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ChiodatureLe chiodature si possono distinguere
in diversi tipologie:
in base all'applicazione
-a caldo: il chiodo viene riscaldato fino
a 900 °C, poi inserito nel foro e
ribadito. Raffreddandosi si accorcia e
va ad essere sollecitato a trazione;
(attrito tra le superfici).
-- a freddo: il chiodo è messo
nell'alloggiamento e ribadito, così la
trazione è modesta, (resistenza a
taglio dei gambi dei chiodi). Questo
secondo metodo è più usato per le
lamiere, ed i chiodi sono detti ribattini.
in base all'unione dei lembi
- chiodatura a sovrapposizione semplice: i due lembi si ricoprono.
- a coprigiunto semplice: i due lembi sono testa a testa e ricoperti su di una superficie
da un tratto di lamiera.
- a coprigiunto doppio: i due lembi sono testa a testa e ricoperti su entrambe le
superfici da tratti di lamiera.
I bulloni sono organi di unione costituiti da:
-Vite, con testa per lo più esagonale e gambo completamente o parzialmente
filettato (fig. a);
-Dado, anch’esso di forma per lo più esagonale (fig. b);
-Rondelle di forma per lo più circolare (fig. c).
Classificazione dei bulloni
dres = (dn + dm)/2 diametro
della sezione resistente.
A = π d²/4 area della parte non
filettata del gambo.
Ares = π d²res/4 area resistente della
parte filettata.
p – passo della filettatura.
d – diametro nominale del gambo.
dn – diametro del nocciolo.
dm – diametro medio.
Geometria dei bulloni
- I fori devono avere diametro uguale a quello del bullone maggiorato al massimo di 1
mm, per bulloni sino a 20 mm di diametro, e di 1,5 mm per bulloni di diametro
maggiore di 20 mm.
- Quando necessario, è possibile adottare “accoppiamenti di precisione” in cui il gioco
foro-bullone non dovrà superare 0,3 mm per bulloni sino a 20 mm di diametro e 0,5 mm
per bulloni di diametro superiore.
La lunghezza ottimale della parte non filettata è pari allo spessore delle
piastre da unire.
I fori potranno essere realizzati mediante trapanatura o
punzonatura.
Tolleranza dei bulloni
Stato di autotensioni prodotte dal serraggio:
- Pretrazione del bullone ↔ precompressione delle piastre
-Torsione del bullone ↔ attrito piastra bullone
Benefici derivanti dalla precompressione delle piastre:
- Eliminazione degli scorrimenti tra le piastre (deformazione globale)
- Eliminazione del distacco piastra-piastra (corrosione)
La curva (1) si riferisce ad una trazione pura, mentre la curva (2) ad una
trazione + torsione.
Serraggio
resAN /=
oS IdT 2/1=
Lo sforzo assiale medio;
Lo sforzo tangenziale massimo;
Si può definire la condizione limite di resistenza:
/25.115.13 22eid f==+=
Controllo del serraggio:
1) Rigoroso, tramite l’utilizzo di una chiave dinamometrica;
2) Classico, tramite il controllo della rotazione del dado, basato sul numero
dei giri;
Serraggio
METODO RIGOROSOIl momento torcente da applicare vale:
cps FdkM ,=
con
Fp,c =0.7 × ftb × Ares
gM 7
I valori di Ms e Fp,c sono indicati nella seguente tabella.
Serraggio
METODO CLASSICO
-Si serra a mano o con una chiave a percussione il dado fino a quando si sono
poste a contatto le lamiere interposte fra testa e dado.
-Si dà poi una rotazione al dado compresa fra 90° e 120° con tolleranza di
60° in più.
Serraggio
A riguardo della resistenza si possono distinguere le unioni in:
-Unioni in cui il bullone è sollecitato a taglio.
-Unioni in cui il bullone è sollecitato a trazione.
-Unioni in cui il bullone è sollecitato contemporaneamente a trazione e
taglio.
Per ognuno di questi tipi di unione si deve distinguere la resistenza nei riguardi:
- dello stato limite di servizio;
- dello stato limite ultimo.
Resistenza dell’unione bullonata
1a fase: Scorrimento nullo al crescere del carico - trasmissione delle forze per attrito tra le
lamiere. La fase termina per un valore FV,f del carico che corrisponde al superamento
dell’attrito fra le lamiere.
2a fase: Brusco scorrimento della giunzione in corrispondenza del carico esterno FV ≈FV, f .
La fase ha termine con la ripresa del gioco foro-bullone.
3a fase: Lo scorrimento è proporzionale al carico, evidenziando il comportamento elastico
dell’unione. La fase ha termine al raggiungimento del limite elastico o nelle piastre o nel
bullone.
4a fase: Grandi scorrimenti per piccoli incrementi di carico. La fase ha termine con il
collasso della giunzione in corrispondenza di un carico ultimo FV, u.
Unioni a taglio
Cambiando il preserraggio del bullone o il trattamento superficiale delle lamiere a
contatto:
- Cambia il valore del carico FV,f per cui avviene lo scorrimento dell’unione
- Si estende o si contrae la fase elastica.
- Resta inalterata la fase plastica ed il valore del carico ultimo FV,u.
Unioni a taglio
Per limitare la deformabilità delle giunzioni di una struttura è necessario
calcolare il valore di progetto della resistenza per attrito della giunzione.
3
,
,
M
cp
Rds
FnF
=
Dove:
n è il numero di superfici a contatto;
Fp,c è il valore dell’azione assiale conseguente il serraggio
μ è il coefficiente di attrito delle superfici pari a:
Unioni a taglio: stato limite di servizio
Se si vuole contare su coefficienti di attrito μ > 0.45, si devono eseguire
opportuni controlli sperimentali sulla efficienza della giunzione
mediante prove su almeno 5 provini uguali.
Unioni a taglio: stato limite di servizio
Quindi con Fs,Rd pari a 0,15 mm si ha:
cpRds FF ,, 4/=
Dei 5 provini:
- 4 devono essere provati secondo valori normali di accrescimento del carico
(10÷ 20 kN/min);
- 1 deve essere sottoposto ad una prova di lunga durata (carico pari al 90%
della media di quelli denotanti lo scorrimento dei primi 4 provini, e lasciato
caricato per 3 ore).
Lo s.q.m. relativo alla media dei dieci valori così misurati deve essere minore
dell’8%.
Unioni a taglio: stato limite di servizio
Se fallisce la prova a lunga durata:
Definita la durata ΔtS della vita di progetto della struttura, si potranno interrompere
le prove al tempo ti per cui la tangente alla curva sperimentale passa per il punto
definito da una ascissa t = logΔtS e un ordinata ΔL = 0.3 mm.
Nell’esempio le curve sperimentali dei provini “1” e “2” sono soddisfacenti, quella
del provino “3” non è accettabile.
Unioni a taglio: stato limite di servizio
Sono possibili i seguenti meccanismi di collasso:
- rottura per taglio del bullone (a)
- rottura per rifollamento della lamiera (b)
- rottura per taglio della lamiera (c)
- rottura per trazione della lamiera (d)
Unioni a taglio: stato limite ultimo
Rottura per taglio del bullone
2
,
6.0
M
restbRdv
AfF
=
Unioni a taglio: stato limite ultimo
2
,
5.0
M
restbRdv
AfF
=
2
,
6.0
M
tbRdv
AfF
=
Per bulloni di classe 4.6, 5.6 e 8.8
Per bulloni di classe 6.8 e 10.9
Per tutte le classi di resistenza
Quando il piano di taglio interessa la parte non filettata della vite:
Quando il piano di taglio interessa la parte filettata della vite:
Rottura per rifollamento della lamiera
distribuzione reale:
- in campo elastico (c)
- in campo elasto-plastico (d)
- distribuzione di progetto (e) è riferita
ad un valore normale medio.
Unioni a taglio: stato limite ultimo
Indicando tmin (il minore fra t3 e t1 + t2), la resistenza di progetto per rifollamento
delle piastre di coprigiunto può essere valutata secondo la formula:
2
,
M
tkRdb
tdfkF
=
Rottura per rifollamento della lamiera
Unioni a taglio: stato limite ultimo
ftk è la resistenza a rottura del materiale della piastra collegata;
d è il diametro nominale del gambo del bullone;
t1t3
t2
Valore della resistenza a rottura della sezione netta Anet in corrispondenza dei fori:
2
,
9.0
M
tknetRdu
fAN
=
dove:
Ftk = resistenza a trazione di progetto delle
piastre;
Anet = tmin (b-ϕ) = area della sezione netta.
Unioni a taglio: stato limite ultimo
Rottura per trazione della lamiera
Nel caso che vi siano più bulloni la scelta della sezione critica deve
esser fatta sulla base delle resistenze a collasso per trazione e taglio
della piastra, in funzione delle possibili linee di rottura (a).
La sezione critica della piastra illustrata in figura b, è quella caratterizzata dal
valore minimo di area fra 2L1 + 2L2; 2L1 + 2L3 + L4; 2L1 + 2L3 + 2L5.
Unioni a taglio: stato limite ultimo
Rottura per trazione della lamiera
Le unione a trazione tipiche si ritrovano
ogni qualvolta si vuole ripristinare la
continuità degli elementi strutturali
mediante giunzioni flangiate.
Si consideri l’unione
costituita da due
elementi giuntati
con un unico
bullone e sollecitati
da una forza esterna
FN.
Unioni a trazione
- all’agire di FN lo sforzo del gambo del bullone si incrementa di un
aliquota X (leggero allungamento del bullone), di conseguenza, la
risultante di compressione della lamiera si riduce di una quantità Y;
- con Y < NS le parti restano ancora in contatto e l’allungamento ΔL1
del bullone coincide con la decompressione ΔL2 della lamiera.
Quindi:
11 / kXL = 22 / kYL =
Dove k1 e k2 sono le rigidezze estensionali del bullone e delle piastre.
Unioni a trazione
La rigidezza del bullone vale:
resEA
L
EA
L
kkK
21
12111
111+=+=
12 10kk
- A e Ares sono le aree della sezione del gambo e di quella resistente;
- L1 e L2 le lunghezze della parte non filettata e di quella filettata.
La rigidezza delle piastre vale:
tEAk eff /2 =Aeff = area convenzionale della zona soggetta a
compressione con diffusione a 45°;
t = spessore della piastra.
(sperimentale)
Unioni a trazione
K11
K12
L1
L2
Quindi, per l’equilibrio del bullone deve risultare:
NFYX =+
Per la congruenza deve essere:
2121 // kYkXLL ===
11//1 12
N
N
Fkk
FX
+=
Risulta pertanto:
NFkk
Y11
10)
/1
11(
12
+
−=
L’incremento X dello sforzo di trazione nel gambo, corrisponde quindi
a non più del 10% dello sforzo di trazione esterno FN applicato.
Unioni a trazione
Nel primo diagramma è rappresentato il legame che intercorre fra il
carico esterno applicato FN e l’allungamento del bullone ΔL, nel
secondo quello intercorrente fra FN e l’azione assiale N agente nel
gambo del bullone.
Unioni a trazione
Il completo distacco dell’unione non è mai possibile, ne risulta
quindi che:
- Np = 1.1 NS (con Ns = Fp,c) rappresenta il limite superiore della
forza assegnabile al bullone prima del distacco dell’unione.
cpN FF ,
Da un punto di vista costruttivo, si devono adoperare bulloni ad alta
resistenza (classe 8.8, 10.9) per evitare la perdita di serraggio nel
tempo per effetti di rilassamento del materiale.
Unioni a trazione: stato limite di servizio
Resistenza di progetto dell ’unione bullonata soggetta a trazione
semplice:
2
,
9.0
M
restbRdt
AfF
=
dove:
ftb è il valore caratteristico della resistenza del materiale del bullone;
Ares è l’area resistente.
Il valore γM2 è legato a due fenomeni:
- Il pericolo di una rottura del bullone per distacco della testa;
- Il pericolo di presenza di flessione parassita.
Unioni a trazione: stato limite ultimo
Unioni a trazione: stato limite ultimo
La resistenza complessiva della singola unione a trazione è perciò
data da:
Resistenza al punzonamento della piastra collegata
2
,
6.0
M
tkpm
Rdp
ftdB
=
dove:
ftk è il valore caratteristico della resistenza a rottura del piatto;
dm è il minimo tra il diametro del dado e quello medio della testa del
bullone;
tp è lo spessore del piatto.
( )RdtRdp FB ,, ;min
Unioni a taglio e trazione: stato limite ultimo
Nel caso di presenza combinata di trazione e taglio si può adottare
la formula di interazione lineare:
14.1 ,
,
,
,
+
Rdt
Edt
RdV
EdV
F
F
F
F
1,
,
Rdt
Edt
F
F
Con la limitazione:
Le unioni bullonate possono essere sollecitate in due modi diversi:
- Sollecitazione di taglio e torsione agenti nel piano delle lamiere (a).
- Sollecitazioni assiali e flettenti agenti in piani paralleli al gambo dei
bulloni (b).
Effetti delle caratteristiche di sollecitazione
La ripartizione di tali effetti sui singoli bulloni viene eseguita sulla
base di metodi convenzionali suffragati da risultati sperimentali.
- Si riferisce la forza esterna al baricentro della bullonatura
calcolando le componenti tagliante e torcente (a);
- Si considera la componente tagliante suddivisa in parti uguali
agenti sui bulloni con la stessa direzione (b);
- Si considera il momento torcente suddiviso in forze agenti sui
bulloni in direzione perpendicolare al segmento che unisce il bullone
al baricentro e di entità proporzionale a questa distanza (c);
Sollecitazioni di taglio e torsione
L’ipotesi è che i bulloni lavorino tutti a contatto con le piastre;
“distribuzione degli sforzi nei bulloni nell’ipotesi di lamiere e bulloni
elastici a perfetto contatto e si esclude ogni gioco foro-bullone”
Sollecitazioni di taglio e torsione
Grazie proprio al gioco foro-bullone è invece più aderente alla realtà
equiripartire la forza esterna fra tutti i bulloni a patto che il giunto
non sia troppo lungo
La componente tagliante risulta:
V
V
nn
FV
=
Con:
- n il numero di bulloni presenti nel giunto;
- nV il numero di sezioni resistenti per ogni bullone.
Il momento torcente è:
=2
,
iV
i
iT
an
aTV Con:
- ai la distanza fra il centro del bullone ed il
baricentro della bullonatura.
Distribuzione delle componenti taglianti e torcenti
Ai fini del calcolo conviene operare assumendo un sistema di
riferimento x-y.
Scomposta la componente tagliante e torcente
secondo gli assi si ottiene:
nn
FV
V
XV
X
=
,
nn
FV
V
YV
Y
=
,
+=
)( 22,,
iiV
XiT
yxn
TyV
i
+=
)( 22,,
iiV
YiT
yxn
TxV
i
2,,
2,, )()( yiTYxiTXi VVVVV +++=
Una siffatta distribuzione ha valore per giunzioni per cui la distanza
fra il primo e l ’ ultimo bullone, misurata in direzione della
componente tagliante, sia L≤ 15d (essendo d il diametro nominale
del bullone).
Effetti combinati: taglio + torsione
Per lunghezze maggiori:
dLper
dLdper
dLper
d
dL
65
6515,
15,
50
15
33.1
33.01
1
−
+=
dove:
-Vo è l ’azione calcolata nell ’ipotesi di equidistribuzione della
componente tagliante;
- β ≥ 1 è un coefficiente che può essere assunto pari a:
= oVV
Effetti combinati: taglio + torsione
Considerata la più semplice unione soggetta a trazione avremo:
- Se la flangia è più deformabile nascono delle forze Q di contatto e il
bullone, per seguire l’inflessione della flangia, è impegnato anche a
flessione (b).
- Se la flangia è sufficientemente rigida, è possibile trascurare la sua
deformazione: i bulloni risultano semplicemente tesi e privi quindi di
flessioni parassite (a).
Sollecitazioni di trazione e flessione
Se si analizza il collasso del giunto, si può affermare che le forze di
contatto Q dipendono dalla rigidezza della flangia, da quella del
bullone, dal carico applicato e che il collasso può avvenire:
- per snervamento del bullone penalizzato dall’intervento di flessioni
parassite e sollecitato assialmente dalla forza FN = F + Q
- per la formazione di una o più cerniere plastiche nella flangia che
risulta impegnata a flessione.
Sollecitazioni di trazione e flessione
Metodi di Analisi:
a) Si può considerare la flangia deformabile e plasticizzabile. I
bulloni andranno verificati tenendo conto della flessione parassita
nel gambo.
b) Si può trascurare la deformabilità della flangia. Si schematizza
allora la sezione come parzialmente reagente:
- le trazioni sono assorbite dai bulloni, le eventuali compressioni per
contatto.
- I bulloni potranno essere verificati trascurando l ’effetto delle
flessioni parassite nel gambo.
- Lo spessore delle flange dovrà essere adeguato, in modo che non
venga superato il limite elastico.
Sollecitazioni di trazione e flessione
Si supponga che la forza assiale di trazione FN sia applicata
internamente al nocciolo di inerzia. Quindi, nell’ipotesi di sez. piana:
in
i
NN
i y
yi
eF
n
FN +=
1
2
Ni = forza agente sul generico
bullone;
e = eccentricità della forza
applicata rispetto al
baricentro;
Yi = la distanza dall’asse
baricentrico dal bullone.
Metodi di Analisi:
Sollecitazioni di trazione e flessione
Se la forza assiale FN è applicata esternamente al nocciolo di inerzia
(piastra non irrigidita):
La sezione ruota intorno all’asse passante per C. Quindi, la forza
agente sui bulloni e la tensione massima di compressione sono:
ccciii ykyykAN =−= ;)(
k è una costante di
proporzionalità
Ai è l’area del singolo
bullone.
Metodi di Analisi:
Sollecitazioni di trazione e flessione
Imponendo l ’equilibrio a rotazione e traslazione delle sezioni si
ottengono le seguenti equazioni determinatrici dell’asse neutro, in
base alle quali è possibile determinare i valori della pressione
massima di contatto σc e delle forze assiali agenti sui bulloni:
- Flessione semplice (N = 0)
icii
n
ciii
c
cc
n n
iiiiicc
AyyI
MN
yyAby
IconIMy
yAAyb
y
)(
)(3
/
02
1
2
31 1
2
−=
−+==
=−+
Sollecitazioni di trazione e flessione
- Flessione e azione assiale:
0)2
()2
()2
(26 11
2
3
=+−−+−+−+ iii
n
iii
n
icc
c
ya
eyAya
eAya
eb
yby
Con:
e > 0 se N di compressione
e < 0 se N di trazione
N
ciic
c
c F
yyAb
y
y
−−
=
)(2
2
c
cii
ci
y
yyAN
)( −=
Sollecitazioni di trazione e flessione
Le sommatorie sopra indicate si estendono ai soli bulloni tesi
Quando è presumibile che la zona a contatto sia di limitata
estensione o la flangia è irrigidita, non ha più senso ipotizzare una
distribuzione lineare delle pressioni di contatto.
Essendo yc determinato a priori ed FN positivo se di compressione,
risulta:
)2
()(1
cNcii
n
i ya
FMyyN −−=−)( ciii yyAkN −=
Sollecitazioni di trazione e flessione
Si ha in definitiva:
)(
)(
)2
(
2
1
cii
cii
n
i
cN
i yyA
yyA
ya
FMN −
−
−−=
Ni
n
i FNR +=1
by
FN
c
Ni
n
i
c
+=
21
imponendo l’equilibrio alla traslazione orizzontale si ottiene il valore
della risultante R delle pressioni di contatto:
Tale risultato può essere ragionevolmente ipotizzato uniformemente
distribuito su un area rettangolare di lati b e 2yc di cui il punto C è il
baricentro, quindi:
Sollecitazioni di trazione e flessione
Si possono infine ricercare le prestazioni ultime della giunzione.
Assumendo per l’azione
assiale il valore positivo
se di compressione è:
Ncdod FbyfNn =+− ,
Essendo n il numero di bulloni reagenti a trazione,
dall’equilibrio alla traslazione risulta:
bf
NnFy
d
odN
c
,+=
Sollecitazioni di trazione e flessione
Noto yc è possibile determinare il momento ultimo sopportabile,
concomitante con l’azione assiale FN. Dall’equilibrio alla rotazione
attorno a 0 è:
)22
()2
(1
,
c
N
c
i
n
iodNu
yaF
yyNeFM −+−==
Sollecitazioni di trazione e flessione
Comportamento sperimentale:
Per comprendere i limiti di applicabilità dei metodi sopra indicati, si
deve osservare che questi sono basati sull’ipotesi seguente:
- Il comportamento dei bulloni sia indipendente dalle deformazioni
della flangia.
In verità questa affermazione non è veritiera e per questa ragione le
previsioni dei calcoli sono spesso disattese dall ’ evidenza
sperimentale.
Sollecitazioni di trazione e flessione
la trave con flangia di spessore pari a 38mm cede prematuramente
per rottura dei bulloni più vicini al lembo teso.
la trave con la piastra più spessa raggiunge il massimo valore
compatibile con le sue prestazioni flessionali e il collasso avviene per
cedimento dell’ala compressa della trave.
Sollecitazioni di trazione e flessione
Comportamento
sperimentale:
La flangia di spessore elevato è praticamente indeformabile e la
distribuzione delle forze sui bulloni è lineare.
La deformazione della flangia da 38mm provoca invece una zona di
contatto anche nella parte inferiore del giunto e pertanto la
distribuzione delle forze sui bulloni è sostanzialmente diversa da
quella assunta alla base del calcolo.
Si può concludere dall ’esperienza, dicendo che, al crescere del
numero delle file dei bulloni tesi, l’influenza della deformabilità della
flangia diventa più significativa.
Sollecitazioni di trazione e flessione
Comportamento sperimentale: