie dei bisogni e dell'appagamento

§ 190 . L'animale ha una cerchia limitatadimezzie di modi d'appagamento dei suoi bisogni, che sono pari-menti límitatí . L'uomo,,,anche in úést

éndénzá, d~ imo -#

nello_ stesso tempo il suo su ~eramento d a mede-

33 Adam. Smith- (1723-90),--Inquiry into the Nature, and Causeof the Wealth of Nations, London 1776. Jean Baptiste Say(7767-1832), Traite d'economie' politique, ; Paris 1803 . DavidRicardo (1772-1823), On the Principles' of Political Economyand Taxation, London 1817 . [La Sono i rappresentanti di quellascuola , che costituì, nei suoi fondamenti teorici, tutto il -sistemadella scienza economica e che, perciò, fu poi detta « classica » .[T .J

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

simaa e la sua universalità sora tutto mediante la moltijhcazone déd` bi m é¡ dei mezzi e poi mediante 1ascomposizione e la distinzione del bisogno concreto, insingole parti e in singoli aspetti, che divengono bisognidiversi, particolarizzati e quindi, più astratti.

Nel diritto l'oggetto è la persona dal punto di vistamorale, e il soggetto; nella famiglia il membroo della fami-glia ; nella : soćíeta civile, in- genere, _il cittadinoJcömebourgeois);- qui, dal punto di vístä.:dei bisogni ;(cfr:§ 123, annotai.), _è laconcretezza dellarappresentazione'che si chiama uomo ; quindi, in questo senso, si, parla perla prima volta qui, e anche, propriamente, soltanto qui,di uomini.

§ 191 . Allo stesso modo sïdividonoe si _molti-licano i mezzi per i bisgg Lparticolarizzat i-e in genere

i modi_ del loro áØagamento í quali divengono ' dínuovofini 'relativi e bisogni -,astratti, moltiplicazione, cheprocede all'infinito, la quale, appunto nella massa, è unadistinzione di queste determinazioni e uri giudizio sullaadeguatezza dei mezzi ai loro fini, -- l'affinamento .

§,192 . I bisogni e i 'mezzi, in quanto esistenza reale,divengono un essere er 1ï altri, dai bisogni é dal lavorodei -quali e reciprocamente condizionato.,1'atagaento .L'astrazione la- quale diviene una qualità dei bisogniцedei mezzi (vedi § ; prec .), diviene anche una- determina-zione del rapporto; reciproco degli individui gli 'uni versogli altri ; çjst'univealità in anto esser riconösciuto,è il - momento che - li rende, nel loro smembramento enella loro astrazione, concreti, rn quanto -bisogni, mezzie mo i appagamento socia x .

PARTE III. SEZ . II

197

§ 193'. Questo momento diviene,' così, una partito-lare determinazione ' di scopo . per í mezzi per se e pelpossesso -di essi ; come ; pel modo e< per la maniera del-l'appagamento dei bisogni . Esso ćántiene, inoltre, imme-díátáméntél'esigenza dell'ugtäghanz~_con gli a1t_ri inquesto campo ; í1biso no Ø auesta_u_guaánà , da unaparte, e l'adeguarsi, l'imitazione, come, d'altra parte, ilbisogno della' part~colar~tà (che anche opera qui) di farsivalere mediante una distinzione, diviene esso stesso unaeffettiva fonte dellamoltiplicazionedeibisogni e -dellaloro diffusione .

§ 194'. Poiché _néirbisogńi sociali, in quanto unionedei bisogni immediati o naturali e dei bisogni spiritualidella rappresentazione, l'ultimo, in quanto universale jsicostituisce a preponderante o s trova in questo momentosociale, l'aspetto =dellaliberazione,per cui e occultata larigida necessità _naturale del bisogno e' l'uomo s_irifeřiscé_äll uav_ iQ a unaopiínonç universale, e a unanecessità soltanto originaria , invece che soltanto aduna contingenza esterna; a una interna, all'arbitrio .

La'-concezione, per cui l'uomo, in-un . cosidett latonatura, in cui ; egli avesse soltanto i cosidetti semplici biso-gni naturali e adoperasse pel loro appagamento soltanto imezzi, come glieli concede immediatamente una naturacontingente, vivrebbe inlibe ta í

o

• :

(an-che senza tener conto del memento della deliberazione, chesta nel lavoro, di che in séguito)

un'opinione falsa;poichéilbigno~náturále, _cómëtále,~e1'ím_médíato,_ з~á,-g----gamen Q di_ é_ssö:sarebbe soltanto lo stutó _dëlla spiritualita_immersa-: nella ńatura,_é quindi,dellàrozzezza- e della' non-libertà ; e la libertà sta unicamente nella riflessione dello

34 selbstgemachten = fatta da se stessa .

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FILOSOFIA DEL DIRITTO

spirituale in sé, nella sua distinzione dal naturale e nel suoriflesso śu, questo.

195. Questue a liberazione è orinale, ;poiché la parti-colarità dei fini rimane come il contenuto- basilare . ;Latendenza dello stato sociale all'indeterminata molti 1„icaýz oné~e écιfićazιónédeι biro χιi,dé mézzι~ e dei godi-menti, la quale, come altresì la differenza tra bisogninaturali e di civiltà, non ha limiti - -il lusso -e unaumentó,,áppuntóínfinito,ďélládílιeτιdenza e della neces-tàche ha dafare con una mater' Iaquale presentalaresistenzainfinita, cioè con mezzi esteriori, apparte-nenti a quella specie particolare, che è proprietà dellavolontà libera, e quindi con l'assolutamente aspro .

b) La specie del lavoro

§ 196 . La mediazione di- preparare:e acquistare,per í bisogni articolarizzati,ilmezzo; adeguato,altresìparticolarizzato,eillavoro, che specifica, coi procedi-menti più svariati, ;per questi molteplici fini, la materia,fornita, immediatamente dalla natura . Ora,zione dà al mezzo il valore e la sua conformità allo

2E' sì che 1'uomó, nel suo consumo, staff in rapportóparticolarmente con i prodotti umani e sono tali • faticheche egli utilizza .

§ 19,7 : Nella molteplicità delle destinazioni e deglioggetti che interessano; sii sviluppa l'educazione teoretica,

35 Cfr . Propädeutik cit ., Rechtsl ., §§ 42-43 (trad. it., pp. 62-65) . [T .]

PARTE III. sEz. I

199

non soltanto una molteplicità- di rappresentazioni e cono-scenze, -ma anche una mobilità e rapidità del rappresen_tare e del trapassare da una__rappresentazione all'altra, ilcomprendere lerelazionι intricate e uníversh etc ., -laeducazione dell'intelletto in' generale e, quindi, anchedel linguaggio. - L'educazione pratica, per mezzo dellavoro ; consiste nel bisogno che ši produce e nellaconsúetudine dell'óccgpazionein _generale ; di poi nellalimi-tazione del proprio }are, in parte secondo la natura dellamateria, ma in parte, principalmente secondo l'arbitrioaltrui e secondo una consuetudine che s'acquista, mediante questa disciplina di attività oggettiva e di attitu-dini valide universalmente .

§ 198. L'universalità e l'oggettività nel lavoro risiedé,rõ,

ene11'astrazioe ch éffétu Já, p ficazioje déíмmezzi e dei bisogni , e~ appunto perciò, specifica 1á produ-zione proďućella divasione dei lavori. I1 lavoro delsingolo diviene più semplice, mediante la divisione é,quindi, più grande attitudine al proprio lavoro astratto,come la quantità delle proprie produzioni . Nello stessotempo, quest'astrazione dell'attitudine e del mezzo rendecómpiuta facendola necessita totale la dtpendenzc rlrapporto di scambio fra ili uomini er lappa amentodegli altri bisogni . Inoltre, l'astrazione delprodurre rendeil lavoro sempre piu meccanico e, quindi, alla fine, attoa ché l'uomo ne sia rimosso e possa essere introdotta, alsuo posto, la macchina .

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§' 199 . In questa dipendenza e . reciprocità del lavoroe dell'appagamento dei bisogni, l'egoismo soggettivo siconverte nel contributo all'appagamento dei bisogni, ditutti gli altri, - nellamediazione dell'individuo,permezzo dell'universale, in quanto móvimento dialettico;

he poiché ciascuno' acquista ιΡròduce e jóde ιΡer,sé, ,~untó ercio,~producé~é ác insta per , ~l godimento

1i ä riý Questa necessità , che si trova nella complica -zinne universalee della dipendenza di tutti, e ormai perciascuno il patrimonio generale, permanente (v. § 170),che ;per lui contiene la possibilità di parte ciparé_ ad__essa,per mezzo della propria educazione e attitudine, peresser ; garantito nella propria sussistenza ; così comequesto acquisto, mediato dal proprio lavoro, mantiene eaccresce il, patrimonio generale .

200 . La • possibilità della partecipazione alla ricchezza generale, la ricchezzaparticolare, epe altro, cón.-

di nuovocondizionata essa stéśsa da úella ma poi dallecircostanze contingenti, la cui molteplicità produce , Iadiversità nello svol imeneo delle dispos izioni araiiicorporali e spirituali già per se ineguali; - diversità che,in questa sfera della particolarità, vien fuori in tutte letendenze e da tutti i gradi e, con l'altra accidentahta econ l'altro arbitrio, ha,per necessaria conseguenza ; laineguaglianza dei patrimoni e delle attitudini degli ínďi-vidui .

36 Così deve integrarsi questo titolo, che nel testó è incom-piuto. [T .]

Opporre la apretesa; dell'eguáglignza al -dirittooggettivodella particólaritá dello spirito,contenuto;nell'i,ea , i1 gτιálenon soltanto noi elimina,nella societàa civile ,-1'ineguaglianzadegli uomini posta 'dalla natura elemento deli ineguaghanza, ma la produce dallospirito.la innalza ad íne-uaghanza dell'attitudine, della ricchezza e persino dell'edu

razione 'intellettuale e m orale si conviene al vuoto intellettualismo, che scambia questa sua' astrazione e questosuo dover essere per il reale e per il razionale .' Siffattacerchia della articolarità che' si - crede 1' universale, ser$ái én quest'identità soltanto relativa col medesimo,tanto la articolarità naturale ;: quanto 1 arbitráriá~ e, quindi :i1 residuo' dello stato di natura . Inoltre, è la ragioneimmanente nel sistema dei bisogni umani e del loro movi-mento, che compone il medesimo a totalità : organica didistinzioni; v. § seg .

§ 201 . Lnezzo' infinitamente molteplice e il movi-

mento di esso che si intreccia parimenti all'infinito, nellareciproca produzione e nello scambio, sii raccoglie meadiantel'universalità che alberga nel suo contenuto é_si_distingue' in masse ge nerali si che tutto l'insieme si atteggiara_ sistemiparticolari 4, dei loro mezzi e deiloro lavori, dei modi e, delle maniere dell'appagamentoe dell'educazione teoretica e pratica ; - sistemi, deiquali gl'individui sono partecipi, ä dιstin_zione delleclassi .

§- 202 . . Le classi si determinano secondo il concettoin quanto classe sostanziale o immediata, riflessa o for-male, e, infine, in quanto classe generale .

37 der 'Stände degli stati o 'condizioni .

di-innata in parte da un'immediata base particolare(capitale), in parte dall'attitudíne~ che, perarte sua, è

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§ 203 . a)Laclassesostanziale ha il, suo patrimonionei prodotti naturali di un terrenoche essa lavora.

d'ü terreno, i1 quale e atto ad essere esclusiva proprietà' privata e non esige soltanto un' logoramento in-determinato,'ma un'elaborazione o eg tg t va . Di fronte alfatto che il lavoro e l'acquisto sono legati a singole epo-che naturali fisse, e di' fronte alla dipendenza del redditodà11á mutabilequalità del processonaturali, fine; delbisogno síüçQstit1saprevjç!enza per i1futura, ma con-serva per mezzo delle sue condizioni, il modo di unasussistenza meno mediata dalla riflessione e dalla vo-Tonta particolare e con ciò, in genere, ; _ i _sentimenti so-stanziali di un'eticità immediata, che poggia sui,_rápportidiIamigliiLe sullafiducia .

A buon diritto, il principio proprio e la prima fonda-zione degli Stati sono stati posti nell'introduzione dell'agri-coltura, accanto all'introduzione del matrimonio, ;perchéqLprincipioio importa -1a lavorazione del terreno e, quindi,Lá__proprietà priy_ata esclusimi (cfr . § 170, annotai.), eperché riconduce la vita non~adeel selvaggio che cercalà sua sussistenza nel nomadismo, alla quiete del dirittooprivatoé alla sicurezza dell'appagamentodel bisogno, cuisi connetté la limitazione dell'amore sessuale nel matri-monio e, quindi, l'allargamento di yuęsto vincolo a ijftin on cedurevole uniyé sale in sé, del Bisognoá ćúra della / tn lиá,eeďeÌ o1ι šsesso á bene della famiglia . Assicurazione , conso-

lidazione, durata dell'appagamentió' bisogni etc ., - carat-teri, pei quali si raccomandano sopratutto tali istituzioni, -sono null'altro, se non _forme dell'universalità eáspettí delcome la razionalità, assoluto scopoo inale,_síifá áleré.:_~nqueste materie. - Che cosa può esser più interessante perquesta materia, delle spiegazioni tanto ingegnose, quantodotte del mito assai venerato amico signor Creuzer, che ilmedesimo ci ha date, particolarmente nel quarto volumedella sua « Mitologia e Simbolica », sulle feste agrono-miche immagini . e cose sacre degli antichi , í quali sono

divenuti' coscienti, dell'introduzione dell'agricoltura e delle

istituzioni ad essa connesse, come di fatti divini, e lorodedicarono così religiosa venerazione? 38 •

Il, fatto che il caratteresostanzialedi questa classe,sotto l'aspetto delle leggi dei' diritto privato, in particolaredell'amministrazione della giustizia, come sotto l'aspettodell'istruzione e dell'educazione e anche della religione,trae con sé, modificazioninoviriguardoal,contenuto sostan-zia_le,,_ ma riguárdó'alla -firma e allosyólg_imento dellariflessione, è un'ulteriore conseguenza che ha luogo, altresì,riguardo alle altre classi.

§ 204 . b)La classedell'industria ha per suo com-pito l'elaborazione del 'prodotto naturale e si fonda, peril mezzo della propria sussistenza sul ro rio lavoroosullariflessioneesull'intelletto così come, essenzial-mente,-sulla mediazione dei bisogni:e dei lavori altrui ..Di ciò ché mette insieme 'e di cui gode, essa deve essergrata , particolarmente a se stessa, alla sua propria attivita : I1 suo compito si distingue,dinuovo, come la-voro per singoli bisogni, in maniera più concreta e arichiesta dei singoli, nella 'classe dell'artigianato . -come Più astratta massa complessiva del lavoro per sin-goh bisogni, ma di , necessità più generale, nellaclassedei gerenti di manifatture 39; - e, come, compito delloscambio tra loro dei _ mezzi isolati, particolarmente me-

diante lo strumento generale di scambio, ossia della mo-neta, nella quale e effettivo il valore astratto di tutte lemerci, nellaclasse commerciale .

38 Giorgio Federico Creuzer (1771-1858), dal 1804 professoread Heidelberg ; Symbolik und Mythologie der alten Völker, be-sonders der Griechen . [L .]

39 Fabrikantenstand.

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204

§ 205 . c) La classegeneraleha per proprio cóm-

pito gh, interesseneralidello stato sociale ; quindi ~devëesser dispensata dal lavoro dirëttóper i bisogni, o permezzo 'del patrimonio privato, o perché essa e indennizzata dallo Stato, che esige la sua attività così, chel'interesse rívato trova il t?кΡo.p.~rio

p ,$a a amento .nel suo~r. .P,,~,,~lavoro per la éneralità .

206 . Laclasse, in quanto particolarità divenutaoggettiva, si-divide; da un' lato, -secondo il concetto, nellesue distinzioni generali . Ma, d'altro' lato, a quale classeparticolare apparté á_l'individuo : su ciò hännö_ιζ_„loroinflusso il temperamento ° la_násc„itä _é _ 1é,circostanze,ma l'ultima ed essenziale determinazione sta nell'opiniones gettava e aroajjareartc jare ćhé~si dà in westasfera il pro riodiritto il proprio merito e la propria

dignità, tosi che :cio che,avviene.in est, mediante : lanecessità interna e mediato, nello stesso tempo, dall'ar-bitrio e, per lacoscienza -saggett цΡa~ hä l'áspétt~~,..~l ,_esserl'opera della propria volontà .

mondo antico e moderno . La ''divisione della totalità 'inclassi si produce in' quelli per véřo oggéttí~~me~te da sé

hé essa è 'razionale in sé ma il principio della parti-

colarità soggettiva non conserva in essa riero stesso tempoil proprio diritto poiché ;, p . es ., l'assegnazione degli -indi-vidui alle classi e rimessa ai governanti come nello Statoplatonico (De republica, III, p. 320, ed . Bip . T. VI) o allasemplice nascita, come nelle caste indiane 41. Così, non

40 Naturell .4i Cfr . Phil . d. Geschichte, ed. cit ., p. 203 . [T .]

PARTE Ifl . SEZ . II

accolta nell'organizzazione della totalità-e non conciliata inessa , la particolarità soggettiva si mostra,pel fatto che sipresenta, parimenti in quantó,jm_omento:essenztale,__ćomeun che di ostile, come corruzio del ordinamentosoçialé(v. '§ 18, annotai :), o in quanto sovvertitrice 42, come negliStati greci e nella Repubblica romana ; ; o, se questa si con-serva come avente un potere o forse come autorità religiosa,si presenta'm quanto corruzionee interna e _in quanto completa degradazione, com'è, in certo modo, presso i Lacedemoni e ora, in modo più compiuto, presso gli Indiani .Ma, conservata dall'ordinamento oggettivo 'ín mo_d4 adeguato ad esso, e nello stesso tenrpo nel suo diritto, la parti-colaritã soggettiva diviene p pcil~ió di ogni rávvivanjei g.dlla_ sócieta civile, dello sviluu'~a de11'attιvιta pensante, delmeritoeΨdella dignità. I1 riconoscimento e il diritto, checiò che ê necessario, mediante la ragione, nella societàcivile e nello Stato, venga, in pari tempo, mediato dalPar-bitrio, è la determinazione prossima di ciò che, partico-larmente nella concezione generale, si chiama libertà ( '121) .

§ 307 . L'individuo s i ,.' dà-'realtà, soltanto in - quan-to esso 'viene., ;néll'ésístënzaw ~ gén_e_re, quindi ěnella; partiolaritàdeterminata e, quindi, si limita esclusiva-mente a una delle cer hie grttcol ri dej ísò no. I sen-timenti etici in questo sistema sono, quindi, l'onestà e ;la_dignità di ci&çi_oèdiven ,r_e, per propria determinazinne, mercé la propria attività, diligenza e attitudine,componente d'uno dei m Amenti de11ä_società_civihe, e .c_onservarsi come taj&, e provvedere a ;ssoltanto me-diante questa mediazione con l'universale, così come,

tal modo essere riconosciti o nella 'propria rap ré-sen ione e nella rappresentazione : altrui . La mora-

lità ha i l suo pecu are posto' in questa cerchia . in- cui

42 über dei Haufen werfend = che mette a soqquadro .

Anche per questo rispetto, si segnala, rapporto alprincipio della particolarità e dell'arbitrio soggettivo, ladistinzione n vita politica orientale e occidentale, _ e del

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domina la riflessione . dell'individuo] sulla propria azio-ne, i1 fine deí biso ni .,~articolar~ e del benessere ; e 1aaccidentalità - nell'appagamento dei medesimi costituisce,come dovere, anche un aiuto accidentale e singolo .

Il -fáttó che l'individuo, dapprima (cioè' particolarmentenella gioventu), rifúgge_d al pensiero di_decidersi per unaclasse particolare e ritiene cio come limitazione della suadeterminazione universale e come necessità semplicementeesteriore, sta nel pensiero astratto, il qualesíferma all'uni-versale é' quindi all'irr a e~non riçonpce ché, peresistere,i1_concetto ngenerale giunge alla distinzione del _cóneéttoe della sua 'realtà e, quindi, alla determinatezza 'e alla parti-colarità (v. § 7) ; e che, soltanto con ciò, può acquistarerealtà e oggettività etica .

§ 208 . I1 principio di questo sistema dei bisognih?, in quanto particolarità propria del sapere e del vo-lere , l'universalità che' è inseeper l'universalitàdella libertà soltanto astrattamente, e, quindi, in quantodiritto della proprietàinśé, il quale, però, qui, non epiù soltanto in sé, ma nella sua realtà efficiente, in quantotutela della poprietà,mediante1'ammï ástrãzió e dellagiustizia .

B) L'ammín strazione della giustizia 4

§ 209 . Larelativitàdella correlazionedeibisognie del lavoro,, per essi ha, anzitutto, la sua riflessione insé, in genérale nella personalità infinita, ossia nel diritto (astratto) . Maè questa~cerchi a del relativo, in_

43 Cfr . Enciclopedia, ed . cit ., §§ 529-532 (trad . Croce, pp .467-71) . [T .]

quantoeducazioneessa- stessa, -che da, al diritto,-i esi-stenzadiesserein quantocosa-universalmente rácoпo-scτuta, conosciuta e voluta, -e di avere' validità e realtàoggettiva mediante questo essere conosciuto e voluto .

Appartiene all'educazione, al pensiero, in quanto co-scienza del singolo nella' forma dell'universalità, il fatto cheio sia inteso come personauniversale, in cui tuttisonoidentici . L uomo ha valore, coli perchéè uomo, nonperché`è__gíudéó, cattolico,_protestante, tedesco, italiano etc .úesta coscienza, ber cui i eпsáero ha valore, è d'impor-

- soltanto allora e manchevole, quando,come cosmopolitismo, si fissa allo scopo di contrapporsialla vita concreta dello Stato .

§ 210 . La realtàó aettiva del diritto e, in parte,essere perlá coscienza in tenerediventareconosciutoe, in, parte, aver la forza della realtà edesser validoe, -.quindi, esserconosciuto, anche in quanto universal-mente valido .

a) 71 diritto in quanto legge

§ 211 . Ciò cheinsé-è diritto, quando è posto nellasua esistenza oggettiva, cioè determinato per laco-scienza, mediante-il pensiero, é noto in quanto ciò chee diritto ed ha valore - e la legge Ø ; e il diritto_, permezzo: di questa determinazioneee dirittopositivoinngenere .

Porre qualcosa come universale,

cioè portarla allacoscienza come universale - e notoriamente, pensare (cfr .

Ø Cfr . Propädeutik cit., Rechts! ., § 26 ( trad. i t ., pp. 49-50) .