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Prof. SALVATORE DI MARZO DELr,a R. uNrvgRsrrÀ. Dr pat,Entro LUIGI SICILIANO VILLANUEVA CQMMEMORAZIONE LETÎA NELL,AULA MAGNA DELL..I, R, UNIV. DI PALERMO ADDÌ rr U,rnzo 1916 Signore e Signori, ' Dodici anni or sono nella libera Università di Camerino un èol- lega afiettuoso commemorava con sapiente parola il giovanissimo Al- berto Vighi, da poco tempo scomparso nella pienezza delle sue forze fisiche ed intellettuali. Era il rimpianto acerbo del coetaneo per una vita spezzata, I'omaggio reso da un fratello d'armi al caduto. Chi mai avrebbe potuto allora pensare che a tanto breve distanza si garebbe schiusa la tomba del nostro caro Luigi, che dell'opera .scicntifica del Vighi tesseva appunto I'elogioi L'animo mio si rivolta a crederlo estinto. Mi pare di vederlo tuttavia muovere dall'una al- I'altra biblioteca con passi celeri e brevi, ricolme le tasche di libri g di carte, che sformano le linee del suo corpo pingue, il volto di un color bronzino, temperato dai riflessi di canizie precoce, carnoso ma vibrante, serio ma non arcigno, lo sguardo vivido di chi possiede ù pronto della parola il pensiero. , Non aveva che 46 anni. Era nato qui, in Palermo, il 18 no- vcmbre l8ó9. Fanciullo, rivelò memoria straordinariamente tenace; gio- vinc, la spenaieratezza non lo sedusse. In che modo egli intese i doveri dollo etudente fa conoacere la circogtanza che, gebbene inscritto al corco di giurirprudonza, froqucntò numeroei ineegnamenti della facoltà

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  • Prof. SALVATORE DI MARZODELr,a R. uNrvgRsrrÀ. Dr pat,Entro

    LUIGI SICILIANO VILLANUEVA

    CQMMEMORAZIONE LETÎA NELL,AULA MAGNA DELL..I, R, UNIV. DI PALERMOADDÌ rr U,rnzo 1916

    Signore e Signori,

    ' Dodici anni or sono nella libera Università di Camerino un èol-lega afiettuoso commemorava con sapiente parola il giovanissimo Al-berto Vighi, da poco tempo scomparso nella pienezza delle sueforze fisiche ed intellettuali. Era il rimpianto acerbo del coetaneoper una vita spezzata, I'omaggio reso da un fratello d'armi al caduto.Chi mai avrebbe potuto allora pensare che a tanto breve distanzasi garebbe schiusa la tomba del nostro caro Luigi, che dell'opera.scicntifica del Vighi tesseva appunto I'elogioi L'animo mio si rivoltaa crederlo estinto. Mi pare di vederlo tuttavia muovere dall'una al-I'altra biblioteca con passi celeri e brevi, ricolme le tasche di librig di carte, che sformano le linee del suo corpo pingue, il volto diun color bronzino, temperato dai riflessi di canizie precoce, carnosoma vibrante, serio ma non arcigno, lo sguardo vivido di chi possiede

    ù pronto della parola il pensiero., Non aveva che 46 anni. Era nato qui, in Palermo, il 18 no-vcmbre l8ó9. Fanciullo, rivelò memoria straordinariamente tenace; gio-vinc, la spenaieratezza non lo sedusse. In che modo egli intese i doveridollo etudente fa conoacere la circogtanza che, gebbene inscritto alcorco di giurirprudonza, froqucntò numeroei ineegnamenti della facoltà

  • Salvatore Di Marzo

    di lettere. sostenendo coi migliori risultati gli esami di archeologia,di sanscrito e di qlottoloqia. Anzi, non ancora ventenne, riusci a :on-seguire una delle cospicue pension; di studio istituite nella primametà del secolo scorso dall'abate don Paolo Di Giovanni in prò diqiovani siciliani che dimostrassero speciale perizia nel qreco, nel la-tino, nella storia sacra e nella storia antica e moderra deil'isola.Così d'insolite ccqnizioni fiiologiche e storiche si arricchiva la suacultura qiuridica e si ccstituivano i caratteri propri dell'opera di lui.

    Nel settembre dell'89 manifestò al proÍ. Salvioli il desideriodi svclqere nella dissertazione di laurea un tema di storia del diritt,.ritaliano, e fra i vari arqomenti indicatigli dall'insigne maestro pres."lseil più interessante: 'Fonti delle consuetudini sicule'. Era s,uo propo-sito di ricercare il contributo apportato alla formazione di questedai diritti delle diverse popolazioni che si trovavano coesistenti inSicilia nell'epoca normanna, volta per volta derivando ogni sinqolaconsuetudine ora dal Ciritio romano, dal bizantino, dal franco-nor-manno, dal longobardo, dal drritio consuetudinaLio cìelle citià dell'l-talia continentale o anche dal diritto canonico, cra

  • 50 Salvatore Di Marzo

    notizia crudele. Quando la mattina stessa del qiorno fatale, atterrito

    e convulso per la illusicne svanita, non potei più nascondere a col-

    leqhi ed amici, ch'egli presto ci aurebbe lasciati, fu in tutti un do-

    lorosc stupore. Ho qui implesso negli occlri il traqico quadro. Pot'ero

    il nostro Lu ieil Ma è anche triste la sorie di clrrclla nobile donnache, impietrita dall'angoscia, chino ii suo voito sul voìto esanque dilui, ne raccoglie I'ultimo respiro e poi si abbandona, quasi insieme

    allo spirito del marito, per sette anni fervidamente amato, s'involi

    parte dell'anima sua !

    Era buono, di una bontà affettuosa e indulgente. L'amicizia con-

    cepiva come un legame fraterno, la gratitudine come un debito ine-

    stinguibile. Mite nelle giustificate avversioni, era incapace di esorbi-

    tanze e ripicchi, e per I'oflesa ricevuta spesso non avea che qualche

    parola di rimpianto. Cuore aperto e leale, la sincerità rispondeva a

    un bisogno dalla struttura fisica di lui, che con moti nervosi del capo

    preannunziava di solito quel che dentro sentiva. Del dovere in tutti

    i suoi aspetti era sacerdote esemplare: conqiunto impareggiabile persollecitudine e per disinteresse, marito tenero ed austero, insegnante

    assiduo e premuroso.Ma la memoria di queste sue doti non potrà che scomparire

    con noi. Siamo troppo usi ad incensare i deÍunti perche i posteridebbano prestarci fede. Vivrà nondimeno attraverso i suoi scritti ilricordo della sua schiettezza. Ignaro degli orpelli che pretendono di

    nascondere le lacune della preparazione scientifica, sdegnoso di giun-

    gere per vie traverse aìla meta, Luigi siciliano si rivela nei suoiìavori erudito onesto e coscenzioso, di quell'onestà che mai cede alla

    smania di effimeri successi, di quella coscienza scrupolosa che tutto

    sacrifrca alla ricerca del vero. Studiare senza reguie le fonti, posse-

    dere una conoscenza piena e diretta della letteratura, resistere alla

    voluttà delle ipotesi, preferire la sodezza del contenuto al lenocinio

    della forma sono i canoni ch'egli s'impone e che paziente osservafrugando e rifrugando archivi e biblioteche, racc.oqliendo e vaqliando

    mille notizie diuerse, facendosi espositore di risultati scvet'i e rron cli

    t.oncctti vilPorosi ,, rli ,'hi,.,lrc It'tot'iclrr'. (l

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    FSalvatore Di Marzo

    stituzioni sveve, e passando a indagarne le origini, seguì I'insegna-mento dello Schupf er c.irca l'uso della invocazione del nome del-I'imperatore nell'epoca romana, ma sostenne ad un tempo che, sup-

    posto pure che non si trattasse di pratica tanto remota, essa benavrebbe potuto svolgersi dal concetto della sovranità, com'era intesa

    dai Normanni, senza bisogno di scendere sino a Federico II. Lostesso Schupfer, che tale rilievo dapprima accolse, nel comunicare,poco dopo, la felice scoperta di un passo di Apuleio, che confer-mava la tesi della origine romana delia 'defensa', lui diceva 'un giovine

    cultore della nostra storia del drritto, e dei più serî e promettenti'.Egli intanto non avea tralasciato il lavoro suìle fonti delle con-

    suetudini sicule. Nel marzo del 93 ne era già pronta la parte rela-tiva alla condizione delle persone, al diritto dr famiglia e a quelloereditario, che, preceduta da una prefazione, da una introduzionegenerale e da brevi cenni sulle singole consuetudini, disposte secondo

    le loro attinenze, presentò al Consieiio direttivo della Società sici-liana per la storia patria, perchè venisse inserita nell' 'Archivio sto-rico siciliano'. Ma il Consiglio medesimo stimò opportuno che in-sieme si procedesse ad una edizione critica delle consuetudini, e glirivolse quindi il lusinghiero invito di tracciarne il proqramma. Cosìal principio del 95 vide la luce il primo volume della sua 'Rac-colta delle consuetudini siciliane con introduzioni ed illustrazioni sto-

    rico-giuridiche', che comprendeva, oltre la prefazione e la introdu-zione generale, compilate per il lavoro suile fonti delle consuetudinisicule, le consuetudini di Palermo con un'ampia introduzione spe-ciale e con ricchissime illustrazioni ai singoli capitoli.

    Fu per mezzo di questi due scritti che il Siciliano cominciò adaffermarsi profondo conoscitore del diritto siculo e a prendere posiofra i più benemeriti studiosi delle vicende del nostro popolo. Ma,distratto da nuove ricerche, interruppe pur troppo le indaqini per lacontinuazione della 'Raccolta'. E soìo nel 1900 pubblicò insiemeallo Struppa le consuetudini di Marsala, che erano non solo ineditema anche ignorate, facendole precedeie da una bella introduzionestorica, nella quale ebbe il destLo di riconlerrnar',' Ic s,rc irlc., sul-

    Commemorazione di Luigi Siciliano Villanueva 5i

    I'importanza dell'elemento no'manuo nelle consuetudini dell,isola, e.specie nell'istituto deila comunione dei beni , pur ammettendo cheper opera del diritto bizantino sia stata possibire ra preparazione diun terreno più adatto all'accoglimento di questo e di altri istituti.

    Non mi è dato d'intrattenernri, come vorrei, di tutti i suoi la_vori che concernono un tale ordine di studî, e cli mostrarne i risul-tati singoli. Il numero e spesso anche ra specie dei temi discussirenderebbero olt.emodo difficile il mio compit'. perche egli non silascia mai sfuggire I'occasione di chiarire, correqgere, iilustrare; edora informa della necessità e dei criteri deila sua 'Raccorta, predi-letta, ora insiste sul valore della storia giuridica siciriana, ora rirevaun nesso, ora dirizza una esegesi, come quella invalsa a propositodi una nota del Testa, che si credea alludesse ad esenzione legi.slativa dei siciiiani dall'obbligo del servizio nella milizia urbana, men-tre riguardava la sospensione temporanea di certi oneri particorari.Debbo nondimeno far cenno deila interessante monografia sulla regi-slazione araqonese in Sicilia, in cui, considerando prima le leggi pe_nali e poi le leggi di procedura penale, deterrnina il posto "i" t"une e le altre tennero in rapporto a![e più antiche del Regno e aigrrincipali ordinamenti coevi. Ne posso tacere del forte la'oro sulcliritto greco-romano privato in sicilia, ner quale non si sa se maq-giormente lodare la conoscenza der diritto siculo o quelra del bizan-tino' Quant'egli fosse pre!ìarato ad una tra.azioiie sì ardua paresòin seguito il suo libro intorno a quest'urtimo. prodotto del movimento, he nel diritto bizantino scorse non solo un mezzo per approfondirel. indaqini relative al diritto romano, ma anche una forza che agisrilla formazione e sullo sviluppo der nostro diritto, offre un quadrocotnJrleto dci risultati delle laL,oriose ricerche compiute, inteqrandoÌe..n

  • 54 Salvatore Di Marzo

    sumere la storia di questo sino alla 6ne dell'impero carolingio e ad

    esporre il diritto della Chiesa daìlo Reudo lsidoro a Graziano' ma'

    con la promessa di esaminare I'argomento in moCo più compiuto ed

    esteso.Elapromessamantenneillustrandolalegislazione,dottrina

    e pratica itaìiana al riguardo e il diritto della Chiesa sino al prin'

    .ipio d.t secolo XIll' Aveva intanto iniziato un ldvoro parallelo in-

    toìno uìlu qiurisdizione ecciesiastica nelle cause dei laici col trattar

    delle vicende relative alla giurisdizione arbitrale' e poi delle cause

    edeìieformedeiladelegazioneqiurisdizionaleattribuitaaichiericiper via dell'autorità iaica' Il suo compito non fu dei più facili'

    Do-

    v.tte du una parte delineare la storia di uno degli aspetti più inte-

    ressanti del conflitto fra Stato e Chiesa attraverso l'aspirazione di

    questa a rendersì autonoma e lo s{orzo di quello a mantenerla su-

    bordinata: aspirazione e sforzo che ingenerarono' com'è noto' un'alter-

    nativa continua di tolleranze e di reazioni' E dall'altra dovette chia-

    rireperchèeinqualmodosicostituironotuttaviaesisvolseroilforo arbitrale e una vera giurisdizione ecclesiastica'

    Ora a me sembra

    che la gravità del compito abbia oppressa alquanto I'opera sua' che

    per essere sempre erudita e sempre onesta' grandemente giova e si

    ammira, ma che rimane un disegno perfetto senza trasmutarsi in di-

    pinto.Forsepiùvivacevaîitenutol'articolo'checonsiderailcon-flitto fra leqgi e canoni in materia di diritto privato secondo

    i prin-

    "ipuli .u,,onisti e legisti del secolo Xlll' vale a dire nella fase cri-

    tica, d.terminata clal pieno risorgere del diritto romano' che fuso in

    unico corpo con la legislazione imperiale in virtù del concetto della

    continuità deli'lmpero, stabiiì fra leggi civili e leqgi ecclesiastiche

    una rivalità profonda' Ma il suo miglior prodotto in quest'ordine di

    studi fu senza dubbio la monografia sull- seconde nozze della ve-

    dova ,intra tempus luctus' e il valore derogatorio dei diritto cano-

    nico nella dottrina intermedia' lvi gli riuscì di ritrarre con maggior

    anima Ie vicende dell'aspra lotta, sia dal punto di vista generale

    dell'autoritàdellaleggeecclesiasticadifronteallacivile'thedolpuntodivistaparticolaredell'istitutodiscusso.L'averesceltounastrada ben defìnita cla battele fect: la sua andatula f iù franca'

    Commemorazione di Luigi Siciliano Villanueva 55

    I'aver fissato un nucleo centrale attorno a cui edifrcare rese la suaricostruzione piri armonica.

    'Diriito bizantino' e 'Seconde nozze' sono qli scritti che megliopcrmettono di renderci conto delia qravità della peidita che i nostristudi subiron

  • #,t

    56 Salvator: Di Marzo

    lese con quanta coscienza attendeva a comporli ricordo la circo-stanza, cha hanno questa origine il 'Diritto bizantino' e il prezioso'saggio di biblioerafra delia storia dei comuni italiani dopo la cadutadell'impero d'Occidente'. Ma, com'è naturale, non tutti assorgono alla

    stessa dignità, ed in genere non voqliono essere che esposizi,rni più

    o meno sommarie dello stato della ricerca scientifrca relativamentead un punto.

    Anche allo studio. del diritto positivo dedicò I'opera sua. Il bi-sogno di mantenersi in contatto con la uita giuridica odierna vienespes$o sentito daqli scrittori di storia del diritto. Ed è nostalgia bene-

    fica, perchè rende più esperti delle necessità che presiedono alla

    costituzione e allo svolgimento di un ordine giuridico, delle forze che

    su guest'ordine premono, della importanza dei varî fattori, delle cause

    del loro influsso reciproco. conforme all'indirizzo di una delle parti

    delle sue indagini storiche, il Siciliano si volse al diritto ecclesia-stico. Si era di recente occupato della grave controversia sulla tra-sformabilità delle confraternite di culto e le relative condizioni, chegli avea dato .modo di discutere con acume circa la rnigliore eseqesi

    di un testo infelice. Ma in tale disciplina compilò anche monografie

    molto estese, come quella sul fondo pel culto, altrettanto pregevole

    quanto accurata.

    Alla platica applicazione del diritto si accostò maqgiormente,scrivendo memorie numerose per liti riguardanti titoh nobiliari, suc-

    cessioni, usi civici. Di questo lato della sua attività poco, a dir vero,conosco, ma quanto basta tuttavia a convincetnt' 6"1['alto valore del

    suo patrocinio. E seppur nullu ne sapessi, non dovrei dimenticarenel darne giudizio, ch'egii avea poìuto a Sassari coprir come sup-

    plente la cattedra di diritto civile in modo deqno, e a Camerinodiscorrere colì tutta competenza dell'opera scientifrca di un commer-

    cialista.

    Ma a che mi affanno a raccoqlierc prove della sua dottrina J

    Ai più tra voi egli era ben noto pcr la erudizione non comune eper la piena padronanza di oqni nornra leqislativa. Niuno mai qli lrro-

    pose

  • ELENCO DEGLI SCRITTI DI LUIGI SICILIANO VILLANUEVA

    'Lavori pubblicati nei prirrri 23 volumi del Circolo giuridico. Contributo alle scienzegiuridiche, politiche e sociali', in 'Circolo giuridico', Palermo, 1E93. vol. XXIV.

    'Studi intorno alla defensa', in 'Circolo giuridico', Palermo, 1894, vol. XXV.'Raccolta delle coneuetudini siciliane con introduzioni ed illustrazioni storico-giuridiche':

    vol. l,'lntroduzione generale e Consuetudini di Palermo', in'Documenli Per ser-vire alla stoiia di Sicilia pubblicati a cura della Società siciliana per la storia pa-tria', Palermo, 1895, serie II, vol. IV.

    'Consuetudini di Marsala', in 'Documenti cit.', Palermo, 1900, serie ti, vol. V (incollaborazione con Salvatore Struppa).

    'Di una raccolta delle consuetudini delle città siciliane con introduzioni ed illustrazionisiorico-giuridiche', in 'Helios', Gstelvetrano, 1898, anno lll.

    'Sull'importanza dello studio della storia del diritto siciliano', in 'Helios', Castelvetrano,1698, anno lll.

    'La campana serale e la sicurezza pubblica notturna in Sicilia" in'Helios', Castelve-trano, 1900, anno lV.

    'A proposito di una nota di mons. Testa al cap. XXV di re Filippo I di Sicilia e IIdi Spagna. D una pretesa abolizione della milizia urbana in Sicilia al tempo diCarlo lll', in'Archivio storico siciliano', Palermo, 1898, N. S., anno XXIII.

    'Sull'influenza longobarda nella polirica ecclesiastica normanna', nel 'Volume pel 50o an-niversario d'insegnamento del prof. Frandesco Pepere', Napoli, 1900.

    'Sulla tegislazione aragonese in Sicilia. Note comparative', in 'Rivista di legislazionecomparata', Palermo, 1903-4, vol. I.

    'La legislazione di Vittorio Amedeo ll di Savoia in Sicilia', in 'Archivio araldico sici-liano', Palermo, l90l e sgg.

    'Lo statuto di Jolanda duchessa reggente di Savoia del 3 luglio 1475 e I'alienazionedei îeudi nei dominii sabaudi', in'Archivio araldico italiano', Palermo. 1902' vol. I.

    'Dell'opera scientifica di Alberro Vighi' Discorso commemorativo'. in 'Annuario del-I'Università di Camerino', Camerino, 1904.

    'Studi sulle vicende del foro ecclesiastico nelle cause dei chierici secondo il diritto dellaChiesa e la legislazione, dottrina e pratica italiana dalla.6ne dell'impero carolingioal sec. XIV' : parte I, Cause civili, I, in 'Antologia giuridica', Catania l'896; II, in'Rivista di storia e 6loso6a del diritto', Palermo, 1901, vol' II; III, in'Rivista distoria e filoso6a del diritto', Palermo, 1904-5, vol. lll.

    'Studi sulle vicende della giurisdizione ecclesiastica nelle cause dei laici secondo il di-ritto della Chiesa e la legislazione, dottrina e pratica ;taliana dalla 6ne dell'imperocarolingio ai principî dei secolo XV', I, Palermo. 1896; Il, negli'Studi giuridicidedicati ed offerti a Francesco Schupler', partc ll, Torino' 1898'

    'Le ordalie nelle'summae' di Paucapalca. Stefano di Tournai c Rufino sul l)ccrcto diGraziano', in'Rivirtu di storia c lilosofia dql dirirto', Pnlcrnto, l9(X)' vol. ll,

    'saggio di bibliogra6a della sroria dei comuni iraliani dopo la caduta delt,impero di oc_cidente', in'Rivista di storia e 6loso6a del dirirro;, palermo, 1900, v;1. II.

    'Sul diritto greco romano privato in Sicilia', in 'Rivista di sroria e 6loso6a del diritto',Palermo, 1901, vol. II.

    'Leggi e canoni in materia di diriuo privato secondo i pri'cipari canonisti e legisti nelsecolo Xlll" negli'studi in onore di Virtorio sciaroja', praro, 1904, vor]il.

    'Le seconde nozze della vedova'intra tempus luctus'eil valore derogatorio der dirittocanonico nella dottrina intermedia', negri 'studi giuridici in onore di carro Fadda',Napoli, 1906, vol. Ill.

    'Fondo pel culto', nell"Enciclopedia giuridica italiana', Milano. t903.'Dritto bizantino', nell'.Enciclopedia giuridica italiana,, Milano, 190ó.'Seminari', nell"Enciclopedia giuridica italiana', Milano, 1907_12.'signoria, F:timatori, Exercitales, Diacono e suddiacono, Diploma, comune (etoria del

    diritto), Diritto barbarico, Dispacci reali, Doge, Duca, Commenda, Impero, lnter_tiatio, Launegild, Legari, Liber papiensis, Libri feudorum, Libri riturgici e iarechi-smi. lnquisizione, Ministeriales, Missatici, Missi dominici, Mundio, procurarori diS. Marco', nel 'Digesto italiano., Torino, lggg-1909.

    'cenni storici dell'universirà di sassari', in'Monografie delle Università e degl'lstiruti

    Elenco degli scriti di Luigi Siciliano Vllanueva 59

    supenorr puiori pubblicate per cura del Ministero della p, I.', Roma, l9ll, vol. l, e inAnnuario deila R. Università di Sassari', anno lgll-12.

    'll dominio del vescovo nei rerreni pomiciferi deil'isora di Lipari (in colraborazione conF. Scaduto, A. Garu6, L. Genuardi)', Acireale, 1912.

    'La trasformabilità delle conlraternite di curto e le relative condizioni,, in .Foro italiano,,Città di Castello, 1913, anno XXXVlll.

    'Recensioni varie' nell"Archivio storico italiano', nell'.Archivio storico sardo', nell'.Ar-chivio storico siciliano', nel 'circoro giuridico', neila 'Rivista di storia e firosofiadel dirino', nella 'Rivista italiana per le scienze giuridiche,.